Bosnia-Erzegovina e Montenegro on the road, passando per Lubiana e Dubrovnik
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1. In termini di sicurezza, i paesi che abbiamo visitato ci sono sembrati assolutamente sicuri. In termini di assicurazione sanitaria, la ASL rilascia un modulo valido per i paesi dell’ex-Jugoslavia (Mod. 7 “Convenzione Italo-jugoslava sulle assicurazioni sociali”), che, congiuntamente alla tessera sanitaria italiana, consente l’accesso gratuito alla sanità locale.
2. Il periodo da noi scelto è stato davvero buono. Abbiamo avuto quasi sempre il sole, se escludiamo un paio d’ore di pioggia mentre eravamo in auto; c’è stato caldo, ma a livelli accettabili e non abbiamo visto troppi turisti, ad eccezione di Dubrovnik, circostanza questa che ci ha permesso di apprezzare maggiormente le località visitate.
3. Prezzi: in Bosnia i prezzi sono davvero bassi. Ad esempio, in B&B abbiamo speso in genere 45€ per una doppia con bagno e colazione e si riesce a cenare bene con circa 10€. In Montenegro i prezzi sono un po’ più elevati, ma ancora ampiamente accettabili. Più alti a Ljubljana e in Istria ed altissimi a Dubrovnik (e meno male che non eravamo ancora in alta stagione!). In Slovenia e Montenegro si utilizza l’Euro; in Bosnia-Erzegovina il marco convertibile ed in Croazia la kuna, ma l’Euro è generalmente accettato, anche se in Bosnia-Erzegovina gli ingressi nei musei, parchi, ecc. vanno pagati in marchi. Cambio medio: 1 KM = 0,51 €; 1 HRK = 0,13€.
4. Abbiamo utilizzato la nostra auto dall’Italia. Le strade sono generalmente buone e poco trafficate e bosniaci e montenegrini guidano comunque meglio degli italiani.
5. Alberghi: abbiamo prenotato dall’Italia solo le nostre prime due notti a Ljubljana tramite AirB&B; per le altre località prenotavamo nel corso della giornata consultando Tripadvisor e Trivago (che generalmente ci reindirizzava su Booking). Il livello dei B&B utilizzati è stato sempre molto buono, soprattutto in Bosnia-Erzegovina e non abbiamo mai avuto problemi di alcun genere.
6. Il cibo è stato ottimo e uno degli highlights del viaggio. Cevapcici e burek a Sarajevo sono stati davvero eccezionali, così come ottimo il pesce in Montenegro e Croazia.
7. Quanto alle guide, abbiamo utilizzato le Bradt sia per la Bosnia-Erzegovina – uscita molto opportunamente a fine maggio 2017 – che per il Montenegro. Molto buone entrambe. Per Ljubljana e Dubrovnik abbiamo utilizzato le Rough Guide di Slovenia e Croazia, entrambe soddisfacenti.
1° giorno
Partiamo da Padova in auto il pomeriggio del 1° giugno. Arriviamo a Lubiana circa quattro ore dopo, un po’ più del previsto a causa dell’intenso traffico prefestivo. Abbiamo trovato alloggio in una casa in pieno centro con AirB&B (Tanja & Hakon Ursic, Breg 8; 107€ per due notti in un appartamento indipendente; posizione eccellente, casa carina e padrone di casa islandese simpatico). Lubiana ci sembra subito splendida: anche se siamo un po’ stanchi, facciamo un giro serale, seguito da una rapida cena al caffè Romeo (Stari Trg 6, 23€ in totale; buono).
2° giorno
La visita è dedicata alla città di Lubiana. Iniziamo dal centro, per poi proseguire nella città vecchia. Il tempo è bello e ci sono molti turisti. Ci fermiamo per il pranzo al Ristorante Plecnikov Hram (Trg Francoske Revolucije 3; 19,30€, buono ed abbondante) e alla fine visitiamo il Museo della Città di Lubiana, che ospita una mostra molto interessante sulla storia economica e industriale della città, da metà Ottocento ai giorni nostri. A metà pomeriggio decidiamo di fare un giro sull’unica barca di legno disponibile sul fiume Ljubljanica (Barka Ljubljanica, 8€ a testa) e poi, presa la funicolare, arriviamo al castello, che è da non perdere. Dopo il tramonto torniamo nel centro cittadino e ceniamo velocemente sul fiume (Restavracija Paninoteka, Jurcicev Trg 3; € 28, buono). Qualche foto notturna e poi a dormire.
