Un capolavoro d’altri tempi: nel cuore della Spagna c’è uno dei palazzi più belli d’Europa, e parla anche un po’ italiano

La parola spagnola granja ha tante sfumature possibili di traduzione: fattoria, allevamento, azienda agricola, ma anche tenuta o casa colonica. Insomma, un ambiente rurale, dove ci si immagina di trovare campi coltivati, animali che starnazzano nell’aia. Eppure, la Granja de San Ildefonso è un luogo completamente diverso, un sovvertimento ideale dell’umile che diventa grandioso, svelando davanti agli occhi del visitatore una reggia magnifica, risalente al XVIII secolo, incontro ideale tra la grandiosità dei paesaggi spagnoli e la genialità di un ben noto architetto italiano.
Ci troviamo a circa un’ora da Madrid, lungo la prima delle tappe del percorso che ci porterà alla scoperta di cinque splendidi luoghi della Castilla y León, passando per Segovia, Pedraza, Sepúlveda, Mederuelo e Ayllón. Località piccole e grandi, che fanno da punti intermedi di un percorso che tocca ben quattro dei Pueblos más Bonitos de España, i borghi più belli di questa terra così sorprendente e pronta a svelare magnificenza ad ogni angolo.
E anche qui, ritroviamo la magia dei paradores, strutture ricettive ricavate all’interno di strutture storiche-monumentali, dove l’accoglienza tipicamente spagnola fatta di buona cucina e simpatia si unisce a una ricercatezza del servizio di grande livello. Una unione, ben riuscita, di antico e nuovo, dove si dorme circondati da stucchi, marmi e sculture ma senza dover rinunciare al comfort e al benessere. E nel Parador de La Granja de San Ildefonso tutto questo è accentuato dal fatto di trovarsi, a conti fatti, in una reggia reale del Settecento: sentirsi regine e re per una notte non sarà solo un momento di fantasia, ma pura realtà.
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Granja de San Ildefonso, la reggia del primo re Borbone
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È l’anno 1721 quando Filippo V di Spagna, il primo re della dinastia Borbone, decise di portare nel suo nuovo regno un po’ delle terre da cui proveniva, appunto la Francia. E lo fece commissionando all’architetto di Casa Savoia, Filippo Juvarra, la realizzazione di uno splendido palazzo reale in stile barocco, dalle atmosfere quasi più inglesi che spagnole. È il Palacio Real de San Ildefonso, che richiese quasi vent’anni di lavori, sia per le magnifiche sale affrescate e sia per gli imponenti giardini, nei quali ritroviamo 26 fontane, una cascata, percorsi immersi nel verde e la meraviglia di un “piccolo mare” alimentato dalle acque delle circostanti montagne della Sierra.
La Granja, però, non finisce qui: proprio come un complesso di campagna, vi si trova anche una parte produttiva, che qui corrisponde al Museo tecnologico del vetro, ricavato negli spazi dell’antica Fabbrica Reale, 25mila metri quadrati di esposizione sull’avanzamento produttivo del vetro e con una collezione che spazia dal Cinquecento fino al giorno d’oggi, raccogliendo esempi di quanto prodotto alla Granja e nel resto d’Europa.
Segovia, dove l’antichità incontra il cuore della Spagna
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In appena 10 chilometri, lasciata la Granja de San Ildefonso, raggiungiamo l’antica città di Segovia. È una delle mete più interessanti dell’entroterra spagnolo, dominata dall’imponente profilo dell’Acquedotto romano. Venne costruito intorno al I secolo, durante i regni di Vespasiano e Traiano, e nonostante siano trascorsi quasi 2000 anni continua a ergersi fino ai 28 metri del tratto di Plaza del Azoguejo, dove una impressionante sequenza di 167 archi ci ricorda le capacità costruttive dei Romani, che ricorsero a un “semplice” incastro dei blocchi per tenere in piedi questa infrastruttura. C’è molto altro da vedere in città, a partire dalla Cattedrale, complesso gotico (sebbene costruito in epoca rinascimentale e completato addirittura a fine ‘700) di dimensioni gargantuesche, con i suoi 105 metri di lunghezza e 50 di larghezza. Altrettanto magnifica è l’architettura, di nuovo gotica, dell’Alcázar di Segovia, castello del XII secolo, abitato anche da Alfonso VIII e dal quale si dirama una serie di corridoi e passaggi segreti che avrebbero permesso ai suoi abitanti di fuggire in caso di pericolo.
Pedraza, il borgo abbracciato dalle antiche mura
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Un museo a cielo aperto, che dal 1951 è uno dei monumenti simbolo della Spagna. Pedraza è un piccolo borgo che ruota, come tanti in spagna, intorno alla sua iconica Plaza Mayor (e chi conosce la Spagna, sa bene quanto questo nome ricorra nella toponomastica di moltissime città), tra edifici con porticati e la splendida chiesa di San Juan. Interessante è la visita al Gran Castillo de Pedraza, a ben 1060 m s.l.m., un luogo dove la storia si stratifica nelle tre grandi epoche spagnole: qui, secondo la leggenda, sarebbe nato l’imperatore Traiano; qui visse il califfo di Cordova, Abd al-Rahman III nel X secolo e qui risiedettero i re spagnoli a seguito della Reconquista cristiana.
Sepúlveda, dove i panorami lasciano senza parole
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Forse lo scrittore Luis Sepúlveda deve il suo cognome a questo piccolo borgo della Castilla y León, che nonostante le piccole dimensioni viene anche chiamato il “museo vivo più grande del mondo”. Piccoli vicoli di meraviglia con chiese, palazzi e case di roccia viva, lampioni dalla luce calda che nelle ore serali restituiscono un’aria di serenità e pace, la stessa che si può ritrovare visitando la chiesa di San Salvador, edificio romanico dell’XI secolo in cui convivono però elementi ancora più antichi, simbolo di un borgo e un territorio dove la commistione di stili ed epoche è da sempre foriera di grandi sorprese.
Maderuelo, il fiume e la natura
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Se i “paradores” sono quei luoghi dove trovare rifugio dalla quotidianità e ricerca della meraviglia, i “miradores” sono borghi, terrazze, affacci su una Spagna lenta e sostenibile, che ci invita a rallentare e soffermarci su ciò che ci circonda. Esattamente come fa il piccolo borgo di Mederuelo, circondato dall’acqua del fiume Riaza, dal quale si emerge fin quasi a 1000 metri d’altitudine, conservando in questo borghetto a cuneo, in cui vivono appena 101 abitanti, numerosi elementi storici di rilievo. A partire dalle porte di accesso all’antica fortificazione, Puerta de la Villa e Puerta del Barrio, mentre le chiese di San Miguel, di Santa María e l’Ermita de la Vera Cruz ci riportano a una religiosità archetipale, semplice e fortemente legata alla spiritualità dei primi secoli del Cristianesimo.
Ayllón, per un tuffo nel Medioevo
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Il nostro viaggio tra i piccoli borghi della provincia di Segovia si completa con la visita ad Ayllón, meta signorile benché capace di slanci di umiltà, come quella che ritroviamo nel profilo irregolare, ma allo stesso tempo elegante, della Plaza Mayor. L’antico municipio, il palazzo vescovile, la chiesa di Santa Maria sono le tappe di numerosi tour teatrali di questo borghetto, nel quale la conoscenza e l’approfondimento turistico vengono espressi attraverso una forma di coinvolgimento tanto insolita quanto degna di nota. Questo, del resto, è anche un borgo “regale”, perché qui vi hanno trovato residenza, anche solo per qualche tempo, numerose teste coronate, da Alfonso VI a Fernando IV.