Vacanze di Natale a Mauritius: mare & escursioni di con bimba piccola
L’ isola è tutto sommato piccolina (lunga 70 Km. E larga 45 Km), ma ha una interessante varietà cromatica e geografica. Siamo all’incirca sul Tropico del Capricorno: belle spiagge bianche e mare turchese sposano una vegetazione verdissima, fatta di piantagioni di canna da zucchero, papaie, banane, caffè e ananas, ma anche fiori multicolori, come il frangipane, l’ibisco e il flamboyant (meraviglioso, è l’albero-simbolo mauriziano dalla magnifica chioma rosso fuoco). Mauritius è un’isola dove non mancano montagne solitarie e rossiose, laghi, antichi crateri, torrenti, cascatelle e fitte foreste nell’interno. Ma sopratutto è un’isola dove si trova un felice connubio di genti: la maggioranza indiana, i creoli, i cinesi e i francesi, così che i suoi abitanti paiono orgogliosi del clima di tolleranza e rispetto che li anima e dove è possibile vedere chiese (cattoliche, anglicane, protestanti) accanto a templi indù, moschee ai tempietti cinesi. Un’isola che vale la pena di scoprire!
Il nostro itinerario: Trou Aux biches (la “Base”) – Mont Choisy – Cap Malheureux (chiesa di Notre Dame Auxiliatrice) – Pereybere – Grand Baie – Pamplemousses (giardini botanici e museo dello zucchero) – Triolet (tempio) – Curepipe – Floreal – Cratere di Trou Aux Cerfs – lago Grand Bassin – Black River Georges (belvedere Georges) – Charamel 8cascate e terre colorate) – Casela nature e leisure park – villa coloniale di Eureka – Port Louis – Ile Aux Cerfs & Ile de l’Est – Villa coloniale Domaine des Aubineaux – Bois Cherì tea factory – Vanille Crocodile Park.
“Bisogna desumere che Mauritius è stata creata prima del Paradiso e che il Paradiso sia stato copiato da Mauritius” . Anni fa mi aveva colpito la bella definizione che di Mauritius aveva fatto Mark Twain, il “papà” di Huckleberry Finn e Tom Sawyer, nonchè grande viaggiatore che nel suo diario di viaggio, “Seguendo l’Equatore” aveva visitato l’isola nel 1895. La curiosità negli anni è rimasta e la voglia di visitare l’isola è sembrata l’occasione migliore per trascorrere le vacanze di Natale insieme a nostra figlia di neppure due anni. Perchè un’isola tanto lontana con una bimba piccola? Certamente per voglia di relax, per la bellezza dei suoi paesaggi e le tante cose da vedere, per il fatto che si tratta comunque di una destinazione tranquilla e sicura, sia per l’ottimo livello qualitativo delle strutture sanitarie che per l’assenza di malattie endemiche (non servono vaccinazioni). Ecco perchè a Mauritius troverete tante famiglie e tanti bimbi piccoli!
Premessa (doverosa) sul periodo Natale/Capodanno CONTRO: 1) prezzi gonfiati! Tutto in questo periodo superesclusivo è più caro, dai taxi alle escursuioni, per non parlare degli hotel! E’ persino difficile contrattare, perchè ci sono così tanti turisti (danarosi) che i tassisti non hanno interesse di scendere di prezzo! Ecco che le escursioni che troverete citate costano di più di quelle fatte in qualsiasi altro periodo. 2) tantissimi turisti stranieri e locali. La prima settimana di gennaio è di festa per tutti i Mauriziani. Troverete spiagge libere incredibilmente affollate! E dire affolate è ancora poco: i locali adorano campeggiare e dormire sulle spiagge libere con tanto di tende e barbecue. In certi giorni si fatica quindi a trovare francobolli di spiaggia non occupata… PRO: 1) il clima favoloso! Caldo ventilato gradevolissimo. Ovunque fiori e piante al massimo dello splendore! In 15gg abbiamo preso poche ore di pioggia e visto l’isola nel massimo della fioritura estiva. Bellissimo! 2) l’isola in festa. Sì, è anche un lato negativo trovare ovunque gente, ma è anche bello assistere ai mega picnic dei locali sulle spiagge, fare il bagno tra famiglie hindu, musulmane, creole e trovare ovunque un clima rilassato e allegro.
Giov 23 Dicembre: Italia – Mauritius Il periodo compreso tra Natale e Befana è il più costoso dell’anno. Noi abbiamo prenotato con 7 mesi di anticipo, ma abbiamo comunque speso, tasse incluse, circa 1.500 Euro a testa! Se però uno ha modo di spostare anche di pochi giorni i voli ecco che si risparmia subito un 1.000 euro a coppia! Noi all’andata abbiamo volato (causa aerei dell’Air Mauritius bloccati a Parigi per neve) con la compagnia di bandiera polinesiana Air Tahiti Nui: personale a bordo gentilissimo, pasti a bordo buoni, attenzione ai bambini che hanno menù differenziati. Per la nostra bimba hanno dato 2 volte pasto infant con omogeneizzati (cosa che invece Air Mauritius al ritorno ci ha negato! Solo dopo ripetute insistenze abbiamo avuto 1 omogeneizzato alla frutta!). Identico invece in entrambe le compagnie la bustina per gli infant contenente biberon, scovolino, crema, pannolini, talco. Inoltre la Air Tahiti Nui ci ha permesso di tenere il passeggino sino all’aereo (lo abbiamo consegnato alle hostess e ce lo hanno dato subito quando siamo scesi), mentre Air Mauritius ce lo ha fatto lasciare al gate e ce lo ha consegnato tra i bagagli speciali, dopo oltre mezz’ora di attesa. Insomma Air Tahiti Nui batte nettamente Air Mauritius per gentilezza e attenzioni; il confort a bordo è invece identico (poco). Quanto alla fascia di età degli infant 13/23 mesi, essa rappresenta una sorta di “limbo”: non ha diritto alla “culla volante” (omologata sino ai 12 mesi e un peso max di 11kg) né al posto a sedere (dai 2 anni). Può capitare che anche a un bimbo di questa fascia sia assegnata la “culla volante”, ma solo se non ci sono a bordo bimbi piccoli che ne hanno diritto. Al ritorno la mia vicina ci ha messo a dormire la pargola di 16 mesi, mentendo sull’età (ha dichiarato 1 anno). Noi ci siamo fatti assegnare posti al centro dell’aereo e fortunatamente 2 posti accanto ai nostri sono rimasti liberi, così abbiamo creato un lettino coi sedili centrali e lì la piccola ha dormito beata. Sic al ritorno.
