Vacanza gustosa nella Foresta Nera
Un paio di settimane prima della partenza comincio a studiare un itinerario che ci permetta di vedere i luoghi più significativi, anche seguendo i suggerimenti letti su TPC. Per il pernottamento, decidiamo di arrivare ogni volta sul posto e di cercare alloggio presso una Gasthof o simile. Dagli uffici turistici delle località individuate come interessanti mi sono fatta spedire a casa del materiale (mappa, ospitalità) per prepararci.
E finalmente, alle 5.30 di martedì 11 settembre 2007, imbocchiamo l’autostrada, destinazione Como-Chiasso. La nostra prima tappa è alle cascate del Reno, a Schaffhausen, Svizzera. Purtroppo il tempo si è ingrigito, quindi i colori risultano un po’ spenti, ma la potenza dell’acqua è comunque impressionante e il frastuono assordante! Scattiamo centinaia di foto da tutte le piattaforme disponibili. Facciamo anche la gita col battello che ti porta sullo sperone, proprio in mezzo alla cascata. Siamo circondati dall’acqua, dalla sua impetuosità; la roccia svetta coraggiosa, sembra resistere strenuamente agli schiaffi della cascata. Siamo nelle mani della natura, ed è paurosamente eccitante! Breve pausa pranzo, poi di nuovo in macchina verso la prima tappa ufficiale della Foresta Nera: il lago Titisee. All’inizio del paese troviamo il pannello informativo con i nominativi di chi offre le camere. Attratto dalla fotografia, Marco decide che dobbiamo alloggiare presso la Haus Irma. Per una serie di coincidenze favorevoli, alla fine riusciamo a trovare il centro del piccolo paese e ad individuare la suddetta Gasthaus: una piccola casa in legno, con gli immancabili gerani alle finestre. Titubante mi avvicino al campanello e suono. Aspetto. Speriamo che il mio tedesco sia sufficiente a farmi capire. Risuono. Speriamo che ci sia qualcuno in casa. Speriamo che abbia posto. La porta si apre e appare una signora anziana, vestita in maniera sportiva, i capelli lunghi bianchi legati. La camera è disponibile, per € 22 a testa al giorno, compresa la colazione. Il bagno è al piano. Ma la camera… La cameretta delle favole. Molto calda, moquette color panna, letto di legno marrone chiaro in riconoscibilissimo “stile Ikea” e piccola verandina finestrata, con tavolo, lampada e due poltroncine. Vista lago. Tendine bianche col fiocco. Tende gialle canarino più pesanti per la luce (le tapparelle non esistono, lo sappiamo). Una piccola chicca. Fosse per me, mi trasferirei a vivere qui! La mattina seguente, dopo una colazione molto abbondante (la mia, soprattutto, perché lo stomaco di Marco prima delle 11 si rifiuta di accettare qualsiasi tipo di cibo) partiamo alla volta di Furtwangen. Qui visitiamo il museo dell’orologio, unendoci ad un gruppo di turisti francesi: anche se non è la nostra lingua, riusciamo comunque a capire gran parte di quanto illustrato dalla guida, e ne siamo favorevolmente impressionati. Il museo è dinamico, ci sono molti begli esemplari di orologi esposti, di varie epoche e di varie provenienze. Ammiriamo anche un particolare orologio in legno, di qualche secolo fa, ancora funzionante, con meccanismi molto precisi e particolari. La visita è molto interessante. La nostra mattinata prosegue con la visita a Schonach del cucù più grande del mondo. Si tratta di un orologio grande come una casa, letteralmente. All’interno, oltre ad una piccola rivendita di souvenir, è possibile ammirare il meccanismo dell’orologio, perfettamente funzionante. Rimaniamo un po’ delusi quando scopriamo che ad emettere il caratteristico suono del “cucù” non sono altro che due flauti di lunghezza diversa, a stantuffo. Alle 12.30 usciamo e ci posizioniamo frontalmente alla casa perché uscirà il cucù. Ma il risultato non è all’altezza delle aspettative: troppo piccolo l’animale e troppo timido il suono. Comunque da vedere! Proseguiamo quindi verso Triberg, dove è possibile visitare le cascate più alte di Germania. Purtroppo per noi, l’ingresso al parco è chiuso per tre giorni, causa albero pericolante che deve essere abbattuto. Mangiamo quindi un hot-dog presso un chiosco sulla strada, visitiamo e facciamo qualche acquisto nel negozio dei 1000 cucù e ci rimettiamo in macchina.
