Minsk, il fascino sovietico

Una città che non rinnega il suo passato, con grandi strade ed edifici molto grigi e molto sovietici, ma alcuni angoli unici al mondo ed emozionanti
Scritto da: Elle67
minsk, il fascino sovietico
Partenza il: 25/08/2018
Ritorno il: 29/08/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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È bella Minsk? Difficile rispondere a questa domanda con un sì o con un no. Da un paio d’anni sto girando diversi paesi ex URSS. Un po’ perché del resto dell’Europa ho già visto molto, un po’ perché li ho sempre evitati ritenendoli freddi e grigi e un po’ perché credo che inevitabilmente questi paesi saranno diversi tra 5/10/15 anni, e vanno visti al più presto.

La Bielorussia si è da poco aperta al turismo, fino a un anno fa era obbligatorio il visto e oggi non lo è più, era giusto premiare la loro buona volontà, e quindi si prenota e si va!

Il primo impatto è difficile. L’ufficio turistico dove comprare la mitica “Minks Card” è imboscato nel cortile interno di una stradina secondaria e l’unico dipendente è un ragazzino, sulla cui maggiore età non scommetterei, che per attivare la carta deve cercare le istruzioni e spacchettare un telefono che, è evidente, non ha mai usato. Ma è gentile, disponibile e non si ferma davanti alle difficoltà, alla fine ci consegna le nostre Minsk Card. Le cartine cartacee che ci mette in mano sono tante ma in nessuna sono segnati i trasporti pubblici, neanche le stazioni della metro, e la cartina degli autobus non esiste. Internet è inaccessibile per noi italiani se non si vuole spendere una cifra assurda. Le scritte sono in russo e bielorusso, in pochissimi parlano inglese e la città è grande, le strade sono lunghissime e larghissime, anche attraversarle è un’impresa. La prima mezza giornata è abbastanza sconcertante. Fortunatamente la sera ci riprendiamo mangiando un filetto eccezionale (scelto perché praticamente tutto il resto del menù era esaurito) con un sottofondo di musica dal vivo che poteva essere meglio, ma era oltre le nostre aspettative.

Il giorno dopo iniziamo con un free walking tour (trovato su facebook) organizzato da giovani ragazzi volontari che in un paio d’ore ti fanno vedere la parte vecchia della città (quello che hanno ricostruito dopo incendi e bombardamenti) e ti raccontano molte cose sulla storia e su quello che c’è da fare e vedere. Facciamo un giretto nella Trinity Hill, la piccola collina su cui si trova il Municipio (il tour parte ogni giorno alle 11 proprio davanti alla statua dell’uomo con la chiave della città), andiamo all’Island of Tears (un memorial per i soldati caduti in Afghanistan), passiamo dal Teatro Bolshoi (peccato non sia stagione…), dal Ministero della Difesa (non avremmo dovuto fotografarlo ma non doveva dircelo…) e poco più avanti la casa di Lee Oswald (io proprio non lo sapevo che avesse vissuto qui). Il tour finisce al Monumento della Vittoria con la fiamma eterna che immagino debba essere ottima per scaldarsi in inverno (un’ulteriore parte del monumento è nel sottopassaggio sotto alla piazza) e se c’è ancora bisogno di conforto basta entrare in quel fantastico negozio di alimentari (Karavai) in uno degli angoli della piazza; vende prodotti da forno tipici e vale la pena fare un giro per provare qualche specialità.

Davvero ottima esperienza, non solo vediamo già una buona parte di cose ma capiamo anche come muoverci! Li raccomando assolutamente, ti danno anche tanti consigli per ristoranti e shopping e ti parlano della gente, di come la pensano, di come vedono la storia. Anche una piccola lezione di russo e bielorusso è inclusa nel tour!

