Tour dell’Istria
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Alla scoperta dell’Istria: un viaggio di 6 giorni, nella settimana di Pasqua, alla scoperta dell’Istria croata.
L’itinerario: CITTANOVA (Novigrad) – ROVIGNO (Rovinj) – PARENZO (Porec) – gita sul canale di Leme – FAZANA – gita all’isola Brioni maggiore – MONTONA (Motovun) – Colmo (Hum ) – Grisignana (Grožnjan)
1° GIORNO: CITTANOVA (NOVIGRAD) – ROVIGNO (ROVINJ)
L’Istria è la bella penisola che si affaccia sul Mare Adriatico e in cui si parlano tre lingue: croato, sloveno e italiano. Il suo territorio, infatti, è attraversato da altrettanti confini, ma la “fetta” più ampia appartiene alla Croazia. Abbiamo deciso di arrivare in Croazia attraverso la comodissima autostrada slovena: la “vigneta” da incollare sul vetro dell’auto costa 15 euro, ma dura una settimana, quindi ci basterà anche per il ritorno.
Ci fermiamo per una sosta, con relativa visita e pranzo a NOVIGRAD (Cittanova), celebre paese di pescatori, con moltissimi ristoranti specializzati nella preparazione di molteplici prelibatezze di pesce. Cittanova, una volta tranquilla cittadina di pescatori, ha mantenuto un piacevole fascino di tranquillo borgo di pescatori, nonostante sia diventata un popolare luogo di soggiorno turistico e di riposo. Non mancano monumenti storici, come le belle mura cittadine. Il nome di Cittanova compare per la prima volta nel 599 in una lettera che Papa Gregorio I rivolse all’arcivescovo di Ravenna Mariniano.
Da vedere: la chiesa parrocchiale di San Pelagio e San Massimo, una basilica a tre navate, innalzata nel periodo paleocristiano (V-VI secolo), in concomitanza con la diocesi di Cittanova. Inizialmente comprendeva anche un battistero, poi distrutto nel 1782, come l’edificio in cui risiedeva il vescovo. Il vecchio campanile sulla facciata della cattedrale fu distrutto invece nel 1874 per poi essere ricostruito, ma come un edificio a se stante. La chiesa subì un completo rifacimento negli anni 1408, 1580, 1746 e 1775. Nel Medioevo, le pareti interne erano decorate da affreschi, mentre l’attuale facciata neoclassica fu realizzata nel 1935. Sotto l’altare maggiore si trova la cripta risalente al primo periodo romanico, l’unica in Istria e tra le rare in Croazia. Il campanile autonomo del 1883 è il simbolo della città di Cittanova. Accanto alla chiesa, sulla piazza, si trova il piccolissimo Museo delle lapidi che custodisce una delle collezioni di lapidi più importanti di tutta la Croazia. Tra i numerosi monumenti funerari spicca senz’altro il ben conservato ciborio di Maurizio, risalente alla fine dell’VIII secolo e uno dei rari esempi di arte carolingia in quest’area. Da vedere il piccolo, ma interessantissimo museo della Marina austro-ungarica “Gallireion”, situato in via del Mulino, colmo di cimeli, documenti e modellini.
Cittanova è nota per i ristoranti, tra i quali:
Gattonero: Zidine 10, http://gattonero.eu konoba tabasco Bolnicka 8, Novigrad, Croazia lungomare, Karpinjanska Bb, Novigrad (anche pizza) vecchio mulino, Mlinska Ulica 8 | Vicino il Mandracchio Damir & Ornela, Zidine 5, http://www.damir-ornella.com Pepenero , Popropela b.b. . Noi abbiamo pranzato, squisitamente, alla Konoba Gattonero.
