La più piccola capitale d’Europa vista mare è un gioiello sospeso tra antico e moderno

Non scegliete Malta solo per il mare, ma anche per la sua natura e la sua storia. Evitate i periodi di punta o abbandonatevi alla folla senza pensarci.
Scritto da: Viviaggia
la più piccola capitale d'europa vista mare è un gioiello sospeso tra antico e moderno

Quando si fanno le valigie per Malta, si pensa spesso solo a costume, infradito e crema solare. Giustissimo come elenco, ma se ci si aspetta solo una vacanza di mare si rischia di restare delusi, soprattutto se si frequentano zone troppo affollate. Io invece sono partita per Malta con il PC e il programma di un seminario, essendoci andata per lavoro senza grandi aspettative, e alla fine ho rimandato il volo di ritorno e ci sono rimasta anche nel weekend. Sì, per il mare, ma non solo per quello.

Certamente Malta è una meta incantevole per le centinaia di giovani studenti che la scelgono per proficue vacanze studio. È un’isola del Commonwealth, ha l’inglese come lingua ufficiale ed è molto meno costosa di Londra. Ma sarà davvero per questo che comitive intere di neomaggiorenni ne invadono le strade ogni estate? Fate un salto a Paceville e avrete chiaramente la risposta. Ma anche in questo caso, se non siete (purtroppo) spensierati studenti che imparano la lingua per dialogare con coetanei di altri continenti e siete alla ricerca di una vacanza che offra di più che cicchetti di vodka a 1 euro, vi basterà scegliere le mete giuste e non resterete delusi.

Malta è uno Stato piccolino e le sue città sono equivalenti ai nostri quartieri. Io la prima mattina ho camminato per 3 km e ho attraversato ben 4 città! E solo il secondo giorno ho capito che non erano quartieri ma vere e proprie città con tanto di bandiera al vento, parrocchia di riferimento e stendardo. Pur essendo così piccola (da nord a sud ci ho messo 2 ore con traffico pieno), racchiude al suo interno una grande varietà di panorami e contesti. E al suo interno campeggia una contraddizione che vi prenderà a schiaffi: a St. Julian gruppi di gente ubriaca che fa festa e vive senza ritegno, pur sotto l’occhio vigile della polizia; nelle città interne, una religione presentissima e talvolta soffocante, onnipresente, con le immagini sacre a vegliare su ogni porta. Nel mezzo, il verde del mare, il bianco delle scogliere, il giallo del barocco alla luce del sole, il blu e il rosso dei balconi colorati.

E allora conosciamola meglio, quest’isoletta graziosa e monella.

La Valletta, la capitale lillipuziana che affascina e sorprende

palazzo del parlamento

Come ho premesso, ero a Malta per lavoro, per cui i giri dei primi giorni sono partiti alle 5 di pomeriggio e sono arrivati finché ho resistito (e ho resistito tanto, visto che il secondo giorno il mio Garmin mi ha avvisata che era ora di fermarmi un attimo a riposare). Un po’ per l’orario, un po’ perché anche nel profondo sud d’Europa la primavera 2023 sembra un autunno, per i primi 3 giorni il mare l’ho visto solo da lontano. Eppure, già così Malta mi ha affascinata.

Cominciamo da La Valletta, questa capitale a misura d’uomo dove gli alberghi costano tantissimo e il cibo ancora di più. L’accoglienza è delle migliori, con una porta d’ingresso (City Gate) costruita su progetto di Renzo Piano e due passi più in là il Palazzo del Parlamento, sempre di Renzo Piano, che assomiglia più a un museo di arte moderna che a un edificio istituzionale e proprio per questo suscita subito simpatia (e anche molte polemiche, per quelli che le vogliono fare a ogni costo… ma per me un Parlamento così è un valore aggiunto). Proseguendo, sulle rovine del Teatro Reale (un luogo con un destino infelice, che ha subito incendi e bombardamenti), si trova il teatro all’aperto costruito, pensate un po’, su progetto di Renzo Piano. Forse vi sembrerà un po’ ripetitivo, ma in pochi metri avrete già osservato tre opere di uno dei nostri architetti più famosi e non capita così di frequente di avere così tanta architettura di pregio a due passi dal mare.