ven 24 Dicembre: Trou Aux Biches Atterriamo dopo 11 ore di volo diretto. A dicembre il fuso orario è di +3h rispetto all’Italia. L’aeroporto si chiama “Sir Seewoosagur Ramgollam International Airport” e si trova a Plaisance nella zona sud est dell’isola. Ritirati i bagagli, prima di uscire cambiamo un po’ di denaro. Al momento del nostro viaggio (dic.2010) 1 Euro = 38/39 rupie. I taxi si pagano in Euro/dollari. Noi abbiamo prenotato via hotel (35 euro; al ritorno abbiamo prenotato da soli risparmiando 5 euro). Per il nostro soggiorno abbiamo scelto la zona Nord dell’isola, cuore turistico dell’isola, e una località famosa per la bellissima spiaggia bianca, ma molto tranquilla: Trou Aux Biches. Dall’aeroporto abbiamo impiegato quasi 2 ore, per via del traffico allucinante intorno alla capitale Port Luis. Se nel volo abbiamo speso un “botto”, l’idea di affittare un appartamentino è stata buona: il bel “Residence C’est Ici” (www.cest-ici.com) ci ha permesso di affittare casa, spendendo 75/80 Euro a notte, nel tratto di mare più spettacolare della località, quello tra gli esclusivi hotel “Sakoa” e “Trou aux Biches Hotel” (per noi impossibili per motivi di budget). Si diceva del periodo natalizio affollato: pur avendo prenotato con 7 mesi di anticipo, non siamo riusciti a trovare libero, per 2 settimane, lo stesso appartamento. Pertanto abbiamo soggiornato per 10gg in un appartamentino con 2 camere da letto (80 euro) e i rimanenti 6gg in un mini appartamento comunque confortevole (75 euro a notte). Il Residence gode di una spiaggia favolosa, dove al mattino arrivavano motoscafi dagli hotel di lusso della costa per portare gli ospiti a fare il bagno lì. Vicino c’è anche la spiaggia libera di Trou aux Biches che invece è una delusione: piccola, affollata e infestata da troppe (e veloci) barche veloci che propongono escursioni e giochi d’acqua. A poca distanza, per la spesa, c’è il supermercato Chez Popo Supermarche. A Grand Baie (8km) sorge un mega supermercato eccellentemente rifornito: il Super U Hypermarket. Allo Chez Popo troverete tantissimi prodotti importati dalla Francia (a prezzi europei) ma anche italiani, dall’olio d’oliva al parmiggiano, dalla pasta ai sughi pronti, dagli omogeneizzati di frutta e carne alle creme solari e i pannolini per l’infanzia. Non abbiamo trovato pastine per bambini (stelline&C per intenderci) ed è bene sottolineare che latte e yogurt sono fatti con latte ricostituito (fatto cioè con latte in polvere e acqua). Noi abbiamo acquistato boccioni di acqua da 5lt, molto comodi, dato che è bene non bere l’acqua dal rubinetto (ma la usavamo per cuocere la pasta). Dopo pranzo e riposino e spesa, dedichiamo il pomeriggio ai primi bagni. Il tempo è favoloso, caldo e ventilato, la spiaggia bianca e il mare tiepido. Siamo estasiati!
sab 25 Dicembre: festivo Trou Aux Biches La spiaggia della “tana delle Cerve” è considerata una delle più belle spioagge di Mauritiu. Come tutte le spiagge dell’ovest ogni sera offre anche lo spettacolo del tramonto sul mare. A Trou aux Biches si fanno snorkeling e immersioni (a Pointe aux Canonnier si trova il relitto della “Stella Maru”), ma anche escursioni con barche con fondo di vetro o in sommergibile! Ad es. Il Blu Safari Submerine (www.blue-safari.com) è un mini sommergibile che scende per 45 min. A quasi 35 metri di profondità! Il paese è piccino e non affre attrattive: ha una strada costiera e una perprendicolare che arriva al villaggio di Triolet. Ci sono un po’ di ristorantini, una pasticceria scomoda (praticamente già a Triolet), la gelateria “Cristina” (gestita da Italiani), la stazione della Polizia, un ufficio cambio. Stop. Il che è perfetto per una famiglia con bimba che alle 21 già russa. Per bar/localini/ristoranti di livello bisogna andare a Grand Baie. Ricordate che i bus per Grand Baie di giorno passano di continuo, mentre la sera si fermano dopo le 19,30/20. I taxi però si trovano di continuo, a noi hanno chiesto 150/200 rupie per la tratta (4/5 euro). A Trou aux Biches c’è un ottimo ristorantino, l’”Assiette du Nord” e lì facciamo la ns cena di Natale. Il personale è gentile e gioca con la bimba. Le fanno anche un regalo (giochini). A disposizione c’è anche il seggiolone.