La tappa successiva è Donaueschingen. Questa piccola cittadina è famosa per ospitare la sorgente del Danubio e la fabbrica della birra Fürstenberg. Nel frattempo il cielo si è schiarito e possiamo ammirare dall’alto la vasca della fonte del Danubio, con la statua che la sovrasta e che col braccio indica la direzione del percorso del fiume. La fabbrica, invece, non è visitabile. O almeno: ci sono visite guidate al pomeriggio, ma solo in tedesco ed è già passato l’orario. Marco allora acquista un boccale in ricordo. Bighelloniamo ancora un po’ per il paese in attesa che venga ora di cena: abbiamo già adocchiato un locale che risponde ai nostri gusti. Dopo una gustosissima cena rientriamo a Titisee.
La mattina di giovedì, dopo colazione e qualche acquisto natalizio, carichiamo i bagagli e partiamo alla volta di Freudenstadt. Il percorso è sempre molto piacevole: le strade sono pulite, in ottime condizioni e poco trafficate. Il panorama è molto rilassante: gli alberi verdi e imponenti ricoprono le colline, il cielo è di un bell’azzurro nitido e qualche scoiattolo, incurante del pericolo, attraversa la strada, spaventando Marco che è alla guida. Arrivati a destinazione, cerchiamo subito l’ufficio turistico per trovare una sistemazione per la notte. Dal catalogo che ci consegna l’addetta, individuiamo un paio di strutture che possono interessarci: economiche e non troppo lontane dal centro. La ragazza poi telefona e ci dice che la camera è disponibile, dopo le 14. Troviamo quindi un parcheggio all’ombra e facciamo un pisolino, nell’attesa che arrivi l’ora. Quando andiamo a suonare alla porta, però, ci apre titubante una signora: sembra impaurita, impreparata al nostro arrivo. Entriamo e ci porta al primo piano, dove c’è la camera. L’interno della casa è in legno scuro, con la moquette scura. La camera è ammobiliata in stile anni ’70: non molto bella per i nostri gusti. Vedendo che la padrona sembra in difficoltà perché doveva ancora finire di rassettare, chiediamo se possiamo lasciare le valige che poi andiamo in centro a fare un giro. Accoglie la nostra richiesta molto sollevata. Marco è disperato: non è assolutamente convinto della scelta che abbiamo fatto. Non gli interessa se spendiamo solo € 15 a testa: in quella casa che sembra abitata dai fantasmi non ci vuole stare! A me invece viene da ridere e cerco di rassicurarlo. Ma lui no, non vuole sentire ragioni. A questo punto la sua richiesta è: devo assolutamente bere una birra! E così, alle 14.30 ci sediamo ai tavolini di un caffè (gestito da italiani) e sotto un bel sole Marco si beve quasi d’un fiato la sua birra media mentre io decido per una cioccolata calda con panna. Che coppia che siamo!!! La cittadina di Freudenstadt è famosa per avere la piazza più grande della Germania. L’aspetto che ci delude di più, però, è che non è possibile vedere questa piazza nella sua interezza, anche perché è attraversata da due strade e relativo traffico. Dopo aver visitato la chiesa principale, decidiamo di fare il giro panoramico col trenino, per avere un’idea della città, visto che fino a quel momento non siamo particolarmente entusiasti… La cena la consumiamo in una birreria, “Turmbräu”, proprio al centro della piazza, che produce la sua birra. Il locale è molto accogliente: in legno, le tovaglie a quadretti bianche e blu, e una candela al centro. Le cameriere, come al solito, indossano abiti tipici. Il cibo è ovviamente sempre gustoso. E finalmente arriva il momento di tornare in camera. Marco è ancora scioccato, preferirebbe dormire in macchina… Quando arriviamo alla casa è tutto buio. Entriamo nell’ingresso: nessuna luce, silenzio e un diffuso odore di muffa. Riesco a trovare l’interruttore delle scale: una fioca luce illumina il percorso. Marco sale, accende la