Nel pomeriggio partenza per Rovigno (Rovinj) Abbiamo pernottato in una casa comoda, 5 minuti dall’isola pedonale, con parcheggio: Apartments Eva, Vijenac Franje Glavinića 2
Rovigno è considerata una delle città più romantiche d’Istria e del Mediterraneo. Affascinanti le sue numerose viuzze strette e attorcigliate, i tanti negozietti e ristorantini. La città ha origini pre-romane ed assunse importanza nei primi secoli dell’Era Cristiana, quando il suo nome era “Arupinum” o “Mons Rubineus” e successivamente anche “Ruginium” e “Ruvinium”, da cui poi si è giunti al nome attuale. Fu per secoli una fra le più importanti città dell’Istria, dapprima situata su un isolotto roccioso, poi unito alla terraferma (1763). Già nel VII secolo Rovigno era custodita da mura di cinta, rafforzate in seguito da torri e aveva sette porte, tre delle quali si sono conservate fino ai giorni nostri: la porta di San Benedetto, la porta Sottomuro e la porta di Santa Croce. Da vedere: il porticciolo, molto carino, affollato di barche dei pescatori e alla sera di qualche mega yatch. L’orologio della città si trova sulla piazza principale assieme alla fontana. L’orologio della città una volta rappresentava la torre all’angolo sud delle antiche mura della città. Costruita nel XII secolo, la torre è stata modificata più volte.
2° GIORNO: ROVIGNO (ROVINJ) – CANALE DI LEME
Mattino dedicato alla visita di Rovigno. Nel punto in cui sorgeva la porta esterna della città, nel XVII secolo, è stato eretto l’arco barocco dei Balbi, oggi entrata della città vecchia. L’Arco dei Balbi riflette la doppia anima della città: da una parte è raffigurata la testa di un veneziano, dall’altro quella di un turco. Da qui si accede alla parte antica della città, piccola, con vicoli lastricati di pietre e ciottoli. La Grisia è la via più famosa, ricca di negozietti e gallerie d’arte, conduce, in alto, alla cattedrale. Il più importante monumento della città, la Chiesa di Santa Eufemia, è un edificio barocco veneziano restaurato tra il 1725 e il 1736. Il campanile è stato progettato dall’architetto milanese Alessandro Monopola, una replica di quello della Chiesa di San Marco a Venezia. La costruzione del campanile iniziò nel 1651 e la sua costruzione durò 26 anni. Sulla sommità del campanile si trova la statua in rame della santa posta sul campanile nel 1758. C’è una splendida vista dal campanile accessibile dall’interno della chiesa. La Chiesa di Sant’Eufemia domina la città vecchia ed è dedicata alla patrona della città, torturata all’Imperatore Diocleziano per essersi convertita al cristianesimo. La leggenda narra che il corpo della giovane data in pasto ai leoni, sparito in una notte di tempesta venne ritrovato in una misteriosa barca al largo della città e che gli abitanti non riuscirono a spostare il sarcofago fino all’intervento di un ragazzino accompagnato da due mucche che lo aiutarono a trasportare la salma fino all’interno della chiesa. Pranzo alla Pizzeria Sergio, su via della Grisia, pizza molto buona.
