Bielorussia, il Paese freddo dal cuore caldo
L’aeroporto internazionale di Minsk è piuttosto piccolo, buio e grigio e pieno di ufficiali dagli enormi cappelli in stile sovietico che fanno avanti e indietro sbuffando se non capisci quando ti parlano in russo.
Passati i tutti controlli burocratici prendiamo un taxi che ci porta al centro della città per circa 25 euro. Lungo il tragitto dall’aeroporto al centro città puoi già ammirare quasi tutto quello che c’è da ammirare in Bielorussia: praterie, piccoli villaggi dalle casette di legno e boschi a non finire inframezzati da piccoli specchi d’acqua. Questo è per lo più il paesaggio fuori dalle grandi città, paesaggio che non ha mare e non ha montagne ma dove c’è tanto verde.
Arrivati a Minsk percorriamo la via principale che taglia in due la città: Prospect nyezalyezhnasti. La prima cosa che impressiona è la grandezza delle strade, da 2 a 4 corsie per senso di marcia, ben illuminate così come tutti i palazzi che le circondano. L’architettura di Minsk si può dividere in due parti: la parte moderna, quella recente e maggiormente ancora in fase di costruzione, fatta di enormi palazzi dalla facciate in vetro che, se non fosse per le scritte in cirillico dei cartelli pubblicitari sopra ai centri commerciali si potrebbe pensare di essere negli Stati uniti. L’altra faccia di Minsk è quella dei palazzi risalenti all’era sovietica: quelli statali anch’essi enormi e monumentali creati per impressionare chi li guarda e quelli destinati ad uso condominiale, decisamente brutti, kitch nella scelta dei colori e piuttosto anonimi.
Minsk non ha una grande scelta di hotel, principalmente da 3 a 5 stelle e tutti molto costosi (dai 150 ai 200 euro a notte), così abbiamo optato per affittare un appartamento in centro, in uno di questi enormi condomini, che costa dalle 60 alle 80 euro a notte.
Per quanto riguarda il mangiare c’è un’ampia scelta di ristorante in tutta Minsk, si può trovare dal ristorante Italiano a quello pakistano alla trattoria che cucina i migliori piatti nazionali che sono tutti da provare. Consiglio di assaggiare in particolare i Draniki, delle frittelle di patate ripiene di carne con salsa smetana e la Machanka, uno spezzatino di carne con patate. I prezzi medi per un pasto completo si aggirano intorno ai 20-30 euro a persona. Tutte le vie centrali sono piene poi di pub o discoteche dove potersi divertire a prezzi sicuramente convenienti, una birra costa circa 2 euro e l’entrata nelle discoteche costa sui 5 euro.
Praticamente rasa al suolo durante la seconda guerra mondiale lintera città è stata ricostruita sulle sue macerie. Da visitare e fotografare Minsk ha molti monumenti dell’era Sovietica come l’enorme obelisco di Piazza della Vittoria, i carri armati T34 che campeggiano in quasi tutte le città della Bielorussia a perenne ricordo, i palazzi degli uffici statali e il commovente museo della seconda guerra mondiale che si può visitare al costo di un euro ed è situato proprio nella piazza principale: Oktoberskaya.
Questa piazza è tra le più grandi che abbia mai visto e per attraversarla a piedi si impiegano circa 20/30 minuti. Da un lato della piazza c’è il Palazzo della Repubblica, un enorme edificio che funge da Auditorium per i principali eventi mondali della capitale e al centro a Natale viene messo un grande abete e viene fatta una pista di pattinaggio sul ghiaccio per la gioia di grandi e piccini.
Un altro posto imperdibile è Piazza Indipendenza che ospita il parlamento dietro ad una statua di Lenin e affianco c’è la chiesa Rossa, una chiesa cattolica molto bella dedicata a San Michele, proprio davanti alla chiesa c’è una bellissima statua del santo che uccide il drago.
Minsk è una città molto pulita, c’è un esercito di persone sempre pronte a pulire strade e parchi, che ricoprono un’area importante della capitale bielorussa. Il parco principale è il Janki Kupaly diviso in due dal fiume Svislach. I parchi sono molto vissuti dai bielorussi che non appena colgono dei spiragli di sole o del tempo libero vanno a passeggiare nel verde.
Da Oktoberskaya in direzione Nemiga, un’altra delle arterie principali della città, si può visitare la maestosa cattedrale ortodossa del “Sacro Spirito Santo” da cui si può ammirare uno dei panorami più belli di tutta la città e della città vecchia. Quest’ultima è una ricostruzione fatta negli anni ’80 di quello che doveva essere parte della città prima della seconda guerra mondiale con piccole casette colorate e viali fatti di ciotoli.
Lungo il parco che costeggia il fiume a Nemiga si raggiunge una piccola isola detta “L’isola delle lacrime”, chiamata così per via del memoriale posto al centro dell’isola raffigurante madri, mogli e sorelle piangenti e dedicato alle vittime della guerra in Afghanistan. Questo piccolo parco è solitamente frequentato da fidanzati e novelli sposi che vanno a toccare una parte sensibile di una statua raffigurante un piccolo angelo che la leggenda narra porti fortuna e fertilità.
Ogni parte della città è facilmente raggiungibile tramite la bella metro, efficiente e pulita e dal costo di 20 centesimi a biglietto e che in inverno si trasforma, grazie ai tanti passaggi e collegamenti tra una piazza e l’altra in una vera e propria città sotteranea.
Durante il periodo della nostra permanenza a Minsk abbiamo potuto visitare anche dei luoghi non troppo lontani da fuori la città come “La linea di Stalin” l’enorme museo sulla seconda guerra mondiale con mezzi, trincee e bunker originali restaurati e la splendida fortezza di Mir, nell’omonima città. Un castello medievale del XVI secolo e riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio dell’umanità.
Per fotografare ci siamo spesso soffermati in quei piccoli villaggi fatti di casette di legno lungo le strade della Bielorussia. La gente vive ancora senza elettricità ed acqua corrente e per lavarsi o lavare i piatti e i vestiti vanno tutti a raccoglierla in un pozzo a centro del villaggio.
La gente è sempre stata molto cordiale con noi e tutti si sono dimostrato molto solidali gli uni con gli altri, cercano di aiutarsi a vicenda per tirare a campare. Ricordo un episodio in particolare accaduto nella metro di Minsk dove ad una donna cadde un orecchino in un tombino e, comunicata la cosa al poliziotto di guardia nella metro, questo chiamò rinforzi ed andarono in quattro ad aprire il tombino per ripescare l’orecchino caduto alla signora.
Il Nove maggio ci siamo ritrovati nella festa principale della Bielorussia (e anche Russia): Il giorno della Vittoria. Il giorno dove si celebra la fine della seconda guerra mondiale e la vittoria sui nazisti. I preparativi e le prove della festa iniziano una settimana prima ed ogni negozio, palazzo viene addobbato per la festa.
Durante questo giorno sfilano tutti i veterani che hanno combattuto durante la seconda guerra mondiale e vengono celebrati dalla popolazione come veri eroi.
Oltre ai veterani sfilano anche i soldati vestiti con abiti d’epoca e i principali mezzi del conflitto e guardando questa celebrazione capisci che le enorme strade sembrano esser state realizzate per festeggiare questo giorno.
Turisticamente parlando Minsk è sicuramente meno famosa di Kiev in Ucraina o da città come Mosca o San Pietroburgo ma ha comunque in se un fascino che può sorprendere qualsiasi occidentale che la visiti per la prima volta.