Dom 26 Dicembre festivo Mont Choisy Prendiamo il nostro primo autobus (il biglietto si fa a bordo; per MC sono 16 rupie) e ci spostiamo a pochi km, per vedere la spiaggia di Mont Choisy. Che è splendida! Ampia e ombreggiata da alte piante di casuarina. Nel week end e i giorni festivi i mauriziani ci consumano picnic. Come ogni spiaggia pubblica principale di Mauritius è provvista di servizi igienici e docce pulite e gratuite. Inoltre è possibile affittare ombrelloni e lettini (1 ombrellone con due lettini nel periodo natalizio costano 12/18 euro!) . Accanto alle spiagge principali ci sono furgoncini con venditori di cibo, frutta e gelati. Facciamo lunghi bagni, ci godiamo la spiaggia e il panorama, ci giardiamo tutte le famigliole al completo, con nonni e zie appresso, che preparano pranzi pantagruelici e grigliate. Le donne spesso si bagnano vestite, i sari blu, rossi, gialli, oro e argento che in acqua si aprono come corolle di fiori; le donne in chador velate che osservano i figli in mutande che nuotano coi pezzi di polistirolo che galleggiano come le migliori tavolette. La famiglia indiana accanto ai nostri teli organizza una “messa” all’aperto, offre alle divinità incensi, latte, cocco e fiori e alla fine ci invita a dividere con loro una merenda di dolcetti al latte e riso. Il pomeriggio lo trascorriamo sulla ns meravigliosa spiaggia.
Lun 27 Dicembre Cap Malheureux Seconda breve escursione di mezza giornata. Ci spostiamo col bus (29 rupie) verso nord, al villaggio di Cap Malheureux (ovvero “capo della sfortuna”) dove si trova la famosa e stra-fotografata chiesa dal tetto rosso di Notre Dame Auxiliatrice. Il posto è bello, con favolosi alberi di flamboyant rosso fuoco e la meravigliosa vista sulle isole del nord. L’interno della chiesa è di legno, incantevole l’acquasantiera ricavata da una conchiglia. Cap Malheureux deve il suo nome al numero alto di naufragi che sono avvenuti qui nei secoli. A 6 km da qui (Grand Gaube) nel 1744 naufragò la nave Saint-Géran; di 130 passeggeri se ne salvarono solo 9. Reperti del relitto (esplorato 40anni fa) sono al Blue Penny Museum di Port Luis! Da questa storia nacque un celebre romanzo settecentesco, “Paul e Virgine ” (di Bernardin de St.Pierre) che vede come protagonisti due giovani innamorati osteggiati dalle famiglie: lei fu mandata a studiare in Francia e morì mentre faceva ritorno nel naufragio; lui allora morì per la disperazione. Allegria! Visitata la chiesa riprendiamo il bus e ci spostiamo alla vicina
Pereybere Località piccola e famosa, un paio di km oltre Grand Baie: ha una bella spiaggetta, negozietti carini e e una vasta gamma di ristoranti e pub. Qui ci siamo presi lettino e ombrelloni (12 euro per 2 ore!”!!) e ci siamo goduti il mare, la gente, il colore del cielo assolutamente turchese. E’ una piccola cala piacevolissima, con un verde e fresco giardinetto pubblico subito dietro. Ci fermiamo a mangiare discreto cibo alla “Caffetteria Pereybere”, poi rientriamo per la nanna della piccola. L’aria di festa è nell’aria, tutte le sere in spiaggia sono fuochi artificiali sotto le stelle!
mart 28 Dicembre pomeriggio a Grand Baie A 8 km si trova Grand Baie, la baia più mondana e turistica dell’isola con negozi, ritoranti, hotel, agenzie immobiliari e pizzerie, caffè. Ora va detto che qua alcuni la chiamano “la Saint Tropez dell’Oceano Indiano”, anche se ha la metà dei suoi abitanti ( tremila scarsi) e un’aria certamente meno snob, ma turistica lo è di certo! Prima zona dell’isola ad aver avuto boom turistico, Grand Baie è tuttora la principale località turistica del Nord dell’isola, ottimo posto per lo shopping e la vita notturna, grazie ai suoi tanti ristoranti, bar e discoteche. Per quanto riguarda le spiagge, Grand Baie ha una spiaggetta dove stanno quasi esclusivamente pescherecci e poi ha la Cuvette, una spiaggia decente e nulla più. Insomma non è un posto che sceglierei per una vacanza, tra smog e casino di auto/bus/taxi. La spietata concorrenza però fa sì che le numerose agenzie viaggi che organizzano crociere ed escursioni di ogni genere (immersioni, snorkelling, passeggiate sul fondale marino, pesca d’altura) abbiano qui prezzi più bassi, rispetto a quelli pagati da noi a Trou aux Biches, dove le agenzie sono un paio. Se avete l’auto e/o tempo vale la pena di confrontare i prezzi. Noi, senza auto (non amiamo guidare, specie quando la guida è a sinistra) e con bimba piccola appresso abbiamo spesso fatto la scelta più comoda, anziché quella risparmiosa. A Grand Baie ci siamo divertiti a gironzolare tra costosi negozi di griffe e cachmere, centri commerciali e il mega SuperU. Ci siamo anche regalati una cena esclusiva in uno dei ristoranti più chic dell’isola, “L’Aragosta ubriaca”.
