Patati backpacker in austrlia

La nostra avventura inizia con lungo ed estenuante navigare per la rete!!! Sì, avete proprio capito bene… abbiamo passato ore in internet con l’intento di poter realizzare il sogno del mio moroso… andare in Australia!!! Decidiamo che il modo più conveniente per girare il continente è di fare il classico viaggio fai-da-te, ma con la...
Scritto da: pimma
patati backpacker in austrlia
Partenza il: 12/12/2006
Ritorno il: 16/01/2007
Viaggiatori: in coppia
La nostra avventura inizia con lungo ed estenuante navigare per la rete!!! Sì, avete proprio capito bene… abbiamo passato ore in internet con l’intento di poter realizzare il sogno del mio moroso… andare in Australia!!! Decidiamo che il modo più conveniente per girare il continente è di fare il classico viaggio fai-da-te, ma con la variante dello zaino in spalla e notti in ostelli. All’inizio ero un po’ sconvolta non ero pronta a questo tipo di viaggiare, io ero abituata a solcare gli aeroporti con il mio caro beauty case e la mia valigia rigida!! Ma per amore sia fa questo ed altro no!!! Parto con lo zaino valigia del peso di circa 12 kg totali (senza asciugamani per la spiaggia ma solo dei parei e accappatoi in microfibra) e con la regola del 5 (non più di cinque indumenti per ogni tipo 5 magliette, 5 maglioni, 5 pantaloni assortiti…) I patati cioè noi siamo pronti a partire! Itineraneo Sydney- Alice Springs- Adelaide- Kangaroo Island- Great Ocean Road- Melbourne- Brisbane- Fraser Island- Cairns- Sydney.

Mezzi di spostamento Volo intercontinentale con la Austrian (Milano- Vienna- Kuala Lumpur- Sydney). Spostamenti interni: 5 voli interni low cost (Qantas e Virgin blue), treno, macchina, bus e logicamente i nostri piedi!!!! Alloggi Principalmente ostelli in camere doppie con bagno comune o privato (solitamente le camere hanno un arredamento molto povero un letto e una scrivania e niente armadi ma in linea di massima sono puliti), camerate (di 6 letti), il deserto stellato e un hotel di lusso. Gli ostelli hanno prezzi molto abbordabili dai 50 dollari ai 80 dollari (30-50 euro) a camera doppia, le camerate costano molto di meno.

Pranzi e cene Abbiamo quasi sempre fatto un’abbondante colazione, quella tipica inglese (uova, bacon, salsiccia…), e quindi per pranzo prendevamo solo un piccolo snack. Le cene invece le abbiamo fatto in dei normalissimi ristoranti che sono molto più economici rispetto a noi. In Australia non esiste la suddivisione tra i primi e i secondi ma, solitamente i piatti si chiamo main plate e sono o di carne o di pesce con sempre inserito il contorno. L’acqua solitamente non si paga e la birra e buona e economica. Consiglio di assaggiare le specialità del paese cioè la carne di canguro, il barramudi (è un pesce), l’ice coffee, i cookies e i muffin. ADESSO PARTIAMO Sydney 13 Dicembre 2006 Arriviamo a Sydney dopo un volo estenuante durato circa 30 ore compresi gli scali (questo è l’unico motivo perciò non metterò più piede nel territorio australiano!!!)e scioglimento dalle ali dell’aereo del ghiaccio per ben due volte. Dopo i controlli della dogana chiamiamo l’ostello che ha un servizio navetta gratuito e che ci dice di aspettarlo in un determinato posto, ma noi non capendo il luogo (a causa del nostro inglese) girovaghiamo per tutto l’aeroporto e finalmente dopo circa un’ora e mezza saliamo sul bus. Arriviamo all’ostello in zona di Kings Cross (Sydney Central Backpackers), subito ci accorgiamo che è un po’ squallido. Va bè speriamo che non siamo tutti così!!! Vista l’ora tardi 20.00 (qui sono come gli inglesi mangiano alle 17.30/18.00 quindi alle 20.30 i ristoranti iniziano a chiudere) facciamo la doccia e scendiamo per cercare qualcosa da metter sotto i denti. Giriamo un po’ per il quartiere, ma il mio moroso sembra un bambino che ancora un po’ fa le foto anche ai tombini stradali!!! 14 Dicembre Di buon ora visto i problemi con il fuso andiamo scoprire la città. Vediamo la base della marina militare, i giardini botanici, l’Opera House, l’Harbour Bridge, il quartiere dei Rocks e camminando raggiungiamo l’osservatorio astronomico da dove si osserva un fantastico panorama della baia. Infine raggiungiamo la zona dell’acquario che visitiamo (carino anche se non eccezionale) e facciamo un giro a vedere le numerose fontane che ci sono nelle vicinanze e andiamo a visitare il giardino della pace donato dai giapponesi. Scopriamo anche il Paddy’s Markets (mercato al coperto molto economico) dove al ritorno faremo i nostri acquisti. Stanchi ci avviamo all’ostello, quando notiamo davanti ad un cinema c’è un sacco di gente. C’è la premier di un film che bello vip!!! Il film è con Brad Pitt, ma che delusione c’è solo la protagonista femminile Kate Blance. Durante l’attesa incontriamo un ragazzo italiano che risiede da un po’ in Australia e ci dice che abbiamo scelto un ostello un po’ schifoso ma che se altri anche molto meglio.. Meno male temevo già il peggio!!! 15 Dicembre Vogliamo andare a Bondi Beach, ma c’è brutto tempo e allora ritorniamo in centro e prendiamo la Monorotaia. Molto carina ma sinceramente un po’ inutile perché fa il giro intorno ad un quartiere. Visto che piove a dirotto e fa freddo ci rintaniamo nel museo navale (è gratis l’entrata) che non è niente di speciale, ma se piove e volete rintanarvi in un posto caldo senza pagare ecco la soluzione. Quando usciamo fortunatamente ha smesso di piovere, continuiamo il nostro giro a piedi e vediamo il Queen Victoria Building (il centro commerciale più vecchio della città) e le vie dei negozi. Ritorniamo al Circular Quay dove partono i traghetti e ne prendiamo uno per Manly Beach (è un modo convenente per fare il giro della baia senza spendere un sacco). Arrivati a Manly notiamo che anche se c’è un tempaccio ci sono surfisti in mare. Il mio moroso è tutto entusiasta. Ritornando in ostello io voglio fermarmi a tutti i costi al sedile di Mrs Macquarie’s Chair. Ma quando patato lo vede mi insulta di lì alla fine del viaggio, l’ho fato camminare per un’ora per veder un pezzo di pietra!!! Torniamo all’ostello domani ci attende l’aereo per Alice Springs.

