Luce delle Cicladi

Viaggio itinerante alla scoperta delle isole di marmo (Paros, Antìparos e Naxos)
Scritto da: giubren
luce delle cicladi
Partenza il: 12/07/2014
Ritorno il: 26/07/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Eccoci nuovamente in terra ellenica.

Dopo essere atterrati in serata nella movimentata Mykonos, il mattino successivo ci imbarchiamo sul traghetto per scoprire altre due isole delle Cicladi: Paros e Naxos.

Arriviamo all’isola di Paros dopo circa 40 minuti di traversata, raggiungendo gli Stratos Studios dove abbiamo prenotato il nostro soggiorno per una settimana nel capoluogo Parikìa.

Paros è un’isola di media grandezza, le spiagge ed i luoghi di maggior interesse si raggiungono rapidamente con la macchina a noleggio, anche se i prezzi non sono particolarmente economici. Rispetto alle altre isole dell’Egeo, Paros ha due centri principali – Parikìa e Naoussa – dove si concentrano ristoranti e locali.

Parikìa è piuttosto rilassata e si anima soprattutto la sera sul lungomare, quando la strada viene chiusa al traffico. La cittadina si caratterizza per la classica architettura cicladica, con edifici e vicoli imbiancati a calce e le numerosissime chiesette ortodosse. Nel centro si trova il quartiere del Kastro, dove in epoca medioevale sorgevano le fortificazioni veneziane. Si tratta dell’unica zona sopraelevata da cui è possibile ammirare indimenticabili tramonti sull’Egeo e che, in epoca classica, costituiva l’antica acropoli; molti edifici di quest’area sono stati realizzati con materiali di recupero e ciò è particolarmente evidente nei muri della torre Franca dove i mattoni sono inframmezzati da rocchi di colonne e candidi blocchi marmorei. Dal Kastro si raggiunge Agorà Street (la via del mercato, dove si concentrano esercizi commerciali e piccoli locali) e l’intrico dei candidi vicoli abitati dai residenti, che rimangono tranquilli durante tutto l’arco della giornata. La principale attrazione di Parikìa è la Panagia Ekatontapiliani (la Chiesa delle Cento Porte), la cui costruzione risale all’epoca di Giustiniano. Si tratta di un edificio grandioso, quasi sproporzionato rispetto all’importanza che l’isola aveva in epoca bizantina, realizzatosi per volere dell’imperatrice Elena che fece tappa nell’isola di ritorno da un suo pellegrinaggio a Gerusalemme. La chiesa venne successivamente ampliata e restaurata anche per volere degli imperatori successivi ed è evidente che per la sua realizzazione vennero chiamate maestranze dalla capitale Costantinopoli. Ammirando gli interni e le navate dall’altro dei matronei, le decorazioni e la struttura della cupola rimandano alla sublime perfezione architettonica di Santa Sofia, della quale la Panagia Ekatontapiliani sembra rappresentare una piccola replica in scala. A breve distanza si trova il Museo Archeologico, con un’interessante collezione di sarcofagi, alcuni dei quali unici nel loro genere per la loro forma antropomorfa.

Ad est del centro abitato, su un’altura rocciosa più esposta al meltemi, sorgono diversi mulini a vento restaurati, tra cui uno trasformato in un elegante Lounge Bar che per il suo meraviglioso panorama sul mare costituisce un’ottima alternativa ai bar del Kastro per un cocktail nel tardo pomeriggio.

