Naxos e Paros: così vicine, così diverse

Le Cicladi meno famose ma economiche, tranquille e ricche di belle sorprese.
Scritto da: sere71
naxos e paros: così vicine, così diverse
Partenza il: 02/08/2010
Ritorno il: 21/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Per una vacanza al mare in agosto, senza spendere un patrimonio e trovarsi a sgomitare per un misero angolino di spiaggia, quest’anno abbiamo puntato sulla Grecia, Cicladi, scegliendo due isole grandi e meno famose delle sorelline vip. Naxos e Paros sono molto vicine, appena mezzora di traghetto, eppure sono tra loro diversissime. Tanto Naxos è ‘primitiva’ e selvaggia, quasi ancora poco avvezza al turista, al di fuori di 2 o 3 punti strategici (ed è questo secondo noi il suo forte!), così Paros è scafata e ammiccante e invoglia i turisti con le sue mille seduzioni, che vanno dalle spiagge tranquille ai paesi accesi di bianco, alle taverne che emanano un costante richiamo con i loro profumi invitanti. Tanto Naxos è brulla ed essenziale, con un paesaggio aspro di colline bruciate dal sole, così Paros è mediterranea e verdeggiante. E le spiagge: lunghe distese soffici a Naxos, a perdita d’occhio; piccole baie raccolte a Paros, di sabbia dura o di ciottoli. Perfino il turismo si differenzia: moltissimi tedeschi a Naxos, prevalenza di francesi a Paros, oltre agli italiani, ovviamente, immancabili ovunque. Eccovi qualche consiglio per vivere al meglio queste due destinazioni.

Volo: lo abbiamo prenotato ad aprile con Easy Jet, Roma-Atene e ritorno. Per motivi di lavoro non ci è stato possibile farlo prima ed abbiamo trovato tariffe già alte (200 € A/R a testa), quindi cercate di prenotare con largo anticipo: febbraio, marzo al più tardi. Né Paros né Naxos hanno aeroporti internazionali per cui non sono direttamente raggiungibili dall’Italia; l’alternativa può essere volare su Mykonos o Santorini con un charter o un low-cost e da lì prendere il traghetto.

Alloggi: ci siamo interrogati a lungo e alla fine abbiamo deciso di prenotare, in quanto altissima stagione. Col senno di poi, a Naxos non sarebbe stato necessario perché l’offerta di studios è sterminata. Il suggerimento è di prenotare solo la prima notte e poi guardarsi in giro per cercare quello che vi interessa. Così facendo si spuntano prezzi decisamente allettanti; dall’Italia, cercando su internet non avevamo trovato nulla a meno di 70 € a notte, mentre sull’isola si trova a 50, 40 e persino 30 € a notte (in due) in pieno agosto! Con un po’ di tempo e pazienza si possono fare veri affaroni. E’ chiaro che, senza prenotazione in alta stagione con permanenze medio-lunghe, il rischio è di dover cambiare almeno un paio di sistemazioni, ma economicamente potrebbe valerne la pena. Su Paros invece la scelta di giocare d’anticipo si è rivelata corretta. Abbiamo notato un’offerta di studios decisamente minore e prezzi più alti. Specialmente intorno a Parikia le sistemazioni non sono numerose come avevamo immaginato.

Tempi di viaggio: Il volo Fiumicino-Atene dura un paio d’ore, ma per un problema tecnico (mancata chiusura del portellone della stiva) il nostro ha accumulato 3 ore di ritardo facendoci perdere il traghetto al Pireo. Anche questo era stato prenotato in anticipo tramite internet; in alta stagione è decisamente consigliato, infatti ci siamo trovati di fronte ad un tutto esaurito per 4 giorni. L’unica possibilità, per non restare bloccati 4 giorni ad Atene, è stata dirottare su Paros, dormire lì (anche alle 2 di notte il molo di attracco è gremito dai proprietari delle domatia che offrono sistemazioni dell’ultimo minuto) e ripartire per Naxos la mattina successiva. Dall’aeroporto di Atene si arriva al Pireo in due modi: o con l’autobus X96, che parte davanti al gate 5/6 degli arrivi (costo 3,20 € a persona, durata del tragitto 1h.10’, partenze ogni 15-20 minuti) o con la metropolitana (linea 3-blu fino a Plakentias, poi si cambia treno e si prosegue fino a Monastiraki, dove si prende la linea 1-verde fino al Pireo: ci vuole un’oretta abbondante, costo 6 € ma se siete almeno in due c’è un biglietto cumulativo da 10 €).

