Da Livigno all’Engadina

Un weekend in quota tra stambecchi e specialità valtellinesi.
Scritto da: alvinktm
da livigno all'engadina
Partenza il: 03/08/2013
Ritorno il: 04/08/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Spesso sottovalutiamo quello che abbiamo vicino a casa, troppe volte a causa della fretta non sappiamo apprezzare ciò che la natura ha creato proprio intorno a noi. A volte occorre fermarsi e camminare piano tra le alte montagne, faticare per raggiungere la cima inspirandone l’aria frizzante. Godere di una vista mozzafiato che riempe il cuore e alla sera apprezzare le saporite specialità gastronomiche che custodiscono secoli di storia.

Livigno, oltre a essere nota in tutta Italia per i suoi privilegi di zona extradoganale, è altrettanto famosa per le bellezze paesaggistiche.

Adagiata in un’incantevole conca a 1800 metri di altezza, circondata da pascoli, pinete e da moderni impianti per la pratica dello sci, rappresenta un ottimo punto di partenza sia per esplorare il territorio circostante che per raggiungere la vicina Svizzera e in particolare l’Engadina.

Per salire al piccolo Tibet (così è anche chiamata Livigno) si può percorrere tutta la Valtellina fino a Bormio e inerpicarsi lungo la strada statale 301 che conduce prima ai 2291 metri del Passo del Foscagno e poi al montano centro abitato; oppure varcare il confine svizzero situato appena dopo la cittadina di Tirano. Da qui si abbandonano i tipici terrazzamenti valtellinesi su cui crescono opulenti vigneti, dai quali si ricavano ottimi vini, e floridi frutteti.

Nelle calde serate estive queste colture diventano inconsapevoli protagoniste di giochi d’acqua eccezionali grazie: agli impianti d’irrigazione che sprigionano a pioggia il liquido vitale sulle foglie e i raggi del sole che disegnano splendidi arcobaleni.

Scegliamo di avventurarci in Svizzera lungo la strada che sale al Bernina e a pochi chilometri dal passo giriamo a destra e rientriamo in Italia per l’ascesa al Passo della Forcola, 2315 metri. Non scendiamo però a Livigno ma sostiamo sul valico per intraprendere una magnifica camminata fino alla cima del Monte Vago.

Il sentiero ben segnalato serpeggia tra i pascoli e man mano che si sale gli edifici della Forcola diventano sempre più lontani. Vediamo le auto percorrere come formichine la strada asfaltata mentre noi ci inerpichiamo verso il cielo. L’erba bassa dei prati pian piano lascia il posto al grigiore dei sassi che ogni anno, durante lo scioglimento della neve, scivolano lungo i canaloni. Attraversiamo qualche tratto ricoperto ancora dal candido manto freddo ed è stupendo fermarvisi in pantaloni corti e canottiera sotto il caldo sole d’agosto.

Continuiamo a salire e a un tratto, più in basso alla nostra sinistra, il laghetto di Vago di un azzurro celestiale appare come una pennellata di colore su una tavolozza vuota.

La fatica comincia a farsi sentire, dobbiamo camminare lentamente perché il respiro diventa affannoso; il sentiero si confonde fra le rocce aguzze e prosegue sulla cresta della montagna. Da lontano pare impossibile che una persona possa procedere tra quei pinnacoli rocciosi, tuttavia man mano che si avanza il tracciato compare come per magia e le segnalazioni bianche e rosse divengono visibili.

Seguiamo con gli occhi la croce posta in cima al Monte Vago come un faro in mezzo al mare e finalmente, dopo tanta fatica, arriviamo al suo cospetto a 3058 metri di quota. Il panorama è spettacolare e si apre a 360 gradi intorno a noi. Nonostante sia il prima week-end di agosto su questo minuscolo terrazzo naturale non c’è nessuno, quindi possiamo godere senza fretta della bellezza del luogo.

Dominiamo l’intera vallata di Livigno e ammiriamo i laghetti della Forcola e della Valletta adagiati su stretti altopiani ai piedi di ghiacciai eterni. In lontananza riconosciamo la forma conica del Pizzo Scalino e più vicino intravediamo la strada che conduce al Passo Bernina con i suoi laghi dal tipico color verde glaciale e l’ampio ghiacciaio.

