Un week- end pavese

Pavia, cittadina longobarda poco distante dalla mia: Brescia, con la quale ha molto in comune, merita davvero una visita anche breve se non si ha troppo tempo a disposizione; comunque essa sia ( breve o lunga) sappiate che senza dubbio sarà di un’ intensità fuori dal normale. Si comincia dal Ponte Coperto che collega il centro della città con...
Scritto da: Carini Luzzago
un week- end pavese
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
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Pavia, cittadina longobarda poco distante dalla mia: Brescia, con la quale ha molto in comune, merita davvero una visita anche breve se non si ha troppo tempo a disposizione; comunque essa sia ( breve o lunga) sappiate che senza dubbio sarà di un’ intensità fuori dal normale.

Si comincia dal Ponte Coperto che collega il centro della città con una zona caratteristica che ha un qualcosa di veneziano, forse per la forma ed il colore delle case… parlo di Borgo Ticino. Il fiume Ticino, per l’ appunto, divide la città e ne lambisce i confini.

La leggenda narra che su questo ponte, ricostruito nel ‘ 49, identico all’ originale dopo i bombardamenti, esattamente a metà strada, Carlo Magno conobbe la sua futura moglie Teodolinda.

A metà strada non a caso, ma proprio perché se al re longobardo non fosse piaciuta la dama una volta vistala, avrebbe potuto fare marcia indietro rompendo il patto e non prendendola più come moglie, senza rischiare di portare all’ interno della città quelli che sarebbero, in quel caso, diventati i nemici del suo regno. Un incontro in luogo neutrale fu quindi la straregia che utilizzarono per evitare nel caso di arrecare danni alla popolazione e questo ponte fu proprio, a quanto pare, il luogo dove l’ incontro avvenne.

Borgo Ticino è la parte più bassa della città e purtroppo di sovente viene allagato e sommerso quasi completamente quando il Ticino straripa.

Percorrendo tutto il ponte e lasciandosi alle spalle questa zona della città, si arriva all’ inizio di Strada Nuova, una via commerciale un po’ in salita, molto elegante e piena di bei negozi, proprio come corso Cavour. Le gioiellerie hanno in vetrina sempre dei pezzi di una bellezza ed un’ estrosità fuori dal comune. Famose sono anche le pellicce che vengono confezionate in questa cittadina.

Proseguendo la passeggiata, pian pianino la città si apre a noi in tutto il suo splendore. Sulla sinistra, verso circa la metà di Strada Nuova si arriva in piazza del Duomo.

Ecco li l’ imponente chiesa che presto, finalmente, rivedrà la luce dopo anni di restauro.

Accanto al Duomo c’è lo spazio dove un tempo ergeva la torre civica crollata il 17 marzo del 1989… pare fosse un venerdì… Di fronte al Duomo ecco la statua del Reggi Sole e proprio li dietro il palazzo della curia con i suoi meravigliosi archivi sotterranei.

Proprio sotto a quel porticato ecco una gioielleria che in quanto a pezzi unici e meravigliosi si destreggia proprio bene! Non a caso sto scrivendo questo articolo con al dito un anello di fidanzamento che molto spesso, per i suoi incantevoli bagliori, mi acceca… rischierò di perdere la vista a furia di muovere l’ anulare per battere il pezzo al computer!  Per chi invece è meno romantico, ma più gourmet… sempre sotto a quel porticato si trova un ristorante pizzeria che ormai è diventato la mia sede fissa per ogni visita in città. Si chiama proprio Reggi Sole, come la statua che ha di fronte e si mangia veramente bene.

Ritornando invece alla nostra passeggiata… sul lato destro di Strada Nuova percorrendo una piccola ma deliziosa via, anche questa piena di negozietti che molto ricordano la cittadina inglese di Brighton, si arriva alla maestosa San Michele, il simbolo del periodo longobardo della città. In questo luogo sacro ci furono incoronazioni e diversi matrimoni regali proprio quando Pavia era capitale dell’ impero. Da vedere assolutamente a San Michele sono i resti bellissimi dell’ enorme ed enigmatico labirinto, i quali si trovano sull’ altare; ma va ammirato anche l’ antico e trionfale organo che ormai però necessita di un massiccio restauro, nonostante il suono sia tuttora buono. La cittadinanza e la curia stanno già da tempo organizzando manifestazioni per ricevere offerte che finanzino i lavori dei quali lo strumento ha bisogno.

Proprio di fronte alla facciata di San Michele si può scorgere dai giardini quello che era il palazzo della famiglia Moratti.

Molti scienziati, letterati ed uomini di cultura hanno studiato, vissuto e poi insegnato qui, ad esempio il bresciano Golgi, o il Petrarca… a lui c’è intitolata una piazzetta davvero deliziosa ed ogni volta che passo sotto al balcone di quella che pare fosse stata la sua dimora, la mia mente lo immagina affacciato alla finestra mentre osserva il brulicare delle persone che affollano il mercato proprio sotto a casa sua. Da non dimenticare è la Pavia universitaria! Proprio come ad Oxford ed a Cambridge, questa cittadina vanta numerose ed importanti facoltà. I prestigiosi collegi sono tutti storici ed i palazzi che ospitano gli studenti sono di una bellezza, un’ eleganza ed una tecnologia davvero incredibile! Ne è un esempio il collegio Borromeo.

Ogni anno gli studenti di Pavia sfidano i colleghi stranieri in gare di barche a remi sul Ticino in competizioni che ormai sono diventate un must di spessore ed ad ogni vittoria la reputazione della città aumenta sempre di più in prestigio.

A Pavia, oltre alla cultura, c’è anche il culto del magiare bene: salami e risotti sono la delizia dei palati anche se in realtà uno che forse è davvero l’ unico vero simbolo di Pavia è la famosa e parecchio copiata ( anche se senza lodevoli risultati) Torta Vigoni.

Pare infatti che, ormai parecchi anni fa, cercando di andare incontro alle necessità di avere un dolce che avesse una buona conservabilità e che durasse nel tempo mantenendo il suo caratteristico gusto e la sua fragranza, un alchimista del gusto, il signor Vigoni per l’ appunto, trovò la formula per “l’ elisir di lunga vita” del suo dessert.

Non ci sono parole per descriverla, bisogna assaggiarla. C’è chi ne va matto, c’è chi non l’ apprezza particolarmente; d’altronde i gusti sono personali e perciò estremamente diversi; fatto sta che è un must e per sapere di cosa si parla bisogna provarla, magari proprio nel caffè storico Vigoni che è in fondo a Strada Nuova, a pochi passi dal teatro.

Ma a Pavia le cose da vedere sono tante e non bisogna perdere tempo.

Importante e maestoso è il castello.

Bellissimo è l’ orto botanico. Per non parlare della Certosa di Pavia, a pochi km dal centro città.

Il paesaggio pavese poi, ha un ché di fiabesco: dalle risaie quando vengono irrigate, alle dolci colline della zona di Broni, dove buonissimi vini vengono preparati grazie a quei vigneti tanto belli da parere surreali, come se uscissero da delle cartoline. Per visitarla degnamente occorrono almeno quattro o cinque giorni; in un week-end purtroppo si fa tutto un po’ di corsa e non si riesce molto bene ad assaporare la sua essenza, ma è sempre e comunque un buon inizio per imparare a conoscere ed amare questa cittadina che io considero come un piccolo scrigno incastonato ed incorniciato dalle colline del nord Italia.

Annamaria Carini Luzzago, che ha conosciuto ed amato questa città grazie a Paolo Carena.



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