Turchia: Istanbul, Cappadocia e penisola di Datça
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Da aggiungere anche un volo interno da 63 euro (con Pegasus Airlines) tra Istanbul e Kayseri. In totale 480 euro a persona solo per gli spostamenti in aereo. Decisamente Troppo. Con il senno di poi, dall’italia il consiglio è prendere andata e ritorno fino a Istanbul e se si deve viaggiare all’interno si viaggia con gli autobus di notte, risparmiando così anche sull’albergo.
Assicurazione sanitaria: Stipulata sul sito di viaggi sicuri: 65 euro in due.
Auto: Affittata ancora su enoleggio auto.it (oggi rentalcars.com). L’abbiamo presa per spostarci per una settimana nella costa del sud. Affittata una clio diesel ad Antalya su rentalcars.com. paghiamo 350 euro per una settimana, incluse 48 euro di assicurazione supplementare per danni al veicolo.
Percorso: Quando si fa in Turchia e si vuole fare Istanbul, Cappadocia e mare il percorso è abbastanza facile.
Ecco quindi le nostre soste notturne: 3-7 agosto Istanbul; 8-10 agosto Goreme 11 agosto: in autobus da Goreme a Antalya; 12 agosto: Cirali; 13 agosto: Ucagiz; 14 agosto Kas 16-18 agosto Datça 19 agosto: Antalya
Dormire: Ancora una volta abbiamo preferito prenotare tutte le nostre notti dall’Italia su booking.com. Da segnalare (in negativo) l’Ararat Hotel ad Istanbul e in positivo
Spesa finale: Non siamo andati a risparmio in tutto abbiamo speso 1800 euro a testa per 18 giorni. Con errori di hotel, si possono spendere tranquillamente 300 euro in meno. Con 1500 euro ti fai una signora vacanza
LE COSE DA NON PERDERE
– Santa Sofia. mastodontica e stupefacente. È il monumento più famoso e bello di Istanbul. Incredibile.
– Una cena al Topkapi. Dentro il Museo più affascinante, non vi perdete una cena romantica al Kerakol, il ristorante del Museo. Prenotate e non ve ne pentirete. Un’atmosfera fantastica d’altri tempi. A un costo neanche eccessivo
– I Monti della Cappadocia. Senza dubbio la parte più bella del viaggio. Quando la senti nominare la prima volta da qualcuno , non riesci bene a focalizzarla. Quando ci vai, non te vuoi più andare.
– Giornata in motorino per la Cappadocia. L’esperienza più divertente del viaggio. Dalla piazzetta di Goreme azzardate e fate i 50 km che vi separano dalla città di Soganli e di ritorno fate un giro a Zelve per finire alla fortezza di Uchisar. Per il tramonto andate al Sunset point sopra Goreme. Non ve ne pentirete
– Crociera sull’Isola di Kekova e dintorni. Sulla costa a sud, sicuramente il posto più affascinante. Andate a dormire a Ucagiz e il giorno dopo fate una crociera di una giornata intera con il Barcone sull’isola di Kekova. Indimenticabile il gelato alla pesca nell’ultima tappa a Kalekoy.
LE COSE DA PERDERE
– Ararat Hotel e Sultanhamet. Sebbene la posizione è sicuramente invidiabile, il tanto declamato Ararat Hotel a noi non è piaciuto. Stanze troppo piccole e claustrofobico. Ad essere sinceri, è tutto il quartiere di Sulthanamet che non ci ha convinto. Confuso, spennaturisti come pochi e senza anima. Molto più bello il quartiere ad est dove si trova la piccola Santa Sofia.
– Gran Bazar. Il più grosso mercato coperto di Istanbul ornai ha perso gran parte del suo fascino, ed è più una megatrappola per turisti che un luogo d’incanto. Non ci ha convinto per niente
– La valle di Ilhara. Quando si va in Cappadocia da tutte le guide viene descritta come un posto fantastico. A noi non ha fatto questa impressione. Alla fine è come un normale rivolo nelle Alpi. Molto più interessante invece la città sotterranea di Derinkuyu.
Ora È il momento di alzare il sipario, sta per iniziare il viaggio. Lascio a Rosa la penna..
03.08.12 – Si parte!
Mai come quest’anno il desiderio di vacanza è incontrollabile. Da mesi sento le gambe fremere dalla voglia di camminare su strade nuove, non vedo l’ora di respirare l’aria calda dell’estate dal finestrino di un’auto che attraversa luoghi mai visti prima, sudare con lo zaino in spalla per sentirsi esausti ma tremendamente felici. E allora si parte, questa volta per una meta relativamente vicina, Istanbul.
Il nostro imbarco a Fiumicino è previsto per le 15:00, voliamo con la Turkish Airlines. La compagnia si rivela la migliore tra quelle con cui abbiamo mai viaggiato e, non a caso, è stata premiata come prima in Europa. Riconoscimento meritatissimo, il volo è impeccabile e il cibo addirittura ottimo!
