Nel cuore dei Balcani 2

Un viaggio straordinario in luoghi quasi sconosciuti che meritano di essere visitati per i loro paesaggi unici e per la loro interessante cultura. Un tour di 4.500 km semplice, economico e sicuro tra Croazia, Serbia, Kosovo, Montenegro e Bosnia
Scritto da: supermary58
nel cuore dei balcani 2
Partenza il: 26/05/2017
Ritorno il: 10/06/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Eravamo alla ricerca di un Paese nuovo e relativamente vicino da visitare e dopo tanto pensare la scelta (ottima) è caduta sui Balcani occidentali.

PAESI VISITATI: Croazia, Serbia, Kosovo, Montenegro, Bosnia.

Viaggio effettuato interamente con la nostra macchina (medie dimensioni). Le autostrade ci sono solo in Croazia e per qualche tratto in Serbia e in Bosnia, il Montenegro ne è privo così come il Kosovo. Le statali sono in buone condizioni, alcuni tratti sono tortuosi ma agevoli, purtroppo la presenza di molti Tir riduce notevolmente la velocità. Nessun problema per il rifornimento di GPL e benzina, i costi sono leggermente inferiori rispetto all’Italia e i distributori numerosi. La segnaletica è presente, ma il navigatore, soprattutto nelle città, facilita di molto il viaggio, comunque la cara e vecchia cartina è sempre utile (noi avevamo quella della Marco Polo). Se si prende l’autostrada slovena bisogna pagare la “vinjeta” per soli 10 chilometri. Per evitare questa spesa da Trieste bisogna seguire la SS14 passando per Basovizza e girando a destra per Pese. Bisogna poi seguire la SS14/E61 in direzione del valico di Pese e una volta superata l’ex-dogana, continuare sulla E61 seguendo sempre le indicazioni per Rijeka/Fiume. La regola fondamentale è quella di seguire i cartelli di colore giallo che indicano le strade normali (e non quelli verdi indicanti le autostrade o quelli azzurri che indicano le strade a scorrimento veloce). Per entrare in Kosovo, oltre ad avere il passaporto, è necessario fare un’assicurazione auto in quanto quelle europee non sono valide. Si fa alla frontiera, costa 15 euro e ha una durata di 15 giorni. Non è possibile entrare in Kosovo dalla Serbia.

VALUTA. In Montenegro e in Kosovo c’è l’euro, mentre in Croazia la kuna, in Serbia il dinaro serbo e in Bosnia il marco bosniaco. In Croazia e in Bosnia accettano gli euro quasi dappertutto.

GUIDA. Lonely Planet, la peggiore LP che abbiamo utilizzato in 30 anni di viaggi. Datata e approssimativa nelle informazioni.

IL VIAGGIO. 26 MAGGIO 2017

Partiamo da Milano alle 7.00, nel primo pomeriggio entriamo in suolo croato e facciamo la nostra prima sosta a ROVIGNO, un pittoresco borgo con caratteristiche case in pietra, stretti vicoletti, ripide stradine acciottolate e panni stesi da una finestra all’altra che la rendono molto simile alle cittadine del sud d’Italia. Saliamo in cima al promontorio dove si trova la Chiesa di S. Eufemia, l’edificio barocco più antico dell’Istria. L’interno non è particolarmente interessante ma attorno c’è un grande prato dal quale si ammira un bel panorama sul mare e sui tetti della città. Scendiamo ancora verso il mare fino a raggiungere la bella scogliera affollata di gente che prende il sole con le onde che si infrangono senza sosta.

Lasciamo Rovigno e raggiungiamo la RISERVA DI KAMENJAK a PREMANTURA, una riserva naturale protetta che si trova nella parte sud della penisola dell’Istria. Per entrare nel Parco si deve pagare un biglietto per l’auto, mentre ciclisti e pedoni possono entrare gratuitamente. La strada all’interno del parco è sterrata e molti sono i sentieri che da essa portano al mare. Avendo poco tempo a disposizione, la nostra è stata una sosta veloce giusto il tempo per immortalare il bellissimo mare e rinfrescarci nel caratteristico Safari Bar. Destinazione finale: Rijeka, dove arriveremo a fine giornata e ci fermeremo per la notte. KM. PERCORSI 727.

GUEST HOUSE SLOBE SLADA. Struttura leggermente in collina con una bella vista, molto pulita, letto comodo, parcheggio appena fuori dalla struttura, ottima accoglienza. Consigliato. Voto 8

