Viaggio in Slovenia: la costa e Ljubljana
Destinazione: la suggestiva Piran, in Istria. Una volta giuntici, ci è toccato lasciare la macchina presso un parcheggio situato a circa 200 metri dal centro storico (11 euro al giorno), interamente chiuso al traffico nel periodo estivo. Il tutto dopo aver tentato di scaricare e trasportare i nostri bagagli nell’ostello in cui avevamo prenotato nei 20 minuti concessi per la circolazione gratuita (trascorsi i quali scatta la tariffa oraria di 5 euro). La soluzione migliore è pertanto parcheggiare immediatamente all’arrivo a Piran e usufruire del servizio minibus gratuito che collega il parcheggio al centro storico e da lì raggiungere agevolmente a piedi la vostra sistemazione (B&B, alberghi e i tre ostelli cittadini si trovano tutti nella parte bassa di Piran, quindi non occorre faticare troppo).
Depositati i bagagli, spuntino veloce (a base di rosticceria locale) in una panetteria della piazza del mercato (Zelenjavni trg, alle spalle del Muncipio e della centralissima piazza Tartini) e tuffo al mare a Pebble Beach (una spiaggia di ciottoli nei pressi del Faro a Punta, antico quartiere che occupa l’estremità settentrionale della penisola di Piran). Così è iniziata la nostra “tre giorni” d’esplorazione del borgo marinaro e dei suoi dintorni (nel raggio di circa 20 chilometri), facilitata dal noleggio di una Vespa presso il Café Teater, ritrovo dei giovani piranesi, a 35 euro al giorno (se, come abbiamo fatto noi, noleggiate uno scooter nel pomeriggio, probabilmente otterrete un considerevole sconto). Su due ruote (i più allenati alle ripide salite possono scegliere di farlo in bicicletta) siamo arrivati fino a Capo Ronek, a Strunjan, per ammirare dall’alto la splendida Baia della Luna, passando per Fiesa, e Portorož. Dal parco delle oltre cento sculture di pietra Forma Viva, a Portorož, si può procedere in direzione sud per una visita al parco naturale delle saline di Sečovlje e scovare, costeggiando la strada interna di ritorno verso Portorož, la trattoria (o “gostilna”, come si dice da queste parti) Ribič, a Seča, dove concedersi un delizioso pranzo a base di pesce fresco.
All’alba (si fa per dire) del nostro quarto giorno di viaggio lasciamo l’Istria, Piran e i loro splendidi paesaggi alla volta dei 120 chilometri che ci separano da Ljubljana. Se la doppia “ensuite” (50 euro a notte, colazione non inclusa) dell’ostello piranese (l’Alibi B14, consigliato dall’autore dalla mia – solitamente affidabilissima – Lonely Planet) non ci aveva lasciato pienamente soddisfatti per quanto fossimo preparati agli standard di un ostello (letti scomodi e un paio di asciugamani striminziti per i nostri tre pernottamenti; in compenso, ottima posizione, graffiti tematici e ricette slovene alle pareti), la sistemazione scelta per i due giorni da passare nella capitale (il B&B Petra Varl scovato su TripAdvisor ed eccellentemente recensito dai precedenti visitatori; 60 euro a notte per una doppia con colazione da consumare in camera) non poteva essere migliore. La proprietaria, che al nostro arrivo si trovava all’estero, ci ha rintracciati sul cellulare per sincerarsi che trovassimo il bed&breakfast per scaricare i bagagli e per poi “guidarci” telefonicamente al parcheggio della stazione degli autobus dove abbiamo lasciato la macchina per due giorni interi (a 7 euro al giorno). Da lì, lungo Resljeva c., in dieci minuti siamo ritornati a piedi alla “red room” del nostro B&B, piccola, deliziosa e confortevole mansarda al secondo piano di un palazzo storico di Vodnikov trg – la piazza del mercato a un tiro di schioppo dal Ponte dei Draghi (che, leggendariamente, agiterebbero le code al passaggio di una fanciulla vergine) – con vista su un vicolo che conduce al Castello e su un vicino giardinetto privato che ci faceva immaginare d’essere in campagna (sebbene ci trovassimo nel cuore di Ljubljana!).
Il centro di Ljubljana si snoda per le vie che costeggiano e intersecano il lungofiume, la Ljubljanica, e va scoperto curiosandovi a piedi, spingendosi fino a Krakovo, un quartiere cittadino simile a un borgo di campagna, per un pasto tranquillo da Pri Škofju, in Rečna ulica. Quarantotto ore a Ljubljana, “simile a una principessa minuta e aggraziata” (così recita la mia Lonely Planet), vi lasceranno il tempo per una scalata in funicolare fino al Castello, per un giro in battello (o in mongolfiera!), per una visita alla collezione d’arte slovena del Novecento della Galleria Nazionale e per una serata alla Metelkova Mesto, caserma occupata negli anni Novanta, oggi coloratissima sede di un centro culturale alternativo e del Celica Hostel, un’ex-prigione in cui è possibile pernottare (prenotando con largo anticipo) scegliendo una delle venti celle restaurate e decorate da artisti sloveni. Magari lo faremo la prossima volta: Ljubljana ci è rimasta nel cuore e stiamo pensando di tornarci a Capodanno (ci hanno assicurato che, innevata, ha un’atmosfera magica!). Potrebbe essere la base per ulteriori sortite a Škofja Loka (a 20 chilometri dalla capitale), Bled e Radovljica (a circa 50 chilometri), tutte mete, purtroppo, stavolta “mancate” ma che ci ripromettiamo di visitare non appena ci sarà possibile. Dovevamo assolutamente rientrare in Italia e proprio l’Italia, su quel tratto di strada che ci riportava malinconicamente “a casa”, ci ha riservato, in conclusione della nostra vacanza estiva, la sorpresa di Trieste e delle meraviglie del parco naturale del Castello Miramare.
Nadia Accolla (luglio 2009)