Portogallo in Treno 2
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Ho scelto quindi il Portogallo, poiché la Spagna l’ho visitata abbastanza spesso e in Grecia sono stato due estati fa. E poi desideravo da qualche tempo visitare la parte nord del paese, Porto compresa, poiché considerata da molti anche più bella della zona lisboeta e dell’Alentejo.
Così, non appena è stato disponibile online l’orario estivo 2017 della Ryanair, ho prenotato i voli Orio-Lisbona e Porto-Orio per un periodo di nove giorni (20/8 – 28/8), con la contemporanea prenotazione anche degli alberghi, poiché il mio status di “Genius” su Booking mi consente tariffe ottimali.
Ho pianificato quindi il tragitto: arrivo a Lisbona nella mattinata; partenza nel pomeriggio del giorno dopo per Coimbra; sosta di due giorni a Coimbra con un’escursione ad Aveiro; trasferimento poi a Porto e resto del soggiorno da trascorrere qui, con l’aggiunta di un’escursione a Braga.
A dicembre si uniscono anche due miei amici di Napoli, che utilizzano le nuove rotte aperte da Ryanair sul capoluogo campano: loro arriveranno prima per visitare Lisbona (non ci sono mai stati) e poi proseguiranno con noi, ritornando quindi nella capitale e rientrando alla nostra stessa data.
Comunque dettaglierò bene l’organizzativo alla fine, in modo che sarà chiaro come ho pianificato il tutto.
Domenica 20/8
Alle 8 del mattino il nostro volo per Lisbona decolla puntuale e arriva anche con quindici minuti di anticipo: la giornata è bella e dall’alto, durante l’atterraggio, ci godiamo il panorama sul Chiado e la Baixa. Ritirato l’unico bagaglio in stiva, prendiamo la Metro e scendiamo ad Alameda, proprio davanti all’hotel A.S. Sporting Lisboa, dove ho prenotato per una notte. Il check-in è rimandato alle quattordici quindi riprendiamo la metro e usciamo al Parque Eduardo VII, discendendolo dall’alto fino a Praça Marques de Pombal e proseguendo poi lungo Avenida da Libertade fino al Restauradores, fermandoci da “A Padaria Portuguesa” per il pranzo. Prima di rientrare in albergo per il check-in e un po’ di riposo (siamo svegli dalle 04.30), facciamo una sosta da Pastelaria Suiça per la prima di una lunga serie di pasteis de nata da accompagnare con un caffè. La camera che c’è assegnata è bella, confortevole e fresca, così ci concediamo doccia e un po’ di riposo prima di fissare appuntamento al Rossio ai nostri amici napoletani, reduci da un giro a Mafra: alle 17,30 ci incontriamo tutti insieme e completiamo il gruppo vacanziero.
Ho espresso, prima di partire, il desiderio di un giro all’Alfama e, grazie a un percorso segnalato dalla mia guida che parte dal lato destro della Sé, ci inoltriamo per i vicoletti freschi e colorati del quartiere più tipico di Lisbona: panni stesi, murales, balconi fioriti, facciate decorate da azulejos ci accompagnano fino a Largo de Sao Miguel, la cui chiesa svetta sulla piccola piazza. Da un vicino ristorante un piccolo gruppo da’ un assaggio dello spettacolo di Fado che si terrà nella serata e la voce della giovane cantante si espande per la piazza, regalandoci un attimo di saudade e un brivido di antico.
Riprendiamo la passeggiata fino al Museo do Fado e poi, inoltrandoci di nuovo nel quartiere e seguendo ruas, becos, praças e ripide escadinhas (scalinate), giungiamo al Miradouro da Porta do Sol per goderci il panorama sul Tejo e sulla bellissima Igreja de Sao Vicente de Fora.
Poiché ormai è ora di cena, riscendiamo alla Baixa per andare in un ristorante di mia conoscenza che, però, si rivela chiuso per lavori. Allora ripieghiamo sul vicino Tasca d’Lyon che, di buono, ha solo la sangria branca (una piacevole scoperta) mentre il resto del cibo non è da grandi attese.
Un breve giro e poi a nanna abbastanza presto.
Lunedì 21/8
Dopo colazione, incontro al Rossio e partenza con il treno urbano della linea per Sintra diretti a Queluz, dove arriviamo dopo venti minuti. Dalla stazione una passeggiata di quindici minuti ci porta al Palaçio National de Queluz, definito la Versailles portoghese. Seppure molto più piccola degli altri palazzi reali sparsi per l’Europa, il Palaçio si presenta con le sue stanze artisticamente decorate in barocco o rococò e arredate con mobili fini d’epoca, tendaggi in raso, servizi d’argento e di ceramica pregiata. Il biglietto costa 10€ e permette la visita interna partendo dal Salone del ballo. Poi, attraverso varie stanze abitate dal principe Pedro e dalla regina Maria, visitiamo il bellissimo Corredor de Mangas (con splendidi azulejos), la Sala de Don Quijote e la sala per eccellenza, la Sala do Trono, che occupa la parte principale del complesso reale. Attorno al palazzo, una serie di vasti giardini pensili allieta la visita esterna che si svolge tra i giardini fioriti, le belle statue e le fontane sprizzanti. Una caratteristica è il canale con gli argini arricchiti di azulejos che era solcato dalle piccole barche su cui i reali arrivavano al palazzo. Per il resto, sebbene si avverta la decadenza e la necessità di un restauro, il parco e il palazzo, nel complesso, sono un’ottima visita da fare.