Camminando per la via principale e seguendo spontaneamente la dolce discesa (che sembrerà molto meno dolce al momento del ritorno), sono tantissime le cose che attirano l’attenzione del turista. Io personalmente ho abbandonato la Republic Street subito dopo aver ammirato il Teatro Reale, perché l’ho vista piena di gente e quello non è il mio contesto ideale. La scelta è stata premiata: un reticolato perfettamente allineato di stradine impedisce anche al più sbadato di perdersi, con il mare su tre lati a dare la direzione. E così, scendendo sulla destra, dopo aver dribblato con pochi passi la Banca Centrale e un museo d’arte contemporanea a ingresso libero, sono entrata negli upper Barrakka Gardens, da cui si gode una vista bellissime sulle Tre Città, e da lì sono scesa attraverso stradine con i balconi e le porte colorate che rendono le strade delle vere cartoline.

Qualche passo più avanti, sulla sinistra, la Concattedrale di San Giovanni, uno dei più celebri monumenti di Malta. Purtroppo, chiude alle 16:30 e quindi non ci sarei potuta entrare, ma ho deciso comunque di guardarla dall’esterno per ammirarne lo stile barocco (erano le 18:30). All’arrivo però ho avuto un’autentica quanto inaspettata botta di fortuna (ogni tanto una gioia): ho visto gente elegante che entrava per un evento privato. Io ero uscita dal seminario, per cui avevo tubino e giacca, pur avendo messo ai piedi le Toms (ero inguardabile nel complesso, ma credibile nella parte alta) e ho pensato di intrufolarmi un secondo per sbirciare l’interno. Evidentemente non era un evento tra intimi, perché molti mi guardavano ma nessuno mi ha additata come estranea. Ebbene, l’audacia mi ha premiata: dentro ci sono due quadri di Caravaggio (in primo luogo la Decollazione di San Giovanni Battista) in una sala che è ricca di altri quadri (un pezzettino di museo, in pratica) e i muri sono tutti riccamente decorati. Dopo aver respirato un po’ di quell’aria di bellezza e arte, ho chiesto al custode di aprirmi e sono andata via (mi ero posta un limite di decenza). Voi prenotate ed entrate quando è aperta, possibilmente con visita guidata: non ve ne pentirete di certo.

Continuando nella discesa, tra casette sgarrupate e ville da sogno, si giunge al Forte di Sant’Ermo, luogo notevole non solo per la bellezza del paesaggio e per l’imponenza della struttura, ma anche per la sua storia. Lì vicino troverete i lower Barrakka Gardens, meno belli dei fratelli al piano di sopra.

Risalendo verso la porta di ingresso, c’è la Cattedrale di San Paolo, meno bella della Concattedrale e francamente evitabile (noi italiani abbiamo chiese bellissime e credo che siano altre le cose interessanti, tipo il Caravaggio della Concattedrale). In pochi passi giungerete alla Piazza San Giorgio, con il Palazzo del Presidente, la Biblioteca Nazionale, un paio di catene di negozi e una fontana che può tranquillamente essere ignorata. Essendo una capitale piccola di un piccolo Stato, ha i principali edifici pubblici concentrati in pochi passi e vi consente di vedere tutto senza grandi sforzi.

Ad ogni modo, la cosa più bella è perdersi per le stradine della capitale (perdersi in senso metaforico, come ho detto, perché di fatto è quasi impossibile) e osservare la vita che vi scorre attraverso: i maltesi che portano a spasso il cane o rientrano dal lavoro, i turisti che si riposano nei bar, i bambini che giocano nelle piazze, con la luce del sole a splendere sulla pietra chiara e sui balconi colorati. A questo punto il giro della Capitale è finito (è piccolina, ve l’ho detto). Un salto ai bastioni (che troverete spesso a Malta) e qualche metro più in là sarete già a Floriana (luogo in cui dormire costa un po’ meno e che è letteralmente attaccato a La Valletta).