merc 29 Dicembre Pamplemousses Occhio alle date di apertura, perchè nel periodo di Natale i giardini sono chiusi nei gg. 25/26/31 dic.e 1/2/3gen! Pamplemousses è una località dell’entroterra mauriziano celebre per i “Jardin Botanique Sir Seewoosagur Rangoolam” (www.pamplemousses.info) 25ettari di parco nonché uno dei giardini di rarita’ verdi più famoso al mondo! Dopo l’estenuante attesa di bus (un’ora! 28 rupie) in circa mezz’ora siamo all’ingresso (100 rupie più 40 rupie per la guida). Più noto col semplice nome di giardini di Pamplemousses, per il fatto che qui si iniziarono a coltivare gli agrumi provenienti da Giava. Il parco risale al 1735, ma fu solo col botanico Pierre Poivre che raggiunge lo splendore. Il parco ha due ingressi uno principale ed uno secondario. Per la visita potete procurarvi un depliant illustrativo a pagamento (presso l’ingresso principale) oppure affidarvi ad una delle tante guide disponibili, in grado di portarvi velocemente ad ammirare le piante più significative di tutto il parco. Calcolate almeno 1ora per la visita. Diciamo che per alcuni i giardino sono una delusione. Personalmente li ho trovati belli anche se eccessivamente “lavorati” dall’uomo. Non hanno la spettacolare bellezza degli altrettanto famosi Giardini Botanici di Kandi in Sri lanka, ma rappresentano comunque una bella visita, specie nel peridoo natalizio, quando tutto è in fiore. Noi ci siamo innamorati delle giallissime mimose indiane, delle belle palme (se ne contano almeno 80 specie), della singolare Kigelia Africana, detta “l’albero delle salsicce” per le forme bizzarre dei suoi frutti appesi, delle Ninfee dell’Amazzonia in fiore, qui davvero di giganti dimensioni (anche un paio di metri di diametro), dei fiori di loto in fiore! Nel parco c’è anche una zona a recinto dove poter osservare numerosi cervi, che una volta popolavano in gran numero l’isola, e un recinto con le testuggini (tartarughe giganti di terra) . Nota storica: a Pamplemousses un giovanissimo Baudelaire, sbarcato nell’isola in seguito a una tempesta che quasi distrusse la Paquebot des Mers, nave su cui era imbarcato, scrisse nel 1841 la famosa poesia “A una dama creola” (“Nel paese odoroso accarezzato/Dal sole sotto piante rosseggianti/Ed indolenza di palme ho incontrato/Una creola dagli ignoti incanti/Bruna fatata, il collo manierato,/Caldo pallore, sorrisi distanti,/ Gran cacciatrice dal passo felpato,/Certa procede con gli occhi ammalianti/Quando al paese della gloria andrete, /Sulla Senna o la Loira tutta verde,/Bell’ornamento agli antichi manieri,/A mille germogliare voi farete/ Sonetti con lo sguardo che già perde/Poeti schiavi più che i vostri neri”). Usciamo dall’uscita secondaria e camminiamo nel traffico per una buona quindicina di minuti sino allo
Zuccherificio Beau Plan & Museo “L’Aventure Du Sucre” L’Aventure du Sucre (www.aventuredusucre.com) è un un museo dedicato allo zucchero e la sua storia. E’ aperto tutti i gg dalle 9 alle 17, costa 350 rupie! Il luogo è molto bello, immerso nel verde. Il Museo fa una rapida la storia dell’isola e della canna da zucchero. Ci sono macchinari e viene spiegato il processo di lavorazione: prima le canne tagliate vengono pressate per estrarne il succo. Al succo viene aggiunto latte di calce che ha l’effetto di aggregare le sostanze non zuccherine, che vengono utilizzate come fertilizzanti. Il resto viene immesso in enormi cilindri, dove l’alta temperatura fa evaporare i liquidi rimasti. Il densissimo prodotto ottenuto viene ulteriormente “cotto”. La massa morbida estratta viene centrifugata: la melassa sciropposa esce attraverso dei tubi e viene usata per produrre alcool o alimenti per animali. Lo zucchero, invece, viene essiccato in apposite apparecchiature a circolazione d’aria calda. Alla fine i cristalli vengono assemblati in panetti e cubi o ridotti in polvere, eventualmente aromatizzarlo e impacchettati. Alla boutique ci sono 15 varietà di zucchero di canna in vendità, tutte costosissime! Volendo c’è la possibilità di gustare un pranzo nel ristorante creolo del museo all’aperto su un bellissimo giardino all’inglese. La nostra piccola purtroppo crollava per la stanchezza, così siamo tornati subito a casa, prendendo al volo un bus che passava sulla strada principale. Lunghissimo pisolo, poi relax nella ns bella spiaggia. E la sera cenetta nel piccolo “Souvenir Snack”, un posticino senza pretese con cibo passabile e spesa molto contenuta (15 euro in due).
