Viaggiando verso il sud: frammento d’Italia

Giulianova, Trani, Alberobello, Martinafranca, Crispiano, Matera. Accoglienza, belle location, ottimi alberghi e ristoranti: Unesco, chi era costui?
Scritto da: Enrico 9
viaggiando verso il sud: frammento d'italia
Partenza il: 22/07/2013
Ritorno il: 01/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Tre giorni a GIULIANOVA

In un torrido fine luglio partendo presto da Bologna e dopo aver ammirato l’imponente santuario di Loreto giungiamo alle 10 a Giulianova. Ci attende l’ottimo hotel Clipper, tre stelle di buona qualità e subito ci sistemano l’auto. Alle 11 siamo in spiaggia, abbastanza affollata, mare mosso, ma la tentazione di un bagno rinfrescante è forte. Dopo pranzo visitiamo il paesino vecchio sulla collina distante 3km., vediamo il torrione Bianco e parcheggiamo in Piazza della Libertà dove domina la statua di Vittorio Emanuele ed a pochi passi una grande terrazza chiamata “Belvedere” dalla quale si gode la vista della città bassa e del mare. Percorrendo il vecchio corso Garibaldi e dopo aver fotografato il Duomo di San Flaviano (architettura rinascimentale), in 15 minuti troviamo l’incredibilmente poco conosciuto Santuario della Madonna dello Splendore, dove si dice essere apparsa la Madonna ad un certo Bertolino nei pressi degli ulivi; bello l’interno con statua lignea della Madonna di autore ignoto ma la struttura comprende anche un porticato con bei mosaici ed un museo, mentre nel “Belvedere” da cui si vede il mare si trovano le statue di San Michele arcangelo e di San Francesco adiacenti ad una piscinetta contenente l’acqua “miracolosa”, ci si può incamminare a ritroso lungo la via crucis che termina con il sepolcro di Gesù. Il tutto è molto scenografico a 2 passi dalla spiaggia e che merita sicuramente una visita. Quindi con la bicicletta nel tardo pomeriggio raggiungiamo il porto, moltissime le barche attraccate, e sul molo le casette di legno dei pescatori: una di esse dipinta in bianco e blu ci ha colpito in particolare per la scritta:”Cielo e mare, m’illumino d’immenso”, pesca forse scarsa ma tanta serenità e poesia. Ci proponiamo di riprendere le biciclette dopo cena, quando raggiungiamo via Nazario Sauro, fulcro di Giulianova lido e dove il Lunedì sera vi è un grande mercatino artigianale. Passiamo così tre gradevoli giornate, alternando spiaggia, mare e passeggiate ed assaggiando specialità abruzzesi come le Zite alla pescatora, zuppa di linguine e fagioli e maialino al latte, che si differenzia dalla porchetta romana perché anziché allo spiedo è cotto al forno: ottimo, come ottima è l’ospitalità abruzzese.

TRANI, che vista sulla cattedrale!

Alle 8,30 lasciamo Giulianova ed in poco più di 3 ore giungiamo a Trani. Il navigatore ci porta davanti alla villa comunale (1800) e al suo affascinante giardino sul mare, uno dei più belli d’Europa; compriamo dal tabaccaio un grattino per parcheggiare (80 cent. per un’ora, dall’una alle quatto non si paga), fotografiamo la Chiesa di San Domenico ed entriamo nel bel giardino con lecci, pini, palme e fontanelle; vi è anche il monumento ai caduti con antico cannone ed altri angoli davvero belli; dagli scogli sul mare i ragazzi si tuffano; uno sguardo sul faro. Passando sotto un arco ci introduciamo alla salita che porta al fortino da cui si possono scattano foto sulla bella cattedrale in pietra bianca e sul mare da posizione privilegiata: tutto molto scenografico, anche girando lo sguardo verso le numerose imbarcazioni ormeggiate ed il paese vecchio. Ritroviamo l’auto ed in 5 minuti costeggiando il porto siamo in piazza Duomo. Parcheggiamo, purtroppo ancora al sole, quindi visitiamo la cattedrale e la riprendiamo dalla parte frontale, davvero interessante, la stessa cosa per il castello Svevo, allungandoci sul molo si possono fotografare insieme. La cattedrale di San Nicola Pellegrino è maestosa, in architettura romanica-pugliese risale al 1100 ed è costruita con la pietra di Trani, un tufo calcareo di colore rosa chiarissimo; una particolarità è anche il passaggio sotto il campanile, mentre l’interno è composta da tre belle navate, di rilievo gli affreschi nella cripta e la porta bronzea di Barisano da Trani. Adiacente vediamo il castello Svevo (1200) quadrangolare con torri squadrate. Entrambi i monumenti sono sul mare, quindi particolarmente suggestivi. Fà molto caldo, alle 14 saranno 35 gradi ma ne percepiamo almeno 40 anche perché non c’è ombra nei parcheggi, ma valeva la pena di fare questo piccolo sacrificio ed ancora mentre scrivo ho nella mente l’immagine della cattedrale che si slancia verso il cielo azzurro.