Quando arriviamo a Istanbul siamo senza parole per la semplicità con cui riusciamo a raggiungere il centro città. Con due gettoni da 2 LT (ovvero 1 euro l’uno!) prendiamo la metropolitana prima e un tram poi che ci porta fino a Sultanahmet, dove abbiamo prenotato il nostro hotel. Neanche il tempo di sgranchirci le gambe che veniamo catapultati nel cuore della vecchia Costantinopoli salutati da Hagia Sophia e dalla Moschea Blu. L’arrivo è sorprendente, per strada c’è un gran brulicare di gente del posto, sono tutti accovacciati sul prato con i propri cari, mangiano dopo il digiuno. Sì, è il periodo del Ramadan.
L’atmosfera di festa ci travolge mentre trasciniamo le valige, io mi sento frastornata! Arriviamo facilmente all’Ararat Hotel dove scopriamo a malincuore che la nostra stanza è davvero minuscola e non abbiamo alcuna vista, la finestra affaccia su un muro che lascia poco spazio all’immaginazione. In compenso dalla terrazza si vede la Mosche Blu in tutto il suo splendore! Avendo prenotato 4 notti siamo un po’ dispiaciuti, anche perché è uno degli hotel più cari del nostro viaggio (80 euro a notte!). Una stanza così piccola è un po’ una tortura, con tutto che la zona è comodissima per una prima visita della città. In futuro però eviteremo di stare così in centro, abbiamo visto zone molto carine e riparate dal trambusto, poche vie più in là verso la Moschea della Piccola Santa Sofia.
Per fortuna la stanza è comunque pulita e abbiamo un condizionatore. Sebbene sia io che Jack odiamo l’aria condizionata (ne abbiamo fatto a meno persino nella Death Valley!) qui è davvero impossibile resistere alla tentazione, fa così caldo che quasi non si respira. Anche per questo motivo usciamo velocemente e andiamo a rifocillarci in un ristorante molto rustico e molto vicino alla piazza, oltre che economico, Tarihi Sultanahmet Koeftecisi. Le polpette sono d’obbligo! Anche perché non c’è molta scelta. Ora possiamo dirvi che non sono niente di eccezionale in confronto a quelle che abbiamo mangiato in luoghi meno frequentati o sbandierati dalle guide. Comunque, oggi non abbiamo grandi pretese… ci basta essere finalmente in vacanza! Il frastuono in piazza dura a lungo, poi d’improvviso s’arresta per qualche ora fino all’alba quando il richiamo del Muezzin ci sveglia da un sonno profondo.
04.08.12 – Istanbul, secondo giorno
Alle 8:00 siamo già in terrazza a fare colazione con yogurt (rigorosamente bianco, amaro e turco) pane e marmellata. Jack assaggia anche la feta con pomodori, cetrioli e olive. Io a quest’ora sono ancora troppo italiana!
Appena mettiamo il naso fuori dall’hotel mi rendo conto che l’allarmismo sull’abbigliamento non è fondato, almeno a Istanbul. Se è vero che molte turche si coprono da capo a piedi, nessuno guarda con disprezzo le ragazze occidentali. Anzi, il turista qui è sacro. Capisco invece che quando si entra nelle Moschee sia opportuno coprirsi gambe e capelli, del resto anche nelle nostre chiese si deve tenere un atteggiamento consono. E poi i foulard abbondano all’ingresso dei luoghi religiosi, non c’è neanche bisogno di portarseli in borsa! Ecco, l’unica cosa che vi consiglio di portare sempre con voi è un paio di calzini, possono tornare utili.
Oggi ci dedichiamo proprio al giro delle Moschee: Hagia Sophia (dentro immensa e meravigliosa!), la Moschea Blu (alquanto deludente all’interno), la Cisterna Basilica (Jack vuole andarci a tutti i costi perché là hanno girato “007 – Dalla Russia con Amore”. Il posto merita veramente, è suggestivo e in più si sta al fresco, il che non guasta). Non facciamo mai grosse code e alle 12:30 abbiamo già finito i nostri giri così ci rifugiamo in una tavola calda per mangiare qualcosa senza pretese. Prima però passiamo dal ristorante dentro al museo di Topkapi e prenotiamo per una cena domani sera, è una chicca di cui vi diremo meglio più avanti.
Nel frattempo, alle 13:30 siamo ancora nella tavola calda, fuori piove. Per fortuna è solo un temporale estivo… smette poco dopo e siamo già pronti a riprendere la passeggiata.
Ci dirigiamo quindi verso la moschea Sokollu Mehmet Pasa e la piccola Hagia Sophia. La prima è bellissima, merita sicuramente una visita! Non male anche l’altra.
Andandoci passiamo casualmente in un quartiere molto carino che architettonicamente ci ricorda San Francisco: case pittoresce, fiori sugli usci delle porte, bambini che giocano in strada e signore anziane piegate sulle loro ampie gonne lunghe. Dall’alto si vede il mare… quindi ci dirigiamo senza esitazione verso il porto. Quando torniamo in hotel, dopo una doccia e un po’ di relax in terrazza, decidiamo di andare a cena all’Hamdi Restaurant, tra turisti e gente locale, davati al Ponte di Galata. Purtroppo la terrazza, da cui si gode di una splendida vista sulla parte asiatica, è già tutta piena e dobbiamo accontentarci di una saletta anonima al piano inferiore. Cibo discreto, prezzi medi. Nessun giudizio particolarmente positivo o negativo. Rientriamo a piedi in hotel, beviamo qualcosa contemplando la Moschea Blu. E buona notte, ancora, Istanbul!
