Viaggio di Nozze III parte: Parigi

Viaggio di Nozze: III parte 5 agosto – 10 agosto 2008 Il lungo viaggio di nozze mio e di Valentina, dopo quattro giorni nel distretto della Loira e due al Disneyland Resort Paris, prosegue con cinque giorni nella capitale francese. È la prima volta per entrambi e se davvero Parigi è così romantica come si dice, sarà la scelta più giusta da...
Scritto da: Ataulfo
viaggio di nozze iii parte: parigi
Partenza il: 05/08/2008
Ritorno il: 10/08/2008
Viaggiatori: in coppia
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Viaggio di Nozze: III parte 5 agosto – 10 agosto 2008 Il lungo viaggio di nozze mio e di Valentina, dopo quattro giorni nel distretto della Loira e due al Disneyland Resort Paris, prosegue con cinque giorni nella capitale francese. È la prima volta per entrambi e se davvero Parigi è così romantica come si dice, sarà la scelta più giusta da fare per una luna di miele. Il collegamento tra Disneyland e Parigi è estremamente efficiente: proprio davanti ai parchi c’è la stazione di Marne-La Vallé dalla quale abbiamo preso un treno della linea RER (che insieme alla metropolitana serve capillarmente ogni angolo di Parigi e dintorni) e siamo scesi a Place dell’Opera. Tutto facile fino a quel momento, ma da lì è iniziata una piccola odissea. L’agenzia italiana ci aveva assicurato che il nostro hotel, il Franklin L’Opera di rue Buffault, fosse a due passi dalla famosa piazza dell’Opera. Anche un tassista troppo onesto ci ha detto che non valeva la pena spendere la tariffa base del taxi dato che, dalla piazza, l’hotel si trovava a due passi. Invece non era così. Perciò con le valigie stracariche (figurarsi: effetti personali di due persone per diciotto giorni, più la sosta di due giorni a Disneyland, paradiso dello shopping…) abbiamo percorso non meno di due chilometri e mezzo a piedi fino ad arrivare, stremati e anche un po’ nervosi, all’albergo. La stanza è piccola ma pulita e carina, certamente meglio della nostra prima sistemazione a Tours. Nei giorni successivi scopriremo però delle carenze nel servizio di colazione: servita fino alle 9.30 era necessario arrivare in sala ben prima delle 9 per non rischiare di restare a corto di croissant. E questo per tutte le cinque colazioni consumate all’hotel, cosa a mio avviso inammissibile. Poco più tardi iniziamo la nostra scoperta di Parigi. Dall’Italia abbiamo acquistato la Paris Visit, una tessera speciale, valida cinque giorni, per poter usufruire di tutti i mezzi di trasporto pubblici della città. Non è economica, ma con questa ti togli ogni pensiero. Il nostro primo approccio parigino è con Montmartre, non lontano dal nostro punto di partenza. Per la visita a Parigi (e poi per quella di Londra) ci siamo affidati ai suggerimenti della guida Lonely Planet: chiara, esauriente, estremamente utile. La guida stessa propone un itinerario a piedi a Montmartre che noi abbiamo seguito fedelmente: la grandiosa basilica del Sacro Cuore, place du Tertre, ossia la piazzetta degli artisti, i vicoli caratteristici di questo quartiere che ti riportano indietro di un secolo e più quando era frequentato da personaggi del calibro di Modigliani, Renoir, Utrillo, Picasso. Fino ad arrivare al Moulin Rouge, tanto per scattare qualche doverosa foto e leggere velocemente la storia del locale dalla fondazione (1889) ad oggi. Per chi vuole un ricordo “artistico” di Parigi consiglio di acquistare uno dei tantissimi quadri esposti a place du Tertre. Non saranno quadri d’autore e neanche troppo economici, ma alcuni sono davvero belli e, al ritorno, appesi su una parete di casa, saranno il miglior ricordo del vostro viaggio. Per visitare Parigi, come sarà anche per Londra e, credo, per ogni altra grande città, è importante armarsi di buona volontà, spirito di iniziativa, una guida affidabile e… scarpe comode. La metropolitana parigina è comunque estremamente efficiente, puntuale, capillare e semplice. Spesso, direi, anche pulita. Si può viaggiare tranquillamente anche a tarda sera: mi è sembrata tra l’altro sicura e mai preoccupante. Il miglior modo di visitare una città rimane però il farlo a piedi anche se questo può comportare, come è stato per noi, la necessità di ritagliare nel corso della giornata un po’ di tempo per tornare in albergo e riposarsi dalle fatiche del turista.

