Cipro, due facce così diverse e così affascinanti
Indice dei contenuti
Cifre da intendersi in totale (non a testa) viaggiando in 3 (con un bambino di 11 anni)
Volo, pernottamenti, trasporti (affitto auto, assicurazione e carburante) e pasti: 950 €
Aggiungendo ogni altro tipo di spesa, dall’organizzazione del viaggio a casa fino al rientro, quindi incluse: guide, ingressi, souvenir, drinks: 1600€
Infos generali:
Prefisso internazionale: +357
Presa elettrica: presa inglese con tre lamelle quadrate disposte a triangolo
Fuso orario: 1 ora in più rispetto l’Italia.
Per i conventi e le moschee indossate abiti consoni; per le donne portate sempre con voi un foulard per coprire spalle e capo, anche se sono disponibili all’ingresso di praticamente tutti i luoghi di culto.
Se una chiesa è chiusa chiedete la chiave alla taverna più vicina.
Volo:
C’è parecchia scelta, sia di voli low cost che di linea, ma in estate vanno prenotati per tempo se si vogliono avere buone tariffe, anche se i voli non sono molto affollati.
Affitto auto:
Il viaggio è itinerante e le distanze non sono eccessive. Esiste un discreto servizio di autobus, ma l’auto è necessaria se si desiderano vedere numerosi luoghi sull’isola.
Accomodations:
Come al solito prediligo la posizione al lusso della sistemazione. Mi viene facile fare un paragone con la vicina Grecia, perché molto simile e magari un po’ più conosciuta. Qui non sono molto comuni bed and breakfast o stanze nelle case private. É più facile trovare hotel di ogni tipo, categoria e dimensione. Le sistemazioni sono per tutte le tasche, ma meno economiche rispetto la Grecia.
C’è poi da aggiungere che viaggiando in tre si ha molta meno scelta rispetto alle classiche sistemazioni in camere doppie.
Ho notato però, esserci un grande divario tra la categoria economica nella quale ogni tanto si riescono anche a trovare stanze per 25 o 30 euro, ma veramente poco decorose e la categoria superiore con stanze davvero belle per 60 70 euro. Mi è stato difficile trovare qualcosa di intermedio con stanze carine e curate, ma senza pretese intorno ai 40 o 50 euro.
Pasti:
La cucina cipriota si avvicina molto a quella greca, ma anche qui l’ho trovata leggermente più costosa, anche se decisamente più economica rispetto l’Italia.
Telefonia:
Ho approfittato di qualche connessione wi-fi qua e la, ma forse, per cercare l’hotel in anticipo durante la vacanza sarebbe potuta essere utile la sim locale.
Domenica 23
Eccoci in terra cipriota…
Appena fuori il terminal le biffe della sfilza di tassisti non sono delle più raccomandabili. I lineamenti dei ciprioti sono un misto tra il turco, il greco e il mediorientale. Nulla di preoccupante, si tratta solo di ambientarsi un pochino…
Il piano sarebbe di andare direttamente ad Ayia Napa, ma visto l’orario e visto che abbiamo scoperto di essere arrivati nel mezzo di un “public holiday” cambiamo programma e cerchiamo dove dormire a Larnaka.
Se non fosse per il traffico newyorkese ci andrebbero 10 minuti dall’aeroporto al centro della città, ma tra una cosa e l’altra si sono fatte le dieci, per fortuna con il fuso orario per noi sarebbero ancora le nove.
Troviamo una sistemazione al secondo tentativo e ci fiondiamo subito sull’affollatissimo e turisticissimo lungomare.
Sono contento della scelta perchè Larnaka è meno è invasa da russi e inglesi rispetto a Ayia Napa. Il turismo di questa città è piuttosto locale: quasi tutte famiglie cipriote.
Dopo un maxi gyros pita e la solita passeggiata tra le bancarelle ci ritiriamo, domani si inizia l’esplorazione dell’isola.
Lunedì 24
Sveglia non troppo mattutina, altrimenti Cri inizia a sclerare.
Oggi dobbiamo recuperare il “gap” di ieri: purtroppo avremo un oretta in meno da stare in spiaggia, perchè dobbiamo ancora raggiungere Ayia Napa e trovare dove dormire.