ALBEROBELLO, Unica!

Provenendo da Trani gran parte di strada è praticamente la tangenziale di Bari, quindi uscita Turi, passiamo per Putignano, città del carnevale. Gradevolmente azzeccata la scelta dell’hotel “Cuor di Puglia”, ben gestito da una gentile famiglia, 70 euro la doppia con colazione, belle e ampie le camere con ogni comfort su 2 piani, un’oasi il giardino e la piscina: consigliatissimo a 500 metri dal centro. Dopo aver goduto di breve riposo usufruiamo della piscina con acqua salata per rinfrescarci ed acquistare frutta nel supermercato adiacente. Poi, alle 18 ci avviamo al centro di Alberobello, e prendendo via Colombo entriamo nella zona “Aia piccola”, quella costituita da numerosissimi antichi ed abitati trulli e non soggetta a turismo dove si trovano il museo dell’olio ed il museo dell’artigianato dei nuovi e vecchi mestieri. I trulli sono costruzioni coniche in pietra molto fresche all’interno tipiche della Puglia. Svariati gli angoli deliziosi e con vista sui trulli della parte opposta, consigliamo il terrazzino del belvedere. Procedendo per Piazza del Popolo passiamo davanti al bel Duomo (Basilica minore dei Santi Medici) con doppio campanile e scendiamo in Largo Martellotta (siamo in pieno centro paese) quindi prendiamo per via San Michele giungendo dinanzi alla maestosa chiesa di Sant’Antonio dalla forma tipica del trullo (la cupola è alta oltre 20 metri) costruita ai primi del ‘900 sulla sommità del rione Monti, oltre 1000 trulli, dove tutte le stradine in salita sono costeggiate da trulli adibiti a negozi i cui titolari invitano ad entrare anche per vedere all’interno il trullo ed ovviamente sperando di vendere: questa zona di Alberobello è sicuramente più vivace e disposta allo shopping, l’”Aia piccola” più vera ed intima. Ceniamo con soddisfazione a ”Il Pinnacolo” in via Monte nero, ci portano pane e olive, 2 piattoni di orecchiette (alle cime di rape uno e con scaglie di parmigiano e rucola l’altro), una cola da un litro e consumiamo sul terrazzino basso, per quello con vista occorre la prenotazione: spesa 21 euro. Ritorniamo all’hotel rivisitando i trulli di sera, la zona Monti è maggiormente illuminata poiché i negozi chiudono alle 21.

