Scozia a tappe: isole, cibo e mare
Ore 9:30 partenza da casa alla volta dell’aeroporto di Orio al Serio. Traffico nella norma, bel tempo, ma perdiamo 20 minuti all’aeroporto per parcheggiare l’auto. Il volo parte con una quarantina di minuti di ritardo, ma alla fine arriviamo a destinazione. Glasgow Prestwick. Dopo un’interminabile coda allo sportello Hertz, circondati esclusivamente da italiani, riusciamo ad avere la nostra auto a noleggio e ci mettiamo in strada. Il mio compagno di viaggio riesce a mantenersi sul lato sinistro della strada e ingrana senza troppi problemi. Sotto la pioggia, giungiamo ad Ardrossan dove abbiamo trovato una sistemazione alla Crescent Park House. Arriviamo nel pomeriggio ma nella guest house non c’è nessuno, quindi lasciamo un biglietto e andiamo a sfamarci nel centro di Ardrossan. E’ una località piccola e c’è ben poco da vedere, ma è un’ottima base di partenza, visto che è a soli 25km dall’aeroporto e permette di evitare di addentrarsi a Glasgow. Ceniamo in un pub e torniamo alla guest house dove veniamo finalmente accolti. La camera è molto bella e grande, con un grande bow window che dà sul mare. 19 agosto. Isola di Arran, Oban.
Al mattino, ottima colazione anglosassone: succo e cereali, poi eggs & bacon, caffé e pane e marmellata. Il nostro traghetto per Arran parte alle 9 e in un’ora giungiamo a Brodick. Cominciamo il giro dell’isola da sud, la parte più montuosa. Il paesaggio è suggestivo: la strada, molto panoramica, costeggia il mare da cui emergono piccoli isolotti con un faro e altre isole più lontane che spuntano dalla foschia. Se su un lato abbiamo il mare, dall’altro costeggiamo bassi monti dalla vegetazione violacea, che abbiamo ipotizzato essere cespugli di erica (ma molto probabilmente ci sbagliamo). Seguendo la guida, volevamo fermarci nella località di Kildonan e vedere i resti preistorici di Machrie, ma purtroppo né l’uno, né l’altro erano segnalati lungo la strada, quindi non li abbiamo trovati. Ci siamo consolati facendo tappa alla spiaggia di Blackwaterfoot, dove, malgrado il nome, l’acqua è trasparente. Da lì, lasciamo la costa e percorriamo la strada interna per Brodick e poi ci dirigiamo a nord per Lochranza, da dove parte il traghetto che ci riporterà sulla terraferma. A Lochranza, località minuscola all’estremità nord dell’isola, mangiamo in un pub –buoni ed economici potato scones- e assaggiamo la locale Arran beer. Poi il traghetto ci trasporta a Callaig in mezzora e da lì cominciamo a risalire la costa per raggiungere Oban. Seguiamo la strada costiera, più veloce, rinunciando a visitare Inveraray. A Oban soggiorniamo al Colryn bed & breakfast, in centro. La camera è molto piccola e così il bagno, ma la signora che lo gestisce è molto disponibile e gentile. Ceniamo a The Gathering, buon ristorante di pesce dalle porzioni enormi, e poi facciamo una passeggiata digestiva nella città, che pur essendo piccola, è vivace e piacevole. 20 agosto. Tioram Castle, Skye. La colazione al Colryn si rivela forse la migliore dell’intera vacanza. Partiamo poi abbastanza presto perché dobbiamo raggiungere l’isola di Skye prima di sera. Costeggiamo i loch e risaliamo fino a Fort William dove facciamo una rapida sosta. Non c’è molto da vedere se non si hanno interessi storici nella storia scozzese. Però è una delle poche cittadine abbastanza grandi della regione, quindi conviene approfittare dei servizi che offre. Ripartiamo, avvistando alle nostre spalle il Ben Nevis, e prendiamo la Road to the Isles che ci porta verso ovest. Arriviamo a Lochailort, sulla costa, ma lì facciamo una deviazione a sud alla ricerca del castello