Pomeriggio: escursione al Canale di Leme (partenza dal porto di Rovigno alle ore 14.00, 20euro a testa. Diverse agenzie organizzano la gita, stesso prezzo e stesso tour). Da molti chiamato (erroneamente) “fiordo”, il canale di Leme (Limsky canal) si trova sulla strada tra Parenzo e Rovigno. La gita in battello porta al mare aperto, dove si trovano le tipiche coltivazioni di cozze e ostriche della zona. Questa zona, tutelata dal 1980, è la parte sommersa di una valle carsica, misura 10km di lunghezza e 600m di larghezza e fu scelto come scenario di vecchi film degli anni ’50/’60 sui Vichinghi, come “The Vikings”, “Erik il vichingo”. La “grotta dei pirati” è una delle numerose grotte lungo il Canale di leme e la più grande sulla costa. Vi si può accedere solo via mare. Il nome deriva dai pirati, che si nascondevano in essa nel suo passato. Dalla grotta si sporge una vista meravigliosa su quasi tutto il canale che ha permesso ai pirati un buon controllo sulla baia e avrebbe potuto facilmente avvistare un possibile arrivo di chi li perseguiva o del l’arrivo di una nuova preda per i loro attacchi di predoni. E’ una gita molto placida e tranquilla, ci si rilassa e beve a bordo di imbarcazioni di legno, caratteristiche e si fa sosta di un’oretta sul canale e sulla via del ritorno, 20 minuti ad una grotta dove si trova un bar a stile piratesco. Gita da fare se c’è tempo a disposizione e sole. Ritornati abbiamo visto il minuscolo EcoMuseo Casa della Batana (www.batana.org/it/casa/), orari variabili, verificare perché quelli esposti si sono rivelati inaffidabili. La Casa della batana è il centro di documentazione e d’interpretazione dell’ecomuseo, aperta al pubblico dal 2004. Già la sua ubicazione, su due piani di una tipica casa rovignese costruita alla fine del XVII secolo sulla riva del nucleo storico peninsulare, indica l’integrazione dell’Ecomuseo nella vita quotidiana della città e dei suoi abitanti. Nell’odierna “casa della batana” per secoli hanno vissuto famiglie di pescatori, marinai e artigiani, mentre ancor oggi al terzo piano risiede una famiglia rovignese. La mostra permanente si articola in tre spazi espositivi di un centinaio di metri quadrati, con banco di ricezione all’ingresso e negozio di souvenir. La mostra è di carattere multimediale: le parti testuali, brevi e concise, sono accompagnate da svariati contenuti visivi (oggetti, disegni, fotografie d’archivio e contemporanee, film, proiezioni di diapositive, pezzi d’esposizione interattivi).
3° GIORNO: PARENZO (POREC) – FAZANA
Dedichiamo la mattinata a Parenzo, celebre per la Basilica Eufrasiana del VI secolo – patrimonio mondiale culturale protetto dall’UNESCO e uno dei monumenti più importanti del Mediterraneo. All’epoca romana risale l’impianto urbanistico della città, con il decumano e il cardine che si incrociano in un centro storico che conserva edifici di pregio. La Città Vecchia, il vecchio cuore della città di Porec è piuttosto piccolo, lungo appena 400 metri, prima di irradiarsi in un litorale di ben 37 km di spiagge, alberghi, stabilimenti, offre al turista lo spettacolo dell’antico centro con i resti romani, le chiese bizantine, le facciate di case adorne di bifore e balconi gotici veneziani.
La Basilica Eufrasiana di Parenzo, eretta a metà del VI secolo, è composta dalla Chiesa, l’atrio, il Battistero ed il Palazzo del vescovo Eufrasio. Il complesso dell’Eufrasio è uno degli esempi meglio conservati e più importanti dell’Arte Bizantina. Nel periodo estivo l’atrio della Basilica Eufrasiana ospita i concerti di musica classica durante i quali si esibiscono complessi vocali e strumentali, solisti, orchestre sinfoniche nazionali ed esteri. Oltre alla basilica, il complesso religioso eretto durante l’episcopato di Eufrasio include un atrio, un battistero ottagonale, un palazzo vescovile e una torre campanaria alta 35 metri. per ammirare il panorama dall’alto, l’entrata è un ingresso novecentesco, con una lunetta che contiene l’immagine di Cristo. Poco più avanti, a destra, si incontra la biglietteria. Per quanto concerne il palazzo del vescovo, l’ambiente più suggestivo è la sala delle udienze, illuminata da enormi finestre ad arco che si affacciano sul mare. Da non perdere: il Foro oggi è la piazza principale della città, piazza Marafor, situata in un ampio avallamento sotto il livello del mare, il cui lastricato originale è stato conservato nella sua parte settentrionale, dove si trovano i resti del Tempio di Nettuno del II secolo. L’originale Torre a cinque angoli del XIII secolo (ristrutturata nel XV secolo) è l’unico resto della porta d’ingresso nella città.
