Basilicata coast to coast
Oggi è il giorno della partenza per una vacanza: meta il Ti – Blu Village a Marina di Pisticci, in Basilicata, regione per noi pressoché sconosciuta. Sappiamo che sarà un viaggio molto impegnativo… ed abbiamo in mente un certo progetto: la nostra camera sarà disponibile solo dalle 16:00 in poi e non potendo affrontare un viaggio così lungo senza una sosta, decidiamo di passare per Venosa, in provincia di Potenza. Dove potremo sgranchirci le gambe per un po’ di tempo e pranzare. Naturalmente bisognerà muoversi molto presto; qui in Oltrarno questa è una notte “bianca” e quando alle 3:30 scendiamo con le valige, tanta gente sciama per strada e si respira aria di festa. Sulla A1 troviamo nebbia a banchi fino a Fabro; poi, quando si fa giorno, anche la nebbia sparisce e il cielo si rischiara. La nostra “mitica” Arianna, alla quale abbiamo impostato come meta naturalmente Venosa, ci fa uscire a Caianello; poi ci fa proseguire attraverso il Sannio dove vediamo una bella campagna ben coltivata con tante viti; passiamo le Murge vicino a Candela e alle 10:30 siamo a Venosa. La cittadina si estende da ovest ad est su un basso pianoro: quasi tutti i monumenti di rilevanza artistica o storica sono nella parte orientale. Parcheggiamo La Nera davanti al Castello, che si trova ai margini di quella che presumiamo essere la piazza principale del paese. Il massiccio castello ha una pianta quadrata e torri cilindriche ed è circondato da un profondo fossato; percorriamo il ponte levatoio e siamo alla biglietteria: con 5,00 euro si può fare un biglietto cumulativo per il museo archeologico nazionale, che qui è situato e per l’ingresso al parco archeologico distante da qui a qualche centinaio di metri. Il museo è allestito nei bastioni del castello ed ha reperti che vanno dal paleolitico fino all’epoca romana. Usciti dal castello ci troviamo di fronte una bella fontana angioina e sulla destra, proseguendo verso est la chiesa del Purgatorio, e, avanzando ancora, la parte più “storica” della cittadina; infatti incontriamo subito la piazza e il monumento dedicati al poeta Orazio che a Venosa certamente è nato; sulla casa dove l’evento sarebbe avvenuto abbiamo qualche dubbio come una lapide esplicativa onestamente riconosce, ma è voce di popolo che si tramanda… Poco più avanti c’è la piazza con il municipio, che ha dal lato opposto la cattedrale realizzata intorno al ‘500 che sostituì quella demolita per costruirci il castello. Ci avviciniamo così alla zona archeologica presso la chiesa di San Rocco; entriamo (abbiamo già il biglietto pagato al castello) e siamo subito agli scavi che hanno riportato alla luce un quartiere della città romana di epoca imperiale: anfiteatro, terme con mosaici sul pavimento; l’occhio però è subito attratto sullo sfondo verso est dalla maestosa abbazia della Trinità rimasta “incompiuta”(così infatti è anche chiamata dato che non ha copertura), ha il campanile a vela con tre campane, colonne con splendidi capitelli che si levano verso il cielo che nel frattempo si è ricoperto di qualche nube; comincia anche a piovere, peccato l’abbazia non ha un tetto… Nel frattempo abbiamo fatto tante foto. Ripercorriamo il tragitto inverso riparandoci come possiamo tra una grondaia e l’altra, e quando giungiamo nella piazza del castello non piove più… Meglio così. Qui vicino c’è un ristorante: il servizio è lento, ma non tutto il male vien per nuocere, almeno ci riposiamo un po’ prima di riprendere il viaggio verso Marina di Pisticci dove giungiamo dopo due ore. Entriamo nel villaggio vacanza, dove il disbrigo delle pratiche e l’assegnazione della stanza viene svolto in maniera professionale da amministrativi e animatori. Il villaggio ha quattrocento camere ed ha tra sé ed il mare una pineta attraversata da un vialetto di cinquecento metri, che un trenino percorre in su e giù dalle 8:30 fino alle 18:00. Ci sono tre piscine, un teatro e due ristoranti; il sistema di animazione, come avremo modo di constatare in seguito, è interessante; intanto da alcune pozzanghere, ci rendiamo conto che qui è venuto un bel temporale; quando però si fa l’ora di cena il cielo è sereno: fa ben sperare per domani.