Naoussa è la quintessenza dello stile cicladico: il modesto villaggio di pescatori di un tempo si è trasformato in un polo turistico internazionale. Attorno al pittoresco porto veneziano con la torre di guardia semisommersa si accalcano i tavoli di ristoranti e dei lounge bar alla moda, affollati da una clientela elegante. La musica si diffonde tra i candidi vicoli e le stradine, affollate di gente, di negozi e locali caratteristici. Naoussa è decisamente più mondana rispetto a Parikìa e la sera è senz’altro la località più gettonata dell’isola, mentre nelle prime ore del mattino recupera la sua tranquillità senza perdere alcunché del suo fascino venendo inondata dalla luce del sole e dai bagliori che si riflettono sul mare azzurro e sui muri imbiancati. La cittadina fa da sfondo ideale alla vicina spiaggia sabbiosa di Kolimbithres, nota per le trasparenti acque della baia e per le rocce granitiche dalla sagoma arrotondata dall’erosione del mare e dei venti. Essendo piuttosto stretta (caratteristica questa comune a tutte le spiagge di Paros), conviene apprezzare questo luogo arrivando nella prima mattinata.

Tra le spiagge attrezzate e più frequentate dai giovani vale la pena citare la Golden Beach, Santa Maria e Punda, con i suoi due chiassosi beach bar mentre a Faragas l’intrattenimento musicale anni ’70 e ’80 è più idoneo ad un pubblico maturo. Tra le spiagge più belle da citare quella di Drios (con grossi ciottoli ed acque limpidissime) ed i litorali della caratteristica località di Alyki (con ottimi ristoranti di pesce lungo il molo), tutte situate nella costa meridionale. Le strade che attraversano la parte interna dell’isola costeggiano le antiche cave di marmo, dalle quali sono stati ricavati i blocchi per la pavimentazione dei centri abitati e per la costruzione degli edifici sin dall’epoca classica. Il marmo di Paros tuttavia non è particolarmente adatto alla realizzazione delle sculture, visto il suo aspetto translucido (maggiore dell’alabastro) che fa filtrare la luce anche con 5 cm di spessore.

Costeggiando i rilievi montuosi, è possibile visitare i caratteristici villaggi dal tipico stile cicladico, tra cui Màrpissa dai vicoli silenziosi, le candide chiese ed i mille colori dei fiori e delle bouganvilles e che, stranamente, sembra ignorata dai visitatori che si riversano soprattutto a Léfkes, il vecchio capoluogo dell’isola durante l’epoca medioevale.

La visita di Paros non potrebbe dirsi completa senza recarsi ad Antìparos, una piccola isola raggiungibile con un’escursione in giornata. E’ sufficiente imbarcarsi con il traghetto dal piccolo porto di Pounta ed in dieci minuti si raggiunge la bianchissima Chora, principale centro abitato dell’isola.

Per interesse storico, è da menzionare il kastro veneziano della Chora di Antìparos che qui non intende individuare un quartiere bensì una struttura fortificata a forma di quadrilatero: durante il Ducato delle Cicladi infatti i centri abitati venivano edificati nelle isole in modo del tutto simile ed ora ad Antìparos e nell’isola di Folegandros sopravvivono gli esempi con il migliore stato di conservazione.

Gli abitanti di Antìparos ci tengono a sottolineare i tratti distintivi dell’isola, caratterizzata da spiagge isolate delle quali si finisce spesso per essere gli unici fruitori. Degna di nota la grotta di Agios Ioannis nei pressi della baia di Soros. L’ingresso, situato su un monte dal quale spazia uno splendido panorama sull’intera parte meridionale dell’isola, permette di accedere nell’antro realizzato dall’azione erosiva delle acque nel corso di millenni. Nota fin dall’antichità, i racconti locali la vogliono come estremo rifugio dei congiurati di Alessandro Magno. Su alcune pareti e stalattiti, compaiono diversi graffiti lasciati dai visitatori dei secoli scorsi tra i quali un ambasciatore francese presso la corte del Sultano di Costantinopoli, archeologi ed esploratori tedeschi dell’800 e del re Ottone di Grecia (1840). Stupisce come questi ultimi, spinti dalla curiosità e dal gusto dell’esplorazione, siano riusciti a calarsi in simili profondità con delle funi ed ad illuminare la grotta con la luce di fiaccole senza servirsi del ripido seppur comodo percorso a gradini realizzato in epoca moderna.