05.08.12 – Istanbul, terzo giorno
Il palazzo Topkapi è bellissimo, merita certamente una visita… meglio però arrivare al mattino presto e visitare subito l’harem, l’atmosfera è meravigliosa e riuscirete a scattare qualche foto senza troppi turisti in giro. Da qui raggiungiamo a piedi il molo dove ci imbarchiamo per andare nella parte asiatica di Istanbul. Arrivati con il traghetto a Uskudar, la parte di Istanbul in Aia, ci fermiamo a pranzo da Kanat Lokantasi. Il cibo è di buona qualità e il servizio cortesissimo. Sarà che avevo lasciato lì la mia macchina fotografica e il cameriere mi ha rincorso in strada arrivando col fiatone e un grosso sorriso stampato sulle labbra. Da qui prendiamo l’autobus n°15 e scendiamo di fronte al palazzo del Sultano di Beylerbeyi che secondo la Routard sarebbe dovuto costare 8 euro a testa e invece ci costa un po’ di più (20LT), la visita è possibile solo in gruppo e con guida. Arriviamo in tempo per il tour delle 14:00, siamo solo in quattro e questo rende la cosa particolarmente piacevole. Subito dopo ci dirigiamo verso la vecchia stazione ferroviaria della parte asiatica, Jack è curioso… in effetti è molto bella e ne approfittiamo poi per una passeggiata sul vicino molo. C’è anche qui molta gente in giro, donne coperte con tanto di bandane e bandiere, sembra un raduno politico. Noi comunque alle 16:00 siamo esausti, il caldo si fa sentire, decidiamo di tornare in hotel per una doccia.
Per cena ci aspetta il ristorante nei giardini del Topkapi, il Kerakol, (http://www.karakolrestaurant.com/) un’esperienza senza eguali: cibo di alta qualità, tutto delizioso, atmosfera incantevole per un totale di 160 LT in due. Abbiamo preso antipasto, secondo, dolce e caffè. Buona sia la carne che il pesce, vi consigliamo due meze: dolma, börek (squisiti!) e poi se vi piace l’agnello. Anche il mio filetto di salmone era tenerissimo. Il posto è speciale, davvero! Ma evitate di addentrarvi per la strada verso il palazzo convinti di fare qualche scatto in notturna… guardie sempre in agguato! Dopo cena andiamo in hotel, in terrazza, qui Jack ha una sorpresa per me… immagino che il nostro prossimo viaggio sarà quello di nozze 😉
06.08.12 – Istanbul, quarto giorno
Sveglia alle 8:30, colazione e diretti al Gran Bazar. Un posto strano, non saprei dire quanto autentico… sembra una vera trappola per turisti e difficilmente si riesce a comprare qualcosa. Comunque meglio addentrarsi e non cedere alla prima occasione, i prezzi sono poco convenienti considerando che oggi in Italia troviamo davvero tutto.
Da qui ci incamminiamo per una piacevole e lunga passeggiata fino al quartiere di Fener, un luogo di grande atmosfera.
La guida non diceva molto, ma abbiamo letto lunghi racconti su uno dei blog che ci ha ispirati (http://www.scoprireistanbul.com/wp/fatih-fener-e-balat.html).
Lungo la passeggiata (oggi ci sono almeno 45° all’ombra!) ci siamo fermati a visitare la Moschea di Solimano e la chiesa di S. Salvatore in Chora, abbiamo anche provato a visitare la chiesa del Cristo Re Pantocrate ma era chiusa per restauro.
Tornando a Fener, ma anche a Fatih, è opportuno che le donne si vestano in modo un po’ più sobrio: pantaloni sotto le ginocchia o gonne lunghe con spalle coperte. Questi quartieri sono molto osservanti, meglio rispettare le loro regole! A pranzo ci fermiamo a mangiare (a Fener) in un localino minuscolo ma carinissimo: Little House Cafè. Prendiamo due insalate, servono anche toast e panini. Non aspettatevi mega-porzioni, noi vogliamo tenerci leggeri! (24 LT).
Rientrando in hotel ci rendiamo conto d’aver sbagliato a non fare l’Istanbul Pass, i biglietti costano 2 LT (1 euro) a corsa e non è facile trovarli. A cena siamo troppo stanchi per spostarci, quindi optiamo per uno dei ristoranti suggeriti dalla guida: Balikci Saba Hattin. Non l’avessimo mai fatto!
Posto esclusivamente turistico, prezzi alti. Per tre meze e un’orata alla griglia (niente di che) spendiamo 130 LT. Quasi quanto la sera prima dentro Topkapi! Tra l’altro il posto è assai banale, nessuna vista particolarmente carina. A pochi passi ci sono diversi localini che animano la strada, sarebbe stato meglio un pub.
07.08.12 – Istanbul, quinto giorno
Nuova giornata a Istanbul. Oggi andiamo a visitare il Palazzo di Dolma Bahce che ci costa 40 LT a persona, ma ne vale davvero la pena. E’ bellissimo! Meno bello, invece, l’harem che potete sceglie se visitare, certo una volta che siete lì…
A titolo informativo possiamo dire che non abbiamo mai fatto code particolarmente lunghe, ma siamo sempre arrivati nei luoghi da visitare entro le 10:00.
