Tour in moto sulle sponde dell’Adriatico

Circa tremila chilometri alla scoperta di luoghi poco conosciuti, ma non molto distanti dall’Italia
Scritto da: lucia59
tour in moto sulle sponde dell'adriatico
Partenza il: 30/08/2014
Ritorno il: 12/09/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
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Era già da un po’ di tempo che avevamo in mente il giro dell’Adriatico, concentrandoci in modo particolare sulla costa orientale, quindi una meta non particolarmente lontana da casa ma che è caratterizzata sia da paesi molto “battuti” dal turismo italiano (es. Croazia) sia da paesi più nuovi per il turismo, almeno quello di casa nostra (e qui parlo in modo particolare dell’Albania).

Come facciamo quasi sempre, abbiamo viaggiato in moto.

30/8 sabato – Partenza da Bologna in mattinata con tutta calma, il traghetto per la Grecia è in partenza da Bari il giorno dopo verso le 13,30, per cui, una volta arrivati a Poggio Imperiale, possiamo uscire e raggiungere Manfredonia (dove abbiamo prenotato l’albergo) facendo la strada costiera del Gargano, che è sempre bello da vedere. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo Il Regio Hotel Manfredi, dove siamo stati già una volta tre anni fa. La struttura è fuori città, sulla strada per San Giovanni Rotondo, ed è molto grande, fornita anche di spa (che però non abbiamo utilizzato). Abbiamo cenato presso il loro ristorante, il menu è abbastanza limitato, però la qualità ci è sembrata buona. Alla fine abbiamo speso in tutto € 122,00 (€ 69 la camera con colazione e € 53,00 la cena).

31/8 domenica – Al mattino verso le 8 partenza per Bari, che dista un centinaio di Km da Manfredonia. Giunti al porto, siamo andati a ritirare i biglietti e ci siamo poi posti in paziente attesa di imbarcarci (era una giornata molto calda e non è che ci fossero dei grandi posti all’ombra). Finalmente sulla nave, ci siamo seduti nei pressi del bar e qui siamo rimasti più o meno per tutte le 10 ore della traversata, salvo la mezz’ora della cena, consumata al self service della nave. Abbiamo speso € 22,50 in due per due piatti di pesce con contorno e bevande.

Arrivati finalmente a destinazione (Igoumenitsa), ci siamo recati al secondo (e ultimo) hotel prenotato da casa, l’Angelika Pallas, che si trova proprio di fronte al terminal dei traghetti. Hotel discreto e pulito, ci è costato € 70 con prima colazione.

1/9 lunedì – Comincia a questo punto il viaggio vero e proprio. Partiamo da Igoumenitsa andando verso l’Albania. Avevamo letto su alcuni report di viaggio che le indicazioni erano piuttosto carenti, evidentemente la situazione è migliorata perché qualche cartello l’abbiamo trovato (non troppi eh!!!), e solamente una volta abbiamo dovuto chiedere informazioni ad un passante. Siamo arrivati infine alla frontiera, che abbiamo passato in tempi brevissimi, non più di un quarto d’ora compresa la stipula dell’assicurazione (visto che l’Albania non era inserita nella Carta Verde). La copertura costa circa € 13 per una decina di giorni. La strada si presenta subito scorrevole e ben tenuta. L’unico intoppo delle strade albanesi è che magari stai percorrendo una strada asfaltata quando improvvisamente l’asfalto si interrompe per qualche decina di metri e diventa sterrato, oppure compaiono delle profonde buche, ovviamente non segnalate. Per quanto riguarda i guidatori locali, dobbiamo dire che non abbiamo mai assistito a performance particolarmente spericolate, saremo stati fortunati! La nostra prima tappa era l’antica città di Butrinto, raggiungibile o mediante strada sterrata con attraversamento con chiatta di un canale, oppure tutto via terra da nord dalla città di Saranda. Per curiosità avremmo voluto percorrere lo sterrato, ma non avendolo trovato abbiamo prima raggiunto Saranda (che descriverò dopo) e poi abbiamo raggiunto Butrinto, che è sita sia in piano sia su una piccola altura, e si affaccia su una laguna collegata al mare proprio da questo canale a cui accennavo. Il sito, fondato in origine dai Greci, è composto da resti di periodi eterogenei, pre-romani, romani e successivi (in particolare la torre e il castello, entrambi costruiti dai veneziani). Dopo un paio d’ore all’interno del sito, siamo ritornati a Saranda, e ci siamo messi alla ricerca sia di un albergo sia di un posto dove mangiare qualcosa. Per mangiare, ci siamo fermati presso una birreria dove abbiamo preso due birre con due enormi insalate (tipo insalata greca) spendendo in tutto € 6 scarsi (abbiamo pagato in euro), per dormire ci siamo fermati presso l’Hotel Demi (nuovissimo, aperto da un mese circa), veramente molto bello (€ 60,00 costo della camera per notte, prezzo alto per l’Albania, ma il posto ci piaceva molto). Saranda si presenta abbastanza ben tenuta sul lungomare, ma appena si guarda verso l’interno si notano decine e decine di scheletri di edifici iniziati chissà quando e mai terminati, non certo un bello spettacolo. Dopo un po’ di riposo pomeridiano, per la cena abbiamo percorso il lungomare poi ci siamo fermati in un ristorante di cui non ricordo il nome, ma identificabile dal “buttadentro” vestito da marinaio. Qui abbiamo mangiato una grigliata di pesce buonissima e molto ricca, ad un prezzo veramente economico (sui 20 euro in due). Siamo stati così contenti che siamo tornati anche la sera dopo. Per quanto riguarda la lingua per comunicare, l’italiano è abbastanza conosciuto, ma spesso abbiamo dovuto usare l’inglese, in ogni caso non ci sono mai stati problemi di sorta.