27 MAGGIO

In poco più di 2 ore raggiungiamo ZAGABRIA, dopo il check-in in ostello andiamo subito alla scoperta della città. Il centro è diviso in due: la città alta (Donji Grad) di origine medioevale a nord e la città bassa (Gornji Grad) ottocentesca a sud. Il nostro ostello si trova a circa un quarto d’ora dalla città bassa quindi partiamo con un primo giro orientativo proprio da qui e la prima cosa che ci colpisce è il susseguirsi ininterrotto di bar e caffè con i tavoli all’aperto tutti strapieni! Piazza Jelacic, la piazza centrale della città è circondata da edifici prevalentemente in stile austro-ungarico con la Statua Equestre di Jelacic e la Fontana Manduševac, da cui zampilla l’acqua di una sorgente storica che dissetò Zagabria fino al XIX secolo. Poco distante dalla piazza c’è il Mercato di Dolac (tutti i giorni fino alle 15.00 tranne i festivi) dove gli agricoltori dei villaggi vicini vengono a vendere i loro prodotti. Sotto ai caratteristici ombrelloni rossi a strisce bianche, si vendono fiori recisi ed erbe aromatiche che danno vita a un tripudio di colori ma anche tanta frutta e verdura, naturalmente non mancano le bancarelle d’artigianato. Il luogo di culto più imponente di Zagabria è la Cattedrale dell’Assunzione della Vergine Maria di stile neogotica realizzata all’interno delle mura che fortificavano la città medievale. Ormai è ora di pranzo e la scelta del ristorante cade sotto ai portici del vecchio mercato e precisamente al Bistro Amfora (Dolac 2). Dall’aspetto molto casalingo mangiamo all’aperto su piccoli tavoli una gustosa frittura di pesce freschissimo accompagnata da ottime verdure a prezzi molto contenuti. Il servizio non è velocissimo ma le cameriere si fanno in quattro per accontentare i clienti. Dopo pranzo percorriamo la Via Illica, la via più lunga di Zagabria, dominata dai tram blu che frequentemente si incrociano e dai tanti negozi di ogni genere fino ad arrivare alla funicolare che ci porta alle colline di Gradec e Kaptol nella Città Alta. La Funicolare è una ferrovia a cremagliera color blu cobalto che risale a 120 anni fa e che impiega solo 64 secondi per salire di 66 metri. Ancora nella sua veste originaria, la funicolare è il mezzo di trasporto più antico di Zagabria e un monumento culturale protetto. A differenza della città bassa, vivace e trafficata, quella alta ci appare molto più tranquilla e rilassata. Il suo centro è rappresentato dalla Chiesa di San Marco con il suo caratteristico tetto di tegole colorate e sistemate in modo da formare gli stemmi del Regno di Croazia e di Zagabria. Poco distante c’è il curioso Museo delle Relazioni interrotte nel quale sono conservate decine di oggetti, donati da persone da tutto il mondo, che simbolicamente rappresentano gli amori finiti. Ogni oggetto è accompagnato da un’etichetta che ne racconta la storia: indumenti, album di matrimonio, un piccolo gnomo, orsetti di peluche, c’è persino un’ascia usata da un uomo per distruggere tutti i mobili di casa dopo aver scoperto il tradimento della moglie. Molto suggestiva è la Porta di Pietra, unica porta rimasta dell’antica cinta muraria. Nella parte interna è stata ricavata una cappella con alcuni banchi per le preghiere e dietro alla sbarre di ferro l’immagine della madonna circondata da candele e fiori. Camminare tra le sue strade acciottolate e ammirare il panorama dei tetti è molto piacevole e ci fa ricordare un po’ Praga. Ultima tappa della giornata, inusuale, è il Cimitero di Mirogoj, una galleria d’arte all’aperto fatto di arcate, padiglioni e cupole con intorno tanto verde. KM. PERCORSI 202.

YOUTH HOSTEL ZAGREB. La vicinanza al centro (circa 15 minuti a piedi), parcheggio gratuito all’interno della struttura, pulito sia la camera che i bagni in comune (divisi tra uomini e donne), ascensore, reception h. 24, wifi. Consigliato. VOTO 8

28 MAGGIO

Stamattina lasciamo la Croazia per raggiungere la SERBIA e precisamente la REGIONE DELLA VOJVODINA e del P.N. FRUSKA GORA, la regione dove i serbi ortodossi si spostarono con l’arrivo dei turchi durante il tardo medioevo. In questa zona sono disseminati 35 monasteri ortodossi costruiti tra il XV e il XVIII secolo, mete di pellegrinaggi e rifugi durante le persecuzioni. Dai tempi della loro costruzione questi monasteri hanno subito furti e distruzioni, ma sono stati maggiormente danneggiati nella seconda guerra mondiale e durante il bombardamento della Nato nel 1999. Sono una quindicina quelli ancora ben conservati, noi ne visitiamo 5 tutti immersi in secolari boschi. Il Novo Hopovo uno dei più accessibili, lo Staro Hopovo con bellissimi affreschi, il Krušedol uno dei più belli e antico del Fruska Gora, il Grgeteg circondato da un bel giardino e da un parco molto esteso e il Mala Remeta il più piccolo e povero dei monasteri. La natura incontaminata, il silenzio e la spiritualità di questi luoghi rendono questa escursione mentalmente appagante e unica. Per pranzo ci fermiamo nel paesino di Irig e mangiamo due enormi panini con hamburger e 2 coche spendendo meno di 5 euro. Riprendiamo il nostro tour ed arriviamo a SREMSKI KARLOVCI un piccolo gioiello di cittadina con un centro storico ricco di monumenti, una zona pedonale e tanti caffè all’aperto. Per la notte ci fermiamo a Vrdnik. KM. PERCORSI 538.

Apartment Brane – Vrdnik – Piccola villetta con poche camere con bagno privato pulitissime, parcheggio all’interno della struttura, patio attrezzato. Ottimo rapporto qualità/prezzo. Super consigliato!» VOTO 10

29 MAGGIO

Oggi ci aspetta BELGRADO, ma prima di arrivare in città facciamo una sosta alla FORTEZZA DI PETROVARADIN a NOVI SAD, seconda città serba che conta ben 5 lingue ufficiali. Bellissimo il panorama della città e i ponti sul Danubio e bellissima è la vista dei tetti dell’antico borgo sottostante, immancabile è lo scatto alla torretta con l’orologio dalle lancette al contrario utilizzato per secoli dai pescatori. Prima di arrivare a BELGRADO ci fermiamo nel caratteristico borgo di ZEMUN. Percorriamo la strada acciottolata che porta fino alla Fortezza medievale di Gardos e in attesa della sua apertura facciamo colazione in un piccolo bar dal quale si ammira il bel panorama dei due fiumi. Puntuali alle h. 10.00 facciamo il biglietto e saliamo sulla Torre del Millennio e ci godiamo la vista mozzafiato che spazia dalla città vecchia di Zemun fino al centro di Belgrado. Scendendo ci fermiamo alla Chiesa ortodossa di San Nicola per ammirare le sacre icone al suo interno. Purtroppo non è ora ancora di pranzo e non possiamo fermarci in uno dei tanti allettanti ristorantini di pesce, sia galleggianti che non, che costeggiano il fiume. In circa mezz’ora arriviamo a Belgrado, fa già molto caldo e decidiamo di andare direttamente a fare il check-in nell’appartamento nel quale pernotteremo 2 notti, rinfrescarci un po’ e rimandare a più tardi le prime visite della città. Come primo impatto raggiungiamo Trg Republike, frequentato luogo d’incontro, dove si trovano il Teatro e il Museo Nazionale. Pochi passi, ed ecco lo storico Hotel Moskva del 1908 con il tetto verde e le decorazioni in maiolica. Concludiamo la giornata passeggiando nel caratteristico quartiere di Skadarlija da alcuni soprannominato “la Montmartre di Belgrado” con orchestrine, artisti di strada, negozi vintage e murales molto particolari. Lungo la strada che ha mantenuto l’acciottolato turco, non mancano le tipiche “kafane”, tipici ristoranti serbi, che in posti del genere di solito sono trappole per turisti, quindi ripieghiamo sul Mala Gostionica (Dobracina 6) un piccolo ristorante non distante da Piazza della Repubblica che consiglio per la gentile accoglienza e l’ottima cucina serba a prezzi più che abbordabili. KM. PERCORSI 120

