Malesia e Borneo fai da te
Per quanto riguarda il cibo, acqua e igiene in generale, non fatevi problemi più di tanto, non abbiamo sentito nessuno che sia stato male e anche mangiando ovunque e qualsiasi cosa noi non abbiamo avuto problemi (neanche con ghiaccio, frutta, verdure, etc). Organizzazione del viaggio: iniziate presto ad organizzare il viaggio, soprattutto in borneo le escursioni sono a numero molto limitato, per cui è necessario organizzare ad inizio anno se intendete andare ad agosto. Per i soggiorni sulle isole, si possono presentare le stesse problematiche. Noi abbiamo visitato sia la penisola che il borneo, e sono due viaggi diversi; la penisola è più cultura, spiritualità, contatto con le persone, città, mentre il borneo è più natura e paesaggi. Il mare si può fare in entrambi i posti, considerando che ad agosto dovete dirigervi o sulla costa est della penisola (la costa ovest non va bene) oppure in borneo. Noi consigliamo di visitare entrambi i posti (penisola e borneo), cosa che si può agevolmente fare in un viaggio di tre settimane, ma se proprio dovete tagliare qualcosa, non tagliate il borneo, piuttosto accorciate la vostra permanenza nella penisola. Le città (eccetto forse KL) non sono assolutamente belle né vale la pena fermarsi apposta per visitarle.
Clima: ad agosto la stagione è “secca”, nel senso che non piove tanto come nei mesi dei monsoni, ma una volta al giorno un po’ di pioggia viene sempre. In ogni caso, abbiamo trovato accettabile sia il caldo che l’umidità, che più o meno abbiamo trovato come in italia d’estate. Nel borneo l’umidità è più elevata, soprattutto nella giungla, in certi posti sembra di fare la sauna. Costi: in Malesia si può spendere pochissimo (2 euro a testa per dormire, di meno ancora per mangiare), così come invece andando nei posti considerati di lusso si arriva a spendere come in Italia. In generale, è un viaggio piuttosto economico; noi abbiamo speso in due circa 5.200 euro inclusi i souvenir. Le escursioni nel borneo sono la parte più costosa del viaggio. Religione: la Malesia è un paese islamico, con religione di stato musulmana. Ciò detto, la metà della popolazione appartiene ad altre religioni, per cui la tolleranza è di casa, e non sentitevi in dovere di andare in giro coperti perché a fronte di tante donne completamente coperte e vestite di nero, ce ne sono altrettante vestite normalmente e nessuno fa caso ai turisti. In ogni caso nelle moschee non si può entrare, a differenza dei templi indù e buddisti. Nostro itinerario e indirizzi utili per le prenotazioni: Voli: abbiamo prenotato il volo Klm per Kuala Lumpur (da Milano via Amsterdam), mentre per i voli interni abbiamo utilizzato Air Asia – www.Airasia.Com – (compagnia low cost asiatica) che vi consigliamo in quanto per prezzi veramente ridotti si può viaggiare ovunque su aerei nuovi e sempre in orario. Sappiate che quasi in ogni città hanno un terminal o un aeroporto dedicato, quindi se dovete proseguire con un altro vettore potreste dover cambiare aeroporto o terminal. A Kuala Lumpur siamo stati due giorni (incluso quello di arrivo da Milano), che ci sono sembrati più che sufficienti per vedere sia la parte moderna che quella tradizionale (chinatown, little india, zona coloniale di merdeka square). Inoltre, il secondo giorno nel tardo pomeriggio siamo andati in taxi alle Batu Caves (che vi consigliamo!), dove abbiamo speso circa 2 ore a visitare i templi induisti nelle grotte, e abbiamo partecipato alla nostra prima cerimonia indù, molto suggestiva. Il terzo giorno di viaggio siamo andati a Malacca, partendo da KL con un bus locale (che per la cronaca sono belli e dotati di aria condizionata); ci vogliono due ore, noi siamo partiti con il bus delle 9 e tornati con quello delle 5, il tempo ci è bastato per visitare bene Malacca (che secondo noi è da vedere). A KL abbiamo alloggiato alla guest house number eight (www.Numbereight.Com), consigliata dalla Lonely. La posizione è ottima, e apparentemente le camere sono carine, ma da dormire con il sacco lenzuolo (il livello di pulizia era piuttosto scarso). Il giorno seguente abbiamo noleggiato una macchina a KL (già prenotata dall’Italia con AVIS), e ci siamo diretti a nord. Per quanto riguarda il noleggio auto, diciamo che le strade sono buone e tutte asfaltate, ma non mancano gli svantaggi: i malesi guidano come matti e le indicazioni stradali sono pessime, secondo noi si può fare, non intendiamo sconsigliarlo, ma procuratevi una buona cartina stradale (quella