Un borgo da scoprire nel bicchiere: nel cuore della Toscana c’è il paesino dove storia e panorami d’autore si incontrano

Redazione TPC, 08 Lug 2025
un borgo da scoprire nel bicchiere: nel cuore della toscana c'è il paesino dove storia e panorami d'autore si incontrano

Immerso in un paesaggio che sembra sgusciare dalle pennellate di un pittore, Montescudaio, in provincia di Pisa, è una gemma che incanta chiunque lo visiti. Il paese, che è inserito tra i Borghi più Belli d’Italia, è un luogo fiero e antico, situato tra il blu del mare e il verde della campagna. Un gioiello storico che conserva intatta la sua autenticità, regalando ai visitatori un’esperienza unica tra vicoli, case in pietra e scorci mozzafiato. La natura che circonda Montescudaio è una grande protagonista: distese di campi si alternano a vigneti e uliveti secolari. Come gemme incastonate nel verde, sorgono antichi casolari, sentinelle di epoche passate che nella stagione turistica diventano culla di ospitalità per i visitatori. Uno degli aspetti più affascinanti di Montescudaio è la sua atmosfera senza tempo. Qui si svelano le trame di un intreccio di ere che testimoniano un’antichissima presenza umana. Gli insediamenti a Montescudaio risalgono all’epoca Villanoviana, ai primi stadi della formazione della civiltà etrusca. In una tomba riportata alla luce nei pressi del paese, fu rinvenuta una delle testimonianze più salienti della civiltà etrusca: un’urna cineraria del XI o X secolo a.C. che, per la sua pregevole decorazione con figure plastiche sul coperchio, rappresenta un capolavoro assoluto nella storia etrusca.

Cosa vedere a Montescudaio

montescudaio

Il Centro di Documentazione di Archeologia e Storia (CeDIAS) raccoglie e coordina le conoscenze sulla storia e sull’archeologia dell’area della Bassa Val di Cecina e in particolare di Montescudaio, sin dalla preistoria. Il CeDIAS espone materiali e altre evidenze storiche e archeologiche raccolte nel territorio fino ad oggi, al fine di farle conoscere a turisti e studiosi contribuendo al processo di tutela, recupero e valorizzazione di alcuni siti antichi, medievali e di età moderna, ubicati vicino al capoluogo e sulle colline che si affacciano sul fiume Cecina. Il pian terreno del CeDIAS è concepito come primo luogo di incontro e spazio di comunicazione con cittadini e turisti. Qui si trova una sala suddivisa in due settori: nella prima porzione, il bancone per l’accoglienza e un piccolo bookshop tematico, nella seconda parte della sala sono esposti reperti preistorici di età etrusca e romana provenienti da recuperi e da ricerche di superficie nel territorio che, insieme ai filmati, raccontano il paesaggio insediato di Montescudaio in antica età, tra ville rustiche e fattorie, e la storia del vino in antichità, la sua produzione e la commercializzazione nella Bassa Val di Cecina. Al piano superiore è possibile ammirare reperti di età medievale e moderna provenienti dagli scavi archeologici alla Badia, monastero benedettino femminile sorto intorno al 1100 d.C. vicino a Montescudaio, fondato dal conte Gherardo Della Gherardesca. Le aperture sono stagionali.

Il centro storico: dal piazzale del Castello, dalle vecchie mura castellane e dalla torretta “La Guardiola”, si schiude una vista panoramica cesellata di tetti coperti dai coppi toscani, filari delle viti, alberi da frutta, ulivi, fino a scrutare, con l’occhio, le isole Gorgona e Capraia e la punta nord di Capo Corso. Montescudaio fu un Castello medievale e rinascimentale di notevole importanza. Il cuore pulsante e antico del paese è costituito da viuzze e piazze antiche. In una perfetta melodia tra passato e presente, il centro storico ha un’anima viva e vissuta: durante la bella stagione, diventa un angolo paradisiaco di fiori, uno scorcio da sogno che sgorga grazie a una significativa opera di decoro urbano.

Nel centro di Montescudaio svetta la Torre Civica, iconica struttura del paese: il primo impianto è risalente al secolo XII. In centro troviamo l’Abbazia di Santa Maria Assunta, le cui prime documentazioni risalgono all’XI secolo. Originariamente l’edificio era dedicato a Sant’Andrea in Castello, per poi ereditare in seguito, nel 1416, il titolo del soppresso monastero femminile dedicato alla Vergine. Ecco poi la chiesa oratorio della Santissima Annunziata, eretta intorno alla metà del Quattrocento. I palazzi storici dialogano con i lasciti dell’arte contemporanea, come il Monumento ai Caduti dell’artista Italo Griselli, originario di Montescudaio. Un paese che è diventato negli ultimi anni un vero e proprio museo a cielo aperto con i “segni artistici” che portano la firma dall’artista internazionale Stefano Tonelli. Montescudaio è un rifugio per l’anima. Un luogo dove storia, tradizioni e saperi del presente si mescolano per regalare, a chi lo visita, un viaggio esperienziale.

Le tradizioni di un borgo DOC

vino doc montescudaio

Il vino Doc è la vera eccellenza di Montescudaio, che è anche Città del Vino. Ogni anno, nel primo fine settimana di ottobre si svolge la Festa del Vino, un festival di grande richiamo a livello nazionale in cui si mescolano storia, produzioni locali, cultura del vino e sapienza che trovano ramificazione sin dall’epoca etrusca. Tradizioni si tramandano di generazione in generazione. In un paese che è culla di bellezza, una comunità intera si salda inscindibilmente alla cultura contadina dei suoi vigneti secolari. Una manifestazione dedicata alla Doc di Montescudaio che germoglia in un seme culturale che ogni anno, a ottobre, unisce tutto il paese. La Festa del Vino, nel primo fine settimana di ottobre, catapulta in paese migliaia di persone. La storia della vite in questo territorio si snoda attraverso i secoli fino ai nostri giorni. Nel 1968 nasce la Sagra del Vino, mentre nel 1977 si ha l’ottenimento della Doc con due tipologie: un rosso a base di sangiovese, trebbiano, malvasia, e altre varietà come canaiolo e colorino, ed un bianco, a base di trebbiano, malvasia e vermentino, che può essere prodotto anche come Vin Santo, secco, semisecco o dolce. Ogni anno la kermesse del Vino Doc si intreccia a eventi ludici, culturali, a tour del cuore delle vigne e a degustazioni da parte dei produttori della Doc Montescudaio, attraverso un lavoro collettivo del Comune di Montescudaio, del Consorzio e dei produttori, delle associazioni che rendono la Festa del Vino uno degli appuntamenti principe dell’autunno toscano, e non solo. Montescudaio come Capitale italiana del Vino, ma anche luogo di altri sapori genuini.

Dalla rete di Città dell’Olio fino al forno a legna, da cui esce il tipico pane insipido toscano che accompagna i grandi piatti della tradizione della zona: crostini di fegatini, pappa al pomodoro, ribollita, minestre di pane con ceci e fagioli. Le olivete rappresentano un altro fiore all’occhiello del territorio, così come una storica produzione di lavorazione e di confezionamento delle carni di bovino e suino. Sono 250 anni di tradizione nella lavorazione delle carni che qui si producono con ricette artigianali e utilizzando prodotti naturali, selezionati e garantiti di provenienza dalla Regione Toscana e da allevamenti italiani.



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