Partiamo poi per Fazana (50km da Porec), dove alloggiamo a Villa Nina, Braće Ilić 52/b. Fazana è un paesino delizioso, con una bella spiaggia di ciottoli bianchi, il lungomare verde, pieno di ulivi, uno spazio giochi bimbi bello e curato, un centro ricco di ristorantini. Insomma, un angolo di tranquillità. A noi è piaciuto molto Arboretum pub, Galizanska Cesta 8 (5 minuti dal centro), ottimi panini e birre e in più la possibilità di comprare l’olio di famiglia Balija (www.istrianoil.eu/it/) Cena discreta alla konoba Feral, Boraca 11 (accanto al mare, senza vista)
4° GIORNO: ESCURSIONE ALLE BRIJUNI ISLANDS – FAZANA
Ci attende una Pasqua stupenda! Oggi è il giorno dell’escursione alle Brijuni Islands (www.np-brijuni.hr/it/). La gita “ufficiale” si fa imbarcandosi da Fazana, raggiungendo l’isola maggiore in 15min di navigazione con la nave dell’ente parco (4 fasce orarie per partire). Quasi adiacente al molo c’è l’agenzia ufficiale del parco nazionale (parlano italiano) e lì si acquistano i biglietti. La gita comprende: la nave che porta sull’isola e il ritorno, la guida professionale in lingua italiana, il giro con il trenino panoramico, le entrate in safari parco, museo e la mostra “Tito a Brioni”. La gita dura circa 4 ore, ma si può restare per conto proprio sull’isola e tornare a qualsiasi orario. C’è la possibilità di affittare biciclette o una piccola golfcar elettrica a 20euro l’ora. Si può prenotare telefonando o scrivendo (tel. +385 (0) 52 525 883 i 525 882, e-mail: izleti@np-brijuni.hr) o direttamente all’ufficio del PN Brioni di Fasana.
Attenzione alle gite con i traghetti privati. Questi traghetti possono girare attorno all’isola principale, ma non possono attraccarvi (attraccano solo su isolotto situato a sud dell’isola principale dotato di ristorante). Non e’ quindi possibile visitare l’isola principale.
Il Parco nazionale delle Brijuni (Brioni) è composto da 14 isole che si trovano all’ovest della città di Fažna (Fasana) in Istria, però non è stato sempre un parco nazionale! Per secoli l’isola fungeva dalla cava di pietra sotto vari dominatori quali l’Impero Romano, Venezia, Austria e Francia. Nel 1815 gli Austriaci costruirono una fortezza e cominciarono di impiegare l’isola per scopi militari. Il cambiamento per le Brioni avvenne nel 1893 quando le isole furono acquistate da un ricco industriale austriaco, il quale, nel periodo di due decenni, trasformò le isole in uno dei migliori luoghi di villeggiatura per la classe ricca europea. Lui costruì gli alberghi di prima categoria, località balneari, un casinò e anche un campo di golf a 18 buche. Nel 1930 le isole di Brioni diventarono proprietà del governo italiano, ma dopo la Seconda guerra mondiale le isole furono annesse alla Jugoslavia e diventarono la residenza estiva di Tito. Lui, in realtà, non le usava soltanto come residenza estiva, ma soleva trascorrere fino a 6 mesi all’anno sull’isola dove ospitava un gran numero dei capi di stato e persone celebri dal mondo del cinema. A Tito piacevano gli animali, per cui la maggior parte degli ospiti gli regalavano animali esotici quali elefanti, tigri e leoni. Gli animali abitavano nel parco safari sull’isola, e alcuni animali e parti del parco safari sopravvissero fino ad oggi.
Durante il giro panoramico a bordo di un trenino si vedono: l’ulivo vecchio quasi 1700 anni, il viale dei pini impiantato nel 1905, il campo da golf costruito all’inizio del secolo scorso), visita del parco-safari, la villa residenziale romana di Val catena del I sec. D.C.); Finito il giro con il trenino si prosegue a piedi visitando la Collezione di storia naturale, la mostra delle fotografie “Tito a Brioni” (numerose foto storiche e molti animali impagliati, come leoni, coccodrilli, uccelli…che hanno vissuto sull’isola , doni di politici e re per Tito), la chiesetta di S. Germano del XV sec., che ospita una mostra di copie di affreschi istriani e di manoscritti glagolitici, il giardino botanico.