Colazioniamo di fronte all’hotel: all’economicissimo e inglesissimo Costa coffè (3 cappuccini 11,5€, ma si sa che le caffetterie all’estero non sono considerate un bene di consumo come in italia).
Alle 10.20 finalmente partiamo alla volta della russissima Ayia Napa. Impieghiamo però meno del previsto: in poco più di mezzora siamo già in acqua a Nissi Beach. È una della più famose spiagge di Cipro: è quella con l’isolotto collegato alla spiaggia dalla lingua di sabbia… Il posto è incantevole, peccato per le migliaia di persone presenti, anche se devo essere sincero me ne aspettavo milioni.
Stiamo in questa caletta per un paio d’ore poi partiamo alla ricerca della sistemazione per la notte nella turistica e plasticosa Ayia Napa.
Dopo mille proposte e contrattazioni prendiamo la decisione finale, lasciamo le valige in camera e ci catapultiamo a Konnos Bay. Incastriamo la nostra mini C1 tra altre due macchine e alle due in punto stiamo pranzando sulla terrazza del beach bar ricavata sulle scogliere all’ombra dei pini marittimi e con vista sulla baia.
Finito il pranzo dedichiamo un paio d’ore anche a questa bellissima spiaggia. Si tratta di una caletta tra le scogliere, ma vista la forma, qui la gente è ancora più “concentrata”. Se avete letto altri racconti questa è la spiaggia dove, anzichè i lettini, si affittano le “banane” gialle galleggianti.
Alle cinque si parte alla volta di Kavo Greko, alla ricerca del faro. Ci fermiamo a fotografare panorami splendidi, ma purtroppo, non siamo riusciti a raggiungere la lanterna che delimita il capo perché la strada è sbarrata da un cancello. Lungo il percorso però, c’è una deviazione verso una chiesettina che offre ottimi scorci fotografici.
Dopo un po’ di girovagare per le stradine del capo si fa nuovamente rotta verso la spiaggia.
Questa volta ci dirigiamo verso le spiagge nei dintorni di Protaras. Le spiagge si susseguono una dopo l’altra, ma la strada non corre lungomare quindi ogni volta si deve deviare verso la costa e rientrare sulla strada principale. Noi ne abbiamo provate un paio, ma sinceramente queste spiagge non reggono il confronto con le precedenti. Forse sarebbe stato meglio provare Makronissos, sull’altro lato della penisola.
Stufi di mare e sole per oggi, decidiamo di rientrare ad Ayia Napa dall’entroterra, passando per Paralimni alla ricerca di qualche foto con la luce bassa del tramonto sui mulini di cui avevo letto da qualche parte.
La serata la passiamo nel centro di Ayia Napa. La cittadina è decisamente finta ed orientata al divertimento notturno. Tra i numerosi parties, un paio mi hanno davvero colpito… Non avevo mai visto un party itinerante, soprattutto così grande. Minimo un paio di centinaia di ragazzi tutti con la canottiera dell’evento che si spostano da un locale all’altro in una bolgia infernale. Una cosa decisamente da provare!!
Martedì 25
Oggi sconfineremo nella parte turca con direzione penisola di Karpaz. Ci fermiamo lungo la strada in un minibaretto stile cucina di casa riadattata. La signora non parla inglese e nemmeno provando ad infilarmi nel retro per aprire il frigorifero e farle vedere che vogliamo del latte riesco a farmi capire. Per fortuna interviene un altro cliente e riusciamo ad ordinare un té freddo, uno caldo e un caffelatte. Nel minimarket di fronte compro dei biscotti e la colazione è servita.
Proseguiamo verso il confine dove ci fermiamo per fare l’assicurazione alla macchina e una specie di visto su una immigration card abbastanza improvvisata.
Sbrigate le formalità doganali arriviamo a Famagosta: la prima tappa “culturale” del nostro viaggio.
Appena arrivati percorriamo tutta la strada perimetrale alle mura veneziane fino al castello di Otello. La imponente fortificazione, il clima, la vegetazione e la storia travagliata mi ricordano Gerusalemme.
La torre o castello di Otello non è altro che una mini cittadella costruita intorno a uno dei bastioni delle mura. È stato utilizzato per diversi scopi a seconda dei periodi, addirittura Leonardo Da Vinci ci fece visita. Durante il periodo coloniale britannico venne rinominata col nome attuale, in quanto si pensa che Shakespeare ambientò parte della sua tragedia in questi luoghi.
