Tre giorni nella torino post-olimpica

Sabato 22 aprile 2006 Puntuali, alle 14.15 si parte: Claudio, Stella e Riccardo nella prima macchina; Michele, Cristina e Nicola nella seconda … un’oretta e siamo in autostrada, la Venezia-Milano-Torino. Prima tappa a Brescia per un caffè, ma all’uscita una sorpresa: la Scenic del mio amico non vuol più saperne di ripartire,...
Scritto da: claumore
tre giorni nella torino post-olimpica
Partenza il: 22/04/2006
Ritorno il: 25/04/2006
Viaggiatori: fino a 6
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Sabato 22 aprile 2006 Puntuali, alle 14.15 si parte: Claudio, Stella e Riccardo nella prima macchina; Michele, Cristina e Nicola nella seconda … un’oretta e siamo in autostrada, la Venezia-Milano-Torino. Prima tappa a Brescia per un caffè, ma all’uscita una sorpresa: la Scenic del mio amico non vuol più saperne di ripartire, fortunatamente nell’area di servizio c’è un meccanico che dopo aver trafficato un po’ sentenzia che la colpa è del filtro del gasolio. Riesce a far ripartire la macchina ma si mostra dubbioso sul fatto che possa percorrere i 200 Km che rimangono… cominciamo bene! Col fiato in gola per il timore di restare fermi in autostrada arriviamo a Torino verso le 19.30, e iniziamo a cercare l’hotel, non è facile, la città è grande e nessuno di noi c’è mai stato. Comunque poco dopo le 20 siamo davanti all’Hotel Jolly Ambasciatori in Corso Vittorio Emanuele … e la Scenic esala l’ultimo respiro, non partirà più ma grazie di averci portato a destinazione ! L’Hotel è grande, confortevole, pulito … ma … non manca una sorpresa: al posto delle due triple prenotate ci vengono rifilate due doppie con letto aggiunto: il fatto è che il ”letto aggiunto” è una misera brandina sulla quale due di noi si romperanno le ossa la prima notte. Sì, perché per la prima notte non c’è altra camera libera, poi per le successive due notti, ci verrà offerta un’altra doppia.

Beh, bisogna fare buon viso a cattiva sorte, quindi doccia e subito fuori in centro città per una pizza ed assaporare un antipasto di Torino by night: Piazza Castello è scenografica di notte e i piemontesi molto cordiali, una coppia non più imberbe avvia subito una chiacchierata con qualcuno di noi per illustrarci la bellezza della città.

Dopo una non breve passeggiata sotto i grandiosi portici cittadini rientriamo in albergo.

Domenica 23 aprile 2006 La giornata inizia alle 8 con un’abbondante colazione a buffet, poi via verso il Museo Egizio: coda lunga un cinquantina di metri… decidiamo allora di andare a visitare Palazzo Reale, ma niente da fare, qui addirittura le prenotazioni delle visite riprendono solo dopo le 14. Già si sprecano i “ma son venuti tutti qui oggi?” e torniamo al Museo Egizio dove, nel frattempo la coda è raddoppiata (grrr!). Allora coda sotto il sole e un’ora dopo entriamo trionfanti nel Museo, davvero molto ricco e di facile lettura: spettacolari le grandi sale buie con le imponenti statue, a volte inquietanti le divinità rappresentate, non per tutti le mummie esposte visto che in alcuni casi le bende svelano corpi che giacciono da alcune migliaia di anni, molto interessanti le sale con i papiri e i cocci dipinti, davvero coinvolgenti le ricostruzioni delle tombe. All’uscita ci dirigiamo verso la vicina Piazza Carignano sulla quale si affacciano il ristorante al Cambio, preferito da Cavour, Teatro e Palazzo Carignano, quest’ultimo ospita l’aula del primo Parlamento italiano, ma il Palazzo è chiuso, niente visita, ci limitiamo ad attraversarne il cortile per arrivare ad un’altra bella piazza, Piazza Carlo Alberto. E’ l’ora di una sosta per mangiare qualcosa nel Mc Donalds, ( meglio le focaccine e i panini del vicino Bar delle Scienze ) e poi di nuovo in coda per la visita guidata del Palazzo Reale: un’ora per conquistare non l’ingresso, ma la sola prenotazione per le 16.40. E vabbè … siamo in vacanza, ci sediamo a aspettare il nostro turno. La guida accompagna 30 persone alla volta, la nostra è giovane e brava, ci spiega con dovizia di particolari e qualche aneddoto le grandiose sale per farci conoscere uno spaccato della vita dei Savoia ( a proposito la sala dell’alcova ci è rimasta impressa perché qui il Re passava la sua prima notte di nozze DAVANTI alla corte che doveva “certificare” la consumazione del matrimonio).

