Un meraviglioso Sudafrica on the road

Un tour affascinante, da Johannesburg e Cape Town, tra paesaggi mozzafiato, natura incontaminata e ospitalità sudafricana, tutto rigorosamente fai da te. Consigli di viaggio
Scritto da: elisa.tardivo
un meraviglioso sudafrica on the road
Partenza il: 01/07/2016
Ritorno il: 16/07/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Dopo avere letto decine e decine di diari dei Turisti per Caso, che ci sono stati utilissimi nei nostri viaggi, perché non scrivere anche noi del nostro viaggio in Sudafrica ed essere d’aiuto ai prossimi fortunati?

L’intento non è quello di descrivere nel dettaglio la nostra esperienza e le nostre impressioni… scoprirete e vedrete con i vostri occhi quanto il Sudafrica sia bello e quanto le persone siano ospitali, oltre ogni aspettativa.

Da parte nostra possiamo garantirvi che è stato un viaggio meraviglioso, una scoperta continua e sì, se ve lo state ancora chiedendo… ne vale assolutamente la pena!

Ci teniamo però a darvi dei consigli e delle informazioni che, se avessimo trovato prima della partenza, ci sarebbero state più che utili nella pianificazione del nostro viaggio, rigorosamente fai-da-te.

Abbiamo prenotato il volo, direi con un insolito anticipo, a fine marzo, tramite Skyscanner. Partenza il 01/07/16 con Air Dolomiti e South African Airways (scalo a Monaco) per 840 € e il ritorno per il 15/07/16 con Emirates (scalo a Dubai) per 550 €.

Abbiamo poi considerato un volo interno (prenotato quando eravamo al Parco Kruger) da Johannesburg a Cape Town ad un prezzo di 190 € in due con Flysafair, low cost sudafricana.

LE TAPPE del VIAGGIO

Il Sudafrica è talmente vasto e vario che nella prima bozza di pianificazione verrebbe da inserire tutto, dal Kruger al deserto del Karoo, dalla Garden Route a Cape Town.

La verità è che bisogna fare i conti con il tempo che si ha a disposizione ed il periodo in cui si viaggia, tenendo sempre presente che per apprezzare un posto è necessario dedicarci del tempo… il troppo stroppia! Noi avevamo due settimane piene e queste sono le tappe che abbiamo scelto:

Prima parte: il Blyde Canyon, il safari nel Kruger Park e la visita di Soweto.

Seconda parte: Città del Capo (con Table Mountain e Robben Island), il Capo di buona Speranza (con tappa a Boulder’s beach), la zona Winelands (Stellenbosch, Franschhoek) ed Hermanus (con tappa a Muizenberg).

Con il senno del poi possiamo confermare che è stata una scelta azzeccata, abbiamo viaggiato con ritmi incalzanti ma non sfiancanti, godendoci e dedicando ad ogni meta un tempo adeguato. Ovviamente qualche giorno in più non sarebbe guastato…

PERIODO DEL VIAGGIO: le prime due settimane di luglio, durante l’inverno africano.

Confermiamo che è il periodo migliore per fare il safari in quanto c’è meno vegetazione e gli avvistamenti sono più facili.

Noi abbiamo trovato un tempo soleggiato e mite anche nell’area di Città del Capo e della costa meridionale ma chiaramente fa freddo per fare il bagno nell’oceano e prendere il sole, attività invece possibili negli altri periodi dell’anno.

METEO

Su questo tema si trovano informazioni che possono confondere. La regola generale è che… non esiste una regola! Tutto dipende da quanto si è fortunati poiché, anche se il mese di luglio cade nel pieno inverno sudafricano e noi generalmente abbiamo trovato bel tempo, non è assolutamente scontato.

Il meteo è infatti variabile in base alle aree geografiche e all’altitudine, con un’alta escursione termica tra il giorno e la notte.

Johannesburg è circa 1.700 slm pertanto può essere freddo.

Nel parco Kruger le temperature giornaliere sono invece più miti ma la mattina e la sera può fare decisamente freddo (soprattutto durante i safari all’alba e notturni).

Cape Town è sul mare, se le giornate sono belle si sta bene in maniche corte/felpa, ma se sono grigie, ventose o piovose, fa freddo. Nella gita a Robben Island ci sono tornati utili anche berretto e sciarpa!

E’ perciò indispensabile un abbigliamento vario, che passi dalle maniche corte alla giacca a vento.

VISTO: per viaggi turistici, non serve. Basta il passaporto.

SPOSTAMENTI

Abbiamo deciso di visitare il Sudafrica on the road con auto a noleggio, spostandoci con un volo interno da Johannesburg a Cape Town.

Le strade sono spaziose, tenute bene (a parte qualche buca nelle secondarie) e la segnaletica è chiara, difficile sbagliare. Noi ci siamo destreggiati bene tra segnaletica, cartine for free e google maps.

