Vienna, Praga, Monaco: viaggio nel tempo alla corte degli Asburgo
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10-11 agosto 2013
Partiamo in treno da Roma con EN delle 19.12 per Vienna, viaggio in cuccetta dove le ferrovie austriache ci coccolano con uno spuntino, acqua, vino, dolcetto e colazione al mattino. Il viaggio è un po’ faticoso perché fa caldo e l’aria condizionata non arriva alla mia cuccetta, comunque va bene, l’entusiasmo rende sopportabile qualunque disagio come quello di più di un’ora di ritardo all’arrivo. Il treno arriva alla stazione di Vienna Meidling dalla quale prendiamo la S-bahn per Vienna Praterstern e poi a piedi fino in albergo. Scegliamo l’hotel City Central, prenotato su Booking.com, (380€) situato al di là del ponte che immette a Schwedenplatz dove c’è una fermata della metro, dei tram, il punto di approdo dei battelli per un giro sul Danubio o per andare a Bratislava. Per arrivare in centro basta superare il ponte e la piazza, posizione comodissima. L’albergo è molto bello, dotato di tutti comfort, personale gentilissimo che parla italiano, stanza ampia (è una doppia con aggiunta di un lettino per mia figlia) e colazione ottima.
Riposati e sistemate le nostre cose, acquistiamo la Vienna Card nella hall dell’albergo e partiamo per il primo giro in città, l’obiettivo è lo Stephansdom e l’Hofburg, prima però una sosta veloce ad un McDonald’s, abbiamo una figlia undicenne che quando ha fame non sente ragioni, anche se abbiamo fame anche noi. Rifocillati, ci incamminiamo verso la Fleischmarkt, dove c’è un’antica osteria che ha sulla facciata una scultura lignea noto come il caro vecchio Agostino.
Arrivati a Stephanplatz, ce la godiamo tutta, la grande ed imponente cattedrale con la sua guglia altissima, la Haas Haus, grande edificio in stile moderno situato proprio di fronte alla cattedrale e tutti gli edifici importanti intorno alla piazza e dietro alla cattedrale. Diciamo pure che nella visita di questa città come delle altre sono stata maniacale nel voler vedere ogni edificio, chiesa o sito di una qualche rilevanza riportato dalla guida, che a voler indicarli e commentarli tutti verrebbe fuori un libro non un diario. Riprendiamo, dopo il Graben, via elegante costeggiata di negozi lussuosi e abbellita da due fontane e la Petsaule, grande colonna costruita come ringraziamento per la fine della peste, giungiamo al palazzo dell’Hofburg. Il biglietto ci costa 10,50 € a persona con lo sconto e 7 per i bambini. La visita si articola in tre momenti: il museo delle argenterie e porcellane di corte, con pezzi davvero impressionanti per la bellezza e valore ma anche curiosi come il servizio da viaggio dell’imperatrice. Poi c’è il museo di Sisi, dalla nascita alla morte ed oltre si percorre la vita di una donna inquieta, infelice e per certi versi controcorrente. Si possono vedere riproduzioni di abiti e gioielli famosi che vediamo nei ritratti, oggetti personali, il vagone su cui viaggiava e altro ancora. L’ultima parte è la visita agli appartamenti imperiali, interessante le stanze dell’imperatore, sobrie ed essenziali dove soleva trascorrere la gran parte della giornata e quelle della consorte con la famosa palestra, il bagno con la vasca e i ritratti dei suoi parenti.
Usciti dal palazzo una breve sosta ai Volksgarten, all’Augustinerkirche che conserva i cuori degli Asburgo e poi con la metro si va al Prater. All’ingresso c’è la storica ruota su cui saliamo subito (costo 8€ scontato e 4 i bambini), prima però c’è un piccolo museo con riproduzioni del parco e della ruota in miniatura.
Il Prater però è anche un grande parco dei divertimenti con giostre per tutti i gusti, alcune dal sapore tradizionale e altre più innovative. Però siamo stanchi ed affamati così andiamo allo Schweizerhaus, famoso per il suo stinco gigante. Effettivamente è enorme e buonissimo ma anche pesante (faremo fatica a digerirlo). Comunque uno stinco di 1,2 kg per due, una Wiener Schnitzel, tre contorni, pane, due birre e una limonata paghiamo 51,5€. Finalmente si va a nanna.
12 agosto 2013
Giornata dedicata allo Schonbrunn che raggiungiamo con la U4. Per i biglietti ci sono varie combinazioni che sono indicati da cartelloni nella sala, noi optiamo per il Classic Pass Plus che comprende: Grand Tour, cioè visita a 40 stanze del Palazzo, il Labirinto, la Gloriette e il giardino del Principe ereditario e costa 16,70€ scontato, ma noi paghiamo 39€ biglietto famiglia. In realtà, se dovessi ritornare, opterei solo per il Grand Tour (che vale la pena) e il Labirinto per la bambina perché c’è un bel parco giochi con giostrine divertenti e un labirinto di siepi da fare. Il giardino non mi ha entusiasmato e la Gloriette (che si raggiunge dopo faticosa salita) si visita anche senza biglietto (si paga per salire sul tetto).