All’uscita ci rimangono ancore le energie per una passeggiata nei dintorni di Piazza Castello per vedere , da fuori, Palazzo Madama, il Teatro Regio e Palazzo Carignano. Sostiamo anche nella splendida Galleria Subalpina dove prendiamo un caffè nello storico Baratti&Milano ( in piedi pagando i soliti 90 cent ! ). Poi via in albergo con l’autobus 55: il tempo di una doccia e freschi ( si fa per dire ) torniamo in centro per mangiare al “Break” nei pressi della stazione di Porta Nuova e, più tardi, farci spennare in un anonimo bar-frullateria semicentrale in Via Cernaia. Lunedì 24 aprile 2006 La mattina il tempo è incerto … ma ciò non ci impedisce di fare la solita sontuosa colazione a buffet ( solo il tempo di scandalizzarmi nel vedere la mia amica inzuppare un toast nel caffelatte !). I due ragazzi quindicenni dopo colazione tornano a letto e decidiamo di lasciarli dormire, ci raggiungeranno più tardi.

Stamattina bisogna far sistemare la Scenic e dopo un giro di telefonate ecco il carro attrezzi che se la porta via. Michele è preoccupato per la sua macchina lo consoliamo, sapendo che ama i tram, salendo tutti sul 10 verso la chiesa della Consolata. Prima della chiesa però tappa d’obbligo al famoso bar Bicerin e naturalmente ci beviamo il “bicerin” (caffè, cioccolato al gianduia e panna di latte, non si può andare a Torino senza provarlo, seduti ai tavoli 4 euro cadauno). Poi la chiesa di Maria Consolatrice, protettrice della città, campanile romanico e chiesa barocca.

Quindi passeggiamo fino al Duomo per visitare la mostra sulla Sacra Sindone e poi via fino alla raccolta e suggestiva Piazza di Città con il Palazzo omonimo sede municipale; nel vicino ufficio turistico otteniamo informazioni sulle attrattive della città e su qualche buona trattoria nei dintorni di Porta Palazzo.

Nel frattempo i nostri figli ci hanno raggiunto dall’albergo, con l’autobus e allora bisogna andare a mangiare, solito Mc per loro e Agnolotti del Plin per noi adulti nel solito Bar delle Scienze. Il pomeriggio ci aspetta una delle grandi attrattive “moderne” di Torino ovvero il Museo del Cinema: anche chi non è un cultore di questo genere di spettacolo non dovrebbe lasciarsi sfuggire la visita al Museo che si trova dentro la Mole Antonelliana, quindi “ due piccioni con … “. Tuttavia la maledizione delle code sembra di nuovo abbattersi su di noi, infatti alcune centinaia di persone sono in attesa di entrare: mia moglie ha però l’intuizione decisiva, chiede informazioni alle hostess lì fuori venendo a sapere che per il Museo si può entrare subito a patto di rinunciare all’ascesa con l’ascensore panoramico. Non ci pensiamo un attimo ( complici le vertigini che affliggono alcuni di noi) e in un battibaleno ( o meglio dopo aver lasciato 6.50 euro a cranio, under 18 esclusi) siamo immersi nel magico mondo degli albori del cinema, tra lanterne magiche, dagherrotipi e vetri colorati. Ma il bello deve ancora venire, perché le sale successive sono interattive e colpiscono per la ricostruzione dei set di film che hanno segnato la storia della cinematografia, ma il clou si ha entrando nell’Aula del Tempio, l’enorme spazio interno alla cupola della Mole Antonelliana, dove l’ascensore panoramico incessantemente e silenziosamente sale e scende mentre i visitatori possono distendersi in comode poltrone per visionare film storici proiettati su grandi schermi. Tutt’ intorno una grande rampa elicoidale sale verso l’alto permettendo di vedere una interessante esposizione di manifesti a tema. A intervalli regolari le proiezioni si interrompono, e in un crescendo musicale le tende di tutta la Mole si ritraggono consentendo alla luce solare di inondare l’interno della grande cupola: molto bello non c’è che dire.

Usciamo alle 18, rientro in Hotel e poi tram 10 per la zona di Porta Palazzo e il Quadrilatero Romano: dovrebbe essere la zona dei locali ma sono quasi tutti chiusi compreso i ristorante “Le tre galline” che ci era stato consigliato. A parte un locale che offre Kebab (meglio lasciar perdere) e un ristorante russo (quasi, quasi…) non riusciamo a trovare niente di aperto in questo lungo ponte post pasquale. Finalmente in Via S. Domenico un ristorantino – wine bar aperto, ma ci tocca un tavolo fuori, con il tempo che minaccia pioggia: mangiamo bene, riso venere, agnolotti di pasta fresca, tagliata… un buon Barbera e l’oste è molto cordiale, intavoliamo una lunga conversazione su Torino… paghiamo il giusto, ma ci resta l’amaro di non aver potuto cenare in un posticino più tipico. Fine serata in Piazza Castello dove si sta svolgendo un concerto per il 25 aprile (pubblico quasi inesistente) poi lungo l’elegante Via Roma fino alla grande e scenografica Piazza San Carlo.