fornitaci dall’Avis era pessima) e soprattutto fate molta attenzione! Considerate che più o meno si procede a circa 50/60 Km all’ora per le strade normali (e le autostrade sono veramente pochissime). Siamo passati attraverso la zona delle Cameron Highlands, e non ci siamo fermati a visitare le piantagioni di tè perché le avevamo già viste in Sri Lanka, e le prime fermate le abbiamo fatte nei dintorni di Ipoh (precisamente a sud, lungo la strada statale), a visitare templi scavati nella roccia. In un tempio, che ha delle raffigurazioni bellissime dentro le grotte, si può arrivare in cima alla roccia attraverso una serie di gradini. Abbiamo proseguito verso Kuala Kangsar, antica capitale dello stato e residenza del sultano; questa cittadina è piuttosto carina, si trova lungo un fiume e ha molti bei palazzi da vedere (in mezzo pomeriggio abbiamo comunque visto quanto c’era da vedere), e ci siamo fermati per la notte nell’unico albergo che avesse una camera libera (una vera e propria topaia, che non vi cito neppure). Il quinto giorno ci siamo diretti a Penang, e a Georgetown abbiamo invece pernottato in un albergo eccezionale, l’Eastern & Oriental Hotel, in stile coloniale britannico, con piscina sul mare e suite, forse come reazione agli alberghi precedenti! Ne è valsa la pena, anche per il costo comunque contenuto rispetto ai nostri standard (160 euro la camera con le due colazioni). A Penang abbiamo fatto il giro dell’isola, visitato una piantagione di frutta tropicale, visto le spiagge, templi, la città di Georgetown. Il giorno successivo è stato più che altro di trasferimento sulla costa est della penisola, passando dalle strade di montagna del nord (i paesaggi meritano la faticata), e abbiamo pernottato a Khota Bharu, al Cristal Lodge (niente di particolare ma pulito). C’è qualche tempio buddista da visitare nei dintorni di Khota Bharu, molto difficili da trovare tuttavia, per le scarse indicazioni stradali.
Il giorno seguente siamo andati molto presto a Khota Besut per prendere il traghetto per le Pehrentian Islands, dove siamo stati 3 notti al Coral View Resort (prenotato dall’Italia con molto anticipo). Per quanto riguarda queste isole: sono molto belle, stile caraibico, con un barriera corallina discreta per fare snorkelling e belle spiagge bianche orlate di palme. Sappiate che il migliore resort delle isole è il Perhentian Island Resort, che rimane anche sulla spiaggia più bella, ma era già pieno a febbraio (per agosto); noi abbiamo “ripiegato” sul Coral View che è accanto, che è comunque molto carino e ha la barriera davanti alla spiaggia (dove si avvistano numerosi squali, tartarughe e pesci di ogni tipo). Gli altri resort non sono un granchè, e soprattutto sono situati in punti senza spiaggia o con una spiaggia bruttina (per cui comunque dovreste spostarvi). L’isola di Besar (quella dove si trovano i due resort più belli) si gira in un giorno, è molto bello fare il giro a piedi, con tanto di percorso all’interno della giungla, ci sono spiagge molto belle anche a sud dell’isola. Ci sono poi dei “water taxi” che vi portano in qualunque spiaggia o nelle isole vicino (che non sono però più belle di Besar e della spiaggia del Pehrentian). Dopo questi fantastici tre giorni, siamo tornati a KL dove abbiamo lasciato la macchina in aeroporto e preso il volo Air Asia per Kuching, nel Sarawak (stato autonomo del borneo malese). Qui abbiamo alloggiato al Singghasana Lodge (che vi consigliamo assolutamente, soprattutto se prendete la stanza “honeymoon suite”), per le notti che abbiamo trascorso qui. Le escursioni che abbiamo fatto nei dintorni di Kuching (e che secondo noi sono assolutamente da non perdere) le abbiamo prenotate attraverso “Borneo Adventure”. Siamo stati al parco Bako in giornata da Kuching (bello davvero), e che vi consigliamo di fare con la guida anche se teoricamente si potrebbe andare anche da soli, perché conosce i percorsi (che non sono così chiaramente indicati, anzi sembrano fatti apposta per perdersi!) e soprattutto perché avvista gli animali meglio di chiunque! Portatevi il costume e l’asciugamano, così dopo qualche percorso di giungla (e di sauna) potete fare il bagno nelle spiagge del parco. Inoltre, abbiamo fatto l’escursione nelle longhouse Iban, di due giorni e una notte (trascorsa nella longhouse). Questa è stata una delle esperienze più belle del viaggio, in quanto abbiamo potuto vivere veramente con questa popolazione e capire i loro usi e costumi (pur nel limitato periodo di tempo a disposizione).