2/9 martedì – Per la giornata avevamo in programma un’escursione che prevedeva la visita di Girokaster e se possibile la piccola deviazione all’”occhio blu” (trattasi di sorgente di acqua purissima, che in un punto sembra proprio un occhio, ovviamente con un po’ di fantasia). Prendiamo la strada ben indicata che punta verso Girokaster, e dopo una ventina di minuti vediamo l’indicazione per questo “blue eye”. Per procedere si paga una cifra simbolica (meglio avere la valuta locale, che ci eravamo procurati la sera prima a un Bancomat) e dopo avere percorso una strada molto sconnessa (e fangosa, visto che la sera prima aveva piovuto) arriviamo finalmente al punto in cui sgorga questa sorgente. In effetti il posto è bellino, ma dopo aver debitamente visto l’”occhio”, non resta altro da fare che tornare indietro. Di nuovo sulla via principale, andiamo verso la meta finale, che dista se non ricordo male una cinquantina di km da Saranda, percorrendo una discreta strada fra le montagne. Quando arriviamo, vediamo che il tempo si sta guastando rapidamente, quindi saliamo in fretta la collina in cima alla quale si trova il castello, all’interno del quale si trova una serie di cannoni (non antichi, probabilmente della metà del XX secolo) e il famoso aereo da ricognizione americano abbattuto. Il tutto comunque non è ben tenuto, praticamente non c’è illuminazione e l’atmosfera è deprimente. Usciamo dal castello e inizia a piovere, quindi la visita al quartiere ottomano non la possiamo fare, lo vediamo solo di passaggio mentre riprendiamo la strada per il ritorno. Riattraversando le montagne becchiamo una pioggia insistente, che continua anche a Saranda, per cui arrivati in albergo ci asciughiamo poi andiamo a mangiare qualcosa al ristorante annesso all’hotel.

3/9 mercoledì – Stamattina si parte per andare verso il nord dell’Albania. Avevamo letto che la strada da Saranda a Valona era molto bella, e questo lo possiamo confermare, facilitati anche da una mattinata stupenda. I panorami e il mare somigliano molto a quelli della Croazia più a nord, anche se ovviamente ci sono molte meno strutture turistiche (ma forse il bello è proprio quello!!). Quando arriviamo a Valona, vediamo che anche qui si presenta la solita sequenza di scheletri di palazzi mai finiti (che vedremo sarà una costante delle città albanesi), però qui anche il lungomare è piuttosto polveroso e trascurato. Procedendo verso nord, andiamo incontro al brutto tempo che ci coglie nei pressi di Tirana. A dire la verità, nei nostri progetti c’era anche di andare verso l’interno per visitare Berat, ma quando arriviamo alla deviazione, vediamo che proprio in quella direzione il cielo è particolarmente nero e minaccioso, per cui decidiamo di soprassedere. Nei pressi dell’aeroporto di Tirana infine, stanchi di viaggiare sotto la pioggia, ci fermiamo all’albergo Nord Park (costo della camera € 45), dove abbiamo anche cenato discretamente.