Le stanze sono interessantissime, narrano della grande Maria Teresa d’Austria e dei suoi 16 figli di cui si possono vedere i ritratti, c’è la stanza dove si spense l’imperatore Francesco Giuseppe, la stanza del Re di Roma, ovvero il figlio di Napoleone morto giovanissimo e in solitudine. Molto bello anche il parco che si visita liberamente, bisogna mettere in conto tutta la mattina.
Finita la visita prendiamo la metro per andare a Karlsplatz per ammirare la bella chiesa di Karlskirche che però non visitiamo all’interno perché al momento chiusa e i padiglioni, in stile secese costruiti per la stazione della metro. Con un ennesimo sforzo ci spostiamo verso il Naschmarkt, un affollato e colorato mercato dove si trova di tutto, dal cibo ai fiori fino ad un vero e proprio mercato delle pulci; ma la zona ci riserva un’altra bella sorpresa: il palazzo della Secessione, espressione massima del movimento Jugendstil, colpisce perché è un cubo tutto bianco e sormontato da una grande cupola dorata in filigrana. Continuando, a piedi ci dirigiamo verso Kartnerstrasse che arriva fino a Stephanplatz, ma prima una sosta all’hotel Sacher per assaporare la celebre torta e un delizioso caffè, anche se bisogna aspettare un po’ perché c’è fila. Il nostro giro si conclude con la visita alla Cripta dei Cappuccini per vedere le tombe dei reali d’Asburgo. Il costo familiare è di 12 € e non so se vale la pena, forse solo per la monumentale tomba di Maria Teresa d’Austria, mentre molto semplici quelle di Sissi, Francesco Giuseppe e il loro figlio Rodolfo.
Siamo distrutti ma ciò nonostante proviamo ad andare al Figlmuller per la cena, qui però troviamo una lunga fila in attesa così vi rinunciamo per andare in un locale all’inizio di Fleischmarkt, si chiama Owisio. Prendiamo tre menu fissi che comprendono due frittatensuppe, una schnitzel, un gulasch, tre dolci, due birre e una Sprite, costo 70€, tutto buono ma niente di eccezionale e con un prezzo forse un po’ eccessivo.
13 agosto 2013
Oggi si va al Belvedere con la U1 e poi la S-bahn (fermata Quartiere Belvedere). Il museo apre alle 10 così ne approfittiamo per passeggiare nel bel parco. Sono rimasta molto colpita da questo palazzo sia per la sua eleganza e sobrietà, sia per la particolarità dei due palazzi che si fronteggiano e sono separati da un parco curato e adornato da fontane degradanti.
Scegliamo di visitare solo il Belvedere superiore che presenta una facciata più elegante dell’altro ed ospita , tra le altre cose, la famosa collezione di Klimt, ma anche altri dipinti del XIX sec. Scopro con piacere alcuni quadri che ritraggono la zona dei Campi Flegrei dove io vivo. Comunque il palazzo è bello anche internamente con la sua scalinata monumentale e la Sala in marmo.
Finita la visita ci dirigiamo a Landestrasse per vedere le Hundertwasserhaus, le famose case colorate dell’ artista Hundertwasser che realizzò questo complesso di case ubicato in un anonimo quartiere della città proprio per rompere con gli schemi abituali dell’architettura popolare. E’ un mix di abitazioni, piante, anche sul tetto, fontane, il tutto dalle linee discontinue, morbide e soprattutto colorate.
I negozietti lì intorno sono interessanti, neanche troppo costosi con oggetti carini che non trovi nel resto della città, specie nella galleria proprio di fronte alle case, dove, tra l’altro, sono da visitare i bagni.
Non è facilissimo raggiungere il complesso che si trova in Kegelgasse, noi l’abbiamo raggiunto con il tram 0, ma è meglio munirsi di cartina.
E’ ora di pranzo, così decidiamo di anticipare la nostra visita a Grinzing per pranzare invece di cenare, ma la scelta si rivela infelice. Arrivati lì con il tram D fino a Schottenring e poi con un altro tram fino ad Alser Strasse ed infine con il tram 38 che fa capolinea a Grinzing, non troviamo nulla, nessuno per le strade e locali chiusi. Grinzing è un piccolo villaggio appena fuori Vienna, famoso per i suoi heuriger, vere vinerie per gustare il vino prodotto dalle vigne circostanti. Tra questi il più famoso rimane il Reinprecht Heuriger perché è antichissimo e caratteristico e vale la pena fare un giro anche se non si mangia, perché vanta una vasta collezione di cavatappi. Comunque noi lo troviamo chiuso e pranziamo in un altro heuriger dove spendiamo 52,60€ per tre secondi di carne, due birre e la solita bibita; io prendo un risotto accompagnato da carne di agnello molto buono e delicato. Grinzing ci ha un po’ deluso e messo di cattivo umore, consiglio di andarci la sera perché sicuramente è più animato e anche se c’è fila nei locali è sempre meglio del silenzio che abbiamo trovato. Trascorriamo il resto della serata nuovamente al Prater per godere del parco di divertimenti, con una cena veloce in un locale lì intorno.