Dopo Kuching, è stata la volta di Kota Kinabalu, nel Sabah, che abbiamo raggiunto sempre in aereo con Air Asia. Il posto dove abbiamo alloggiato si chiama Step in Lodge, che non è assolutamente niente di speciale, ma è molto pulito e ha un grande vantaggio: organizzano tutte le escursioni possibili e immaginabili nel Sabah. Noi abbiamo prenotato con loro la scalata al monte Kinabalu (tre giorni e due notti), in quanto con borneo adventure non c’era più posto. La scalata al monte non è assolutamente da prendere sottogamba, come abbiamo invece fatto noi leggendo la guida, perché si tratta di una vera e propria scalata, non una semplice escursione di trekking in montagna! Occorre andare organizzati con tutta l’attrezzatura del caso, e soprattutto allenati! Per noi è stata in assoluto la cosa più faticosa che abbiamo fatto nella vita, e anche se poi vedere l’alba da 4100 metri ripaga di tutto, vi assicuro che lungo la salita (tutta a gradoni o con corde), quando ci siamo beccati la pioggia che ci ha inzuppato tutti compresa la roba negli zaini, quando ci sembrava di non farcela mai per il fiatone da altitudine, o quando di notte è finita la batteria della torcia, abbiamo davvero pensato “ma chi ce l’ha fatto fare???”. D’altra parte, se non vi sentite di fare questa escursione, secondo me non vale la pena andare al parco solo in giornata come fanno in tanti, piuttosto guadagnate tempo per altre escursioni alternative. Per andare in Brunei, che rimane abbastanza vicino a KK, l’unico mezzo è l’aereo, andare in macchina sembra improponibile, per le strade e per i numerosi posti di blocco, e anche in nave ci vuole comunque tempo, circa una giornata. In aereo invece si può fare in giornata da Kota Kinabalu (con Brunei Air), sono 40 minuti di volo (il primo aereo parte alle 9 da KK e torna a mezzanotte). In giornata si può vedere tutto quanto, anche se non ne vale molto la pena, la maggiore attrattiva che hanno sono i water villages, dove vivono i poveri in palafitte sull’acqua e dove comunque ai turisti è sconsigliato andare proprio per l’estrema povertà che può degenerare in alcuni casi in delinquenza (che invece in tutto il resto della Malesia è assente). Le isole di fronte al Brunei e a KK sono invece abbastanza belle e piuttosto simili alle Pehrentian Island, ma più affollate di giapponesi e più sporche, e anche la barriera corallina non è un granchè. Noi abbiamo visitato Sapi Island in giornata con un traghetto da KK, che dovrebbe essere la più bella sia per le spiagge che per lo snorkelling, ma dopo aver visto le Pehrentian non c’è proprio confronto! A questo punto per noi la vacanza è giunta al termine, putroppo, e il nostro unico rimpianto è stato quello di non essere riusciti a fare un’altra escursione molto bella nel Sabah, il Kinabantang River. Con un viaggio di tre settimane piene forse ci si riesce, anche partendo da KK (in aereo o in bus, che ci mette 6 ore). Chi di voi fosse interessato, può consultare lo step in lodge (nella persona di Karen), che propone un’escursione di tre giorni/due notti partendo da KK in bus e alloggiando in resort sul fiume Kinabatangan, facendo safari diurni e notturni per avvistare gli animali, il prezzo era ragionevole. Chi ha fatto questa escusione l’ha trovata molto bella, e in effetti nel nostro piano originale era inclusa, poi abbiamo dovuto anticipare il rientro e abbiamo tagliato questi ultimi giorni. Altre informazioni raccolte “lungo la strada” che potrebbero essere utili: per fare mare, oltre alle isole che abbiamo visitato di persona, se siete interessati al genere atollo maldiviano andate a Lankayan nel Borneo (ma se siete in coppia, perché l’atollo si gira in 10 minuti e ci sono solo 20 chalet), che potete abbinare all’escursione al Kinabatangan river. Delle isole di Sipadan e dintorni, nonostante siano così famose (soprattutto per le immersioni), ne abbiamo sentito parlare male, per la sporcizia, la povertà dei water villages, etc. Le visite ai vari centri di riabilitazione degli oranghi (sia a Kuching che al Semenggoh) sono state commentate piuttosto male, come zoo in effetti; in più non c’è nessuna garanzia di vederli, anzi di solito è piuttosto difficile e si vedono da molto lontano in ogni caso. Spero di esservi stati utili per il vostro futuro viaggio in Malesia e Borneo (che secondo noi è da fare!), e mi raccomando organizzatevi da soli, è più divertente e andrete a fare le cose più vere… Ciao a tutti Simona e Davide