Matera, sotto i piedi… il cielo pieno di vaghe stelle

Suggestiva, magica e romantica
Scritto da: sciusketta
matera, sotto i piedi... il cielo pieno di vaghe stelle
Partenza il: 11/12/2011
Ritorno il: 11/12/2011
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Ci concediamo oggi una gita a Matera, la Città dei Sassi e Patrimonio Unesco. La nostra visita incomincia da piazza Vittorio Veneto dove, dopo aver visitato la chiesa di San Domenico, ci affacciamo alla terrazza sul Sasso Barisano che ci offre già una mirabile panoramica di ciò che andremo a vedere: stradine strettissime con scalinate ripide tra labirinti di case in tufo addossate le une alle altre in un armonioso disordine, balconi e terrazze pensili e, proprio di fronte a noi troneggia la cattedrale. Ci incamminiamo in via San Biagio su cui sorgono palazzi seicenteschi e arcate che sembrano aprire a passaggi segreti per un mondo sommerso; incontriamo le prime chiese con le facciate barocche e ci colpisce San Giovanni Battista, le cui colonne hanno capitelli dai soggetti più vari e particolari. Raggiungiamo l’estremità del Sasso e di là cominciamo la discesa verso il Monastero di Sant’Agostino, dal cui parapetto è ben visibile lo sperone di roccia sul quale sorge il Duomo.

Continuiamo a rasentare l’orlo della gravina, camminando con l’aria incantata, interrotta solo dai continui richiami delle guide che propongono tour della città (dai 10 ai 15 euro per un’ora e mezza) o dalla sosta nei piccoli negozi di tipicità. Questa strada panoramica scende nel Sasso Caveoso, quello più primitivo, e costeggia la gravina a forma d’imbuto, regalandoci una grandiosa visione su quelle grotte un tempo abitate da eremiti, e di quelle piccole chiese rupestri sparse qua e là, lungo il costone. Arriviamo alla piazza di San Pietro Caveoso, con l’omonima chiesa arroccata sul fianco della gravina; da qui si vedono da una parte le case disposte ad anfiteatro che degradano verso il basso, dall’altra case sovrapposte e, proprio nel mezzo, uno sperone di roccia che racchiude una chiesa. Al lato di San Pietro, oltrepassato un arco, entriamo in un mondo ancora più antico e misterioso, una città irreale che si era sviluppata in clandestinità. Visitiamo una tipica casa-grotta (1,50 euro) allestita proprio come doveva essere 60 anni fa, e una voce narrante ci aiuta a comprendere meglio usi e costumi degli abitanti dei Sassi. La grotta è costituita da due soli ambienti in cui vivevano ben 11 persone assieme ad animali da stalla e da cortile, in condizioni igienico-sanitarie a dir poco catastrofiche, capiamo bene come mai Carlo Levi abbia paragonato i Sassi ad un girone dell’inferno dantesco. Cercando di riprenderci da questo “pugno nello stomaco”, risaliamo la scalinata fino alla cima del monte Errone dove c’è la chiesa rupestre di Santa Maria de Idris, quasi completamente scavata nella roccia, e che racchiude un’altra chiesetta ipogea con affreschi bizantini bellissimi (5 euro per queste due + Santa Lucia delle Malve e Convicinio di S.Antonio). Dalla sommità del Sasso osserviamo le case-grotta scavate a ridosso del burrone che scendono in profondità. Di fronte c’è la gravina, e penso che per quelli che abitavano più in basso, il cielo di notte certo non doveva vedersi. Un antico scrittore del 1500 descriveva i Sassi come un mondo capovolto, con il cielo sotto, di sera, perché gli abitanti erano soliti accendere lumi fuori dalle case così, chi guardava dall’alto, vedeva il cielo stellato sotto i propri piedi! Tutto ciò è molto poetico, non vedo l’ora che faccia buio, magari è ancora così! Continuiamo a scendere nel dedalo di viuzze che portano in basso e incontriamo una serie di terrazze che anticamente erano orti e giardini pensili o addirittura cimiteri,che oggi però appartengono ai centinaia di b&b presenti in città; fotografiamo ogni angolo e scorcio particolare, fino a raggiungere le altre chiese rupestri di Santa Lucia delle Malve, davvero molto bella, e il Convicinio di Sant’Antonio che ne racchiude quattro. Ormai è ora di pranzo e in giro c’è una pace ed un silenzio assoluto, scandito dal suono dello scorrere del fiume in fondo al canyon. Nel pomeriggio riprendiamo la nostra camminata, ma purtroppo le chiese sono tutte chiuse, così, ci accontentiamo di vagare senza meta precisa per il centro in cui si stanno accendendo le prime luci della sera. Saliamo e scendiamo per ripide scalinate e, quello che si presenta ai nostri occhi è qualcosa di straordinario. Credo che Matera dia il meglio di sè soprattutto all’imbrunire, quando le luci gialle e calde che la illuminano, danno vita ad un paesaggio così suggestivo, che ci affascina fortemente e rende tutto così romantico! Saliamo, non senza una certa fatica, fino al Duomo, che scopriamo essere chiuso per restauro e, dalla terrazza, restiamo incantati a guardare il Sasso sotto di noi tutto illuminato, allora ripenso al “cielo stellato sotto i piedi”, riuscendo un po’ ad immaginare come doveva essere tanto tempo fa, quando non c’erano così tante luci… sicuramente suggestivo, magico e romantico, gli aggettivi più giusti per descrivere questa splendida giornata a Matera.

Dal 27 al 30 dicembre a Matera va in scena il Presepe Vivente per le strade della città. Si accede solo su prenotazione on-line ad un costo di 3 euro.

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