29 giugno 2009 lunedì
Una bella mattinata di sole che noi trascorriamo tra spiaggia –piscina e riposo partecipando ai momenti di animazione in villaggio. Il pomeriggio viene il solito temporale e poi si rasserena; l’aria è fresca e si sta bene. Avevamo già pensato di fare una visita a Matera che da qui dista circa cinquanta minuti di auto; ma, visto che il villaggio organizza per domami pomeriggio un’escursione in questa città al prezzo di 25,00 euro a persona, guida compresa, ne approfittiamo e fissiamo per domani alle 15,00: il raduno è nella hall.
30 giugno 2009 martedì
Il mattino lo passiamo passeggiando lungo la spiaggia, riposandoci sotto l’ombrellone, facendo esercizi di “risveglio muscolare”, e in relax nella piscina con idromassaggio.
Dopo pranzo alle 15:00 siamo puntuali per l’escursione a Matera; vediamo che tanti hanno avuto la nostra stessa idea; ci sono due pullman che ci attendono; toscani forse siamo solo noi, ci sono tanti torinesi e anche bergamaschi: partiamo con cinque minuti di anticipo! In cielo c’è qualche nuvoletta ma niente di allarmante. Quando dal fondovalle saliamo verso Matera, si vede soltanto la città “nuova”, nessun indizio dei rinomati “sassi”; alle 16:00 arriviamo nella parte alta della città, vicino al castello.
La guida, che si chiama Filomena ed è del posto, ci fa fare pochi passi; poi si ferma davanti ad una chiesa che si chiama del Purgatorio, la cui facciata curvilinea è decorata con teschi e con scritte che ricordano la morte; poi, poco più avanti, vediamo la chiesa di San Francesco preceduta da una doppia scalinata e con facciata barocca.
Eccoci ora in piazza del Sedile con il bel palazzo del settecento con statue di terracotta e due torrette con campane ed orologio. Prendiamo una strada in leggera salita con parapetto sulla sinistra, affacciandosi dal quale si ha una vista ampia e soddisfacente sul cosiddetto “sasso Barisano”: qui la guida ci spiega che questo è uno dei due sassi in cui si divide la città; è quello con più intervento umano, infatti è più ”costruito” rispetto all’atro in cui dopo scenderemo e che si chiama “sasso caveoso”. Procedendo si oltrepassa un arco ogivale chiamato in dialetto “porta di Siusa (sopra)” e ci troviamo davanti il bel Duomo, che ha nella lunetta del portale la statua della Madonna della Bruna, patrona assieme a San Eustachio di Matera.
Dopo il palazzo Vescovile, comincia la strada in discesa verso il “sasso caveoso”; in fondo alla quale, quando la strada comincia a risalire, si giunge ai piedi di uno sperone roccioso chiamato Montirrone; sulla sinistra c’è la chiesa dedicata a San Pietro preceduta dalla piccola omonima piazza. La chiesa, anche questa barocca, si affaccia nella sottostante gravina con una vista davvero suggestiva.
Lì vicino c’è l’ingresso (1,50 euro a testa) ad una “casa grotta-museo” con, all’interno, mobili, suppellettili e utensili originali testimonianza del sistema di vita di chi abitava queste “dimore” fino agli anni ‘50: visitiamo poi accanto una chiesa rupestre.
Risaliamo verso piazza Ridola dov’è il Museo Archeologico Nazionale, poi siamo nuovamente alla chiesa di San Francesco, da quindi al castello; il pullman alle 18,30 passa a riprenderci per portarci in albergo. Naturalmente in queste tre ore non possiamo dire di conoscere a fondo Matera, ma possiamo affermare che ora abbiamo almeno un’idea di questa città particolare e pensiamo che senz’altro meriti una visita più approfondita: ci piacerebbe per esempio raggiungere il colle di fronte al “sasso caveoso” per osservarlo da lì. Chissà, forse uno dei nostri prossimi viaggi…
Durante il viaggio verso il villaggio, incontriamo il solito temporale pomeridiano, poi alle 20:00 giungiamo al Ti- Blu; ben presto siamo al ristorante e subito dopo in teatro per il consueto spettacolo serale..
