Crociera lungo l’Europa occidentale

Crociera che ci ha toccato il cuore, porti in città incantevoli, cibo in abbondanza, divertimento continuo con l'animazione
Scritto da: dragone.80
crociera lungo l'europa occidentale
Partenza il: 22/05/2015
Ritorno il: 02/06/2015
Spesa: Fino a €250 €
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Crociera intorno all’Europa occidentale con Costa Crociere.

Indice dei contenuti

Partenza 22 maggio con Costa Fortuna.

 

Tappe: Savona, Marsiglia, Palma de Maiorca, Malaga, Cadiz, Lisbona, Leixoes-Porto, La Coruna, Le Havre, Dover, Amsterdam.

Premetto che in ogni porto c’è un punto informazioni in inglese ed in lingua del luogo, tutti forniscono le cartine della città e le informazioni su quali mezzi prendere per raggiungere il centro storico.

Inoltre, le visite delle città possono essere fatte da soli, consiglio invece le escursioni con Costa in merito a La Coruna (Spagna) e Le Havre(Francia), poiché vale la pena andare a Santiago de Compostela (da La Coruna) ed in una delle tappe proposte in Francia (eccetto Parigi, il tempo è troppo poco, vedreste tutto di corsa).

Partenza col treno notturno per raggiungere prima Genova e poi, con un regionale, Savona.

Dopo aver visitato Savona in maniera molto superficiale, ovviamente senza perderci la Cattedrale di Santa Maria Assunta, con accanto la cappella Sistina, meno famosa dell’omonima romana ed è stata fatta costruire da Papa Sisto IV come mausoleo per i suoi genitori. È possibile visitarla con una guida per la modica cifra di 2 euro, purtroppo non si possono fare fotografie.

Passeggiando per Savona ci siamo imbattuti in varie chiese, fatto una sana colazione presso il “Caffè Caboto”, attraversato le belle piazze Raffaele de Ferrari e piazza Mameli, dove si trova il monumento ai caduti “rintocchi e memorie”, imbattuti in vari palazzi particolari, nella Torre Leon Pancaldo e nel Porto.

Qui, ci siamo avvicinati alla nave Costa, abbiamo consegnato i bagagli (che abbiamo poi ritrovato in cabina), ci hanno fornito un numero ed abbiamo aspettato almeno un’ora e mezza per il controllo documenti e carta d’imbarco, la sala di accoglienza è veramente ampia, ma l’attesa ad un certo punto diventa snervante senza fare nulla, perciò consiglio di comprarvi qualche rivista prima di entrare perché nella sala non vi è assolutamente nulla, eccetto un bagno ed un bar, dove non vale la pena spendere visto che all’interno della nave sarete accolti da “abbondante e calorico benvenuto”.

In nave abbiamo abbondantemente mangiato (si trova veramente di tutto), arrivati in stanza purtroppo abbiamo trovato il nostro gabinetto notevolmente sporco di feci e non l’abbiamo potuto usare per un paio di ore (fino all’arrivo dell’addetto in stanza). Quando tutti si sono imbarcati, siamo stati avvertiti dall’annuncio e successive sirene di un’esercitazione di emergenza, obbligatoria per tutti gli ospiti. Sui letti abbiamo trovato le carte costa magnetiche e personali da usare per pagare qualsiasi cosa (in nave niente contanti ma solo carta costa, per cui state bene attenti perché i soldi vanno via per bibite, giochi, fotografi costa, beauty…e non ve ne renderete neanche conto, eccetto l’ultimo giorno quando vi troverete a consegnare la carta costa e pagare con la carta di credito) ; comunque è possibile controllare il tetto di spesa tutti i giorni. La stessa carta inoltre si deve esibire ad ogni porto se si sbarca.

Sulla nave è possibile trovare di tutto: palestra, bar, beauty, sauna, piscine, manicaretti a tutte le ore, piccola biblioteca, casinò, teatri, sale danza, animazione bambini (Squok), negozi. Ogni giorno viene lasciato sul letto il programma del giorno dopo con tanto di escursioni, orari pranzi e cene, orari spettacoli teatrali, notizie meteo.