Alice Springs 16 Dicembre Arriviamo in aeroporto e scopriamo che tutti gli aeroporti in Australia sono divisi in due, da uno partono i voli interni (Domestic Terminal ), dall’altro partono i voli internazionali (International Terminal). I due terminal possono essere molto distanti tra loro, ma solitamente c’è sempre un collegamento continuo. Con nostro stupore nel terminal dei voli interni non ti chiedono neanche il passaporto. C’è solo il controllo con il metal detector, in più il check-in deve essere fatto tutto in automatico con delle macchinette!! Per fortuna una signora di origini italiane ci spiega come usare queste cose!! Arriviamo ad Alice Springs dopo aver sorvolato per più di un ora il deserto australiano, al nostro arrivo il piccolo aeroporto ci accoglie con il caldo australiano. Per fortuna questa volta non dobbiamo telefonare all’ostello, ma c’è una simpatica ragazza con un cartello con il nome del nostro ostello (Annies). Questo ostello è molto più carino e colorato del precedente. Facciamo un giro per la città che è piuttosto squallida e soprattutto molto calda. Una precisazione: qui vediamo gli aborigeni che bivaccano per la città, è veramente una cosa squallida, speriamo che il governo australiano trovi una soluzione il prima possibile per dare anche ai veri australiani gli stessi diritti degli altri cittadini. Torniamo in ostello e ci prepariamo per i tre prossimi gironi nel deserto. Le valige le lasciamo in ostello, nel deserto, infatti, noi possiamo portarci dietro solo una piccola borsa. Ci attende il “Mulgas Adventures” prenotato via internet perchè era il più economico (250 dollari circa 150 euro per tre giorni compresi i pasti) la locandina diceva che avremmo dormito in swag (tende). Domani scopriremo come sono queste tende.

Deserto 17 Dicembre Partiamo alle 6 del mattino e ci mettiamo sul bus scoprendo i nostri compagni di avventura, 18 ragazzi di varie nazionalità (olandesi, inglesi…). La nostra guida invece è del Sudafrica, non ho ben capito bene cosa ci faccia qui in Australia, e ci illustra il nostro tragitto disegnando una specie di cartina sul lunotto del bus. Partiamo e dopo 5 ore di strada arriviamo al Kings Canyon, è impressionante vedere tutta questa terra rossa. Scopriamo che nel gruppo c’è anche una ragazza italiana che ormai è in Australia da 5 mesi. Sta girando il continente lavorando un po’ di qua e di là, scopriamo anche che un sacco di ragazzi soprattutto inglesi o scandinavi si prendo un anno sabbatico e lo passano in Australia lavorando e facendo vacanza. Sul nostro bus siamo solo noi che stiamo in Australia solo poco più di un mese!! Nel Kings Canyon facciamo una camminata spettacolare, di circa 3 ore, che si snoda intorno al canyon, con il sole a picco e la temperatura che sfiora il 45 gradi!! La nostra guida però è tutta entusiasta perché a quell’ora ci sono poche persone. Infatti, la salita sarebbe consigliata o al tramonto o di mattina presto!!! Finita la camminata c’è una cisterna con l’unica acqua che è disponibile, ma logicamente è molto calda, va bene lo stesso essendo l’unica disponibile. Adesso andiamo a dormire sotto le stelle nelle nostre tende. Arrivati al campeggio scopriamo che siamo accampati non in un posto attrezzato ma in mezzo al bush (deserto australiano). Le nostre tende sono solo dei materassini appoggiati per terra, abbiamo la faccia fuori alla portata di qualsiasi animale e della pioggia!!! Bè sarà il fuso orario, sarà che poi non era così male, alla fine ho dormito fino all’alba.

18 Dicembre Appena alzati andiamo in bagno, logicamente nel bush, come si faceva una volta visto che qui i gabinetti non ci sono, quindi le femmine a destra del campo e i maschi a sinistra. Purtroppo non c’è neanche la doccia. Ci rimettiamo in marcia dopo la colazione per andare all’Uluru. Percorriamo un pezzo di strada intorno alla base del panettone (ulur). Successivamente andiamo a fare la passeggiata molto bella sui monti Olga (con l’itineraneo Valley of the winds) anche oggi sono le 12.00 e la giuda è entusiasta che non c’è nessuno che ci disturba. Ci sono 50 gradi anche oggi (per fortuna gli australiani ci pensano e quindi lungo il percorso ci sono taniche di acqua, logicamente calda). Dopo una pesante ma bella camminata di 3 ore ritorniamo al bus e andiamo in un parcheggio per fare il tipico BBQ australiano (barbecue) e gustiamo il tramonto. Anche qui l’igiene è dimenticata, mentre si fa da mangiare e le donne aiutano la guida a pulire e tagliare il necessario. Ma poi succede l’irreparabile le uova sode già sbucciate cadono a terra, ma nessuno si fa tanti problemi, sono lavate e sono messe in tavola per mangiare. Ci adeguiamo e mangiamo anche noi. Per la notte ci accampiamo in un’altra pare del bush, sempre sotto le stelle e la pioggia. Ma questa notte non passa tranquilla come la precedente qualcosa di pelosa cammina sulla gamba nel mio sacco a pelo!!! Non so cosa sia ma lo afferro e lo lancio lontano. Chiudo gli occhi e mi sforzo di dormire.

19 Dicembre Questo è l’ultimo giorno del tour, come il primo giorno la sveglia è con la luce del sole. Riandiamo all’Uluru e alcuni compagni di avventura scalano la montagna, ma noi per rispetto verso gli aborigeni che considerano la montagna sacra non saliamo. Così facciamo l’altro pezzo di camminata intorno alla base che ci mancava e vediamo i dipinti fatti sulla roccia dagli antenati. Facciamo una visita al centro aborigeno lì vicino dove sono illustrati le usanze degli aborigeni e dopo un viaggio sul bus di 6 ore arriviamo all’ostello. Stremati ed entusiasti di poter fare una doccia e di dormire in letto circondato da mura andiamo a letto con le galline (20.00).

Alice Springs 20 Dicembre Oggi è un giorno dedicato al bucato. Le lavatrici e le asciugatrici sono un po’ diverse dalle nostre, ma alla fine riusciamo nella missione. Rifacciamo un giro in paese per salvare le foto fatte fino ad ora su un cd, così abbiamo la memoria della macchia fotografica libera. Nel pomeriggio andiamo a vedere il Desert Park, dove vediamo molti animali ma consiglio di non andarci se si ha poco tempo. La sera andiamo a mangiare in un ristorante tipico consigliato dalla Lonely planet (Overlanders Steakhouse), molto carino e soprattutto assaggiamo la carne di canguro, cammello, coccodrillo e emù.