Lubiana, della quale sapevamo davvero pochissimo, si rivela una città molto bella e interessante. Noi abbiamo deciso di saltare quasi tutti i musei, nonostante sembrassero interessanti, per cui in un giorno siamo riusciti a vedere le attrazioni principali, ma se volete visitare anche i numerosi musei, dovreste aggiungere almeno un’altra giornata e mezzo.
3° giorno
Lasciamo Lubiana verso le nove del mattino, diretti in Bosnia-Erzegovina. Dopo circa cinque ore, dovute ad un po’ di fila ai confini con la Croazia e con la stessa Bosnia-Erzegovina, arriviamo nella cittadina di Jajce, piccola ma carina. Oltre alle cascate ed al colpo d’occhio su Jajce da qualche chilometro di distanza, sono interessanti in particolar modo la fortezza, così come la chiesa in rovina trasformata poi in moschea. Il paese sembra ormai sul punto di un boom turistico. Tra poco i danni che sono stati provocati dalla guerra, esemplificati da un Video Club, Broadway, chiuso da decenni e completamente abbandonato, non saranno fortunatamente più visibili. A metà pomeriggio dopo un’ora di cammino raggiungiamo Travnik, una città assolutamente da non perdere se siete da queste parti. Molto bella la fortezza e il panorama che si vede dalla stessa, ma soprattutto la splendida moschea colorata, un esempio davvero unico nel suo genere. Al di là di questi highlights, comunque, il paesino è molto piacevole da girare a piedi e un po’ ci spiace di non avere più tempo da dedicarvi. Dopo poco più di un’ora di auto arriviamo finalmente a Sarajevo e prendiamo possesso della nostra stanza (Guesthouse Halvat, Kasima ef. Dobrace 13; 54€ la doppia con bagno e colazione; ottima e location eccellente). Un giro serale in centro è d’obbligo, per cui ci fermiamo a cena in un ristorante di una delle vie principali, Bravadziluc (Bosanska kuca; 30 KM in totale; molto buono) e continuiamo a girare per il centro, rendendoci conto che quello che abbiamo letto, cioè che questa città è il punto di incontro tra Oriente e Occidente, è proprio vero e tangibile. L’atmosfera serale è eccezionale, anche perché siamo in pieno Ramadan e le moschee si riempiono di fedeli che pregano, mentre a qualche metro di distanza altre persone cenano oppure sono al bar. Quello che si dice davvero tolleranza.
4° giorno
Dopo un’ottima colazione ci mettiamo in marcia per visitare la città. Iniziamo dalla città vecchia, molto più tranquilla rispetto alla sera precedente ed alle 10:30 ci facciamo trovare al Teatro Nazionale. Da qui parte infatti un tour gratuito che abbiamo prenotato un paio di giorni prima tramite il sito www.sarajevowalkingtours.com. Il tour riguarda le zone classiche della città: il lungofiume, il ponte dove Gavrilo Princip uccise l’imperatore Francesco Ferdinando, il municipio, eccetera. Ovviamente i racconti di guerra emergono tra una rievocazione storica e un’altra e non si può fare a meno di pensare che i bosniaci sono riusciti ad andare avanti nei quasi 1500 giorni di assedio, grazie anche a una buona dose di humour nero. Il tour è davvero interessante, ma dopo due ore e mezza siamo un po’ stanchi, per cui decidiamo di fare una sosta con un burek di dimensioni gigantesche presso la Buregdzinica Sac, in via Bravadziluk mali, 2 (8 KM in due; ottimo). Dopo un altro giro in centro nel primo pomeriggio, ci facciamo trovare nuovamente al Teatro Nazionale, dove ci attende il secondo tour del giorno, questa volta interamente dedicato ai giorni dell’assedio. Dai racconti della nostra guida veniamo a sapere che la situazione politica del paese è ancora abbastanza complessa e che, se a Sarajevo non ci sono particolari problemi di coesistenza, nel resto del paese le comunità sono invece abbastanza divise. Fa un po’ impressione vedere il parlamento nazionale, l’Holiday Inn nel quale soggiornavano i giornalisti stranieri ed altri monumenti dedicati alle vittime della guerra, tra cui le rose di Sarajevo. La guida ci racconta della propria infanzia vissuta nelle cantine, con la scuola improvvisata e scarsità di generi alimentari.