LEGACY APARTMENTS. A 15 minuti da Piazza della Repubblica, camere molto spaziose, climatizzate e molto pulite. TV e WIFI. Ottima scelta. CONSIGLIATO. VOTO 9

30 MAGGIO

Stamattina percorriamo la Knez Mihailova, via principale della città brulicante di caffè affollati e di palazzi molto eleganti fino a raggiungere il Parco Kalegmegdan, il più popolare di Belgrado ideale per una passeggiata lungo i bastioni e per ammirare lo splendido panorama della Sava che si unisce al bel Danubio Blu che però proprio blu non è. Al suo interno c’è l’omonima Fortezza nella quale si accede attraverso la Porta Stambol. Purtroppo oggi non rimane molto di quello che un tempo era il posto in cui si svolgevano le battaglie e gli assedi contro la città. Uno degli spazi più grandi dell’area è occupato dal Museo della Guerra nel quale sono raccolti cannoni, carri armati e mezzi da guerra risalenti agli eventi bellici della storia serba, c’è anche la Statua del Vincitore realizzata il giorno dopo la vittoria nella Prima Guerra Mondiale contro l’Impero Austro-Ungarico. In origine questa statua doveva essere posizionata in una piazza centrale della città ma a causa della sua nudità, motivo di scandalo per la popolazione “bacchettona” dell’epoca, fu innalzata sulla collina della fortezza. Vediamo anche la Fontana di Mehmet Pascià risalente al periodo ottomano. Nella parte opposta alla Fortezza sorge il quartiere turco di Dorcol, tra i più antichi dove da secoli convive gente di diversa nazionalità come ebrei, musulmani, tedeschi, armeni e greci, qui si trova l’ultima moschea della città, quella di Bayrati. Ritorniamo sulla Knez Mihailova e attraverso le vie laterali raggiungiamo la Cattedrale Ortodossa di San Michele Arcangelo e il Palazzo della Principessa Liubjca, uno dei pochi edifici rimasti in stile balcanico. Secondo me la visita di una città non è completa se non si fa un salto a curiosare in un mercato e noi andiamo in quello di Zeleni Venac, quello più grande. E’ un modo come un altro per entrare in contatto con la gente del posto, gustare quella frenesia che c’è in tutti i mercati del mondo e magari acquistare prodotti locali a prezzi irrisori. Visto che abbiamo la comodità dell’uso cucina compriamo della verdura e delle buonissime ciliegie che insieme ad alcuni salumi comprati in un negozietto “sotto casa” mangeremo per pranzo. Un discorso a parte meritano le “pekare” le panetterie serbe che, dall’alba fino a tarda sera, sfornano dolci buonissimi e un pane che mantiene la sua freschezza anche il giorno dopo, ma nelle pekare vendono anche gustosi burek ripieni di carne o formaggio.

Belgrado è una città molto calda e anche molto estesa così dopo pranzo ci concediamo un meritato riposino. Le ultime cose da vedere sono la Chiesa Ortodossa Sveti Sava e il Mausoleo del Maresciallo Tito che raggiungiamo in macchina perché sono un po’ distanti dal centro città. Il Tempio di San Sava, visibile da molti punti della città, è una delle due chiese ortodosse più grandi del mondo. Molto bello esternamente, deludente all’interno perché privo di spiritualità a causa dei lavori non ancora ultimati. Splendida è invece la cripta. Il Mausoleo del Maresciallo Tito si trova in un curatissimo giardino circondato da belle sculture. All’interno del parco c’è un museo dove viene custodita la collezione di regali fatti a Tito durante le sue visite ufficiali all’estero mentre alcune bacheche conservano i testimoni delle staffette della gioventù, la maratona che i migliori studenti di ogni Repubblica correvano fino a Belgrado il 25 maggio di ogni anno, giorno del suo compleanno. Ci sono inoltre grandi pannelli di foto che lo ritraggono con i personaggi importanti dell’epoca e quello che ai tempi era il suo ufficio. Circondata da piante verdi, la tomba è di marmo bianco con una semplice scritta che ricorda le date di nascita e di morte. L’ultimo giro della giornata lo facciamo a Savamala, un quartiere trandy dove sono ancora visibili i ricordi della guerra, che si trova tra il Brankov Most e la riva destra del fiume Sava. In questa zona ci sono anche parecchi murales e il più rappresentativo è “La Santa di Belgrado”. Per la cena optiamo ancora per il Mala Gostionica, lo stesso ristorante di ieri sera rimanendo ancora una volta molto soddisfatti. La cucina serba è gustosissima, le porzioni sono sempre molto abbondanti e si spende pochissimo. KM. PERCORSI 10

LEGACY APARTMENTS per la notte.

31 MAGGIO

Oggi ci dirigiamo verso il sud della Serbia e facciamo la prima tappa a Topola per vedere la splendida Chiesa di San Giorgio, un edificio in marmo bianco con cinque cupole e spettacolari mosaici realizzati utilizzando più di 40 milioni di frammenti di vetro colorato. Bellissimo è anche il Mausoleo sotto alla Chiesa. Vale sicuramente la deviazione! Sei chilometri prima di arrivare a Kralievo e ci fermiamo al Monastero di Zica, un monastero femminile dalle tinte rossastre, dai giardini molto curati e antichi affreschi. Raggiungiamo poi il Monastero di Studenica, uno dei più antichi della Serbia e Patrimonio dell’Unesco. L’edificio principale è costituito dalla Chiesa di Nostra Signora, considerata “la madre di tutte le chiese serbe” per i suoi marmi bianchi e la qualità degli affreschi bizantini. Per stasera dobbiamo arrivare a Ivanjica, nella parte centro-occidentale, domani mattina ci aspetta una delle escursioni più attese di tutto il viaggio. Arriviamo verso sera in questa cittadina un po’ anonima ma circondata da un bel paesaggio montano, lasciamo i bagagli nel nostro hotel e andiamo alla ricerca di un ristorante. Non dobbiamo fare molta strada perché proprio dietro all’hotel c’è il Restoran Vodopad immerso in una gola vicino al fiume. Dopo tanti giorni di gran caldo un po’ di fresco è proprio quello che ci voleva! KM. PERCORSI 227.