14 agosto 2013
Oggi ultimo giorno a Vienna, domani si parte. Decidiamo di separarci, mio marito e la bambina vanno in cerca di fumetti e ai parchi giochi, io in giro alla scoperta di altri angoli della città. Mi dirigo alla Ruprechtskirche, la chiesa più antica di Vienna, che risale all’XI sec. Mi sposto nella zona ebraica, dove a Hoher Markt, ammiro l’Ankeruhr, un bell’orologio che ha nel quadrante alcune figurine che rappresentano personaggi storici che dovrebbero sfilare da un lato all’altro. Mi trovo nel cuore più antico della città e si vede dalle rovine, dalle stradine strette e dai numerosi bei edifici, la stretta e alta Maria am Gestade e la Cancelleria Boema che contiene un’esposizione dei documenti e testimonianze sulla lotta contro il fascismo e il nazismo. Nella Judenplatz, cuore del quartiere ebraico, si trova il monumento di commemorazione agli ebrei austriaci deportati.
Mi dirigo verso il Freyung, anche qui una bella piazza dalla forma irregolare, la Schottenkirche, che deve il suo nome all’annesso monastero di benedettini irlandesi della Nuova Scozia (l’attuale Irlanda) che si insediarono nel XII sec.
Interessante è il cosiddetto passaggio del Freyung, una sorta di galleria che porta da una strada all’altra. E’ molto elegante e costeggiata da negozi storici e di lusso e termina con la fontana della sirena del Danubio.
Trascorro tutta la mattina visitando chiese, strade ed edifici, mi imbatto nell’imponente Peterkirche, la Jesuitenkirche e la Dominikakirche, tutti mirabili esempi di barocco.
Mi incontro con mio marito e mia figlia al Burggarten per andare a vedere la Casa delle Farfalle, costo 5€ adulti scontato e 4,5€ bambini. Entriamo in un ambiente umido e lussureggiante di piante rigogliose dove volano le farfalle. In realtà però vediamo pochissime specie, la cosa ci delude un po’, più interessante appare una teca di vetro all’interno della quale sono sospesi i bachi da seta e la nascita in diretta di una farfalla ci emoziona. Nonostante questo non lo consiglierei perché trovo il costo del biglietto elevato e mi aspettavo molte specie anche se invece l’ambientazione è d’effetto.
Siamo stanchi, così ci concediamo una sosta da Demel, l’antica pasticceria di corte che espone ancora la licenza imperiale. L’interno è arredato in stile ottocentesco e c’è il laboratorio in vista. Ci gustiamo una deliziosa Dobostorte, un altro dolce tipico viennese da provare.
In attesa dell’ora di cena, vogliamo andare al Figlmuller, facciamo un ultimo giro nella Stephanplatz e nelle zone circostanti e poi finalmente riusciamo a gustare la schnitzel più grande della città in questo locale storico, turistico, affollato però ne vale la pena. La cotoletta è grande quanto una pizza, spendiamo 70€ per tre schnitzel, tre contorni, due birre e un’acqua, non è poco ma per festeggiare l’ultima sera a Vienna va bene così.
Lascio a malincuore Vienna, l’ho trovata elegante, non eccessiva nella sua monumentalità nonostante sia stata una città imperiale per secoli, ben organizzata, accogliente ed efficiente nei servizi. Abbiamo tralasciato alcuni musei che pure valeva la pena visitare ma abbiamo preferito concentrarci sui siti imperiali, sulla storia dell’imperatrice Elisabetta di cui ho letto una sua biografia ed ero curiosa di ritrovarmi sui luoghi dove lei ha vissuto per comprendere meglio la sua complessa personalità e la sua vita travagliata. Ritroverò Sissi e la sua famiglia anche a Monaco e in parte a Praga.