4/9 giovedì – La mattina, dopo una chiacchierata con un signore turco sessantacinquenne che con una vecchissima Vespa stava viaggiando per tutta l’Europa Orientale (e che ha dormito nel nostro stesso albergo) partiamo sotto la pioggia (ma sta diminuendo) verso nord. Oggi vogliamo passare il confine con il Montenegro. Il nord dell’Albania apparentemente si presenta meno interessante del sud, ma ovviamente questo è il giudizio che ci facciamo percorrendo un’unica strada. Quando infine arriviamo al confine, lo passiamo molto in fretta, ma dobbiamo tornare indietro a stipulare l’assicurazione perchè la nostra carta verde non prevede la copertura per il Montenegro (sono una decina di euro per due settimane). La prima tappa che facciamo è Ulcinj. Cosa che notiamo subito, qui non esistono più gli edifici non terminati. Arriviamo al mare e ci fermiamo nei pressi di una spiaggia non grandissima ma strapiena di gente; dall’altra parte, un promontorio con una rocca che domina il tutto. Pranziamo in un bar, con un dolcetto e una bibita, e subito ci accorgiamo che i prezzi sono aumentati rispetto all’Albania (in Montenegro fra l’altro non c’è una moneta nazionale, si usa l’euro). Proseguendo verso nord, vediamo che questo piccolo paese ha puntato decisamente sul turismo, ci sono, con poche interruzioni, alberghi, villaggi, resort, anche in costruzione. Arriviamo infine alla “perla” turistica del paese, cioè la famosa Sveti Stefan, la penisoletta dove un antico borgo è stato trasformato in un complesso di lusso (la guida parla di suite che vanno dai 750 ai 3000 euro per notte, tanto per intenderci). Anche la spiaggia nei pressi ha prezzi elevati, un ombrellone e due lettini 50 euro. Dopo aver debitamente fotografato questo “schiaffo alla miseria”, procediamo verso Budva, dove abbiamo intenzione di fermarci per qualche notte. Quando arriviamo, becchiamo l’ennesima pioggia, e purtroppo questo ha un po’ condizionato la scelta dell’albergo, nel senso che avevamo fretta di fare tappa in un posto per asciugarci e cambiarci. Seguendo alcune indicazioni, ci siamo fermati in un hotel 3 stelle chiamato Regina Elena (€ 60 con colazione) che ci sembrava abbastanza carino, ma poi sono saltate fuori le pecche. Mancavano delle luci, non funzionava la TV, non c’era la carta igienica, però delle luci e della TV per esempio ce ne siamo accorti solo la sera, mentre per la carta siamo riusciti a rimediare. Peccato però che la “politica” dell’albergo prevedesse il pagamento anticipato (nel nostro caso per tre notti). Anche la colazione non è che fosse un gran che. Insomma, un posto che sconsigliamo. La sera a cena siamo andati verso la zona del porto (adiacente al centro storico della cittadina), una sequenza continua di ristoranti. Prima di cena, abbiamo fatto un giro per il centro, tutto in pietra bianca, quindi simile a tante altre cittadine anche croate che vedremo successivamente. Per la cena, ci fermiamo ad un ristorante cinese sui generis (mi pare chiamato Hong Kong), nel senso che la cucina si ispira alla Cina, ma il locale è gestito da Croati e non da orientali. In ogni caso, abbiamo mangiato molto bene ad un prezzo contenuto.

5/9 venerdì – Oggi viene dedicato a Kotor e al suo fiordo, che viene definito il più meridionale d’Europa. La giornata non è bellissima, ma almeno non piove. Per arrivare a Kotor ci sono due possibilità, la strada più diretta che mediante un tunnel arriva in pochi minuti, e poi quella che segue il perimetro del fiordo stesso attraversando vari borghi molto suggestivi. Ovviamente prendiamo quest’ultima, che si imbocca superando lo spiazzo dove arrivano e partono i traghetti.