La nave è partita nel pomeriggio costeggiando la Liguria ed è arrivata nel porto alle 8 del mattino, l’attracco si sente notevolmente per cui se non volete essere svegliati vi suggerisco di mettere la sveglia poco prima e di andare a godervi la colazione. Tenete presente che scendono prima i passeggeri che hanno prenotato le escursioni per cui gli altri scenderanno dalla nave circa mezz’ora più tardi. Noi non abbiamo mai usufruito delle escursioni, anche perché la maggior parte delle città dove abbiamo attraccato le avevamo già visitate, per cui ci siamo organizzati per vedere ciò che non conoscevamo.

Arrivati a Marsiglia non abbiamo usato la navetta messa a disposizione da Costa per € 10,95 a/r, poiché a neanche 5 minuti a piedi c’è la navetta portuale che è gratis, porta all’uscita del porto, ci siamo recati verso Place de la Joliette (uscita del porto-sinistra- 1°a dx) dove passano tantissimi autobus. Vicino la Joliette vi è il centro commerciale “les terrasses du port”, può essere un’informazione utile per il wifi (ricordate che sulla nave costa veramente troppo, quindi quasi nessuno si collega”.

In piazza abbiamo preso l’autobus 35 (1,5€ a pp gratis il bambino) per arrivare al vecchio porto (vieux port), in zona c’è l’ufficio del turismo per il recupero di qualche mappa, c’è inoltre la possibilità di prendere una nave (un’altra? Già state scendendo da quella da crociera mi direte voi!) per andare verso l’Ile d’If, la nave effettua almeno 2 fermate una su un’isoletta per i bagnanti (il mare è splendido e pulito) e l’altra all’isola d’If dove si trova il castello che ha ispirato Dumas per “Il conte di Montecristo” (Il castello/prigione è molto bello, ma la scelta deve essere ponderata, avete poche ore o andate verso l’isola e vedete Marsiglia dal mare o visitate la città). Dal vecchio porto ci siamo diretti verso la medievale Abbazia di San Vittore, costruita sui resti di una necropoli, vale la pena spendere pochi euro per vedere la cripta ed è considerata uno dei luoghi più sacri della città, ci siamo fermati poi al Four des Navettes (rue Sainte) – la più antica panetteria di Marsiglia- e nello stesso edificio “les savons de Saint Victor” – dove poter acquistare uno dei famosi saponi. Avendo noi già in passato visitato Marsiglia abbiamo evitato di vedere le stesse tappe ma sicuramente vale la pena vedere Saint Vincent de Paul à la Riformes (ad un km dal vecchio porto) e soprattutto Notre Dame de la Garde, da cui potrete vedere tutta Marsiglia.

Con i mezzi pubblici siamo arrivati allo Stadio Vèlodrome dove gioca l’Olimpique Marsiglia e poi verso Citè Radieuse di Le Corbusier, dove sono visitabili 3 piani, ma purtroppo non rende più come nei sogni del grande architetto. Al ritorno abbiamo preso la metro rossa a Rond Point du Prado e siamo scesi a la Joliette, da qui ci siamo diretti verso la Cathedrale de la Major, che purtroppo per l’ennesima volta abbiamo trovato chiusa, questa volta per “la festa degli adulti”! (controllate bene sul sito orari e giorni di apertura e se proprio ci tenete contattateli).

Tornati sulla nave siamo partiti verso Palma de Maiorca.

Già dalla nave è possibile godere delle bellezze maestose di Palma: la cattedrale e Castello de Bellver.

Subito fuori dal porto ad attendere i turisti carrozze con cavalli, taxi, autobus panoramici (4,5€), pedalò, bus (1,5€), a seconda delle vostre tasche. Noi abbiamo preso il bus n 2 che ci ha condotti poco distante da Passeig de Sagrera, dove si trova un bell’edificio in arte gotica Llotja; accompagnati dalle palme, ci siamo diretti verso la zona storica dove si trova la Cattedrale, qui non si possono fare foto ed inoltre essendo domenica siamo potuti entrare per la Messa, non per turismo (c’è una celebrazione ogni ora – non si può accedere a messa inoltrata). Dopo la messa ci siamo persi tra le stradine di Palma, le sue chiese, come quelle di San Francesco e Santa Eulalia, i negozietti, le pasticcerie, le famose perle (vere e non, quindi state attenti e non fatevi ingannare), gli archi, i balconcini, parc de la Mar… arrivati a Placa Major, non volendo aspettare il bus che non arrivava, e volendo continuare a godere della città a piedi, ci siamo fatti una passeggiata di mezz’ora per raggiungere Placa de Toros e vedere l’Arena. Al ritorno bus fino a Placa Major ed un altro per il porto.