15 agosto 2013
Ore 7.00 sveglia, giornata bellissima, ultima deliziosa colazione in questo albergo e poi si parte per Praga con treno delle 8.24 da Wien Meidling che arriva intorno alle 13.00. Dalla stazione il nostro hotel non è lontano, così andiamo a piedi. L’hotel si chiama Atlantic, prenotato sempre su Bookin.com (359€). Si trova vicinissimo a Prasna Brana la porta d’ingresso della città e Republiky Namesti. Non è male ma è datato e lo si nota da tanti piccoli particolari (i mobili, la moquette, gli asciugamani), in più non ha l’aria condizionata e siamo costretti a tenere le finestre aperte che danno sulla strada dove circolano tram e autobus non proprio silenziosi. Anche la colazione non è granché, pochissimi i dolci che però sembravano un po’ stantii, tanto salato dalla pasta allo spezzatino (almeno così sembrava), involtini salsicce, uova… Vicino c’è il centro commerciale Palladium che diventa la nostra prima tappa per pranzare nel solito fast food, questa volta la catena è JKC che fa solo pollo in tutti i modi. Lo so che è cibo spazzatura , però è buono come tutto ciò che fa male. Rifocillati e accontentata la bimba, iniziamo subito il giro; naturalmente la prima tappa è Staromestske Namesti, la grande piazza con il famoso orologio che a ogni ora suona facendo girare i personaggi di Cristo e gli Apostoli che lo compongono mentre la figurina della Morte suona una campanella. L’orologio è ricco di simboli ed è composto da due quadranti su cui sono rappresentati lo Zodiaco, i mesi dell’anno e le stagioni. La piazza è stracolma di gente, fa caldo e c’è un odore nauseabondo che scoprirò provenire dai cestini dei rifiuti traboccanti di spazzatura (sentirò lo stesso odore per tutta la città nei pressi di questi contenitori). Proviamo ad orientarci per visitare la Chiesa del Tyn di cui si vedono le guglie svettanti ma non l’entrata, difatti prima di trovare l’entrata facciamo il giro di tutto l’edificio per poi individuarla sotto le arcate della scuola di Tyn vicino all’ingresso di un caffè. L’interno però non è visitabile, una cancellata blocca l’ingresso e limita l’accesso all’atrio (sarà così per quasi tutte le chiese della città). Ci avviciniamo al grande monumento dedicato a Jan Hus, un riformatore della religione cristiana che in opposizione alla Chiesa Cattolica, istituì una nuova confessione. Naturalmente fu scomunicato e arso vivo e la sua figura diede origine ad una lunga fase di conflitti. Proviamo ad entrare nella chiesa di S. Mikulas che pure domina la piazza, ma pure questa ha una cancellata all’ingresso. Il resto della piazza è dominato da locali, bancarelle dove si vende cibo, come il prosciutto affumicato da pezzi di legno che ardono o certi strani dolci arrotolati su spiedi che girano su braci e poi passati nello zucchero.
La nostra prossima tappa vorrebbe essere il Ponte Carlo, ma la folla è talmente tanta che si fa fatica a districarsi, a muoversi e camminare per cui rinuncio a seguire le informazioni della mia guida sui vari edifici che incontro lungo il percorso fino al ponte, è solo una fiumana di persone. Il ponte è bellissimo e lo si può apprezzare di più se lo si percorre in vari momenti della giornata, di mattina presto, quando non c’è molta folla, di sera al tramonto, di notte per vederlo tutto illuminato. Arriviamo fino all’isola Kampa, il sogno di mio marito perché qui sono ambientati molte delle storie di fumetti che lui ama leggere. La giornata finisce qui, siamo così stanchi che non abbiamo neanche voglia di cenare, così ce ne andiamo direttamente a dormire.
16 agosto 2013
Dopo una notte di riposo e una discreta colazione, la giornata di oggi è dedicata al quartiere ebraico chiamato Josekov. Scegliamo il biglietto familiare che costa 700 CZK (28 €) e comprende: la Maislova synagoga, voluta dal rabbino Mordechai Masel, un ebreo molto ricco e influente alla corte di Rodolfo II, vi contiene un’esposizione dedicata alla storia degli ebrei, con oggetti e suppellettili di culto molto preziosi, la Pinkasova synagoga, è importante perché al primo piano è allestita l’esposizione dei disegni dei bambini deportati a Terezin, un interessante e commovente punto di vista con cui guardare l’Olocausto, inoltre alle pareti dell’edificio sono scritti i nomi dei deportati dalla Boemia, la Klausova synagoga, che pure contiene una mostra sulla cultura e sulle abitudini ebraiche, il matrimonio, la morte, la vita quotidiana, il famoso vecchio cimitero, con le lapidi storte a causa del terreno sconnesso ma soprattutto del fatto che è il risultato di 12 strati di tombe uno sull’altro, la Casa delle Cerimonie e la Spanelska synagoga costruita in stile moresco perché ha ospitato gli ebrei provenienti dalla Spagna. Il biglietto si può fare partendo da qualunque edificio e viene poi controllato all’ingresso di ogni sito. La visita ci porta via tutta la mattina anche perché, c’è molta gente, soprattutto gruppi, gli ambienti sono stretti e non è agevole girare nelle stanze. Usciti dal quartiere ci dirigiamo verso Nove Mesto, l’obiettivo è piazza Venceslao passando per l’Havelska, una zona di mercato e di bancarelle dove si trovano i soliti souvenirs forse però meno cari della zona Celetna e delle strade vicino al Ponte. Arriviamo a Na Prikope, una via elegante costruita sullo stile del Graben di Vienna, con molti palazzi eleganti perché va detto che Praga fu città imperiale sotto gli Asburgo a partire dal XVI sec.