A pranzo seguiamo ancora una volta i consigli della Routard e per un pranzo veloce andiamo nei pressi di Piazza Taksim, da Sütis Kebap Dünyasi dove è preferibile optare per la pida o il kebab. Noi purtroppo scegliamo due insalate (30 LT in totale) abbastanza deludenti.
Purtroppo mangiare qualcosa al volo senza entrare nei locali è davvero difficile, fa troppo caldo per non prendersi una pausa. Tanto più che i ristoranti sono tutti climatizzati! I turchi, invece, si stendono all’ombra di un albero e si fanno lunghi sonnellini pomeridiani.
Il nostro giro per Taksim continua senza fretta, qui siamo nella Istanbul moderna e lo si capisce subito appena giunti in Istiklâl Caddesi, uno stradone pieno di negozi (McDonald’s) e un tram che lo attraversa. Noi però facciamo una deviazione per le stradine limitrofe a Cihangir, un quartiere molto vintage, zeppo di botteghe artigiane e localini cool. Pare che qui vivano molti tra giornalisti, attori e intellettuali di Istanbul. Vale assolutamente la pena farci un salto!
Alle 16:00 ci dirigiamo verso il nostro hotel. Avrei voluto fare qualcosa di turistico: assistere allo spettacolo dei dervisci, andare in un hammam… ma niente, non c’è stato verso di coinvolgere Jack e un po’ mi spiace. Comunque sono quasi certa che a Istanbul ci torneremo!
La città è cara e i prezzi sono notevolmente aumentati nel giro di pochi anni. Non fidatevi delle indicazioni sulle guide…
A cena seguiamo un consiglio del blog “Scoprire Istanbul” e così finiamo a Fatih, quartiere frequentatissimo da gente del posto e pieno di locali. Il nostro, Sür Ocakbasi, si è rivelato molto “speziato” e molto buono, certo… se amate il genere!
Abbiamo scelto un piatto con misto di carne, burgul, verdure e pida. Ma quando abbiamo provato ad addentarlo il cameriere ci ha fermati con aria supplichevole, non riuscivamo a capire come mai tutti avessero le portate sui tavoli ma nessuno mangiasse… poi la voce del Muezzin ha echeggiato con forza nell’aria e i turchi si sono scaraventati sulla corba (la zuppa), allora abbiamo realizzato. E’ stato un momento divertente, forse anche perché eravamo davvero gli unici turisti della tavolata! (60 LT in due, dolce e tè offerto). Pittoresco.
08.08.12 – Verso Göreme
Buon compleanno Jack!
Sveglia alle 4:45, taxi dal nostro hotel a Taksim dove alle 5:30 prendiamo l’autobus per l’aeroporto di Säbina Gokcen. In totale spendiamo 16 LT (taxi) e 12 LT (autobus). Contro ogni previsione, alle 6:00 siamo già in aeroporto, in larghissimo anticipo. Un caffè e una ciambella ci costano 22 LT (!!!).
Ci siamo pentiti di non aver preso l’autobus da Istanbul a Göreme. Partendo al mattino così presto abbiamo pagato inutilmente una notte in hotel e una persona che dall’aeroporto di Kayseri ci portasse fino a Göreme (20 LT a testa). Il volo interno ci è costato 64 euro, mentre l’autobus (diretto) ci sarebbe costato 30 euro. I calcoli sono facili!
Inoltre saremmo arrivati alle 9:00 e non alle 11:00, avendo un giorno interno a disposizione. Ma quel che è fatto è fatto, no?
09.08.12 – Göreme
Arrivati nell’incantevole Göreme, nel cuore della Cappadocia, l’autista ci scarica al nostro hotel. Che dire, ottima scelta! L’Arch Palace Hotel è molto carino e Mustafa è un vero gentiluomo, oltre che ex venditore di tappeti, ex ristoratore, ex marito di una neozelandese ora felicemente risposato. Ci spiega tutto in buoni 20 minuti di chiacchierata e ci spedisce a mangiare un boccone al Nadar Börek, un localino gestito dal suo amico Refik… dopo poco anche nostro “amico”. Non potete non assaggiare i suoi Gözleme, una sorta di piadina turca ripiena di un’infinità di cose buone e tanto formaggio. Abbondante! Spendiamo solo 14 LT.
Con la panza piena ci incamminiamo per il percorso suggeritoci da Mustafa. Decidiamo allora quindi di non andare subito al Museo a cielo aperto, preferiamo aspettare le 17:00 per far smaltire un po’ di turisti. Nell’attesa giriamo per le valli, lungo i sentieri, esplorando un po’ a modo nostro e istintivamente la zona che è davvero bellissima.