Il problema principale ai nostri giorni è sicuramente l’economia, in quanto a causa degli alti livelli di corruzione e dei limitati investimenti dall’estero per la situazione politica non proprio stabile, il livello di disoccupazione è ancora molto elevato. Mi colpisce una cosa in particolare: la guida ci riferisce che secondo una sua amica, con 200 € di stipendio le persone pensano alla guerra etnica, con 800 € pensano alle vacanze e con 1000 € parlano del tempo. Tenete presente che lo stipendio medio mensile di un bosniaco è di 400 € e che l’affitto medio di un appartamento nel centro di Sarajevo è di circa 800 € al mese. Terminato questo bel giro ritorniamo in centro e prendiamo la macchina per andare a vedere il tramonto su una collina della città, Sedam Šuma – Vidikovac. Spettacolo splendido! Torniamo poi in centro per una cena a base di cevapcici presso l’ottimo Hodzic in Bravadziluk 34 (30 KM in totale).
5° giorno
Al mattino continuiamo il nostro tour di Sarajevo. Dopo una sosta presso la libreria Buybooks, dove compriamo qualche libro sulla città, ci fermiamo a vedere la mostra su Srebrenica, che è da non perdere, anche se naturalmente è molto triste. Visitiamo quindi il quartiere ebraico, con una sosta molto interessante, e, dopo una fantastica tufahije (mela ripiena di noci e panna) in un bar lì vicino, entriamo nella City Hall e ammiriamo la mostra dedicata a Sarajevo nel periodo dal 1914 al 2014, davvero bella ed in grado di dare una panoramica dettagliata su questa città così interessante. Andiamo quindi a visitare la casa di un ricco ottomano del 18º secolo (Svrzina kuća, bella e molto più interessante dell’analoga casa ottomana a Mostar) e infine raggiungiamo in auto il Tunnel of Life, vale a dire il tunnel che negli anni della guerra ha aiutato gli abitanti della città ad aggirare l’assedio consentendo l’accesso di vettovaglie, munizioni e generi di prima necessità e quindi sostenere la popolazione per circa quattro anni. Questa è l’ennesima tappa di un tipo di turismo che mi ricorda molto il turismo del Muro a Berlino: è inevitabile che eventi così forti e così recenti lascino una traccia profonda negli abitanti della città. Inizia a diluviare e lasciamo Sarajevo per dirigerci verso Mostar. Fortunatamente la pioggia termina nella seconda metà del viaggio e ci consente di goderci lo splendido paesaggio. Arrivati dopo un paio d’ore di cammino presso il nostro hotel (Villa Anri, Brace Dukica 4; 35,10€ la doppia con bagno privato e colazione; ottimo e centrale), lo lasciamo dopo pochi minuti per iniziare a esplorare la città. In pochissimo tempo raggiungiamo il celebre Ponte Vecchio e dobbiamo davvero dire che è meraviglioso. Ceniamo in un ristorante in centro (Taurus, 30 BAM in due; buono) e poi iniziamo una spedizione fotografica serale nei dintorni del ponte. La città è abbastanza tranquilla, anche se non del tutto vuota ed è davvero piacevole andare in giro. Concludiamo la giornata con una grappa sul terrazzino del nostro hotel, con vista sul ponte.
6° giorno
Dedichiamo il mattino alla visita della città vecchia. Iniziamo con il ponte, per poi proseguire per la moschea Cejvan-ćehaj e la moschea Koski Mehmed-Pasha, dal cui minareto ammiriamo un panorama davvero splendido sulla città e sul ponte. Visitiamo anche la Muslibegović House, che la guida descrive entusiasticamente come la casa ottomana più bella della Bosnia-Erzegovina: la casa è bella, ma quella che abbiamo visto a Sarajevo è di gran lunga superiore. Riprendiamo l’auto e nel giro di poco raggiungiamo Blagaj: la casa dei dervisci è in una posizione spettacolare e merita senz’altro una sosta, anche se noi decidiamo di non entrarvi. Proseguiamo poi per Pocitelj, un villaggio piccolo ma interessante e con una bella moschea e in seguito per le cascate di Kravice, molto belle, ma che non ci ispirano tanto da fare il bagno. La strada per Stolac, dove sono conservati alcuni splendidi esemplari di stécci, misteriose pietre tombali medievali, è bellissima e poco frequentata. Fate solo attenzione alle mucche in libertà e ad altri animali che attraversano la strada: noi abbiamo a stento evitato una tartaruga! La strada ci conduce a Trebinje, una cittadina con un bel lungofiume e una città antica molto gradevole. Cena in un ristorante nella piazza principale della città vecchia (Restoran Stari Grad, KM 24 in totale; buono). Dormiamo nella centrale Villa Marija (Svetosavska 21; 45€ la doppia con bagno e colazione; buona).