Lasciamo Paros con destinazione Naxos, la più grande delle isole Cicladi, che tante volte avevamo osservato dalle coste orientali. Il portellone del traghetto in manovra d’attracco si spalanca sullo splendido scenario della Chora di Naxos, come un gigantesco sipario.

Mentre attraversiamo il molo, ci fermiamo ammirati ad osservare il quartiere fortificato del Kastro con alla sinistra la famosa “Portara” (il monumento simbolo dell’isola), un’eccezionale biglietto da visita per coloro che abbiano scelto Naxos quale destinazione. Dopo esserci sistemati all’Hotel Grotta, iniziamo a familiarizzare con la splendida Chora e con l’isola, che sin dal primo impatto manifesta un carattere più bucolico e genuino ed un’atmosfera molto diversa dalla discreta mondanità di Paros.

Naxos è stata il centro di potere del Ducato delle Cicladi, fondato da Venezia al termine della IV Crociata. Le tracce e i legami storici con quel periodo sono ancora molto forti ed hanno influenzato i costumi e la cucina dell’isola fino ai giorni nostri. Nel Kastro risiedono ancora 8 famiglie di origine veneziana e la domus della famiglia nobiliare Della Rocca-Barozzi è aperta al pubblico, mostrando mobilio e suppellettili d’epoca ai visitatori, con meravigliosi scorci panoramici dalle finestre e dalle terrazze del palazzo. Si accede al Kastro nei pressi della torre Crispi, l’ultima sopravvissuta tra i contrafforti delle mura esterne, all’interno della quale si conserva una raccolta di arte bizantina. Nel Kastro si respira ancora l’atmosfera della storia passata, grazie anche ai discendenti delle famiglie aristocratiche che lo abitano: in passato risiedevano qui i veneziani e tuttora i discendenti, circa una sessantina, si riuniscono nella bellissima cattedrale Cattolica. Sempre all’interno del Kastro si trova il Museo Archeologico dove è custodita un’interessante collezione di statuine di arte cicladica, dai caratteristici tratti stilizzati che le fanno apparire sorprendentemente moderne nonostante risalgano al 2300 a.C.

Ai piedi del Kastro, la via del Mercato (Agorà) affascina con i suoi scorci pittoreschi ed i suoi caratteristici ristoranti, tra i quali la Taverna Lucullus risalente agli inizi del ‘900. Negozietti di rosari ortodossi, di frutta e verdura ed i gioiellieri e conferiscono un aspetto decisamente più autentico alla Chora, anche se non mancano anche qui locali e lounge bar alla moda, dove è possibile sorseggiare un drink ammirando il panorama sul porto ai piedi degli edifici veneziani fortificati.

Il monumento simbolo di Naxos rimane sicuramente la Portara, che sorge su una piccola isola prospiciente il porto e collegata alla terraferma da un molo. Originariamente il grande portale di marmo faceva parte del tempio di Palatìa dedicato al dio Apollo, rimasto incompiuto. E’ sicuramente il posto preferito dai turisti per ammirare il tramonto e per immortalare la Chora attraverso questo grande diorama alto più di 6 metri.

Le spiagge più note dell’isola si snodano senza soluzione di continuità lungo la costa occidentale. Quelle più vicine alla Chora (Agia Anna, Agios Procopios) sono attrezzate e più animate. Per chi ama la tranquillità ed acque trasparenti dai i colori caraibici, converrà spingersi il più possibile verso sud fino ad Alikos o Pirgaki, dove si estendono dune di sabbia ricoperte da rigogliosa flora mediterranea.

