Portogallo on the road tra campeggi, spiagge idilliache e storia
Periodo: lavoro permettendo, preferiamo fare le ferie in periodi dell’anno non di punta, siamo quindi partiti gli ultimi giorni di settembre e siamo tornati circa a metà ottobre.
Clima: saremo stati fortunati, ma il clima era perfetto, non troppo caldo, ma ottimo per andare al mare e girare le città, un po’ freschetto di sera, probabilmente anche a causa dell’oceano.
Trasporti: prenotando in largo anticipo abbiamo trovato un’ottima tariffa per l’auto a noleggio; onde evitare furti abbiamo tolto l’antenna e i copricerchi dell’auto. Anche per quanto riguarda il volo siamo stati fortunati, con la Tap-Portugal da Venezia ottima tariffa, stessa regola, anticipo sull’acquisto del biglietto.
Le strade del Portogallo: le abbiamo trovate praticamente vuote, almeno per quanto riguarda il Sud, le autostrade specialmente, erano vuote, sarà stato per il costo (circa come in Italia) ma non abbiamo trovato traffico. Unico intoppo, da Cascais a Lisbona (30 km), che abbiamo impiegato un’ora e mezza. Per fortuna eravamo partiti in anticipo per consegnare l’auto. Nella parte più a nord visitata da noi, quindi da Lisbona a Fatima sicuramente c’era più traffico, specialmente nelle autostrade.
Campeggio: sia per risparmiare, ma anche perché ci piace la vita all’aria aperta e all’avventura, abbiamo optato per il campeggio. Quindi ci siamo portati da casa il fornello (il gas lo abbiamo preso a Lisbona), tenda, sacco a pelo e materassino, coperta e, ad eccezione di Lisbona e una notte a metà viaggio, l’abbiamo passato in campeggio. I campeggi non costano molto, sarà stato anche per il periodo ma abbiamo risparmiato molto. Essendo bassa stagione c’è la possibilità che alcuni servizi all’interno del camping non siano agibili; in Portogallo ci sono i campeggi “Orbitur”, quindi una specie di catena che effettua gli stessi prezzi anche se i servizi non sono sempre uguali. Altrimenti ci sono campeggi gestiti da privati. I campeggi, camper a parte avevano un massimo di 6-7 tende per ciascuno (il periodo ha fatto il suo).
Cibo: abbiamo spesso mangiato in campeggio ma in ogni città che andavamo cercavamo di mangiare almeno una sera fuori. Quello che abbiamo capito è che bisognava fare un giro di perlustrazione, capire dove fermarsi e, se al bancone c’erano delle persone di età avanzata, il locale era spartano (come le nostre trattorie) e si capiva che era a gestione famigliare, sicuramente si mangiava bene, la cucina era locale e un piatto unico (sempre abbondante) accompagnato da vino, caffè e dolce costava 10 euro a testa, questo anche a Lisbona. Trovo che sia da sfatare un po’ il mito che in Portogallo si mangia solo baccalà come ci avevano detto, certamente è un piatto che c’è ovunque, ma ci sono molte altre pietanze squisite da provare e oltre che il pesce abbiamo mangiato molto bene anche la carne ed i formaggi.
L’unico locale che consigliamo di non andare è la “Cerveceria de Trindade”, consigliata dalle guide e anche da questo stesso sito; noi ci siamo passati, abbiamo visto che c’era la coda per mangiare, abbiamo visto il menù ed i prezzi alquanto salati. Non sappiamo come si mangi, forse anche bene, ma quello che è certo è che abbiamo mangiato divinamente anche in altri ristoranti di Lisbona con la metà dei soldi, senza fare coda e soprattutto non era un “pub” tipicamente pensato per i turisti, perché questa è l’impressione che ci ha dato.
Per quanto riguarda invece i prezzi al supermercato abbiamo trovato il pesce poco costoso e di ottima qualità.
Dolci: particolare attenzione. Le pasticcerie sono onnipresenti e anche al supermercato c’è sempre un angolo per i buonissimi dolci che vi si trovano.