7° giorno
Appena svegli, dopo un’ottima colazione, raggiungiamo in un paio d’ore di auto la nostra prima destinazione in Montenegro, vale a dire il Monastero Ostrog, arroccato sul fianco di una montagna. Il colpo d’occhio è incredibile. Dopo un po’ di fila riusciamo ad entrare nel monastero. È bello, anche se ovviamente la veduta dall’esterno resta incomparabile. Raggiungiamo quindi la capitale dello Stato, Podgorica, che ci pare una cittadina gradevole, anche se non la visitiamo nel dettaglio. Seguendo il consiglio della guida ci dirigiamo verso Cetinje passando per la strada panoramica. La visuale sul Lago di Scutari è davvero eccezionale ed è tra le cose più belle che abbiamo visto nel corso del viaggio. Passiamo dal villaggio di Rijeka Crnojevica e decidiamo di fare un giro in barca sul lago. Anche in questo caso la spesa vale assolutamente l’impresa, per cui non possiamo che consigliare di fermarsi e di approfittarne. Arrivati dopo un paio d’ore a Cetinje, visitiamo il monastero, la collina Orlov Krs (il panorama non è niente di che, per cui se non avete tempo e non volete salire, non vi perdete tantissimo) ed il centro, con le vecchie ambasciate, il vecchio palazzo reale e la vecchia piazza. Il paese è carino, anche se dopo un paio d’ore si è davvero visto tutto. Decidiamo quindi di raggiungere Ulcinj, la meta più a sud di tutto il viaggio, dove alloggiamo presso gli Apartments Croma (35€ la doppia con bagno e colazione e parcheggio; buono) e ceniamo presso quello che ci sembra il meno italiano dei ristoranti disponibili (Bella Vista, 24 € in tutto; pareri discordanti).
8° giorno
Visitiamo Ulcinj in poco tempo e ci dirigiamo in auto verso il passo Stavgas, al confine con l’Albania e molto vicino al Lago di Scutari. Il panorama è davvero mozzafiato, tra i migliori di tutto il viaggio. Abbiamo modo di apprezzarlo ancora più volte, grazie ai punti panoramici, nel nostro tragitto per Virpazar. A metà mattinata ci fermiamo anche per una sosta a base di formaggio e di pane, acquistati da una signora che ha un baracchino vicino ad uno dei punti panoramici. Arriviamo a Bar nel primo pomeriggio e visitiamo la città vecchia. Non è rimasto granché, ma i resti sono comunque interessanti e la location, con i suoi panorami che si ammirano dalla collina, è davvero ottima. Proseguiamo quindi lungo la costa, bellissima, e, superata la splendida isoletta di Sveti Stefan, sostiamo un po’ nel paesino di Budva, con una città antica molto piacevole. Nel tardo pomeriggio quindi arriviamo a Cattaro, città cui l’Unesco ha giustamente conferito il titolo di Patrimonio dell’Umanità, dove abbiamo prenotato la Guesthouse Athos (Old Town 426; 47€ la doppia con bagno privato; pro: ottima posizione e bella stanza; contra: odore di umido molto forte e discoteca proprio sotto l’abitazione). Ceniamo bene presso il Ristorante Cesarica (Old Town 375; 45€ in totale, molto buono) e dopo una rapida visita alla bellissima città, andiamo a dormire.