Tioram, verso la penisola di Ardnamurchan. La distanza è abbastanza breve, 19 miglia (cioè una trentina di chilometri), ma li ricopriamo in un’ora: la strada è strettissima, di quelle con i passing places. Soprattutto nell’ultima parte, l’auto, un’utilitaria, passa appena tra le rocce di un monte, da una parte, e un muretto in pietra dall’altra. Quindi l’incontro con auto nell’altra direzione diventa molto problematico. Fortunatamente, sembra un posto dimenticato da molti, quindi incontriamo solo qualche pecora e qualche abitante delle poche case sparse nel verde. Finalmente arriviamo e la vista al castello ci ricompensa della fatica. Purtroppo però non possiamo restare più di un quarto d’ora perché abbiamo prenotato il traghetto per Skye e il tempo stringe. Riempiamo la pancia con due rolls e degli onion rings e ripartiamo. (per chi volesse tentare l’impresa del castello Tioram, dalla strada che porta nell’Ardnamurchan bisogna deviare appena prima del paese Acharacle). Ci riportiamo sulla Road to the Isles che da Arisaig si fa costiera, con un paesaggio incantevole tra il verde, il mare e skye sullo sfondo. Passiamo Morar e giungiamo a Mallaig in tempo per il battello. In mezzora di attraversamento siamo ad Armadale e raggiungiamo in 5 minuti il nostro B&b ad Ardvasar. Si trova direttamente sul mare, la camera è spaziosa e molto ben ammobiliata, il bagno è nel corridoio, di fronte alla camera, ma grande e di buon gusto. In più il B&b mette a disposizione una piscina coperta e riscaldata di cui approfittiamo. Per la cena ci viene consigliato l’Ardvasar hotel, ma è caro e la cucina è mediocre. 21 agosto. Skye.
Anche qui la colazione è buona, in linea con le altre (buono il muesli fatto in casa). Ardvasar è nella zona sud-ovest dell’isola di Skye, quindi ci mettiamo in cammino verso nord. Per una volta si tratta di un’ampia strada principale, da cui si può godere del paesaggio dei monti Cuillins. Passiamo a Broadford e da Slighacan, dove lasciamo la strada più trafficata e andiamo verso la costa occidentale e Dunvegan. Ci fermiamo alla Talisker distillery e partecipiamo alla visita di gruppo. Poi proseguiamo verso nord. Poco prima di Dunvegan prendiamo una strada secondaria che si addentra nella penisola del Duirinish. Ci inoltriamo nella tipica stradina a passing palces fino ad arrivare al Neist Point, l’estremità occidentale dell’isola. Si tratta di un faro moderno che occupa una posizione unica fra alte scogliere a picco. Il paesaggio è magnifico e si può indovinare il contorno della vicina isola di Uist. A un centinaio di metri c’è anche una spiaggetta dove si mescolano sabbia bianca e grandi rocce nere, costellate di conchiglie. E’ metà pomeriggio e, affamatissimi, facciamo un piccolo pasto in una tavola calda che pare di un’altra epoca, poi torniamo a Dunvegan. Andiamo all’omonimo castello e qui facciamo il “seal boat trip”: è un breve giro in barca molto turistico ma piacevole con cui si arrivano a vedere le foche da una distanza di pochi metri. Vengono usate piccole barche in legno da pescatori che non ispirano molta fiducia ma evidentemente bastano per coprire le poche centinaia di metri che separano l’attracco dagli isolotti delle foche. Soggiorniamo a Moorfield House, guest house piacevole e curata. Camera carina con vista sulle Mac Leod’s table, due montagne gemelle. L’unico difetto è che, essendo mansardata, la camera può essere non troppo confortevole per ospiti alti (soprattutto il bagno). La proprietaria gentilissima, ci prenota un ristorante vicino, The Old School Restaurant: mangiamo bene, ma il prezzo è decisamente eccessivo. 22 agosto. Skye, Ullapool.