Incappiamo in uno strano incontro quando ci ritroviamo nella piccola chiesa custodita da Ameth. L’uomo ci riconosce subito come italiani e ci invita per un caffè nel suo piccolo ufficio. Mentre prendiamo posto su scomode sedie e cerchiamo di colmare il silenzio con mozziconi di frasi scombinate in un inglese farraginoso, mi passano per la mente le storie lette sulla guida circa gli imprevisti a cui si può incorrere: pare che alcuni turchi mettano il sonnifero nelle bevande dei turisti prima di derubarli. Così quando Ameth ci porge la nostra tazza di caffè fumante sento il sudore scendermi lungo le tempie, d’altronde fanno 40° all’ombra e il caffè è americano e bollente. Mi faccio coraggio e decido di fidarmi di quest’uomo dagli occhi tristi che descrive le splendide foto della Cappadocia appese alle pareti. Poi si sofferma su una in particolare e ci dice che lì ci sono delle terme naturali, che se vogliamo ci accompagna e ci fa anche un bel massaggio come ha fatto con altri italiani prima di noi. Io capisco subito dove vuole andare a parare e cerco di ingoiare velocemente il caffè ustionandomi il palato, guardo Jack con occhi supplichevoli ma lui non ha afferrato il concetto e non ha nemmeno iniziato a bere il suo caffè perché troppo caldo. Io continuo a sudare, fuori il sole sbatte sulle rocce e le cicale non si stancano di emettere quel loro suono stridulo. Intanto Ameth propone a Jack una prova del massaggio, lui ovviamente declina l’invito. Restiamo così per diversi minuti prima di salutare Ameth lasciandogli in saccoccia 5LT. E questa non sarà la prima volta! Abbiamo imparato che in Turchia è meglio stare alla larga dai “guardiani”. Ma ne riparleremo. Ormai è ora di andare al Museo a cielo aperto, costa 15LT a persona. A quest’ora è meno affollato e la luce è migliore. Le rocce si accendono in tutto il loro splendore.
Dopo la visita al Museo al cielo Aperto, tornando a piedi verso l’hotel passiamo nella via dove si trovano le compagnie di autobus di Göreme e ci fermiamo da Metro, una delle migliori a detta di Mustafa. Gli autobus per Antalya partono a ogni ora e fino alle 22:30, basta prenotare il giorno prima. Di fronte scorgiamo l’agenzia Itching Ikers per il noleggio di moto e motorini, anche questa consigliataci da Mustafa. Il gestore è un tipo non troppo simpatico e di poche parole, comunque dice che proprio perché alloggiamo all’Arch Palace Hotel ci farà pagare 50LT piuttosto di 60 LT…
Rientriamo in hotel per una doccia e un po’ di riposo, anche questa sera seguiremo uno dei consigli di Mustafa e andiamo a cena da Sedef, tutto buonissimo al costo di 71 LT. Buonanotte Göreme!
09.08.12 – Zelve e Cavusin
Stamattina ci svegliamo alle 8:30 e saliamo in terrazza per un’abbondante colazione a base di yogurt, cereali, noci e miele. Chi vuole può sempre optare per il salato. Oggi ci aspetta una giornata di trekking! Poco dopo Mustafa ci accompagna in macchina alla fermata dell’autobus per Zelve, dove vediamo un altro bellissimo Museo a cielo aperto. E’ incredibile pensare che in questi luoghi ci vivesse qualcuno fino al 1952!
Dopo un paio d’ore ci incamminiamo a piedi verso Pasabagi dove vediamo i famosi camini delle fate e alle 13:00, sempre a piedi, raggiungiamo Cavusin dove prima di tutto mangiamo qualcosa al primo posto utile, nonché segnalato dalla Routard, Konak.
Spendiamo 32 LT, mangiamo abbastanza bene ma senza pretese e porzioni non proprio abbondanti. Da qui ci inerpichiamo sulla collina per godere di una bella vista sulla città vecchia prima di iniziare il nostro lungo trail fino a Göreme.
Qui il cammino è molto bello e permette di vedere una serie di chiese cristiane scolpite nella roccia della Rose Valley. Il sentiero non è ben tracciato, per qui è tutto molto avventuroso. Siamo stanchissimi alla fine e solo alle 18:30 riusciamo a raggiungere il nostro hotel.
Questa sera Mustafa ha prenotato per noi una cena sulla splendida terrazza del Nostalji Restaurant. Mangiamo il testi kebabi, la carne cucinata in maniera tradizionale in un coccio di terracotta che il cameriere spacca davanti ai nostri occhi con un martello. Prenotare è fondamentale perché questo tipo di cottura richiede tre ore di preparazione, a meno che non andiate nei posti più turistici dove la trovate già pronta e dove riciclano i contenitori di coccio che si spaccano perfettamente a metà senza rompersi sul serio!
Spendiamo 70 TL in due, il piatto è accompagnato da meze, insalata e riso. Abbiamo concluso la serata con un baklava e il classico çay.
10.08.12 – In motorino fino a Soganli
Oggi è la volta del motorino. Prima di partire facciamo due cose: compriamo i biglietti dell’autobus per Antalya (90 LT in due) e prenotiamo il Green tour nella Valle di Ihlara con agenzia (90 LT a persona con pranzo incluso). Fatto questo affittiamo il motorino e ci muoviamo in direzione Soganli (50 km più a sud). Non funziona nemmeno la spia della benzina! Attenzione: non ci sono distributori laggiù, occorre farsi riempire una bottiglia di benzina all’ultimo distributore di strada, all’uscita da Göreme. I benzinai non spiaccicano una parola di inglese, ma a gesti riusciamo a capire che con una bottiglia di “petrol” facciamo avanti e indietro ben due volte!