Ritornati nel primo pomeriggio a Lisbona, dopo uno spuntino, concordiamo l’appuntamento alla stazione d’Oriente, in quanto alle 17.09 abbiamo l’Alfa Pendular (l’equivalente del nostro Frecciarossa) per Coimbra: il treno è in perfetto orario e parte per la destinazione. Dal finestrino mi godo il paesaggio campestre portoghese fatto di piccoli villaggi, case dai tipici tetti rossi, chiesette e tanto verde. Alle 18.39 arriviamo a Coimbra-B (dove fermano tutti i treni a lunga percorrenza) e cambiamo subito per Coimbra, la cui stazione ospita solo i treni urbani per i paesi limitrofi. Qui ci dividiamo, raggiungendo ognuno il proprio albergo: noi alloggiamo al Residencial Domus, una graziosa pensioncina a due minuti di strada dalla stazione e da Praça do Comercio. Tra il sistemarsi, la doccia e un breve riposo, arriva ora di cena e ci rechiamo al ristorante “A cozinha da Maria”, definito uno dei migliori a Coimbra, ma purtroppo occorre la prenotazione per accedere e il locale è strapieno e con una lunga fila in attesa. A pochi passi mi ricordo che c’è la “Giro Churrasqueria”, un altro ristorante abbastanza quotato, così ci rechiamo e siamo più fortunati perché dopo un’attesa di soli venti minuti c’è dato un tavolo: la cena si rivela ottima e il vino molto piacevole, per un conto finale di neanche 20€. Un breve giro per la città illuminata e poi a letto.
Martedì 22/8
S’inizia la visita di Coimbra partendo proprio da Praça do Comercio. Nella piazza, che ospita il mercato e una serie di bar, si possono ammirare la Egreja de Sao Tiago, in stile romanico, e la barocca Igreja de Sao Bartolomeu, in fondo alla piazza stessa. Salite le scale, percorriamo a sinistra la centralissima rua Visca da Luz e sbuchiamo nella bella Praça 8 de Majo, circondata da tipiche case dai vivaci colori e balconi ferrati e, al centro, una vasca colma d’acqua. Sul lato destro la Igreja de Santa Cruz con affiancata la bianca sede del Municipio. Poiché è in corso la SS. Messa, facciamo il giro alle spalle della chiesa e visitiamo lo scenografico Caustro de Manga con la dirimpettaia Fonte Nova. A Messa finita, dedichiamo un’oretta alla visita della chiesa, il cui accesso a pagamento ci permette di ammirare la Sagrestia con i suoi arredi, la Cappella ricca di reliquari, il Chiostro del silenzio e i sepolcri reali, situati proprio dietro l’altare. Dalla Chiesa ritorniamo verso il centro per fermarci davanti alla Porta de Barbaca da cui si accede all’Arco de Almedina, situato sotto l’omonima torre: stiamo entrando nella Coimbra antica. La piazza che si apre subito dopo da’ inizio a rua Quebra Costas, che è per lo più una ripida scalinata su cui si trova la statua della Tricana, la popolana coimbrense, oltre che una serie di piccoli bar e localini. Saliamo fino a trovarci in largo Sé Velha, la cui mole svetta tra gli antichi palazzi: poiché è visitabile fino alle 17.30, proseguiamo verso l’Universidade, entrando poco prima di mezzogiorno attraverso la Porta Férrea nell’ampio cortile d’accesso chiamato Paço das Escolas (Corte delle scuole). Il panorama che si presenta è stupefacente: la limpida giornata di sole fa rispecchiare il bianco accecante dei muri e il complesso si presenta a noi con tutta la sua maestosità. Ovviamente per accedere alle visite bisogna munirsi del biglietto d’ingresso, venduto all’office sito fuori il complesso, quindi affrontiamo la lunga (ma per fortuna celere) fila che ci consente di acquistare gli ingressi sia alla Biblioteca Joanina (sul biglietto è indicata l’ora di presentazione) che al resto dell’Università: il tutto costa 12€ ognuno e, con 1€ in più, si può salire anche sulla torre campanaria. Noi facciamo parte della visita delle 14.40 quindi c’è lo spazio per portare a termine le restanti: andiamo subito alla Capela de Sao Miguel e restiamo estasiati dal bellissimo interno ricco di affreschi e di un organo maestoso.
Pranziamo velocemente nell’adiacente bar/mensa e poi riprendiamo percorrendo la via Latina, il porticato che adorna la facciata principale dell’Universidade, fino a entrare nel complesso principale: al suo interno, una serie di sale maestose testimoniano l’influenza culturale e storica data alla città e al paese. Molto bella troviamo la Sala do Exame Privado e la Sala dos Capelos, in cui si tengono le sessioni di Laurea e le inaugurazioni degli anni accademici, e ci colpisce la terrazza da cui si apre la vista sulla città.
Evitiamo di salire sulla Quebra, la torre campanaria dell’Università, più che altro per non stancarci lungo i suoi ripidi scalini, e aspettiamo all’ombra del bel portale manuelino d’accesso alla Capela che sia il nostro turno per entrare nella Biblioteca Joanina.