Deserto 21 Dicembre Oggi facciamo le provviste per il lungo viaggio che ci aspetta. Andiamo ad Adelaide con il mitico treno “The Ghan” (era molto più conveniente dell’aereo). Sono 24 ore di treno in mezzo al deserto, speriamo che non si fermi. Andiamo alla stazione e ci prendono i bagagli facendo il check-in come quando vai sull’aereo. Facciamo anche i nostri biglietti e andiamo a vederlo in tutta la sua maestosità argentea e anche il mio moroso fa un sacco di foto. Saliamo sul treno e scopriamo che a nostra disposizione ci sono anche cuscini e coperte. Il treno all’interno non è un gran ché ma almeno c’è la tv con film interessanti. Nel deserto non c’è molto vita di giorno perché fa troppo caldo, ma quando arriva il tramonto (spettacolare) vediamo i canguri saltare di qua e di là, poi con il buio non si vede più nulla… Adelaide 22 Dicembre Arriviamo ad Adelaide di mattina e andiamo all’ostello (Annies di Adelaide). Qui non c’era una camera doppia e allora prendiamo una camera da 6. Patato è un po’ in soggezione siamo 5 donne e solo lui come maschio. Quindi mi dice: ”Usciamo subito!”. Andiamo alla scoperta di Adelaide che è una città carina e a mio avviso quella che ha una storia un po’ più vecchia. La città ricalca l’organizzazione di tutte le città australiane. C’è il municipio, la posta, la stazione dei treni, il vecchio e il nuovo parlamento che sono quasi tutti palazzi storici molto carini. C’è l’immancabile fiume che divide in due la città e ai quali lati si snodano dei parchi fantastici (andate a vedere i Botanic Adelaide garden, all’interno c’è una serra con piante originarie del Madagascar). C’è un grande stadio per il cricket (per chi non lo conosce si può dire che è simile al baseball americano, ma si gioca con ritmi molto diversi, l’atmosfera durante le partite è veramente tranquilla… vi dico solo che una partita può durare fino a 5 giorni!!). Poi c’è il classico centro pieno di negozi e il Central Market dove si trovano qualsiasi cosa da mangiare. Infine ad Adelaide c’è anche un grande campus fantastico da vedere. Dopo questa lunga passeggiata ritorniamo in ostello stremati e ci addormentiamo a tempo di record. Kangaroo Island 23 Dicembre Oggi prendiamo la macchina a noleggio dalla Hertz che poi riconsegneremo a Melbourne. Una volta sbrigate le formalità partiamo, ma che casino guidare a sinistra! Ma grazie alla guida del mio moroso, io come navigatore e la nostra piccola yaris rossa arriviamo sani e salvi a prendere il traghetto per Kangaroo Island. Siamo partiti con largo anticipo per paura di perdere il traghetto, e, infatti, arriviamo con largo anticipo. Chiediamo se possiamo imbarcarci sul primo traghetto disponibile. Per fortuna c’è posto e arriviamo dopo un’ondosa traversata di circa un’ora a Kangaroo island. Qui l’ostello era completo quindi alloggeremo in hotel due stelle (Kangaroo Island Seawiev nel paese di Kingscote ) che è leggermente più caro degli ostelli, ma molto carino. La signora gentilissima (come tutte le persone incontrate in Australia) dell’hotel ci indica di andare a vedere Emu Bay, visto che l’isola è molto grande e il tempo che oggi abbiamo a disposizione è poco. La spiaggia è chilometrica e deserta e non balenabile a causa delle forti correnti e squali (in Australia anche se c’è molto mare la maggior parte di esso non è balenabile e soprattutto in alcuni tratti di costa se ti trovano in acqua arriva la polizia. In alcuni tratti è vietato entrare in acqua a causa delle forti correnti, in altri invece è consigliato non entrarci a causa di squali, coccodrilli e meduse Jellyfish che uccidono). Un paradiso per i solitari come il mio moroso. Gli unici abitanti della spiaggia sono dei bellissimi e grandissimi pellicani. Ci rimettiamo sulla via del ritorno anche perché stiamo morendo di freddo, fa troppo freddo su questa isola! 24 Dicembre Oggi scopriamo Seal Bay, una baia dove ci sono numerosi leoni marini. Sulla spiaggia si può accedere solo accompagnati dai ranger che ti raccontano come vivono e quali sono le sue abitudini, ma purtroppo inizia a piovere a dirotto tentiamo di rifugiarci sotto delle tettoie e di metterci l’impermeabile. Dopo 10 minuti finisce di piovere e allora ritorniamo e vedere gli animali con un po’ più di calma. Ritorniamo verso l’hotel anche perché siamo congelati e ci fermiamo a vedere il Little Sahara. Questo posto è spettacolare ci sono delle dune di sabbia fantastiche in mezzo alla vegetazione verde. Sempre sulla via del ritorno andiamo a vedere il Parndana Wildlife Park Kangaroo Island, dove ci sono gli animali che si possono toccare e gli si può dare loro da mangiare. Logicamente il patato compra il mangime e dopo che inizia a dare da mangiare ai canguri do in titolo al mio video: “Ecco a voi l’uomo che sussurrava ai canguri”. Dopo la visita infreddoliti (meno male che avevamo i nostri piumini a mezze maniche, che ci sono serviti a Malpensa e a Vienna, noi all’inizio non volevamo neanche portarli perché qui è estate).