Anche questa volta siamo rientrati in tempo sulla nave, ci godiamo lo spettacolo teatrale e ci prepariamo per la serata di gala.

La nave è ripartita nel primo pomeriggio ed ha costeggiato l’isola di Ibiza e la penisola Iberica tutta la notte e la mattina per arrivare nel primo pomeriggio a Malaga. La mattina in nave, dopo un’abbondante colazione, partecipiamo a dei giochi a quiz, ad una lezione di ballo, a giochi di animazione come “il lancio della ciabatta” o “dell’hulahop”, mio marito è arrivato primo vincendo un piccolo omaggio Costa, io ho fatto la mia ultima figura… ma mi sono rifatta (aiutata da mio figlio) con i giochi degli animali disegnati, indovinandoli tutti e vincendo un altro premio!

Dopo aver pranzato sulla nave (il pranzo inizia alle 11.45) siamo sbarcati a Malaga in perfetto orario. Da Malaga è possibile raggiungere Granada, ma non essendo mai stati in questa città spagnola abbiamo preferito visitarla.

Malaga ci ha accolto da un lato con fiori e piante rigogliose di ogni genere, dall’altro con lavori pubblici che rendevano confusionaria la passeggiata con frastuoni vari ed un continuo saliscendi dal marciapiede. Vedere Malaga con poche ore a disposizione è semplice, il centro non è grande e la distanza dal porto non è notevole. Per uscire dal porto ci ha accompagnato il bus portuale (gratis) e con una passeggiata di 15 minuti siamo arrivati alla cattedrale, ci siamo anche fermati al McDonald’s, non per mangiare ovviamente (con tutto quello che si mangia in nave!) ma per sfruttare il wifi e telefonare o mandare messaggi ai nostri genitori usando un famosa app gratuita. Solo esternamente abbiamo fotografato l’Alcazaba, (chi compra il biglietto per l’Alcazaba ha uno sconto per il castello di Gibralfaro) il Palazzo episcopale; abbiamo goduto della passeggiata tra le caratteristiche viuzze, Calle Granada (dove c’è la chiesa di Santiago dov’è stato battezzato Picasso – purtroppo era chiusa), Plaza de la Costitution. A Calle Bolsa vi è una scultura particolare chiamata L’Ave Quiromantica, a forma di “colomba-mano”; un’altra statua carina è quella di Christian Andersen a piazza della Marina. Ovunque vi sono sculture, artisti di strada, oggetti particolari, sorrisi e disponibilità. Poco distante dal porto c’è plaza de Toros “La Malagueta” con la classica arena, ma avendo noi visto quella a Palma abbiamo evitato di andare a visitare anche questa.

Rientrati al porto, sempre utilizzando il bus portuale gratuito ci siam fermati nei vari duty free e poi siam risaliti sulla nave. Stasera serata anni 70-80, che evitiamo per stanchezza per cui non vediamo neanche la nave superare lo stretto di Gibilterra ed immettersi nell’Oceano Atlantico.

Alla buonora arriviamo a Cadiz (Cadice), la città più antica della Spagna ed una di quelle che mi è rimasta nel cuore.

Tutto ciò che a noi interessava visitare di Cadiz siamo riusciti a vederlo nelle poche ore a disposizione ed a goderci la solarità della città e trascorrendo anche parte del nostro tempo al mercato cittadino. C’è la possibilità di partire da Cadiz per andare a Siviglia, ma anche in questo caso abbiamo preferito visitare una città che comunque non abbiamo mai visto.

La nave ha attraccato quasi all’uscita del porto, dopodiché ci siamo trovati nei pressi di Plaza de Espana, dove si trova il monumento alla costituzione del 1927. Decidiamo di fare il percorso più lungo, la passeggiata è notevole, fortuna che vi siano numerosi punti verdi con panchine, fontanine e bar ed uno splendido lungomare. La villa comunale prima, il parco Genovese poi sono fantastici, con alberi di varie specie, ben curati e sistemati, un piccolo parco giochi, dei finti dinosauri, un ponticello in legno con un paio di piccole cascate d’acqua. Dopo il parco, siamo arrivati a Playa La Caleta, dove hanno girato scene di uno dei film di “007” e dove si trovano ai lati opposti il Castillo di Santa Catalina ed il Castillo di San Sebastiano nonostante fosse maggio ed un tempo da manica lunga, vi erano già diversi bagnanti e noi ci siamo semplicemente bagnati fino alle ginocchia… è già qualcosa!