Spaccato il minuto, la porta è aperta e i visitatori autorizzati come noi entrano alla spicciolata nella prima sala, in cui un vigilante multilingue vieta di scattare foto (qualcuno ci riesce di nascosto) e di far riprese. Leggiamo dalla guida in mio possesso che la biblioteca, bella ma francamente non maestosa come credevamo, contiene antichissimi libri, miniature e lettere. La conservazione è fatta con una temperatura costante, una luce soffusa, teli da copertura e una nidiata di pipistrelli che si cibano degli insetti.
Al piano inferiore visitiamo un’esposizione di lettere e libri mentre, prima di uscire, visitiamo ciò che resta del primo edificio costruito su questo luogo, che era una prigione: il tutto dura circa sui quaranta minuti.
Saliamo la Escadas de Minerva e ritorniamo nella corte, da cui usciamo per dirigerci alla Sé nova, sita a pochi minuti di cammino, e, durante il tragitto, incontriamo alcuni studenti vestiti con l’abito tradizionale che pubblicizzano corsi ed eventi che si terranno nelle varie facoltà. La Sé nova spicca tra i palazzoni moderni delle facoltà e fu costruita alla fine del 16° sec per volere dei monaci della Sé vecchia, ormai inadatta alle esigenze religiose. Ammiriamo le linee rinascimentali e visitiamo l’interno, quasi tutti in barocco, impreziosito da una galleria di reliquari con ossa e altre reliquie di santi minori e vescovi. La vicina Igreja de Sao Joao Almedina è chiusa ma riusciamo a entrare nel bel cortile del contiguo Museo Machado de Castro, sede di una raccolta di cimeli e manufatti religiosi: il museo è a pagamento ma l’accesso al cortile e al bel criptoportico d’origine romana è gratis. Ritorniamo a scendere e ci fermiamo alla Sé Velha per fare la visita: testimonianza indicativa dell’architettura romanica portoghese, la parte esterna si presenta come una fortificazione (si vedono le merlature in alto e le strette finestre inferiori simili a delle feritoie); l’alta navata invece conserva ancora le sue caratteristiche romaniche mentre gli altari laterali e alcune tombe gotiche di vescovi, hanno come sfondo vivaci piastrelle andaluse. L’accesso al chiostro avviene dopo il pagamento di un biglietto di 2,50€. Ritorniamo a scendere verso la zona bassa e sbuchiamo di nuovo davanti all’arco. A questo punto decidiamo di attraversare il fiume e andare ad ammirare la città dall’altra riva: tramite il ponte di Santa Clara, arriviamo in una ventina di minuti davanti alle rovine del Mosteiro de Santa Clara-a-Velha il quale, a causa della sua posizione sulle sponde del fiume Mondego, era soggetto a inondazioni tali che obbligarono a costruire un piano superiore e ad abbandonare il pianterreno, spesso allagato. Un’irta salita ci porta al Mosteiro de Santa Clara-a-Nova, dal cui antistante piazzale si gode uno splendido panorama su tutta la città e sul fiume. Prima di rientrare in albergo, ci fermiamo a prenotare un tavolo da “A cozinha de Maria”, cosa che non eravamo riusciti a far ieri. Durante la serata scopriamo che la sua fama è vera: si mangia benissimo, si beve altrettanto e si paga non più di 20€ a persona. Terminiamo la serata con un giro nella città semivuota.
Mercoledì 23/8
Dopo colazione ci incontriamo davanti all’ingresso della stazione di Coimbra per partire con il treno urbano delle 10.05 per Aveiro: oggi ci dedicheremo alla visita di quella definita la “Venezia portoghese”. Il viaggio dura un’ora e ci porta alla nuova stazione della città, sita proprio a fianco della vecchia ricoperta di azulejos. Con una breve camminata arriviamo alla Capela do Senhor das Barrocas, un piccolo complesso composto di una navata di pianta ottagonale e da una cappella maggiore rettangolare. Sebbene si avverta una certa aura di trasandato, l’esterno offre tre bei portali ornamentali, di cui il principale ostenta un sontuoso elemento decorativo nei frontoni decorati con foglie e ghirlande di pietra. Fatte le foto di rito (il complesso è chiuso) all’esterno, ritorniamo sulla lunga avenida Peixinho per arrivare al rondò antistante all’edificio che ospita l’Assemblea Municipal di Aveiro: siamo nel pieno della città vecchia. Il lungo canale che costeggia il pubblico palazzo e le altre costruzioni è pieno di moliceiros, le tipiche barche locali che portano i turisti lungo la rete di canali o alle saline fuori città, mentre nelle vie laterali tanta gente passeggia ammirando i bei palazzi art nouveau e le chiese, come la Igreja de Vera Cruz e la Capela de Sao Gonçalinho. Ci aggiriamo per il centro fino al Mercado do Peixe, un fabbricato di ferro che ospita l’omonimo mercato, per poi percorrere il canale più fotografato della città, grazie alle colorate case di pescatori presenti lungo le rive. In una di queste c’è “‘A Capela”, un tapas bar in cui mangiamo hamburger di pesce e spiedini di mare e che paghiamo neanche 10€, compreso anche il vino.