01 luglio 2009 mercoledì Giornata dedicata completamente alla vita di spiaggia e di relax al villaggio.
02 luglio 2009 giovedì Il pomeriggio abbandoniamo la vita di spiaggia (il cielo è nuvoloso) per andare alla vicina e famosa Metaponto, che è raggiungibile in circa quindici minuti. Qui siamo nella “Magna Grecia” e le tracce si vedono. Seguendo l’indicazione “sito archeologico area urbana” vi giungiamo in poco tempo. L’ingresso è libero e c’è un piazzale per lasciarvi l’auto. Il terreno è melmoso, poiché anche stasera, come sempre c’è stato il temporale. E’ questa un’area non molto vasta con pochi resti di quattro templi, dell’agorà e del teatro; l’idea di come dovevano essere ce la facciamo grazie ad una buona ricostruzione sulla cartellonistica. Sappiamo che non molto distante da qui si trova il tempio di Era detto “Tavole Palatine”; però stasera si è fatto tardi, e, vista la distanza veramente minima dal villaggio turistico pensiamo di dedicare una parte di uno dei prossimi pomeriggi appositamente alla visita di questo monumento.
03 luglio 2009 venerdì La giornata trascorre tra la mattina in spiaggia e poi in piscina e il pomeriggio arriva il solito temporale.
04 luglio 2009 sabato Nel pomeriggio prendiamo nuovamente la superstrada Reggio Calabria – Taranto in direzione di Metaponto, decisi a visitare il tempio delle Tavole Palatine. Oltrepassata l’uscita Metaponto, dopo circa quattro km (ci sono dei lavori in corso) un piccolo cartello segnala un’uscita provvisoria con scritto “Tavole Palatine”- bisogna stare attenti altrimenti il cartello sfugge: usciamo. Dopo pochi metri la strada si divide in tre diramazioni senza alcuna segnalazione: non sappiamo quale porti al sito archeologico; dopo alcuni tentativi prendiamo quella giusta cioè quella subito a sinistra, che, passando sotto l’autostrada, in poche centinaia di metri sbuca ad un museo “antiquarium” dove c’è un piccolo parcheggio. Un vialetto ben curato conduce tra oleandri fioriti alle famose 15 colonne rimaste (10 sul lato nord e 5 su quello sud); delle altre restano in terra solo dei rocchi: in origine le colonne erano 36 (12 sui lati lunghi, 6 su quelli corti).
Il luogo è molto suggestivo, specialmente all’ora del tramonto quando i raggi del sole filtrano tra i capitelli.
05 luglio 2009 domenica Oggi lasciamo il Ti – Blu Village intorno alle 8:00 per tornare a casa. Decidiamo di passare da Caserta, con meta non la Reggia, che conosciamo abbastanza bene, ma il borgo di Caserta Vecchia. Prendiamo l’autostrada che da Metaponto ci porta fino alla A3, poi da Salerno il raccordo per rientrare nell’A1 proprio a Caserta sud. Alle 11:00 usciamo a Caserta nord; per un primo tratto seguiamo i cartelli “Caserta centro” poi quello che indica “Caserta Vecchia”. Lasciata la città nuova alle spalle, la strada si inerpica per circa 8 km per una collina fino a raggiungere il caratteristico borgo medievale; prima di entrare in paese conviene lasciare la macchina in uno dei comodi parcheggi. Un viale alberato in salita passa vicino al mastio del castello, poi la strada diventa un intrico di vicoli; la piazza centrale si chiama piazza Vescovado: vi è la cattedrale in stile arabo-normanno con a destra il campanile; sul suo fianco destro c’è la chiesetta gotica dell’Annunziata con un bel portico.
Si respira una bella arietta fresca che rende piacevole gironzolare per i vari rioni; pranziamo in un ristorante vicino al parcheggio.
Verso le 15:00 riprendiamo l’autostrada per Firenze,dove giungiamo intorno alle 19:00.
Abbiamo percorso 1659 km. Per chi volesse vedere altri itinerari, foto ecc , abbiamo anche un modesto sito: www.Webalice.It/graziano.Alterini