HOTEL PARK. Hotel anonimo, camere pulite, wifi, posteggio. Colazione compresa nel prezzo. CONSIGLIATO. VOTO 8

1° GIUGNO

Dopo colazione ci dirigiamo verso Sjenica e da qui inizia la ricerca del CANYON DI UVAC. Non ci sono indicazioni e per diversi chilometri procediamo dubbiosi verso la meta. Ad un certo punto, sulla destra, vediamo un cartello con le indicazioni del Canyon, chiediamo conferma della strada a due persone che si trovano sul posto e seguiamo la sterrata che dopo qualche chilometro finisce in un piccolo campeggio. Paghiamo l’equivalente di un euro ai forestali della riserva che ci propongono un giro in barca nei meandri del fiume ma decliniamo la proposta e decidiamo di fare i 10 Km. di “passeggiata” per vedere i “serpentoni” dall’alto. Il primo tratto è bello ma non straordinario, bisogna arrivare a circa metà strada per iniziare a vedere uno spettacolo che passo dopo passo diventa sempre più incantevole. Ci troviamo davanti ad una serie di curve, perfette nelle forme e stupende nei colori, create dal fiume nella montagna. A parole non si riesce a descrivere la bellezza di questa natura nascosta e quasi sconosciuta, bisogna trovarsi lì ed essere gli unici spettatori insieme ai tanti grifoni che volteggiamo nell’aria. Abbiamo fatto questa escursione in circa cinque ore (dalle 9 fino alle 14 circa, con parecchie soste) senza incontrare anima viva, il sentiero da seguire è facile e ben segnalato, non ci sono pericoli o dislivelli ma nemmeno ripari in caso di pioggia o temporali. Consiglio di portare molta acqua. Il nostro viaggio prosegue alla volta di Novi Pazar, con una sosta al Monastero di Sopocani, sito UNESCO tra i più importanti dei Balcani. Anche qui, come in tutti i monasteri che abbiamo visto finora, gli affreschi che rivestono le pareti e la cupola sono splendidi, così come la sua architettura e il suo paesaggio circondato da boschi che ammiriamo dopo un temporale.

Ha ripreso a piovere e arriviamo a NOVI PAZAR verso sera dopo chilometri di strada in mezzo a colline e montagne della Serbia meridionale. Troviamo subito la nostra guest house che si trova sulla strada principale, Mico, il proprietario ci sta aspettando. Posteggiamo “sotto casa” e ci sistemiamo in camera. La giornata è stata abbastanza impegnativa, siamo un po’ stanchi e chiediamo a Mico di indicarci un ristorante nei paraggi. Pochi minuti di strada ed entriamo in una kafana che dall’esterno sembrava essere chiusa, il cameriere nel vederci sembra quasi stupito, ci fa accomodare e titubante ci porta il menu scritto in serbo. Scegliamo due piatti a caso e ordiniamo due birre. Nonostante fossimo gli unici clienti l’attesa è esageratamente lunga e siamo un po’ titubanti riguardo alla qualità del cibo, finalmente riappare il cameriere con i piatti ordinati che, nonostante i dubbi, apprezziamo molto. KM. PERCORSI 141

MICO GUEST HOUSE. Struttura molto semplice e spartana con camera pulita, bagno in comune molto datato, wifi, buona accoglienza, parcheggio a fianco della struttura. CONSIGLIATO A CHI NON HA GRANDI PRETESE. VOTO 6

2 GIUGNO

Dopo aver fatto colazione nel centro di Novi Pazar, una cittadina dall’impronta mussulmana dove al posto delle chiese ortodosse svettano i minareti che si confondono con i vecchi palazzoni di stile sovietico, ci dirigiamo verso il Monastero di San Giorgio, che domina una bella vallata e che vediamo solo dall’esterno perché ancora chiuso. Visitiamo poi la Chiesa di San Pietro, la più antica di tutta la Serbia, splendida nella sua semplicità. Per vedere il suo interno ci facciamo aprire dalla custode della casa vicina che arriva con una grande chiave antica. E’ ora di lasciare la Serbia, un paese poco conosciuto ma autentico, lontano dal turismo di massa e ricco di itinerari per niente scontati che ci hanno permesso di uscire dalle solite rotte. Da questo momento in poi è tutta una tirata fino in KOSOVO, passando da Rozaje, e arrivando fino a PEC. Nessun intoppo alla frontiera a parte l’estensione dell’assicurazione auto. Arriviamo nel primo pomeriggio e ad attenderci nella bella guest house c’è una cucciolata di micetti che subito si mette a giocare con i nostri trolley. La proprietaria è una signora molto gentile che, dopo averci fatto vedere quella che sarà la nostra camera, ci dà indicazioni preziose sulle escursioni da fare. La prima tappa è l’ennesimo Monastero e secondo noi il più bello di tutti quelli visti in questi giorni. Il Monastero è quello di Decani, costruito nella metà del trecento fa parte anch’esso del Patrimonio Unesco oggi controllato dalla KFOR (Kosovo Force) a causa delle tensioni presenti ancora nella regione. All’ingresso ci chiedono di lasciare il documento. Lo stupore nell’entrare è enorme, Decani è splendido, anche i portali e le piccole sculture sono meravigliose come stupefacenti sono gli affreschi che ricoprono tutte le pareti. Concludiamo la giornata visitando il Patriarcato di Peć, quindi stesso posto di blocco e stessa identica trafila per entrare. Il Patriarcato è uno dei luoghi più sacri dalla chiesa ortodossa serba, comprende quattro chiese costruite una accanto all’altra che oggi formano un complesso unico. Le chiese sono decorate da affreschi e conservano antiche icone, manoscritti ed oggetti religiosi di grande valore artistico. Anche questo sito religioso è stato dichiarato Patrimonio dell’Unesco. KM. PERCORSI 178.