Scattiamo centinaia di foto e col binocolo avvistiamo due camosci superare con agilità ostacoli che per noi uomini sono improponibili: che spettacolo!

Valtellina è sinonimo di elevate catene montuose, bellezze naturali, prodotti tipici, cortesia degli abitanti e soprattutto di specialità gastronomiche appetitose alle quali è impossibile rinunciare. La sera, al rifugio Tridentina sul Passo della Forcola, gustiamo i pizzoccheri (una sorta di tagliatelle al grano saraceno bollite insieme a patate, verze o coste e poi condite con abbondante formaggio casera, grana padano, pepe e salvia con aglio abbrustoliti nel burro), la polenta coi funghi accompagnata da un ottimo bicchiere di vino rosso e per finire un rinfrescante sorbetto al braulio (amaro a base di erbe).

Dopo l’abbondante cena scendiamo al piccolo Tibet dove passare una serata rilassante passeggiando tra i negozi aperti fino a tardi. Poi, esausti, ci ritiriamo nell’accogliente hotel Piccolo Mondo in cui gli animali sono i benvenuti e alloggiano gratis e nella camera in legno con balcone Alvin, il nostro cagnolino, è il primo a cadere in un sonno profondo.

Il mattino seguente, soddisfatti da una colazione degna di un albergo a cinque stelle, varchiamo nuovamente i confini svizzeri. Superiamo l’legante località turistica di St. Moritz, nota in tutto il mondo per il suo charm e i lussuosi grand hotel, e proseguiamo verso i laghi di Champfer, Silvaplana e Sils nell’alta Engadina.

L’Engadina è una valle che si estende per circa 80 chilometri dal Passo del Maloja fino al confine con l’Austria. Attraversata dal fiume Inn, è ricca di villaggi pittoreschi, percorsi ciclabili, prati che lasciano spazio a rigogliose pinete, sentieri e passi alpini adorati dagli amanti delle due ruote con e senza motore.

Kitesurf e barche a vela vivacizzano le acque cristalline dei laghi e le persone, distese al sole sull’erba delle loro rive, ricreano un’atmosfera di mare all’insegna della sobrietà, della pulizia e del rispetto della natura.

Percorriamo questo paradiso fino al Passo del Maloja dove parcheggiamo l’auto e proseguiamo a piedi costeggiando il lago di Sils lungo la comoda pista ciclabile in direzione St. Moritz. Le indicazioni per la Val Fedox s’incontrano dopo venti minuto di cammino, dove un tracciato sterrato sale gradevole sul fianco della montagna regalando dei panorami da cartolina del fondo valle.

Le poche casupole di Isola si adagiano ai piedi del pendio ricoperto di pini e lasciano il posto a un verdissimo triangolo di pascoli che si allunga nel lago di Sils quasi a volerlo strozzare, per sfiorarne la riva opposta. Le diverse sfumature dell’acqua dovute alla varia natura dei fondali donano un accento tropicale al panorama tipicamente alpino.

E’ possibile godere di questa incantevole vista finché la strada non svolta verso destra per raggiungere una malga, unico e isolato insediamento umano all’inizio della solitaria Val Fedox. Da qui un percorso pianeggiante si snoda vicino al tranquillo rio Fedoz e conduce al termine della vallata, chiuso da ripide scarpate e sorvegliato dai ghiacciai.

Come sul vicino Monte Vago si possono avvistare camosci e stambecchi incuriositi dai pochi escursionisti che giungono in questi luoghi per assaporare la maestosità della montagna.

Scenari favolosi e cucina ghiotta rendono questo itinerario appetitoso sia per gli occhi che per la gola e quindi assolutamente da consigliare.

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Vallata di Livigno vista dal Monte Vago

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Panorama dal Monte Vago

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Monte Vago, 3058 metri di altezza

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Splendido Paesaggio engadinese

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L'Engadina vista dalla strada verso la Val Fedox

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Laghetto di Vago e Passo della Forcola

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kitesurf nel lago di Silvaplana, Alta Engadina

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Le sfumature di colori del lago di Sils, Alta Engadina

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Val Fedox



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