Copenhagen in sei giorni

Devo ammettere che, nonostante l’avessi letto e sentito dire ovunque, non mi aspettavo che Copenhagen fosse così “piccina”. La si può girare tranquillamente a piedi, come tra l’altro mi ha “costretto” a fare la mia impavida ragazza, Elena. Ecco come abbiamo girato in lungo e in largo una delle capitali europee che senza dubbio mi...
Scritto da: andreafbv
copenhagen in sei giorni
Partenza il: 07/08/2007
Ritorno il: 14/08/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
Devo ammettere che, nonostante l’avessi letto e sentito dire ovunque, non mi aspettavo che Copenhagen fosse così “piccina”. La si può girare tranquillamente a piedi, come tra l’altro mi ha “costretto” a fare la mia impavida ragazza, Elena. Ecco come abbiamo girato in lungo e in largo una delle capitali europee che senza dubbio mi rimarrà maggiormente nel cuore.

La partenza, Martedì (Tirsdag) Partiamo da Bologna con un volo SAS, in un paio d’ore siamo al København Lufthavne. Appena scesi ci dirigiamo al cambio che non è affatto sconveniente, anzi…! Appena usciti dal terminal la prima cosa da fare è dirigersi al bancone della DSB e acquistare il biglietto del treno per la stazione di Copenhagen (København H). Costa 28,50 DKK (poco meno di 4€), e in 15 minuti ci porta nel pieno centro della città. Appena usciti ci troviamo di fronte Tivoli, che scopriamo essere un parco giochi (e non un “semplice” parco). Dopo circa 20 minuti a piedi giungiamo al nostro albergo, il più economico che ho trovato (in base ai canoni richiesti), l’hotel Euroglobe (http://www.Hoteleuroglobe.Dk/): per 35€ a testa al giorno abbiamo una stanza comoda (unica pecca il bagno al piano) e una ricca colazione. Data la giornata intensa optiamo per una doccia prima di andare a mangiare sulla Vesterbrogade, poi tutti a nanna.

Giorno 1, Mercoledì (Onsdag) L’itinerario di oggi prevede il nord della città: prendiamo la metro dalla stazione Forum e raggiungiamo Nørreport. Il biglietto costa 19 corone ed è valido anche per la S-Tog (una linea di treni paragonabile alla linea suburbana italiana). Facciamo una sola fermata, ma basta per farci notare che la metro è pulitissima e modernissima; la gente ci entra anche in bicicletta! I binari, poi, sono separati dalla piattaforma da una singolare barriera di vetro, che si apre solo per far entrare e uscire la gente dai treni…Bellissimo! Comunque…Il castello di Rosenborg è raggiungibile a piedi dalla stazione di Nørreport, costa tra le 20 e le 40 corone (a seconda degli sconti) ed è una piccola chicca inserita in un giardino stupendo. Ogni giorno viene proiettato non-stop un video (in inglese) sulla storia del castello nella stanza che si trova all’esterno sulla sinistra appena entrati nel complesso del Rosenborg Slot. Ricchissima anche la collezione reale: gioielli, manufatti artistici, abiti, armi e la corona di Cristiano IV. Appena usciti ci dirigiamo verso lo Statens Museum for Kunst, che si trova dall’altra parte della strada. È molto ampio e impegnativo da “digerire”, soprattutto se si è esigenti in fatto d’arte; al suo interno però c’è n’è un po’ per tutti i gusti: Filippino Lippi, Guido Reni, Rubens, Picasso, Matisse e infiniti altri. Il mercoledì l’entrata è libera. Purtroppo al bookshop hanno finito i poster, proprio quelli che desideravo intensamente…Peccato. Nel pomeriggio decidiamo di fare un giro sullo Strøget, il lungo viale dello shopping in cui Elena perde letteralmente la testa. Qui entriamo malauguratamente nel museo dei Guinness dei primati: molto costoso e deludente…Ve lo sconsiglio! Alla sera finiamo a mangiare il “famoso” smørrebrød, un panino al pollo aperto e cosparso di mille salse (kyllingbrød) in un ristorantino proprio sullo Strøget. Tornando in albergo non ci esentiamo da qualche fotografia notturna del luminoso parco di Tivoli e della piazza del municipio.

