Provenza, rocce, acqua e fenicotteri

Siamo partiti da Genova il 5 agosto subito dopo pranzo, per arrivare a Tolone alla sera dopo esserci trovati in un megaingorgone nei pressi di Ventimiglia. Trascorriamo la notte nell'Hotel Ibis della città La mattina ci rechiamo verso Marsiglia percorrendo una strada panoramica chiamata "Corniche des Cretes" (che si trova tra Cassis e La...
Scritto da: Maura Pallecchi
provenza, rocce, acqua e fenicotteri
Partenza il: 05/08/2000
Ritorno il: 15/08/2000
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
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Siamo partiti da Genova il 5 agosto subito dopo pranzo, per arrivare a Tolone alla sera dopo esserci trovati in un megaingorgone nei pressi di Ventimiglia. Trascorriamo la notte nell’Hotel Ibis della città La mattina ci rechiamo verso Marsiglia percorrendo una strada panoramica chiamata “Corniche des Cretes” (che si trova tra Cassis e La Ciotat”): una catena calcarea che domina il mare con le sue falesie. Molto bello! Bisogna fermarsi spesso nei molti belvedere che si trovano lungo la strada per ammirare il panorama, in alcni punti mozzafiato. In lontananza si scorgono i calanchi. Ed è li che ci siamo recati al pomeriggio (verso l’una), vi consiglio di andare però alla mattina: troppo caldo ! Il “Massif des Calanques” (tra Marsiglia e Cassis) è favoloso: costituito da calcare, è di un biancore che abbaglia, formato da rocce appuntite, ed è di una bellezza selvaggia. Ci siamo fermati con la macchina a Port-Miou: parcheggio a pagamento e abbiamo fatto a piedi un percorso di circa 4 ore A/R che ci ha permesso di arrivare alla calanque D’En-Vau: pareti verticali, acqua verde smeraldo, spiaggia di ghiaia. Noi siamo scesi dalla parete ma ci siamo accorti dopo che c’è un sentiero abbastanza comodo che scende tranquillamente fin giù, purtroppo non è indicato e quindi non è facile trovarlo; la discesa verticale però è stata sicuramente molto più bella! Fate attenzione, ci vogliono almeno un paio di scarpe da ginnastica! D’obbligo il costume per un bagno nelle fredde acque smeraldo del fondo della calanca, ma anche per le spiagge che si incontrano precedentemente. Portatevi molta acqua, non c’è possibilità di procurarsela ! Il giorno successivo ci trasferiamo da Tolone ad Avignone (sempre nell’Hotel Ibis”) visitando in tutto il giorno la città: il ponte di Avignone, che non raggiunge l’altra sponda, il Palais de Pape, i bastioni, tutta la città vecchia, e i giardini vicino al Palais de Pape: panoramici ! Tutto molto bello.

Il giorno succesivo ci dedichiamo completamente all’ocra: passiamo però prima a dare un’occhiata al Pont Julien (romano): carino ma da evitare se non avete molto tempo. Arriviamo poi a Roussillon: graziosissimo paesino che emana ocra da tutte le parti: i colori predominanti sono il giallo e il rosso: veramente delizioso. In vicinanza del paese si trova un percorso a pgamento (1 ora al massimo) che passa all’interno di un paesaggio marziano: imponenti promontori frastagliati, di colori vivaci, bianco giallo e rosso su cui crescono pini e lecci. Imperdibile ! Mi ha colpita profondamente.

Nel primo pomeriggio (ma anche qui il consiglio è di andare la mattina) abbiamo fatto un percorso a piedi (3 ore circa) inoltrandoci nei boschi di una zona vicina a Roussillon: il “Colorado di Rustrel”. Il percorso inizia vicino a un campeggio e permette di scendere lungo valloni di un colore rosso vermiglio, e di attraversare delle antiche cave di ocra e altre sostanze, in un paesaggio formato da pinete e brughiere. Il sentiero (non segnato) permette di ritornare al punto d partenza (nei pressi del campeggio) attraversando un antico sentiero e una stradina di campagna. Qui però c’è il pericolo di sbagliare strada: attenzione a non perdervi nel bosco. Un’escursione che vale però la pena di fare.

Un onsiglio: appena iniziate il sentiero, subito dopo il campeggio, arriverete a un bivio con delle frecce di legno: prendete il sentierino a sinistra ! Il giorno successivo abbiamo visitato le “Gole dell’Ardèche”. Era molto cado ma la strada si può fare tutta in macchina scendendo nei punti panoramici attrezzati. Scenario grandioso.