Piazza Venceslao è un’enorme piazza a forma ellittica, dal lato opposto a dove stiamo noi si trova il Narodni muzeum, il museo nazionale fondato per consolidare l’identità e il patriottismo ceco, davanti, il gruppo di statue che rappresentano i quattro protettori della Boemia, più avanti ancora, una piccola lapide ricorda il sacrificio di Jan Palach che, nel 1969, si diede fuoco come protesta contro l’occupazione sovietica.
Dalla piazza arriviamo alla Karlovo Namesti, ma siamo già nella parte nuova, pochissimi i turisti infatti, la meta è Tancici Dum, ovvero la Casa Danzante, una composizione architettonica di due edifici che si uniscono come in una danza.
Continuando il nostro giro arriviamo a Narodni, altra arteria di negozi con l’imponente Teatro Nazionale, sorto sempre rafforzare l’identità della nazione. Ma abbiamo fame, avendo saltato il pranzo, così ci incamminiamo verso U Fleku, una mitica birreria di Praga. Ci accomodiamo nel giardino e subito arrivano due birre di loro esclusiva produzione, che segnano su un foglio e ogni volta che il boccale si vuota eccoti arrivare il tizio che ne lascia altre due, noi però ci fermiamo alle prime due. In giro c’è anche un altro tizio che offre un bicchierino di liquore, forse la Becherekova, noi non la prendiamo però so che non è offerta dalla casa ma te la ritrovi nel conto. Ordiniamo due Fleku gulasch, un pollo, un krauti, due birre e una coca, tutto molto buono e gustoso, per un totale di 892 CZK (36,60€), veramente niente considerando anche che si tratta di un locale noto.
Il resto della serata lo trascorriamo passeggiando per il centro e concedendoci un dolce prima di tornare in albergo per riposare.
17 agosto 2013
Oggi ci aspetta una giornata piuttosto intensa che dedichiamo al Castello. Prima tappa, dopo aver attraversato il ponte, è la chiesa di Panna Maria Vitezna, famosa per la statuetta del Bambin Gesù di Praga. Al primo piano si trova l’esposizione dei preziosi vestitini regalati alla statuetta tra cui quello dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria.
Ritorniamo nella Malostranke Namesti (la piazza dopo il ponte) per prendere il tram 22 e dirigerci prima al Monastero di Strahov dove, al costo di 210 CZK (8-9 €) in tre, possiamo accedere alla sua biblioteca. Si accede ad un corridoio che custodisce una collezione piuttosto curiosa di animali imbalsamati. Da questo si accede alla Sala della Filosofia e a quella della Teologia, splendide per i decori e gli affreschi al soffitto, il mobilio intatto e i preziosi libri, purtroppo però, non si può entrare e il tutto lo si può ammirare solo dalla soglia dell’entrata, è un po’ una delusione!
Finito il giro al Monastero ci incamminiamo verso Loreta, il santuario copia di quello italiano perché contiene una riproduzione esatta della casa della Madonna. Ci vado da sola, mio marito deluso dal Monastero, non vuole venire. Di tutto il complesso, che costa 130 CZK (6€), mi colpiscono due cose: la statua di Santa Starosta (che razza di nome!), raffigurata in croce e con la barba, perché la leggenda narra che la santa pregò Dio affinché le facesse crescere la barba in modo da scoraggiare il fidanzato pagano che i genitori avevano scelto per lei e il tesoro del Santuario il cui pezzo più importante è il Sole di Praga, uno straordinario ostensorio impreziosito da 6000 diamanti, provenienti dall’abito nuziale di una dama e da questa donati alla sua morte.
Arriviamo finalmente al Castello, la folla è ovunque e la visita, come sempre faticosa. Facciamo il biglietto, ci sono varie opzioni e noi scegliamo il percorso breve (che consiglio vivamente), costo per il biglietto famiglia 500 CKZ (20 €), che comprende 4 siti anche se su internet avevo visto che erano 6. Visitiamo la cattedrale di S. Vito, notevole per la sua mole, in stile gotico, all’interno ci sono alcuni pezzi veramente pregiati, come l’oratorio reale, la tomba imperiale, ma non tutto si visita (oramai ci siamo abituati). Si passa al vecchio Palazzo Reale, con la sala Vladislao con nervature al soffitto molto d’effetto e la sala della defenestrazione avvenuta nel 1618 che diede origine alla guerra dei Trent’anni. Da piazza S. Giorgio si accede alla basilica di S. Giorgio di stile romanico, dove sono conservate le tombe di S. Ludmilla e di altri santi cechi importanti, ma sono tutte chiuse al pubblico. Finalmente arriviamo al Vicolo d’Oro, con le sue casette minuscole e colorate. Un tempo piccole botteghe che vennero poi considerati laboratori alchimistici, sono state restaurate e arredate come casette di bambola che riproducono ambienti di vita quotidiana, irresistibili per i turisti e i bambini, (mia figlia è impazzita).
