6 giorni tra la Puglia e Matera
La squadra è sempre la stessa, piccola, affiatata e spensierata: io e mio marito che dopo la pausa covid abbiamo deciso di riprendere a viaggiare anche se a corto raggio, per il momento. Abbiamo quindi scelto un tour di 6 giorni tra la Puglia e Matera.
Indice dei contenuti
Giorno 1 – Polignano a Mare
Lasciamo l’auto a Pisa nel parcheggio Pisamover, entrata Goletta, collegato all’aeroporto dalla navetta che passa ogni 5’ (€ 25 per 5 giorni – auto e conducente – più € 1 per ogni passeggero) e partiamo col volo Rayanair delle 20:05 che arriva a Bari alle 21:20: attenzione tratta aperta solo nei mesi estivi!
In aerostazione abbiamo ritirato l’auto, una piccola utilitaria precedentemente prenotata con Ecovia (non conoscevo questo noleggio, ma il prezzo era il più vantaggioso ed il servizio si è rivelato buono), e siamo partiti per Polignano a Mare.
La distanza da percorrere lungo la statale 16 è di km 48, agevoli per lo scarso traffico.
La prima cosa che notiamo, spiacevolmente, è la quantità di sacchetti dell’immondizia abbandonati ai margini della strada che diventano cumoli nelle aeree di sosta: peccato.
Arriviamo a Polignano dopo poco più di mezz’ora e impieghiamo parecchio tempo ad individuare il parcheggio del B&B, perché in estate modificano la viabilità per esigenze turistiche. Anche lo stesso B&B, davanti al quale passiamo e ripassiamo più volte senza notare la targa non è facile da trovare.
Finalmente, guidati da un operatore a distanza, entriamo a Calaporto- holiday home&relax via san Vito, 6 (una notte € 144 senza colazione). La camera è bella e arredata con pezzi di designer, magari non troppo funzionali, fuori c’è un patio privato da cui si accede alla terrazza che si affaccia su Lama Monachile: due alte pareti di roccia bianca che circondano una baia di ciottoli. La notte è limpida, illuminata dalle luci l’acqua del mare è verde smeraldo, bianca la scogliera e le case abbarbicate sopra di essa: un immagine di unica bellezza che fa subito salire Polignano ai primi posti nella mia personalissima classifica dei borghi di mare.
Entusiasti decidiamo di uscire per visitare il centro storio del paese a pochi passi da noi. Nonostante l’ora tarda i locali sono ancora aperti e molta gente passeggia per le stradine tortuose che sboccano in terrazzini sospesi sul mare da cui scopriamo punti di vista sempre nuovi. Su muri, scale e balconi sono scritti i versi di Guido, il Flaneur, e ad ogni angolo mi aspetto di incontrare Mimì e Ninella protagonisti improbabili delle storie di Luca Bianchini.
Giorno 1 – Polignano a Mare e Martina Franca
La mattina ci alziamo e dopo un’ultima vista dalla nostra terrazza, che abbiamo a ragione battezzato la più bella della baia, e ancora molte foto andiamo a fare colazione.
Appena usciti dal B&B, prendendo a destra, dopo pochi metri si arriva ad un incrocio su cui si apre un piccolo Bar, qui abbiamo mangiato il nostro primo, grande, calorico e traboccante di crema “pasticciotto”: non aggiungo nulla, da assaggiare!
Quindi ci dirigiamo verso il lungomare Domenico Modugno e l’omonima piazza su cui troneggia una grande statua di Mister Volare; qui abbiamo appuntamento col transfer per essere portati presso l’Abbazia di San Vito da cui parte la nostra escursione via mare alle grotte. Due parole su questa chiesa dalla facciata imponente: è stata costruita con blocchi di tufo prelevati dalla scogliera antistante dove si sono formate delle grandi vasche in cui si immergono i bagnanti.
Noi abbiamo prenotato un giro in barca di 1h 30’ per un costo di € 35 a persona. Le grotte nella scogliera di Polignano, formatesi per effetto dell’erosione del mare e del vento, sono circa 70. Nonostante le condizioni del mare non fossero ottimali siamo riusciti comunque a visitare tutte quelle previste dal programma, otto, accompagnati dai racconti del nostro marinaio. A mio parere la grotta più bella è l’ultima, quella chiamata grotta dell’Amore perché da un foro sul soffitto filtra la luce del sole a disegnare un cuore sulla roccia: ma qui la fantasia si spreca. Prima di rientrare facciamo una sosta in un’insenatura tranquilla vicino al porto turistico di Polignano, in costruzione e mai finito, con bagno e aperitivo: tutto molto piacevole.