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San Giuliano e Paceville: divertimento per studenti, alcol, musica e un paradiso per i giovani

Sono alla mia seconda sera a Malta, ma la prima l’ho sfruttata per fare un giro nell’acquedotto Wignacourt che era vicino a Santa Venera (città in cui ho dormito, del tutto residenziale, meno costosa delle altre più vicine a La Valletta) e per bere birra in una Brewery della zona.

Terminato il giro della capitale, dopo 8 ore di seminario in inglese, rientro a casa al volo a cambiarmi, prendo l’auto e mi dirigo alla celebre San Giuliano, dove molti amici mi hanno consigliato di andare. Lascio l’auto in un garage sotterraneo (il parcheggio è un problema serio nell’isola) e due passi dopo mi ritrovo davanti all’insegna del Bar Native. La Lonely Planet lo consigliava, per cui mi dirigo decisa e sicura alla meta, senza badare al fatto che con i miei 43 anni sono molto al di sopra dell’età media di quelli che incontro. Girato l’angolo, sono travolta dal canto di inglesi che urlano il loro inno da un pub all’altro, in piedi sui tavoli o anche sui balconi, mentre sui monitor danno la partita Spagna-Italia (tifano per la loro nazionale anche quando non gioca). La ressa e il sudore mi riportano immediatamente col pensiero a New Delhi e mi faccio largo a fatica, non prima di aver avviato una diretta su Instagram per essere rintracciabile in caso di morte per asfissia (e ovviamente per comunicare in via immediata il senso di delirio e claustrofobia).

Superata la ressa di inglesi e non ammassati a bere e cantare, arrivo in una piazzetta piena zeppa di poliziotti, pronti a intervenire al minimo starnuto. La gente intorno beve, fuma, barcolla, ride, si spintona amichevolmente, parla a toni altissimi come se tutti fossero invitati a una festa in cui si gareggia a chi se la gode di più, ma la polizia è lì che controlla tutto. E infatti, al minimo accenno di pericolo potenziale vedo due poliziotti camminare con discrezione e parlare agli interessati, calmandoli all’istante. Insomma, delirio controllato, adattissimo alle comitive di studenti o amici e scelto da molti per gli addii al celibato/nubilato. Io e la collega che nel frattempo mi ha raggiunta ci sentiamo fuori luogo e ci spostiamo un po’ più in giù.

A 5 minuti di distanza, un altro mondo: rooftop con serate danzanti e ingresso a 20€ (prezzo che seleziona da sé l’utenza escludendo quelli che ci stanno dando dentro a 1€ a cicchetto), la Spinola Bay con i ristorantini sul mare e le luci soffuse, la scritta LOVE messa al contrario (perché siamo a Malta e si seguono regole locali).

In zona vi consiglio il Twenty Two e le feste dell’Hilton, se cercate una bella vista, un’atmosfera da divertimento più moderato e un’alternativa al bere nei pub.

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Le tre città: Cospicua, Senglea e Vittoriosa

Il secondo giorno, finito il seminario, dismetto in un balzo i tacchi, indosso le Toms e mi lancio lungo il Valletta Waterfront. Questo luogo, che sulla cartina sembra anonimo, è invece delizioso: ci sono baretti uno accanto all’altro con vista sul mare, la musica non è sparata a mille e nel piazzale organizzano spesso degli eventi serali. Da qui, peraltro, si può prendere un comodo ascensore che in pochissimo porta direttamente a La Valletta, evitando ai pigri o agli stanchi di fare salite e scalini e salite e scalini. Il mio precipitarmi però ha un’altra direzione: il traghetto per le Tre città.

Dalla Ferry Station de La Valletta partono con estrema frequenza traghetti che in 10 minuti arrivano a Cospicua, la meno interessante di quelle che sono chiamate le 3 città (Cospicua, Vittoriosa e Senglea) e che a voi sembreranno 3 zone dello stesso quartiere.

Vittoriosa (Birgu) è la più bella, non solo per il nome celebrativo (divenne capitale di Malta dopo la vittoria sugli Ottomani), ma anche per le cose che ha da offrire: la  Sacra Infermeria, la Chiesa di San Lorenzo, il Palazzo dell’Inquisizione, il Forte Sant’Angelo, la Casa Normanna. Tutte queste cose sono concentrate in pochissimo spazio e, a parte il sali-scendi immancabile, tutto è comodamente raggiungibile in pochi passi. La luce del sole e il colore delle case completano lo spettacolo.