Giorno 2, Giovedì (Torsdag) Cosa non ci si può assolutamente perdere a Copenhagen? La sirenetta. Prendiamo la metro fino alla coincidenza per la S-Tog, con cui arriviamo alla fermata Østerport: da qui in pochi minuti si arriva alla celebre statua, “Den Lille Havfrue”. Prima però, lungo la strada, costeggiamo il magnifico complesso del Kastellet, l’ennesimo edificio immerso in un parco meraviglioso. Attualmente è un complesso militare tuttora in uso, quindi è visitabile soltanto parzialmente, completamente gratis. Il parco merita una passeggiata. Ma torniamo al “simbolo”: ci troviamo in mezzo ad una flotta di cinesi e giapponesi (e non solo) che, armati di qualsiasi strumento digitale, si impegnano a fotografare la piccola statua di bronzo. Dopo aver scattato anche le nostre foto di rito (e aver sudato sette camicie tra la calca di turisti! Un consiglio: andarci di pomeriggio per non avere foto in controsole) riprendiamo la passeggiata che ci fa arrivare alla bellissima fontana di Gefion, a fianco alla chiesa di S.Alban. Nel parco antistante la chiesa pranziamo con il bøfsandwich, che non è altro che una versione danese del Big Mac (ma molto più buono!). Nel pomeriggio ci dirigiamo ad Amalienborg, la residenza reale estiva: c’è l’ennesima collezione di gioielli da vedere, oltre alle stanze in cui stanno i reali; siamo scarsamente attratti dall’idea di vedere altre ricchezze quindi optiamo per un giro all’interno della Marmorikirken, una sorta di “brutta” copia di San Pietro a Roma. Per poche corone si può anche salire sulla cupola, ma perdiamo per una manciata di minuti il giro di visite (che custodi rigorosi però!!!). Decidiamo quindi di rilassarci con un giro in barca al Nyhavn, il porto nuovo, dove un paio di foto alle case caratteristiche e coloratissime sono d’obbligo. Dicono anche che si mangi bene il pesce, ma né io né Elena siamo amanti del genere. Spediamo 60 corone a testa per il tour in italiano (8€) e ci godiamo per un’ora abbondante Copenhagen vista dal mare: è ovvio che ve lo consigliamo caldamente! Ormai è tardo pomeriggio, il sole e la barca ci hanno rosolati perbene quindi decidiamo di “perderci” lungo lo Strøget per andare a casa. In una via perpendicolare troviamo il museo Erotica: stesso giudizio del museo dei Guinness…Andateci solo se siete particolarmente incuriositi! Più tardi cadiamo nella trappola Mc Donald’s e la sera, nonostante la stanchezza, decidiamo di buttarci dentro Tivoli, giusto in tempo per evitare una fastidiosa pioggia: si paga l’entrata anche se non si sale sui giochi (tutti a pagamento, 10 corone a giro!!!), ma assistiamo ad un piacevole concerto jazz in un chioschetto all’aperto e passeggiamo nel parco tra meravigliosi ristoranti tematici (e costosi) e luci coloratissime. Ora è davvero tempo di riposare…Buonanotte! Giorno 