La strada all’inizio è sterrata, o meglio… a questo punto possiamo anche usare il verbo al passato perché proprio in quei giorni la stavano asfaltando. Impieghiamo due ore per arrivare sul sito, che ci costa solo 5 LT a testa e vale sicuramente la pena visitare, una vecchia cittadina abbandonata in mezzo a una gola. Jack dice che ricorda la citta greca di Delfi. Comunque molto interessante e poco turistico. Pranziamo inal Kapadokya Restaurant, location carinissima sotto alberi di mele accanto all’ingresso… peccato solo per le mosche, tante… insistenti. Spendiamo molto poco.
Riprendiamo la strada del ritorno fermandoci prima al Kesilik Monasteri (4 LT a persona) e poi per il centro di Mustafapasa e Urgüp, infine ci dirigiamo al castello di Uchisar (spettacolare)!dove arriviamo verso le 18:30, l’ora ideale per godere del panorama. Finiamo il giro con un’ultima tappa al Sunset Point dove sì, paghiamo anche per vedere il tramonto (5 LT a persona). Con tanto di sedioline vista vallata e baretto.
A cena scegliamo l’Orient Restaurant, davvero molto buono. Anche qui spendiamo 70 LT e non ci lamentiamo.
11.08.12 – Green tour a Ihlara
Stamattina facciamo il check-out in hotel, ma ci facciamo mettere da parte le valigie e aspettiamo che alle 9:30 passi a prenderci l’agenzia per il Green tour. La prima tappa sarebbe dovuta essere la città sotterranea di Derinkuyu, ma ci sono troppi gruppi e la nostra guida suggerisce di tornarci alla fine, dopo pranzo. Quindi ci dirigiamo verso il Monastero di Seline dove ci inerpichiamo per scoprire nuovi spazi nella roccia. Dopo circa tre quarti d’ora proseguiamo verso la Valle di Ihlara, una passeggiata di mezzoretta in questa gola verde e rigogliosa con un torrente in mezzo. Bah! Non mi ha convinta tanto. Il paesaggio ricorda una normale valle del Trentino, per noi italiani un paesaggio che conosciamo bene. Dopo aver mangiato in un ristorante nella valle, ci avviciniamo alla parte più bella del tour, quando passiamo tra cuniculi e gallerie della città sotterranea di Derinkuyu… la più grande e la più antica, di cui solo un 10% è visitabile. Alle 17:30 siamo di ritorno a Göreme.
Nel nostro gruppo c’erano altre due coppie di italiani, di Roma e Torino, con cui ci fermiamo a chiacchierare fino alle 20:00 in uno dei tanti bar con poltrone morbidissime. A quel punto è arrivata l’ora di passare in hotel a ritirare le nostre valigie, poi mangiamo un ultimo Gözleme da Refik e aspettiamo l’autobus per Antalya in partenza alle 23 e 30.. Ci aspetta una nottata insonne e tormentata.
12.08.12 – Verso il mare
Quando abbiamo chiesto all’autista di poter scendere in aeroporto non avremmo mai immaginato che ci scaraventasse in mezzo al nulla alle 6:30 del mattino con un taxi pronto a spillarci 12 LT per pochi chilometri. Qui trovare la nostra compagnia di noleggio dell’autobus è stato un incubo, prima di accorgerci che la PNR autonoleggio non si trova in aeroporto ma passa a prenderti all’orario stabilito e il nostro era alle 9:30.
Riusciamo a temporeggiare fino alle 8:00, poi telefoniamo e il ragazzo che passa a prenderci si dimostra poco simpatico. Forse lo abbiamo scomodato troppo presto!
Quando arriviamo in agenzia, se così si può chiamare, ci fa accomodare a un tavolino di plastica all’aperto e ci offre un tè mentre firmiamo il contratto al quale aggiungiamo altri 16 euro per il guidatore aggiuntivo. Finalmente ci mettiamo in macchina, in direzione della costa!
Superiamo la città di Antalya e intorno alle 11 siamo già a Cirali, il nostro hotel Alican Pension è carinissimo. Aspettiamo qualche minuto sotto il pergolato e beviamo l’ennesimo tè in attesa che la nostra stanza sia accessibile. Ci costa 120 LT. Le stanze sono pulite e fresche (guai entrare con le scarpe!) e il giardino esterno ben curato. Lo consigliamo.
Al mare andiamo a piedi, ci sono ombrelloni di paglia e lettini non a pagamento, basta poi bere qualcosa al bar di fronte. Ma nessuno viene a prendere ordinazioni!
La spiaggia è di sabbia e ciottoli, l’acqua è pulita e caldissima… ci sono pochissimi turisti nonostante sia quasi ferragosto.
Jack compra maschera e boccaglio per 30 LT, serviranno nei prossimi giorni!
A pranzo ce la caviamo con un gelato Algida (anche perché è l’unica marca di gelati confezionati che vedrete in giro), mentre a cena accettiamo la proposta del ragazzo che gestisce il nostro hotel e mangiamo pesce fresco e meze in giardino, tutto ottimo, per soli 20 LT a persona con tanto di bevande incluse.