A questo punto abbiamo lasciato il lungomare e ci siamo addentrati nella città perdendoci tra le stradine del centro storico, cogliendo così cose che ci saremmo persi restando incollati alla cartina (compreso dolcini vari e regalini magnetici). Arrivati alla Torre Tavira (Calle Marques del Real Tesoro), siamo stati attirati da alcune grida, si trattava dell’ampio mercato centrale (in Plaza Libertad), in parte coperto in parte all’aperto, dove erano esposte numerose specie di pesce, lumache (di mare e di terra), poche macellerie, squisite e grosse ciliegie, splendide mantelle spagnole. Arrivati davanti alla Cattedrale (a pagamento) ci siamo buttati sugli scalini per riposarci ed abbiamo notato, proprio di fronte all’imponente luogo di culto, la famosa “Cerveceria 100 Montaditos”, così abbiamo pranzato coperti dagli ampi ombrelloni nell’immensa piazza, accanto ad alcuni animatori Costa Crociere.

Rifocillati ci avviamo verso Plaza San Juan de Dios, dove si trovano la chiesa omonima ed il Municipio, una lunga passeggiata ci porta alla nave. Ci aspettano la lezione di cha cha cha col maestra Warren e stasera il Karaoke.

Essendo costosa la connessione la bellezza è che sembra essere nel passato, nessuna ha cellulari e ipad. Meraviglioso!

27 maggio

Un’ora prima dell’arrivo a Lisbona salgo sul ponte più alto della nave per fotografare la città, l’ho già vista un paio di anni fa, ma vista dalla nave, sul tranquillo Rio Tejo, fa un altro effetto; da un lato la Torre di Belem ed il Monumento ai navigatori, dall’altro il Cristo Rei (quello più piccolo però non quello di Rio de Janeiro) ed intanto passiamo sotto al Ponte XXV Aprile , il più lungo d’Europa.

9 ore a disposizione non sono tantissime per vedere la capitale, ma nel nostro caso erano poche le cose rimanenti da vedere.

– Sicuramente se Lisbona non è stata mai vista occorre andare nella zona antica, l’Alfama, l’unica zona non distrutta da terremoti, tsunami e guerre, dove si trova la Sé Velha-la cattedrale vecchia, dove si trova anche il fonte battesimale di Sant’Antonio- e la Igreja de Sant’Antonio, dov’è nato il famoso Santo. Nella cripta vi è l’inginocchiatoio dove pregò Papa Giovanni Paolo II. L’Alfama è un’ottima palestra, continui saliscendi. I due luoghi di culto distano una pio di minuti a piedi. A qualche altro minuto in salita trovate il Miradouro (la veduta) di Santa Luzia, con l’omonima chiesa. Se potete prendete l’Electrico 28, che attraversa la città.

Tornando al nostro giro, da dove la nave ha attraccato è stato possibile vedere la cupola del Pantheon, ma ci siamo diretti nella direzione opposta avendolo noi già visto, abbiamo percorso strade non molto curate e non turistiche, finchè non siamo arrivati nella splendida e solare Piazza del Rossio, da dove è anche possibile vedere la semidistrutta chiesa del Carmine, ci siamo fermati alla Confeiteria Nacional e poi ci siamo diretti verso Praca Restauradores, dove si trova il teatro Eden, abbiamo superato l’Hard Rock ed arrivati a Rua de Sao Josè abbiamo preso l’Ascensor do Lavra (la funicolare di oltre 120 anni) per arrivare al Miradouro e Jardim do Torel, ma purtroppo con gli alberi notevolmente cresciuti la veduta (miradouro) è veramente limitata. Ma noi dovevamo battere zone diverse e quindi andava bene anche questa veduta. Non volendo aspettare il pullman e pensando che il punto da raggiungere fosse più vicino abbiamo raggiunto con non poche difficoltà Piazza Principe Real con i giardini ed l’Embaixada, le cui sale sono state restaurate per creare una particolare zona commerciale mantenendo il profilo storico architettonico. Di fronte all’Embaixada abbiamo preso il pullman fino a Praca Figueira, qui siamo suliti sul bus 15 E per raggiungere la zona di Belem, ma non per vedere il Monastero o la Torre o il monumento ai navigatori (già visti la volta scorsa) ma per andare a gustarmi ancora una volta una pasteis (mi sono rimaste nel cuore dall’ultima volta!) alla famosa pasticceria di Belem

A questo punto, dal momento che si stava facendo tardi abbiamo ripreso il 15 E per arrivare in zona porto e imbarcarci verso Leixoes.