La nostra Minsk Card include anche i trasporti pubblici e li sfruttiamo alla grande, soprattutto gli autobus che sono illimitati. Purtroppo abbiamo solo 10 viaggi in metro, ma riusciamo a vedere le stazioni principali, alcune vanno viste, ne vale la pena, sono una versione un po’ più modesta (e molto più recente) di quella meravigliosa di Mosca. La metro è stata costruita negli anni ’80 ma sembra che abbia qualche decennio in più, l’hanno disegnata già vintage. Fa un certo effetto vedere un enorme fregio in bronzo con falce e martello circondato da due schermi piatti che trasmettono pubblicità… Non abbiamo una cartina degli autobus quindi li prendiamo un po’ a caso e quando vediamo che cambiano strada scendiamo e ne prendiamo un altro. Un metodo scientifico!

Un’enorme statua di Lenin si erge nella piazza omonima e devo dire che a me queste grandi statue comuniste piacciono, vado sempre a cercarle quando sono nell’Europa dell’Est. Non per motivi ideologici o politici, ma perché quando mi trovo lì davanti io inizio a sentire l’inno sovietico (senza dubbio uno dei più belli al mondo), percepisco l’orgoglio di quella che fu la grande URSS, la credenza in un’ideologia che per me in teoria è perfetta, ma ha fatto grandi danni quando hanno tentato di applicarla. Insomma, ho apprezzato molto questo grande Lenin solitario davanti a un enorme edificio grigio e squadrato (la Casa del Governo). Altra piazza indicativa è quella con il Palazzo della Repubblica (altro enorme edificio grigio e squadrato) e il Palazzo della Cultura dove si trova la Strana Mini (una Bielorussia in miniatura, ma molto in miniatura!).

C’è anche un altro busto di Lenin in una zona che assolutamente va vista, fatta di vecchi capannoni e magazzini che sono diventati pareti per street art. Ci sono cose bellissime e una delle pareti ha davanti un busto di Lenin e dietro un grande murales. La tradizione e la modernità che convivono con ottimi risultati. Si trova tra due anse del fiume vicino allo Stadio Dinamo ed è uno dei must di Minsk. Ci sono murales enormi e molto belli.

Le chiese, ce ne sono sia di ortodosse che di cristiane, ma secondo me nulla di imperdibile. Io vedrei la All Saints Church, abbastanza fuori zona, ci si arriva con la metro fino alla Biblioteca e poi si prosegue con una bella camminata, e la Chiesa di Saint Simon and Saint Helena, detta anche la chiesa rossa, nella Piazza Lenin. Purtroppo la prima siamo riuscita a vederla solo fuori perché era chiusa (ma ha una struttura importante e fa impressione la gigantesca vasca per i battesimi all’esterno) e la seconda era circondata da impalcature.

La Biblioteca è quanto di più moderno c’è in Bielorussia, è un gigantesco edificio ottagonale e va vista sia di giorno che di notte. Si può anche entrare ma la parte visitabile non è speciale (avevamo il ricordo di quel gioiello che è la biblioteca di Riga e speravamo fosse qualcosa di simile). Di giorno si può salire sul terrazzo e vedere il panorama su tutta la città mentre di sera diventa un gigantesco schermo luminoso con pubblicità, disegni, scritte… insomma, una cosa molto molto kitsch ma che compensa in abbondanza il grigio che regna sovrano ovunque. Non è un edificio che brilla per eleganza, ma sicuramente è particolare!

Di tanto in tanto camminando ci si imbatte in mostruosi complessi di enormi palazzi che sembrano formare un unico edificio, tutti grigi, al massimo beige, in condizioni non proprio ottime. Le riunioni di condominio devono essere complicate, immagino che ci abitino migliaia di persone… un incubo. Però se ti avvicini puoi scoprire che alcuni di questi brutti palazzi sono decorati con quelli che da lontano sembrano dei murales e invece sono dei mosaici veri e propri, e sotto a strati di smog si intuiscono antichi e brillanti colori.