Pochi passi dopo Vittoriosa, dall’altra parte del canale, attraversando un ponte si arriva a Senglea. Qui l’atmosfera è diversa: non ci arriva quasi nessun turista e per strada si trovano solo gli abitanti. La religione è esposta ovunque, con le immagini della sacra famiglia e gli altarini quasi in ogni casa. Le signore siedono fuori dalla porta e parlano con le vicine, i bambini giocano liberi e gli uomini bevono al bar birre in lattina. È un mondo senza tempo, che vale la pena vedere (come sempre, un po’ di realtà non può che giovare al viaggio). La camminata arriva fino ai Gardjola Gardens, dalle cui torri si può godere di una bellissima vista sulla capitale, posta sull’altra sponda.

Cospicua non ha elementi di interesse e la vedrete perché ci arriva il traghetto. Un biglietto a/r costa 2,80 euro e vi consente di passeggiare tra due città ricche di storia e di godere di un bellissimo panorama. Malta per me è questo (mare a parte): barocco, sole, storia e tutto a misura d’uomo e di passeggiata.

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Mdina e Barat

Finito il giro alle Tre Città (un paio d’ore in tutto), salgo su un autobus che mi riporti all’appartamento, prendo l’auto e mi dirigo verso Mdina.

Molti mi hanno consigliato di vedere Mdina ed è molto probabile che anche quelli che puntano a un viaggio di mare ci vadano. Mdina è l’antica capitale di Malta, completamente fortificata durante il regno arabo e quindi racchiusa in maestose mura che le conferiscono un aspetto misterioso e segreto. Io ci sono arrivata al tramonto e, essendo molto in alto, mi sono potuta godere un tramonto da sogno sulla campagna circostante.

All’interno, Mdina si snoda attraverso stradine strette illuminate con lampioni a luce calda che creano un’atmosfera raccolta. Di sera il Museo e la Cattedrale di San Paolo (che avrei voluto visitare) sono chiusi, ma passeggiare e perdersi (anche in questo caso in senso metaforico) nelle sue strade, scoprirne gli scorci, ammirarne i palazzi, osservare dall’alto il resto dell’isola come un tempo facevano i soldati, sono tutte esperienze da vivere. La sera che ci sono stata io c’era un vento terribile, tanto che, pur essendo giugno, avevo due giacche. Non so dire se sia sempre ventilata per via della posizione geografica, ma siete avvisati.

Mdina è chiamata la città silenziosa, perché ormai ci vivono solo 400 abitanti ed è quindi pressoché deserta (turisti a parte). Un motivo in più per non perderla, soprattutto di sera.

A Mdina ci sono alcuni ristoranti aperti anche di sera, ma scendendo sotto i bastioni e facendo qualche passo si arriva alla vicinissima Rabat, dove ci sono molti più ristoranti e locali. Qui si trovano anche la grotta e le catacombe di San Paolo (che si dice vi abbia soggiornato), la Domus Romana e Casa Bernard, tutti luoghi che potrete visitare solo andandoci di giorno. A Rabat mi sono trovata con la festa del Corpus Domini, con la città (qualche strada, è minuscola) piena di festoni e il contorno della Chiesa interamente coperto di luminarie colorate (cosa che ho visto anche in altre chiese). La banda suonava, la gente del posto ascoltava rapita e ho avuto così un altro assaggio della religiosità maltese.

 

Silema

Finito il giro culturale, senza mai aver cenato, prendo l’auto e mi sposto a Silema. Questa città è affacciata sul mare, di fronte a La Valletta (le due città sono collegate anche da un traghetto), e sa un po’ di Riccione, con i ristoranti uno accanto all’altro affacciati sul mare, gli ostelli, gli alberghi e ogni attività possibile offerta ai turisti. Ci sono anche ristoranti più di nicchia e l’utenza è varia, da famiglie a comitive di ragazzi, ma senza gli eccessi di Paceville. È un luogo piacevole per passarvi la sera e anche un’ottima scelta per dormirci: è fornito di tutto, è ben collegato a tutto e ha anche il lungomare per fare il bagno. Inoltre, cosa fondamentale, da qui partono i tour in barca verso i paradisi del mare maltese: potrete vedere un sacco di posti evitandovi di guidare sul lato sinistro e di togliere la macchina dal prezioso parcheggio.