Il pomeriggio è dedicato alla visita della parte più storica di Aveiro: visitiamo la Igreja da Misericordia, dal bel portale manuelino e dall’interno adorno di azulejos; la mole del Museo de Aveiro e la Catedral de São Domingos, il cui portale abbellito da due colonne doriche stride col barocco della navata e con la moderna abside. Decidiamo di ritornare in centro e ci fermiamo dalla Pastelaria Veneza per assaggiare gli ovo moles, dei gustosi dolci fatti di uovo, cannella e zucchero tipici di questa città. Sotto a un cocente sole, ritorniamo in stazione giusto in tempo per prendere il treno delle 16.48 per Coimbra, arrivando un’ora esatta dopo. Ripassiamo da “A Cozinha de Maria” per prenotare il tavolo a un orario più confortevole poiché abbiamo intenzione di assistere a uno spettacolo di fado in un locale appena dopo l’Arco de Almedina, spettacolo che inizia alle 22. Dopo una doccia e un riposino, ceniamo degnamente e poi andiamo al locale ma, sorpresa, lo spettacolo si terrà più tardi in un locale proprio di fronte. Facciamo, allora, una breve passeggiata e poi ritorniamo per accomodarci a un tavolo, ordinare da bere e ascoltare le voci delle due cantanti che vibrano per i becos del quartiere.
Giovedì 24/8
Sveglia e colazione fatte senza dove affrettarci, visto che la partenza del treno per Porto è in tarda mattinata. Chiudiamo le valige e lasciamo Coimbra col treno urbano delle 10.53 e prendiamo a Coimbra B l’Intercity delle 11.33, puntualissimo: l’ora di viaggio passa tra chiacchiere, pisolini e selfie. Arriviamo a Porto-Campanha e subito ci dividiamo: Roby ed io proseguiamo per la stazione di Sao Bento, gli altri prenderanno la metro diretti ai loro alberghi. Usciti da Sao Bento, imbocchiamo la rua de Mouzinho da Silveira fino ai Sao Bento Apartments, sperando di poter fare il check-in ma una voce imperiosa ci invita a ritornare alle 15 e non ci permette neanche di lasciare i bagagli. Ci fermiamo in un bar per attendere l’ora che, per fortuna, arriva presto così, finalmente, prendiamo possesso di un piccolo bilocale sito a metà strada tra Sao Bento e la Ribeira, il quartiere del porto: ci meritiamo una doccia e un buon riposo. Alle 17.45 diamo appuntamento a Sao Bento ai nostri amici e da qui partiamo per un primo giro cognitivo della città: iniziamo proprio dalla Estaçao de Sao Bento con i suoi bellissimi azulejos che illustrano l’evoluzione dei trasporti in Portogallo e raffigurano scene della storia e della vita portoghese. Percorriamo il breve tratto dell’avenida Dom Alfonso Henriques fino alla Sé, il grande edificio fortificato che si affaccia sul fiume e sulla città. Benché si distingua ancora il profilo romanico, il rosone e il chiostro, sono in stile gotico. La piazza davanti alla Cattedrale si chiama Terriero da Sé e ospita il Pelourinho do Porto (un obelisco) e il Paço Episcopal do Porto, edificio barocco sede del palazzo episcopale. La terrazza da’ sulla Torre de Pedro Pitoes, una casa-torre medioevale ricostruita, e sulle stradine che portano nel cuore del centro storico: imbocchiamo rua de Dom Hugo, circumvallando il palazzo e la Cattedrale fino a uscire nuovamente sull’avenida. Riprendiamo a scendere per giungere alla parte superiore del simbolo di Porto, il ponte Luis I. Il ponte fu progettato da Teófilo Seyrig, discepolo di Gustave Eiffel, e inaugurato nel 1886. Si compone di due piani viabili di ferro sovrapposti e misura 395 metri di lunghezza e 8 metri di larghezza e il suo arco ancora oggi è considerato il più grande arco di ferro battuto del mondo. Il ben noto monumento è stato classificato come patrimonio dell’umanità dall’UNESCO nel 1996. Sul piano superiore passa la metropolitana di Oporto, mentre quello inferiore è dedicato al passaggio delle auto. La vista che si gode da qui è impareggiabile: Porto e la riva opposta, Vilanova de Gaia, sono visibili in tutta la loro bellezza e il Douro si estende a perdita d’occhio tra le due rive. Sprechiamo tutto il tempo a scattar foto e riprese perché ogni punto di vista offre sempre prospettive nuove. Arriviamo fino all’altro lato del ponte ma, poiché il tramonto smorza la luce (già poca per il cielo coperto), ritorniamo indietro e passiamo davanti alla Igreja de Santo Antonio dos Congragados, riconoscibile per la facciata ricoperta di azulejos. Considerato che è già orario di cena, ci rechiamo da “A’ badia”, un ristorante non lontano e ben recensito su Tripadvisor: sebbene ci sia fila lunga e siamo senza prenotazione, in poco tempo c’è assegnato un tavolo e la serata può trascorrere tranquillamente cenando con salmoes e costadas accompagnati da un buon vino. Un breve giro nella vicina avenida dos Aliados e poi a nanna terminano la serata, vista anche la stanchezza.