25 Dicembre Buon natale! Sicuramente è stato un natale diverso dagli altri e non nascondo che c’è stata anche un po’ di malinconia, soprattutto quando chiamiamo casa. Oggi andiamo a scoprire il Flinders Chase National Park. Dopo un’ora di viaggio scopriamo che è chiuso perchè è il giorno di natale. Noi non ci avevamo pensato, ma come noi ci sono anche altri turisti. Come si sa il gruppo fa forza e quindi scopriamo che è possibile fare comunque una passeggiata all’interno del parco tramite un cancelletto che si apre senza chiavi. Logicamente non paghiamo il biglietto di ingresso, ma rispettiamo tutte le regole del parco e quindi ci puliamo bene i piedi in delle spazzole apposite per non contaminare il terreno (in Australia hanno sempre il terrore di essere contaminati). Iniziamo la nostra camminata e andiamo alla ricerca di koala e platypus (solo al nostro ritorno in Italia scopriremo che questo animale è l’ornitorinco), la bella passeggiata di circa 2 ore e avvistiamo qualche koala, wallaby (sono i canguri più piccoli), canguro ma nessun platypus. Ci dirigiamo verso le Remarkable Rocks, che sono delle rocce levigate dal vento veramente fantastiche, e poi all’Admirals Arch, dove ci sono un sacco di foche. Sulla strada del ritorno ci fermiamo all’Hanson Bay Sanctuary koala santuari, dove previa un’offerta libera, vediamo un sacco di koala. Un koala ci fa anche l’onore di scendere dall’albero e di camminare, questo è un evento raro, poiché questi animali dormono dalle 20 alle 22 ore al giorno! Ritornando facciamo una sosta sulla spiaggia deserta di Vivonne Bay. Poi ci affrettiamo a tornare al nostro paese perché oggi il ristorante chiude prima, visto che è natale.

Great Ocean Road 26 Dicembre Alla mattina di buon ora riprendiamo il traghetto e tornati sulla terra ferma iniziamo ad andare nella direzione della great ocen road. Percorriamo chilometri in mezzo a boschi incantati che costeggiano la costa e finalmente dopo quasi un’ora di strada arriviamo al primo paesino di mare Victor Harbor. Ci fermiamo per fare colazione scoprendo una cittadina molto carina, che ha anche un’isoletta che si raggiunge tramite un ponte con un tram un po’ speciale trainato da cavalli. Su una spiaggia lì vicina osserviamo anche i bravissimi surfisti alle prese con un mare molto agitato. Passiamo quasi tutto il giorno in macchina perché per sera dobbiamo raggiungere Mt Gambier (attenzione ai fusi orari che in Australia sono tanti e strani per esempio qui c’è mezza ora di fuso orario). Ma c’è una cosa carina è che volevo segnalare, ad un certo durante il percorso la strada si interrompe perchè c’è un fiume da attraversare e allora al posto del classico ponte gli australiani hanno ideato un traghetto che sfrutta la corrente del fiume e in tre minuti sei al di là del fiume (questa idea mi sa che l’hanno copiata da Leonardo da Vinci). Arrivati a Mt Gambier troviamo alloggio in uno dei tanti motel che ci sono sulla strada e andiamo a vedere il famoso lago che in estate si colora di blu per motivi biologici, chimici ancora da spiegare.

27 Dicembre La mattina prima di ripartire ci fermiamo a vedere dei buchi formatisi nella terra in modo naturale. Questa è una zona sismica e quindi si sono formati nel tempo queste voragini naturali che sono state abbellite con piante e fiori in modo divino dagli australiani. Oggi finalmente ci attende la great ocean road ( i chilometri che abbiamo fatto fino a qui erano di collegamento). Eccolo vediamo il cartello che ci indica qui inizia la great ocean road, ma percorriamo tutto il primo pezzo della strada senza vedere il mare. Dopo una buona mezza ora di strada iniziano a susseguirsi una serie di cartelli con le indicazioni nei look out a vedere il paesaggio. E qui inizia la “processione”: ci fermiamo, facciamo la passeggiata, vediamo le varie costruzioni create dalla forza del mare e ripartiamo. Certo che il mare e il vento hanno eroso dei veri e propri capolavori (The Grotto, The Arch, Lorch Ard Gorge, London Bridge) Finalmente arriviamo ai 12 apostoli (ormai sono 11, poiché uno è collassato tre anni fa e anche gli altri nel corso del tempo cadranno), qui, però c’è un po’ troppa gente per i nostri gusti. E così decidiamo di gustarci alcuni dei 12 apostoli (dai look out non si vedono tutti, ma solo alcuni per vederli tutti bisogna fare un costosissimo volo in elicottero) da una spiaggia (Gibson Step) lì vicino. La spiaggia è fantastica, ma qui è vietato entrare in acqua a causa delle fortissime correnti, infatti, questa costa è denominata la costa dei naufragi (Shipwreck coast). Questo primo pezzo della strada mi ha un po’ delusa perchè pensavo di percorrere una strada costiera e non di dover continuare a salire e scendere dalla macchina per vedere lo spettacolo che il mare ci riservava. Ma visto che la costa e molto friabile e ogni tanto collassa sarebbe veramente pericoloso fare una strada vicino al mare. Arriviamo ad Apollo Bay, ed è qui che inizia il pezzo di strada sul mare, poiché la costa è composta di materiali diversi (questa parte di strada ricorda tanto la strada che si snoda tra Portofino e Santa Margherita Ligure). Solitamente consigliano di fermarsi qui per il pernottamento, ma noi, anche se è ora tardo (19.00) proseguiamo perché il mio moroso vuole raggiungere Lorne per poter fare surf domani. Arriviamo a Lorne, ma essendo questi giorni di tutto esaurito (in inglese no vacancy) iniziamo una disperata ricerca di un posto dove dormire. Lorne è tutta piena e allora ci spingiamo più in la e finiamo ad Anglesea in un motel costoro per i nostri gusti 200 dollari circa 120 euro (avevamo pensato anche di dormire in macchina ma fa troppo freddo). Comunque quando il proprietario si è accorto che per noi era un po’ troppo si è scusato per il prezzo dicendo che era periodo di alta stagione (in Italia non sarebbe mai successo). 28 Dicembre Percorriamo l’ultimo tratto della strada panoramica in direzione di Melbourne, fermandoci a Torquay. Qui per la gioia del mio moroso affittano le tavole da surf e così lui decide di tentare di fare surf. Io osservo dalla spiaggia, a me sembra che lui stia più in acqua che sulla tavola ma lui dopo 2 ore esce tutto gasato dall’acqua dicendo che è stato in piedi sulla tavola. Dopo questa performance facciamo un giro per il paese e andiamo a dare un’occhiata a Surf City che è un insieme di negozi con articoli per i surfisti. Ci dirigiamo verso Geelong, ultimo sobborgo prima di Melbourne. Questa cittadina è piuttosto carina, ma non ha nulla di particolare, ci siamo solo fermati qui, poiché domani dobbiamo consegnare l’auto entro le 9.00. Anche qui abbiamo soggiornato in uno dei tanti motel che ci sono sulla strada principale, che hanno tutti prezzi abbordabili. Melbourne 29 Dicembre Arriviamo a Melbourne e scopriamo che c’è un’organizzazione un po’ particolare delle strade. Sulla via principale che stiamo percorrendo per entrare in città non si può girare a sinistra dalle 7 alle 9 del mattino, in questo modo non si formano agli incroci delle code. Finalmente riusciamo a girare a sinistra e riusciamo la hertz, sbrigate anche qui le formalità con i nostri zaini sulle spalle ci dirigiamo verso l’ostello e con molta felicità scopriamo che è vicino. Per prenotare via internet questo ostello abbiamo fatto fatica perché era tutto pieno a causa del torneo di cricket che si svolge in questi giorni in città. Comunque l’ostello (Nomads Industry) è molto carino e ben tenuto (però è anche l’ostello più caro che abbiamo pagato). Essendo mattina non ci danno la stanza quindi mettiamo i bagagli nel Luggage Storage.(abbiamo lasciato molte volte i bagagli in questi depositi non ben custodi, ma abbiamo sempre avuto la sensazione che le persone che frequentano gli ostelli in Australia siano molto rispettosi degli altri, forse anche perché l’Australia ha pochissima delinquenza). Scopriamo la città seguendo il tour indicato nella lonely planet, che è molto esaustivo. Vediamo la piazza (Federation Sq), la stazione ferroviaria, le numerose chiese, i centri commerciali vecchi e nuovi, la biblioteca con la sala ottagonale, il municipio, il teatro, il nuovo e il vecchio parlamento e i bellissimi giardini nel quale è contenuto il cottage di capitan Cook. Dopo aver fatto il secondo bucato (orami siamo degli esperti), usciamo e dopo aver cenato con una pizza al ketchup (ci sono anche le pizze normali ma siamo noi che abbiamo sbagliato a ordinare per il vostro bene la BBQ suace e il ketchup) ci avviamo sul lungo fiume dopo scopriamo una città piena di vita. In questa zona sono presenti numerosi locali e ristoranti, c’è un casinò e un centro commerciale con negozi originalissimi. Poi all’esterno c’è uno spettacolo molto particolare fatto con fiammate di fuoco che escono da degli strani camini. 30 Dicembre Oggi ci dedichiamo allo shopping e andiamo al Queen Victoria Market, dove ci sono le stesse cose si trovano nei negozi ma a prezzi veramente più bassi. Ne usciamo dopo quattro ore con felpe, maglioni, penne, calamite e anche uno zaino. Portiamo tutto in ostello e ci dirigiamo alle Rialto Towers che sono i grattacieli più alti che sono stati costruiti nell’emisfero australe. Logicamente per salire bisogna pagare, ma il mio moroso si lamenta e allora gli strappo la promessa che saliremo sulla torre di Sydney che è anche più alta. La sera rimaniamo a respirare la festosa atmosfera di Melbourne e andiamo in ostello presto, poiché domani abbiamo il volo per Brisbane che parte alle 7.00 (i voli interni li abbiamo prenotati in internet e a seconda dell’orario in cui si parte il biglietto costa meno quindi abbiamo sempre scelto aerei in orari impossibili).

