Edimburgo, love at first sight
Con il solito timore nell’approcciarmi alla lingua inglese, riesco a superare indenne la dogana grazie ai controlli automatici che mi consentono di evitare sorrisi imbarazzati a domande che non ho capito, e subito fuori dall’aeroporto trovo il mio compagno di avventure con il quale raggiungo il centro città. Il nostro hotel si trova in Grassmarket, nel pieno centro della Old town. La bella piazza, che si estende ai piedi del castello, mi colpisce subito… è tutta un tripudio di pub e ristoranti che ne fanno luogo di ritrovo dei giovani, ma allo stesso tempo racchiude in sé parte di quel fascino macabro che tanto mi attira. In passato è stata infatti teatro di esecuzioni pubbliche, disordini e rifugio segreto per assassini senza scrupoli, aspetti che nelle frequenti giornate di pioggia e cielo plumbeo sembrano riemergere con tutta la loro inquietudine.
L’hotel Apex City of Edinburgh ci regala un ottimo soggiorno. È accogliente, pulito e con delle camere spaziose. La nostra in particolare ha anche una splendida vista sul castello… che volere di più? Una birra. Lasciamo giù le valige e appena fuori dall’hotel troviamo ad attenderci il Fiddlers Arms, tipico english pub in cui godersi un buon pasto e un’ottima birra in un ambiente caldo e tradizionale. Dopo il meritato ristoro ci dedichiamo ad un primo giro esplorativo dei dintorni. Risaliamo Victoria Street e sbuchiamo su George IV Street dove, qualche passo più in là ci imbattiamo in The Elephant House, un caffè la cui vetrina già dall’esterno ci tiene a far sapere a tutti che tra i suoi tavoli J.K.Rowling diede vita a Harry Potter. Facciamo ancora quattro passi, andiamo a darci una rinfrescata in hotel e ci prepariamo per la cena lasciando cadere la scelta sul Castle Arms, un pub su di una terrazza appena sopra Victoria Street che vanta una vasta scelta di birre soprattutto locali, e diversi piatti della tradizione. Qui ci tratteniamo un bel po’, è febbraio e la temperatura esterna non invita esattamente a godere del favore della notte, sebbene l’abbigliamento della gente del luogo ci suggerisca che qualcosa non torna. Ma magari i matti siamo noi.
Il giorno seguente lo dedichiamo alla piena scoperta della città. Il sole decide miracolosamente di accompagnarci per tutta la giornata, ma il vento gelido gli fa compagnia. Innanzitutto una buona giornata non può partire senza la giusta colazione, e per questo ci affidiamo al Caffè Piccolo proprio lì in Grassmarket… piccolo appunto, accogliente, e soprattutto italianissimo. Mi perdonerete ma da buona italiana non mi riesce di carburare al mattino senza un cappuccino fatto bene… dopodiché siamo pronti a partire! Iniziamo da quello che è il simbolo di Edimburgo, nonché il suo edificio più antico: il Castello. Costruito su di una rocca che domina la città, questa fortezza tra le più longeve del Regno Unito mi colpisce all’istante. La grande piazza su cui si trova l’ingresso, detta Esplanade, ospita tutti gli anni nel mese di agosto la Military Tattoo, una grande parata militare che insieme agli altri eventi del celebre Edinburgh Festival richiama turisti da tutta Europa. Pagato il biglietto ci addentriamo in questo prezioso angolo di medioevo e arriviamo alla celebre Crown Square, la cittadella situata in cima al castello, contornata dal National War Memorial, costruito dopo la prima guerra mondiale per commemorare i caduti scozzesi; il Royal Palace e la Great Hall. Da vedere anche la Crown Room, la sala che contiene i bellissimi gioielli della corona scozzese, e il National War Museum of Scotland, un’ala del War Memorial che racconta la storia militare della Scozia attraverso le guerre che nel corso dei secoli l’hanno coinvolta.
Terminata questa full immersion nella storia di Scozia percorriamo a piedi un pezzo del famoso Royal Mile, la lunga strada che divide in due la città e che collega i due edifici più importanti, ovvero il già citato Castello e Holyrood Palace e, accompagnati dal suono di un bravissimo suonatore di cornamusa, ci fermiamo alla St. Giles Cathedral. Sarà che io sono una grande, grandissima fan del gotico, ma il primo impatto con questa cattedrale è entusiasmante, il suo aspetto magico e suggestivo e l’interno dalle splendide vetrate, mi riempiono gli occhi come non mai.
Dopo gli occhi però è giunto il momento di riempire anche lo stomaco, così torniamo in Grassmarket per goderci una meritata pausa in uno dei tanti pub che animano la piazza. Una particolare menzione tra questi va al The Last Drop, uno dei più antichi e famosi della città, che col suo nome (l’ultima goccia) ci ricorda che i condannati che nella piazza, come detto prima, trovavano la morte per impiccagione, avevano qui il permesso di concedersi un’ultima bevuta.
Terminata la pausa ristoro decidiamo di affidarci come ogni volta ad un buon Citysightseeing, il modo migliore e più veloce per raggiungere i siti di maggior interesse e ricevere un’infarinatura generale della città. Saltiamo dunque a bordo del nostro pullman, e col racconto sulla storia della città in cuffia, ci godiamo appieno il paesaggio tutto intorno.