Martedì 25 aprile 2006 E’ l’ultimo giorno a Torino, il mio amico ha recuperato l’auto ora in perfetta efficienza ( il portafogli un po’ meno ), colazione sostanziosa come di norma, facciamo le valige paghiamo e via per l’ultimo bagno nella città dei Savoia; stamattina visitiamo l’Armeria Reale – sempre in Piazza Castello – che espone armi bianche e da fuoco dei Savoia, armature varie e, incredibile, alcuni dei cavalli ( interno in legno ma la pelle è quella autentica ) montati dai re sabaudi. Anche se non amate le armi, non perdete la lunga Galleria del Beaumont, spettacolarmente affrescata con le Storie di Enea.

La seconda mèta è la Biblioteca Reale, voluta da Carlo Alberto, ma scopriamo ci si può accedere solo per consultazione e solo alla comprensione del custode possiamo mettere il naso dentro il grande salone rettangolare con volta affrescata, opera dell’architetto di corte Pelagio Palagi ( caratteristica la sua firma, una palmetta); gentilissima l’addetta alle consultazioni che, sottovoce, mi spiega la storia della Biblioteca e del celeberrimo autoritratto di Leonardo Da Vinci, qui custodito, ma non esposto.

Una breve visita alla Chiesa di San Lorenzo, notevole la cupola ottagonale del Guarini, due passi nell’animata via Garibaldi, ritorno sotto i portici di Via Po fino a Piazza Vittorio Veneto, enorme ma bruttina, speriamo nell’imminente ristrutturazione, poi il Po ed i murazzi per immergersi nel Parco del Valentino, con il suo Orto botanico, il Castello francese e la ricostruzione di un borgo medievale. I ragazzi girano con una bici a quattro ruote, ma il tempo vola bisogna mettersi in viaggio, quindi pranziamo velocemente in Piazza Carlo Felice, prendiamo un caffè all’ex Talmone ed un cono gelato da Grom (niente di speciale, meglio Pepino in Piazza Carignano, meglio ancora certe gelaterie del nostro Veneto), poi via a ritirare le auto e bagagli … la vacanza è finita, per fortuna l’autostrada Piacenza – Brescia è quasi vuota e alle 21 siamo a casa.

Torino post-olimpica si è rivelata una gran bella città, austera ed elegante, tirata a lucido con i principali palazzi ripuliti e splendenti; la gente è cordiale, pronta a far due parole orgogliosa di questa grande città che dopo l’epoca “operaria” gioca ora, un po’ tardivamente, la carta del turismo. Che la sua vocazione turistica sia giovane però lo si capisce bene: per esempio, abbiamo trovato inspiegabile che in un ponte primaverile così lungo la città si potesse permettersi di tenere chiusi, il lunedì Palazzo Reale e l’Armeria, e che, sempre il Palazzo Reale, quando aperto, sia in grado di accogliere solo 90 persone all’ora. Altre pecche, parzialmente giustificate dai restauri, sono le chiusure di Palazzo Madama e del Museo del Risorgimento, mentre più difficile da capire è la chiusura di trattorie e ristoranti in un periodo così ricco di turisti. Inspiegabile anche come fossero esauriti i biglietti dei mezzi pubblici in quasi tutte le edicole e le tabaccherie del centro: non si può chiedere al turista andare a caccia dei preziosi tagliandi per tutta la città, confesso di essere diventato “portoghese”.

La città non è propriamente economica, ma con un po’ di attenzione potrete evitare di pagare 2 euro un caffè al tavolo in un qualsiasi bar, pur lontano dal cuore turistico della città, come invece è capitato a noi.

Per finire due itinerari all’interno dell’itinerario sopra raccontato. Quello dei Caffè storici: il Baratti&Milano nella galleria Subalpina, i Torino in Piazza S. Carlo, il Fiorio in Via Po, il Bicerin nella Piazza della Consolata , il Platti in C.So Vittorio Emanuele hanno visto tra i loro tavoli Cavour, D’Azeglio, Gozzano, Gianni Agnelli ed Einaudi.

L’altro itinerario nell’itinerario è più fantasioso ed inquietante, la Torino magico-esoterica: secondo queste credenze la città sorge dove si incontrano i canali energetici del pianeta, in particolare all’ingresso della piazzetta reale, tra le statue dei due dioscuri a cavallo, Castore e Polluce. Ci sarebbero luoghi di influsso positivo, come la fontana delle quattro stagioni in Piazza Solforino o la Chiesa della Gran Madre, – oltre Piazza Vittorio Veneto ed il Po – e luoghi malefici come Piazza Statuto o il Museo Egizio. Non ci credo, ma tutte queste leggende conferiscono altro fascino alla bella città di Torino.



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