Venerdì 25/8
Ci rincontriamo davanti alla fermata Metro di Sao Bento poco dopo le 09.30 per riprendere le nostre visite e, poiché la giornata volge al bello e il sole è a est, ritorniamo sul ponte Louis I per delle foto migliori, essendo ora la città illuminata alla perfezione (nel pomeriggio il sole è in controluce e le foto non sono al massimo). Dal ponte ci spostiamo al Monsteiro da Serra do Pilar, appena alle spalle del ponte e in posizione più alta: il complesso, noto per avere una chiesa e un chiostro a forma circolare, è visitabile e la visita è fatta tramite guida in orari prestabiliti. Decidiamo che, se avremo tempo, ritorneremo per farne in orario consono in quanto, per ora, preferiamo esplorare la città. Ritornando a Porto, passiamo davanti alle Mura ferrandine, che sono tutto ciò che resta della muraglia che circondavano la città, e svoltiamo a destra verso la Igreja de Santa Clara, nascosta dietro un anonimo ingresso: l’interno, maestoso e bellissimo col rivestimento di legno intarsiato dorato, purtroppo non è fotografabile ed è in pieno restauro. Dalla chiesa ritorniamo verso Sao Bento e giriamo per rua dos Clerigos, ammirando già da lontano la mole della Igreja de Sao Pedro dos Clerigos, che raggiungiamo in breve. Questo capolavoro barocco, visitabile liberamente, ha un’insolita pianta ovale, un interno decorato da intarsi dorati e una bella pala d’altare in stile rococò, composta di marmi di quattro colori. Inoltre, durante la nostra visita, un piccolo concerto di musica religiosa si diffonde per la sala, creando un’atmosfera molto sentita. Usciti, ci rechiamo sul retro per ammirare l’adiacente Torre dos Clerigos, diventata l’emblema della città: la lunga fila in attesa ci indica che per salire sulla vetta tramite i 255 gradini ci occorre un po’ di tempo, quindi desistiamo a favore del giro esplorativo. Non volendo, durante le foto, si ferma il tram 22 per far salir gente: si tratta di un tram molto caratteristico che percorre il centro unendo i punti turistici salienti.
Attraversiamo la piazza puntando alla Livraria Lello, ma già da lontano notiamo la lunga fila per accedervi e allora svoltiamo per Praça dos Leones, chiamata così per la presenza di una fontana abbellita da statue di Leoni. Davanti, c’è l’austero ed elegante ingresso alla rinascimentale Università mentre più avanti, in un angolo opposto della piazza, la Igreja do Carmo si presenta con la sua facciata laterale magnificamente ricca di azulejos e il pregiato portale d’ingresso rococò: una visita interna è d’obbligo (ed è gratis) poiché possiede dei bellissimi intarsi dorati. Percorrendo poi rua Campos dos Martire da Patria e i Jardim de Cordoaria arriviamo davanti la Igleja di Almas de Sao José de Taipas e poi ci addentriamo nel vicoletto che porta al Mirador da Bataria da Vitoria, uno spiazzo privato ma accessibile da cui ammiriamo il panorama sulla Ribeira e sul ponte. Tramite il dedalo di scale sbuchiamo presso la rua Ferreira Borges e da qui, scendendo, arriviamo ai Jardim do Infante Dom Enrique, nel cui centro troneggia una statua dedicatagli. Alle spalle sorgono il mercato dalla struttura di ferro e tetto rosso e, sulla sinistra, il Palacio da Bolsa in stile neoclassico.
Affianco spicca l’abside della Igreja de Sao Francisco, il cui ingresso lo troviamo sulle scale appena voltato l’angolo di fronte la Igreja de Sao Nicolau dal bel portone neoclassico, purtroppo già chiusa per una visita. Salite le scale, ci troviamo di fronte l’ingresso della chiesa, che varchiamo tra una folla vociante di persone in uscita: abbiamo giusto il tempo di ammirare per un paio di secondi lo sfarzoso interno barocco che il bigliettaio ci raggiunge, invitandoci a fare il biglietto all’office appena fuori. Imbarazzati, gli diciamo che non c’era alcun cartello indicativo (cosa vera, è lui che invita a far il biglietto) e che la folla in uscita (era una comitiva reduce dalla visita) faceva un tal chiasso da non aver sentito il suo richiamo (altra cosa vera). Comunque rimandiamo la visita, poiché è ora di pranzo e, tramite la piccola e caratteristica rua da Reboleira, sbuchiamo sulla Cais da Estiva, il tratto di lungofiume che arriva fino a Praça da Ribeira: qui ci fermiamo per il pranzo e mangiamo una deliziosa francesinha da “Casa Deolinda”. La bella giornata di sole, il passeggio dei turisti, lo spettacolo degli artisti di strada e le bellezze artistiche viste fin ora ci hanno davvero compensato e con vera goduria assaporiamo il relax che ci concediamo davanti al buon cibo. Riprendiamo con calma passeggiando lungo Cais da Ribeira, la parte di lungo fiume che porta all’attraversamento inferiore del ponte Dom Louis I: alla nostra destra abbiamo il placido fiume che scorre verso l’Atlantico ed è solcato da piccole navi da crociera; alla sinistra s’innalzano le tipiche case colorate. Bar, locali e ristorante funzionano ininterrottamente mentre le bancarelle espongono mercanzia come tovaglie, ninnoli, borse da poter soddisfare le esigenze di un turista. Arrivati davanti alle torri del ponte Pensile (il vecchio ponte che collegava le due sponde, ora scomparso), rivediamo dall’alto il brulicare del passeggio pomeridiano lungo questo tipico angolo di Porto e decidiamo di proseguire andando sull’altra riva: il passaggio avviene appunto sulla parte inferiore del ponte, quella dedicata alle auto. Lo stretto marciapiede ci porta a un piccolo giardino che da’ sul fiume, dai cui parapetti scorgiamo giovani ragazzi gettarsi dentro dopo aver raccolto un po’ di soldi tra i turisti. Siamo sulla riva sinistra del Douro, nel comune di Vilanova da Gaia: il bel lungo fiume è sede delle cantine più famose di porto, il tipico vino locale. Camminando, ammiriamo la riva opposta, le classiche barche da trasporto alla fonda (ognuna appartenente a una cantina), la piccola Capela de Nossa Senhora da Piedade, le tante cantine e il moderno palazzetto da cui parte la teleferica che collega la parte bassa con la zona alta del ponte.