giov 30 Dicembre Tour Del Sud Ovest: Floreal, Curepipe, Cratere di Trou Aux Cerfs, lago Grand Bassin, Cascate e terre colorate di Chamarel, Casela Park. Affittiamo taxi e tassista per la classica escursione del sud ovest dell’isola. I tassisti solitamente passano a domicilio del cliente intorno alle 8 del mattino e riportano a casa per le 17. Per questa escursione abbiamo speso 65 euro, ingressi inclusi. Prima sosta a Floreal per la visita di negozi. Questa è infatti la zona tessile dell’isola, anche se a dire il vero le marche locali sono poche (notevole però l’azienda Floreal Knitwear), mentre è tutto un Ralph Lauren, Armani, Dolce e Gabbana, Fred Perry. Non mi pronuncio né sui prezzi né sull’ autenticità o meno dei capi, dato che non acquisto griffe (ad eccezione delle polo Lacoste che adoro e che qui non ho trovato). Non mi parevano comunque così a buon prezzo… Seconda sosta a CUREPIPE, piccola città di 80.000 abitanti, specializzata in negozi di abbigliamento e modellismo navale. Essendo su un altopiano a quasi 600 mt di altitudine, il clima è fresco in tutte le stagioni e alquanto piovoso. E’ appunto la zona dei modellini di antiche imbarcazioni, fedelmente riprodotti a partire da disegni d’epoca. Molto interessante è il negozio “Voiliers de l’ocean”, su Sir Winston Churchill Street che produce e vende anche on line. I prezzi non sono bassi, diciamo bei modelli a partire da 200 euro e comunque già montati. Non c’è l’abitudine di vendere modelli in kit da costruire anche se loro a richiesta lo possono fare, sempre però allo stesso prezzo. Da vedere, il modellino della Confiance, la nave del pirata Robert Surcouf che attraccò a Mauritius nel 1792 fra una sfida e l’altra contro i mercantili britannici. Numerose in questa zona sono le gioiellerie, erede di una lunga tradizione d’artigiani locali estremamente abili soprattutto nella lavorazione dell’oro a 18 e 22 carati e taglio di diamanti grezzi. Tra le più celebri: Poncini e Adamas Diamond Duty Free Boutique. La produzione tessile. La Floréaè il gruppo tessile più importante di Mauritius. La Floréal è nota per i suoi prodotti di alta classe ed in particolar modo per magliette, maglioni e bermuda. Altri articoli molto richiesti sono gli oggetti in vimini, le coloratissime borse, i pizzi, le ceramiche, le pietre dure. Saliamo in collina e ci fermiamo a vedere il cratere di Trou Aux Cerfs, un vulcano spento che sfiora i 100 metri di profondità per un diametro di 200. Capire che si tratta di un vulcano non è semplice, dato che è oramai totalmente ricoperto di verdissima vegetazione! Da qui si gode un bel panorama della parte occidentale dell’isola. Ripartiamo, oltrepassiamo il lago Mare aux Vacoas (il più grande bacino di acqua dolce dell’isola) e arriviamo nella zona sacra del Lago Grand Bassin. Sostiamo per ammirare la gigantesca Statua di Shiva, donata dall’India ai fedeli indù di Mauritius nel 2005. La statua è alta 35mt e rappresenta il dio più venerato dell’isola. Come per qualsiasi altra figura del pantheon induista, ogni elemento della simbologia di Shiva ha un profondo significato allegorico. Il dio è rappresentato col tridente e sulla fronte un crescente di luna (simboli del tempo, della creazione, preservazione e distruzione). Tra tra le sopracciglia ha il 3° occhio (simbolo della saggezza e dell’onniscienza); sulla fronte (così come in altre parti del corpo) porta tre linee orizzontali di cenere sacra (simbolo dell’assenza di impurità dovute a ignoranza, ego e azione, attrazioni e repulsioni, condizionamenti, attaccamento al corpo, al mondo, alla fama, ai piaceri mondani ecc…); dalla sua testa sprizza uno zampillo d’acqua, che è il Gange, il più sacro di tutti i fiumi sacri. Shiva ha capelli arruffati poiché è signore del vento e vive in forma sottile, come respiro, in tutti gli esseri viventi. Egli porta intorno al collo un cobra: Shiva ingoiò il terribile veleno del cobra per evitare che contaminasse l’universo. Si dice che Parvati, per evitare che il marito si avvelenasse, gli legò un cobra attorno al collo; ciò trattenne il veleno nella sua gola, che divenne blu. Il cobra mortale rappresenta l’aspetto di vincitore della morte che Shiva conquistò in questo modo. Il suo corpo è cosparso di ceneri funerarie (simboleggiano la purezza, la filosofia della vita e della morte); è vestito con pelli che possono essere di tigre (trionfo su ego e lussuria), elefante (trionfo su orgoglio), cervo (trionfo sulla mente). Il LAGO GRAND BASSIN è il lago sacro della religione indù. Secondo la leggenda sarebbe nato dalle gocce d’acqua cadute dal capo del dio Shiva, affascinato dalla bellezza di Mauritius, mentre volando portava su di sé il fiume Gange per impedire un’inondazione. Qui ogni anno, tra febbraio e marzo, c’è l’importante festa della “Maha Shivaratree”, un pellegrinaggio che la popolazione indù dell’isola compie per rendere omaggio al dio Shiva. Ci fermiamo per visitare il tempio. Si respira un’aria di rilassante religiosità. Sono giorni di festa, la gente accorre numerosa a pregare e portare offerte di cibo e fiori alle statue. All’esterno, protese sull’acqua ci sono le statue di Shiva e i suoi famigliari: la moglie Parvati, i figli Karttikeya e Ganesha (quello col volto da elefante). Presente anche la statua di Nandi, il toro di colore bianco (simbolo di purezza), le cui quattro zampe rappresentano la Verità, la Rettitudine, la Pace e l’Amore. Nandi è l’immancabile compagno di Shiva in tutti i suoi spostamenti; tant’è che in qualsiasi tempio dedicato a Shiva, di fronte al santuario principale, la presenza di una scultura di Nandi è una delle caratteristiche essenziali. Nella simbologia induista, il toro simboleggia sia la forza che l’ignoranza; il fatto che Shiva utilizzi il toro come veicolo, rappresenta l’idea che questa figura divina rimuova l’ignoranza e allo stesso tempo conceda la forza della saggezza ai suoi devoti. Ci togliamo le scarpe e entriamo. I fedeli non sono disturbati dalla presenza di noi turisti, anzi!, tutti ci sorridono e hanno una carezza e un sorriso per la piccola. Un religioso ci segna la fronte e ci dà la sua benedizione. Pur non essendo templi di particolare pregi artistici, la visita ci è piaciuta per l’atmosfera autenticamente spirituale che abbiamo trovato. Ripartiamo. Il paesaggio muta e si fa montagna (e curve). Per arrivare a Chamarel si attraversa il parco nazionale del Black River Georges e la zona montuosa del Plain Champagne (quasi 800 mt). In genere tutti i mezzi sostano al “Georges Viewpoint”, un belvedere che domina un bellissimo panorama verdissimo. Il Parco è una delle poche zone protette dell’isola e vi si trovano foreste, cascate, gole con oltre 300 tipi di piante da fiori! Qui vive anche il raro piccione rosa di Mauritius. Il periodo settembre/gennaio è il migliore per la fioritura e il birdwatching. Sostiamo all’ombra, sfamiamo la piccola, curiosiamo nelle piccole bancarelle del mercatino ambulante, compriamo squisita frutta fresca da una bancarellina.