Naxos: L’isola è grande e una settimana non basta per visitarla interamente, a meno di non fare un tour de force sacrificando la vita di spiaggia. Secondo noi la base ottimale è alla Plaka, la spiaggia più lunga e una delle più belle dell’isola. Il luogo pullula di studios carini e ristorantini in cui cenare la sera. In due minuti attraversando la strada si è al mare e di notte si gode di una buona tranquillità perché il centro pulsante dell’isola è altrove (Chora oppure Agios Procopios/Agia Anna). Qualche nominativo di studios da consigliare: Nikos e Maria, Studios Aggiri-Paradiso, Athina Studios, Cyclades Studios, la scelta non manca. Chi preferisce gli hotel può indirizzarsi sull’Aegean Palace, molto bello ma senza uso cucina (colazione compresa nel prezzo). Appena nell’interno, ma a 5 minuti dalle spiagge, carini e super economici gli studios Mateus (30 euro a notte complessivi). Ne abbiamo girati diversi perché abbiamo avuto una brutta esperienza con l’alloggio prenotato dall’Italia, i Cycladic Studios, che fanno capo all’Hotel Katerina di Ag. Procopios. Nonostante avessimo prenotato con largo anticipo, ci è stata assegnata una camera disagiata, praticamente sulle scale che conducevano agli altri alloggi, un luogo di passaggio scomodo e rumoroso, soprattutto di notte. Inoltre il proprietario ci ha intimato di non aprire le finestre, per evitare l’invasione di una colonia di fastidiosissimi moscerini che proliferava in giardino, e l’aria condizionata, con getto assai furbamente direzionato proprio sopra il letto, anche tenuta al minimo rendeva la stanza un freezer. Morale: siamo dovuti fuggire, dal momento che era impossibile dormire per via del rumore e dell’impossibilità di mantenere una temperatura accettabile. Il tizio ci ha anche detto, per farci restare, che tutta Naxos aveva questo problema dei moscerini, ma noi altrove non ne abbiamo visto neanche l’ombra.

