La danza dei fenicotteri a Torre Colimena

Un weekend al mare col nostro van "Odisseo"
la danza dei fenicotteri a torre colimena

Il nostro van “Odisseo” oggi compie due mesi e 5200 km. Lo festeggiamo in un angolo di natura incontaminata che si trova nel territorio di Manduria, immersi in una suggestiva ed emozionante macchia mediterranea che sa di ginestra spinosa, lentisco, mirto e criso che tuffano il loro verde acceso in un mare cristallino da un lato e nella lucente salina dall’altro.

Fra le dune sabbiose, al tramonto, planano con un’elegante danza i fenicotteri rosa che popolano questi mille ettari di riserva naturale. Tra gru, cigni, germani reali, oche selvatiche, aironi e martin pescatore, svetta alta la torre Colimena, voluta da Carlo V a difesa della penisola salentina dalle incursioni turche. Seduti all’ombra della sua monumentale scala d’accesso a tre arcate, ci godiamo la vista che spazia lontano verso l’orizzonte.

Sul lungomare si alternano ristorantini di pesce a piccoli alimentari di paese, negozietti di articoli per il mare, pescherie e fruttivendoli con le cassette di verdura in bella mostra sul marciapiede. È tutto un gran vociare in un dialetto molto musicale a tratti incomprensibile. La stagione estiva è alle porte e tutti sembrano già pronti. Entriamo nella pescheria del ristorante “La Zattera” e il banco del pesce fresco ci fa venire l’acquolina in bocca. Questa sera sarà lo chef Pompilio a prepararci la cena. Seduti al nostro tavolo vista mare, l’aria che si respira è quella di una taverna spartana molto alla mano: cataste di piatti vuoti sul tavolo pronti ad accogliere i gusci dei frutti di mare, contenitori zeppi di tovaglioli di carta per levar via alla meglio l’unto del pesce mangiato con le mani, cestini di plastica pieni di fette di pane casereccio. Qui sicuramente il galateo e la cortesia non la fanno da padrona, ma in compenso il cibo è ottimo. Mi tuffo nel mio piatto di Crìtimi (finocchio marino) ed è subito magia. Questa particolare specie vegetale che invade gli scogli lungo la costa, cresce letteralmente fra la terra e il mare e il sapore delle sue foglie carnose è una vera prelibatezza. Con un buon bicchiere di vino bianco brindiamo al nostro Odisseo, prima di andare a dormire cullati dal rumore delle onde del mare e invasi dal chiarore delle stelle che entra prepotente dalle finestre del van.

Il buongiorno preannuncia temperature estive ben al di sopra dei 30 gradi. Lo scirocco infuocato invita ad un bagno rinfrescante. I bambini giocano a palla sull’immensa spiaggia di sabbia finissima che, alle 9:00, è ancora tutta solo ed esclusivamente per loro.

La mattina scorre lenta e serafica, con gli aironi e i gabbiani che, di tanto in tanto, volteggiano eleganti sulle nostre teste. Su e giù per le dune raccogliamo un po’ di erba di mare (è con questo nome che in Salento è conosciuto il finocchio marino). Una volta in camper la sbollenteremo in acqua e aceto e la conserveremo con l’aggiunta di olio d’oliva, sale e foglie di menta. Per tutta l’estate avremo i nostri Crìtimi da aggiungere per insaporire le friselle salentine ovunque saremo.

A mezzogiorno, il sole a picco sulle nostre teste ci sta per cuocere e l’unica alternativa è quella di tornare al van. Troviamo il parcheggio allegramente vivo e pieno; di camper ce ne sono sette oltre al nostro.  Pranziamo fra i papaveri e le margherite gialle, con l’azzurro intenso del mare e il celeste pastello del cielo a farci compagnia.

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