Dopo cena andiamo a Chimera a vedere lo straordinario fenomeno delle fiamme nella roccia, tra i “must” della Routard…
Per arrivare occorre camminare per circa 1 chilometro sulla montagna ed è fondamentale indossare scarpe comode e portare con sé una torcia. Lo spettacolo è pazzesco, anche il caldo!
L’ingresso (eh sì, mica volevate scamparvela?) costa 4 LT a persona. Preparatevi a una grande sudata e a un grande spettacolo! Peccato che non sarete soli…
13.08.12 – Ügagiz
Oggi passiamo a Cirali le prime ore del mattino, nella stessa spiaggia di ieri. Verso le 13:00 prendiamo due ciambelle col sesamo e della frutta e partiamo alla volta di Ügagiz, uno splendido porticciolo nascosta tra le rocce. Qui alloggiamo all’Hotel Themussa, dove finalmente abbiamo una vera doccia e una stanza molto comoda. Siamo proprio davanti a un piccolo molo, tira un venticello leggero e si sentono i motori delle barche scoppiettare. Una musichetta turca in lontananza crea un’atmosfera rilassante, con il tramonto all’orizzonte e un bel tè ci sembra di stare in paradiso.
Purtroppo non abbiamo consigli da darvi per cena, qui ci sono pochi ristoranti in croce e tutti uguali tra loro. Noi scegliamo Ibrahim, ma è un posto senza né arte né parte. Spendiamo 60 LT. Intanto Jack ha prenotato per domani il giro all’isola di kekova.
14.08.12 – In barca verso Kekova, poi Kas
L’agenzia con cui abbiamo scelto di fare il giro della costa si chiama Smart Travel ed è stata impeccabile. Ve la consigliamo per due motivi: non accettano più di 16 persone a bordo e servono un ottimo cibo, oltre a essere molto simpatici. Al costo di 50 LT a persona abbiamo passato un’intera e piacevole giornata in barca, dalla 10:45 alle 17:45. Di costa in costa abbiamo fatto diverse soste di 30 minuti in punti sempre diversi e bellissimi. Oltre al pranzo a buffet molto buono ci hanno offerto anche tè e biscotti a volontà.
Vi raccomandiamo di assaggiare il gelato sull’isola di Kekova, Kalekoy Harbour, il migliore che abbiamo mai assaggiato! E’ famoso, oltre a essere rigorosamente biologico.
Dopo il tour recuperiamo le valigie e ci dirigiamo verso Kas, presso la Samosa Pension.
Il realtà l’hotel ci delude, abbiamo una camera dignitosa ma il bagno non è un granché. Tuttavia non la sconsigliamo se, come noi, dovete passarci solo la notte. In fondo costa poco ed è vicina al centro città. A cena seguiamo i consigli della Routard e mangiamo da Kas’im Restaurant dove spendiamo 35 LT. Il mio pollo in kebap era molto buono, ma abbiamo visto passare delle ottime pide. A buon intenditor…
15.08.12 – Kas e Datça
Kas è carina, un piccolo gioiellino traboccante di turisti. Per quanto bella, infatti, noi scappiamo subito alla ricerca di spiagge meno affollate. Così arriviamo a Kaputas verso le 9:30 e per fortuna c’è ancora poca gente, parcheggiamo senza difficoltà e affittiamo un ombrellone per 5 LT (ci stupiamo quando il signore arriva con la ricevuta…).
La spiaggia è bella, oltre a italiani e francesi ci sono anche diversi turchi. Noi rimaniamo fino alle 13:00, quando il caldo è insopportabile. Ci spostiamo in direzione di Datça e il percorso non è brevissimo. Ci fermiamo giusto a fare un altro bagno in una caletta, anche perché prevediamo di fare tappa a Xantos, un sito archeologico patrimonio dell’Unesco. Sganciamo altre 5 LT a testa per vedere sostanzialmente il teatro, la chiesa e la necropoli. Ci rimettiamo in viaggio per arrivare al nostro hotel verso le 18:00.
Con nostra grande sorpresa i proprietari dell’Antik Apartment Hotel ci mostrano il nostro… appartamento. Sì, abbiamo tanto di cucina e terrazza! Ci offrono caffè e fichi freschi… sono molto premurosi. Il posto è assurdo, a metà tra una baita di montagna e un hotel, oltre al turco parlano il tedesco. Dalle mura spuntano cervi e oggetti parecchio vintage, addirittura un aeroplanino della playmobil penzola sul bar della terrazza comune. C’è una piscina… anche se non l’abbiamo mai sfruttata. L’hotel non si trova nel centro della cittadina, ma col senno di poi questo è stato un vantaggio anche perché per andare al mare ci si deve comunque spostare. Per cena scegliamo il conosciutissimo Zekeria Sofrayasi. Scegliamo dal bancone dolma, börek, zuppa di yogurt e ceci, riso bianco, intrugli di carne molto buoni. Dolce. Per un totale di 34 LT.
16.08.12 – Datça, Ova Bükü
Accidenti che vento che tira qui!
Ieri sera ci siamo informati per il giro in barca, i prezzi non sono alti e i tour durano moltissimo… dalle 9:30 alle 19:00, ma alla fine preferiamo andare in giro con la nostra auto. I colori ricordano molto la Grecia, qui sono tipici il miele e le mandorle di cui la penisola ha una buona fama. La colazione al nostro hotel costa 3 LT e io ne approfitto solo una volta perché consiste in un piattino con cetrioli, formaggio, olive nere e pomodori, börek al formaggio e uova sode, pane e miele.