Quando infine arriviamo a Kotor, parcheggiamo la moto insieme a tante altre in uno spiazzo presso una delle porte d’ingresso, e ci avviamo all’interno cominciando a girare per le piazzette della cittadina, poi decidiamo di inerpicarci sulla collina che domina il borgo, seguendo il tracciato delle antiche mura. Una delle cose più faticose mai fatte, complice anche un’elevata umidità dell’aria (e per fortuna non c’è il sole!). Il percorso lo facciamo in mezzo a centinaia di americani, sbarcati da un’enorme nave da crociera ormeggiata al largo di Kotor. Lo confessiamo, non siamo arrivati proprio in cima, ci siamo fermati diciamo a tre quarti poi siamo tornati indietro.

Terminata la visita di Kotor, abbiamo proseguito il tragitto lungo la strada che costeggia il fiordo, beccando ad un certo punto l’ennesimo scroscio di pioggia (ormai un’abitudine). La sera, siamo tornati al porto di Budva e ci siamo fermati ad un ristorante consigliato dalla Lonely Planet, il Porto, buono ma non eccezionale.

6/9 sabato – Oggi vogliamo vedere Dubrovnik, per cui procediamo verso nord, passiamo la frontiera Montenegrina ed entriamo in Croazia. Finalmente una bella giornata, che ci permette di ammirare la costa, notoriamente bordeggiata da un continuo “nastro” di isole. Finalmente arrivati alla “perla dell’Adriatico”, così viene definita Dubrovnik, ci accingiamo ad entrare in uno dei luoghi prediletti del turismo di massa, e di questo ci accorgiamo subito, infatti facciamo fatica anche a parcheggiare la moto. In ogni caso ce la facciamo e ci inoltriamo nel centro storico, intasato di gente. Io non rimango particolarmente infastidita dalla cosa, un po’ me l’aspettavo, mio marito si ricordava una cittadina vivibile e rimane un po’ “sconvolto”. D’altra parte, anche noi, per gli altri, facciamo parte del “branco di turisti”. Terminata la visita, torniamo verso Budva, beccando alla fine del percorso l’ennesimo scroscio di pioggia. La sera, torniamo a mangiare al ristorante “cinese” dove ci siamo fermati la prima sera a Budva.

7/9 domenica – Oggi abbiamo una delle tappe più lunghe (escludendo quelle in Italia), partiamo da Budva con destinazione Mostar in Bosnia Erzegovina. In sequenza dobbiamo quindi prendere il traghetto per abbreviare il giro del fiordo, passare la frontiera Montenegro-Croazia, passare oltre Dubrovnik e passare la frontiera Croazia-Bosnia (che si affaccia sul mare per pochissimi km) per 3 volte prima di prendere finalmente la strada che porta a Mostar. Per chi è interessato, ad un certo punto c’è la deviazione che in una trentina di km porta a Medjugorie. Arrivati finalmente a destinazione, mentre ci accingiamo ad entrare nel centro storico veniamo fermati da un tipo (che si qualifica come uno dell’ufficio del turismo o qualcosa del genere) che ci sconsiglia un albergo che avevamo “puntato” e ci consiglia una pensione, anzi telefona alla titolare che ci viene a prendere. Già pensando che sia una fregatura, penso a come svicolare, e invece…. invece la Pension Marshall, in pieno centro storico, è proprio carina ed economica. Mentre ci preparano la stanza (all’ultimo piano della casa con bella vista sul centro storico) andiamo a pranzo in un ristorante che ha i tavoli su terrazze che si affacciano sul famoso ponte. Prendiamo possesso della camera poi andiamo subito in giro per il centro, attraversando in un senso e nell’altro più volte il ponte, su cui si esibiscono alcuni ragazzotti che si tuffano nel sottostante fiume Neretva. Mostar ci è piaciuta molto, è turistica ma ancora vivibile. Qui i turisti sono quasi tutti occidentali, mentre p.es. in Montenegro abbiamo notato che erano quasi tutti dell’Europa dell’est. Il momento più bello è verso sera, quando i negozi chiudono e le strade si svuotano… c’è veramente una bellissima atmosfera! Detto questo, so benissimo che questa atmosfera idilliaca può non essere reale, e i rapporti fra le due comunità (musulmani e croati cattolici) sono diciamo molto freddi. A cena, siamo tornati nel ristorante dove abbiamo pranzato.

