Minorca: l’isola della pace
SECONDO GIORNO: il vento tira ancora da nord e quindi continuiamo la nostra esplorazione della costa meridionale. Decidiamo di visitare al mattino non una caletta ma una spiaggia ampia e ci rechiamo quindi a Son Bou: l’acqua è davvero cristallina, il mare è calmo ed è una spiaggia facilmente raggiungibile (parcheggi gratuiti a pochi metri dal mare) e ben servita da bar e ristoranti. Nel pomeriggio optiamo per la selvaggia Cala Coves: si raggiunge con una camminata di venti minuti dal parcheggio. Lungo il percorso a piedi è possibile ammirare delle grotte preistoriche. Una volta raggiunta la spiaggia notiamo che ci sono pochissime persone e un’acqua di un verde smeraldo che è davvero meraviglioso. Ma il pomeriggio non è finito e decidiamo di spostarci alla vicina Cala en Porter, una cala meno selvaggia e con bar e ristoranti adiacenti: l’ideale per fare un bagnetto e poi rilassarsi con un aperitivo in riva al mare. Qui vicino si trova Cova d’en Xoroi, un locale che si trova all’interno di uno spazio ricavato nella roccia, dal quale è possibile vedere il tramonto a strapiombo sul mare: è consigliabile prenotare online i biglietti di ingresso e portarsi un abbigliamento adeguato, perché non è possibile accedere al locale con infradito e costume. Alla sera facciamo una passeggiata per le viette del centro storico di Ciutadella: è una cittadina carina, ordinata e pulita, dove passeggiare è davvero rilassante.
TERZO GIORNO: ci svegliamo presto al mattino emozionati e pieni di aspettative per quelle che ci aspettiamo essere le più belle spiagge dell’isola: Cala en Turqueta, Cala Macarella e Cala Macarelleta. Per raggiungere quest’ultime due bisogna parcheggiare l’auto a Cala en Turqueta (consigliamo di arrivare prima delle 9) e fare una bella passeggiata di 30 minuti immersi nella natura selvaggia. L’alternativa è prendere un pullman da Ciutadella e arrivare al parcheggio riservato ai pullman e da lì fare una passeggiata più breve a piedi. Optiamo per la prima opzione perché dopo mesi chiusi in casa, abbiamo il desiderio di perderci nella natura e di stare il più possibile all’aria aperta. Dopo aver parcheggiato arriviamo prima a Cala en Turqueta che si raggiunge con una camminata di 15 minuti. La spiaggia è ancora poco popolata e l’aria del mattino ancora frizzante. Decidiamo così di raggiungere subito Cala Macarelleta e fermarci poi di nuovo al ritorno a Cala en Turqueta. La passeggiata è straordinaria: seguiamo un sentiero tracciato per i cavalli lungo il quale incrociamo molti amanti della mountain bike. Il percorso non è poi così impegnativo e l’arrivo è il premio che ci aspettavamo: è senza dubbio la spiaggia più bella dell’isola, una caletta immersa nel verde, con un’acqua mozzafiato e, cosa ancora più bella, poche persone in acqua e sulla spiaggia. A 15 minuti a piedi da qui si trova Cala Macarella, una cala più grande di Macarelleta ma che a volte, a causa delle correnti, presenta un’acqua un po’ più sporca. Al ritorno ci fermiamo di nuovo a Cala En Turqueta per farci un bagno: l’acqua dell’isola si conferma fresca ma comunque molto piacevole.
QUARTO GIORNO: il vento oggi tira da Sud e decidiamo quindi di recarci a Nord a La Playa de Cavalleria. Il paesaggio del Nord dell’isola è completamente diverso: poche case all’orizzonte e, sarà per il clima non troppo benevolo oggi, ci ricorda un po’ alcuni scorci visti in Irlanda. Le spiagge del Nord sono spesso meno visitate dai turisti, meno facilmente raggiungibili e questo probabilmente rappresenta il loro fascino. In realtà noi abbiamo optato per una delle spiagge più semplici da raggiungere: una camminata di 10 minuti e ci si può già bagnare i piedi nel mare. La sabbia è rossa e questo la rende unica: sembra di essere su un’altra isola rispetto ai giorni precedenti dove i paesaggi sono quelli tipici mediterranei che si possono trovare anche nella nostra Sardegna. Purtroppo dopo pochi minuti dal nostro arrivo, inizia a piovere e decidiamo quindi di spostarci verso il Faro di Cavalleria dal quale si può ammirare un panorama interessante. Il clima purtroppo verso sera peggiora, come se fosse un avvertimento che la nostra vacanza stia volgendo al termine. Domani è l’ultimo giorno purtroppo…
QUINTO GIORNO: decidiamo di dedicare l’ultimo giorno alla visita di Benibeca, un piccolo paese di pescatori costituito da casette bianche e viuzze strette e tortuose. Questo villaggio merita una visita, magari proprio prima di partire, in quanto si trova non lontano dalla capitale Mahón e dal suo aeroporto. Dopo una breve visita di Benibeca decidiamo di pranzare nella capitale: rispetto a Ciutadella ci sembra molto più inglese (a causa della lunga dominazione anglosassone) e molto più frequentata dai turisti. Pranziamo nel mercato del pesce della città: un luogo grazioso dove è possibile assaggiare prodotti tipici a un prezzo ragionevole. Personalmente abbiamo preferito Ciutadella a Mahón: meno affollata, più spagnola e vicina alle spiagge più belle dell’isola. Intorno alle 18 lasciamo l’auto all’aeroporto e alle 20 il nostro volo Easyjet stacca le ruote da terra per riportarci a Milano…domani si torna al lavoro con ancora negli occhi il colore meraviglioso del mare e della vegetazione minorchina. Se volete rilassarvi e immergervi nella natura questa è l’isola che fa per voi!