Molto piacevole la colazione nella veranda alla Moorfield House, con un tocco di originalità nella cucina: porridge e potatoes pie. Ci dirigiamo poi nella penisola di Trotternish. Vicino alla strada principale si può ammirare la roccia caduta dell’Old man of Storr e le Lealt Falls. Molto bella la Kilt Rock, dove un’alta cascata, si getta in mare dalla scogliera. Arriviamo poi fino al diroccato castello di Duntulm. E’ tempo di lasciare Skye quindi la ripercorriamo in direzione sud, fermandoci a Portree per mangiare. Qui, è abbastanza forte il contrasto fra i nostri due giorni di semi-solitudine e questa località altamente turistica, che è la base d’appoggio per molti di quelli che visitano Skye. Contenti di aver preferito altri angoli, torniamo sulla terraferma e ci dirigiamo verso Ullapool, a nord. E’ una piacevole cittadina di mare che si trova in fondo ad una stretta baia. Dormiamo al Broombank, camera confortevole e bagno grande, forse pecca un po’ nel servizio, visto che la proprietaria è una signora un po’ originale. 23 agosto. Point of Stoer, Elgin. Partiamo per visitare la regione a nord di Ullapool e il Point of Stoer. Seguiamo la strada principale fino a Lochinver e da lì deviamo verso la penisola sovrastante. Pare che la zona sia detta Breakdown zone a causa del numero di incidenti dovuti alle strette strade. Incoraggiati dalla bella notizia imbocchiamo la strada e poco dopo ci addentriamo in un’altra stradina che conduce alla baia di Achmelvich: una spiaggia di sabbia bianca finissima e un mare azzurro chiaro. Se il clima non ci obbligasse ad avere la giacca, non avrebbe nulla da invidiare a spiagge più esotiche. Vediamo una spiaggia simile in un paesino adiacente e infine proseguiamo per il Point of Stoer. Una delle solite minuscole stradine serpeggia su un terreno ondulato da cui il mare scompare a tratti. Si susseguono passing places e enclosures fino al faro automatico di Raffin. Da qui parte la camminata che porta all’Old Man of Stoer. La passeggiata, lunga 3 km, attraversa un promontorio di cui si gode della vista dell’Old Man: un grande ammasso di roccia a forma di uomo che si trova sul mare, sotto la scogliera. Di per sé non è un’escursione difficile, ma bisogna tener conto del fatto che il terreno è quello della torba e si sprofonda nell’umido ad ogni passo, quindi conviene avere scarpe impermeabili e possibilmente stivaletti (notare che il tempo era soleggiato da giorni, quindi non dipende dalle condizioni meteo). Lo spettacolo però vale la pena e arriviamo a vedere l’Old Man. Tornando, abbiamo un piccolo incidente: nessun danno, ma a causa della strada stretta, finiamo con una ruota fuori dalla strada sull’erba, ma visto il terreno fangoso la ruota slitta e bisogna spingere in 4 per rimetterla sulla strada. Decidiamo che è troppo tardi per vedere tutte le insenature tra qui e Ullapool, quindi torniamo direttamente al centro abitato per poi proseguire per la parte centro-orientale della Scozia. Avvicinandosi a Inverness ci stupiamo di vedere per la prima volta, dei campi coltivati. Abbiamo scelto di pernottare a Elgin, piccola località poco lontana. Il B&b è una casa Edoardiana dalle camere ovviamente enormi. Prima passeggiamo un po’ nel centro di Elgin, che non offre molto poi mangiamo una cena mediocre al Fish Restaurant dove non c’è altro che fish and chips. 24 agosto. Scone Palace (Perth), Edinburgh. La colazione servita nella casa edoardiana è quella tradizionale scozzese e a eggs and bacon aggiunge pesce e funghi, dopodichè partiamo alla volta di Edimburgo. Attraversiamo i Craingorms e ci fermiamo a Pitlochry per vedere i salmoni, ma è una delusione: si tratta di un dispositivo di vasche dall’acqua torbida dove se si ha fortuna si intravede la forma di un pesce passare. Pranziamo lì vicino: bel posto, buon servizio, porzioni scarse. Degni di nota i dolci. Ripartiamo e facciamo un’altra sosta a Perth, allo Scone Palace. Molto bello, soprattutto l’esterno, ma anche l’interno merita una visita. Anche i giardini non sono male per una passeggiata tranquilla. Ripartiamo per Edimburgo. C’è parecchio traffico e non è strano visto che siamo in periodo di festival. Fatichiamo a trovare il B&b, che è nella zona del porto, Leith. Questo angolo di Leith non sembra pericoloso e anzi è la zona ideale per trovare ristoranti soprattutto di pesce, anche se, come prevedevamo, è abbastanza forte la differenza di prezzi con il resto della Scozia. Il B&b, “A room in Leith” è in realtà un appartamento con una camera degli ospiti e bagno privato. La situazione è un po’ strana perché ci si sente proprio in casa di qualcun altro, ma è vero che essendo un appartamento privato, è confortevole, molto ben arredato e aveva un prezzo bassissimo rispetto agli altri B&b della città. Ceniamo al Daniel’s Bistro, di vaga origine francese, molto carino. Durante la serata assistiamo alla passerella finale del Tatoo military festival sul Royal Mile. 25 agosto. Edinburgh.