luce in camera e io spengo quella delle scale. Chiudiamo la porta della camera. È freddo. Non c’è riscaldamento. In maniera acrobatica riusciamo a rinfrescarci nella vasca e ci infiliamo sotto il piumone. È ancora più freddo che nella camera… Riusciamo comunque a dormire, senza patire disturbi particolari. La mattina scendiamo timidamente in cerca della padrona di casa. Nella saletta è apparecchiato per la colazione, ma nessuna presenza umana. Ma ecco che si apre la porta dell’ingresso e la proprietaria entra, avvolta in una giacca a vento col cappuccio, il naso rosso dal freddo e un sacchetto di panetteria in mano. Impaurita dalla nostra presenza, dice di sederci in sala e poi si chiude dietro la porta. Facendo avanti e indietro dalla cucina per tre volte ci porta il pane, i salumi e due teiere. Poi sparisce. Io come al solito mangio avidamente: i panini sono fragranti e la marmellata di mele ha un ottimo sapore. Marco mi sollecita perché vuole andarsene il prima possibile! A pancia piena paghiamo, carichiamo i bagagli e ci rimettiamo sulla strada: direzione Baden Baden. Ci fermiamo in questa località solo un paio d’ore: facciamo una passeggiata, qualche foto alla Trinkhaus e alle terme di Caracalla, un panino volante, poi ripartiamo. Non siamo rimasti particolarmente colpiti da questa cittadina: molto bella, ma abbiamo gli occhi pieni dei paesaggi naturali della Foresta Nera, i palazzi non ci attraggono più di tanto. La meta successiva è Karlsruhe. L’addetta dell’ufficio turistico ci informa che in città c’è un evento musicale particolarmente importante e non sarà facile trovare una sistemazione per la notte a buon prezzo. Ma siamo relativamente fortunati e troviamo una camera presso l’hotel Astoria, appena fuori dal centro, € 65 compresa la colazione. Andiamo a depositare i bagagli, quindi ci dedichiamo alla visita della città e della residenza imperiale. Ci sono molti turisti e la nostra impressione è quella di una città giovane e dinamica. Il castello si visita gratuitamente, ed è possibile salire sulla torre, da dove si può godere di una magnifica vista della città e rendersi conto della sua particolare struttura. La caratteristica di Karlsruhe è che è fatta a ventaglio: un reticolo di strade davanti al castello ed un’immensa area verde incontaminata nella parte opposta. È veramente suggestivo! Scendendo visitiamo anche qualche sala del castello, con arredi ed oggetti dell’epoca. Per la cena ci siamo fatti indicare dall’addetta informazioni una birreria tipica, che riusciamo a trovare facilmente. Il locale è molto colorato, ubicato all’interno di un palazzo, con le finestre che si affacciano sul cortile interno, quindi sui tavoli dei clienti. Ci piace molto l’atmosfera che si respira, anche perché i tavoli sono occupati da tedeschi e quindi non siamo nel ristorante per i turisti un po’ fasullo. Marco opta per il litro di birra e alla fine della cena un po’ ne risente… Rientriamo in albergo a piedi ma, convinti di dover andare in una direzione, senza considerare la struttura a ventaglio delle strade, ci rendiamo conto che ci stiamo dirigendo esattamente dalla parte opposta! Aiuto! Non facciamoci prendere dal panico. Va bene che è già buio e che non ci sono facce bellissime in giro, ma possiamo farcela! Con più di mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia arriviamo finalmente in hotel, ma siamo sani e salvi!!! La mattina di sabato, dopo colazione, partiamo in direzione di Strasburgo. La nostra gita in Foresta Nera ha sconfinato un paio di volte. Rientrati in terra di Germania, fallita la possibilità di trovare un alloggio a Freiburg, troviamo ospitalità nuovamente presso la Haus Irma. Ma essendo sabato, il prezzo è aumentato rispetto alla prima volta, e ci chiede € 25 a testa. Accettiamo.