Brisbane 31 Dicembre Andiamo alla stazione dei bus a piedi perché la mattina alle 5.30 non c’è il servizio gratuito dell’ostello. La città è deserta e anche l’aeroporto dorme ancora. Arriviamo a Brisbane e con la metropolitana raggiungiamo il centro città. Lasciamo come al solito i bagagli al deposito dell’ostello (place backpacker central), che è quello più organizzato che abbiamo mai visto e ci incamminiamo per la città. Seguiamo anche qui il percorso indicato dalla lonely planet e vediamo il fuoco per i caduti (Shrine of Remembrance), varie chiese, il nuovo e il vecchio parlamento, il municipio, il casinò, il centro con i negozi e gli immancabili e fantastici parchi australiani (questo ha la particolarità di avere dei ficus giganti alti fino a 10 metri, e c’è una palude di mangrovie abitata da granchi mono-chela). La città ha un’architettura più moderna rispetto alle altre città fino ad ora visitate. Attraversiamo il fiume su un ponte pedonale molto carino che è diviso in due: una è riservata per i pedoni, l’altra per le biciclette. Arriviamo nel parco (South bank Parklands) dove veniamo perquisiti prima di entrare, poiché essendo oggi è l’ultimo dell’anno e quindi il parco è molto affollato non si possono portare alcolici. Il parco è fantastico è pieno di parchi giochi per i bambini, ristoranti con snack, percorsi ombreggiati da splendide bouganville e una piscina con tanto di “laguna “ cioè una piscina artificiale che rievoca il mare con sabbia vera e torrette dei bagnini. Visto la quantità di gente decidiamo di stare qui per gustarci i fuochi di mezza notte, osservando gli australiani che fanno il BBQ sui prati (in Australia nei parchi pubblici ci sono delle griglie che funzionano a gas, sono gratuite e tutti possono utilizzarle per fare i pranzi sull’erba). Verso le nove la gente inizia ad avvicinarsi al fiume, andiamo anche noi e dopo qualche minuto iniziano i fuochi d’artificio, sono molto carini e vengono sparati da delle chiatte che sono sul fiume. Finiti i fuochi, con il freddo (la sera qui la temperatura si abbassa tantissimo in questa stagione) e la stanchezza, accumulata decidiamo di ritornare in ostello e di dormire fino alle 23.30 per poi riuscire a vedere i fuochi di mezza notte (lo so facciamo schifo!!). Riusciamo verso le 23.30 provvisti di maglioni e ci gustiamo i fuochi dal ponte sul fiume questi sono molto più spettacolari rispetto a quelli delle nove. BUON ANNO!!! Rainbow Beach 1 Gennaio 2007 Anche oggi è stata una levataccia, poiché avevamo il bus per Rainbow Beach alle 7.15. La stazione dei bus è molto simile a quella dei treni e anche in questo caso bisogna fare il check-in del bagaglio. Sul bus ci vengono proiettati dei film e dopo circa 5 ore arriviamo al paesino. Questo paesino ha la particolarità di avere una spiaggia chilometrica che hanno spettacolari scogliere di sabbia colorate, inoltre è uno dei nostri punti di partenza per la gita che faremo domani. La spiaggia è veramente carina e la cosa che a noi ha più impressionato è la quantità di jeep che vi corre sopra (ci sono anche i cartelli con i limiti di velocità). Qui alloggiamo al Fraesers on Rainbow Beach.