L’edificio più significativo della città è sicuramente la cattedrale gotica di Agios Nikolaos costruita sul modello di quella di Reims. Durante l’occupazione turca è stata convertita e viene utilizzata tuttora come moschea col nome di Lala Mustafa Pasa. È comunque permesso visitarla anche ai non musulmani, occasione che non perdo per sfoderare un po’ del mio arabo con il custode.
Proviamo poi ad addentrarci nella zona proibita della città, ma veniamo subito fermati al posto di blocco. La parte a sud di Famagosta è stata evacuata in fretta e furia durante l’occupazione turca nel 1974 e i suoi abitanti greco ciprioti non hanno più potuto farci ritorno. Da allora quella parte di città è abbandonata a se stessa e viene chiamata da molti città fantasma. I militari hanno proibito qualunque ingresso e la zona viene usata come “cuscinetto” sul confine con la parte Cipriota dell’isola. Evitando il blocco delle forze dell’ordine, seguendo invece la strada lungo il mare, si arriva alla spiaggia semideserta di fronte al Palm Beach hotel. Da lì é possibile vedere bene i palazzoni abbandonati sul lungomare: testimonianza di una ricchezza d’altri tempi di quella che era una famosa e frequentata località balneare.
Dopo un veloce bagno rinfrescante in questa acqua trasparente ci dirigiamo a nord per visitare le rovine di Salamina. Anche questa città ha avuto un passato travagliato divenendo più volte, a seconda delle epoche, tra le città più importanti dell’isola e del Mediterraneo. Gli unici ad essere giunti fino a noi sono però i resti di epoca romana. La parte più interessante del sito fortunatamente si trova vicino l’ingresso.
Degni di nota sono il complesso delle terme e del ginnasio e il teatro. Viste le temperature e considerato che visiteremo molti altri siti simili, non ci siamo addentrati oltre.
Per oggi basta con la cultura, rotta a nord per un altro paio di chilometri e sosta su una delle spiagge per il pranzo e un altro bagnetto.
Rinfrescati e rigenerati ripartiamo alla volta di quello che dovrebbe essere uno dei mari più belli e selvaggi dell’isola: la penisola di Karpaz
La strada scorre veloce fino a Yenierenköy (paesino con 2 o 3 scorci interessanti per le foto), poi, forse complice la stanchezza di oggi, ma questa Golden beach sembra non arrivare mai.
Finalmente alle quattro siamo di nuovo in spiaggia, ma ne è decisamente valsa tutta la fatica. Se Nissi è la star della parte sud dell’Isola, Golden beach è sicuramente la star del nord. Proprio sulla spiaggia contrattiamo il bungalow per la notte, ovviamente il più economico e meno fighettino tra le due proposte.
Prima che il sole tramonti ci avviamo alla scoperta del capo all’estremo est dell’isola. Lungo la strada studio già la location migliore per fotografare questa spiaggia meravigliosa con la luce di domani mattina. L’estremità della penisola di Karpaz è un’area protetta per gli asinelli selvatici e si fanno incontri davvero interessanti… Arriviamo fino a capo Agios Andreas dove sventolano assieme la bandiera turca e quella turco-cipriota. Lo spettacolo del sole che si tuffa nel Mediterraneo tra le calette di acqua trasparente è davvero quello che ci vuole per salutare questa splendida giornata.
Per la cena scegliamo di non rimanere dove passeremo la notte, ma andiamo in un localino visto durante “l’escursione al tramonto”. Una tettoia di legno in un punto panoramico proprio sopra Golden beach con tanto di musica reggae. Oggi pomeriggio ho incontrato il cuoco mentre preparava la griglia e questa sera mi ha accolto come un amico di vecchia data.
Mercoledì 26
Decido di svegliarmi un po’ prima per fare qualche foto con il sole basso e la spiaggia deserta. È davvero comodo avere il letto a un minuto da questo spettacolo… Qualche scatto e torno a nanna per un altro pochino.
Facciamo colazione nel ristorante dei bungalow: la solita tettoia tipica con vista stratosferica, e poi ci catapultiamo in spiaggia.
Passeggiando fino l’estremo lato destro della baia l’acqua diventa sempre più cristallina e calda e la spiaggia più selvaggia. Se avete i piedi d’amianto e il coraggio di scavallare le dune roventi scoprirete un’altra insenatura leggermente più piccola di questa, ma altrettanto scenografica.