Chamarel Il paesaggio cambia ancora. Incontriamo distese di eucalipti, casuarine, tamarindi e palme, piantagioni di ananas, colline di tè e canna da zucchero. Incrociamo anche piccole piantagioni di caffè, le sole dell’isola. Finalmente arriviamo a Chamarel. Prima sostiamo a un belvedere per ammirare le cascate omonime, un sottile getto di acqua di 10mt immerso in un bel panorama. Poi entriamo nel piccolo parco che ospita le famose terre colorate di Chamarel. Se vi aspettate panorami di chissà che entità e splendore resterete delusi. Trattasi di un appezzamento recintato di piccole dimensioni (a occhio e croce meno di 1kmq) costituito da collinette ondulate dai colori interessanti. I colori sono frutto dei minerali di origine vulcanica che li compongono e si miscelano in proporzioni variabili, così che si va dai rossi ai lilla, dai viola ai gialli, dai verdi ai marroni. Noi che forse non ci aspettavamo molto o meglio, che sapevamo cosa aspettarci, ci siamo goduti il piccolo paesaggio e la sosta nel piccolo caffè (vende bibite e panini) annesso. La bimba correva felice, il tempo era bello seppure con qualche nuvolona, noi ci siamo divertiti. Fuori dal parco la strada è costeggiata da piccoli, graziosi ristorantini creoli. Paesaggisticamente parlando questa zona dell’isola è veramente bella, con le colline verdissime coltivate a tè e le piantagioni di frutta e canna da zucchero. Ad avere un po’ di tempo qui si trova la Rhumerie de Chamarel a pochi km di distanza dalle terre colorate di Chamarel. Un tempo era una vecchia distilleria di rhum, oggi ristrutturata e immersa tra ananas e campi di canna da zucchero. Qui si degusta, si distilla, si visita e si compra il rhum locale. C’è anche un ristorante chic, “L’Alchimiste” che propone piatti creoli. Ultima tappa: il Casela nature e leisure park (caselayemen.mu), a pochi km dalla famosa Flic en Flac, è un parco zoo immerso nel verde che ospita uccelli, felini, scimmie e tartarughe giganti. Per gli amanti dei felini c’è l’annessa Yemen Reserve dove è possibile assistere al pasto dei leoni e accarezzarli! Noi ci siamo limitati alla visita delle gabbie con uccellini inseparabili, pavoni, scimmie, tartarughe, recinto coi daini (dove si può entrare e carezzare gli animali), cigni. Grazioso (ma nulla più) e molto scomodo se avete bimbi piccolissimi, in quanto impraticabile con passeggino.
ven. 31 Dicembre festivo Trou Aux Biches I fuochi di artificio hanno fatto da “colonna sonora” a quasi tutte le sere della nostra vacanza. Quelli del 31 in spiaggia sono stati particolarmente belli. Con una bimba piccola abbiamo preferito evitare lunghi cenoni (proposti con ricchi menù e animazione live a 25/30 euro a persona) dai ristorantini del villaggio, mangiando in casa, sotto le stelle.
sab 1 Gennaio festivo Triolet E’ giorno di festa e preghiera per gli indù. Così siamo andati di buon ora a piedi sino al villaggio di Triolet, dove si un bel tempio indù di Maheswarnath, considerato uno dei templi più caratteristici di tutta Maurizio. Il tempio, la cui prima costruzione risale al 1819, fu eretto in onore degli dei Shiva, Brahma e Vishnu (la Trimurti) Krishna, Muruga, e Ganesha. Lo troviamo colmo di fedeli elegantissimi nei loro abiti tradizionali, intenti a pregare e porgere futta e offerte alle divinità. Siamo i soli turisti presenti, tutti ci sorridono e guardano piacevolmente stupiti. Resto della giornata dedicata a bagni e sole, il tempo è davvero magnifico! Ero partita pronta a prendere la pioggia tanto citata in tanti diari e più di un paio di acquazzoni brevissimi nulla! Fortunati!
