Albania, una piacevole scoperta

Un paese così vicino a noi, che ci conosce molto bene, dove ci sono segni del nostro passaggio, ma che noi conosciamo molto poco
Scritto da: robivent
albania, una piacevole scoperta
Partenza il: 18/08/2012
Ritorno il: 02/09/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
Albania… Erano anni che dovevo fare questo viaggio, ma non mi ero mai deciso forse per pregiudizio, anche se ho diversi amici che dopo un periodo da emigrati sono tornati nel loro paese e sarei stato di sicuro ben consigliato.

L’estate 2012 è stato il momento giusto e mi sento di consigliare a tutti questo viaggio perché offre la possibilità di visitare un paese molto vario e interessante, con tanti aspetti ancora genuini e soprattutto dove gli italiani sono stimati e portati in palmo di mano, cosa che non succede così spesso all’estero. E poi il caffè è davvero come il nostro… unico vero rimpianto ogni volta che sono in viaggio!

Il viaggio è durato 15 giorni, cercando di vedere il possibile e anche di godere della varietà del paesaggio albanese. Se qualcuno sarà incuriosito dal mio racconto mi contatti e sarò felice di dare tutti i riferimenti e i contatti utili.

Sabato 18 agosto

Volo Alitalia Genova-Tirana, alla fine per sfruttare un giorno in più conveniva rispetto a BelleAir che effettua da molte città italiane il volo diretto, ma non tutti i giorni. Siamo arrivati all’aeroporto di Rinas dove abbiamo contrattato con un taxista per essere portati a Scutari, prima meta del nostro viaggio. Ovviamente in aeroporto chiunque si offrirà di portarvi dove volete, ma appena arrivati noi abbiamo preferito un taxi ufficiale. Importo 50 euro per circa un paio d’ore di viaggio. A Scutari alloggeremo all’hotel Tradita, caratteristica casa tradizionale albanese, che ospita anche un museo etnografico e un ristorante di pregio, dove ceneremo e comincerà lì la sorpresa di gustare sapori ormai da noi quasi perduti: in Albania non è diffusa l’agricoltura intensiva, ma tutto è prodotto da contadini e le patate sanno ancora di patata! La cena è costata 15 € a testa, vino compreso. Abbiamo dedicato relativamente poco tempo alla visita della città, saltando la fortezza di Rozafa, per l’eccessivo caldo, mentre abbiamo girato per le vie della città alla ricerca di una scheda telefonica locale, per poter chiamare e navigare in internet durante il soggiorno.

Domenica 19 agosto

Al mattino presto l’appuntamento era con la guida contattata dall’Italia per un trekking di 3 giorni nelle valli di Valbona e di Theth. Siamo saliti su un furgon, il più comune mezzo di trasporto in Albania, che altro non è che un furgone nove posti, dove i posti si moltiplicano all’infinito per caricare più gente possibile. La strada, se così la possiamo chiamare, perlopiù asfaltata, ci ha condotti dopo due ore di curve e buche alla diga sul lago Komani, una valle intera chiusa da diverse dighe e trasformata in un lago-canyon molto suggestivo. Una volta da lì venivano caricate anche le auto, ora il traghetto è solo passeggeri. La traversata fino al fondo del lago è di circa tre ore, con arrivo a Fierze, dove un altro furgon ci porta a Bajram-Curri, questa volta l’asfalto non c’è! A Bajram-Curri ci fermiamo per pranzare e beviamo una birra albanese, poco stimata nella capitale perché preferiscono le birre straniere considerate più Trendy, ma di ottima qualità.

Nel pomeriggio prendiamo un altro furgon, che ci porta a Valbona: parco nazionale che si presenta con un’aperta vallata, con un fiume secco al fondo, che nel caso è la nostra strada. Veniamo lasciati presso una fattoria, dove la nostra giuda ha pensato ci potessimo fermare per la notte. Non si tratta di una pensione, ma proprio di una casa privata che mette a disposizione delle stanze, con bagno in comune. Il letto è comodo e il bagno pulito… nulla di più. La cena ancora una vota offre sapori dimenticati, tutto quello che abbiamo mangiato era prodotto lì, dall’agnello, al pane, al formaggio, alla verdura.