Noi dopo la visita abbiamo preso la golf car elettrica (si noleggia a ore dal punto “sport” dopo gli alberghi del porticciolo) e siamo andati alla ricerca delle orme dei dinosauri. Bast a tornare alla zona Safari e cercare le indicazioni per Dinosaura Park. Stupendo. Auguratevi una giornata di sole, l’isola è bellissima.
Ritorno a Fazana e pernottamento.
5° GIORNO: POLA – MOTOVUN
Rapida visita di Pola, capoluogo dell’Istria, celebre per l’Anfiteatro romano e il Forum, la piazza principale. Partendo dalla piazza principale (piazza Foro), abbiamo visto il tempio di Augusto, che ospita una mostra di sculture in pietra, il palazzo municipale, ultimato nel 1296, la Cattedrale del IV secolo, incendiata dai veneziani nel 1242, e l’Arena, costruita durante il regno di Augusto, ampliata nel periodo di Claudio e terminata sotto i Flavi, uno dei sei anfiteatri più grandi e meglio conservati al mondo.
Proseguimento per Motovun (un’ora di trasferimento). Situata a 277 metri di altezza, Montona è un piccolo ed antico borgo mercantile circondato da mura del XIV secolo e raggiungibile solo a piedi o grazie ad un servizio di navetta che parte dal parcheggio ai piedi della collina. Il borgo è una delizia: mura, porticine, vicoletti, verdi colline intorno e negozietti colmi di specialità al tartufo, olio, grappe. Sotto le mura della città c’è un numero limitato di posti da parcheggiare che sono riservati per gli ospiti che si fermano nella città per una notte. L’altra possibilità è parcheggiare al parcheggio in fondo alla collina e prendere il bus navetta che ogni 15 minuti conduce alla città vecchia. Abbiamo pranzato ottimamente in centro alla konoba mondo (www.epazin.info/mondo-konoba) , Barbacan 1, Motovun). A Motovun abbiamo dormito fuori dalla città, nella zona dei vigneti sottostante, presso Apartment Tomaz, Kanal 36, 52424 Motovun. Tomaz è una nota cantina della zona. Ne abbiamo approfittato per degustare i vini della famiglia. Altra cantina notevole è Fakin, 2km oltre Tomaz.
6° GIORNO – GITA NELL’ENTROTERRA ISTRIANO: HUM (COLMO) & GROŽNJAN (GRISIGNANA)
Da Motovun a Hum sono 32 km (prendere la stradina che passa dalla cittadina di Pinguente) Hum (in italiano Colmo), una città lunga 100 metri e larga solo 30, abitata da 28 persone e che, grazie a queste caratteristiche, è entrata a far parte del Guinness dei Primati con l’appellativo di “Città più piccola del mondo“! Secondo la leggenda furono i Giganti, impegnati nella costruzione delle città lungo il fiume Quieto, che si ritrovarono senza più pietra ed utilizzarono il poco materiale ancora a loro disposizione per edificare una città in miniatura. Il suo attuale aspetto risale addirittura al Medioevo (intorno all’XI secolo) quando l’Istria apparteneva al Regno Franco e sui resti di un’antica rocca venne costruito il castello di Hum ed un agglomerato di case che ne costituirono il borgo. Poche case, il museo civico, la Chiesa romanica di San Gerolamo e la Chiesa di San Giacomo con annessa torre campanara, risalenti al XII secolo, sono i gioielli protetti dalle grandi e forti mura, il tutto incastonato in un paesaggio di fitti boschi, verdeggianti prati e rilassanti colline. Nel cuore di Hum troviamo affreschi risalenti al XII secolo, manifesto di arte e bravura di un autore purtroppo sconosciuto, resti di incisioni in glagolitico (il più antico alfabeto slavo conosciuto) e altri affreschi, dal valore inestimabile, nella Cappella di San Girolamo posti nelle vicinanze del cimitero della città. Le poche botteghe ci hanno accolti con degustazioni di grappe, liquori, formaggi, tartufi, confetture. Bisognava scaldarsi, no?! In un negozietto ci hanno dato la chiave antica che apre la Chiesa antica (XII secolo): ci vai, ti godi gli affreschi, chiudi e la riporti. Così, sulla fiducia. Stupenda, Hum
Da sapere: il Viale dei Glagoliti lungo ben 7 km, collega i due borghi di Roc (in italiano Rozzo) e di Hum: nei campi adiacenti la strada si ergono grandi monumenti di pietra rappresentanti le lettere dell’alfabeto glagolitico in uso dai cittadini di queste zone fino agli inizi del XX secolo. La chicca: se visitate Hum assaggiare l’autentica grappa al vischio, la Biska, la cui ricetta risale a quasi 2000 anni fa, prodotta con vinacce, foglie di vischio bianco e 4 tipi di erbe.