Dom 2 Gennaio festivo Trou Aux Biches
Lun 3 Gennaio festivo Ile Aux Cerfs La sola grande delusione di Mauritius. Escursione da fare, considerata meta-da-non-perdere, ma alla quale noi abbiamo dato un miserello 6+. La cronaca: compriamo l’escursione dalla piccola (e consigliata) agenzia “Happy Holiday” di Trou aux Biches. Paghiamo in tutto 1500 rupie (40 euro) pasti inclusi. Ci passano a prendere con un pullmino. In 75 minuti arriviamo a Trou d’eau Douce, una piccola località turistica di neanche 6,000 abitanti di fronte alla famosissima Isola dei Cervi. Da qui partono le barche e i motoscafi. In barca normale occorrono circa 25 minuti di viaggio. Dopodichè si sosta sino a un orario convenuto, ci si sposta in un’altra isola per consumare il pasto sotto tendoni ombreggiati, quindi si torna all’isola per altri bagni o partire in escursione alle cascate di Grand Riviere sud est. Infine si rientra, in tempo per essere a casa alle canoniche ore 17, magari dopo aver visitato altri 2 negozietti di abbigliamento “griffato”. L’isola dei cervi (il nome si deve al fatto che al tempo della colonizzazione olandese vi erano stati trasferiti cervi di Giava per la cacciagione) è la località più famosa di Mauritius ed è descritta da cataloghi, guide, molti diari on line come “paradiso”. L’isola appartiene quasi tutta al lussuosissimo hotel pluristellato One&Only Le Touessrok. Nell’isola si si trovano due ristoranti, bar e negozietti di souvenir. Ovunque lettini e ombrelloni alquanto stipati! Ora, va bene che siamo andati in un periodo di altissima stagione, con la difficoltà di trovare anche un misero fazzoletto di sabbia dove poggiare i teli, ma ‘sto paradiso in cosa consisterebbe? Nella striminzita spiaggetta? Nell’acqua bassa due dita dove è quasi impossibile nuotare? Nell’inquinamento dovuto a centinaia di motoscafi e barche che fanno continuamente su e giù? Nell’acqua trasparente sì ma carica di sterpaglie e robe galleggianti? Non so, sinceramente il posto è bellissimo nelle foto aeree, ma dal vivo è carino e poco più. Salvo la lunga lingua di sabbia che collega Ile aux Cerfs all’isolotto di Ile de l’Est. E il pranzetto squisito che abbiamo fatto nell’isolotto vicino, allietato da musica live. Ma se devo dirla tutta, meglio la spiaggia davanti al nostro residence!
mart 4 Gennaio Villa Eureka e Port Louis Escursione in taxi di mezza giornata (45 euro). Ci spostiamo sulle dolci colline di Moka, la capitale culturale dell’isola, con la sua University of Mauritius ed il Mahatma Gandhi Institute, fondato per tutelare e promuovere la cultura indiana del paese. A Moka vive il Presidente della Repubblica, nella magnifica dimora coloniale Le Reduit, risalente al 1778. Qui si trova anche Villa Eureka (www.maisoneureka.com/), la più bella dimora creola dell’isola, immersa in un favoloso parco di 25 ettari. La casa museo, nota anche col soprannome di “casa delle 109 porte”, fu costruita tra 1812/30 dalla ricca famiglia Robinson, messa all’asta e comprata da Sir Eugene Leclezio. La famiglia Leclezio ha vissuto qui sino al 1986, ospitando ospiti di alto rango, anche membri della famiglia reale inglese. Villa Eureka raccoglie mobili, arredi e foto d’epoca, raccolti nelle sue 14 stanze. La magione, un po’ decadente ma affascinante mostra la tipica architettura delle case d’epoca coloniali: tetti a volta, pannelli decorativi traforati, tetto coperto di assi e torette ornamentali, abbaini, verande, finestre decorate da pizzi di legno, balconi di ferro battuto. Ad Eureka è possibile pernottare e pranzare (al Ristorante Les Repas a la maison creole o al vicino ristorante Le Ravin. Il Ristorante Les Repas è proprio nella veranda della villa coloniale e propone 3 menù fissi, ma anche il tea time. Volendo si può fare una passeggiata e bagnarsi nelle cascate della villa. Noi invece ripartiamo e ci spostiamo nella capitale, PORT LUIS. Davvero piccina per essere una capitale (150.000 ab), Port Luis fu fondata dagli Olandesi, ma divenne capitale solo nel 1736. Mauritius è un’isola con una storia recente: disabitata sino a fine Cinquecento, gli Olandesi sono i suoi primi abitanti: fanno in tempo a estinguere il dodo, un pollastro un po’ tonto (oggi simbolo dell’isola), introducono cervi e cinghiali per dilettarsi nella caccia, importano dall’Africa gli schiavi per farli lavorare nelle immense piantagioni da zucchero. Le danno anche il nome, perchè Maurizio di Nassau fu signore d’Orange dal 1585 al 1625. Nel 1715, l’isola passa ai Francesi che costruiscono la rete stradale e il primo zuccherificio moderno, diffondono il gusto per pane e brioche. Gli Inglesi arrivano nel 1810 e ci restano per 150 anni: aboliscono la schiavitù e lasciano la guida a sinistra. Ma torniamo a Port Luis. Tra incendi epidemie di colera, malaria e cicloni, la città è arrivata oggi ad essere una delle città portuali più importanti d’Africa. Per non stancare troppo la piccola ci concentriamo sul famoso Mercato Centrale (aperto tutti i gg), restaurato pochi anni fa.Se avete visto altri mercati del genere vi accorgerete che non è granchè, comunque un giretto si fa volentieri! Compriamo magliette, teli da bagno, frutta esotica, poi ci spostiamo al Caudan Waterfront un gigantesco centro commericale inaugurato nel 1996. Il tempo peggiora e si fa grigio scuro: pioviggina per una mezz’oretta. Pranziamo in un Pizza Hut, poi divertiamo la bimba facendole fare un giro sulla giostrina coi cavalli. La bimba crolla di sonno: saltiamo la visita al Museo Blue Penny, il museo che accoglie 2 rarissimi e famosi francobolli emessi a Mauritius nel 1847. Torniamo in taxi a casa e trascorriamo il resto del giorno (di nuovo sole!) in spiaggia.