Spiagge: L’isola è vasta e le belle spiagge non mancano. La Plaka, bianca, soffice, lunga e spaziosa, era la nostra preferita per questioni di comodità. Dal nostro alloggio era sufficiente attraversare la strada per raggiungerla. Questo non ci ha impedito di andare alla scoperta delle altre. Fin da subito ci siamo resi conto che Agia Anna e Agios Procopios erano da evitare se non si amava la calca. Forse in altri periodi il problema non sussiste, ma in agosto l’affollamento è notevole, anche perché queste spiagge, sebbene belle lunghe, sono piuttosto strettine. Sono anche più mondane delle altre, perché servite da una rete di baretti, locali, ristorantini che vi si affacciano. Ci siamo diretti allora verso sud. Sulle piantine che troverete sull’isola dopo la Plaka la strada si interrompe, per cui l’impressione che se ne ricava è che per raggiungere le località meridionali l’unico modo sia tornare ad Agios Procopios e passare per l’interno. In realtà una strada di collegamento esiste, solo che è stretta e sterrata; permette di risparmiare, però, tempo e benzina. Collega la Plaka con Orkos e Vikri Migla, poi si dirige verso Kastraki e lì si ricongiunge alla strada principale che prosegue verso Aliko. Su questo versante le spiagge sono una più bella dell’altra e poco affollate. La parte finale della Plaka, confinante con Orkos, è frequentata da naturisti, come pure il tratto settentrionale (località Makargas), dove finisce la strada asfaltata e iniziano gli studios e i ristoranti. Nei paraggi c’è un minuscolo porticciolo, abbastanza coreografico la sera perché vi sostano imbarcazioni a vela addobbate di luci come alberi di Natale (le stesse che di giorno scarrozzano i turisti nelle escursioni via mare), e una passerella di legno che si inoltra tra le dune e conduce ad una chiesetta panoramica con vista sul promontorio della Stelida. Orkos è una spiaggia lunga e stretta, piuttosto isolata, con pochissime abitazioni retrostanti, ma la qualità della sabbia è migliore alla Plaka, e forse anche i colori e la trasparenza dell’acqua. Mikri Vigla è molto bella: spesso ventosa e quindi frequentata da surfisti e kite-surfisti. Sufficientemente ampia da non affollarsi mai eccessivamente e con un’acqua turchese favolosa. Poco più avanti, proseguendo sulla strada sterrata, si raggiunge un incrocio che a sinistra riporta sulla carreggiata principale, mentre a destra si inerpica verso un supermercato, un paio di taverne e qualche abitazione. Girando lì, appena oltrepassate le taverne, troverete una bellissima caletta nascosta e protetta dal vento. E’ piccina ma deliziosa e il mare ha dei colori spettacolari! La sabbia è soffice ma a grana grossa, di quella che non rimane appiccicata alla pelle. Proseguendo verso sud, Kastraki e Glyfada sono spiagge sconfinate e deserte, ideali per chi vuole isolarsi dalla folla. Aliko è splendida. Si compone di una serie di baie consecutive. La migliore per noi si trova all’altezza della deviazione per Pyrgaki; è facilmente individuabile per la presenza di alcuni scheletri di palazzine in costruzione. Anche su questa spiaggia, che si trova sotto il livello stradale, protetta da un’alta scogliera, il nudismo è spesso praticato. Pyrgaki ci ha deluso, non è certo all’altezza delle altre spiagge dell’isola. Ci sono state consigliate anche le spiagge del versante est, in particolar modo Panormos, che sembrerebbe ideale per lo snorkeling, ma non ci siamo spinti fin laggiù, anche perché la strada che attraversa le montagne in scooter è lunga e un po’ pericolosa, e a Naxos guidano tutti come folli! Quando soffia il meltemi (noi siamo stati fortunati ma ci hanno detto che in certe annate è insopportabile) le baie più riparate sono Agios Procopios (dietro il promontorio della Stelida), la caletta dietro Miki Vigla e il tratto iniziale di Kastraki, protetto da un costone di roccia.