SARAC HOSTEL. Ostello molto carino e rilassante, con un bel giardino attrezzato di tavolini e un’amaca. Camere spaziose e pulite così come i bagni in comune. Accoglienza ottima. SUPER CONSIGLIATO. VOTO 10

3 GIUGNO

Stamattina facciamo una passeggiata nel vecchio Bazar di Pec per vedere le tante botteghe di artigianato e il caratteristico Mercato del formaggio che si tiene tutti i sabato. In questo giorno i contadini vengono a vendere i loro prodotti portando con sé recipienti di legno pieni di formaggio, bottiglie di latte e uova, ma non mancano le bancarelle di frutta e verdura. Ci sono anche vecchie signore che espongono i loro ricami su teli fermati con dei sassi oppure vendono manufatti in lana. E’ ora di lasciare il Kosovo per il MONTENEGRO. Risaliamo verso Rozaje e ci dirigiamo verso nord fino ad arrivare al Parco Nazionale del Durmitor che dal 2005 fa parte del patrimonio mondiale dell’UNESCO. La prima sosta sarà al Tara Canyon. La strada che percorriamo scorre per lunghi tratti quasi parallela al fiume che nel corso degli anni ha corroso le montagne creando un canyon largo circa 80 metri e profondo in alcuni punti quasi un chilometro e mezzo. Arriviamo al famoso Ponte sul Tara dopo aver fatto un pic nic in un grande spiazzo ombroso in mezzo alle montagne. Il ponte che attraversa il canyon è lungo quasi 400 metri e alto più di 100, è un normale ponte e non ha niente di eccezionale ma è una delle mete turistiche più famose del Montenegro e patrimonio mondiale dell’Unesco. La suggestiva gola è molto stretta, l’acqua è limpidissima e il paesaggio è bellissimo. La zona è frequentata da molti turisti sportivi che si dedicano al rafting o allo Zip Line attraversando il canyon agganciati ad un cavo d’acciaio sospeso tra due punti. Entrambi questi sport non fanno per noi e l’unica cosa che possiamo fare è immortalare con tante foto questa splendida natura. Proseguiamo per Zabljak, nel frattempo sole e cielo sereno lasciano spazio ad un forte temporale, d’altronde siamo a 1500 metri e i cambiamenti a queste altitudini sono molto frequenti. La guest house prenotata per la notte è carina, la padrona di casa ci accoglie con dei dolci appena sfornati che apprezziamo molto e che ci fanno dimenticare quanto sia piccola la nostra camera. Nonostante le sue dimensioni stasera abbiamo deciso di cenare qui e passato il temporale andiamo a far rifornimento di cibo in un vicino supermercato. KM. PERCORSI 208

APARTMANI SOBE SLJIVANCANIN – Ottima ospitalità, camera piccola, pulita, wifi. Buon rapporto qualità/prezzo. CONSIGLIATO. VOTO 7

4 GIUGNO

Stamattina c’è uno splendido sole che ci invoglia a fare una bella passeggiata fino allo spettacolare Crna Jezero (Lago Nero) il più famoso dei 17 laghi glaciali che compongono il Parco del Durmitor. Il piccolo lago è circondato da un fitto bosco scuro che si specchia nell’acqua che sembra nera veramente! E’ tutto molto rilassante e sarebbe bello potersi fermare un po’ di più per assaporare meglio questa tranquillità tanto preziosa a chi come noi abita nelle grandi città, ma la nostra tabella di marcia ci ricorda che dobbiamo ripartire. Chilometro dopo chilometro scendiamo verso sud e mentre la strada scorre veloce le alte montagne lasciano il posto ad un grande altopiano erboso con caratteristiche casette dal tetto spiovente. Prima di mezzogiorno arriviamo al Monastero di Ostrog. Anche se la strada per arrivarci è stretta e trafficata e la salita a piedi è abbastanza faticosa, il monastero merita sicuramente una visita sia per la sua posizione, che per i suoi affreschi. Ci avviciniamo sempre più alla costa montenegrina e arriviamo a Virpazar nel primo pomeriggio. La guest house che abbiamo prenotato per la notte si trova nel piccolo villaggio di Godinje a pochi km da Virpazar, la proprietaria ci accoglie calorosamente offrendoci un bicchierino di grappa locale che ci costringe a trattenerci in camera per una pennichella. Dopo aver riposato un’oretta siamo pronti per vedere le meraviglie del LAGO DI SCUTARI, anch’esso dichiarato Patrimonio dell’Unesco. Percorriamo la strada che da Godinje porta fino a MURICI, molto stretta e impegnativa ma spettacolare! Distese di ninfee che rendono le acque del lago verdi, sfumature rosa vicino alle spiaggette, isolette e panorami incredibilmente belli che sono una gioia per gli amanti della fotografia come noi. Arriviamo sulla spiaggia di Murici dove c’è un posteggiatore abusivo ma simpatico, lasciamo in “custodia” la nostra auto e facciamo una passeggiata sulla spiaggetta di ciottoli. Il colore dell’acqua è di un azzurro tenue e c’è una leggera e piacevole brezza. Arriviamo davanti a un bar purtroppo chiuso… peccato, una birretta ci avrebbe dissetato. Risaliamo in macchina e ripercorriamo la stessa strada dell’andata, bisogna fare molta attenzione perché non ci sono guard rail, in alcuni punti ci sono degli strapiombi e, come se non bastasse, è a doppio senso di circolazione, quindi bisogna guidare con molta prudenza. Ritorniamo nella nostra guest house, stasera ceneremo sulla terrazza insieme ad una coppia di ragazzi francesi. La cena non ci ha entusiasmato più di tanto e il prezzo è stato troppo alto per quello che abbiamo mangiato, in compenso la compagnia dei ragazzi e l’ambiente rilassante sono stati molto piacevoli. KM. PERCORSI 213