Souvenir: Sughero e galli in tutte le salse sono ovunque, essendo stati in Algarve abbiamo preso dei maglioni di lana a prezzi ottimi; a Fatima abbiamo preso madonnine e collanine ma si trova un po’ di tutto, non solo della Madonna ma anche dei vari Santi. Anche gli scialle (a Lisbona) li ho trovati belli e unici nel suo genere.
Costi: Abbiamo speso circa 900-950 Euro per 2 settimane a testa, compreso souvenir per un infinità di amici e non ci siamo fatti mancare nulla.
Portoghesi: molto accoglienti, solari e sempre disponibili, sempre molto tranquilli, non con la nostra solita frenesia.
Il nostro tour: Lisbona (ne parlerò alla fine), Vila Nova de Milfontes, Algarve, Evora, Fatima, Tomar, Alcobaca, Cascais, Sintra, Lisbona.
Vila Nova de Milfontes: è un piccolo paesino che non ha molto da offrire. Noi abbiamo voluto fare una sosta per non fare troppi Km e arrivare direttamente a Sagres. La spiaggia in paese non è male ma abbiamo preferito sicuramente le altre. Di sera tutto era chiuso e il centro era desolato. Sicuramente d’estate è tutta un’altra storia.
Monte Clerigo: sosta prima di arrivare a Sagres, paesaggio e spiaggia splendidi, con questa nebbiolina tipica delle coste frastagliate e di queste onde così alte che si infrangono. Anche la strada per arrivare è molto suggestiva: collinare ma arida con qualche spruzzo di vegetazione qua e là. Naturalmente piena di surfisti.
Sagres: Cittadina piccola ma carina e accogliente. Belle spiagge (specialmente quella di Tonel, vicinissima al centro, dove c’è la possibilità di noleggiare anche vari tipi di tavole per fare surf), molto animata nel fine settimana da giovani, anche grazie ai locali che si trovano nella via principale del paese, ottima cucina locale, piatto tipico la Cataplana, ottimi negozi di surf e di souvenir non troppo costosi.
Cabo de San Vincente: la punta più sud-ovest del Portogallo, paesaggio mozzafiato, sarà stato per i pochi turisti che c’erano ma il tramonto era unico, l’abbiamo preferito a Cabo De Roca.
Bordeira: questa spiaggia è stata la più bella che abbiamo visto, prima di raggiungere l’oceano sembra di stare in mezzo al deserto e non si vede nulla per 200-300 metri ma si sente solo il rumore delle onde del mare, noi ci siamo andati per prendere il sole ma c’era troppo vento e la sabbia quando arrivava addosso faceva male. Pensavamo di trovare surfisti ma non c’era nessuno, era proprio deserta. Anche il chiosco a ridosso dell’oceano era chiuso, sembrava da mesi. Purtroppo ci siamo accorti dopo che c’erano le passeggiate di legno che portavano in spiaggia: si faceva meno fatica ma soprattutto non si recava “danno” all’ambiente.
Praya de Dona Ana: sicuramente bellissima, idilliaca, con la sabbia rosa e a sassolini, un paesaggio splendido, peccato per i casermoni extra-lusso costruiti dietro alla spiaggia.
Portimao: non l’abbiamo visitata ma volevamo farlo dato che siamo andati a vedere Praja de Roca. La vista di tutti quei casermoni ci ha lasciato senza parole per non parlare dei prezzi quindi l’abbiamo tralasciata.
Praja de Roca: Non ci è piaciuta. Tralasciando i casermoni dietro, parte della spiaggia da una parte si presenta stile “baywatch”, molto ampia e privata, quindi con ombrelloni e sdrai (prima e unica volta che li vediamo); dall’altra parte si presentava una brutta-copia de Praya de Dona Ana. Ci è sembrato strano che quella fosse stata Praja de Roca, credevamo un’altra cosa.
Lagos: Cittadina turistica ma molto carina, piena di negozietti di surf e di souvenir, con vicoli stretti e lunghi, sicuramente merita una visita per sentirsi veramente in ferie! Sembrava anche piena di localini serali per i giovani ( ma noi siamo andati di giorno).
Quarteira: Non andateci! Volevamo cercare un campeggio vicino a Faro e in questa città era segnalato. L’abbiamo girata in lungo ed in largo, è una cittadina dedita al golf e ci sono villoni di lusso. Da scartare!