3, Venerdì (Fredag) Finalmente il sole oggi ci da un po’ di tregua: il cielo è nuvoloso, ma in maglietta si sta bene. Prendiamo il nostro primo autobus danese (si fa il biglietto anche sul bus) che ci porta a Rådhuspladsen, la piazza del municipio. Qui è sempre pieno di spettacoli di artisti di strada che si esibiscono dalla mattina alla sera, ed è un po’ il centro assoluto di Copenhagen. Dopo essere entrati nel municipio (dove non abbiamo trovato nulla di particolarmente interessante), facciamo qualche foto anche alla fontana della piazza e alla statua di H. C. Andersen. Attraversando la strada ci tuffiamo nel museo di Louis Tussaud (cugino di Madame Tussaud? Figlio? Fratello? Boh…), che costa 80 corone (poco più di 10€) e offre uno spettacolo decisamente inferiore al museo londinese: le statue sono delle più svariate, ma non troppo somiglianti. Inconcepibile il divieto di fare foto, comunque non rispettato da nessuno dei visitatori. Io ho avuto la mia foto con Batman e i Beatles, Elena ha avuto la sua con Marilyn Monroe e Picasso. Molto carina invece la sezione horror, nel sotterraneo del museo. Dopo questa “fantasmagorica” avventura ci dirigiamo verso la Ny Carlsberg Glyptotek, che però costa 7,50€, mentre la domenica è gratis. Decidiamo di rinviare la visita e facciamo tappa al National Museet, altamente consigliato perché ripercorre l’intera storia della nazione dall’epoca primitiva ad oggi. Ci si trovano reperti di ogni tipo e anche ricostruzioni di ambienti interni tipici danesi, dal 600 ad oggi. Incredibile la sezione dedicata alle case delle bambole! Dopo un paio d’ore abbondanti decidiamo di fare la pausa pranzo, dopodichè affrontiamo la “sfida” dello Slotsholmen, ossia il complesso reale che comprende il vecchio castello di Christiansborg, la chiesa, la biblioteca reale e le scuderie. Anche qui si possono trovare stanze arredate in stile reale, ma stavolta a farci rinunciare c’è la chiusura del museo. Optiamo quindi per il museo delle fondamenta, che personalmente ho trovato interessante (al contrario di Elena): ok, in fondo non è altro che “un ammasso di sassi”, ma sembra di respirare l’atmosfera di più di 600 anni fa, quando il vescovo Absalon fondò Copenhagen su questo isolotto, ponendo le basi del primo castello in città. Le didascalie sono in danese e in inglese, anche il video esplicativo. Uscendo facciamo qualche foto in qua e in là e proviamo ad entrare al teatro reale, che però è aperto sabato e domenica dalle 13 alle 16: proveremo domani. Il resto del pomeriggio lo dedichiamo allo shopping e alla ricerca dei souvenir, poi in albergo scegliamo di mangiare qualcosa di leggero preso al volo da 7 Eleven (una sorta di catena di supermarket sempre aperta) per poi infilarci in una delle mille birrerie che si trovano a Vesterbro, il nostro quartiere.