Per esplorare la parte restante dell’isola di Naxos conviene senz’altro noleggiare una macchina, in quanto il territorio dell’isola è caratterizzato da montagne piuttosto alte (come il monte Zas di circa 1000 metri sul livello del mare, il più altro delle Cicladi). La strada sulla costa nord, intervallata da piccoli monasteri e torri veneziane d’avvistamento, si spinge fino al villaggio di Apollonas, una manciata di case bianche a picco su un costone di roccia. La ragione principale che giustifichi una visita in questa zona isolata è l’incredibile statua incompiuta del kouros, alta più di 10 metri ed abbandonata nella cava di pietra dove avevano iniziato a scolpirla gli antichi costruttori. Stupisce che nel periodo arcaico si fosse in grado di trasportare simili giganti in assenza di strade o di mezzi moderni di trasporto… Nei pressi del villaggio di Fleriò, nell’interno dell’isola, sono stati abbandonate altre due statue (kouroi) perché anche in tal caso durante il trasporto si frantumarono parzialmente per difetti occulti del marmo impiegato. Meno note sono le spiagge della costa orientale dell’isola, in quanto si raggiungono dopo aver attraversato remoti villaggi e strade a tornanti: a Lionas sembra di scoprire un angolo nascosto… un pugno di case bianche, una baia di grossi ciottoli multicolori e due taverne a gestione familiare che riservano ai rari avventori prezzi modici ed un’accoglienza calorosa. Più a sud si raggiunge la spiaggia ed il porto di Moutsuna nel quale veniva imbarcato lo smeriglio, minerale estratto nelle cave sulle montagne e trasportato a valle tramite una teleferica. Lungo la strada a tornanti e nello stesso porto testimoniano il duro lavoro dei minatori le gru ed il sistema di binari e carrucole ormai arrugginite ed inservibili, quasi un museo di archeologia industriale. Da Moutsuna si raggiunge attraverso una strada costiera Panormos, la spiaggia più a sud raggiungibile tramite strada asfaltata.

Anche l’interno dell’isola garantisce ulteriori attrazioni, che si raggiungono agevolmente in macchina nel pomeriggio dopo aver trascorso gran parte della giornata in spiaggia. Anche Naxos, come Paros, era nota sin dall’antichità per le sue cave di marmo bianco: i leoni di Délos (l’isola sacra ad Apollo attorno alla quale le isole dell’arcipelago sono disposte a cerchio, da cui Cicladi) furono realizzati con questo materiale. Il marmo continua ad essere estratto ed è impressionante notare come si stia procedendo a sbancare un’intera montagna. Nonostante la ricchezza di marmo, sono pochi e modesti per dimensioni gli edifici di epoca classica: degni di nota sono il tempio di Dioniso nei pressi della Chora (di cui rimangono delle fondamenta) ed il tempio di Demetra parzialmente ricostruito con parti originali, in quanto rappresentano uno dei più antichi esempi di stile ionico in Grecia. Tra i monti della regione interna della Tragéa, possono essere visitati dei villaggi tradizionali tra i quali il più significativo è Chalki, dagli edifici dallo stile neoclassico. Durante il giorno, il villaggio sembra addormentato, nella platìa girano incessantemente sullo spiedo grossi pezzi di carne di maiale che in serata riempiranno i piatti del frequentato ristorante O Giannis. Degna di nota, la romantica distilleria del kitro, un liquore locale prodotto dalle foglie di cedro, fondata durante il periodo ottomano e che ora appartiene alla quinta generazione della stessa famiglia del fondatore. Bellissima anche la chiesetta bizantina (chiusa ai visitatori) di Agios Georgios, raggiungibile attraverso un sentiero fiancheggiato da uliveti secolari. Superato il villaggio di Filoti, si raggiunge infine Apìranthos abitato da una popolazione originaria di Creta e che pertanto conserva una parlata dialettale e delle tradizioni del tutto originali rispetto al resto dell’isola.

Termina ancora una volta il nostro viaggio in Grecia, in terre affascinanti ed evocative che sempre offrono un connubio tra relax balneare e visite culturali nella luce del sole delle Cicladi…

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Luce delle Cicladi

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Demetra temple, Naxos

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Parikìa

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Chora Naxos

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mulini di Antìparos



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