9° giorno
Al mattino iniziamo con il percorso più faticoso della giornata, vale a dire la scalata alla fortezza di Cattaro. Siamo su in circa tre quarti d’ora attraverso moltissime rampe di scale, ma il panorama magnifico giustifica tutta la fatica. La giornata è splendida, per cui ammirare il panorama del golfo e della città è davvero impagabile. Torniamo a Cattaro e dopo un altro giro per le vie della città, ci rechiamo presso l’Ufficio del Turismo per avere delle informazioni sui tour in barca. La simpaticissima impiegata ci consiglia di andare direttamente sulla penisola di Lustica, perché le escursioni alla grotta azzurra che a noi interessa particolarmente, da lì costano infinitamente meno. In macchina quindi iniziamo un giro della costa: bellissima soprattutto la parte che da Cattaro va a Tivat. Arrivati nella penisola di Lustica, facciamo una sosta a Rose, un paesino piccolissimo affacciato sul mare blu cobalto. Poco dopo finiamo nella marina di Mirista, dove un signore ci porta alla grotta azzurra con il suo motoscafo. Anche qui lo spettacolo è straordinario e la circostanza di essere da soli nella grotta è sicuramente un vantaggio. Dopo un’ora di tour ed una breve sosta al bar (Restoran Mirista) torniamo a Cattaro e da lì continuiamo per Perasto. Questo paesino è sicuramente il più bello tra quelli minori del Golfo di Cattaro. Piacevole la brevissima gita all’isola di Our Lady of the Rocks. Arriviamo quindi nel tardo pomeriggio a Herceg Novi, dove sostiamo brevemente prima di superare la frontiera con la Croazia e arrivare a Dubrovnik. Lasciare il Montenegro è sicuramente un dispiacere, considerando la quantità di bellezza che si può ammirare in un paese così piccolo (con in testa il lago di Scutari, Cattaro e la grotta azzurra). Sicuramente è solo questione di tempo, ma quando il Montenegro verrà scoperto dal turismo internazionale, sarà preso d’assalto, per cui il consiglio è di andarci prima che sia troppo tardi. Arrivati a Dubrovnik, andiamo nel nostro alloggio (Studio Andrea, Konji Gino 38; 70€ la doppia con bagno; a 15 minuti di scale dalla città vecchia; buono) e poi nella splendida città, dove, dopo una buona cena a base di pesce (Konoba Dalmatino, Janjina 152; 560 HRK in totale) facciamo un tour fotografico approfittando della relativa quiete.
10° giorno
Iniziamo la visita di Dubrovnik dal giro delle mura: fa già molto caldo e ci sono molti turisti, ma la vista della città è davvero impagabile. Dopo oltre un’ora scendiamo per visitare il centro: lo Stradun, la sinagoga, le chiese e alcuni palazzi. Dubrovnik è una città davvero bellissima, ma purtroppo l’afflusso incontrollato dei gruppi di turisti organizzati rovina l’atmosfera. Nel primo pomeriggio iniziamo il nostro ritorno e all’inizio della sera ci fermiamo a Volosko, un paesino istriano sul mare a pochi chilometri da Fiume. Abbiamo trovato posto presso la Guest House Lifestyle Holiday (Rikarda Katalinica Jeretova 4; 52€ la doppia con bagno e parcheggio; buona e abbastanza vicina al centro) e dopo aver lasciato i bagagli, andiamo a cenare al porto (Plavi Podrum, Supilova Obalova 12; 553 HRK in totale; molto buono). Volosko ci è risultato un paese davvero gradevole, complici anche il bel tempo ed un numero relativamente basso di turisti.
11° giorno
Iniziamo l’ultimo giorno della nostra vacanza con un bagno nella piccola spiaggia cittadina. Anche considerata l’ora, non c’è quasi nessuno ed è un modo davvero simpatico di terminare la vacanza. Ci mettiamo in macchina e quindi dopo una sosta per un ultimo burek in Slovenia, passiamo la frontiera italiana e, miracolati dall’assenza di traffico, arriviamo a Milano nel primo pomeriggio.
Un viaggio davvero bello, che ci ha permesso di conoscere un po’ più nel dettaglio due nazioni di cui si sente purtroppo parlare molto poco. Assolutamente consigliato.
Una notazione finale. La guida del War Tour di Sarajevo ci ha lasciato una lista con libri e film sulla guerra – ecco qui di seguito i suoi consigli.
Libri: (i) Noel Malcom. Bosnia: A Short History; (ii) Ed Vulliamy. The War Is Dead, Long Live The War: Bosnia: The Reckoning; (iii) Zlata Filipovic: Zlata’s Diary: A Child’s Life in Wartime Sarajevo.
Film/Documentari: (i) The Death of Yugoslavia (BBC Documentary; 1995); (ii) No Man’s Land (2001); (iii) The Perfect Circle (1997).