La Old Town è veramente uno spettacolo di magia con tutte le sue strette viuzze, o Close come li chiamano loro, gli scorci affascinanti e gli edifici storici. Tutte cose che le hanno conferito col massimo merito il titolo di Patrimonio dell’Unesco. Arriviamo davanti Holyrood Palace, residenza ufficiale in Scozia della Regina Elisabetta che qui è solita trascorrere le vacanze estive, ma purtroppo sfortuna vuole che quel giorno non sia visitabile per cui ci accontentiamo di ammirarlo dall’esterno… ottima scusa per tornare a Edimburgo, il palazzo merita assolutamente una visita!
Da lì costeggiamo il bellissimo Holyrood Park, una collina dalla scalata abbastanza impegnativa ma che regala una impareggiabile vista su tutta la città, e subito dopo l’edificio del Parlamento Scozzese, un grande edificio dall’aspetto moderno che a mio parere cozza un po’ con l’atmosfera della Old Town, ma che può valere una visita se si è interessati a conoscere un po’ l’evoluzione storico-politica di questa nazione.
Una volta entrati nella New Town capisco che non c’è modo che questa città mi deluda, e anche quella che dovrebbe essere la parte più nuova in realtà possiede un fascino incredibile pur mostrandosi chiaramente diversa rispetto alla parte medievale. Elegante con i suoi palazzi maestosi, i giardini tranquilli e le gallerie d’arte, merita senza ombra di dubbio una visita approfondita.
Torniamo nella città vecchia quando il sole sta per darci ormai appuntamento a domani, e decidiamo di concederci ancora quattro passi tra queste vie seducenti prima di tornare in albergo per una doccia ristoratrice.
Oltre ai tre pilastri già citati del patrimonio monumentale di Edimburgo, ovvero Castello, Cattedrale e Holyrood Palace, qui di seguito una breve lista di tappe imperdibili:
Scotch Wishky Heritage: se siete appassionati del celebre liquore che rappresenta una delle eccellenze di Scozia nel mondo, non potete perdervi la visita a questa distilleria in cui potrete ripercorrerne la storia, concludendo il tutto con un’ottima degustazione;
Museo degli Scrittori: per gli amanti della letteratura, un piccolo museo che racconta dei principali scrittori scozzesi, tra i quali spicca Robert Stevenson celebre autore de “Lo strano caso del Dr.Jeckyll e Mr. Hyde”;
Scottish National Portrait Gallery e Scottish National Gallery of Modern Art: nella prima potrete godervi una ricca collezione di ritratti di tutti quei personaggi che hanno fatto la storia di Scozia, dai più antichi ai più moderni, mentre nella seconda una vasta collezione di opere moderne;
Mary King’s Close: un piccolo tour tra uno dei più famosi vicoli che si trovano sotto gli edifici della Old town. Per chi non ha paura dei fantasmi e non si lascia impressionare da storie di miseria e sofferenza, una chicca da non perdere;
Greyfriars kirkyard: uno dei più famosi cimiteri d’Europa. Per gli amanti del macabro costituisce una visita interessantissima tra atmosfere da film horror, storie maledette, simboli esoterici e i “mortsafes”, le famose grate in ferro che servivano a proteggere i defunti dai ladri di cadaveri che infestavano Edimburgo secoli addietro.
Per la nostra cena decidiamo di andare a pescare nella storia criminale di Edimburgo e optiamo per la Deacon Brodie’s Tavern, che deve il suo nome ad un famoso uomo d’affari scozzese che si trasformava di notte nel più abile ladro e scassinatore della città, e che pertanto finì ben presto impiccato su di una forca che, leggenda vuole, fu lui stesso a progettare un anno prima. Il Pub è bello e accogliente, e ancora una volta abbiamo la possibilità di scegliere tra un’ampia selezione di birre e piatti tipicamente british.
La giornata intensa ci ha stremati, il freddo gelido ormai separato dalla rassicurante e tiepida presenza del sole ci frusta senza pietà. Mi guardo intorno infagottata come il celebre omino Michelin e vedo le ragazze in coda fuori dai club beatamente strizzate in miniabiti e immancabile sandalo tacco 12 come fosse luglio. Mi addormento con questo dubbio amletico, devo essere davvero io quella strana.
L’indomani c’è giusto il tempo per un’ultima italianissima colazione in quel di Grassmarket con vista Castello, poi con un po’ di malinconia nel cuore si va dritti in aeroporto con un’unica promessa.
Edimburgo era una di quelle città di cui a dire il vero non sapevo molto, ma che in qualche modo ho sempre saputo di voler visitare, l’ho detto all’inizio e lo confermo adesso che sono alla fine di questo racconto. È una città magica, misteriosa, intrigante, carica di fascino. Una città che ti trasporta indietro nel tempo e ti fa protagonista di quella storia di orgoglio e sangue che l’hanno fatta grande. Una città unica che nonostante il suo cielo perennemente (o quasi) cupo e triste, splende di luce propria come un gigantesco sogno ad occhi aperti.
Salgo sull’aereo ripensando a quell’unica promessa… Bye bye Edinburgh, we’ll meet again sooner or later.