Dopo un bel riposo notturno passiamo la mattinata ancora ad Alberobello, visitando la “Casa D’amore” (dal primo sindaco del paese che portava questo cognome) ed era la prima casa costruita in cotto con l’uso di malta. Quindi entriamo nel “Trullo sovrano”, euro 1,50, il maggiore di Alberobello con piano superiore ed arredato con mobili primi 900, compreso un vecchio telaio e la camera originale, con foto del padrone nonché tanti attrezzi antichi; decidiamo per un po’ di shopping camminando per le viuzze del rione Monti. Nella via San Marco compriamo olio, spaghetti al limone e le immancabili orecchiette, in via San Michele 13 nel negozio “Intini” acquistiamo un paio d’orecchini fatti a mano dagli “artisti” del negozio in argento ed agata per soli 25 euro; nel corso principale 2 ottime gelaterie attigue, specialità Pistacchio del Bronte. Nel pomeriggio, 20 minuti d’auto e siamo ad Ostuni, chiamata la città bianca per il colore delle sua case del centro, infatti Ostuni è famosa sia per le belle spiagge che per il centro storico ed è adagiata su 3 colli: suggestiva la vista del centro storico anche in lontananza in quanto posto in altura e nel quale spicca la cattedrale del xv secolo con facciata in stile gotico-romano; nei pressi sorge il palazzo vescovile. Comunque gradevole passeggiare per questo dedalo di sinuose stradine, un continuo saliscendi e di tanto in tanto tra vari palazzi signorili, panorami sulla piana ulivetata ed il bel mare azzurro. Al rientro, la sera, ad Alberobello, assistiamo ad un rodeo con i cavalli murgesi e musica cowntry. Ci siamo resi conto che Alberobello è unico nel suo genere, particolarità di molti angoli della nostra penisola, un presepe patrimonio Unesco.

MARTINA FRANCA esalta il Barocco

Oggi dobbiamo raggiungere Crispiano, a soli 30 minuti di strada, e nel tragitto ci soffermiamo a Martina Franca altro patrimonio Unesco, altezza 400 metri per 45.000 abitanti in provincia di Taranto, voluta da Filippo d’Angiò; siamo sulle colline orientali della Murgia che offre splendide vedute sulla valle D’Itria. Parcheggiamo facilmente all’ora di pranzo, comunque dalle 13 alle 16 parcheggio gratuito. Entriamo da un arco di una delle 4 porte principali della città che ci introduce al Palazzo ducale, sede del municipio, forma rettangolare di colore bianco, di fronte un giardinetto con fontana; nei pressi anche la villa comunale con piccolo trullo e bel parco ombreggiato. Quindi ci dirigiamo in pazza Plebiscito dove troviamo la basilica di San Martino, seconda metà del ‘700 vera perla del barocco locale, mentre l’altare in marmo arricchito della statua di San Martino è di scuola napoletana, anche la torre civica (1734) purtroppo non accessibile al pubblico; annesso il palazzo dell’università con cui si integra perfettamente: bello il colpo d’occhio e la foto che ritrae queste 3 attrazioni. Poco distante un porticato e costruzione ad arco che ospita ristoranti e caffè. Un buon gelato? Lo prendiamo al limone al bar caffetteria Tripoli, rinomato e antico che stranamente dalle 13 alle 16 chiude… appena in tempo. Gradevole comunque aggirarsi per le viuzze strette del centro e guardare i palazzi bianchi di chiara impronta barocca. Alle 15, uscendo da Martina Franca ci imbattiamo in un’altra bella chiesa: è la chiesa del Carmine, bianca, ancora 1700, ancora Barocco, con cupola ottagonale dalla cui finestra entra una luce suggestiva, a lato dell’altare un superbo crocefisso: in definitiva tre ore spese bene in questa deliziosa cittadina, famosa anche per il prestigioso Festival della valle d’Itria che dura oltre 20 giorni ed a cui partecipano artisti di fama mondiale.

CRISPIANO: Masseria Pilano, che tranquillità!