Da Hum a Grožnjan sono 50km (sempre passando da Pinguente). La pioggia non ha reso piena giustizia all’ultima tappa del nostro viaggio, Grožnjan (Grisignana) che deve essere stupenda in estate! Grisignana è una cittadina medievale la cui bellezza autentica rimane conservata sino ad oggi attraverso le sue mura, le chiese e i monumenti antichi. Nei primi decenni del Novecento la cittadina è abitata da Italiani, ha la ferrovia, prospera per la produzione di olio d’oliva. Alla fine della seconda guerra mondiale, col passaggio dell’Istria alla Jugoslavia, gli italiani lasciano in massa Grisignana che resta abbandonata. Solo nel 1956 Grožnjan diviene la città degli artisti: gli artisti cominciano ad abitare le case vuote e in questo modo salvano la città dal crollo e dall’oblio. Oggi ci vivono 160 abitanti e ci sono oltre 20 gallerie d’arte. Grisignana, come Parenzo e Motovun, è completamente pedonale! Buon pranzo alla taverna bastia, in centro, Svibnja 1.
7° GIORNO: RITORNO IN ITALIA
L’Istria ci ha piacevolmente colpiti per la cultura, la natura, il buon cibo e il buon vino. Consigliamo a tutti di visitarla!
Appunti sulle eccellenze enogastronomiche dell’Istria:
Asparago selvatico – sottile pianta spontanea, di sapore amaro e aromatico, una delle rappresentanti più rinomate della cucina istriana. Si raccoglie in primavera e viene usata in numerose pietanze in combinazione con pasta nostrana o frittata. Assaggiatela durante Le Giornate dell’Asparago Istriano.
Boškarin (bue istriano) – specie autoctona di bovino allevato sui pascoli istriani che rappresenta il simbolo della Regione. La carne viene preparata come carpaccio, con la tipica pasta istriana o come bistecca.
Brodetto – pietanza tradizionale a base di pesce. La ricetta tradizionale del brodetto prevede la preparazione con un minimo di 7 tipi di pesce diversi con aggiunta di conchiglie, vino, pomodoro, aglio, foglie d’alloro, prezzemolo e salvia.
Busara – modo antico di preparare i frutti di mare con l’aggiunta d’aglio, prezzemolo, olio d’oliva e vino, preservando il gusto fresco e originario dell’ingrediente (pesce, crostacei o conchiglie). Le busare più conosciute sono quelle a base di grancevola, scampi o cozze.
Calamaro adriatico – il cefalopode più rinomato dell’Istria. I calamari più rinomati sono quelli catturati con un amo speciale, il peškafondo. Grazie al suo delicato sapore di pesce possono essere preparati nei modi più disparati – alla griglia, fritti, ripieni, all’aceto, al peperoncino e alle erbe aromatiche oppure con alcune gocce di limone e un po’ di erba cipollina. Assaggiate quest’ingrediente delizioso durante Le Giornate del Calamaro Adriatico dell’Istria nordoccidentale.