Fraser Island 2 Gennaio Oggi faremo la gita sull’isola di sabbia più grande che esiste al mondo, vi dico solo che è lunga 120 chilometri e larga 15 chilometri. Questa tappa non è mai considerata dai viaggi fatti in agenzia, ma io consiglio a tutti di fare questa tappa, anche se è scomodo arrivarci perché è la cosa più spettacolare che abbiamo visto. Per vedere l’isola è possibile fare delle gite giornaliere (come la nostra) oppure gli ostelli organizzano dei tour di due/tre giorni in campeggio oppure ci sono 3 strutture alberghiere. Partiamo e saliamo su un bus di 20 posti che è 4×4 (da noi non esistono) è veramente spettacolare e la guida ci consiglia di allacciarci bene le cinture di sicurezza (qui ci sono anche sui bus e le devi sempre allacciare). Partiamo e dopo mezza ora di strada normale ci imbarchiamo su dei traghetti che sembrano più delle chiatte che non hanno un attracco, ma per far salire i mezzi si arenano contro la spiaggia. Arrivati sull’isola iniziamo ad andare sulla sabbia e visto lo stattonamento che subiamo capiamo subito il perché l’autista ci abbia detto di allacciare bene le cinture. La prima tappa è la visita al Maheno che è un relitto di una nave cargo, poi andiamo a vedere le scogliere di sabbia colorata (pinnacles). Successivamente andiamo al Eli Creek che è un fiumiciattolo balenabile (anche qui il mare è invaso da meduse e squali e quindi è vietata la balneazione) che diventa una specie di acqua park, poiché se si percorre il fiume verso l’interno si è contro corrente, ma quando si ritorna verso il mare ci si può far trasportare dalla corrente. Infatti, ci sono molti bambini che si fanno trasportare dalla corrente sulle loro piccole tavole. Il pomeriggio invece ci addentriamo nell’interno dell’isola e la strada si fa ancora più impervia perché saliamo (sì ci sono anche le colline di sabbia). Vediamo un pezzo di foresta pluviale e poi andiamo al straordinario Lake Mckenzie, questo come gli altri laghi dell’isola si sono costituiti grazie ad una impermealizzazione della sabbia, che ha reso possibile che l’acqua piovana vi si depositasse. Il lago, anche se è un po’ freddo, è bellissimo e di un blu/azzurro fantastico. Purtroppo la nostra giornata è finita e ci tocca tornare all’ostello, ma sulla strada del ritorno ci attendono ancora due sorprese: la prima è l’aver visto il dingo australiano (un tipo di cane), la seconda, la vedo solo io, poiché il mio moroso dorme (come al solito), sono tre fantastici delfini che saltano nel mare. Ribadisco è un posto magico andateci… Brisbane 3 Gennaio Oggi ritorneremo a Brisbane con il bus quindi ci attendono ancora 5 ore di strada, lasciamo Rainbow Beach con un po’ di nostalgia. Arrivati a Brisbane andiamo a fare una passeggiata per i negozi e poi ci gustiamo il meraviglioso parco, oggi molto meno affollato rispetto l’ultimo dell’anno. All’interno del parco scopriamo anche una pagoda che il Nepal ha regalato all’Australia in occasione dell’ESPO del 1988. Decidiamo di fare anche una pazzia e così facciamo il bagno in “laguna” (piscina artificiale) alle 22.00 con il freddo che fa. L’ostello è lo stesso della scorsa volta, ma non essendoci la camera doppia, prendiamo una camerata da 4 letti. In questo caso sono io in minoranza, poiché sono tre maschi e solo io come femmina.

Cairns 4 Gennaio Oggi prendiamo il nostro penultimo volo interno (sono anche un po’ stufa di prendere tutti questi aerei) e arriviamo a Cairns, che essendo nella fascia sub tropicale ha un clima molto afoso e umido. Il nostro ostello (Calypso Inn Backpacker resort) è molto colorato e carino, inoltre la sera è aperto un self service molto economico e buono che ogni giorno cambia tema (una sera si magia messicano, una italiano, una tedesca e il sabato l’immancabile BBQ) che è cucinata dai vari ragazzi che stanno lavorando nell’ostello in quel momento (sono tutti ragazzi che fanno working holiday, vacanze lavorative). Noi sfrutteremo tutte le sere questa opportunità, poiché i ristoranti in questa zona costano un po’ di più rispetto ad altre parti dell’Australia. Facciamo un giro per la città che non ha nulla di particolare, se non che è piena di turisti e negozi, è un tipico paese che vive di turismo sul mare. Notiamo una cosa qui è piena di giapponesi!! Anche qui è stata creata una “laguna, poiché il mare, sarebbe meglio definirlo la palude, non è balenabile, poiché è infestato dai coccodrilli. Anche qui abbondano i BBQ gratuiti e i parchi attrezzativi con giochi fantastici per i bambini e una pista molto particolare per i ragazzi che fanno skateboard o le evoluzioni con la montbike. 5 Gennaio Oggi effettuiamo la nostra prima gita alla Rainforest, che è la foresta pluviale. Ci sono varie alternative per visitarla noi scegliamo di vedere prima la foresta dall’alto con la bidonvia e poi ritornare alla base con il treno panoramico. Il percorso con la bidonvia (gli australiani per non rovinare la foresta hanno creato la bidonvia calando i pilastri con l’elicottero, fantastici) molto particolare e puoi anche divertiti ad individuare le varie specie di piante che incontri sul percorso grazie a una cartina dettagliate che ti forniscono all’inizio. Lungo il percorso, inoltre ci sono due soste che si possono effettuare: nella prima puoi percorre un pezzo della foresta e visitare un piccolo museo, nella seconda si può osservare la cascata (Barron falls), che però non è un grande spettacolo. Arriviamo nell’abitato di Kuranda, dove non c’è un gran ché, ma è piacevole fare una passeggiata tra i numerosi mercatini presenti. Per il ritorno prendiamo il Kuranda Scenic Railway, che è un treno panoramico che scende costeggiando tutta la montagna, molto carino se si è dal lato giusto per la visuale!!! 6 Gennaio Oggi effettuiamo la nostra seconda gita a Cape Tribulation, la terra all’estremo nord dell’Australia. La nostra guida è un giovane molto simpatico e disponibile che non fa altro che parlare al microfono per tutto il viaggio, mentre sta guidando il bus, (siamo circa una quindicina di persone) per illustrarci la storia e le bellezze del suo paese. La prima tappa è la visita di un parco con numerosi animali (l’ennesimo!!), ma ogni volta vediamo un animale che prima non abbiamo ancora visto. Proseguiamo il viaggio attraversando il fiume su delle chiatte che sfruttano la corrente del fiume, da qui in poi non c’è più il collegamento con corrente elettrica e quindi le persone che abitano in questo paradiso si arrangiano con generatori e fonti di energia alternative. La seconda tappa è la fantastica spiaggia di Cape Tribulation dove la foresta pluviale raggiunge il mare (qui è l’unico posto al mondo dove la foresta pluviale raggiunge il mare), peccato che con l’acqua fantastica che c’è sia vietato fare il bagno (causa meduse assassine). Dopo la sosta per mangiare in un vero e proprio paradiso (un logde fantastico), ci dirigiamo verso la foresta di mangrovie e cerchiamo di intravedere i coccodrilli (il mio moroso non vede l’ora di avere un incontro ravvicinato con questi animali). Ma ci va molto male e non ne vediamo neanche uno, in compenso durante la passeggiata vediamo un ragno gigantesco e un’iguana enorme. L’ultima tappa del nostro tour consiste nel fare un giro su delle simpatiche barche che viaggiano su un fiume infestato da coccodrilli. Finalmente il mio moroso li riesce a vedere e a fotografare ben benino. Risaliamo sul bus tutti morti e stanchi da questa gita tranne che la guida! Parla anche al ritorno per tutto il tragitto! Sono inossidabili questi australiani.