Da visitare ci sono la chiesa di Balluta Bay, la costa rocciosa, le statue di Clews e il Tignè Point (il centro commerciale più grande di Malta).

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Il mare di Malta: acque cristalline, spiagge piene di turisti e coste per ogni vento

Sabato mattina, finalmente libera e quindi pronta per il mare. Scegliere le spiagge da visitare non è stato facile, perché ce ne sono tantissime e molte sono raccomandate. Inoltre, dovevo dirigermi a Nord per andare a Gozo, per cui dovevo concentrarmi in quella zona. La mia scelta personale era per Golden Bay, a nord, una spiaggia dorata piuttosto raccolta e abbastanza grande, ma quando ci sono arrivata e ho visto un mega hotel sulla spiaggia ho preferito tornare indietro di qualche centinaio di metri, lasciare l’auto nel parcheggio a pagamento che c’è in alto, scendere 180 scalini e godermi Ghain Tuffieha.

Devo ammettere che quando ho letto di questo posto ho pensato al Porto Selvaggio del Salento o alla Paradise Beach di Phuket, luoghi impervi in cui si arriva solo dopo un lungo cammino, in cui bisogna portarsi acqua e cibo e dove pochi riescono a stare. Invece questi 180 scalini sono volati in un lampo e all’arrivo ho trovato un ristorante/bar/chiosco mega fornito (Singita), gestito da italiani, che offriva qualsiasi cosa compresi lettini e ombrelloni. Il mare non era molto bello, perché il vento ci entrava dritto, ma è una questione di fortuna: meglio controllare da dove arriva il vento e andarci quando soffia verso il mare. Era evidente che con il vento giusto quel mare diventa stupendo!

Comunque, il vento ha reso la sosta meno afosa e molto piacevole e un bagnetto a metà me lo sono fatto, dopo aver bevuto un eccellente espresso all’ombra del baretto. Insomma: bello ma non selvaggio.

Una nota: qui ci si arriva anche in autobus, non occorre avere l’auto. Questo lo rende comodo da una parte, ma anche più affollato dall’altra. Comunque, in spiaggia ci stanno tranquillamente giovani, anziani, famiglie con bambini, a patto di portarsi o di noleggiare un ombrellone (non esiste nessun punto all’ombra).

Avendo l’auto e non avendo un ombrellone, ho preferito risalire i 180 scalini e raggiungere una spiaggia che non è coperta dal servizio pubblico, per evitare un po’ di gente: Paradise Bay (15 minuti di auto). Un parcheggio gratuito, qualche scalino e si arriva davanti a un’acqua cristallina e pulitissima. La spiaggia è piccolina, quindi è meglio arrivare presto. Anche qui ci sono sdraio e lettini, un bar/ristorante e pezzi di spiaggia libera. E qui, senza vento, ho fatto il primo bagno della stagione estiva 2023! Mai arrivata così tardi in vita mia, maggembre quest’anno ci ha rovinati.

Una nota: Paradise bay ha un’esposizione diversa ed è riparata e per questo quel giorno il mare era calmo e più pulito della vicina Ghain Tuffieha. Essendo un’isola ed essendo in questo punto molto stretta, Malta offre la possibilità di scegliere la costa migliore in base al vento: se da un lato ci fosse burrasca, dall’altro potreste trovare acqua calmissima. Consultate bene la condizione dei mari prima di decidere dove andare.

Per arrivare a Paradise Bay, fate una sosta a Mellieha Bay: spiaggia ampia e ben attrezzata, acqua cristallina, strutture e servizi di ogni tipo. È il classico luogo da villeggiatura che non lascia scontenti.