Olhao: Siamo quindi scappati da Quarteira, il prossimo campeggio era dopo Faro, ad Olhao, il porto più grande del Portogallo. Stanchi ed esausti della giornata abbiamo deciso di andarci… e che fortuna!
Il campeggio era bellissimo, con piscina, supermarket, e molto tranquillo.
Abbiamo quindi preso la palla al balzo ed il giorno dopo, prendendo il vaporetto, abbia fatto una bellissima escursione nel Parco Natural De Rio Formosa, precisamente nell’Isola de Farol (la più bella secondo la guida). L’isoletta è molto piccola, abitata da pochi portoghesi e per il resto da vacanzieri, quindi in gran parte dell’anno è disabitata. L’isola, a parte una decina di turisti era quindi deserta, una grande spiaggia bianca e lunga si affaccia verso il Marocco, l’acqua è cristallina e le onde sembrano meno forti che nelle altre spiagge: un paradiso!
Il centro di Olhao non è grande, le gente è cordiale e fa volentieri due parole con i turisti. Nella via che si affaccia al porto ci sono dei ristorantini di pesce uno meglio dell’altro, scegliere è stato difficile e la cena è stata prelibata, come il vino ed il conto finale!
Considerazioni: mi avevano detto che avremmo trovato differenze nella costa vicentina (affacciata nell’Oceano) e nell’Algarve… e sì, l’abbiamo notata. Nella costa vicentina tutto è lasciato allo stato brado e selvaggio mentre nell’Algarve è tutto a portata di turista; durante il viaggio abbiamo discusso molto su questo, e non crediamo sia sbagliato lasciare una parte allo stato libero, quindi con prezzi contenuti ma con meno confort e l’altra sfruttarla per il turismo di massa, d’altronde è una grande fonte di guadagno… ma almeno lasciano la scelta.
Entroterra- Evora: arrivare ad Evora è stato più facile del previsto, le strade erano vuote, rispettando i limiti siamo arrivati in anticipo nella tabella di marcia, abbiamo parcheggiato, come consigliato dalla guida fuori dal centro storico e abbiamo cercato una Pensao. La ricerca è stata veloce: abbiamo trovato in pieno centro una Pensao spartana ma con tutto quello che serviva. Dopo esserci riposati finalmente in un letto, siamo usciti alla scoperta della città. Non a caso è patrimonio dell’Unesco, infatti è molto graziosa: un po’ medioevale ed un po’ romana. Di particolare fascino è la Chiesa di San Fransisco con annessa la Capela De Ossos: una cripta costruita con le ossa di 5.000 persone; la visita è stata molto toccante, unica nel suo genere, oltre la puzza un senso di angoscia ti rapiva… questa Cripta è stata costruita nel Medioevo da alcuni monaci che volevano far ricordare ai fedeli di comportarsi bene perché a tutti toccherà questa fine… la morte.
Di epoca romana, invece, è il Templio di Diana, costruito proprio in centro città, per questo motivo non si capisce come mai sia stato costruito in questo posto e non sia mai andato distrutto; abbiamo girato nel centro, molto carino e pieno di vicoli; non abbiamo trovato le Terme romane, ma poi abbiamo capito che erano dentro al Municipio, ormai chiuso.
Alla sera ci siamo dedicati ad uno dei nostri hobby: la fotografia. Nel centro città, Praca do Giraldo oltre che essere particolarmente storica, di sera è animata da giovani, famiglie e anziani che, come succedeva da noi anni fa, si riversano nella piazza principale per chiacchierare, incontrarsi e divertirsi.
Cromeleque e Menir Dos Almendres: nella strada percorsa per andare verso Fatima abbiamo fatto una piccola deviazione circa 15 Km fuori Evora per vedere delle pietre meglio definite come megaliti. Questi megaliti si trovano in un paesino sperduto in mezzo a boschi di alberi da sughero. Per trovare il Menir, un grosso “dito” alto più di due metri abbiamo camminato attraverso una stretta stradina ricavata tra un campo e l’altro attorniata da filo spinato; mentre, il Cromeleque è formato da circa 95 pietre messe in maniera particolare a ridosso di una collina. Si dice che servissero nel neolitico per calcolare i movimenti del sole e della luna, alcune hanno anche qualche incisione, che però non abbiamo trovato. Questa piccola escursione, anche se molto veloce e semplice ci è piaciuta molto. La strada percorsa dal Menir al Cromeleque sembrava non finisse più: si deve guidare per circa 3 Km in una strada sterrata ma poi si vedono subito le pietre. Abbiamo avuto la fortuna di essere arrivati presto di mattina, il sole stava salendo ed eravamo soli !