Decidiamo di visitare una cantina: prima ci rivolgiamo alla Sandeman (che però ha già tutti i tour prenotati), poi proviamo alla Calém e troviamo posto nel tour in lingua spagnola delle 17.15, che ci costa 10€. Facciamo un po’ di attesa in un’anticamera, dove s’illustra la storia del vino locale e poi iniziamo la visita: la guida ci introduce in un ambiente pieno di botti di varia grandezza, ci spiega il perché le botti sono diverse e ci narra la storia della cantina. Poi ci fa passare in un altro ambiente in cui ci spiega la differenza tra il rosso il bianco e il rosè e com’è coltivata l’uva da cui si ricava il loro vino. Alla fine (circa una ventina di minuti più tardi), ci porta in un altro locale e ci offre una degustazione di due bicchieri colmi di vino: buonissimi se non fosse che ci sarebbe voluto qualcosa con cui pasteggiare, oltre che bere (ma era così buono che non si poteva rifiutare!).
Usciti dalla visita, lo stato leggermente alticcio ci induce a camminare per smaltire ciò bevuto quindi ritorniamo indietro fino a Praça da Ribeira e saliamo lungo rua de San Joao: ci troviamo praticamente vicino il nostro appartamento. Noi decidiamo di ritirarci mentre i ragazzi faranno rua da Flores per andare verso i loro alloggi: confermiamo l’appuntamento al Mercato do Bolhao alle 21 e cena da “A’ Badia” come il giorno prima.
La serata trascorre come nei piani: piccola passeggiata su Avenida dos Aliados e poi a letto.
Sabato 26/8
Appuntamento alla stazione di Sao Bento per prendere il treno urbano delle 09.45 diretto a Braga, lontana circa 50 km da Porto: un’ora e dieci minuti di viaggio e siamo nella moderna stazione. Appena usciti, aspettiamo alla fermata del bus il numero 2 che, per fortuna, passa proprio dopo pochi minuti: si tratta dell’autobus che collega la stazione al Santuario do Bom Jesus do Monte, situato poco fuori la parte est della città.
Un tragitto di circa una ventina di minuti e l’autobus ferma al capolinea situato ai piedi dell’ingresso, tra la porta d’accesso e la funicolare: sebbene inviti a raggiungere a piedi la cima tramite il percorso previsto, la pigrizia del resto del gruppo prevale e prendiamo, per salire, la funicolare al prezzo di 1,20€ il biglietto. Nell’attesa che parta, leggo dalla guida che la funicolare fu inaugurata nel 1882 e fu la prima a essere costruita nella penisola iberica. Si tratta, comunque, della più antica del mondo tuttora in uso e utilizza esclusivamente la forza di gravità dell’acqua, grazie a due serbatoi che fungono da contrappeso.
Partiti con uno scossone, raggiungiamo la parte alta in pochi minuti e sbuchiamo sul vasto piazzale dove troneggia la Igreja, abbellita da aiuole fiorite e fontane zampillanti, attorniata da cappelle della via Crucis e statue di personaggi evangelici. Visitiamo la bella chiesa in stile neoclassico, in cui sono conservati reliquari ed ex voto, e dal sagrato della chiesa ammiriamo lo splendido panorama sulla scalinata barocca e sulla città di Braga.
Fatte le riprese e le foto di rito, iniziamo la discesa per quella che è la vera attrattiva del Santuario, la sua Escadaria ossia la bellissima scalinata, divisa in tre parti: la prima che scendiamo è la Scalinata delle Tre Virtù, ornata da fontane allegoriche che illustrano la Fede, la Speranza e la Carità, mentre ogni balaustra è adornata di obelischi e statue raffiguranti personaggi dell’Antico Testamento. La seconda scalinata è quella dei Cinque Sensi, a doppia rampa, in cui su ogni piano di sosta ci sono fontane allegoriche che illustrano i cinque sensi: a seconda il senso illustrato, l’acqua zampilla dagli occhi (vista), dalle orecchie (udito), dal naso (olfatto) e dalla bocca (gusto). Il tatto è rappresentato da un personaggio che tiene nelle mani una brocca da cui sgorga l’acqua. Dalla base di questa scalinata si ammira la bellissima prospettiva a perdita d’occhio e, guardando in alto, sembra che le fontane decorate in granito sui diversi pianerottoli, risaltando sul fondo bianco, formino un calice sul quale è poggia la chiesa. L’ultima tratta è, poi, la Scalinata di accesso, che parte dall’elegante portico e dà accesso al sentiero serpeggiante bordato da cappelle che custodiscono ciascuna una scena della Passione.