Cappesante di Cittanova – tipo di conchiglia rinomata come una delle più gustose al mondo, che deve il suo sapore peculiare al fatto che la salata acqua marina dello specchio acqueo di Cittanova si mescola con l’acqua dolce del fiume. Il muscolo del mollusco è ottimo arrosto, gratinato o crudo. Assaggiatele durante Le Giornate delle Conchiglie dell’Istria nordoccidentale.
Čripnja (campana istriana) – i cibi cotti nel recipiente di latta o terra denominato čripnja, in un camino aperto, hanno un gusto particolare e vengono preparati lentamente nell’arco di alcune ore. Durante il vostro soggiorno in Istria dovete assolutamente assaggiare la carne, il pesce o il pane nostrano preparato in questo modo antico.
Crostoli – dolce croccante tradizionale preparato con farina, uova, zucchero, panna e grappa. L’impasto viene tagliato a strisce e fritto. Un dettaglio essenziale di tutte le celebrazioni dell’Istria.
Fritole – dolce istriano simile a piccoli crafen. Nelle case istriane di solito si preparano nelle giornate di digiuno, alla Vigilia di Natale o a carnevale.
Fusi – pasta istriana tradizionale di impasto sottile, forma affusolata e della grandezza di 3-5 cm. Di solito viene servita con sugo al tartufo, gulasch di selvaggina o gallina di casa o con asparagi.
Frittata istriana – omelette di uova nostrane con ingredienti di stagione quali asparagi, prosciutto crudo, salsicce, funghi…
Gnocchi – pasta preparata da patate lesse, uova, olio e sale. In Istria vengono di solito serviti con gulasch di manzo, selvaggina o gallina di casa.
Grappa – le famose e profumate grappe istriane sono uno dei prodotti principali dell’Istria. La più famosa tra questi è sicuramente la grappa con il vischio – fatta con foglie e frutti di vischio. La ricetta è il segreto dei druidi, antichi sacerdoti celtici, e da allora si usa per preparare questa bevanda con amore e attenzione. La grappa con il miele fatto in casa, dolce e morbida, è una bevanda da bere fredda e di solito è un segno di benvenuto in Istria. Sono conosciute ancora la grappa con le erbe, ciliegie, fichi, prugne.
Grancevola – grande granchio dal fondale marino e rinomata delizia di mare caratterizzata da una carne amabile e dolce. Si prepara prevalentemente all’insalata, servita nel guscio e condita con olio d’oliva, aglio, prezzemolo e limone oppure alla busara.
Guazzetto istriano – gulasch istriano con pezzettini di carne (gallina, bovino, selvaggina) preparati in un sugo denso. Di solito viene servito con pasta nostrana o polenta.
Maneštra – densa zuppa istriana tradizionale i cui ingredienti di base sono fagioli, patate e carne secca. Con l’aggiunta dell’ingrediente principale cambia anche il nome, così abbiamo la maneštra di bobići (con mais), la jota (con crauti), i fagioli con rapa acida, la maneštra bianca all’orzo, la maneštra di finocchio…
Ombolo (lombata di maiale) – parte della cotoletta suina separata dall’osso e condita con sale, pepe macinato e foglie d’alloro, e in seguito asciugato al vento. Di solito viene servito con crauti o salsicce nostrane.
Ostrica – una conchiglia che ancora dai tempi dei romani è rinomata come una delizia. Il suo frutto è estremamente nutriente e raggiunge il massimo del sapore d’inverno. Di solito si mangia cruda con alcune gocce di succo di limone.
Pancetta – salume di suino preparato con la parte della pancia dell’animale, ricoperto di un misto di sale, pepe e alloro tritato, e asciugato steso o arrotolato. Di solito viene servito come antipasto freddo, ma è buonissimo anche per sughi o frittate.