Dopo la Butte de Montmartre, nei cinque giorni trascorsi nella Ville Lumiere, abbiamo visitato i Jardin des Tuileries che portano a place de la Concorde, gli Champs Elysees con i negozi di Cartier, Louis Vuitton e simili, l’immenso Arco di Trionfo intorno al quale le auto percorrono la più grande rotatoria del mondo (le strade francesi sono famose per le rotonde). Poi il museo d’Orsay dove si possono ammirare le famose tele degli impressionisti (non cercate i Girasoli di Van Gogh, li troverete alla National Gallery di Londra) e il museo del Louvre, per la cui visita esaustiva, si dice, ci vorrebbero nove mesi. Noi ci siamo concentrati sulla sezione dedicata ai pittori italiani, oltre poi ad un’occhiata più veloce al codice di Hammurabi, agli immensi Tori Alati e all’immancabile Venere di Milo. Per entrambi i musei, per le cui entrate si spendono rispettivamente 8 euro e 9 euro, non abbiamo trovato alcuna fila d’attesa, nonostante le previsioni catastrofiche di ore e ore di coda. Siamo stati all’Ile de la Citè per una visita alla cattedrale di Notre-Dame ed una foto sul punto da cui hanno ufficialmente origine tutte le strade parigine. La Conciergerie e la Sainte-Chappelle le abbiamo viste solo da fuori. Non è potuta mancare la visita alla torre Eiffel, prima fatta con la luce del giorno e poi ripetuta di sera. Consiglio di prendere la metro fino alla fermata Trocadero: da lì si gode di una visuale inimitabile della torre, soprattutto se la si vede per la prima volta illuminata come uno spettacolo pirotecnico. Siamo poi stati al Pantheon, ai lussureggianti Jardin du Luxembourg (che ospitano la sede del Senato) e purtroppo non siamo potuti entrare nella moschea parigina perché di venerdì (proprio il giorno in cui noi eravamo là), l’ingresso è vietato ai visitatori.

Per chi ama l’arte la capitale francese è un paradiso terrestre: Parigi non ha musei, Parigi è un museo. Cinque giorni, seppur utilizzati fino in fondo, ovviamente non bastano per visitarla, ma forse le cose che non abbiamo visto saranno la scusa per tornare.

Visitare Parigi, comunque, non significa soltanto entrare in uno delle centinaia di musei, ma si assapora l’aria parigina più facilmente passeggiando per le vie, entrando in un negozio, cercando di esprimersi nella loro lingua, chiedendo un’informazione (con noi chiunque è stato gentile e disponibile), scendendo dal bus ad una fermata qualsiasi e “perdendosi” per le vie pittoresche della città. Consigliabile è una lunga camminata nella zona dei grands boulevards (Bd Haussman, Bd des Italiens, Bd Montmartre, ecc.) dove è tutto un susseguirsi di grandi magazzini, piccoli negozi, bar, ristoranti di ogni parte del mondo: ce n’è per tutti i gusti. Inevitabile, poi, è una visita ai magazzini LaFayette: consiglio vivamente di non perdere un giro alla sezione dedicata al cibo. Una moltitudine di bontà internazionali esposte a regola d’arte: andateci prima di pranzo, trarrete la maggiore soddisfazione per la vista e per il gusto. A parte i magazzini La Fayette, mangiare a Parigi non è la cosa più semplice da fare. Esisteranno probabilmente molti ristoranti rinomati e costosi, dai quali però noi siamo stati alla larga. Ci sono anche i tipici bistrot, ma il cibo che ti propongono è sempre lo stesso (panini imburrati con l’onnipresente prosciutto cotto e patatine fritte) e non è affatto soddisfacente. I prezzi sono abbordabili anche se certamente più cari che in Italia. È però molto facile trovare anche fast-food e ristoranti internazionali (molto comuni quelli orientali): se non li conoscete, a Parigi è il momento di provare il sashimi e il tempura o i won ton e il riso alla cantonese. Così è stato per noi, che già conoscevamo la cucina orientale, ma che è stata di gran lunga più appagante del resto rintracciabile in giro. Per risparmiare qualcosa e per integrare la nostra alimentazione sconclusionata con un po’ di frutta, abbiamo spesso fatto visita al Monop, un negozio di generi alimentari e altro in rue LaFayette, non lontano dal nostro albergo.

Il 10 agosto abbiamo lasciato Parigi, già con una punta di nostalgia. Pensare però che dall’aeroporto di Fiumicino dista soltanto un’ora e mezza di volo… ci dà la speranza che un giorno torneremo. Il viaggio prosegue con cinque giorni a Londra.



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