Lasciando la valle d’Itria mentre lo sguardo si perde tra trulli e masserie in15 minuti arriviamo in un luogo apparentemente fuori dal mondo, la masseria Pilano, in aperta campagna, ma così vicino a luoghi di interesse come Taranto, Metaponto, Alberobello, Ostuni, Matera e tanti altri, in collina o al mare. La sera sempre un soffio di vento. Ci accolgono i giovani padroni di casa, Ingrid di origini centro americane e Pier Paolo che ci mostrano la masseria: alcuni cavalli, mucche che producono ottimo latte, ulivi da cui ricavano un buon olio, caratteristici ambienti per ricevimenti, matrimoni, feste di laurea etc. tutto davvero molto bello e siamo sempre accompagnati da 4 docili cani; pensiamo sia un luogo anche dove portare bambini che finalmente possono vivere a contatto con la natura e farne un punto d’appoggio per escursioni; lo sguardo si posa su questi bei trulli, magnificamente arredati e che vengono concessi in affitto. La sera assaggiamo la cucina locale, con amici entriamo al ristorante “La cuccagna”, a Crispiano, ci spiegano che molti ristoranti erano vecchie macellerie nel retro delle quali ad un paio di tavolini veniva servita carne alla brace. Abbiamo ordinato un assaggio di antipasti vari, eccezionalmente buoni, almeno 7-8 (salumi, polpettine, scamorza con mandorle e miele, fiori di zucchini ripieni etc. ), al termine dei quali eravamo ormai sazi, poi ci hanno portato un’enorme fiorentina da dividere in 4 accompagnata da un rosato di Negramaro. Rare volte abbiamo mangiato carne così tenera e gustosa. Non conosciamo il costo della cena perchè ci è stata gentilmente offerta da amici del luogo, possiamo sicuramente affermare che raramente si può gustare un cibo di così alto livello. Il giorno seguente lo passiamo alla masseria, gustando alcuni prodotti genuini tra cui latte appena munto, passeggiando e curiosando tra gli animali e gli ulivi o rilassandoci tra le spesse mura dei trulli, qui non serve certo l’aria condizionata nonostante ci siano 38 gradi e sia la settimana più calda dell’ anno; ormai siamo pronti per la nostra ultima tappa: Matera!

MATERA, impagabile “Passion”

Il navigatore ci porta verso Taranto che vediamo dall’alto, per poi prendere la direzione del capoluogo lucano e ci è indispensabile per raggiungere l’ottimo hotel “Locanda si San Martino”, “dentro” proprio dentro nei sassi, più precisamente nel sasso Barisano e che offre camere di varia tipologia visibili nel sito, romantiche o rustiche (anche una chiesina sconsacrata), e permette di dormire in veri “sassi” avendo tutte le comodità compresa un’area benessere al costo di 10 euro: ottima scelta: meravigliosa la vista. Matera vecchia si divide in 2 zone: Sasso Barisano, forse meglio conservato, e Sasso Caveoso. Poiché la camera non è ancora pronta, alle 10 ci mettiamo in marcia salendo verso il Duomo (quante scalinate a Matera), scendendo poi verso la chiesa di San Francesco, passando per la chiesa del Purgatorio e Santa Chiara, dirigendoci verso Piazza Pascoli, dalla terrazza della quale, chiamata Belvedere Pascoli, si ha un bellissimo panorama su Santa Maria de Idris, famosa chiesetta in una roccia. Da lì procediamo verso piazza San Pietro Caveoso con l’omonima chiesa del 1200, tutti luoghi ripresi nel discusso film “ The passion” di Mel Gibson che ci dicono aver reso Matera famosa nel mondo. Ovunque bellissimi scorci, saliscendi, negozi che vendono sculture a mano o stampate, negozianti gentili e non invadenti, ci colpisce la cortesia della gente locale; facilità di reperire frutta o bibite fresche in queste torride giornate:oggi 38 gradi. Alle 13 in hotel per una doccia ed in attesa delle 16 per uscire ancora. Alle 16,30 fa ancora molto caldo ma indossando scarpe comode c’incamminiamo da via Fiorentini dove si trova l’hotel verso la chiesa di San Nicola dei Greci; questo percorso ci offre altri scorci sul sasso Barisano e sulla Gravina, praticamente un canyon, tipica morfologia carsica della Murgia e sulle brulle colline dove spiccano le caverne disabitate: paesaggio interessantissimo. Ci ritroviamo in San Pietro Caveoso da dove iniziamo un altro percorso che ci porta al Convicinio di S. Antonio.