Interno e centri abitati: per visitare l’isola abbiamo optato per il noleggio di uno scooter, anche se sul web molti consigliavano l’automobile. A posteriori confermiamo valida la nostra scelta. Le strade di Naxos sono un po’ tutte in pessime condizioni, sterrate e strette, per cui non si riesce a viaggiare ad alte velocità. Con uno scooter si risparmia un bel po’ (noi spendevamo 10 € al giorno – Nikos Bikes Ag. Procopios, fronte spiaggia) e ci si avventura facilmente un po’ ovunque, soprattutto nelle vicinanze delle spiagge. Queste ultime sono servite anche da un servizio bus piuttosto frequente, almeno fino alla Plaka, più a sud non credo. La Chora è interessante e il Kastro va visitato almeno una volta. Dal lungomare seguite le indicazioni per l’Old Market e vi troverete dentro a un labirinto di vicoli bianchi, affollati di ristorantini e negozietti, che si arrampicano fino al palazzo veneziano. Di giorno in piena estate l’aria è afosa al limite del soffocante, nei vicoli stretti e tortuosi non circola vento. L’orario della siesta però è anche quello migliore per evitare le folle di turisti e respirare lo spirito autentico dell’isola. La sera, inutile dirlo, la Chora si anima di vita e tutti i locali si riempiono di allegri e rumorosi avventori. Un’altra attrazione di Naxos-città è la Portara, un grande arco che avrebbe dovuto far parte di un Tempio di Apollo mai costruito; si trova sull’isoletta della Palatia, collegata al porto da un istmo e vi si arriva con una passeggiata di 10 minuti dal punto di attracco dei traghetti. La leggenda la indica come il luogo in cui Arianna venne abbandonata da Teseo. Andateci, se possibile, al tramonto. Tra i paesini dell’interno il più caratteristico è Apirathos, dalle strade lastricate di marmo, sufficientemente sopraelevato da risultare rinfrescante nelle calde giornate estive. Anche Chalki e Filoti meritano una breve sosta. Nei pressi di Chalki la chiesetta Ag. Georgios Dissori è famosa per i suoi affreschi, ma gli orari di apertura sono alquanto imprevedibili. Siamo riusciti, con un po’ di fatica per l’esiguità di indicazioni, a raggiungere anche i 2 Kouros di Melanes, grandi statue incompiute risalenti al VI secolo A.C. Vicino al villaggio di Sagri si può visitare il Tempio di Demetra o quel che ne resta. Un luogo pieno di pace, spesso deserto, sperduto in mezzo alla campagna. Tutta l’isola è un po’ brulla, e viaggiando nell’interno si incontrano antichi mulini a vento, mucche al pascolo e una miriade di chiesette che spuntano a ogni angolo. Noi abbiamo visitato la più famosa, la Panagia Drosiani, vicino Moni, costituita da una serie di cappelle consecutive e rinomata per gli affreschi, in verità piuttosto mal conservati (all’ingresso è richiesta una donazione).

Pasti: Alla Plaka consigliamo La Taverna Pedrino, buona qualità e atmosfera gradevole sotto un pergolato di viti; Nikos e Maria, imbattibile sul fronte prezzi e con un servizio molto cortese (spesso cenavamo con meno di 10 €); Three Brothers (non ricordo il nome in greco) riconoscibile per la bella terrazza rialzata con vista mare. Per uno sfizio aggiuntivo la Waffle House produce gelati buonissimi! Non riuscivamo a credere che fuori dall’Italia si potesse gustare un gelato così cremoso e gustoso e invece sì: 10 e lode! Inoltre sono enormi, equivalgono a un pasto completo. Ad Aliko merita una segnalazione La Taverna Faros, che ha anche qualche studios, per chi volesse organizzare una settimana lontano dal mondo.

Paros: In una settimana l’isola si visita interamente e rimane anche il tempo per andare a curiosare ad Antiparos, isolotto satellite raggiungibile con 5 minuti di traghetto da Pounta. Come location noi abbiamo trovato molto funzionale Parikia, meglio collegata di Naoussa con il resto dell’isola. Noi alloggiavamo a circa 4 km dal capoluogo, a metà strada tra Parikia e Aliki, e ad un km da Pounta, presso alcuni studios di proprietà dell’hotel Anna Platanou, ubicato invece in centro città. Ci siamo trovati molto bene per comodità, pulizia e tranquillità. Inoltre avevamo una bella vista mare e tramonto, lato Antiparos. Il responsabile, Dimitris, si è rivelato efficiente e molto disponibile (parla anche un buon italiano), ed è una sistemazione che ci sentiamo di consigliare (www.AnnaPlatanou.gr).