La guida è a sinistra e questo richiede al guidatore mooolta attenzione, soprattutto agli incroci. Le precedenze negli incroci senza semaforo, in particolare, possono sembrare decisamente dubbie ma abbiamo poi capito che la regola è semplice: passa prima chi è arrivato per primo, indipendentemente da dove si trovi.

Limiti 120 Km/h nelle autostrade e 60 km/h nei centri abitati. Ci sono tantissimi lavori in corso che comportano una riduzione della velocità massima e altrettanti controlli della polizia quindi è fondamentale rispettare i limiti.

Una parentesi per il parco Kruger: massimo 50Km/h.

NOLEGGIO AUTO

Per noleggiare un’auto è innanzitutto indispensabile la patente internazionale, da richiedere in Italia prima della partenza. Noi ci siamo rivolti ad un’autoscuola e ci è arrivata in circa 2 settimane, costo 80€.

Abbiamo noleggiato le auto tramite Rentalcar.com (con Bidvest per l’auto del Kruger e con First per l’auto di Cape Town) ma entrambe le prenotazioni hanno poi rivelato soRprese poco piacevoli al momento del ritiro quindi non sappiamo se consigliarvi un noleggio tramite Rentalcar o direttamente con le compagnie di noleggio. In linea generale, Rentalcar permette l’annullamento delle franchigie e quindi condizioni assicurative più vantaggiose mentre un noleggio diretto con la compagnia offre più tutela su altri fronti (esempio, che la tipologia di auto noleggiata sia poi effettivamente quella ritirata, cosa che a noi non è successo).

Per il parco Kruger avevamo scelto un SUV (avevamo perché in realtà c’è stata data una macchina che di SUV aveva ben poco). Non è indispensabile avere un SUV per visitare il parco ma è preferibile perché una macchina più alta, oltre ad essere più comoda, consente una visibilità migliore (tenete presente che nel parco non si può MAI scendere dalla macchina) e risulta più sicura anche per gli sterrati.

Costo: 350 €/7 giorni

Per l’area di Cape Town abbiamo invece scelto la versione economy, che ha egregiamente compiuto il suo dovere.

Costo: 120 €/6 giorni

La benzina costa circa 0,90 €/litro

ASSICURAZIONE MEDICA: caldamente consigliata.

Il Sudafrica ha una sanità pubblica non molto efficiente e le cliniche private, qualitativamente migliori, sono molto costose. Noi siamo partiti dall’Italia con un’assicurazione medica personale (Allianz, 170 € in due per 16 giorni) e con la solita base di medicinali utili per cavarcela in caso di malanni leggeri.

SICUREZZA

Punto dolente… idea generale è che il Sudafrica sia pericolosissimo e Johannesburg la città con il più alto tasso di criminalità al mondo. Ebbene, possiamo dirvi che a noi non è successo niente e che ci siamo sentiti quasi sempre al sicuro. “Quasi” perché, come in ogni grande città, vanno usare le regole del buon senso. L’unica occasione in cui ci siamo sentiti meno sicuri è stata forse una passeggiata serale in Long Street a Cape Town ma è stato sufficiente non dare confidenza a chi ci fermava per strada.

Tra le varie ci sentiamo di sottolinearne alcune:

  • è opportuno arrivare nel posto dove si pernotta non troppo tardi (in inverno il sole tramonta alle 17.30-18 quindi piuttosto presto e il buio arriva velocemente).
  • non concedere passaggi a chi fa l’autostop (tantissimi!);
  • visitare Soweto con una guida (oltre ad essere un labirinto, sarete davvero gli unici bianchi e in quanto tale, osservati).

Per il resto, noi abbiamo incontrato persone ospitali, accoglienti ed oneste, che hanno fatto di tutto per aiutarci.

TELEFONO: consigliatissimo l’acquisto di una SIM sudafricana.

Considerate che abbiamo risposto ad una chiamata con la SIM Italiana e in 6 minuti di conversazione sono sfumati 18€.

In aeroporto troverete un negozio VODACOM dove in tempi super rapidi vi faranno una sim e potrete decidere se caricarla con minuti (noi abbiamo fatto 1 ora di chiamate), dati internet (noi abbiamo fatto 5GB con l’idea di usare Google maps come navigatore) o entrambi.

Queste poi, in breve, le dritte che potrebbero tornarvi utili sui vari posti che abbiamo visto.

Blyde Canyon: la prima notte abbiamo pernottato in una guesthouse molto carina a Graskop, il Thaba Tsweni Lodge & Safaris, che si trova in un’ottima posizione per visitare il Blyde Canyon.

Il giorno seguente abbiamo fatto tappa alla Wonderview e God’s Window, dove la visuale è molto bella ma tutto dipende da quanto la giornata sia fosca, e al Bourke’s Luck Potholes.

Kruger Park: il parco è molto grande e vario, meriterebbe sicuramente di essere girato per intero.

Avendo a disposizione solo 5 giorni, abbiamo scelto di pernottare due notti fuori dal campo alla Kaia Tani Guest House, gestita da italiani ed assolutamente consigliata, per poter fare un safari full day accompagnati da Alberto. La decisione è stata azzeccatissima: Alberto ci ha spiegato tanto su flora e fauna, su come muoverci in autonomia e sui segnali degli avvistamenti. Informazioni indispensabili per i giorni seguenti di safari self-drive.