merc 5 Gennaio e giov 6 Gennaio Trou Aux Biches Giornate di mare rilassanti e piacevoli. Siamo usciti in escursione di un’ora (25 euro solo noi) con una barca dal fondo di vetro per ammirare i pesci alla barriera corallina. Qualcosa si è visto (pesci pappagalli, farfalla, chirurgo) , ma nulla di che.
ven 7 Gennaio “Route du The” (Via del tè): Domaine des Aubineaux e Bois cherì tea factory Vanille Crocodile Park
Col nome di Route du The ) si intende un itinerario in 3 tappe che include: A) il Domaine des Aubineaux (ossia un’antica villa coloniale tra piantagioni di zucchero); B) la famosa fabbrica del tè di Bois Cherì; C) la villa coloniale Le saint Aubin dove si lavora la vaniglia e si produce rhum. Affittiamo taxi e tassista per un giorno (80 euro) e partiamo. Il Domaine des Aubineaux si trova a Curepipe. E’ una bella dimora coloniale del 1872 che conserva arredi e quadri dell’epoca e una rara collezione di fotografie d’epoca. Nel bel giardino pieno di rossi anthurium (il fiore simbolo di Mauritius) c’è l’antica sala da biliardo dove ci offrono tè e biscotti. La Bois cherì tea factory è uno stabilimento/museo del tè. Qui è possibile assistere al procedimento di lavorazione del tè (30min la visita guidata). Lo stabilimente vende ai suoi visitatori tutte le miscele prodotte, basta recarsi al ristorante boutique a 1km, in mezzo alle piantagioni, con vista meravigliosa su paesaggio e laghetto. Qui avviene anche la degustazione delle varie miscele (nero, verde, verde al gelsomino, nero alla vaniglia, nero al cocco, frutti tropicali, menta) Una curiosità. Il nome pare sia dovuto al fatto che il padrone della prima coltivazione di tè sorto sulla zona fosse solito preparare una tazza della bevanda per la sua signora e porgergliela dicendo, “Bevi, tesoro”, Bois Cheri, appunto. Saltiamo l’ultima parte dell’itinerario e andiamo invece al Vanille Crocodile Park, un parco bellissimo in mezzo a una vegetazione verdissima di banani e bambù. Qui si trovano centinaia di coccodrilli del Nilo e soprattutto un’incantevole riserva di centinaia di tartarughe giganti che si possono toccare! Si mangia nel delizioso ristorante del parco dove servono panini, insalatone, e piatti con carne di coccodrillo 8assomiglia al pollo). Sorprendente e buonissimo il gelato! La Vanille Réserve des Mascareignes è aperta tutti i giorni. A noi sto parco è piaciuto da matti! Rientriamo a Trou per le 17, in tempo per un ultimo delizioso bagno al tramonto!
sab 8 Gennaio Mauritius – Italia E’ tempo di tornare in Italia. Il primo viaggio all’estero con la nostra bimba è terminato e il bilancio è positivo. Mauritius si è rivelata una vacanza ideale da farsi con una bimba piccola! Non è a mio parere il posto più bello dell’Oceano Indiano, ma vi siamo stati benissimo, divertendoci, riposandoci e anche visitando tanti posti interessanti. Non è una “copia del Paradiso”, questo no, ma ci ha regalato tanti tanti momenti felici. E non è poco!
Shopping a Mauritius Cosa acquistare? I modellini di antiche imbarcazioni, fedelmente riprodotti a partire da disegni d’epoca. Gioielli & diamanti (es show room di Poncini, Caunhye, Shiw Jewels, Wahed Essa, Gold Finger, Matikola e Adamas Diamond Duty Free Boutique). La produzione tessile. La Floréal Knitwear è il gruppo tessile più importante di Mauritius. La Floréal è nota per i suoi prodotti di alta classe ed in particolar modo per magliette, maglioni e bermuda. Altri articoli molto richiesti sono gli oggetti in vimini, le coloratissime borse, i pizzi, le ceramiche, le pietre dure. Souvenir gastronomici come le gelatine di frutta (deliziose quelle della Compagnie Agricole de Labourdonnais a Mapou, spezie, e gli “acardi”: deliziose verdure fresche lasciate macerare nell’olio con spezie e peperoncino. Senza dimenticare il tè alla vaniglia di Bois Cherie, il rhum, lo zucchero di canna, i biscotti della Rault Biscuits factory di Mahebourg, fatti a mano con l’antica ricetta del 1870 a base di farina di manioca.
La cucina: Per chi gradisce il piccante, ci fa un grande uso di peperoncino e salse chili. Tra le cose che si possono mangiare ci sono i mine (spaghettini) fritti, il bol renversé (riso con carne e uova servito sotto una tazza capovolta), molti piatti con curry, o con rougaille (salsa creola), o con vindaye (una salsa per il pesce o il polipo). Tanto il pesce: marlin, scampi, aragoste… Diffusi, spesso nei furgoncini a ridosso della spiaggia: panini con kebab, o con pesce, polpette, focaccine, samoussa (triangolino di pasta ripieni di carne o legumi), ecc. Accompagnati da salse speziate. Da bere: rhum (green island), birra phoenix e blue marlin, tè bois cherie
GUIDE&LETTURE da noi utilizzati: – “Mauritius e Reunion” LONELY PLANET EDT ed.2008 – Allegato “Mauritius, una copia del Paradiso” a GenteViaggi n.3 del 1998