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Il top del mare maltese: Comino, Cominotto e Blue Lagoon

Dopo Paradise Bay, mi dirigo verso l’imbarco del traghetto per Gozo. Qui ho scelto male l’orario (le 14): ci è voluta un’ora per riuscire a salire sul traghetto, tante erano le auto in coda. Se dovete andare a Gozo senza dormirci, meglio andarci senza auto in modo da poter salire sul primo traghetto in partenza. Se la vostra meta è la Blue Lagoon, meglio prendere una barchetta che ci va direttamente e lasciar perdere Gozo.

Io a Gozo avevo deciso di passarci una notte, per visitare un’isola diversa, e quindi questa tortura della fila me la sono dovuta sopportare in pieno.

Arrivata a Gozo, ho preso subito una barchetta per la Laguna Blu, perché ormai erano quasi le 16 e l’ultima navetta di ritorno è alle 18. L’arrivo alla Laguna Blue a quell’ora era comunque una scelta: il posto si riempie di turisti in modo assurdo ed è difficilissimo trovare un luogo comodo per stendersi. L’unica soluzione è andarci la mattina presto o alle 16. E infatti al mio arrivo la gente che lasciava l’isola era il triplo di quella che ci stava andando (io evito sempre gli orari di punta, quando posso). Ho prenotato una sdraio a 5 euro e mi sono buttata in uno dei mari più puliti e cristallini mai visti. La Laguna è protetta da Cominotto (che sta dall’altro lato) e quindi il mare è calmo e la corrente ridotta.

Per chi vuole un po’ più di pace, si può scegliere di portarsi dietro le cose con un materassino o una borsa impermeabile e nuotare per alcuni metri fino a Cominotto, dove c’è la spiaggia e non c’è praticamente nessuno (non ci sono però chioschi o lidi).

La Blue Lagoon in effetti è un insieme di rocce piuttosto scomode, lasciata selvaggia per buona parte. Ci sono chioschi che vendono cocktail da bere dentro un ananas e troverete tracce di questi aperitivi ovunque. L’isola è comunque tenuta pulitissima, nonostante il numero di persone che ogni giorno la prendono d’assalto e consumano un drink dopo l’altro.

La Blue Lagoon è assolutamente da vedere. Andateci presto o tardi, adattatevi a stare attaccati alle altre persone, nuotate fino a Cominotto, fate come vi pare ma non la perdete perché è il mare più bello che troverete.

Alle 18:20 riparte la mia barchetta verso Gozo e arrivo che è quasi il tramonto. Giro con l’auto in cerca di un punto da cui vedere il tramonto, ma incontro solo scogliere alte che lo coprono. Non c’è tempo per arrivare dall’altra parte dell’Isola e quindi mi godo l’arancione del sole dietro le scogliere.

Gozo: un’isoletta tranquilla, per respirare un po’ di relax

Rientro, doccia veloce e via a Victoria/Rabat, la capitale di Gozo (dove peraltro dormo). Victoria è in sé piccola e poco interessante, ma ha la Cittadella (IL-Kastell) che è assolutamente da vedere. La Cittadella è una vera cittadina (in dimensioni maltesi) fortificata, con le mura alte a proteggere dai nemici, le fessure per le guardie, i cannoni nei punti strategici, il fossato e tutto ciò che vi aspettereste da una struttura destinata alla difesa. Dentro ci sono una bellissima Cattedrale, un museo e numerose casette. Anche qui il vento soffiava fortissimo e faceva molto più freddo che in città e del resto era sera e c’eravamo solo io e un gruppo di sei studenti dell’EF. L’atmosfera me l’ha fatta apprezzare ancora di più: è stato come vivere in un’epoca lontana nel tempo.

Per cenare, dopo un rapido giro di Victoria mi sono arresa a restare nella piazza San Giorgio, l’unica in cui ci fossero ristoranti aperti alle 22. La cosa positiva è che la cucina è buona e che parlano quasi tutti italiano, per cui anche chi non conosce l’inglese non avrà problemi.