La sera ci siamo goduti, oltre ad un magnifico pranzo, lo spettacolo di canzoni internazioni di Angela Benn ed infine i balli in zona piscina, tutti rigorosamente vestiti di bianco.

Il 28 trascorriamo il nostro anniversario a Porto; in realtà lo sbarco è a Leixoes, 9 km dalla grande città, per cui occorre uscire dal porto (con il bus gratuito), attraversare la strada ed arrivare alla fermata della metro leggera (somiglia più ad un tram lungo) superiore che permette di vedere già parte di Leixoes e parte di Oporto. Anche in questo caso evitate di prendere il bus di Costa spendereste 10 euro a testa inutilmente.

Conosciamo già Porto e non si differenzia molto da Napoli, vicoli, lavori stradali, panni stesi tra due balconi dirimpettai, gente che grida, odore del mare, gabbiani. Ci piace.

Scendiamo alla fermata Trindade (se non erro tutte le metro passano per Trindade) , ci avviamo verso Avenida dos Aliados, dove impera la Camara Municipal, passiamo davanti ad un particolarissimo McDonald’s stile liberty (in zona vi sono la Torre dos Clerigos, la Livraria Lello, dove hanno girato una scena di Harry Potter , il caffè Galerie de Paris, davvero particolare, un po’ più in lontananza La Capela das Almas), superiamo la splendida e maiolicata Stazione di Sao Bento per dirigerci verso Palacio da Bolsa, una delle poche cose che non avevamo visto nell’ultimo viaggio. Dopo esserci prenotati per la visita delle 12 in spagnolo (le visite sono solo in portoghese, spagnolo ed inglese), dovendo attendere un po’ di tempo, facciamo qualche fotografia al Ponte Don Luis, sul fiume Ribeira, che porta al paese di Vila Nova de Gaia, famoso perché qui vi sono una serie di fabbriche produttrici del famoso vino liquoroso Porto (noi in passato abbiamo visitato la Sandeman). Accanto al Palazzo della Borsa vi sono la chiesa di San Francesco (che con i suoi 200 kg oro ha proprio poco di francescano) ed un bel giardino per rilassarsi.

Torniamo sugli stessi passi, riprendiamo la metro, ci fermiamo in un grande supermercato a Leixoes per fare scorta d’acqua; ci avviciniamo al mare solo per bagnare i piedi, purtroppo siamo quasi in ritardo e riprendiamo la nave, se avessimo avuto almeno un’ora in più avremmo fatto sicuramente il bagno.

In nave evitiamo di partecipare a qualsiasi attività, siamo veramente stanchi; la sera invece assistiamo allo spettacolo teatrale sulla navigazione da Noè a Costa Fortuna e partecipiamo alla serata Carnevale, sono presenti anche tutti bimbi dello Squok animazione e mio figlio è vestito da Higuain, giocatore del Napoli (avevo portato il vestito sapendo da altri diari che spesso viene organizzata la serata carnevale). Purtroppo allo Squok viene lasciato poco spazio ed il gruppo ha dovuto attendere almeno 20 minuti prima di entrare in pista, accolto dalla band, per fare semplicemente un trenino di neanche 5 minuti. Questa per me è stata una pecca, poiché la band invece di continuare a suonare musiche varie per 20 minuti, avrebbe dovuto suonare la musica per i bimbi e farli andare, senza farli scocciare in attesa accanto alle scale… piccola parentesi.

Durante la notte superiamo il Portogallo per entrare nuovamente in confine spagnolo, la mattina alla 8 la nave attracca al porto de La Coruna, una delle città marittime più importanti della penisola.

Se proprio siete sostenitori delle escursioni organizzate da altri, qui vi suggerisco di acquistare quella di Costa Crociere per dirigervi a Santiago de Compostela, avendola noi già vista siamo rimasti, senza nessun pentimento, a La Coruna.

Poco distante dal porto abbiamo preso il bus numero 3, che percorre gran parte della città, per arrivare poco distante da un enorme ed antico faro conosciuto come Torre di Ercole; qui lo spettacolo è a dir poco meraviglioso, e da sopra la torre, oltre allo splendore naturale è possibile anche vedere una rosa dei venti.