Green Island 7-8-9 Gennaio Da oggi e per tre giorni ci aspetta la fantastica Green Island un piccolo atollo posto sulla barriera corallina con un resort da 4 stelle! La mattina ci presentiamo al check-in (anche qui) e la signora molto probabilmente abituata e valigione rigide chiede se i nostri bagagli sono solo i nostri due zaini, alla nostra risposta affermativa sbarra un po’ gli occhi e li ritira. Dopo aver sbrigato le formalità e aver ricevuto un sacco di gadget e informazioni sull’isola (anche le previsioni meteo per il giorno seguente!) andiamo a fare la spesa (avete capito bene, sapete sull’isola c’è un solo ristorante e molto costoso, quindi noi decidiamo di rifornirci con panini, salumi, formaggi, dolci e acqua per poterci sfamare). Dopo un’ora circa di barca arriviamo e Green Island che si sembra un paradiso, anche se un po’ troppo popolata da turisti che fanno la gita solo di un giorno. Noi però abbiamo sulla maglietta lo stickers (in Australia tendono a metterti, quando fai le gite o qualsiasi cosa, degli stickers sui vestiti così sei riconoscibile dalla massa) quindi entriamo nella nostra stanza ed essendo noi abituati ad ostelli rimaniamo affascinati. Bellissima!!! Per prima cosa svuotiamo il frigo bar e ci mettiamo i nostri affettati e salami e notiamo che c’è anche una bottiglia di champagne a disposizione degli ospiti, quindi gratis, che bello. Decidiamo subito che la barriera corallina più grande al mondo non può attendere, quindi andiamo di corsa a prendere le nostre mute intere (qui in estate il mare è infestato dalle jellyfish meduse piccolissime che hanno un potentissimo veleno che ti ammazza) e ci immergiamo nel mare a fare snorkeling. Poi scopriamo che l’isola è dotata di una stanza che è fatta con lo stesso materiale di un sottomarino e dai cui oblò si possono vedere i pesci e i coralli. Inoltre ci sono delle barche con il fondo fatto di vetro che ti fanno vedere una quantità immensa di pesci e coralli, ci sono barche che ti portano un po’ più fuori sulla barriera e per finire sull’isola c’è Marineland Melanesia un parco che contiene una quantità assurda di coccodrilli e alligatori (il mio moroso finalmente li vede, quando mangiano e fa anche la foto con un piccolo esemplare in mano). Ma la bella sorpresa arriva verso le 4, quanto i turisti di un giorno se ne vanno e l’isola è abitata solo da una cinquantina di persone e regna la pace. Quindi con il gruppo di persone ristretto che rimangono, può osservare il food fish (dove un uomo sfama i pesci ed è possibile vedere una quantità di pesci anche stando in acqua) successivamente c’è l’aperitivo sulla spiaggia. La nostra cena la facciamo in camera sul nostro patio (che non è vista mare, poiché essendo l’isola in continuo cambiamento di forma a causa delle correnti, non è stato possibile costruire le stanze proprio sul mare) con panini e champagne!! Per il dopo cena si può fare una passeggiata per l’isola con tanto di guida e pila in dotazione di ogni camera per avvistare le tartarughe marine. Gli atri due giorni trascorrono tra snorkeling, bagni di sole e relax. Un solo appunto devo fare: noi siamo rimasti affascinati da questa isola ma molti italiani che abbiamo conosciuto si sono lamentati, effettivamente pagare un hotel 4 stelle e di giorno trovarsi sull’isoletta con così tante persone forse non è l’ideale, inoltre alcune di queste coppie sono state qui per una settimana che forse è un tempo troppo lungo per stare se non si è dei subacquei. Malinconicamente il 9 sera lasciamo la nostra bellissima stanza e ritorniamo nel nostro ostello di Cairns.

Sydney 10 gennaio Oggi finalmente prendiamo il nostro ultimo volo (che però è anche quello più lungo 5 ore) e ritorniamo a Sydney. Con un taxi guidato da un signore che ha un uncino al posto di una mano andiamo in aeroporto (il mio moroso si è immaginato che l’uomo abbia avuto un duello con un coccodrillo e che l’animale gli abbia mangiato la mano! Sì vede troppi film!!). Questo volo è stato anche il più spettacolare perché essendoci bel tempo abbiamo potuto vedere la barriera corallina dell’alto. Arrivati a Sydney andiamo al nostro ostello (The Original Backpacker Lodge) che fortunatamente è più carino dell’altro ed è situato nella stessa zona del precedente. Per di più hanno fatto confusione con la prenotazione e quindi ci danno una family room (camere per famiglie che ha 5 letti). La sera respiriamo l’atmosfera di Sydney notturna, le città assumono proprio un fascino diverso di notte con tutte le luci. 11 Gennaio Per la gioia del mio moroso oggi andiamo a Bondi Beach, la spiaggia australiana più famosa per fare surf. La spiaggia è decentrata e quindi per raggiungerla bisogna usare dei mezzi pubblici. Non prendiamo quei bus turistici che costano un sacco, ma utilizziamo la metropolitana (è molto semplice da utilizzare e molto economica) e poi un bus di linea. Come arriviamo il mio moroso noleggia la tavola per cimentarsi per la seconda volta con il surf, ma qui le onde mi sembrano molto più alte. Lui ci vuole provare e come dice lui dopo 3 ore in cui si è fatto frullare dalle onde esce distrutto e il suo commento è “come è difficile fare surf!”. Io nel frattempo bella coperta di crema solare a protezione 70 e cappellino prendo il sole (è fondamentale cospargersi di crema tutti i giorni in Australia, poiché sopra questo continente c’è il buco dell’ozono più grande e i raggi del sole sono davvero dannosi e potenti). Consiglio a tutti di fare almeno una parte della passeggiata che costeggiando il mare arrivando fino alla spiaggia di Coogee Beach. Noi non siamo arrivati fino in fondo, poiché ormai era ora tarda, ma il pezzo che abbiamo fatto è stato veramente spettacolare.