La tradizione che vuole Praga una città di alchimisti, maghi e stregoni, nasce probabilmente, dall’interesse di Rodolfo II d’Asburgo verso tutto ciò che è mistero, simbolismo, alchimia. Protesse artisti, alchimisti, esperti di Cabala, astronomi, scienziati e ciarlatani che parlavano di Pietra Filosofale, polveri magiche ed oggetti con poteri di ogni genere; nella sua corte sono passati personaggi come Keplero, Arcimboldo e Brahe, nonché il rabbino Maisel e lui stesso raccolse una collezione di “meraviglie” tra le più ampie che si conoscano.
La visita al Castello finisce scendendo per la vecchia scalinata che ci riporta a Malostranke, voglio provare a entrare nella chiesa di S. Mikulas ma non si può perché c’è un concerto, allora ritorniamo all’isola Kampa per un giro nel parco e uno spuntino in una delle numerose bancarelle che vendono cibo da strada, ci attira una strana frittella di patate, poco più piccola di una pizza e fritta al momento.
A questo punto siamo stremati, ritorniamo in albergo per una doccia e usciamo per la cena, ma siamo cosi stanchi che non abbiamo voglia di allontanarci, ci accontentiamo di qualcosa nel centro commerciale vicino e poi a nanna.
18 agosto 2013
Il programma di oggi prevederebbe un giro alla collina di Petrin, ma non ne possiamo più della calca in città, così decidiamo di prendere il treno e andare a Kutna Hora, cittadina d’arte, famosa per le miniere d’argento che pare si estraesse con gran facilità.
Il viaggio dura un’ora e arrivati in stazione bisogna prendere un altro trenino che fa due fermate, una a Sedlec, un santuario con un ossario dove le ossa sono disposte in modo artistico e l’altra nella cittadina vera e propria. Il centro storico è carino, tranquillo e forse anche più autentico, notiamo negozietti di articoli di artigianato vero, niente paccottiglia, e ristoranti locali. Le attrazioni della cittadina sono due: la Corte italiana, cioè la zecca dove venivano coniate monete da artigiani specializzati italiani, di qui il nome, e la bellissima chiesa di S. Barbara (60 CKZ adulti e 40 i bambini), capolavoro di gotico boemo, costruita grazie all’appannaggio delle corporazioni dei minatori. Da vedere, all’interno, la volta reticolata, la statua del minatore, la pala sull’altare maggiore.
Tornati indietro, andiamo nella piazza principale dove ci fermiamo in un locale che fa dei meravigliosi panini con hamburger fatti in casa. Dopo pranzo torniamo nella stazioncina (piuttosto decadente) per prendere il trenino che ci porta al treno per Praga. Sembra di stare in una di quelle piccole stazioni della provincia italiana degli anni’50 e anche il viaggio ricorda quegli anni, senza aria condizionata, con i finestrini abbassati, la polvere che entra, sporco, caldo, i sedili scomodi e il treno affollato.
Arriviamo presto, così dopo una doccia rigenerante, usciamo per gli ultimi acquisti, l’ultimo giro nella piazza del Municipio e un ultimo sguardo all’Orologio, poi cena a U Parlamentu, un localino nel quartiere ebraico che ci serve ancora piatti di carne, due birre, una coca, per 650 CKZ (meno di 30€), tutto buono e abbondante.
19 agosto 2013
Partiamo per Monaco con il treno delle 9.15. Il viaggio dura 7 ore e arriviamo con un brutto tempo che porta una pioggia persistente.
E’ la terza volta che veniamo a Monaco perché è una città che ci piace molto e i prossimi giorni vogliamo viverli in modo più rilassato e con un ritmo meno intenso di quello avuto finora. Ci muoviamo agevolmente per la città e troviamo facilmente l’hotel Wallis, che però è in una zona forse un po’ equivoca con locali a luci rosse , ristoranti di infimo ordine e negozi scadenti, ma è vicinissimo alla stazione e al centro storico e ben servito dai mezzi (tram, metro e S-bahn). Per un attimo ho temuto che fosse un albergo a ore, ma la tipologia degli ospiti mi ha rassicurato. La camera non è eccezionale, è piccola, niente aria condizionata ma almeno c’è un ventilatore e il frigo, fondamentale per avere acqua fresca.