Con i suonatori di cornamusa nei dintorni che suonavano musica celtica, le onde del mare che si infrangevano contro le coste ed un panorama mozzafiato mi sembrava di essere in un sogno.

Ci siamo poi fermati in un parco poco distante, dove ci sono degli attrezzi sportivi e giochi in legno per bambini. Ripreso erroneamente l’autobus numero 3 in direzione opposta a quella da noi desiderata, abbiamo girato la città sul mezzo di trasporto, peccato che al capolinea abbiamo dovuto ripagare il biglietto per tornare indietro, in compenso sempre sul mezzo pubblico abbiamo continuato a vedere il resto della città, sarei voluta scendere nella zona dei surfisti ma avevamo come obiettivo la visita della parte antica ed il tempo a disposizione non era tantissimo.

Tornati indietro siamo scesi alla fermata di Paseo Darsena, andando a Plaza de Maria Pita, dove si trova il Municipio e tanti piccoli bar e ristorantini; una volta entrati nella zona storica mi è sembrato tutto più isolato, per cui fatta una passeggiata silenziosa tra le stradine storiche, avvistando varie chiese, tra cui Santiago Apostolo, La Collegiata di Santa Maria del Campo, la Chiesa di San Giorgio. Non siamo arrivati fino al castello di Sant’Antonio, che ora è un museo archeologico, ma siamo tornati nella zona del porto dove ci siamo intrattenuti tra i vari negozietti di souvenir, nella gelateria Colon (gelato squisito) ed infine in un centro commerciale dove però il wifi era molto debole ed i negozi erano quasi tutti chiusi, almeno c’erano piccole giostrine per il bambino e poi si trovava molto vicino alla nave, infatti c’erano quasi tutti i camerieri della nave che cercavano di connettersi per contattare le loro famiglie.

Rientrati in nave abbiamo partecipato ad un paio di video quiz, consegnato il bambino allo Squok e rilassati in zona piscina.

Verso le 18 la nave è partita alla volta della Francia, obiettivo Le Havre, che non è proprio dietro l’angolo dal momento che impieghiamo due notti ed un intero giorno di navigazione per raggiungerla, superando anche lo stretto della Manica.

Nel frattempo, durante il giorno della navigazione, nel teatro della nave vengono fatti i controlli dei documenti dalla polizia di frontiera di Dover, che ci ha raggiunto via mare; ad ogni ponte è stato dato un orario così non si è creata confusione.

Durante la giornata partecipiamo a dei quiz, ginnastica, ad un incontro a teatro su informazioni importanti relative allo sbarco, andiamo in piscina, giochiamo al calciobalilla, prendiamo uno di quei cocktail colorati.

Le Havre ci accoglie con vento e pioggia ed anche con un grande dubbio: restare a Le Havre o prendere il treno per recarci ad Honfleur. Effettivamente la cosa sarebbe stata fattibile se fossimo scesi prima dalla nave, ma visto che oggi ce la siamo presa comoda, anche a causa del brutto tempo, scendendo dalla nave dopo le 11 abbiamo evitato di rischiare e deciso di restare a Le Havre.

Il pullman che ci porta in città si trova proprio di fronte l’uscita del punto informazioni del porto, la fila è lunghissima ed il mezzo superaffollato; scendiamo alla prima fermata e passeggiamo verso la Chiesa di San Joseph, dove si stava celebrando la messa, raggiungiamo i giardini dell’Hotel de Ville, attraversiamo una strada shopping e di mercato: fiori, pesce, pollame in cottura, odori vari si espandono e ci catturano, ma sappiamo resistere; non resistiamo invece alla vista di eleganti macaron e dolci al cioccolato presso la pasticceria Auzou (Rue Bernardin de Saint-Pierre).

Oggi in Francia è la festa della mamma e fiorai e pasticcieri ce lo ricordano.

Dopo essere passati davanti al Museo di Storia Naturale, a piazza Charles de Gaulle e visitato la bella Cattedrale di Notre Dame, ci rendiamo conto di aver finito il nostro giro.

Riprendiamo il pullman e scendiamo davanti allo shopping center Van Dochs Vau Ban, dove abbiamo la fortuna di partecipare ad una giornata dedicata ai giochi in legno di una volta, una fattoria didattica, dove ci è rimasta impressa una enorme lepre, e delle giostre, trascorriamo delle belle ore divertendoci a giocare come bambini, con persone di tutte le età e lingue. Sicuramente però posso dire che se non ci fosse la giornata gratuita dei giochi, il Dochs non aveva paragone con i nostri centri commerciali.

