Au-delà de la Provence. Viaggio oltre la Provenza
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Affrontate le prime due tappe di oltre mille chilometri senza scalfire la resistenza né di El Andador (il sidecar) né delle mie donne, Lucia (la fedele compagna di sventura) e Luna (la nostra boxerina bianca), raggiungiamo Montpellier da dove veramente ha inizio la nostra nuova avventura.
Montpellier, la città delle fontane
Posta a metà strada tra la Spagna e l’Italia, Montpellier è una città elegante e piena di fascino. Il cuore di Montpellier è Place de la Comédie, una piazza dalla singolare forma ad uovo sulla quale affacciano eleganti edifici d’epoca e l’Opéra-Comédie; al centro della piazza spicca la fontana delle Tre Grazie.
Ma è il centro storico (Écusson) che ci offre il meglio da visitare; un saliscendi di viuzze che sfociano in piazzette alberate ove bar e ristorantini concedono riparo dal caldo soffocante.
La Cattedrale di Saint-Pierre merita sicuramente una visita. L’edificio, in stile gotico, si distingue per le sue massicce torri gemelle; mai osservata prima chiesa così imponente.
Infine, Place Real Peyrou con la sua vista panoramica sulla città e sull’acquedotto Saint-Clément, dove si trovano l’Arc de Triomphe e la statua di Luigi XIV.
Carcassonne, la città fortificata
Visitiamo l’Abbaye de Fontfroid, una splendida abbazia cistercense del 1093 immersa tra boschi e vigneti, per poi raggiungere Carcassonne. La città medievale mi ha stregato. Avevo visto già in precedenza Carcassonne fotografata su libri e riviste o in programmi televisivi ma dal vivo è impressionante! Si, è vero, è stata completamente restaurata ma la sua visione è molto suggestiva. Sembra uscita da un libro di fiabe. La città fortificata è situata su uno sperone roccioso e domina la pianura circostante. Passeggiamo per i vicoli della Cité, come la chiamano qui. Ammiriamo le massicce mura e le possenti torri non tralasciando le principali attrazioni: lo Château Comtal e la Cathédrale Saint-Michel de Carcassonne.
Toulouse, la città rosa
Il soprannome di città rosa deriva dai mattoni in terracotta, un materiale diffuso nella zona, impiegato nella costruzione di molti dei suoi edifici che conferiscono agli stessi questa tonalità, specie al tramonto. Iniziamo la visita di Tolosa attraversando Point Saint-Pierre, uno dei ponti costruiti sul fiume Garonne, che ci regala una bella visione del centro cittadino. Proseguiamo per la Basilique Saint-Sernin, gioiello dell’arte romanica, tappa fondamentale del cammino di Santiago de Compostela. Meraviglioso è il campanile costruito in mattoni. Arriviamo a Place du Capitole. Il magnifico edificio che ospita il Comune è in parte offuscato dalla presenza di un palco sul quale si esibiscono giovani promesse francesi. Continuiamo la scoperta del centro di Toulouse visitando il Convento dei Giacobini, un antico convento di frati Domenicani costruito anch’esso in mattoni. Per la volta del soffitto a forma di palma, l’edificio è unico nel suo genere. Bella anche la Cathédrale Saint-Etienne.
Sulle tracce di D’Artagnan
Visitiamo la città di Auch, Capitale storica della Guascogna. Il centro storico, dall’alto della collina, domina la Val de Gers.
Auch è famosa per la Cathédrale Saint-Marie costruita lungo il percorso per arrivare a Santiago de Compostela ma anche per la scalinata monumentale di 370 gradini che toglie il respiro, oltre che per la bellezza, anche per la fatica impegnata nel risalirla. A metà della scalinata si erge maestosa la statua del famoso moschettiere D’Artagnan. Di grande fattura anche la Prefettura (ex palazzo vescovile) e la Torre di Armagnac.
Dentro l’Armagnac
Giornata dedicata alla scoperta del territorio dell’Armagnac, il distillato di vino più antico al mondo.
Larressingle, uno dei villaggi più belli d’oltralpe. Immersa nei vigneti, nel cuore dell’Armagnac, è la città fortificata più piccola della Francia. Meravigliosamente restaurata, è un piacere passeggiare nel piccolissimo centro.