Verso mezzogiorno decidiamo di spostarci verso il lato nord della penisola di Karpaz, ma lo spettacolo di questi luoghi non cambia. Lungo la strada il paesaggio di scogli dorati che si tuffano nel blu ricorda la Sicilia dei dintorni di San Vito lo Capo.
Superato Dipkarpaz continuiamo verso nord fino alla costa sorvegliata dalla solitaria Ayos Filon. Come un’anziana signora questa chiesa porta i segni dell’età, ma merita tutto il rispetto del visitatore. La chiesa, più piccola rispetto quel che rimane dell’antica basilica su cui sorge, ha perso la copertura. La sua bellezza spicca ancor di più grazie alla cornice blu cobalto del mare e al cielo terso. Come se non bastasse, tutto intorno la chiesa sono sopravvissuti al tempo una serie di stupendi pavimenti a mosaico.
Pranziamo al piccolo alberghetto-ristorante proprio di fronte alla chiesa in una terrazza con vista sul mare trasparente.
500 metri lungo la stradina sterrata dietro la chiesa si arriva alla spiaggia di Ayios Filon. È qui che passeremo il pomeriggio di oggi fino ad esaurimento della sopportazione per il calore. Questo piccolo golfo semideserto che alterna sabbia fine ad alcune rocce piatte offre un’acqua tra le più belle che abbia mai visto. Questa verrà eletta, a fine vacanza, come la spiaggia più bella di Cipro per noi.
Quando la pelle inizia a staccarsi per il sole, torniamo al ristorantino del pranzo per fare la doccia e partiamo direzione Nicosia.
Quando ho pensato al programma di questa vacanza non ho voluto esagerare con gli spostamenti. L’idea era si fermarsi a metà strada a dormire e proseguire domattina. Però, facciamo inaspettatamente veloce e alle sette e mezza siamo già alla periferia di Nicosia. A questo punto scatta il fuori programma con cena al porto di Girne.
Abbiamo letto moltissimo a riguardo della bellezza di questo luogo, quindi, visto l’orario, decidiamo di provare. Si tratta di una deviazione di solo quindici di kilometri. Il centro della città vecchia si sviluppa intorno al porto. Tutta la passeggiata sulla banchina è disseminata di tavoli e sedie dei ristoranti. Qui si che si ragiona!! Sembra di stare nei porticcioli greci stracolmi di taverne all’aperto. Sono proprio contento di questa sorpresa. Il porto di Girne è davvero uno dei luoghi più belli e romantici di Cipro.
Per la notte torniamo nel lato cipriota di Nicosia, domami visiteremo l’unica capitale al mondo ancora divisa da un muro.
Giovedì
Siamo arrivati a Nicosia un po’ tardi ieri sera e così abbiamo dovuto “accontentarci” di un bell’hotel un pochino costoso, ma almeno è in un ottima posizione.
Subito dopo la colazione usciamo dalla porta sul retro e siamo già nel quartierino più caratteristico di Nicosia sud: Laiki Geitonia. Sembra di stare nei vecchi quartieri di Atene o nelle viuzze delle chora delle isole greche. Negozietti, ormai tutti di souvenires, bar, locande e taverne tutti coi tavoli o la merce all’esterno. Un’atmosfera che adoro della Grecia. Abbiamo poi cercato di visitare l’Hammam di Omeriye, scoprendolo ormai chiuso da sei mesi e la omonima moschea proprio di fronte anch’essa con il portone serrato.
Continuiamo la passeggiata fino alla casa di Hetzigeorgakis Kornesios oggi usata per mostre temporanee. Visto che non ci interessa nessuna mostra non paghiamo il biglietto di ingresso e, dopo aver visto il cortile, ci dirigiamo lì di fronte alla Cattedrale di San Giovanni. Non è la classica cattedrale che ci si potrebbe aspettare, ma bensì una chiesetta gotica con all’interno le tipiche decorazioni greco ortodosse. Gli affreschi interni sono notevoli e conferiscono alla chiesa un’atmosfera ancora più cupa. La semplicità della cattedrale è in netto contrasto con il fasto del palazzo dell’Arcivescovo e gli altri palazzi clericali lì intorno.