Sulla strada, costellata di grotte, ne abbiamo vsitata una valorizzata da uno spettacolo di luci molto bello: la Grotta di St.Marcel. Proseguendo lungo la strada delle gole si arriva aun arco chiamto Pont- d’Arc: è un posto affollatissimo: ci sono quelli che scendono in canoa e gente che fa il bagno: si fatica a trovare parcheggio: ma fare un salto ne vale sicuramente la pena.

Il giorno dopo è stato dedicato in parte alla visita del Pont du Gard, affascinante imponente e meravigliosa opera romana. Si lascia la macchina in un parcheggio a pagamento e si prosegue a piedi. C’è una zona di accoglienza turistica attrezzata molto bene. Da non perdere assolutamente ! Poi siamo andati sulla riva destra dell’Ardèche (il fiume del giorno precedente) per visitare il paesino medioevale di Aiguèze, collegato da un ponte sospeso molto bello, che si trova nelle ultime falesie delle gole dell’Ardèche. Percorrendo il cammino di ronda si ha una bella veduta della zona e anche oltre. Non molto lontano, anche se è un pò complicato da trovare perchè non è ben segnalato, c’è l’Aven de la Forestière: un inghiottitoio di scarsa profondità accessibile con le visite guidate in cui si possono vedere concrezioni molto fini. L’illuminazione valorizza molto il tutto. E’ carino lo zoo cavernicolo che ospita tante specie che vivono al buio.

Per finire la giornata siamo scesi nelle gole dell’Aiguillon, non molto lontane dalla grotta. Le gole sono più conosciute come “Les Concluses”: si lascia la macchina nel parcheggio e un breve sentiero conduce nel fondo delle gole, nel torrente che durante il periodo estivo è in secca. Si attraversa un arco chiamato Portail e ci si inoltra fra i dedali di rocce, bianche e tonde. Non si va molto lontano, circa 200 m. L’impressione è quella di solitudine estrema, almeno questo è quello che abbiamo provato noi, che ci siamo andati nel tardo pomeriggio, quando il sole non si vedeva ormai più.

Giornata successiva a Les Baux de Provence: sempicemente eccezionale: da lontano non si distingue dal promontorio roccioso sul quale è costruito: bellissimo il castello, suggestivo il paesino e caratteristica la vicina (praticamente di fronte) Val d’Enfer. Conviene fare un salto anche nel punto dove c’è una tavola d’orientamento: ci si arriva praticamente con la macchina (è segnalata) e permette di vedere il paese da un’angolazione dalla quale quasi non si distingue dalle rocce. Veramente molto bello ! Al ritorno siamo passati vicino a un acquedotto romano: l’Aqueducs de Barbegal: si trova vicino alla strada, si cammina 10 minuti: a chi è appassionato di cose romane, come me, credo che possa piacere: erano due acquedotti gemelli, si trovano a entrambi i lati della strada, ma una delle due parti è molto più lunga e più ben tenuta.

Era venuto il momento della Camargue e la mattina dopo ci siamo trasferiti a Montpellier, abbiamo visitato Aigues – Mortes, città fortificata, e i bastioni. I dintorni sono molto belli, la natura è dappertutto: paludi, fenicotteri, distese immense di verde. Dietro ad Aigues – Mortes si stendono le Saline du Midi, visitabili con un trenino che segue un percorso interno e fa visitare anche il Museo del sale. La visita è solo in francese ma merita lo stesso anche se non si capisce poi molto, il paesaggio è da altro mondo. Giorno successivo passato tra una gita in battello di fronte ad Aigues-Mortes, (non fatela, è solo una perdita di tempo, meno male che è durato poco), e il parco ornitologico di Pont de Gau (da non perdere, si è a tu per tu con i fenicotteri e non solo!), abbiamo poi girato un pò per le paludi, abbiamo visto i tori, i fenicotteri,i cavalli bianchi (se avete tempo programmate una passeggiata a cavallo, noi non ce l’abbiamo fatta e ancora mi dispiace). In Camargue il tramonto è splendido, con nuvole di fenicotteri che tagliano il cielo: rimanete ad ammirarlo! La mattina successiva siamo ripartiti, questa volta verso il ritorno, fermandoci però per due giorni a Gap (alta Provenza): qui abbiamo visto il lago di Serre-Poncon: il lago artificiale più grande d’Europa con diga in terra, e visitato il Museoscopio del lago che illustra la storia della costruzione di questa grande opera con effetti scenografici spettacolari. Giorno successivo: giro in macchina del lago: c’è una strada che fa il giro completo e che ci ha permesso di visitare anche la “Damigelle coiffees”: strutture create dall’erosione, piuttosto curiose.

Da lì siamo andati al Monginevro, e da Torino giù fino a Genova.

Per tutta la vacanza abbiamo alloggiato negli hotel Ibis (di buona qualità e non a prezzi elevatisimi.



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