GUEST HOUSE SKADAR LAKE. Ambiente familiare, giardino con terrazza vista lago. Camera spaziosa e pulita con aria condizionata. Situata nel villaggio di Godinje, sulla strada per Murici. CONSIGLIATO. VOTO 7

5 GIUGNO

Anche oggi è una stupenda giornata di sole, prerogativa molto importante per poter godere dei panorami di questo meraviglioso paese. Da Virpazar pieghiamo in direzione di Rijeka Crnojevica prendendo una strada secondaria, sempre molto stretta, ma ben asfaltata e per fortuna senza strapiombi. Le viste che si aprono sul lago sono meravigliose e assolutamente imperdibili. Nel piccolo villaggio di Rijeka Crnojevica ci fermiamo in un negozietto a comprare uno yogurt e una brioche per colazione. Prendiamo poi la strada che parte da Cetinje e arriva fino a KOTOR splendida cittadina e Patrimonio dell’Umanità che si trova nell’omonima splendida Baia. Il tratto che ci sorprende di più di tutto il viaggio è la discesa verso Kotor, una serpentina piuttosto ripida di tornanti con panorami stupendi sul fiordo. Ci fermiamo davanti all’ingresso della città vecchia dove si trova la Porta del Mare costruita durante la dominazione veneziana, trovare un posteggio sembra quasi impossibile, stiamo per ripiegare su quelli a pagamento quando notiamo un tizio che ne sta liberando uno….il posteggio è nostro, non sposteremo più la macchina fino all’indomani. Il nostro mini appartamento si trova proprio dentro le mura della città vecchia, lasciamo i bagagli e usciamo. Il centro è un gioiellino costruito in pietra, con balconi in ferro decorati da bellissimi fiori, ci perdiamo nelle sue vie piene di piccoli negozi di souvenir in cerca di qualcosa di particolare da comprare. Rispetto alle altre località visitate finora Kotor ci appare molto turistica ma è anche molto fotogenica con numerosi angoli nascosti da fotografare, chiese in cui entrare e tanti caffè in cui fare una pausa. Una scoperta curiosa è che a Kotor i gatti sono molto amati tanto che hanno pensato bene di dedicargli un museo. L’edificio più imponente di Kotor è la Cattedrale di San Trifone eretto originariamente nel dodicesimo secolo, ma ricostruita diverse volte in seguito ai danni causati da numerosi terremoti, notevole è l’altare dorato con rilievi in argento. Nel tardo pomeriggio saliamo alla Fortezza di San Giovanni, che domina la città. È una bella scarpinata su gradoni di pietra piuttosto sconnessi, ci manca poco per arrivare fino in cima ma non ce la facciamo, fa veramente molto caldo, in ogni caso il panorama nel punto in cui ci troviamo è splendido. Di sera Kotor è molto animata, c’è parecchia gente in giro e seduta ai tavoli di ristoranti e bar, diamo un’occhiata ai tanti menu ma vista la stanchezza e i prezzi alti decidiamo di cenare a casa. KM. PERCORSI 100

APARMENTS DUKIC. Si trova nella città vecchia di Kotor, vicino alla porta nord delle mura. Buona sistemazione e buon rapporto qualità/prezzo. Appartamento con angolo cottura, aria condizionata. CONSIGLIATO. VOTO 7

6 GIUGNO

Prima di lasciare il Montenegro per la Bosnia ci fermiamo nella carinissima e piccolissima Perast, molto più tranquilla di Kotor forse anche perché è molto presto. Posteggiamo davanti al fiordo e percorriamo l’unica strada che attraversa il paese. Più che essere al mare si ha la sensazione di essere al lago per via del fiordo molto stretto. Ma è ora di lasciare il Montenegro, ce lo ricorderemo come il paese dai mille contrasti, boscoso e selvaggio all’interno con montagne e canyon, più turistico sulla costa con le sue baie e il bellissimo Lago di Scutari. Ora andremo in BOSNIA-HERZEGOVINA un paese conosciuto soprattutto per la guerra dei primi anni ’90 e che di certo non rientra nella top ten delle mete turistiche europee. La prima tappa la facciamo a TREBINJE. Dopo aver fatto colazione in una piazza alberata della città vecchia all’interno della cinta muraria, raggiungiamo la bellissima Hercegovacka Gracanica, la Chiesa Ortodossa finita di costruire nel 2000 sul modello dell’antico Monastero di Gracanica in Kosovo. La stupenda giornata di sole ci permette di ammirare dall’alto del suo colle tutta Trebinje. In posizione periferica e poco visibile c’è il Ponte Arslanagic, risalente al periodo ottomano e caratterizzato da una struttura unica che gli ha permesso di sopravvivere ai bombardamenti della seconda guerra mondiale. L’ultima attrattiva da visitare è il Monastero di Tvrdos pochi chilometri fuori dalla città sulla strada per Mostar. La stradina che porta al monastero costeggia un vigneto e un giardino molto curati. Oltre al monastero visitiamo anche il fresco refettorio dei monaci nel quale sono custodite enormi botti di vino. Un monaco ci racconta che per molto tempo ne hanno prodotto una quantità indispensabile solo per le loro necessità, ma da qualche anno la cantina di Tvrdoš si è aperta anche al mercato estero. Entriamo nel loro negozio e acquistiamo un paio di ottime bottiglie e del miele, ma sono in vendita anche liquori e prodotti naturali di bellezza. Altra sosta interessante è POCITELJ un caratteristico villaggio-fortezza dove si fermavano le carovane che viaggiavano tra oriente e occidente situato anch’esso lungo la strada per Mostar. Ha tipiche costruzioni col tetto in pietra, una moschea e la Torre dell’orologio. Nonostante il grande caldo decidiamo di arrivare in cima alla torre, la fatica è tanta ma è ripagata dal panorama mozzafiato che si ha del fiume Neretva che scorre in basso. Al ritorno troviamo alcune donne che vendono frutta e succhi freschi, ci dissetiamo con quello al melograno. Mostar è sempre più vicina ma abbiamo ancora un paio di soste da fare. Una di queste è alle fresche CASCATE DI KRAVICE, niente di più piacevole viste le alte temperature. Dal parcheggio percorriamo a piedi (ma si può utilizzare anche un trenino a pagamento) una ripida stradina asfaltata che finisce davanti ad un meraviglioso specchio d’acqua dall’aspetto selvaggio che invita ad un tuffo rigenerante. Ultima tappa della giornata: BLAGAJ, una vecchia cittadella turco- ottomana nella quale è conservato un Monastero derviscio addossato ad una parete rocciosa su un laghetto dalle acque verdi. La visita della Tekija non è niente di eccezionale, le stanze sono tutte ben conservate e i pavimenti in legno ricoperti da tappeti, il contesto naturale è molto carino peccato che i tanti ristoranti e bar rovinano un po’ il paesaggio. Ed eccoci finalmente a MOSTAR, ormai siamo a fine giornata, andiamo in cerca della nostra guest house e ci gustiamo un’ottima cena al Ristorante Del Rio (Kardinala Stepinca 12). KM. PERCORSI 293