Fondamentale per capire la Bielorussia è il Museo della Grande Guerra Patriottica. È stracolmo di memorabilia varia, armi, carri armati, divise, e racconta la loro versione della storia, quella di un paese che non ha rinnegato nulla: hanno l’indipendenza ma per loro l’Unione Sovietica non è mai stata un nemico. Il Museo è interessante anche architettonicamente e circondato da un bel parco. Ah, Minsk è piena di parchi, tutti tenuti benissimo. A qualsiasi ora vedi squadre formate da uomini e donne, non proprio giovanissimi, che armati solo di ramazze e rastrelli (i maledetti soffioni qui non sono arrivati) tengono pulita una città intera. A me sembra una cosa bellissima, i nostri pensionati si ammuffiscono davanti alla tv e questi invece si tengono in forma facendo attività fisica all’aperto e rendendo un servizio alla comunità. Per me è un’idea da copiare.

A proposito della popolazione, due parole sulla moda bielorussa. Per gli uomini non si scappa, i colori sono il grigio e tutte le tonalità del verde militare. Sarà perché sembra che la metà degli uomini siano effettivamente militari (con enormi cappelli che suscitano un po’ di ilarità ma consiglio di trattenersi), ma riescono ad indossare contemporaneamente verde militare, verde oliva, verde marcio, verde sottobosco e ogni tanto una punta di verde ramarro. Le donne invece adorano i colori accesi e gli abbinamenti preferiti sono o il total rosa baby oppure ogni tonalità esistente di rosso, arancio e fucsia. Ne ho contati fino a 7 diversi addosso ad un’unica donna. Mica facile avere un pantone così nell’armadio!

Visto che la Minsk Card include praticamente qualsiasi cosa turistica in città, andiamo a visitare anche luoghi dove non saremmo mai andati come il museo di storia naturale e cultura. Davvero nulla di che, non siamo rimasti più di 10 minuti, ma merita la citazione per la scena che si ripeteva quasi sempre quando orgogliosi mostravamo le nostre Minsk Card come se fossero dei salvacondotti universali:

1. Affermano di non sapere cosa sia;

2. Indicono una breve riunione di tutti i dipendenti per decidere come comportarsi;

3. In fondo a un cassetto trovano un cellulare con cui provano a scansionare la carta;

4. Non riuscendoci, ti danno un pezzo di carta strappata con sopra una scritta incomprensibile che però ti dà accesso al museo. In tutto questo tempo continuano a parlarti in russo e/o bielorusso anche se è ovvio che tu non capisci niente.

E poi il mercato, non può mancare in un viaggio in un paese abbastanza diverso da noi. Qui c’è una parte al chiuso praticamente dedicata alle donne, con tantissimi stand che vendono ogni tipo di articolo femminile, dallo shampoo alle parrucche, da reggiseni fetish a pellicce. Poi c’è la parte alimentare, frutta e verdura sono all’aperto e il resto invece in un capannone chiuso. Quanto mi sarebbe piaciuto provare un po’ di tutto!