Tornati a Polignano decidiamo per uno spuntino leggero e veniamo indirizzati alla pescheria “Lo scoglio”: d’altronde il “pasticciotto” ancora imperversa e un pranzo completo proprio non ci sta. Due antipasti e un fritto misto (spesa €65), con le porzioni abbondanti che ci servono, sono comunque impegnativi da finire.
Nel primo pomeriggio partiamo, direzione Martina Franca, strada statale 16, km 40.
Prima di arrivare a destinazione incontriamo il paese di Locorotondo, e decidiamo per una sosta con visita al centro storico. L’abitato è molto carino, più che pulito direi tirato a lucido, le case sono tutte bianche con i balconi ornati di fiori, le chiese in tufo si tingono d’oro con la luce del pomeriggio: una passeggiata rilassante tra i vicoli.
Arriviamo nel tardo pomeriggio in prossimità del B&B Corte del Camedrio, contrada Specchiaruzzo 79, Cisternino, che, nonostante il navigatore fatichiamo a trovare. La struttura è immersa in una campagna di olivi ed è composta da alcuni trulli, dove sono state ricavate le stanze per gli ospiti, una masseria centrale per le colazioni e tutt’intorno un parco ben tenuto (€115 a notte con colazione). Dobbiamo a malincuore rinunciare ad un bagno in piscina perché sta calando la sera e con essa l’umidità quindi prendiamo possesso del nostro trullo-camera con annesso trullo-bagno. Decidiamo di passare la serata a Martina Franca che si trova a non più di 10’ di auto.
Il centro storico della cittadina, costruita su un altopiano carsico a circa m 400 di altezza, è molto carino e vivace, tutto raccolto intorno alla piazza principale che ha la caratteristica di essere rotonda e circondata da portici sul cui sfondo si staglia la facciata in marmo bianco della Basilica di San Martino, splendido esempio di barocco martinese.
Giorno 3 – verso Matera
La mattina di mercoledì, dopo aver fatto colazione, devo dire buona e varia, ma con porzioni lillipuziane, risaliamo a Martina Franca per vederla anche alla luce del giorno. Vorrei segnalare una curiosità: in ogni chiesa stavano celebrando un matrimonio, e questo si è riproposto in tutte le cittadine visitate, non ho mai visto tante cerimonie in così poco tempo, e che sfarzo! Che fantasia! Che eleganza!
Partiamo quindi per Matera: ci attendono km 73 lungo la provinciale 53, circondati in parte da boschi e in parte da colline brulle; meglio avere sempre il pieno di benzina quando si lasciano i centri abitati perché i distributori scarseggiano.
Arrivati a Matera lasciamo l’auto al parcheggio pubblico di piazza Matteotti (€15 al giorno) e ci dirigiamo per pranzare alla “Trattoria Lucana” poco distante. Qui abbiamo il primo incontro con la cucina lucana: pasta fatta in casa, peperone crusco, polpette al sugo, maialino con funghi, dolci; personale gentile, porzioni abbondanti e un ottimo vino ”Repertorio”, Cantine del Notaio, una piccola produzione locale di pregio, il tutto per €88, più che onesto!
Come da accordi telefoniamo al proprietario del B&B che ci verrà a prendere con l’auto per accompagnarci nella zona interdetta al traffico. Il signor Aldo, ultrasettantenne agile e ciarliero, piccolo e tondo con un paio di bretelle larghe tre dita, ci porta al B&B Sax Barisano, via Fiorentini 247. La posizione della struttura è ottimale, ci troviamo proprio nel cuore del Sasso Barisano, davanti alla nostra finestra una ragnatela di casette in salita culminano con la cattedrale. La nostra sistemazione prevede un vero e proprio appartamento a due piani, arredato in stile, ma con tutti i confort. (2 notti € 166 colazioni comprese)
Lasciati i bagagli decidiamo coraggiosamente di raggiungere la cattedrale per godere del tramonto sui Sassi e imbocchiamo la direttissima, scale, scale e scale. Attenzione perché la pavimentazione è molto scivolosa, come ricordano i frequenti cartelli, ed io l’ho subito testata nonostante le scarpe da trekking!
Dal piazzale della chiesa la vista spazia su tutto il Sasso Barisano e mentre le luci si accendono sembra di avere davanti un grande un presepe. La cattedrale invece vista da vicino è molto meno imponente, sta chiudendo e ci riproponiamo di visitarla l’indomani.
Proseguiamo la nostra passeggiata notturna; tra sali e scendi arriviamo in prossimità di via del Corso dove si trova la chiesa di San Francesco d’Assisi che ricorda il barocco leccese, a mio parere la più bella della città. Da via del Corso, grazie a due belvedere situati alle estremità opposte della strada si godono le più emozionanti viste sui Sassi: Barisano (che dà verso Bari) e Caveoso (perché ricorda il caveo di un teatro).