Spiagge: La situazione delle spiagge a Paros è completamente diversa. Dimenticate le lunghe distese di sabbia, dimenticate le passeggiate infinite di Naxos. Qui sono tutte calette, più o meno raccolte, spesso attrezzate con ombrelloni e lettini, ma mai interamente: alcuni tratti sono sempre disponibili per chi, più spartanamente, preferisce stendere il proprio telo. Mare bello ovunque, trasparente e pulito, ma la qualità della sabbia non ci è parsa eccezionale come a Naxos. Andando in senso orario da Parikia, Livadia è la spiaggia cittadina, e noi l’abbiamo evitata preferendo contesti più naturalistici (è costeggiata da una strada su cui circolano le auto). Marchello e Krios si trovano a breve distanza. Krios è attrezzata e molto frequentata; Marchello offre spazi maggiori, ma è soggetta ad onde anomale per via del passaggio dei grossi traghetti che attraccano nel vicino porto. Quindi, per evitare di venire sommersi, non vi sistemate a riva ma più all’interno possibile (abbiamo assistito a scene fantozziane). Il mare è molto bello. A nord, nei pressi di Naoussa, Kolimbithres è costituita da piccole baie circondate da massi. Anche qui ci sono dei tratti attrezzati e lo spazio a disposizione è davvero pochissimo in luglio e agosto. L’acqua è particolarmente calma e cristallina, anche in giornate ventose (Kolimbithres significa per l’appunto ‘piscine’). Qualche km più avanti c’è Monastiri, bella e riparata. Appena prima di arrivarvi si incontra una lingua di sabbia non attrezzata, che garantisce maggiore tranquillità in alta stagione. In tutte queste spiagge si arriva sia via terra che via mare, con piccole imbarcazioni in partenza da Parikia e Naoussa, al costo di pochi euro. A nord-est di Naoussa, Santa Maria Beach è una delle spiagge vip dell’isola, con vista sull’isola di Naxos. E’ molto vivace (sport acquatici, musica), ma è molto estesa, per cui non è difficile trovare anche in agosto un angolino tranquillo alle sue estremità. Proseguendo lungo la costa orientale dell’isola, Ampelas e Glyfades non ci hanno convinto a fermarci; al contrario Molos, nei pressi del villaggio di Marmara, è davvero bella, vasta e stranamente deserta, una delle nostre preferite. E’ anche una delle pochissime spiagge non attrezzate e questo le conferisce un aspetto un po’ selvaggio. Piso Livadi e Logaras non ci hanno emozionato. Sono comode per chi fa base in questa parte dell’isola, ma secondo noi c’è di meglio. L’antitesi del nostro concetto di spiaggia è Pounda (sud-est): una sorta di villaggio turistico molto kitch con piscina, baretti, negozietti di cianfrusaglie, musica a palla e lettini più che addossati l’uno all’altro, quasi a castello! L’abbiamo vista, dopodiché siamo fuggiti di gran lena. Invivibile! Ma pare che vada per la maggiore tra i giovanissimi perché nel tardo pomeriggio si trasforma in discoteca. Golden Beach (Chrisi Akti) e New Golden Beach sono il paradiso dei surfisti, in quanto spesso ventose. Sono lunghe e spaziose, ma non il massimo per chi vuole nuotare e fare snorkeling in tranquillità. Poco più avanti il paesino di Drios è davvero minuscolo; ha una spiaggetta ghiaiosa, Mboutari, e qualche taverna vista mare in cui riposarsi nelle ore più calde. Nella punta meridionale dell’isola troviamo Glyfa, bella e deserta, con un mare che definire placido e trasparente è poco. La spiaggia è naturalmente ombreggiata per la presenza di alcuni arbusti che tornano utili nelle ore calde. Non è attrezzata e non offre nessun tipo di ristoro (bagni/bar…). E’ distante dalla strada e poco segnalata, se non si presta attenzione è facile mancarla. Risalendo verso ovest, lato tramonto, ecco Farangas, anch’essa molto bella e parzialmente attrezzata. Chi preferisce la tranquillità assoluta può spostarsi nella baietta successiva, raggiungibile in 5 minuti a piedi percorrendo il sentiero che si trova sulla destra. Il mare anche qui è generalmente calmo, perché la baia è protetta da un costone di roccia. Più a nord, a breve distanza l’una dall’altra, Agia Irini, Parasporos e Delfini. La prima è una caletta di dimensioni ridotte, lontana dalla strada e raggiungibile tramite uno sterrato (che si imbocca di fronte al negozio ‘Blue Sea Pool’ sulla strada principale), carina e tranquilla, con alle spalle una taverna. E’ famosa per la presenza di alcune palme, in realtà non particolarmente scenografiche. Parasporos è molto più ampia e fruibile, ha un paio di taverne alle spalle ed è in abbastanza frequentata. Mare bello, ma attenzione alle meduse, noi ne abbiamo viste parecchie. Delfini è un’altra caletta piccina servita da un paio di ristorantini. Spesso è affollata per la presenza di un hotel nelle vicinanze.