12 Gennaio La mattina ci alziamo veramente carichi per andare a fare la gita alle Blue Mountains, ma io sono rossa come un peperone e sono gonfissima (mi sa tanto che ieri ho preso un’insolazione, che sole potente io sono di carnagione piuttosto scura e non mi scotto mai), ma con la prontezza del mio infermiere personale mi rimetto quasi in sesto e partiamo per la gita. Anche in questo caso come per tutte le altre gite il bus passa davanti ai vari ostelli e hotel e carica tutti i partecipanti. La prima sosta è presso la zona olimpica che ha ospitato le olimpiadi nel 2000, in verità non c’è un gran che da vedere se non la fiamma olimpica e le varie strutture che però si possono vedere solo esternamente. Ripartiamo alla volta del Blue Mountains National Park dove possiamo osservare i canguri liberi che dormono nelle loro tane, in questo parco ci sono anche una quantità di bellissimi pappagalli e uccelli coloratissimi. Dopo avere percorso un’ulteriore mezza ora di bus arriviamo a vedere le Blue Montains che sono delle montagne che si sono create allo steso modo del Gran Canyon americano, ma sono tutte ricoperte da una folta vegetazione di eucalipti che sprigiona delle sostanze che fa si che guardando in lontananza ci sia una nebbiolina di colore blu. Ci avventuriamo anche sui pendii delle montagne effettuando una passeggiata di circa un’ora, che è chiamata la camminata di Darwin, poiché lui la fece anni fa. Poi finalmente raggiungiamo il punto panoramico da dove si vedono le Three Sisters che sono tre stranissime formazioni rocciose. Dopo esserci rifocillati ci aspetta un’altra fantastica camminata in mezzo alla vegetazione dove scorgiamo anche una cascatella dalla quale gustiamo una splendida vista sulle Three Sisters. La passeggiata è tutta in discesa, ma noi sappiamo che non ci sarà la salita di ritorno, poiché approfitteremo della vecchia funicolare che usavano un tempo i minatori. La salita con il trenino è fantastica perché il mezzo sale su una parete talmente verticale che bisogna tenersi per evitare di cadere (ci sono anche le protezioni). Stanchi ma affascinati da questi paesaggi, rientriamo in ostello.

13 Gennaio Dopo la giornata pesante di ieri decidiamo che oggi è il giorno di shopping e di relax, andiamo a fare gli ultimi acquisti al Paddy’s Market e a vedere il mercatino che c’è nel quartiere Rocks (è settimanale) e iniziamo malinconicamente ad organizzare le nostre valigie per il ritorno.

14 Gennaio Il mio moroso decide che deve ritentare di fare surf allora riandiamo alla spiaggia di Manly Beach, la spiaggia al contrario della scorsa volta è molto soleggiata e piena di gente e per la grande delusione del mio moroso non ci sono onde. Così ci riposiamo e facciamo una bellissima passeggiata lungo la costa. Poi il mio moroso mi trascina da un negozio all’altro per cercare la vera collanina del surfista e dopo una lunga e attenta ricerca la trova… Oggi qui a Manly c’è anche un mercatino che è molto carino che, però è solo un giorno a settimana quindi informatevi se volete vederlo.

15 Gennaio Oggi è proprio l’ultimo giorno nel territorio australiano. Dobbiamo organizzare le valigie e lasciare la stanza entro le dieci, ma l’aereo l’abbiamo alle 17.00. Allora mettiamo le valige tutte ben impachettate nel Luggage Storage e andiamo a fare l’ultimo giro per Sydney. Visto che mi è stato promesso di andare sulla torre di Sydney faccio valere la promessa e dopo un po’ di lamentele da parte del mio moroso compriamo i biglietti. Saliamo rapidamente in cima con un ascensore e dall’alto ammiriamo la fantastica e straordinaria vista della grandissima baia di Sydney. Quando l’abbiamo percorsa in traghetto non c’eravamo resi conto che fosse così tanto grande, è veramente spettacolare. Infatti, la baia di Sydney è la baia naturale più grande che c’è al mondo. Dopo aver fatto una quantità assurda di foto (da vetrate appositamente e attentamente pulite e segnalate) scendiamo e facciamo l’OzTrek. Questa parte che si paga per forza con il biglietto di ingresso è un po’ una stupidata, ma visto che si paga e avevamo tempo noi l’abbiamo fatta. Nella prima parte è narrata la storia della vita australiana con delle simpatiche marionette, nella seconda parte, invece si vede un film in 3D. Ritorniamo in ostello e dopo una doccia malinconicamente ci infiliamo le nostre scarpe pesanti e i nostri piumini. L’ultima immagine che abbiamo dall’Australia è la baia di Sydney vista dall’aereo, la prima che ci attente in Europa è che l’aereo che da Vienna ci deve portare a Milano è in ritardo causa nebbia… Casa dolce casa… Per concludere consiglio a tutti di fare un viaggio in Australia e soprattutto consiglio di viverla attraverso ostelli e scoprendo usi degli australiani, di lasciare perdere hotel lussuosi e di provare a misurarsi con se stessi. Devo però sottolineare che ci sono anche alcuni aspetti che mi hanno delusa. In principio l’Australia è un paese molto lontano da noi, ma molto simile all’Europa essendo una colonia inglese. La flora e la fauna logicamente sono uniche al mondo, ma dal punto di vista architettonico sembra di essere in un paese del vecchio continente. La fauna come accennavo precedentemente è unica nel suo genere, ma sappiate che la maggior parte degli animali (canguri compresi) di giorno dormo nelle tane, poiché fa troppo caldo e sbucano fuori solo all’imbrunire. I koala, invece, li potrete trovare solo nel sud dell’Australia, tra Adelaide e Melborne, poiché sono animali in pericolo di estinzione e quindi ci sono pochi esemplari e in libertà si trovano solo in questa zona (logicamente in qualsiasi zoo d’Australia li potere vedere). Buona Australia a tutti…



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