HOSTEL LENA. Vicino al centro raggiungibile in 10/15 minuti a piedi, camera pulita e piccola cucina a disposizione. Ottima accoglienza e buon rapporto qualità/prezzo. CONSIGLIATO. VOTO 8

7 GIUGNO

Sono le 8 di mattina e abbiamo un giorno intero per goderci la città con tutta tranquillità. Iniziamo dalla città vecchia passando davanti alla Moschea Koski Mehmed-Pasha ancora chiusa. Dall’esterno si vede un piccolo cortile e le fontanelle per le abluzioni, proseguiamo fino al famoso Stari Most, il ponte più famoso di tutti i Balcani. Ha resistito più di 400 anni prima di essere abbattuto dai cannoni croati nel novembre del 1993. Con la distruzione dello Stari Most, la città fu divisa in due: da una parte i quartieri cattolici dei croati e dall’altra le case dei bosniaci in gran parte musulmani, accrescendo così odi e contraddizioni. Son passati più di 20 anni e oggi Mostar è una cittadina molto piacevole da scoprire, con le sue moschee, i suoi negozietti di artigianato che ci sono lungo la pittoresca Via Kujundziluk e naturalmente il suo ponte ricostruito con le stesse pietre nel 2004 grazie all’intervento dell’Unesco e alle donazioni di Italia, Francia e Turchia. Per pranzo ci fermiamo da Tima-Irma, a due passi dal Ponte Vecchio, un posto assolutamente da non perdere per l’ottima cucina, le porzioni super abbondanti e i prezzi economici. Dopo pranzo andiamo a vedere la Biscevica Cosak un’antica dimora ottomana bosniaca costruita 350 anni fa con le sue stanze decorate con mobili intarsiati e tipici tappeti orientali. Purtroppo vediamo anche una Mostar che porta ancora i segni della guerra: case crivellate dalle pallottole, scheletri di edifici come il Neretva Hotel un tempo uno dei più belli della città, cimiteri con tante lapidi e un solo anno: 1993. Usciamo dal centro storico e arriviamo in Piazza Spanski nella zona dove correva la “linea del fronte”, anche qui non mancano gli edifici sventrati dalle bombe e ancora abbandonati ma ci sono anche costruzioni nuove come il Gymnasium, vecchio liceo della città, ristrutturato grazie anche agli aiuti dei paesi stranieri che oggi è simbolo di pace e di speranza. Il meglio di sé Mostar lo dà alla sera quando la maggior parte dei negozi chiude, le strade si svuotano e le moschee si illuminano, camminiamo trasportati da questa magica atmosfera sugli scivolosi acciottolati fino ad arrivare al suggestivo Ponte Storto, fratello minore del Ponte Vecchio, dove ci fermiamo in uno dei tanti bar a gustare un ottima birra artigianale e ascoltare musica dal vivo.

HOSTEL LENA.

8 GIUGNO

Stamattina partiamo per la tanta attesa SARAJEVO che da Mostar dista circa 130 Km. Lasciamo i bagagli nel mini-appartamento che abbiamo prenotato per due notti e andiamo subito alla scoperta della città vecchia. Eccoci davanti al Ponte Latino luogo in cui vennero assassinati Francesco Ferdinando e sua moglie Sofia, episodio che scatenò la prima guerra mondiale. Poco distante c’è la storica Biblioteca di Sarajevo (Viječnica) bombardata dai serbo bosniaci nel 1993 e ristrutturata dopo 18 anni di lavori grazie agli aiuti di molti paesi soprattutto dall’Unione Europea. Purtroppo i proiettili al fosforo provocarono un incendio durato molti giorni durante il quale andò distrutto circa l’80% di libri. Bascarsjia è l’antico quartiere turco, un po’ il cuore della città vecchia, passeggiamo lungo queste stradine dove le moschee si mischiano con le chiese cattoliche e le sinagoghe, vediamo anche la Piazza dei Piccioni al centro della quale si trova la Fontana Sebilj. La via più rappresentativa di questo quartiere è Saraci piena di negozi di souvenir e di artigianato ma ci sono anche numerosi monumenti come la Moschea Gazi-Husrevbey con di fronte la sua Medresa e la Torre dell’orologio e il suo Bazar Bursa Bezistan un tempo bazar per il commercio della seta. Poi Saraci lascia il posto a Ferhadija, il quartiere asburgico dove sorgono eleganti palazzi ottocenteschi ed edifici di religioni diverse come la Cattedrale Cattolica e quella ortodossa. Sempre girando per il centro arriviamo in una piazza dove c’è una maxi scacchiera e ci mischiamo al numeroso pubblico per osservare le mosse dei giocatori. Visitiamo anche il Museo dei Crimini di Guerra, all’interno del quale ci sono documentazioni fotografiche che testimoniano le atrocità di quegli anni e alcuni schermi che proiettano a rotazione le immagini strazianti di una guerra che è stata una delle più sanguinose e disumane ma anche incredibile se pensiamo che è successa appena venti anni fa. A Sarajevo non può passare inosservato il fuoco eterno che ha lo scopo di ricordare tutti i caduti della seconda guerra mondiale. Per la pausa caffè ci fermiamo al Zlatna Ribica (Kaptol 5) un locale carinissimo e molto kitsch con luci soffuse e musica adeguata gestito da una ragazza perfettamente in sintonia con l’ambiente. E’ arredato con tantissimi pezzi di antiquariato disposti a caso su mobili da rigattiere, il bagno poi è una sorpresa. Assolutamente da non perdere! Visitiamo anche la Casa Svrzo un’antica dimora ottomana molto ben conservata che rende l’idea di com’era lo stile di vita in quell’epoca. Nel pomeriggio andiamo al Museo del tunnel in un quartiere periferico della città. Qui si trova la casa di una famiglia che durante l’invasione dell’armata serba si offrì per la costruzione di un tunnel che avrebbe collegato la periferia della città partendo dai sotterranei della casa per poi passare sotto l’aeroporto controllato dalle Nazioni Unite. Lo scopo del tunnel era di trasportare feriti e garantire rifornimenti di cibo, medicine e armi ai cittadini assediati. Oggi è in gran parte crollato, ma il museo ne preserva un tratto di venti metri. KM PERCORSI 171