Gozo me la sono girata molto in auto alla ricerca di un tramonto e l’ho apprezzata per le alte scogliere, i paesaggi selvaggi e i paesini. Non sembra presa d’assalto dai turisti e l’atmosfera è quella del luogo di villeggiatura meno frequentato, cosa che la rende di certo più piacevole di Paceville. Però, vista anche la difficoltà di prendere il traghetto in auto, più di una notte non consiglieri di farla e in ogni caso sarebbe meglio andare solo a vedere la Cittadella e rientrare nella più vivace Malta.

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Malta sud e Marsaxlokk

L’ultima mattina sono scesa da Gozo fino al Sud di Malta (prendendo il traghetto alle 8:15 di mattina non ho dovuto aspettare per niente), andando a Marsaxlokk. Questo villaggio di pescatori è conosciuto per le coloratissime barchette con gli occhi di Osiride ai lati. È pieno di turisti, ma molto caratteristico e accogliente e ci ho trovato davvero i pescatori che ritiravano le reti sulle barchette colorate.

A pochi km di distanza si trova la St. Peter’s Pool, che si può raggiungere in auto o in taxi. Qui si trova una specie di piscina naturale dove l’acqua è limpidissima. Si tratta di scogli, ma è molto agevole la discesa. Unico problema: quando ci sono stata era pieno di meduse e nessuno faceva il bagno. Chi lo ha fatto è stato punto, ma non è sempre così: bisogna avere fortuna.

Alle piscine di San Pietro c’è solo un baretto gestito da un tipo antipaticissimo che ha il gulasch ma non il caffè, non ha il bagno, non ammette animali, non ha cibo per bambini, non consente di stare a prendere ombra (sugli scogli il sole batte fortissimo). Non mi sembra un luogo in cui passare un’intera giornata, ma certamente un salto va fatto: l’acqua è bella, pulita e fresca.

Malta sì o Malta no?

Se chiedete opinioni su Malta a chi ci è stato, probabilmente riceverete risposte diverse: gli studenti della EF vi diranno che è stata la vacanza (studio?) più bella della loro vita, le famiglie vi diranno che era bello ma pieno di gente, quelli che in Italia vivono in posti come il Salento o la Sardegna vi diranno che non era niente di particolare. Io – che vivo in Salento – posso confermare che il mare è bello come è bello qui nel leccese, con la differenza che molte spiagge sono piccole e quindi la gente vi si ammassa. Il barocco è anche quello un po’ come a Lecce; quindi, non ci ho trovato grandi differenze rispetto a casa, a parte le cabine telefoniche e la guida all’inglese.

Per il mare all’estero e vicino casa consiglierei mille volte la Grecia, che ha una costa vastissima, il mare più bello e i prezzi più bassi. Però una visita a Malta secondo me va fatta, sapendo che non sarà un mondo del tutto diverso ma rendendosi anche conto che ci è passata tanta storia e che è uno Stato piccolo che tanto ha lottato per difendersi.

I trasporti funzionano benissimo, sia quelli pubblici che Bolt/Uber (inclusi bici e monopattini). Per l’auto la guida a sinistra non è un problema (ricordate però che dovete guardare prima a destra e poi a sinistra, per non avere sorprese), mentre lo è trovare parcheggio, soprattutto nelle città residenziali o nella capitale (io ho beccato una multa per sosta fuori dalle strisce, 23 euro, ma non avevo trovato altro e alla fine è stato come pagare un po’ caro un parcheggio).

Il cibo ricorda molto quello italiano e ci sono tantissimi ristoranti o ristoratori italiani. In molti parlano l’italiano oltre all’inglese (tenetelo presente se puntate a una vacanza studio, perché non sarà full immersion) e gli italiani sono ovunque. Le distanze sono brevi, ma rallentate dal traffico e dagli infiniti sali-scendi che rendono i panorami più suggestivi. La natura è varia, l’architettura notevole e ci sono anche siti preistorici (che però non ho visitato). Io ci ero andata con le aspettative basse e alla fine mi è piaciuta molto di più di quanto immaginassi. E ci tornerei volentieri, soprattutto con un gruppo di amici per godermi un po’ di mare senza lo stress dei viaggi di lavoro, con la serenità che uno Stato così piccolo e interamente circondato dal mare sa dare.

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