Optiamo per un aperitivo in uno dei tanti locali della zona, “l’Antica Credenza” si rivela una buona scelta, lo spritz è ottimo come pure i salumi (imperdibile il capocollo) e i formaggi e i fritti e le bruschette….€43 la spesa per la serata.
Giorno 4 – Matera
La mattina conosciamo la signora Rosa che ci serve la colazione nella grotta annessa alla struttura, una colazione rustica, come la facevano una volta, dice lei, a base di focaccia, pomodorini, frutta di stagione, dolci, formaggi, pancetta, vino novello! oltre a brioche, caffè cappuccino… che dire?!
Avevo molto letto sui Sassi e su cosa visitare, ma con in mano una mappa fornita dal sig. Aldo decidiamo di navigare a vista.
Lasciamo la struttura con la pancia piena, il sole a piombo e con la promessa di tornarvi verso le 15:00 perché il sig. Aldo dice di avere una sorpresa per noi. Percorriamo via Madonna della Virtù e ci dirigiamo verso il Sasso Caveoso, sopra di noi case e chiese embricate le une alle altre, sotto di noi il parco della Murgia materana, un profondo canyon le cui sponde sono unite da un ponte tibetano: all’inizio della discesa un cartello ricorda di non andare negli orari più caldi della giornata perché in caso di incidente il recupero sarebbe difficoltoso!
Proseguiamo fino alla chiesa rupestre di Santa Maria de Idris, così detta per la presenza di cisterne per la raccolta dell’acqua e San Giovanni In Monterrone che visitiamo e poi incominciamo la risalita verso la Casa Grotta Grotta di vico Solitario.
Purtroppo non ho prenotato e l’attesa per entrare è davvero lunga, un venditore di fischietti ci indirizza verso la Casa Grotta del Casalnuovo poco distante. Qui entriamo quasi subito e possiamo visitare i cinque ambienti completamente arredati di cui è composta la casa coadiuvati da spiegazioni registrate. La visita è molto interessante, le condizioni di vita davvero difficili e pensare che parliamo degli anni ‘60 quando al nord eravamo a ridosso del boom economico è sconvolgente. Adiacente alla casa grotta con un modesto upgrade al prezzo del biglietto si può visitare anche la Cripta di S. Andrea, un eremo di frati con cisterne per la raccolta dell’acqua e cantine per il vino.
Continuando la nostra passeggiata ci fermiamo ad osservare un Sasso in ristrutturazione. I Sassi negli anni ’60 sono stati requisiti dallo Stato e ai loro abitanti è stato offerto un alloggio alternativo, oggi su richiesta vengono dati con concessione demaniale e con l’obbligo di ristrutturazione. Il proprietario ci inviata ad entrare e scopriamo che il nostro ospite possiede un B&B adiacente che avrebbe ingrandito con la nuova proprietà. È stato molto interessante vedere questo restauro conservativo: ci sono nicchie sui muri quali vani portaoggetti o portalampade e un pilastro centrale intorno a cui si sviluppano gli ambienti.
La mattinata scorre in fretta, giusto il tempo di un gelato e poi andiamo all’appuntamento col sig. Aldo, saliamo sulla sua auto e come prima cosa ci porta a vedere una cava di tufo abbandonata e il santuario di Santa Maria della Palomba, addossato ad una parete di tufo dove è stata scavata la navata laterale. Da qui, di nuovo in auto, attraverso stradine sterrate ci addentriamo nel parco della Murgia materana ma con un punto di vista opposto a quello del mattino: il canyon è sotto di noi e difronte si ergono i Sassi di Matera.
Ci fermiamo per visitare la zona, ci sono molte grotte, alcune tuttora usate per il ricovero degli animali e chiese rurali da scoprire, spesso costruite su costoni di roccia impervi e difficilmente raggiungibili per proteggersi dai briganti. La gita è un omaggio del sig. Aldo e lo lasciamo con la promessa di fare un’ottima recensione alla sua struttura, peraltro meritatissima.
Per la cena scegliamo “L’Osteria Pico”, in via dei Fiorentini, un elegante ristorante interamente scavato nella roccia. La musica di sottofondo, la presenza discreta dei camerieri, i piatti tipici con gli immancabili pistacchi e il peperone crusco, il vino: ”Spaccasassi” annata 2017, Tenuta Parco dei Monaci rendono la serata “Cù-l i quòndr” , letteralmente “culo e vaso da nott che in dialetto materano significa “compatibilità perfetta”.( € 96 il prezzo della cena)
Giorno 5 – Altamura, Castel del Monte e Trani
Dopo colazione facciamo ancora un giro dentro i Sassi con la consapevolezza di non aver visto tutto ciò che è indicato nelle guide, ma con la certezza di aver provato a comprendere la natura di questi luoghi e la vita della loro gente. Salutati calorosamente da Aldo e Rosa, ci dirigiamo verso Altamura percorrendo km 20 della statale 99.