Condom, capitale dell’Armagnac. Messa da parte l’architettura del Paese, entriamo decisi nella Maison Ryst-Dupeyron per scoprire i segreti della distillazione dell’Armagnac. Accomodati nell’antica cantina, un video ci illustra l’azienda e le tecniche di distillazione. Luna è più interessata al fresco, io agli effluvi che fuoriescono dalle botti. Dopo le piacevoli spiegazioni sulle tecniche di produzione passiamo alla parte più interessante: la degustazione! Senza esagerare troppo, vuoi per la strada ancora da percorrere, vuoi per i quaranta gradi che ci sono fuori.
Abbaye de Flaran, abbazia cistercense che, devo ammettere, non mi ha lasciato sbigottito.
Lourdes, la città di Santa Bernadette
L’emozione che provo nel visitare il Sanctuaire Notre Dame de Lourdes è immensa. Una strana sensazione di benessere, di pace mi assale. Mi sembra di camminare sospeso da terra, non avverto né la stanchezza né il forte caldo che avvolge tutto attorno.
Visito la Basilica del Rosario, la Cripta e la Cappella delle Relique e, infine, la Grotta di Massabielle, la famosa Grotta dove Bernadette ebbe in visione la Santa Vergine. La immaginavo diversa. Mi aspettavo di dover scendere nelle profondità della terra e invece no; è lì accessibile a tutti, soprattutto alle povere persone ammalate che si affidano a Maria per essere guarite.
E poi l’acqua, sorgente di vita, purificatrice del corpo e dell’anima. Tante sono le fontanelle dalle quali prelevare, o semplicemente sorseggiare, l’acqua santa; riempio, come molti fedeli al mio fianco, le ampolle acquistate sulle bancarelle prima di entrare nel Santuario. Le porterò a casa e, in parte, le regalerò a ricordo di questo meraviglioso posto. Un ricordo profondo e duraturo nel tempo.
Terminata la visita al Santuario, percorriamo le strade di Lourdes per scoprire i luoghi dove ha vissuto Bernadette e rivivere la storia della pastorella:
– il Mulino di Boly, il luogo di nascita di Bernadette;
– il Cachot, dove viveva Bernadette al tempo delle apparizioni;
– la chiesa, dove si trova il fonte battesimale di Bernadette;
– l’Ospizio, dove si trova la cappella nella quale Bernadette fece la prima comunione.
Bordeaux, la città del vino
Dopo aver trascorso un giorno nella lussuosa e raffinata Biarritz, sulla costa Atlantica, puntiamo su Bordeaux. Raggiungere Bordeaux solo per assaporare il rinomato vino; mai convinzione sarebbe risultata più sbagliata. Passeggiando per il centro è subito evidente che Bordeaux possa offrire molto di più. Vie del centro sempre affollate di persone, eleganti palazzi neoclassici lungo la riva del fiume Garonna, edifici storici ben conservati, chiese di una bellezza unica e la street art celebrata ovunque e, in particolare modo, presso il Darwin l’Éco-Système.
La scoperta della città non può che iniziare dal suo centro storico, dal quartiere Saint Pierre. La Cathédral Saint-André e il suo campanile alto 50 metri, chiamato Tour Pey-Berland, sono le principali attrazioni. Altre meravigliose chiese sono la Basilica di Saint Seurin, la chiesa più antica della città, e la Basilica di Saint Michel, in stile gotico. Meravigliose sono anche la Porte Cailhau e la Grosse Cloche.
Arriviamo a Place de la Bourse, lungo la riva del fiume Garonne, dove c’è l’attrazione più amata da Luna: il Miroir d’eau, il grande specchio di acqua che riflette la sagoma del Palazzo della Camera di commercio e, con i suoi zampilli, fonte di gioco per la boxerina. Devo tirarla con forza per allontanarla da questo parco giochi.
Dune du Pilat
Non lontano da Bordeaux, si trova un luogo unico nel suo genere, la duna di sabbia più alta dell’Europa, la Dune du Pilat. Ci troviamo di fronte ad una montagna di sabbia. Raggiungere la vetta non è impresa semplice, considerato che sprofondiamo nella sabbia fino a metà polpaccio. L’unica che si sente a proprio agio è Luna con le sue quattro zampe motrici. Arrivati sulla cima, comprendiamo la maestosità dell’evento naturale. Da qui la vista è stupenda. Ci dirigiamo verso sinistra al fine di raggiungere la parte meno affollata e goderci tranquillamente il panorama sul Bacino di Arachon.