Sistemati i bagagli e cessata la pioggia, cominciamo il nostro giro in città; sono le 18 e siccome non abbiamo pranzato l’obiettivo è la famosa birreria Hofbrauhaus per mangiare il loro famoso stinco (credo che sia il migliore che abbia mai mangiato) o le salsicce e gustare la loro birra.
Prima però passiamo per Sendilinger Strasse dove ci imbattiamo nella curiosa Cappella dedicata a S Giovanni Nepomucemo, molto barocca, costruita dai fratelli Asam, famosi architetti del luogo che costruirono questa cappella come ringraziamento per essere stati salvati durante una tempesta. Ci dirigiamo al Viktualienmarkt passando davanti al monumento alle vittime all’Olocausto. Qui ci imbattiamo in una specie di mercato al chiuso che vende soprattutto prodotti alimentari, ma quel che ci attira è un grande store della Milka dove ci catapultiamo per fare incetta di cioccolata; i prezzi sono ottimi e ci sono forme e gusti di cioccolato che non troviamo in Italia.
Arrivati alla birreria, sempre affollata, proviamo a trovare posto. È necessario un certo spirito di adattamento perché non si tratta di un ristorante o osteria come la intendiamo tradizionalmente. Ci si siede dove capita, scegliendo da sé il posto spesso vicino ad estranei, a noi capita una coppia di tedeschi silenziosi e intenti solo a bere e un’altra di giapponesi schizzinosi e tirchi (una birra e uno stinco in due). Il cameriere è sempre approssimativo nel prendere le ordinazioni (bisogna stare attenti a controllare che arrivi ciò che si è effettivamente ordinato) e nell’apparecchiare e sparecchiare la tavola, niente tovaglia e bisogna quasi fare da sé. Bisogna avere pazienza se si vuole godere dell’atmosfera chiassosa e allegra che si respira, con l’orchestrina che ogni tanto intona un canto coinvolgendo i tavoli più festosi (tranne il nostro che invece sembra il più deprimente!). Prendiamo una cotoletta, uno stinco e uno di salsicce, due birre da 0,50 l e una coca per un totale di 55€, mancia inclusa. Ottimo inizio per la nostra permanenza a Monaco. Passeggiata in centro dove ammiriamo la monumentale Rathaus, la Marienplatz, la cattedrale illuminati in modo suggestivo prima di rientrare in albergo.
20 agosto 2013
Prima tappa del nostro giro in Baviera è Ratisbona, che raggiungiamo col treno delle 8.44. Ratisbona è una deliziosa cittadina che ha mantenuto intatto il suo fascino storico. Di origini addirittura romane, fu un importante centro per gli scambi commerciali con tutta l’Europa fino al XVI sec. Passeggiare nei suoi vicoli lastricati, tra torri, archi romanici, case colorate, ammirando il Dom S. Peter, il più mirabile esempio di gotico in Germania, l’Alte Kapelle, in stile rococò è un vero piacere. Ma il nostro obiettivo principale è il palazzo dei Thurn und Taxis, nobile famiglia, nota per aver inventato il servizio di posta imperiale che fu esteso in tutta Europa e mantenuto in modo impeccabile fino a quando le poste non furono statalizzate; ricavato da un ex convento di cui si conserva intatta la struttura, il castello è tuttora abitato dai discendenti della famiglia che vanta tra gli altri la sorella maggiore dell’imperatrice Sissi sposata ad un Thurn und Taxis. Il palazzo, tenuto in maniera eccellente, si visita, solo con guida e in orari prestabiliti (sono molto rigidi sul rispetto dell’orario), c’è poi un museo dei mezzi trasporto tutti di proprietà della famiglia e un museo del tesoro e delle porcellane. Il costo complessivo per la visita compatta è di 28 €. Accanto al palazzo si trova la chiesa di S. Ruperto da vedere assolutamente perché secondo me è una delle chiese più lugubri mai viste, anche di giorno mette i brividi.
All’uscita ci dirigiamo verso il fiume dopo aver percorso il dedalo di viuzze del centro storico per ammirare lo Steinerne Brucke, un ponte in pietra considerato un capolavoro dell’ingegneria medievale. Di fronte c’è la Historische Wurstkuche, una piccola rosticceria, risalente al XII sec. che cucina piccole salsicce sulla brace servite con crauti nei panini. La cucina è veramente vecchia e anche il personale sembra del XII sec. Comunque, un paio di questi panini ci aiutano a placare la fame e ci rimettono in sesto per un altro giro per la città, risalendo dal fiume verso la stazione non senza aver fatto un po’ di shopping.
Torniamo a Monaco che è quasi ora di cena, una veloce doccia e andiamo da Bella Italia, nella galleria Asam. E’ un posto bellissimo, una sorta di passaggio da una strada all’altra, in mezzo agli edifici, pieno di fiori localini con tavoli, sedie, cuscini colorati, scoperto per caso. Dopo tanto cibo straniero abbiamo voglia di cucina italiana, così optiamo per questo ristorante che conoscevamo già. Ordiniamo un antipasto di verdure ed affettati, due primi e una pizza, due birre, acqua e coca per 45 €, tutto buono con personale simpatico e atmosfera tranquilla, decisamente diversa da quella di ieri.
