Santiago, la città che non ti aspetti

E' un corpo estraneo nel cuore del Cile. Città piena di contrasti e poco conosciuta che incuriosisce
Scritto da: Klaus22
santiago, la città che non ti aspetti
Partenza il: 02/01/2016
Ritorno il: 06/01/2016
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Antefatto

Prima di atterrare nel moderno aeroporto Arturo Benitez si sorvolano le Ande quasi sfiorando l’Aconcagua: se siete seduti sul lato destro dell’aereo e la giornata è serena lo vedrete in tutta la sua maestà, altrimenti ne vedrete solo la vetta sbucare oltre le nuvole.

Santiago

Dopo una discreta fila al controllo passaporti ed aver fatto passare il bagaglio allo scanner per controllare che non ci siano sementi, salumi e piante, mi aspetta l’autista che avevo prenotato.

Premetto che all’arrivo non sapevo cosa aspettarmi: nel mio immaginario una città del Sudamerica doveva per forza essere qualcosa di caotico, rumoroso e colorato, ma la descrizione a parole che me ne avevano fatto era qualcosa di diverso.

Santiago è una città molto grande e, dall’aeroporto alla città vera e propria, si percorre un’“autopista” che costeggia il fiume Mapocho: oltre gli argini del fiume si vede e intravede un mondo di baracche, mentre contro lo sfondo delle vicinissime montagne svetta la guglia del Costanera, il più alto grattacielo del Sudamerica con i suoi 300metri di altezza.

Penetrando in città, tra svincoli e tunnel, le baracche lasciano il posto a numerosi lavori-in-corso e a grandi palazzi residenziali e non, tutti gradevoli se non addirittura belli.

Il taxi mi lascia nella zona di Las Condes (quartiere, anzi municipalidad, direzionale e modernissimo che trasuda benessere): mi hanno un po’ sconsigliato di alloggiare in centro per motivi di sicurezza; tanto c’è la metropolitana che è efficientissima.

Infatti i treni passano ogni 2-3 minuti: praticamente ad ogni stazione si incrocia un treno in direzione opposta; le stazioni sono molto belle, almeno quelle dove ho avuto occasione di scendere: molto grandi, pulite, alcune decorate, alcune con qualche servizio all’interno e anche una “biblioteca di scambio”.

La Condes si trova nella parte nord-est della città lungo la direttrice Providencia ed è soprannominata Sanhattan per il gran numero di modernissimi grattacieli, alcuni dei quali si affacciano su un grande parco. Rispetto all’originale Manhattan è sicuramente più pulita, più tranquilla, più ariosa, più piccola e forse meno eccitante ma sostanzialmente più moderna.

Per avere uno spaccato delle varie anime di Santiago consiglio di fare una lunga passeggiata (ci vuole un po’ di coraggio e buona volontà perchè sono quasi 10km, lungo la linea Rossa della metro ) partendo da Avenida Apoquindo che sfocia in Nueva Providencia e poi Providencia e avenida Libertador O’Higgings (figura fondamentale per la toponomastica cilena, insieme con Valdivia e la famiglia Montt) fino ad arrivare al Palazzo della Moneda.

Man mano che ci si avvicina al centro lo scenario cambia e ai grattacieli a specchio seguono palazzi anni settanta un po’ malmessi, piccoli negozi di cianfrusaglie e venditori di empanadas, grandi magazzini di basso livello, qualche edificio fine ‘800 (antico secondo l’interpretazione locale) restaurato o da restaurare, e un bel po’ di sporcizia.

All’altezza della stazione metro Salvador, Providencia comincia a correre parallela al Mapocho, da cui è saparata da un lungo parco alberato, fino a Plaza Baquedano dove si può dire inizi il vero centro di Santiago.

Sulla destra un ponte scavalca il fiume e porta al Barrio Bellavista, e poi più avanti a La Chascona (casa di Pablo Neruda – visita consigliata) e al Cerro SanCristobal, su cui si può salire con una funicolare.

Proseguendo invece su O’Higgins sulla destra si trova il Centro Culturale Gabriela Mistral (premio Nobel per la Letteratura del 1945): è un complesso moderno in cui vengono organizzate numerose iniziative, mostre e spettacoli. Segue il Barrio Lastarria (zona bohemien, densa di simpatici locali e ristoranti) quartiere degli anni ’30/’40 di cui si può apprezzare l’architettura, purtroppo quasi sempre bisognosa di massicci restauri.

Sempre sulla destra di O’Higging si trova il Cerro Santa Lucia, un piccolo colle messo a parco, mentre più avanti sulla sinistra si trova la Iglesia de San Francisco (1575), quasi certamente il più antico edificio di Santiago, le cui mura possenti hanno resistito ai numerosi terremoti che hanno devastato il Cile nel corso dei secoli. Di fronte si trova la zona della Borsa con bellissimi palazzi e dettagli art nouveau, tutti poco valorizzati, alcuni in stato di semiabbandono.

Con qualche altro passo si arriva a Plaza della Ciutadania, con la sua colossale bandiera Cilena sventolante, e alla Moneda. La Moneda, oltre ad essere tristemente famosa, è un palazzone senza anima e senza alcuna spiccata caratteristica, non aiuta il picchetto che monta la guardia e che non consente di avvicinarsi più di tanto (si può visitare solo previa prenotazione).

Tolta la piazza stessa, in cui c’è ordine e pulizia, tutto il circondario – anche se ci sono costruzioni imponenti ed importanti – è piuttosto trascurato e sporco e si aggirano, anche nella famosa Plaza de Armas che ospita la Catedral de Santiago, schiere di poveretti questuanti, senzatetto, qualcuno assolutamente innocuo, qualcuno meno.

L’atmosfera pure di giorno, soprattutto quando i negozi sono chiusi, è un po’ inquietante anche per chi è abituato a vivere in grandi città.

La presenza di un’architettura decisamente europea, insieme con un clima e un paesaggio decisamente non europei, costituiscono un mix particolare, un po’ stonato; però anche se la città non offre molto da vedere, ha uno strano fascino.

Vale la pena di visitare alcuni musei, tra cui quello dell’Arte Precolombiana, ma soprattutto quello della “Memoria e dei Diritti Umani” (metro linea verde, stazione Quinta Normal). Altro posto caratteristico è il mercato del pesce, aperto tutti i giorni e molto vicino a Plaza de Armas, dove è anche possibile mangiare (pesce freschissimo naturalmente) a prezzi irrisori.

Per gli amanti dell’architettura moderna merita una visita il Campus St Joachim dell’Universidad Catolica de Santiago (linea Verde stazione St Joachim) che è bellissimo: l’architetto Alejandro Aravena – Premio Pritzker 2016 – ha operato in modo mirabile; tanto verde e il fermento universitario sono il resto degli ingredienti.

Santiago non vale un viaggio transoceanico, ma se se vi trovate già nel continente sudamericano è una gradevole meta da 3-4 giorni.

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Plaza de Armas

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A plaza de Armas fa caldo

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La bandiera

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skyline via crucis e Costanera



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