Matera è unica, anche se in 2 giorni la puoi “vivere” almeno un poco. Al sud si mangia bene e si spende il giusto ed anche a Matera scegliamo bene sedendoci nella terrazza con vista sui sassi del ristorante “Il terrazzino” (arrivare presto o prenotare per avere un tavolo all’esterno), e mentre si accendono le luci dei “sassi” e la zona assume l’aspetto di un presepe, ceniamo con 2 enormi costate di vitello, insalata mista per 2, un litro di minerale a cui và aggiunto il coperto e spendiamo 31 euro: prezzi ottimi anche per arrosti (speciali in zona quelli misti e di agnello) o pesce nonché per le pizze. Chiediamo al cameriere:” Ma perché all’epoca la gente viveva nei sassi, in queste caverne?” la risposta è semplice: ” Perché non avevano i soldi per farsi una casa e…scavavano”. Passeggiata in centro nella vicina piazza Vittorio Veneto dove troviamo i palazzi illuminati, una fontana con getto colorato e la balconata Guerricchio da dove la vista giunge sino al Duomo attraverso i rioni in tufo. Imbocchiamo via S.Rocco per tornare all’albergo e ci appare la deliziosa chiesa di San Domenico; ci proponiamo di rivisitare la piazza di giorno. Questa zona dei sassi di Matera ha brevi distanze anche se è meglio preparasi alle scalinate e chiedere spesso ai gentili abitanti del luogo quale direzione prendere: la segnaletica non è il massimo. Oggi, martedì, come ci eravamo promessi, dopo abbondante colazione, ci rechiamo in piazza V.Veneto dove fotografiamo alla luce del giorno il palazzo dell’Annunziata e la torre che sovrasta l’Ipogeo. La piazza della seconda città della Basilicata non è enorme, ma molto accogliente, da lì parte la via del Corso che è la via dello shopping e proseguendo troveremo Palazzo Lanfranchi che ospita il museo Nazionale d’arte medievale e moderna della Basilicata. Acquistiamo per circa 20 euro una scultura di tufo a forma geometrica scolpita a mano e traforata che funge da lampada, poi ci avviamo in via del Corso quindi via Buozzi per giungere alla chiesetta di S.Maria de Idris, già vista dal Belvedere di piazza Pascoli, ma nella quale oggi vogliamo entrare. Sono famose e particolari queste chiese rupestri, bella anche Santa Lucia della Malve, ma noi visitiamo la prima, prezzo del biglietto 3 euro. La chiesa di S. Maria de Idris è spettacolare all’esterno ed interessantissima all’interno.

È inserita in uno sperone di roccia ed in realtà si tratta di 2 chiese comprese nel complesso del Monterrone, contigua infatti la chiesa di San Giovanni. Appena entrati in questo “sasso” si nota l’altare maggiore del 1804 in tufo e gesso sormontato dall’affresco della Madonna. Si prosegue così in questo piccolo antro le cui pareti sono occupate da una sequenza di affreschi, una quindicina in tutto, ma l’atmosfera è magica: vietato riprendere e fotografare. Avendo percorso nuovi itinerari abbiamo ammirato altri scorci: è così, Matera và girata ed escono sempre angoli nuovi. Si possono visitare piccoli musei come il museo archeologico Ridola o il museo della civiltà contadina oppure le case grotta, preferibile quella di Vico Solitario. E’ ormai passato mezzogiorno, fa molto caldo, qui l’estate è così, mentre l’inverno, pur essendo in altura, difficilmente porta la neve, periodo migliore per visitarla tarda primavera o inizio autunno; quindi in un mercatino nei pressi di piazza V.Veneto compriamo mezza anguria che la fruttivendola ci taglia gentilmente a pezzi (euro 1,50) così da poter mettere nel frigo dell’hotel; nei pressi anche un piccolo supermercato per acquistare bibite fresche. Pomeriggio in piazza ad approfittare dei saldi dell’abbigliamento, e per 3 euro, visita guidata all’Ipogeo (costruzione sotterranea) di piazza V.veneto, in pratica una città sotterranea con neviere e cisterne, la più nota il “Palombaro lungo”, in cui la profondità dell’acqua arrivava a 10 metri: merita una visita, per valenza storica e per avere un po’ di refrigerio. Serata in pizzeria “Basilico” presso la chiesa di San Francesco, pizza sottile come piace a noi, con un litro di minerale, 15 euro: gentilezza e servizio veloce. Per chi ha tempo, consigliamo di visitare il Castello Tramontano (1500) , in stile aragonese e posto sulla collina di Lapillo sovrastante il centro di Matera. Visitando Matera abbiamo sicuramente fatto un viaggio nel tempo, visitando i luoghi su menzionati sorge spontanea una domanda: “Unesco: chi era costui?”

Foto in questo sito, su http://youtu.be/Xhysv433Yb4 e ns blog http:poneloya25.weebly.com

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