21 agosto 2013
Sveglia all’alba per andare a Fussen e di lì al castello di Neuschwanstein, una delle residenze volute dal re Ludwig II di Baviera (cugino di Sissi), re triste e malinconico, amante della solitudine, dell’arte e della musica, morto in circostanze misteriose nel lago di Starnberg. La costruzione è in stile medievale e le stanze si ispirano alle opere di Wagner; c’è chi definisce lo stile di questo castello troppo sdolcinato o kitsch, altri come “il castello delle fiabe”, sta di fatto che è uno degli edifici più visitati della Germania e ne avremo un valido assaggio.
Prendiamo il treno delle 7.52 da Monaco e arriviamo a Fussen intorno alle 10.15. Qui bisogna prendere un pullman che porta ai piedi del castello (biglietto 2,20 € e 1,10€ per i bambini a tratta). C’è molta folla, ci mettiamo pazientemente in fila per i biglietti che riusciamo a comprare intorno alle 12.00. Il nostro tour parte alle 15.20, quindi abbiamo circa tre ore da riempire, così ci incamminiamo verso il castello che dista 30 min. di cammino in salita. Si può andare anche in carrozza o in pullman, ma avendo tanto tempo, ci concediamo questa passeggiata piacevole per i boschi, ricchi i ruscelli e cascatelle, quindi consumiamo la colazione a sacco che abbiamo portato, ci riposiamo su un prato, facciamo foto, compriamo cartoline e finalmente arriva il nostro turno. Il giro dura esattamente 35 min., siamo dotati di audio guide che ci racconta la storia del castello e del suo eccentrico proprietario che dilapidò il patrimonio dello stato per costruire questo ed altri castelli. Tutto è sincronizzato al secondo in modo che i vari tour non si accavallino dato che partono a distanza di 5 min.
Finita la visita, ritorniamo a Monaco, un po’ stanchi ed increduli all’idea di aver dovuto aspettare tanto per mezz’ora di visita.
Per la cena, dato che non abbiamo voglia di girare, ritorniamo a Bella Italia; io prendo gli spaghetti con i frutti di mare e un salmone al forno mentre mio marito e mia figlia la pizza, costo totale 50€ bibite comprese.
22 agosto 2013
È il nostro ultimo giorno di vacanza e lo dedichiamo alla visita al Deutsches Museum, museo di eccezionale valore che illustra l’evoluzione della scienza e della tecnica, dall’aeronautica alla industria tessile, della carta, dei mattoni, dell’alimentazione, dall’astronomia al cinema e alla tipografia, con riproduzioni, modelli, esperimenti e pezzi unici; da non perdere la sala dei trenini che alle 11.00 si accendono in una mirabile riproduzione di vari tipi di treni che percorrono diversi tipi di paesaggi. Il museo, che si trova su un’isola dell’Isar, si raggiunge con il tram 16 che ferma proprio davanti, il biglietto familiare costa 17 €, bisogna mettere in conto almeno tre ore di visita.
Dopo il museo, ci dirigiamo a piedi verso il Viktualienmarkt in pieno fermento dato che è ora di pranzo; ci gustiamo un paio di panini con salsicce da Vincenzmurr, una catena che si trova sparsa in tutta la città. Ci godiamo il pomeriggio passeggiando per la città, passiamo per la Theatinerkirche, interessante esempio di barocco di ispirazione e costruzione italiana, al suo interno riposano le spoglie dei Wittelsbach. Sostiamo per un riposino sulle panchine dell’Hofgarten e poi puntuali alle 17.00 a Marienplatz, davanti al Rathaus per ammirare la splendida danza dei personaggi del carillon dell’orologio, anche più bella di quella di Praga.
Per la cena decidiamo di chiudere in bellezza andando al Pschorr presso il Viktualienmarkt, una birreria con birra di loro produzione. L’ambiente è un po’ più raffinato, i cibi tradizionali ma preparati con ingredienti fatti in casa; prendiamo delle polpette, manzo arrosto e wurstel con crauti, il tutto accompagnato da insalata, patate e burro alle erbe, prezzo totale 60 €, oramai nella media.
23 agosto 2013
Siamo di partenza con il treno delle 9.30 per Bologna e poi AV fino a Napoli. Il viaggio è lungo e stancante ma io mi sento rinnovata, riposata ed entusiasta per questo viaggio che mi ha portato in luoghi e tempi passati, nella vita di personaggi straordinari che hanno sofferto, amato, sbagliato, sperato… esattamente come noi oggi per scoprire che cambiano le epoche ma in fondo l’animo umano percorre sempre le stesse strade.