Nella terra del Bordeaux
Arrivano le piogge e dobbiamo modificare un po’ il nostro itinerario. Riusciamo comunque a visitare, seppure velocemente, il bellissimo borgo medievale di Saint-Émilion e i suoi paesaggi viticoli. Un Bordeaux Rouge e un Saint-Émilion Grand Cru sono i vini acquistati alla Maison Galhaud – Cave du Manoir che sarà il nostro bottino di guerra. Proseguiamo per Sarlat-la-Caneda fiduciosi di arrivare prima che il diluvio previsto nel pomeriggio ci colga per strada.
Dans le triangle d’or du Périgord
Terra ricca di patrimonio storico e naturalistico, è suddivisa in quattro zone turistiche identificate dai colori Bianco, per il colore della pietra locale, Nero, per la qualità dei lecci presenti nella zona, Rosso, per il colore delle foglie delle viti in autunno, e Verde, per la vegetazione lussureggiante.
Per visitare questa zona servirebbe una settimana intera; noi abbiamo a disposizione solo due giorni e, oltre tutto, piovosi. Ma non ci abbattiamo. Monto la capottina al sidecar, indosso la tuta anti pioggia e partiamo!
Sarlat-la-Canéda, ville d’art et d’histoire, è un elegante borgo medievale di una bellezza unica. Il centro storico, ben ristrutturato, invoglia a passeggiare senza meta in cerca degli angoli più suggestivi.
Place de la Liberté è il fulcro del paese. Le vetrine dei negozi espongono le délices du pays; traboccano di foie gras, tartufi, noci, Armagnac e vini delle visitate colline di Saint-Émilion.
Ma è la mattina seguente che il mercato alimentare risveglia tutte le papille gustative. Incoraggiati dal fatto che Luna, finendo uno dei suoi sacchi di crocchette, ha liberato parte del vano di carico della carrozzina, acquistiamo di tutto, dalle salsicce al tartufo a quelle di anatra, dai canelés de Bordeaux ai macaron, dalla senape alle noci, allo zucchero alla violetta. In virtù dell’esperienza di qualche sera prima, evitiamo di acquistare il prelibato foie gras che di prelibato ha ben poco per i miei gusti.
Aggrappato ad una falesia, Domme domina la sottostante pianura impreziosita dal corso del fiume Dordogna. È tra i plus beaux village de France e la porta di accesso lo testimonia. Risaliamo il paese fino alla terrazza dalla quale si gode di una splendida vista.
Proseguiamo per La Roque-Gageac, un villaggio da cartolina con le abitazione incastonate nella roccia e il castello che si affaccia sulla Dordogna.
Visitiamo Castelnaud, la fortezza medievale situata nella città di Castelnaud-la-Chapelle, il Castello di Fénelon e il Castello Beynac.
Albi, la città dai mattoni rossi
Dopo aver visitato Montauban, la seconda bastide (città fortificata) più antica di Francia e aver scoperto la caratteristica Place National racchiusa da portici e palazzi in mattoni rossi, raggiungiamo Albi.
Albi conserva meravigliosi monumenti costruiti per lo più con mattoni rossi, caratteristici della regione. Capolavoro assoluto è la Cattedrale di Saint-Cécile che, con la propria mole, domina la città. La più grande costruzione in mattoni rossi non riesce ad entrare per intero nell’obiettivo fotografico. L’interno è ricco di opere di artisti italiani che per la loro ricchezza contrasta con la rude struttura esterna. Vicino alla cattedrale si erge il Palazzo Vescovile (Palais de la Berbie), oggi sede del museo dedicato al pittore Henry Toulouse-Lautrec. Nei pressi del palazzo visitiamo il bel giardino alla francese dal quale si gode una bella vista sul fiume Tarn. Attraversando il Ponte Vecchio, un ponte ottocentesco ad otto arcate, ammiriamo il centro storico di Albi nel suo splendore anche se sotto un cielo plumbeo.
Il viaggio è oramai giunto al termine. Due sole tratte ci restano da coprire. Le più faticose, perché tanti sono i chilometri da percorrere. Le più tristi perché ci riportano alla vita di tutti i giorni: Albi – Nizza, Nizza – Roma.
In questo viaggio ho capito che Luna è attratta dai tram, il foie gras non fa per me, Lourdes è veramente toccante.
Grazie alle mie donne che mi hanno seguito in questa avventura.
Viaggiatorenonpercaso.com