Ridiscesi quindi in basso, ci ritroviamo al capolinea del n. 2, che parte poco dopo e ci lascia in centro a Braga, nella Praça da Republica, proprio opposto alla Basilica dos Congragados, dove ci rechiamo subito per una veloce visita. Ci fermiamo poi da “‘A Brasileira”, un elegante bar fin-de-siécle vicino all’Ufficio del Turismo, per uno spuntino e un breve riposo, e riprendiamo la visita della città percorrendo la Avenida da Libertade, tutta infiorita con aiuole dai colori vivi. Alla fine della strada, appena sulla destra, il bel Palacio do Raio spicca con le sue piastrelle blu tra i moderni palazzi.
Una breve camminata ci porta al largo Amarante, su cui svettano la facciata dell’Igreja de Sao Marcos, con le statue dei dodici apostoli sul tetto, e quella barocca della Igreja de Santa Cruz, divise solo da un altro bellissimo giardino infiorato. Nelle vicinanze, si ergono una vecchia dimora in stile manuelino e la piccola Capela de Nossa Senhora da Conceiçao, a forma di torre in stile gotico, annessa alla Chiesa di Sao Joao de Souto, aperta e visitabile.
Da qui, ritorniamo di nuovo in Praça da Republica per ammirare la fontana, la facciata del Municipio e la nascosta Torre de Meregem, che è tutto ciò che rimane delle vecchie mura che circondavano la città. Facciamo una passeggiata per le vie del centro e sbuchiamo sui bellissimi giardini di Santa Barbara, un tripudio di fiori e colori che anticipano la corte del Paco Arquiepiscopal, il palazzo antico sede dell’Arcivescovo. Rua do Souto è proprio nelle vicinanze e, percorrendola, arriviamo alla Sé, l’antica Cattedrale della città: nel frattempo che aspettiamo l’uscita di una coppia di sposi novelli, compriamo il biglietto nei pressi e poi la visitiamo. Costruita nel XII secolo, ha subito tante modifiche nel corso dei secoli che si parte dal romanico della sua facciata fino al gotico dell’entrata, al fiammingo delle tombe e al barocco dell’altare.
E’ pomeriggio abbastanza inoltrato decidiamo di terminare le visite: volendo cenare stasera alla Ribeira, dobbiamo far ritorno a Porto non troppo tardi. Inoltre i nostri amici devono ancora fare il biglietto di ritorno per Lisbona e sistemare le valige. Tornando verso la stazione, ammiriamo la facciata del Museo dos Biscainhos (intravediamo all’interno un bel giardino ma non abbiamo il tempo di visitarlo) e, per ultima, la Porta Nova, che da’ accesso alla città. Il treno delle 16.34 parte puntuale e lascia dopo un’ora i ragazzi a Porto Campanha e noi dieci minuti dopo a Sao Bento. Ci rincontriamo verso le 20 e scendiamo alla Ribeira, scegliendo qui di cenare al ristorante “Avo Maria”: la cena è buona ma non a livello dell’altro. Inoltre il prezzo è leggermente più alto ma ne vale la vista sul ponte e sulle rive illuminate.
Domenica 27/8
Rimasti soli, dedichiamo la visita alla parte est di Porto, non ancora esplorata, iniziando dalla Capela dos Alfaiates, che troviamo chiusa, e recandoci poi alla bella Igreja de Santo Idelfonso, la cui facciata è rivestita di piastrelle dipinte. Da qui parte la lunga rua de Santa Catarina, considerata la via del commercio di Porto: sebbene sia mattina inoltrata e molti negozi sono chiusi, già c’è una certa animazione di turisti, volti a guardare i bei palazzi liberty e la Capela das Almas, la piccola chiesa situata all’angolo con rua Formosa, fotografatissima per essere completamente coperta con piastrelle dipinte a mano che rappresentano momenti della vita di San Francesco d’Assisi e di Santa Caterina. Più avanti, alla fine della strada, giriamo sulla sinistra e andiamo a vedere la piccola la cappella di Fradelos, la cui torre campanaria e le piastrelle azzurre e bianche della facciata contrastano col vicino silos auto. Scendiamo per rua de Sa da Bandeira per visitare il Mercado do Bolhao ma lo troviamo chiuso, vista la giornata festiva. Allora svoltiamo per rua Tomas e attiviamo alla Igreja da Santissima Trinidade, una chiesa neoclassica posta proprio alle spalle del Municipio.
Dal Municipio si apre la prospettiva su tutta l’enorme spiazzo dell’Avenida dos Aliados, considerato il cuore di Porto: sulle sue trafficate strade si affacciano molti palazzi signorili (quasi tutti alberghi) in granito dalle facciate Liberty e decorati da lucernari, cupole e guglie. La percorriamo, fotografando anche le statue dedicate a personaggi famosi e re portoghesi, fino alla fine (è tutta in discesa) per ritrovarci di nuovo a Sao Bento. Da qui, saliamo per la rua de 31 Janeiro, una via commerciale che presenta edifici in stile Art Nouveau, finendo dinanzi l’incrocio con l’inizio di rua de Santa Caterina.
E’ ora di pranzo e ci fermiamo a pranzare alla “Churrasqueria Icarai” in rua de Sa Bandeira, dove ci ingozziamo di carne e pollo e spendiamo neanche 10€ a persona. Poi, per digerire, ci dedichiamo allo shopping di piccoli ricordi da portare ad amici e parenti.