Ma la cosa più emozionante del viaggio per me è stato lo Zair Azgur Museum. Zair Azgur era uno scultore molto attivo nell’Unione Sovietica che aveva realizzato tantissime statue di Lenin, Stalin e altri personaggi illustri, politici, scrittori… Quasi impossibile da trovare ma alla fine, girando tra i condominii, siamo arrivati a una porticina che non sembrava proprio quella di un museo ma fuori c’erano un paio di volantini in una specie di bacheca e quindi abbiamo spinto la porta e siamo entrati. Una donna possente in divisa ci chiede (immagino) chi siamo dove andiamo cosa portiamo un rublo! Lei parla solo russo, noi, confortati da un’enorme testa di Lenin dietro di lei che ci fa capire che siamo nel posto giusto e non nel tinello della signora, sfoderiamo la poderosa Minsk Card. La guarda con sospetto, vuole farci pagare. Mostriamo il libercolo dove c’è scritto che il museo è gratis, ma non si fida e chiama rinforzi. Arriva una ragazza giovane che fortunatamente parla inglese, ci spieghiamo e lei comincia a telefonare, credo al Ministero degli Esteri o del Turismo. A quel punto leggiamo il prezzo del biglietto, irrisorio, e le diciamo che fa lo stesso, paghiamo e non se ne parli più. Ah no, ormai la macchina burocratica si è messa in moto e non si torna indietro. Aspettiamo qualche minuto e dalla stanza dei bottoni arriva l’ok, possiamo entrare. Saliamo una rampa di scale, apriamo una porta (che sembra sempre di più l’entrata nel salotto di qualcuno) e ci appare una grande stanza con un soffitto di 7/8 metri piena, completamente piena, di statue, busti, teste… marmi, bronzo, dimensioni naturali, enormi, appoggiate per terra o a 6 metri di altezza… vederle tutte assieme toglie il fiato. C’è una giovane modella con un fotografo che le sta facendo degli scatti e una signora che mi cattura e comincia a parlarmi in russo per spiegarmi la storia dello scultore, delle statue, dei personaggi ritratti. Le dico che non capisco ma non importa, lei ha deciso di occuparsi di me e non molla il mio braccio. Eppure, nonostante la barriera linguistica, mi sembra di capire tutto quello che mi dice. È gentilissima, appassionata, si vede che adora quel posto, credo che rappresenti l’essenza del popolo bielorusso, gente un po’ fredda in apparenza ma che si è fatta in quattro per aiutarci e accoglierci.

Questo è l’ultimo ricordo che ho di Minsk, e quindi se adesso mi chiedessero “E’ bella Minsk?” risponderei di sì, che è un posto da vedere prima che cambi, prima che le ultime statue di Lenin finiscano in quella stupenda stanza-museo, prima che le TV sostituiscano del tutto i fregi della metropolitana e le donne inizino a vestirsi solo di grigio e gli uomini di rosa.

Per finire, ecco un po’ di informazioni utili

L’aeroporto è abbastanza distante dal centro, ci vogliono circa 45 minuti di autobus. Non ci siamo fidati dei tassisti abusivi e non volevamo prendere un taxi e quindi abbiamo aspettato il primo autobus per la città. Ce ne sono di due tipi: il numero 300 che è un grosso autobus e il 1400 che invece è un piccolo pulmino. Si alternano e ci mettono circa lo stesso tempo. Prezzo 4 rubli, cioè 1,6 euro, i prezzi sono bassissimi per noi. Siamo scesi davanti alla stazione visto che il nostro hotel era in zona e l’abbiamo raggiunto a piedi. Al ritorno gli autobus partono dalla stazione delle corriere, che è di fianco alla stazione centrale dei treni (guardando la stazione, con le spalle alle Minks Tower, sulla sinistra). Anche le torri di Minks sono da vedere.

Il posto con il miglior filetto degli ultimi anni è il TNT Rock Club e fa anche musica dal vivo (il volume è alto).

Il “Free Walking Tour in Minsk” lo trovate su facebook, è eccezionale e gratis, anche se alla fine tutti abbiamo dato una piccola mancia perché fanno veramente un ottimo giro ed è un buon punto di partenza.

L’esercito e la polizia sono una cosa seria, serissima. Già al controllo passaporti lo capisci, ti fanno un vero e proprio interrogatorio, perché sei lì, quanto resti, ecc. ecc. Incutono un po’ di timore. L’assicurazione sanitaria è obbligatoria ma se non ne avete una la potete fare subito prima del controllo passaporti per circa un euro al giorno.

Fate la Minks Card così non ci pensate più e non pagate praticamente nient’altro. I trasporti pubblici sono indispensabili perché la città è grande.

Visto che era incluso nel prezzo siamo andati anche allo Zoo ma è veramente triste e abbastanza scomodo da raggiungere. Poveri animali.

Se è stagione di teatro secondo me bisogna prenotare qualcosa al Bolshoi. Anche il circo sarebbe stato da vedere ma non ce l’abbiamo fatta, sarà per la prossima volta.

Guarda la gallery
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All Saints Church

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Island of tears

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Piazza Lenin

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Museum of Great Patriotic War

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Street art

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Zair Azgur Museum



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