Usciti dalla Cattedrale, passiamo davanti a Stavros Tou Missirikou: una chiesa ortodossa medievale convertita in moschea e ci rechiamo nella chiesa di Fanaromeni che invece somiglia molto di più ad una cattedrale come dimensione e aspetto.
Devo dire che per ora Nicosia è un po’ deludente. L’unica cosa davvero carina è passeggiare tra le stradine di Laiki Geitonia, infatti ci torniamo per bere qualcosina e vedere qualche negozietto.
Prendiamo Ledra street verso nord: questa è la via dello shopping e somiglia ad ogni via pedonale piena di negozi di ogni altra cittá. A mio avviso è proprio stato questo l’errore degli abitanti della capitale. Forse per entrare nell’euro o forse per la voglia di modernità hanno scimiottato troppo le altre grandi città moderne. Complice anche la crisi economica, molti esercizi hanno poi chiuso e l’immagine finale non è certo quello che il visitatore vorrebbe trovare in una città con una storia importante come questa.
Proprio su Ledra street, sopra i grandi magazzini Debenhams c’è l’osservatorio della Torre di Shacolas e, dall’undicesimo piano, si può ammirare tutta Nicosia. Ci sono molti pannelli esplicativi tra cui alcuni interattivi touch screen anche in italiano che illustrano ogni edificio che si vede da quassù. Un fattore decisamente positivo di Cipro è l’attenzione per il turista. In ogni luogo sono presenti brochures, pannelli, cartine ed è possibile reperire ogni sorta di informazioni in ogni lingua. In ogni città è presente un fornitissimo ufficio turistico con tutte le informazioni necessarie.
Continuando verso nord su Ledra arriviamo al check point per attraversare la linea verde ed entrare nella parte turca della capitale.
Anche qui la prima zona che incontriamo intorno al check point è piena di negozi, ma lo scimmiottato stile occidentale lascia spazio ai classici negozietti che vendono polo e jeans “di marca” tipici della città mediorientali. Appena però ci si allontana dal check point si ritorna a vedere una cittadina più “autentica” rispetto la moderna Nicosia sud.
Per il pranzo ci rechiamo al Büyük Han. Chiamato anche Grande Locanda: è uno dei pochi caravanserragli di epoca medievale esistenti, che oggi ospita caffè, negozi e laboratori di artigianato. Nel mezzo del cortile centrale sorge una mescit: una cappella islamica costruita sopra una sadvran (fontana per le abluzioni) a sei colonne. Questo tipo di costruzione si trova solo in questa e in altre due locande in Turchia.
Poco a nord di questo c’è un altro caravanserraglio più piccolo: la Kumarcilar Han o locanda dei giocatori, che però è ancora chiuso per lavori.
La guida parla molto bene del mercato municipale di Belediye Pazari, ma obbiettivamente non è un gran che. Forse arriviamo troppo tardi e manca poco alla chiusura, ma anche in pieno fervore, mi viene da immaginarlo troppo ordinato rispetto ai veri souk.
Passeggiando un po’ tra le viuzze della città vecchia arriviamo al punto di riferimento della città: la Moschea di Selimiye. Anche qui una imponente cattedrale gotica trasformata in moschea come a Famagosta. La cattedrale è stata convertita durante la conquista di Cipro da parte degli Ottomani nel 1571, quando la depredarono dei contenuti cristiani e vi aggiunsero i due minareti tra i quali oggi sventolano la bandiera turca e quella turco-cipriota.
Da qui inizia il nostro rientro nella Nicosia cipriota, passando dal Büyük Hammam. Al contrario di quello di Omeriye, questo è aperto e funzionante, ci viene permesso di vedere anche le sale “umide” e devo dire che è un hammam davvero curato e rilassante.
Riattraversiamo “il muro”, passiamo dall’hotel a prendere i bagagli e ci mettiamo in marcia verso la penisola di Akamas. Ci fermeremo a dormire a Polis in un alberghetto con circa una ventina di stanze a schiera una a fianco l’altra tutte a due piani. Davvero un’ottima sistemazione, con piscina e ottima vista sul tramonto. Per arrivarci da Nicosia riattraversiamo la linea di confine altre due volte e percorriamo una strada che si arrampica sulle ripide colline regalandoci panorami stupendi.