Per i miei gusti Le Havre può essere di passaggio ma non vale la visita rispetto a tutte le altre città dove la nave ha attraccato.

1° giugno

Sveglia molto presto, perché alle 6 del mattino la nave è passata davanti alle bianche scogliere, che ormai proprio bianche non sono più, dal momento che la natura verdeggiante si sta estendendo anche lungo le scogliere. L’unico modo dunque di vedere frontalmente le scogliere è solo quello di svegliarsi all’alba e salire a prua.

La carta di identità è d’obbligo a Dover, così come la necessità di cambiare gli euro in sterline e già se ne vanno un po’ per l’acquisto dei biglietti del bus a due livelli (non quello rosso turistico) che sta all’uscita portuale. Saliamo al piano superiore del bus per goderci il panorama dall’alto. In lontananza è facile vedere il Castello dove abbiamo intenzione di andare

Alla cassa è possibile pagare con la carta di credito ed il costo del biglietto non è per niente economico, ma ne vale la pena poiché il castello è veramente bello, inoltre nel costo del biglietto è incluso il trenino che conduce dappertutto, la visita ai tunnel, un’area usata come ospedaliera durante la guerra, e tanto altro. Trascorriamo troppo tempo a disposizione nel castello senza rendercene contro per cui, essendosi fatte le 15,30 abbiamo deciso di tornare in nave per pranzare a volo a volo con pizza, hamburger, patate fritte ed insalata, unico chiosco rimasto aperto, visto che nelle altre zone stanno preparandosi per la merenda.

Dopo aver pranzato ci domandiamo se valga la pena pagare nuovamente tanto per il bus per un’oretta di passeggiata nel paese. Preferiamo restare sulla nave per riposare, preparare le valigie da lasciare fuori la porta della cabina, partecipare a qualche quiz ed andare allo spettacolo teatrale di canzoni internazionali.

2 giugno

La nostra ultima colazione sulla nave, salutiamo tutte le persone che abbiamo conosciuto, ed aspettiamo in teatro che nominino il nostro colore per sbarcare definitivamente ed andare alla ricerca delle nostre valigie.

Appena fuori dalla zona portuale, una hostess mi ferma per dirmi di tenere la borsa stretta ed avanti a causa dei borseggiatori.

Dal porto raggiungiamo a piedi la stazione centrale, prendiamo il tram 5 per arrivare al nostro albergo No.377 House, ottima posizione, ma sicuramente caro per ciò che offre.

Abbiamo una giornata e mezza per visitare Amsterdam, per cui evitiamo di entrare in tutti i musei di Amsterdam, sono troppi, inoltre solo davanti alla casa di Anna Frank occorrerebbero almeno 2 ore di fila.

Passeggiate sui ponti, intorno ai canali, lo splendido mercato dei fiori, tanti negozi di formaggio, tutti assaggiabili, tanti lavoratori italiani, molte biciclette, zoccoli giganti dove inserire i piedi per fare foto, tantissimi locali dove cenare, tanti altri dove spiluccare, il museo delle cere di Madame Tussaud, Piazza Dam, la Nuova e la vecchia chiesa (Nieuwe e Oude Kerk)… ceniamo presso il ristorante Villa Maria ed andiamo a nanna. Amsterdam è anche spazzatura, bottiglie intorno agli alberi, odori di urina, clochard e non sto parlando della zona rossa.

Appena svegli acquistiamo su internet i biglietti per il museo Van Gogh, convinti di non dover fare la fila nel museo, in realtà, il biglietto acquistato ci permette semplicemente di non fare la fila di due ore ma non ci permette di entrare immediatamente poiché c’è una fila più breve anche per chi ha acquistato il biglietto. All’interno non si possono fare foto ed occorre lasciare le borse. Il museo si trova nella zona dei musei, compreso quello dei diamanti; inoltre vi sono una serie di statue a forma di coniglio gigante, troppo carine, sparse nei pressi della famosa scritta I AMSTERDAM dove tutti si arrampicano per fare una foto. Nei dintorni anche il Vondelpark.

Fattasi una certa ora, prendiamo il bus in zona per l’aeroporto di Schipol e partiamo per Napoli.

 

 

 

 

 

 

 



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