Nel pomeriggio scendiamo per rua da Flores fino alla Igreja da Misericordia do Porto che, però, troviamo chiusa. Da qui al nostro appartamento sono giusto due minuti: rientriamo per riposare, preparare le valige e cenare.
Purtroppo fuori è scesa la temperatura e si è alzato un vento freddino quindi trascorriamo il resto della serata in casa a guardare la tv portoghese e a mettere in ordine gli appunti raccolti durante il soggiorno.
Lunedì 28/8
Oggi, in serata, si rientra in Italia, però abbiamo ancora la mattinata a disposizione. Lasciamo l’appartamento nella mattinata e le valige le depositiamo presso uno dei tanti negozi che nelle vicinanze della stazione offrono deposito a prezzi accettabili. Poiché abbiamo saltato la visita alla Livraria Lello causa lunga fila, proprio questa mattina decidiamo di dedicarle un po’ di tempo e, dopo aver fatto il biglietto al ticket office (sono 4€), ci mettiamo in coda per entrarvi: scarsa mezz’ora e siamo all’interno di una bella libreria (non molto grande, per la verità) arredata da un mix tra gotico e liberty. A parte l’interno e la particolare scalinata centrale (che pare abbiano colpito la famosa scrittrice J.K. Rowling tanto da ispirarla per la saga di Harry Potter), molto particolare è il soffitto. Usciti, ritorniamo al Mercato di Bolhao e ne visitiamo gli interni: non siamo ai livelli della Bouqueria barcellonese o del Nagycsarnok di Budapest ma, tutto sommato, non è male. Ci incamminiamo verso il ponte de Dom Luis I giusto per dare un’ultima occhiata al panorama e alla città poi ci inoltriamo nel dedalo di vicoletti che partono ai piedi della Sé, sbucando nella Ribeira: la discesa è un susseguirsi di case colorate, piccoli giardini, chiese nascoste e altari dedicati a santi. Pioviggina, e ci rintaniamo in un caffè di Rua da Flores, dove pranziamo. Poi, ormai agli sgoccioli, ci riprendiamo le valige e ci dirigiamo alla Metro per raggiungere l’aeroporto: il viaggio dura circa venti minuti e ci porta direttamente al nuovissimo complesso aeroportuale. Attendiamo una mezz’oretta per eseguire le pratiche d’imbarco poi facciamo i controlli e, all’interno, ci dedichiamo un po’ allo shopping, in attesa del volo. Alle 20.15 (con quarantacinque minuti di ritardo) il volo parte per Milano: proprio durante il decollo smette di piovere, le nuvole si aprono e un tramonto bellissimo ci accompagna nella salita.
Portogallo, a presto.
Volo e Alberghi
I voli Ryanair sono costati, complessivamente, 152€ a/r a persona e con una sola valigia da stiva di 15 kg.
A Lisbona abbiamo alloggiato all’A.S. Lisboa, un tre stelle sito ad Alameda per una notte al prezzo totale di 81€ in b/b: buon albergo, un po’ decentrato ma la fermata metro servita da due linee è in pratica sotto l’albergo. Ottimo per raggiungere l’aeroporto e la stazione Oriente in pochi minuti.
A Coimbra siamo stati alla Pensao Domus, un delizioso alberghetto sito veramente a due minuti dalla stazione di Coimbra e Praça do Comercio: sebbene le stanze siano un po’ datate, sono pulitissime e dotate di un bagno nuovo. La spesa totale per tre notti è stata di 152€ in b/b.
A Porto abbiamo alloggiato ai Sao Bento Apartments, in rua de Mouzinho da Silveira, a pochi minuti dall’omonima stazione e dalla Ribeira: la posizione è stata centralissima e ottima ma un po’ meno è stato il servizio. Gli appartamenti, nuovi e dotati di tutte le comodità, non sono stati però puliti per tutta la durata del soggiorno e neanche un cambio di asciugamani ci è stato offerto. Abbiamo speso in totale 200€ solo pernottamento per quattro notti ma non credo che ci tornerò.
Trasporti
Dobbiamo distinguere i trasporti urbani da quelli a lunga percorrenza, avendoli usati entrambi. Infatti, abbiamo utilizzato i treni per spostarci tra le varie città, visto che la rete ferroviaria è molto efficiente e i treni non sono assolutamente cari.
Approfittando di un’offerta presente sul sito delle ferrovie portoghesi (www.cp.pt), che permette lo sconto a gruppi di almeno tre viaggiatori, ho prenotato le tratte Lisbona-Oriente/Coimbra a 14€ a persona in 2a classe con l’Alfa Pendular (il treno veloce portoghese) e Coimbra B/Porto-Campanha a 8€ a persona in 2° classe con IC e i treni sono stati puntuali e veloci.
A Lisbona abbiamo comprato il ticket giornaliero per muoverci con i mezzi pubblici (valido 24 ore dalla prima timbratura) mentre a Porto li abbiamo utilizzati solo per andare in aeroporto.
Per le escursioni, i treni urbani collegano bene le grandi città con i dintorni e i biglietti sono economici, specialmente nei w-e: Coimbra/Aveiro costa in a/r 10,50 € e Porto/Braga in a/r, nei w-e, addirittura 3€.