Buona colazione nell’appartamento privato che, al menu più comune, aggiunge salsiccia, fagioli stufati e pomodori. Nella mattinata facciamo shopping, poi passeggiamo per il centro, che è pieno di italiani. Meglio evitare Edimburgo durane il festival, si trasforma più in un parco divertimenti e diventa invivibile. Niente a che vedere con l’immagine che dà nei mesi invernali, meno turistici. Comincia a piovere e, giusto per rievocare bei ricordi, facciamo una puntata all’università e una ad un pub studentesco, il Blind Poet per una birretta. Un bus ci riporta al porto e ceniamo in un messicano, di tutti il più economico. 26 agosto. Stirling, Helensburgh. Un po’ delusi dalla città troppo affollata di turisti, decidiamo di partire subito per Stirling. Passeggiamo per il centro, poi saliamo al castello, molto simile a quello della capitale. Pranziamo e nel pomeriggio vediamo il monumento William Wallace e l’abbazia. Cominciamo poi a dirigerci verso Loch Lomond, il paesaggio si fa piatto, ma si mantiene verdissimo. Da Loch Lomond proseguiamo per Helensburgh, dove passeremo l’ultima notte. Il B&b non è male, esteticamente è il più brutto ma si può usare internet. La sera si mette a piovere mentre cerchiamo a piedi un ristorante per l’ultima cena scozzese. Non troviamo niente di carino e camminiamo lungo tutto il lungomare. Proprio all’ultimo, quando stavamo per accontentarci di posto a caso, troviamo un ristorante nascosto, l’Upper Crust. Bella atmosfera, cibo delizioso, prezzo nella norma, non si può passare da Helensburgh senza andarci! 27 AGOSTO. Il ritorno.
Facciamo colazione con una coppia di hawaiani che fanno per 2 mesi il giro della Scozia. A colazione viene servito anche il black pudding ma solo uno di noi è così impavido da mangiarlo, cos’ com’era successo con l’haggis, delizioso. Partiamo in direzione Prestwick, piove, ma arriviamo comunque con largo anticipo, quindi ci fermiamo un po’ sulla spiaggia dove c’è un raduno di surfisti. E alla fine, a malincuore, prendiamo il volo. TIPS FOR THE TOURIST: – MEZZI: serve assolutamente un auto, se si vogliono vedere le coste, le isole e il paesaggio. – CIBO 1: Approfittate delle colazioni: danno l’energia giusta per girare tutto il giorno e riscaldano.
– CIBO 2: checché se ne dica, in Scozia si mangia molto bene, ovviamente non nei ristoranti italiani, ma in quelli locali, soprattutto di pesce.
– TEMPO: l’estate è fresca e umida, raramente sarete sorpresi da acquazzoni violenti, ma visto che il tempo è molto variabile potrete avere sole e pioggia nello stesso giorno. L’ombrello non è molto utile perché con il vento è spesso impossibile tenerlo aperto.
– LINGUA: l’accento non è così forte come si dice, o almeno tutti coloro che trattano con i turisti (ad esempio nei B&b) si sforzano di parlare nel modo più chiaro possibile.
– PERSONE: gli scozzesi sono gentili e socievoli e saranno i primi a darvi consigli di viaggio e dritte per passare al meglio il soggiorno.
– GUESTHOUSE: sempre molto pulite e dotate di asciugamani e asciugacapelli. Contando che era alta stagione, i prezzi sono abbordabili: noi abbiamo sempre scelto doppie con bagno privato (quasi sempre in camera) e abbiamo speso in media 40euro a notte (dipende anche dalla località).
– PRENOTAZIONI: soprattutto se viaggiate in agosto o in generale, in estate, è consigliabile prenotare alloggi ed eventuali traghetti. Vi permetterà di viaggiare senza preoccupazioni e senza perdere tempo in ricerche. Anche i bed & breakfast più piccoli sono contattabili via internet, quindi si evita anche il fastidio della telefonata.
– COMPAGNO DI VIAGGIO: se la persona è ben scelta, sarà un viaggio come pochi.