Pljukanci – pasta istriana tradizionale di forma affusolata a base di farina e uova. Si prepara velocemente e in modo semplice, passando la pasta tra i palmi delle mani. Assaggiatela preparata in modi diversi – con asparagi, funghi porcini, tartufi, gulasch oppure semplicemente con olio d’oliva e formaggio pecorino. Posutice – pasta fatta in casa tagliata a quadratini. Di solito viene servita con baccalà o altri sughi istriani tradizionali. Prosciutto crudo istriano – salume di coscia di maiale lavorata in modo tradizionale – salato ed essiccato all’aria, in modo naturale e non affumicato.Il prosciutto istriano è dall’antichità un noto e riconosciuto antipasto freddo. Gli istriani sostengono che si gusta meglio se è affettato sottile. In tutti i migliori ristoranti istriani si serve con il formaggio e le olive. Con il prosciutto si possono preparare anche piatti caldi.
Ravioli – pasta fatta in casa riempita con formaggio, carne, spinaci, asparagi e, addirittura, noci.
Risotto al nero di seppia – la seppia è un mollusco cefalopodo marino al quale viene attribuito un posto speciale nella cucina tradizionale istriana. La pietanza più semplice e rinomata a base di seppia è il risotto al nero di seppia, grazie al quale comincerete ad amare il riso in un modo completamente diverso.
Salsicce istriane – prodotto tradizionale fatto di parti scelte di carne suina, preparato con vino nostrano (malvasia istriana), sale marino, pepe, aglio, rosmarino e alloro.
Sardina – gustoso e minuto pesce azzurro che ha nutrito generazioni e generazioni di pescatori istriani e le rispettive famiglie. Il modo più gustoso di assaggiarla è preparata alla griglia, mentre come specialità spesso viene offerta anche sotto sale o marinata.
Sogliola di Salvore – pesce bianco di prima qualità, uno dei simboli dell’Istria nordoccidentale. Assaggiatela preparata in modi diversi durante Le Giornate della Sogliola – carpaccio, zuppa, al tartufo bianco, con pasta fatta in casa…
Scampi – gustosi crostacei che appartengono alla stessa famiglia dell’astice. In Istria vengono preparati in modi diversi: alla busara, alla griglia, alla parigina, con riso e pasta. Forse vi delizieranno anche in versione cruda.
Zuppa istriana – rappresentante riconoscibile dell’antica cucina istriana. Si prepara mettendo in una bukaleta (boccale) zucchero e pepe, olio e vino riscaldato. Dopodiché, prima di servire la zuppa, nel vino si intinge a metà il pane fatto in casa abbrustolito sulla griglia. Questa bevanda energetica era a suo tempo il cibo dei contadini e veniva dato anche agli ammalati per riprendere le forze.
Tartufi istriani – il costoso e rinomato fungo sotterraneo a forma di tubero, caratterizzato da un gusto specifico, è un vero è proprio tesoro gastronomico dell’Istria. Un ingrediente aromatico e ricco di micronutrienti importanti al quale spesso vengono attribuite caratteristiche afrodisiache. Gli potrete gustare al meglio se ordinate fusi istriani o pljukanci al tartufo nero o bianco, pesce o gamberetti al tartufo bianco, filetto al tartufo a scaglie, gelato al tartufo o torta al cioccolato con olio d’oliva e tartufi.
Vini: Come una delle più sviluppate regioni vinicole della Croazia, l’Istria vanta vitigni di ottima qualità – la Malvasia istriana, il Terrano (Teran) e il Moscato (Muškat) bianco di Momiano. Oltre a queste varietà in Istria si coltivano anche rinomate varietà internazionali di vitigno come il Merlot, il Cabernet sauvignon fra i vini rossi, mentre fra le varietà bianche di vitigno lo Chardonnay, il Pinot bianco e il Pinot grigio. La giusta combinazione di terreno, clima e posizione, con un particolare approccio individuale da parte di ogni produttore di vino, sono il motivo per il quale i vini istriani sono così apprezzati nel mondo. Un grande riconoscimento per la rinascita dell’industria vinicola in Istria va sicuramente alla Vinistra, l’associazione dei produttori istriani di vino, il cui contrassegno di qualità IQ che sta per Istrian Quality, va assegnato soltanto ai vini di ottima qualità.