Giorno 4, Sabato (Lørdag) Dopo una 3 giorni intensa nel quartiere di Indre-By, sostanzialmente il centro storico di Copenhagen, ci dirigiamo dalla parte opposta, verso Frederiksberg, che è una sorta di comune indipendente. Qui è pieno di negozietti di ogni tipo, soprattutto italiani (pizza e panini) e arabi (kebab e vestiti), c’è la piazza del municipio (la cui torre è visibile dalla metà di Vesterbrogade) e un giardino immenso che arriva fino alla parte sud-est della città, il cosiddetto Frederiksberg Have. Qui si trova lo zoo (uno dei più grandi d’Europa) e il castello di Frederiksberg, visitabile solo in alcuni giorni. L’atmosfera è rilassante, c’è un bel venticello che soffia sulle enormi distese di verde dove la gente si sdraia a leggere, a mangiare o semplicemente passeggia. L’obiettivo della giornata è la fabbrica della birra Carlsberg (una sorta di paese dei balocchi per me), che raggiungiamo non prima però di aver “giocato” nel labirinto che si trova all’incrocio tra la Pile Allé e Vesterbrogade: la particolarità di questo labirinto è che è disegnato a forma di etichetta della birra Tuborg. A poche centinaia di metri si trova la fabbrica (purtroppo la raggiungiamo senza passare dalla Porta degli Elefanti su Ny Carlsberg Vej). L’entrata costa circa 3,50€ per gli studenti, e offre un ampio giro illustrativo sulla produzione della birra, oltre alla collezione di bottiglie di birra più grande del mondo (circa 17.000 bottiglie da tutto il mondo…Riconosciuto dal Guinness dei primati). Alla fine, dopo lo shop (dove spendo abbastanza) ci si trova in un’ampia sala dove si possono degustare un paio di birre da scegliere tra circa 6/7, ovviamente tutto compreso nel biglietto: io ed Elena non ci lasciamo pregare e dopo la bevuta lasciamo la fabbrica un po’ “brilli”: una passeggiata ci aiuterà a recuperare. Raggiungiamo a piedi la fermata S-Tog di Enghave da cui arriviamo alla stazione centrale, e da qui andiamo al museo del teatro; Elena, che studia proprio storia del teatro, è al settimo cielo. Costa poco ed è carino, per gli amanti del genere lo consiglio. Nel tardo pomeriggio, dopo il solito giro sullo Strøget, decidiamo di provare una pizza: non è neanche troppo male. Nonostante ci sia la voglia di uscire, dopo cena ci sdraiamo sul letto e non ci svegliamo più se non il giorno dopo… Giorno 5, Domenica (Søndag) Oggi è il giorno della Glyptotek, dove non esitiamo a saltare la parte archeologica (comunque molto ampia e dettagliata, ma di cui avevamo fatto già un’immersione al National Museet) e ci dirigiamo verso una decina di sale dedicate alla pittura impressionista e post-impressionista; stavolta ad essere in paradiso è il sottoscritto, studioso di storia dell’arte, che davanti a quadri stupendi di pittori da cartolina (Monet, Manet, Dégas, Cézanne, Gauguin, Renoir, Van Gogh…) resta a bocca aperta…Ok, sospendo la terza persona che è troppo pomposo! Dopo l’acquisto del poster allo shop (grazie a Dio qui ce ne hanno), usciamo e ci dirigiamo a piedi verso il mercatino delle pulci Det Blå Pakhus, aperto solo la domenica: dato che sono almeno un paio di km decidiamo di mangiare durante il tragitto, per poi tuffarci in mezzo a bancarelle piene di cianfrusaglie di ogni tipo. L’entrata costa 15 corone (circa 2€) e, salvo casi particolari, non penso sia consigliabile…Si trovano solo mobili, vecchi televisori e stereo e giradischi, servizi di posate e bicchieri, piatti, manufatti di ceramica, ho pure trovato una copia di Sgt. Pepper dei Beatles ma c’era solo la copertina! (e io che pensavo di aver fatto il colpo della vita). Usciti da lì, visto che siamo in zona, ci dirigiamo verso la celeberrima Christiania, un quartiere che fa da vera e propria nazione a parte. Ora, tralasciando la presenza di droghe leggere che è praticamente illimitata, devo dire che nonostante non sia il mio genere l’ho trovato altamente interessante e curioso: sembra davvero di essere in un paese in cui tecnologia e modernità non sono arrivate, con persone vestite da hippy, gente alternativa che beve birra e fuma, locali con concerti di musica non-stop e gallerie d’arte aperte al pubblico gratuitamente, oltre ad una serie di pub, bar, ristoranti e shop infinita. Io ed Elena ci fermiamo a vedere alcuni artisti di strada, i cosiddetti writers, che stanno dipingendo con le bombolette spray un enorme murales di Alice nel paese delle meraviglie della Disney (il nostro film preferito!) sulla parete esterna di una struttura dentro cui si sfidano skater di ogni età…Sembra di essere piombati in Lords of Dogtown (un recente film sugli skaters). Il consiglio che posso dare è: non fate foto. Non girate neanche con la macchina fotografica. Ci sono cartelli di divieto grandi e ben visibili, e la gente del posto è intransigente su questa regola. Dopo un paio d’ore in giro per Christiania, comunque consigliato a tutti, facciamo un salto al Lille Molle, il primo mulino costruito a Copenhagen, che ora è una casa museo: chiuso, ovviamente, dato che è domenica. Tornando a casa ci stuzzica l’idea di andare al cinema a vedere The Simpson Movie, che in Italia uscirà solo tra un mese; rinunciamo quindi all’attesa (e alle voci italiane) per goderci il film in lingua originale coi sottotitoli in danese: spaziale! Il cinema è strano, diviso in 3 settori, ognuno dei quali ha prezzi diversi: si parte dal basso (10€…Non mi lamenterò più dei prezzi italiani!), poi 13€ per il centro e infine 16€ per i posti migliori. Abbiamo comunque trascorso una piacevole giornata e una divertente serata.