La visita alla cittadina, dove abbiamo aggiunto altri tre matrimoni a quelli visti nei giorni precedenti, non si è rivelata particolarmente interessante e potrebbe essere sostituita con un programma diverso.
Quindi proseguiamo per Castel del Monte lungo la provinciale 238 per km 50.
Arriviamo nel pomeriggio, avevo prenotato la visita per le 17:00, sotto un cielo grigio topo che minaccia pioggia. Infatti piove. Il parcheggio, di quelli allestiti per accogliere decine di pullman è quasi deserto (meno male), qui saliamo sulla navetta che ci porta alla fortezza in pochi minuti.
Il castello, fatto costruire da Federico II nel XIII secolo, è imponente, bello nella sua architettura essenziale in pietra bianca (purtroppo da vicino ci si rende conto che avrebbe bisogno di interventi di restauro), ha forma ottagonale con otto torri, anch’esse ottagonali negli spigoli. Circondato da un sentiero ghiaioso da cui si domina la campagna sottostante il castello appare solitario sulla piccola altura e isolato in mezzo al verde come si addice ad un luogo destinato allo studio e alla riflessione quale doveva essere.
Dei marmi policromi di cui era ricoperto oggi restano solo i due leoni che sovrastano l’ingresso. Abbiamo visitato l’interno con l’ausilio di una guida, ma non lo consiglio perché è completamente vuoto. Terminata la sosta a Castel del Monte, attraverso la strada statale 170, abbiamo raggiunto Trani, Km 33, dove siamo arrivati che era già buio e pioveva a dirotto.
La sig.ra Silvia, nostra referente per il B&B “Il Moretto”, via Cambio 41, ci è venuta a prendere al parcheggio per accompagnarci alla struttura che si trova in un antico palazzo del centro. La camera su due livelli è molto carina, nuova, e pulitissima.
Nel frattempo ha smesso di piovere e ci concediamo una passeggiata sul porto con annessa cena al ristorante “La Perla del Sud”, dove il pesce è ottimo e il personale molto gentile (€95). Dopo cena era d’obbligo una visita in notturna alla Cattedrale: slanciata ed imponente sovrasta di molto tutti gli edifici circostanti e l’illuminazione ne esalta le caratteristiche architettoniche.
Giorno 6 – Altamura, Castel del Monte e Trani
L’indomani mattina splende un bel sole caldo, il proprietario del B&B ci sorprende piacevolmente con un vassoio della colazione, dove tra le altre cose spicca un cabaret di paste freschissime, che consumiamo nel salottino della stanza, e poi scendiamo nuovamente verso il mare.
Il porto, in parte turistico, in parte di pescatori, è molto vivace di colori e suoni, le bancarelle vendono il pesce scaricato dalle barche in arrivo e i turisti affollano i numerosi bar. Anche noi dopo una visita al Castello Svevo e di nuovo alla Cattedrale, dove si sta svolgendo, guarda caso, un matrimonio, ci concediamo un aperitivo in un bar molto carino che ha fatto della gradinata di un antico palazzo la sua zona ristoro, così seduti all’ombra e dissetati possiamo godere della vista circostante.
La Cattedrale, dedicata a San Nicola, il Pellegrino, ha una magnifica facciata romanica mentre all’interno è suddivisa in tre navate, di cui quella centrale è sovrastata dai matronei. C’è la possibilità di salire sul campanile, troppo caldo per i 265 scalini da salire, invece scendiamo nella cripta, consacrata a Santa Maria.
Ben decisi a farci un bagno riprendiamo l’auto e percorriamo la strada costiera verso Bari che dista solo km 37. Devo dire che in questo tratto la costa è piuttosto brutta e mal tenuta per cui cambiamo programma e decidiamo di fare una visita nella Bari vecchia.
Noi conoscevamo già questo quartiere, ma l’ho trovato cambiato, in una parola l’ho trovato molto turistico. Sempre bello il Castello Normanno – Svevo, le stradine con i negozietti pieni di chincaglierie e cose da mangiare, la Cattedrale di San Sabino e la Basilica di San Nicola, entrambe con matrimoni. Una nota la merita il matrimonio che si stava svolgendo nella Basilica di San Nicola: la sposa è arrivata su una auto d’epoca di gran lusso agitando un cilindro bianco in direzione dei presenti e mostrando un generoso spacco al momento di scendere!!
Bene il nostro giro era iniziato col “pasticciotto” e non poteva che finire con una “sfogliatella” da leccarsi le dita, e poi via in aeroporto, restituzione dell’auto e attesa volo delle 22:35 per Pisa dove arriviamo puntuali alle 23:50.
Corsa verso il parcheggio, ricordo che la navetta sospende le corse alle 24:00, e ritorno a casa…..a programmare il prossimo viaggio.