Interno e centri abitati: anche a Paros è consigliato il noleggio di un motorino per muoversi autonomamente ed esplorare in libertà l’isola. Le due cittadine principali, Parikia e Naoussa, meritano entrambe una visita accurata. Parikia non annoia mai, è tutta da esplorare, di giorno e di notte. E’ piacevole girovagare tra le viuzze bianche, piene di negozietti e locali in cui fermarsi a bere qualcosa, o sul lungomare che la sera diviene zona pedonale. Tra le principali attrazioni, la Panagia Ekatonpyliani, la Chiesa dalle Cento Porte, costituita, in realtà, da tre distinte chiese di epoche diverse. Molto romantico l’aperitivo al tramonto nel mulino Alexandros, che dall’alto domina la baia! Naoussa è a una decina di km da Parikia e si può raggiungere in 15/20 minuti di auto. E’ una cittadina frizzante e piacevole, bianchissima, pedonale, con un porticciolo caratteristico che si affaccia sui resti di una fortificazione, un via-vai di barche di pescatori e una sfilza di polipi lasciati ad essiccare al sole. Lefkes, nell’interno, è un paesino grazioso e ben tenuto, con alcuni negozietti artiginali e case bianche rallegrate da cascate di fiori (buganville/ibiscus). Si visita in meno di un’ora.

Pasti: Paros è leggermente meno economica di Naxos ma in ogni caso si cena con una quindicina di euro a persona. Noi in genere la sera andavamo a Parikia, scegliendo in base all’ispirazione del momento uno dei ristoranti prospicienti il lungomare. Vi segnalo per la qualità (il prezzo è ovunque più o meno analogo) To Mountaraki, l’ultima taverna sulla sinistra prima della salita che conduce al mulino (come dessert scegliete il baklavas, davvero magnifico!) e l’Hibiscus: venendo dal mulino è uno dei primi ristoranti che si incontrano sulla destra nella passeggiata che costeggia il lungomare di Parikia. A Naoussa abbiamo provato un localino senza pretese che si trova nella piazzetta davanti alla chiesa (specialità: gyros pitta, ottimi!), un paio di baretti fronte porto per uno snack veloce, e una taverna sulla via principale che sembrava piuttosto turistica e invece si è rivelata una bella sorpresa per freschezza e qualità del cibo (non ricordo il nome, ma è l’ultima sulla sinistra, riconoscibile per una terrazza esterna che si sviluppa intorno ad una fontana). Confesso che la cucina greca ci ha piacevolmente sorpreso: la conoscevamo superficialmente e siamo tornati leccandoci i baffi. Polpettine di tutti i tipi (carne, pesce, zucchine, patate, melanzane) dette dolmades, souvlakia (spiedini di carne o di pesce), polipo alla griglia, calamari, agnello, moussaka, grigliate di pesce, pastitsio, insalata di melanzane, pomodori, melanzane e peperoni ripieni di riso, i gyros (una sorta di piadina ripiena di kebab), l’immancabile feta, sfogliatine ripiene di formaggio, carne o verdure. Insomma, l’imbarazzo della scelta, e davvero a due lire!

Antiparos: si raggiunge prendendo un traghetto, che imbarca anche automobili e scooter, dal piccolo porto di Pounta (costa ovest) con partenze ogni trenta minuti. 10 minuti scarsi di navigazione e arriva sull’isolotto, il biglietto si acquista a bordo (2 € a persona). Il paese è molto carino da girare nel tardo pomeriggio, curiosando nei negozietti e scegliendo il localino in cui cenare la sera. Sul fronte spiagge, il punto più bello è Ag. Georgios, sulla costa sud-occidentale. Andate diretti lì. Si incontrano varie spiaggette anche prima (costa est) ma nulla a che vedere con i colori e la trasparenza che troverete più avanti. Abbiamo pranzato alla taverna Akroghiani, poco lontano dalla spiaggia, su dei tavolini posizionati sugli scogli, praticamente in bocca all’acqua. Da lì partono delle barchette che portano all’isolotto dirimpetto: Despotiko.