Giorno 6, Lunedì (Mandag) È giunto il nostro ultimo giorno a Copenhagen; purtroppo ieri abbiamo perso la gita ai castelli del nord (c’è solo la domenica e noi abbiamo avuto un terribile lapsus…Comunque ogni domenica alle 9.30 parte il pullman da Rådhuspladsen, tour in italiano, costo 55€, per informazioni www.Linda.Dk). Decidiamo quindi di dedicarci al centro commerciale più grande della Scandinavia, Field’s: 150.000m² per 150 negozi, una cosa immensa…E costosissima! Dopo una mattinata di svago decidiamo di andare all’orto botanico (Botanisk Have) che si trova accanto allo Statens Museum for Kunst: altamente consigliato. Una bella passeggiata dopo pranzo lungo le stradine che costeggiano il lago e portano all’enorme serra a forma di castello è d’obbligo. Il pomeriggio vagheggiamo, nel vero senso della parola: non sappiamo più cosa fare. Ci godiamo l’ultima birra per le vie del centro e tornando a casa facciamo le ultime foto accanto allo Jørgens Sø, un bacino acquifero pieno di gabbiani, papere, anatre ecc con una fontana, ottimo per foto al tramonto.

Il ritorno, Martedì (Tirsdag) Lasciamo l’albergo intorno alle 9 per raggiungere l’aeroporto, il volo è un po’ turbolento ma tutto sommato nulla di troppo sconvolgente. A Bologna ci accoglie la solita afa, ma anche la pasta che tanto ci è mancata in questi giorni. Copenhagen ci ha affascinati per la sua incredibile freschezza e modernità: la gente, i luoghi, la cultura. Una capitale europea modernissima: è davvero una “Wonderful Copenhagen”! POCHI ULTIMI CONSIGLI: Il clima è molto piacevole in estate, quindi se decidete di andare in agosto non importa che mettiate in valigia felpe o maglioni: un golf leggero o una giacchetta per la sera saranno più che sufficienti (anche un ombrello è consigliato); il cambio €/DKK fatelo all’aeroporto di Copenhagen, è decisamente più conveniente rispetto all’Italia (almeno rispetto a Bologna); se non “masticate” bene l’inglese è consigliabile un dizionario, dato che ogni singola persona in Danimarca conosce perfettamente l’inglese ed è disponibilissima per qualsiasi informazione; quando comprate l’acqua fatelo al supermercato (Fakta o Irma), non negli shop, per strada o da 7 Eleven: risparmierete svariati Euro; fate molta attenzione alle piste ciclabili: il mezzo principale di Copenhagen è la bicicletta, ci sono piste ciclabili talvolta più larghe dei marciapiedi e passeggiare lì è altamente sconsigliato, dato che chiunque (come si dice a Bologna) va “a schiodo”, ossia velocissimo; infine, Copenhagen è una città piccola, la si gira tranquillamente in 4 giorni. Se avete intenzione di fermarvi di più informatevi bene sulle gite nei dintorni (quelle più frequenti sono quelle ai castelli del nord e a Malmö, in Svezia).

Buon viaggio e buona København!



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