BISTRIK STUDIO. Monolocale con angolo cottura e bagno privato, posteggio privato gratis, vicino al Ponte Latino. Pulizia scarsa e ambiente moooolto spartano. NON CONSIGLIATO. VOTO 5

9 GIUGNO

Stamattina raggiungiamo il Ponte di Vrbanja che unisce il quartiere bosniaco con quello serbo, un obiettivo privilegiato dei cecchini ai tempi della guerra e le case nelle vicinanze ne sono una evidente testimonianza. Molte sono le persone che sono morte nel tentativo di attraversarlo. Famosa è la triste storia dei cosiddetti Giulietta e Romeo di Sarajevo: lui serbo ortodosso e lei bosniaca mussulmana. Si erano innamorati e vivevano una storia d’amore impossibile in quel Paese accecato dall’odio etnico. Erano andati a vivere dai genitori di Admira mentre Bosko preparava tutti i documenti necessari per lasciare la città. Il progetto era di andare per un po’ di tempo dai genitori di Bosko, nel quartiere serbo e poi finalmente partire ma il problema era dover passare il ponte Vrbanja. I due decisero di tentare il tutto per tutto e il 18 maggio 1993 decisero di attraversarlo di corsa. Non arrivarono mai dall’altra parte, purtroppo Bosko fu colpito e morì sul colpo mentre Admira anche lei colpita non morì subito e con le ultime forze si trascinò fino al corpo dell’innamorato e lo abbracciò. Rimasero abbracciati otto giorni su quel ponte, perché non si trovava un accordo per un cessate il fuoco che permettesse la rimozione dei cadaveri. Ora sono sepolti al Cimitero dei Leoni che noi abbiamo visitato. Ma oltre a questo, di cimiteri ce ne sono molti altri e per rendersi conto bisogna salire su una delle tante colline che circondano la città oppure andare alla Cittadella di Vratnik dove la distesa di lapidi bianche si stende quasi a perdita d’occhio. Durante gli anni dell’assedio, il numero di morti fu talmente alto che venivano seppelliti ovunque, persino nel terreno dello stadio dove nel 1984 si sono svolte le Olimpiadi invernali. Nel pomeriggio ci spostiamo nella Nuova Sarajevo e saliamo sull’Avaz Twist Tower con un velocissimo ascensore che in pochi ci porta al 36° piano dal quale possiamo ammirare lo spettacolare panorama di Sarajevo e di tutte le sue colline. La nostra ultima cena in terra bosniaca la gustiamo al Zara Iz Duvara (Dzenetica Cikma Bb- vicino al mercato) un piccolo e accogliente ristorante a conduzione familiare per niente scontato che consiglio per la genuinità degli ingredienti con i quali prepara ottimi piatti. Le quantità non sono abbondanti e i prezzi un pochino più alti rispetto al target di Sarajevo, ma come succede di solito la qualità si paga. KM. PERCORSI 19

BISTRIK STUDIO.

10 GIUGNO

Ultimo giorno del nostro tour nei Balcani e giornata di trasferimento da Sarajevo a Zagabria. Partiamo verso le 7.30 in direzione Zenica, la Lonely dice che a 10 Km. a nord di questa cittadina c’è uno dei villaggi più caratteristici della Bosnia: Vranduk, peccato che per visitare questo villaggio e il suo castello ci sono degli orari stabiliti che non vengono riportati dalla guida quindi la nostra deviazione è stata inutile. Per chi fosse interessato l’ingresso è alle 9.00. Ripartiamo per Travnik dove ci fermiamo per una sosta veloce per vedere il castello e la bella vista sulle tipiche case ottomane e sul fiume. Ci fermiamo anche a Jajce, candidata a Patrimonio dell’Unesco per vedere le sue cascate situate nel centro storico e la sua fortezza dal quale si ammira un bel panorama. Una piccola deviazione ci porta ai Laghi di Pliva ideali per un pic nic. La strada M16 che percorriamo per raggiungere Banjia Luka ci regala ancora stupendi panorami sulle Gole del Vrbas che formano dei serpentoni di grande bellezza. Il nostro viaggio volge al termine e con un pizzico di malinconia salutiamo Zagabria alla volta di Trieste e Padova le nostre ultime tappe prima del rientro a Milano. KM. PERCORSI FINO A ZAGABRIA 400

CONCLUSIONI

Sono poche le persone che scelgono i Balcani come meta turistica, probabilmente gli avvenimenti degli anni ’90 li hanno resi vittime di pregiudizi, a noi invece hanno permesso di fare un viaggio straordinario in luoghi quasi sconosciuti che meritano di essere visitati per i loro paesaggi unici e per la loro interessante cultura. E’ stato un viaggio semplice, economico e sicuro. Tutti i viaggiatori dovrebbero prima o poi passare da queste parti perché i Balcani non possono mancare nel loro moleskine!



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