Fatima: l’itinerario è stato deciso strada facendo e Fatima era una città in forse fin dall’inizio. Non sapevamo bene cosa trovarci; siamo cattolici, ma non praticanti, eravamo però incuriositi e, non essendo mai stati in un luogo di pellegrinaggio della religione cristiana, abbiamo deciso di fare tappa prima di arrivare a Tomar… non da meno le nostre nonne si aspettavano un rosario della Madonna di Fatima.
La città è organizzata molto bene, tutto si svolge intorno al Santuario dove è stata vista la Madonna dai tre pastorelli; ci sono un’ infinità di parcheggi tutt’attorno, parcheggi dotati di acqua potabile, posto per fare pic-nic e zone ombreggianti per stare in solitudine.
La Chiesa si apre su una grande piazza, una statua di bronzo proprio difronte ad essa di Papa Giovanni Paolo II è meta di fedeli. Subito dietro un’altra chiesa a modo auditorium.
In parte, proprio nel punto dove è stata vista la Madonna le persone pregano per le proprie colpe o per i propri peccati, c’è anche un luogo dove accendere le candele.
Il pellegrinaggio si tiene da maggio ad ottobre ogni 15 del mese, noi non siamo capitati in quei giorni, quindi non c’era molto movimento, ma quello che c’era è servito per farci sentire un’energia molto particolare.
Penso sia una visita molto personale: ognuno, anche in base ai motivi per cui ci va ne trae le proprie conclusioni.
In centro, e solo in centro e non nel Santuario ci sono negozietti di tutti i tipi di souvenir religiosi a prezzi popolari.
Tomar: è stata una cittadina molto carismatica. Siamo arrivati dopo la visita di Fatima e dovendo il giorno dopo già ripartire, abbiamo deciso di non cercare una Pensao ma di andare subito al Convento dei Templari (Patrimionio Unesco). Questo edificio medioevale si erge sulla collina che si innalza sopra Tomar. Anche se non l’abbiamo visitato tutto per la stanchezza ed il poco tempo abbiamo deciso di entrare, l’interno è molto grande e ci si perde; non ci sono spiegazioni nelle stanze, serve una guida. Posso dire, che forse per la vita conosciuta dei templari e quello che hanno commesso ci siamo sentiti come soffocare, i muri sembrano stanchi, come posseduti, carichi dei crimini e delle storie che hanno dovuto sopportare. Ci ha colpito molto.
Abbiamo quindi trovato una Pensao in pieno centro, sempre ad un ottimo prezzo, abbiamo cenato in un trattoria con tanto di super dolce per neanche 10 Euro compreso caffè e amaro della casa e ci siamo persi negli angoli del paese cercando i punti migliori per fare belle foto.
Particolare: tutti i marciapiedi hanno la croce templare a segno di quello che erano nel passato.
Alcobaca: In questa piccola cittadina non credo ci sia molto da vedere, noi abbiamo fatto un escursione per vedere il Monastero dei Frati Cappuccini (patrimonio Unesco). Il monastero, in stile gotico, è più piccolo del Convento dei Templari, ma un paio d’ore serve per visitarlo. L’entrata è la porta della chiesa attualmente in uso, all’interno dopo aver acquistato il biglietto si possono visitare varie stanze dove i frati passavano il loro tempo ed al centro si trova un piccolo chiostro.
Particolare: All’interno della cucina c’era una piccola porticina dove i frati erano obbligati ad entrarci (col corpo di traverso, quindi passare con la schiena da una parte e la pancia dell’altra) prima del pranzo, se non riuscivano ad entrare, dovevano mettersi a dieta fino a quando non riuscivano a passare.
Praya de Guincho (tra Cascais e Sagres): la spiaggia dove avevamo il campeggio. Spiaggia ampia e molto ventosa ideale per il surf e kitesurf. Con alcuni ristoranti di pesce nella costa.