Facciamo tappa all’ufficio turistico per una mappa delle spiagge e qualche (misera) informazione. Subito dopo ci dirigiamo verso la prima baia da noi scelta, Ova Bükü. Parcheggiamo facilmente e prendiamo posto sui soliti lettini con ombrellone di paglia. La spiaggia è di ciottoli e sabbia, l’acqua qui è fresca e pulita, il luogo è ventilato quindi si sta bene anche nelle ore più calde. Verso le 15:00 invece ci spostiamo in un’altra spiaggetta che si trova a destra di Ova, oltrepassando il porticciolo (Hayit Bükü Bay), ancora più in là. La strada è sterrata, ma percorribile. Anche questa caletta è carina, molto simile la spiaggia, cambia il paesaggio intorno.
In hotel conosciamo Edoardo e Anna, due ragazzi di Brescia molto simpatici. Decidiamo di mangiare insieme una pida in un posto che si trova proprio sotto il nostro hotel, Kardesler Pide. Ci ha attratti perché lo abbiamo visto sempre pieno di gente del posto. Spendiamo 30 LT a coppia per 5 pide, birra e acqua.
17.08.12 – Datça, Palamut Bükü Bay
Oggi visitiamo nuove calette a est sulla mappa (Perili Lösk e Kara Incir), ma quando arriviamo non ci convincono. Essendoci agglomerati di villette la zona, la spiaggia perde il suo fascino. Così torniamo ancora una volta nel posto di ieri, anche se oggi è più caldo e l’acqua leggermente sporca. Io credo che Ova sia l’ideale per le prime ore del mattino…
Alle 16:00 decidiamo di esplorare le calette che si trovano nella baia di Palamut Bükü Bay. Non ci fermiamo nello spiaggione, ma in una caletta prima. L’acqua è bellissima e i ciottoli sono grandi, non ci sono ombrelloni né bar, poca gente…
Temo che all’ora di pranzo qui si muoia di caldo, quindi il consiglio è di venirci nel tardo pomeriggio, merita davvero!
Alle 18:00 ci rimettiamo in macchina decisi a raggiungere Eski Datça, la vecchia città storica. Si trova non lontana dalla nuova Datça, regna una strana atmosfera: il nuovo (finto) insieme alla calma e alla tranquillità del vecchio la rendono comunque piacevole. A cena torniamo per mangiare in un ristorantino che ci aveva colpito, Datça Sofrasi. Abbiamo mangiato molto bene, carne alla griglia e polpette per 46 LT. Consigliato.
18.08.12 – Datça, ultimo giorno
Anche oggi ce ne andiamo nelle calette di Palamut Bükü Bay, davvero molto belle ma anche estremamente soleggiate e senza vento. Alle 16:30 siamo partiti alla volta di Knidos, facilmente raggiungibile in auto. Costo d’ingresso 8 LT a persona, visitabile fino alle 20:30, noi alle 18:30 eravamo già sulla strada del ritorno. Per cena torniamo da Zakeria Sofrasi e poi raggiungiamo Edoardo e Anna per una birretta di fine serata.
19.08.12 – Antalya
Oggi rientriamo ad Antalya dove dobbiamo riconsegnare la nostra auto. Facciamo due fermate lungo il percorso. Partiti da Datca, quando siamo nei pressi di Ugurlu, giriamo lungo la statale 350 e ci incamminiamo verso le montagne. Poco prima di Kinil, giriamo a destra e prendiamo una strada panoramica molto suggestiva verso Elmali. Paesaggio mozzafiato. Arriviamo infine nell’antica città licia di Arycanda verso l’ora di pranzo. Un bel sito simile a Delfi in Grecia. Bello ma non incredibiler. Mangiamo al volo, e ci incamminiamo verso nord. Arriviamo verso le 15 e 30 a Termessos. Il secondo non dovete perderlo per nulla al mondo! E’ un bellissimo sito archeologico immerso nel verde dove è possibile inerpicarsi fino in cima e godere di uno splendido panorama sulla vallata. Attenzione però al guardiano degli incendi, vi inviterà a bere un tè nella sua angusta casetta sul monte aspettandosi qualche soldo da voi… ricordate? State alla larga dai guardiani!
Ad Antalya abbiamo scelto il Bluestars Hotel per 60 LT, molto pulito. Personale gentilissimo. A cena troviamo una vera chicca, Han Mangal (www.hanmangal.com). Mangiamo la carne alla griglia migliore di tutto il viaggio pagando solo 27 LT.
20.08.12 – Güla Güla
Dopo 1.312 chilometri lasciamo la nostra auto al ragazzo poco simpatico che per giunta ci chiede altri soldi per il parcheggio in aeroporto, anche stavolta siamo arrivati all’appuntamento con largo anticipo. Il nostro viaggio si conclude qui, dobbiamo ammettere che la Turchia è una terra bella quanto ospitale. Abbiamo passato due settimane intense, dalla magia di Istanbul alla meravigliosa Cappadocia per concludere in pieno relax lungo la costa. Poche terre offrono tutto questo. Ci torneremo!