Atene: L’ultimo giorno di vacanza lo trascorriamo ad Atene, che non abbiamo mai visto. Sbarchiamo al Pireo alle 14.45. Il tempo a nostra disposizione non è molto, ma sufficiente per fare almeno un giro all’Acropoli. Dal porto andiamo subito a prendere possesso della nostra camera all’Hotel Mirabello Athens, prenotato dal sito booking.com al prezzo di € 63 la doppia con colazione, con addebito su carta di credito 48 ore prima dell’arrivo. La posizione è buona, centrale, a 100 metri da piazza Omonia, che è servita sia dalla linea rossa della metro che dalla linea verde. L’hotel è pulito e offre anche la colazione, l’addetto alla reception è particolarmente gentile e ci segnala su una mappa i luoghi da visitare e un ristorante per la cena. Alle 16 usciamo in perlustrazione. Con cinque minuti di metro arriviamo sotto l’area archeologica (fermata Thissio) visitabile in estate dalle 8 alle 19.30. Il biglietto d’ingresso vale una settimana, costa 12 € e consente di visitare cinque monumenti: l’antica Agorà, il Teatro di Dioniso, il Ceramico, l’Agorà romana e il Tempio di Zeus. Ovviamente noi non lo sfrutteremo in pieno; in mezzo pomeriggio riusciamo a visitare soltanto l’Acropoli e l’Antica Agorà, ma anche così ne vale assolutamente la pena. Dall’alto della zona archeologica il panorama è mozzafiato: la città si estende ai nostri piedi fino al mare. A sinistra il Monte Lycabetto, a destra la collina col monumento in onore del principe siriano Filopappo. Ben visibili anche i resti del tempio di Zeus e del teatro di Erode Attico, costruito dai romani nel 161 a.C. Ed utilizzato ancora oggi per balletti, concerti e spettacoli teatrali e del teatro di Dioniso, dove anticamente andavano in scena le opere di Sofocle, Eschilo, Euripide e Aristofane. Ciò che stupisce dell’Acropoli sono le dimensioni tutto sommato ridotte. Ci aspettavamo un sito più vasto, invece è tutto concentrato su un’area ridotta: il Partenone, purtroppo impacchettato a dovere per restauri e completamente spogliato dei fregi, custoditi in parte al museo dell’Acropoli, ma soprattutto al British Museum di Londra; il Tempio di Athena Nike, i Propilei, l’Eretteo con le celebri Cariatidi (in copia, le originali si trovano nel museo dell’Acropoli). Scendiamo poi a curiosare nell’antica Agorà, cercando di immaginare come potesse essere questo luogo ai tempi del suo massimo fulgore, quando vi si aggirava Socrate facendo adepti. Ci sono pochi turisti, si sta avvicinando l’ora del tramonto, e passeggiando tra le rovine si gode un’ottima prospettiva sull’Acropoli, con tanto di luna bella tonda per completare la scenografia. Da vedere il Tempio di Efesto, molto ben conservato ma non accessibile interiormente, la ricostruzione della Stoà di Attalo, ora adibita a museo, col suo suggestivo porticato e la chiesa dei Santi Apostoli, risalente ad epoche più recenti (XI secolo d.C.) Usciamo dall’area archeologica verso le 19.30; vi abbiamo trascorso quasi 3 ore. Consumiamo la nostra ultima cena greca su un tavolino all’aperto nell’animata via Apostolo Paolo e poi torniamo in metro all’hotel. Un sonno ristoratore, gli ultimi aggiustamenti al bagaglio, una buona colazione e via in aeroporto, per il nostro volo Easy-jet (stavolta puntuale) con destinazione Roma. Buona Grecia a tutti! Serena e Michele



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