Questo piccolo paesino è un’altra sorpresa: un centro pedonale animatissimo pieno di bar e ristorantini e un ottimo punto di partenza per domani.
Venerdì
In questa sistemazione così tranquilla, senza alcun rumore, abbiamo dormito benissimo. Facciamo colazione in camera e partiamo verso i Bagni di Afrodite. Sono descritti ovunque come una piccola sorgente a cascata che forma un minuscolo laghetto all’interno di una grotta ed è esattamente quello che si trova una volta arrivati. Noi ci siamo andati al mattino intorno le dieci, giusto prima dell’arrivo di un autobus di turisti e ci siamo ritrovati ad essere praticamente da soli. Il posto è davvero carino e romantico, non lo reputo affatto una trappola per turisti come ho letto in alcuni racconti o addirittura deludente come indicato sulla guida.
Da qui partono molti dei sentieri per i trekking nella selvaggia penisola di Akamas, ma fa decisamente troppo caldo per avventurarci, quindi ci rimettiamo in auto direzione Lara Bay.
Si tratta di una penisola rocciosa che forma due baie con spiaggia scura e ciottoli. Pranziamo al Lara restaurant, nella baia a sud. La vista è davvero scenica, ma forse complice il mare un po’ agitato, mi aspettavo sinceramente di più da questa spiaggia tanto decantata.
Dopo pranzo ci spostiamo ancora più a sud nell’altrettanto decantata Coral Bay. Si tratta di una serie di tratti di spiaggia sabbiosa dove, stando alla guida, un tempo era possibile trovare del corallo. Ormai il corallo è stato soppiantato da numerosi ombrelloni e bar, ma offre dei buoni servizi per un pomeriggio di mare e l’acqua è abbastanza pulita.
Quando ci stufiamo del sole iniziamo ad avvicinarci a Pafos dove passeremo la notte.
Sulla collina sopra Pafos facciamo visita al monastero di Agios Neofytos famoso per le sue grotte affrescate scavate nella roccia.
Arriviamo a Pafos intorno le sei e mezza e, visto che le visite di domani sono numerose e la temperatura del mattino è meno gradevole di questa ne approfittiamo per visitare ora le Tombe dei Re. Ci si ritrova circondati da tombe sotterranee, in un paesaggio desertico, avvolti dal mistero e cullati dal rumore delle onde che si infrangono sugli scogli. Alcune somigliano più a semplici grotte o catacombe paleocristiane, altre invece hanno vere e proprie stanze sotterranee con cortili colonnati. Sicuramente la loro costruzione è stata influenzata dal culto egizio secondo il quale la tomba dei defunti dovessero assomigliare il più possibile alle abitazioni dei vivi.
Ceniamo in centro a Pafos, dopo aver trovato sistemazione per la notte. Anche Pafos è sommersa da locali “plasticosi” stile Ayia Napa, ma è molto meno viva, molti di questi sono chiusi e sembrano abbandonati: qui la crisi economica ha mietuto più vittime. Per evitare i classici posti per turisti andiamo in una locanda tipicamente greca che avevo visto durante la ricerca dell’hotel. Ero rimasto colpito dagli spiedoni che cuocevano sul marciapiede e dai numerosi ciprioti seduti ai tavoli, che è sempre un buon segno. Il locale è meno curato rispetto ai ristoranti più centrali, ma sicuramente più autentico. Facciamo poi amicizia col titolare che serve ai tavoli, mentre la moglie lavora in cucina. Da qualche anno si sono trasferiti qui dalla Romania e da poco hanno deciso di aprire questo posticino. Si lamentano però dell’arrivo della cattiva stagione: fa troppo caldo e le persone preferiscono stare a casa o nei locali con aria condizionata. Loro lavorano molto meglio in inverno quando le persone del luogo escono di più, visto che i turisti russi e inglesi che popolano queste zone in estate preferiscono mangiare nei grandi hotel dove dormono.
Sabato 29
Questa mattina faremo quella che, per ora, è la più bella visita della vacanza: il parco archeologico di Kato Pafos con le rovine delle ville romane. Ovviamente non rimane più molto di queste ricchissime abitazioni, ma i pavimenti a mosaico sono superbamente conservati. All’interno del parco c’è anche un piccolo odeon ben conservato e un’agorá di cui invece rimane molto poco.