Domenica mattina, sfruttando la convenzione che le strutture ricettive hanno con i mezzi di trasporto, prendiamo il treno fino a Feldberg, quindi la funivia fino in cima alla montagna. Il paesaggio che si gode da quell’altezza è molto bello, un po’ penalizzato dal fatto che il cielo non è proprio sereno e tira un vento fortissimo. Sempre col treno, proseguiamo poi fino a Freiburg. Essendo domenica pomeriggio, la città è piuttosto tranquilla. Ci sono turisti in giro, ma i negozi sono chiusi. L’impressione generale è un po’ deludente, rimanendo Freiburg molto carina dal punto di vista architettonico. La notte la trascorriamo presso la Pension Lorette, sempre a Titisee, al costo di € 57 a coppia con prima colazione. Miss Lorette si rivela essere la classica signora tedesca (avevo già letto commenti simili su altri racconti), molto rigida nelle sue idee, ma comunque disponibile e facile alla chiacchiera. Lunedì mattina partiamo tardi, alla volta di Colmar, sempre in Francia. Un paesino adorabile, con le sue case a graticcio e coloratissimi gerani. Peccato che non ci fosse il sole: i colori sarebbero stati strepitosi! Per una serie poco fortunata di circostanze, le ultime due notti le prenotiamo presso l’hotel Etap di Basilea-Pratteln, in Svizzera. È situato abbastanza vicino all’ultima tappa della nostra vacanza tedesca, Bad Säckingen. È una piccola località termale, situata sul fiume Reno, al confine tra Germania e Svizzera. La sua particolarità è di avere il ponte in legno coperto più lungo d’Europa. Il programma di martedì mattina prevede bagni termali. Ed essendo molto nuvoloso, con frequenti scrosci di pioggia, ci sembra la soluzione ideale. La piscina è frequentata soprattutto da persone di una certa età, ma non ha importanza. L’acqua delle varie vasche è calda e noi ci rilassiamo. Ce n’è una anche all’aperto, ed è bellissimo fare il bagno nell’acqua calda mentre piove! Trascorriamo così la mattinata, in totale relax. Nel primissimo pomeriggio usciamo ed andiamo alla ricerca di qualcosa da mangiare: la piscina fa venir fame! Troviamo una Bäckerei che ci ispira e ci sediamo ai tavolini sul retro. Ogni volta rimaniamo stupiti da come siano accoglienti queste pasticcerie, curate nei minimi particolari (fiori sui tavoli e tendine alle finestre), per non parlare del banco dove espongono le torte! Lo sguardo si perde e c’è davvero l’imbarazzo della scelta! Hanno tutte un aspetto invitante e sono una più accattivante dell’altra. Uno dei fili conduttori di questa vacanza possiamo dire che è stata sicuramente la ricerca della felicità del palato! Dopo il pranzo-merenda (sono le tre del pomeriggio), facciamo un giro a piedi per la città e attraversiamo il famoso ponte. Quasi alla fine del percorso, un’insegna metallica indica che stiamo uscendo dal territorio tedesco ed effettivamente all’uscita del ponte, sull’altro lato del fiume, ci sono due finanzieri svizzeri di guardia. Che strano! Ceniamo in un ristorante sulla piazza principale, arredato come l’interno di una nave, poi rientriamo a Basilea. La nostra vacanza è ormai finita, ahinoi! Mercoledì 19 settembre ripartiamo in direzione Italia, Bologna, e arriviamo a casa alle 19.50, dopo aver percorso km 2141,5. Quest’anno è la terza volta che andiamo in Germania ed al rientro abbiamo sempre nostalgia di quei luoghi. Abbiamo trovato una dimensione che ci piace molto, sia per lo stile di vita che conducono, che per il paesaggio che la caratterizza. Non sottovalutiamo nemmeno l’aspetto gastronomico della questione. Posso dire che non siamo quegli italiani che se anche all’estero non mangiano spaghetti e pizza entrano in crisi di astinenza, anzi! Ci adeguiamo molto bene alle loro specialità. Abbiamo individuato cosa non ci piace (crauti, stinco) e cosa ci soddisfa (Käsespätzle, Bratwurst e le varie declinazioni di Kartoffeln, senza tralasciare tutti i dolci…) e su quello ci muoviamo. Marco adora le loro birre, io mi limito al succo d’arancia. Forse, l’unica cosa di cui sentiamo veramente la mancanza, è il caffè espresso dopo pranzo, per recuperare le energie quando devi continuare le visite. Per il resto, la Foresta Nera ci ha affascinato! Buon viaggio Luciana & Marco