8/9 lunedì – Salutiamo la bella Mostar e ci avviamo di nuovo verso la Croazia, che risaliremo. La nostra meta ora è Spalato, dove ci fermeremo due notti, presso l’Hotel Consul (€ 100 circa la camera con colazione) a circa un quarto d’ora a piedi dal centro. Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi dal centro della città, costruito nei secoli all’interno del Palazzo di Diocleziano, però alla fine devo dire che mi è piaciuto, visto che la costruzioni più recenti, a occhio, non dovrebbero essere posteriori al 1700, e si amalgamano bene con i resti romani. Abbiamo quindi fatto un primo giro per il centro, ma siamo tornati abbastanza presto in albergo, eravamo stanchi, forse anche per il caldo, quindi in un market abbiamo acquistato dei panini che ci siamo mangiati in stanza.

9/9 martedì – La mattina dopo, riposati, ci siamo avviati di nuovo verso il centro, e abbiamo visitato in modo completo il “Palazzo”. In tarda mattinata siamo andati a riprendere la moto e ci siamo recati presso la vicina cittadina di Trogir, sita a 25 km circa a nord di Spalato. Il borgo sorge su una penisoletta, ed è di chiara impronta veneziana, come quasi tutti d’altra parte. Non ci sono strutture architettoniche particolari, ma è bello tutto l’insieme, molto armonioso. Per pranzo, ci siamo fermati in uno dei tanti ristorantini, mangiando (bene) una grigliata di pesce. La sera invece siamo andati a cena nel centro di Spalato.

10/9 mercoledì – Sotto un bel sole partiamo da Spalato proseguendo il tragitto verso nord. A metà mattina ci fermiamo a Primosten, visto che mio marito era curioso di rivederla, avendoci passato le ferie tantissimi anni fa. Ovviamente era tutto cambiato. Abbiamo risalito la collina, in cima c’è la chiesa principale e il piccolo cimitero affacciato sul mare. Dopo qualche foto, siamo ripartiti direzione Sebenico. Qui giunti, abbiamo visitato la famosa chiesa di S. Giacomo, che però purtroppo all’interno non era molto visibile in quanto ricoperta di ponteggi, evidentemente per restauri in corso. Dopo una breve sosta in un bar, siamo ripartiti per la meta finale della giornata, e cioè Zara. In questa città facciamo molta fatica a trovare da dormire, perché proprio non vediamo alberghi nei pressi del centro, per cui ci allontaniamo un po’ e alla fine ci fermiamo presso una villetta dove affittano appartamenti. Ne affittiamo uno molto bellino, al prezzo di € 75 circa per una notte. Per cena, decidiamo di andare in centro a Zara, distante una ventina di minuti a piedi. Anche questa città ha il centro di chiara impronta veneziana, circondato da mura, ed inoltre possiede discrete rovine di epoca romana. E’ buio e sta iniziando a piovere, per cui decidiamo di fermarci a mangiare una pizza (dopo giorni e giorni di cene a base di pesce, sentiamo la necessità di qualcosa di diverso), e troviamo un locale molto frequentato dove fra l’altro la pizza è buona.

Per rientrare a “casa”, visto che continua a piovere, decidiamo di prenderla comoda e prendiamo un taxi (c’è un posteggio appena al di fuori della cerchia muraria, appena passato il ponte pedonale).

11/9 giovedì – Al mattino, sotto una pioggia battente proseguiamo il nostro viaggio. La sera prima abbiamo preso una decisione e cioè che, viste le pessime previsioni del tempo, non effettueremo il giro della penisola dell’Istria ma taglieremo decisamente verso l’Italia, anticipando il ritorno a casa di un giorno. Fortunatamente, dopo un’oretta circa la pioggia si attenua fino a smettere del tutto, e fin verso Fiume (Rjieka) percorriamo la strada costiera almeno all’asciutto, se non proprio sotto al sole. Purtroppo a Fiume ricomincia la pioggia che ci accompagna per tutto il tratto Sloveno fino a Trieste, dove ci fermiamo all’hotel “Città di Parenzo”, costo € 85,00 con colazione. La sera a cena siamo andati al Ristorante Pizzeria Marinato in Riva Nazario Sauro, dove per due scialatelli ai frutti di mare, un fritto misto, bevande e sorbetto abbiamo speso € 62,50.

12/9 venerdì – Il mattino dopo partiamo destinazione casa, e viaggiamo sotto la pioggia (a tratti veramente battente) fin verso Padova, poi finalmente smette.



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