Cascais: non ci è piaciuta. Troppo lussuosa e trafficata. La spiaggia è piccolissima e dà nel porto. I prezzi sono esorbitanti, ristoranti e macchine di lusso a parte non c’è nulla altro che valga la pena di essere visto.
Sintra: sarà patrimonio dell’Unesco per qualcosa! Molto graziosa, piccolina e molto trafficata. Piena di piccoli negozietti di souvenir, artisti di strada e bancarelle artigianali. Essendo domenica abbiamo visitato il Palazzo Nazionale gratuitamente, è stato una visita itinerante e grazie alla LP abbiamo colto alcuni particolari degni di nota come le cucine coniche e altissime (il Re aveva il vizio delle belle donne ma anche della buona cucina, per questo motivo era enorme !). Non perdetevi le ottime pasticcerie!
Boca de Inferno: bellissimo paesaggio nella costa frastagliata, teatro però di innumerevoli morti dovuti a quando il mare è molto mosso.
Cabo de Roca: la punta più ovest D’Europa. Sicuramente merita una visita anche solo per dire: io ci sono andato! Ma sarà stato per la domenica ed i troppi turisti o per il moto raduno che abbiamo trovato, ha tolto un po’ il fascino del luogo.
Lisbona: riassume un po’ tutto il Portogallo. Nella parte vecchia si può percepire l’anima portoghese e le case vecchie stile, la parte nuova della città è molto cosmopolita e liberale.
Il primo giorno avevamo fatto un bel giro per il centro, leggendo la storia del Portogallo ad alta voce mentre vedevamo i vecchi monumenti dedicati alle grandi scoperte. Quindi eravamo saliti all’Elevator de Santa Justa (Lisbona è piena di questi ascensori), il più famoso e più bello a nostro parere, per vedere Lisbona dall’alto.
Gli ultimi due giorni abbiamo deciso di partire dal Quartiere di Belem, visitando la Torre di Belem e la Caravella, il Monasteiro Dos Jeronimos e la Pasticceria di Belem (abbiamo mangiato talmente tanti dolci che non possiamo dire che questi dolci, particolarmente i Pasteis da Nata, siano stati i migliori da noi mangiati; ma sicuramente merita una visita il luogo).
Purtroppo era lunedì e la maggior parte di questi monumenti era chiusa, per cui avevamo molto tempo a disposizione. Volevamo quindi attraversare il Ponte 25 Aprile per arrivare alla Statua di Cristo Rei e poterci salire. Ci abbiamo perso ore, solo alla fine abbiamo capito che il vaporetto si prendeva dal centro di Lisbona, quindi abbiamo solo fatto delle foto da lontano e siamo ritornati in centro.
Nonostante fossimo scesi in macchina verso Sud, il Ponte 25 Aprile non l’avevamo oltrepassato, pensando appunto di prendere un autobus gli ultimi giorni; avevamo invece oltrepassato l’altro ponte, Vasco de Gama lungo quasi 17 km e famoso per essere il più lungo d’Europa.
Nell’ultimo giorno a Lisbona abbiamo fatto una full immersion del quartiere più popolare: Alfama.
Abbiamo quindi iniziato dai vari miradori per arrivare alla Feira de Ladro, il mercato delle pulci dove si trovano cose molto interessanti e si fanno affari, abbiamo girato in tutte le stradine ammirando Lisbona dall’alto e siamo arrivati fino al castello.
Abbiamo infine, visitato la Cattedrale e acquistato gli ultimi souvenir.
Per concludere: siamo saliti un infinità di volte nel tram 28 e abbiamo bevuto la Ginjinha, liquore tipico portoghese, abbiamo trovato delle trattorie che ci hanno preparato dei piatti prelibati e naturalmente tutte le sere il Bairo Alto e la sua movida ci aspettava!
Considerazioni: il Portogallo è stata proprio una scoperta, sembra un’altra Europa dove il tempo si è fermato. Proprio su questo vorremmo dire due parole: pensiamo che siano molto legati al loro passato, tutto fa riferimento a quando erano una potenza mondiale e a tutte le scoperte di cui hanno fatto parte… la loro musica, il Fado è proprio questo, malinconia e forse, voglia di non girar pagina.