Usciti dal parco attraversiamo il molo con decine di ristoranti per turisti ed arriviamo alla fortezza medievale che fa da sentinella al porto. La torre è davvero poca cosa e si visita in poco più di un quarto d’ora.
Risaliamo in macchina verso petra Tou Romiou: lo scoglio dal quale, secondo leggenda, nacque Afrodite.
Prima di uscire da Pafos ci fermiamo ancora qualche minuto per vedere la Basilica di Panagia Chrysopolitissa. Nello stesso sito di culto paleocristiano sono state costruite almeno tre diverse chiese, ma ne rimane in piedi solo una greco ortodossa. Quello che stupisce maggiormente è la dimensione che si intuisce dovesse avere la Basilica cristiana del IV secolo di cui rimangono solo alcune colonne, parte degli absidi e gli immancabili pavimenti a mosaico.
Mezzoretta di strada e ci ritroviamo in uno dei tratti di costa più belli che abbia mai visto. Le scogliere ocra che si tuffano nel blu del mare nei dintorni di petra Tou Romiou creano degli scorci davvero fantastici. Decidiamo però di non fermarci qui in spiaggia, il mare è troppo mosso e non c’è il minimo angolino d’ombra in spiaggia. Pochi kilometri ancora e ci fermiamo per pranzo alla taverna sulla spiaggia di Melanda, ma anche qui il mare qui non ci piace e dopo pranzo ci spostiamo nelle spiagge di Avdimou prima e Kourion beach poi. Nessuna delle due può definisti spettacolare, complici anche le onde di oggi, ma se devo consigliarne una direi Kourion, anche se è più affollata.
Proprio sulla collina dietro la spiaggia si era sviluppata l’antica città di Kourion, che visiteremo domani, ma prima di lanciarci nella ricerca dell’hotel visitiamo il tempio della città. Le rovine del tempio di Apollon Ylatis si trovano qualche chilometro più a ovest rispetto la città. I resti ancora visibili sono dell’epoca romana e, anche se il complesso è stato raso al suolo da un terremoto, testimoniano ugualmente la grandezza del santuario. Si possono riconoscere gli alloggi dei sacerdoti, la palestra, gli immancabili bagni e il santuario principale con le sue imponenti colonne restaurate di recente. Terminata la visita con la temperatura gradevole del tramonto ci spostiamo verso Lemesos.
Mi immaginavo una cittadina più piccola e meno battuta rispetto Ayia Napa e Pafos, invece, almeno la parte turistica, sembra più grande. Il lungomare sembra non finire mai. La parte con maggior offerta turistica è sicuramente quella più a est ed è qui che troviamo sistemazione, ma, a mio avviso, la zona più interessante è quella intorno al castello medievale. Anche alla reception dell’appart-hotel ci indirizzano qui per la cena. È sicuramente il centro più carino che abbiamo visto in questa vacanza, addirittura meglio di Laiki Geitonia di Nicosia. Qui ci sono molti più locali e l’area pedonale mi sembra più grande. Ceniamo in una tipica taverna, anche se il mio adorato Friday’s nella zona dell’hotel mi attirava parecchio, ma è l’ultima sera qui a Cipro…
Domenica
Torniamo indietro per visitare l’antica Kourion. Questo luogo abitato sin dal neolitico è stato sicuramente scelto per la sua posizione. Oggi il sito è dominato dal teatro romano e, anche se non è grandissimo, la posizione e la vista sulla costa lo rendono davvero imperdibile. Anche in questo sito è ancora possibile ammirare altre ville con mosaici, l’agorà romana e i bagni pubblici. Appena entrati si entra nella grande villa di Eustolio che suscita davvero tutta la mia invidia per i pavimenti e la vista. Le foto forse migliori della vacanza si fanno invece dagli scorci della basilica paleocristiana: è qui che è stata scattata anche la foto di copertina della Lonely planet.
Finita la visita iniziamo ad avvicinarci a Larnaca e ci fermiamo a Governor’s beach prima e a Makenzy beach poi. La prima è molto più suggestiva con la scogliera dorata che circonda piccole e strette spiagge nere con l’acqua cristallina malgrado il colore della sabbia. Qui mangiamo anche pranzo e, prima di spostarci in quella che credo sia la spiaggia domenicale per eccellenza dei “Larnakesi”, ci fermiamo lungo la strada a Kiti. Qui visitiamo una chiesa dell’XI secolo a pianta cruciforme col classico tetto a cupola coperto da coppi: Panagia Angeloktisti. È stato molto piacevole perchè erano in corso i preparativi per la celebrazione di un matrimonio. Questa piccola chiesa è famosa per custodire nel suo abside un bellissimo mosaico della Vergine Maria che tiene in braccio il Bambin Gesù.