Ci siamo poi spostati verso sud, zona più ricca di animali, decidendo di fermarci una notte al Satara Rest Camp, una notte al Lower Sabie e una notte al Berg-en-Dal. L’itinerario è stato perfetto e ci ha consentito di visitare bene il centro e il sud del parco. Il Satara, con bungalow spartano ma pulito, ha un’ottima posizione. Qui abbiamo fatto un sunset safari in jeep. Decisamente avventurosa la notte nella Safari Tent al Lower Sabie, in riva al fiume, ci è piaciuta un sacco. Infine molto bello anche il bungalow al Berg en Dal. Qui abbiamo scelto di fare un trekking all’alba con i rangers.

NOTA IMPORTANTE: gli alloggi nel campo andrebbero prenotati prestissimo (oltre un anno prima!) sul sito ufficiale del parco www.sanparks.org ma se, come me, non siete presi tanto per tempo, non vi preoccupate! Vi comparirà sempre tutto full fino ad un mese e mezzo circa prima della partenza, quando le agenzie inizieranno a liberare gradualmente le prenotazioni non occupate. Con un po’ di attenzione e monitoraggio, riuscirete a prenotare esattamente nei rest camp che avrete pianificato!

Cape Town: abbiamo alloggiato alla Jardin d’Ebene Boutique Guesthouse, collocata in una zona residenziale tranquilla a pochi passi da Long Street. Consigliato, sia per la gestione della struttura sia per la gentilezza della staff, noi ci siamo trovati benissimo.

Di Cape Town abbiamo visitato le zone canoniche, il Waterfront (turistico, frequentato da bianchi), Long Street (frequentata dai neri, soprattutto di sera dà una minor sensazione di sicurezza), Bo-Kaap, il quartiere malese, il District Six, zona fulcro durante il periodo dell’apartheid.

Per quanto riguarda Robben Island, è stato interessante visitare il luogo in cui è stato imprigionato Mandela e sentire la testimonianza dell’ex detenuto che ci ha fatto da guida. Confermiamo che i biglietti vanno acquistati almeno 3 giorni prima, soprattutto in inverno, quando i tour sono solo 3: ore 9.00-11.00-13.00.

Nella Table Mountain, per mancanza di tempo, siamo saliti con la funivia (circa 15 minuti).

Vi consigliamo di essere lì presto (apre alle 8.30) per evitare le code, tenendo presente che la salita vale se il tempo non è troppo fosco, altrimenti la nebbia copre completamente la visuale. Considerate però che la nebbia a Cape Town e sulla cima non corrispondono sempre quindi il meteo va verificato il giorno stesso (noi abbiamo chiesto ad una guida del posto se, pur con una giornata nebbiosa giù valesse la pena salire e ci ha confermato che buona parte del nevischio sarebbe sparito da lì a poco. Così è stato!). La visuale è davvero bellissima e una volta in cima ci sono diverse tipologie di passeggiate in quota da poter fare. Se avessimo avuto più tempo a disposizione saremo saliti più volentieri a piedi anche perché il dislivello non è molto, è una camminata decisamente abbordabile.

Winelands: abbiamo dedicato una giornata alla zona dei vini perché mio marito, enologo, era interessato ad assaggiare i vini sudafricani. A suoi giudizio “i rossi buoni, molto meglio dei bianchi” ma al di là dell’interesse o meno nel campo vitivinicolo, la zona merita una capatina. Noi ci siamo fermati in due cantine a Stellenbosch ed a Franschhoek, la prima molto “boutique” e la seconda, che abbiamo preferito, decisamente più familiare ed artigianale.

La notte abbiamo pernottato ad Hermanus, con l’idea di fare un anello.

Hermanus: obiettivo primario era l’avvistamento delle balene, trattandosi anche della stagione giusta.

In riva al mare c’è una bellissima camminata di 10 Km sulla scogliera, con diversi punti panoramici e di avvisamento. Noi abbiamo scelto di non fare la gita in barca ma di farci una camminata. Sfortuna vuole che, anche a detta della gente del posto, non ci fossero molte balene in quei giorni, noi ne abbiamo intraviste solo due. Il posto è tuttavia talmente bello e rilassante che vale assolutamente la pena andarci, balene o non balene.

Questa è stata la nostra esperienza, ce ne sarebbe da raccontare… un viaggio ricco, vissuto, che ci ha fatto conoscere e vedere tanto. In questa realtà controversa, in ripresa ed in crescita, abbiamo incontrato un popolo ancora uscente da una grande lotta per i diritti umani, consapevole e combattivo ma non per questo meno accogliente.

Il Sudafrica è un Paese sorprendente, ci ha regalato grandi emozioni ed insieme a ricordi ed immagini indelebili ci siamo portati a casa la convinzione che, prima o poi, ci torneremo.



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