Decidiamo di finire la giornata su Mekenzy beach perchè, trovandosi a cinque minuti dall’aeroporto, è un’ottima soluzione per godersi il sole fino all’ultimo e avere tutti i servizi necessari prima della partenza. Anche se è la classica spiaggia di città affollata e con ogni tipo di beach bar, musica e sport acquatico, l’acqua è ugualmente pulita.
Sulla via dell’aeroporto ci fermiamo ancora sulle sponde del lago salato per vedere l’acquedotto romano di Kamares e la moschea Hala Sultan. Questa moschea è considerato il terzo luogo più sacro al mondo per la religione islamica dopo la Mecca e il Monte del Tempio di Gerusalemme. Il suo nome significa grande madre. Questa moschea infatti, sorge sul luogo dove la balia di Maometto è stata sepolta dopo essere morta cadendo da un mulo.
Eccoci in aeroporto a riconsegnare l’auto dopo mille chilometri tondi tondi. Anche questa avventura giunge al termine.
Cipro è stata una bellissima esperienza, ricca di belle sorprese. Cercando qualche immagine su internet si trovano solo un paio di spiagge e qualche chiesa diroccata, invece ha molto di più da offrire. Esistono luoghi per tutti i gusti e le esigenze. Cittadine più commerciali e vive con locali notturni animati e centri storici più tranquilli e autentici con molti ristorantini. Spiagge con ogni tipo di servizio, oppure distese selvagge con solo sabbia, scogli e mare blu. Siti da visitare ricchi di storia e con paesaggi meravigliosi.
Come ho già detto è formidabile l’attenzione per il turista che può ottenere ovunque ogni tipo di informazione in qualsiasi lingua. La rete stradale è curata ed efficiente anche se con molti autovelox e dossi dissuasori.
Se devo trovare un aspetto negativo posso solo dire che mi aspettavo un isola più economica per quanto riguarda i pasti e le accomodations. Credevo di trovare, come in Grecia, molte stanze in case private, ma qui non è usanza e sono molto più comuni hotel e pensioni di ogni tipo. Un’altra differenza coi cugini ellenici è la gestione delle spiagge. In Grecia, anche dove sono presenti, ombrelloni e sdraio non sono quasi mai a pagamento, mentre a Cipro si pagano praticamente ovunque, anche se a prezzi irrisori rispetto l’Italia. Anche qui, se si escludono alcune località, non è mai presente uno sfruttamento massiccio delle spiagge e viene sempre lasciata una buona porzione di sabbia libera da ombrelloni.
Non voglio fare classifiche, ma voglio ugualmente elencare, non con un ordine specifico, i “top 10” di Cipro.
- Una passeggiata nella popolare Laïki Ytonia fino alla Torre di Shacolas per ammirare dall’alto la curiosa forma a stella della capitale.
- Pranzare al carovanserraglio di Nicosia nord per poi rilassarsi al Büyük hammam.
- Cenare nei ristorantini del quartiere vecchio di Lemsos.
- Gli antichi gioielli architettonici dell’antica Kurion.
- Godersi il tramonto tra i mosaici delle ville romane di Kato Pafos.
- Partecipare ad un pazzo party itinerante ad Ayia Napa.
- Una cena a lume di candela al Porto di Girne.
- Trascorrere una giornata intera a Golden beach dimenticando scarpe e ciabatte in uno dei bungalow sulla spiaggia.
- Attendere il tramonto ad Agios Filon dopo aver ammirato la sua chiesetta a guardia di quella che, secondo me, è la miglior spiaggia dell’isola.
- L’affascinante Famagosta incastonata tra le sue mura, con la imponente cattedrale e il panorama spettrale dalla bellissima spiaggia.
è possibile leggere questo diario e guardare le foto del viaggio anche sul mio sito viaggiatoreda2soldi.it
Spero troverete spunti e aiuti per le prossime vacanze, altrimenti non esitate a contattarmi…