Lunedì 20 agosto

Partiamo presto dopo una buona colazione e aver ricevuto un sacchetto per il pranzo. Da Valbona, verso l’omonimo passo c’è un dislivello di circa 1000 mt (il passo è a 1966 mt. slm), la salita è molto ripida soprattutto nella prima parte e faceva molto caldo… tuttavia lungo il sentiero si trovano in posti impensabili dei chioschetti improvvisati che vendono Birra, coca-cola, Red Bull, tè e caffè. Il paesaggio è simile alle nostre dolomiti. Dal passo di Valbona si scende nella valle di Theth, anch’essa parco nazionale. Qui soggiorniamo nella casa della nostra guida, adibita a guest-house con le caratteristiche che ho descritto prima: nessun lusso, ma confort e genuinità.

Martedì 21 agosto

La colazione si fa con il çaji i malit (tè di montagna). Oggi è previsto un trekking attraverso la valle, dove incontriamo la torre (Kulla) usata per rifugio dagli atti di vendetta dalle famiglie in attesa di giudizio in caso di omicidio, poi passiamo da una alta cascata, dalle rovine di una scuola importante alcuni anni fa per la zona, ma totalmente isolata da tutto, dove è rimasto poco più di una stella rossa in cemento sul terreno, da dove Pavlin, la nostra guida ci racconta, facevano il saluto mattutino prime di iniziare le lezioni. Subito dopo arriviamo alle Nderlyse, una zona di carsismo ove l’acqua ha giocato con le rocce: purtroppo in agosto l’acqua è poca e un chiosco improvvisato ha deviato anche quella per rinfrescare le sue bibite. Risalendo la valle laterale arriviamo ad una lago che chiamano Syri i Kalter ne Theth (l’occhio blu di Theth), profondissimo e gelido, ma con sfumature di azzurri e trasparenze davvero singolari. Al ritorno sfruttiamo un passaggio in auto nell’ultima parte di tragitto.

Mercoledì 22 agosto

La mattina si dorme un po’ di più perché la serata è stata divertente e lunga. La guest-house di Pavlin è luogo di incontri non banali: le serate le abbiamo passate con altri ospiti tra cui un conosciuto nonché bravo cantante kosovaro, una delegazione dell’OSCE in vacanza per alcuni giorni, che ci daranno poi un passaggio a Scutari con la loro auto, evitandoci un temibile viaggio in furgon sulla “strada” che da Theth porta a Scutari, costruita dal Genio Militare Italiano negli anni del ventennio e… mai più mantenuta. A Scutari torneremo all’Hotel Tradita, che gentilmente ci aveva tenuto le valigie, visto che durante il trekking ci siamo mossi solo con lo zaino da montagna. Tutto il trekking, guida, vitto, alloggio, trasporti e rinfreschi compresi sono costati pochissimo.

Giovedì 23 agosto

Il giorno del mio compleanno sonno abituato a trascorrerlo in viaggio, anche da bambino spesso ero in treno o qualche altro mezzo, da o per la meta delle vacanze. Anche oggi sarà così: Dalla piazza dove c’è Radio Skodra si ferma un bus per Tirana. L’ora precisa di partenza non si sa, è intorno alle nove, ma non parte se non è pieno. Il tragitto è confortevole, climatizzato e in due ora arriviamo a Tirana, nella piazza Zogu i Zi, dove abbiamo concordato di trovarci col nostro amico Ilir. Dopo un breve passaggio da casa sua per lasciare l’equipaggiamento da montagna e prendere con noi quello da mare, con lui e la moglie partiamo in vista di Saranda, al sud, con breve sosta per pranzo in un ristorante in pineta a Durazzo. Il viaggio in macchina durerà tutto il pomeriggio fino a sera e arriveremo a Saranda col buio. Cena sotto il nostro alloggio: una toppia sul mare nascondeva alla vista un ristorante di pesce.

Venerdì 24 agosto

Oggi dopo una colazione tradizionale, con pomodori, formaggio cetrioli e caffè turco, stavolta preparata da noi, partiamo per Butrinto a visitare l’area archeologica, al limitare della famosa laguna omonima. Il caldo è elevatissimo e si deve bere molto. Il sito è ben tenuto, con cartelli informativi esaurienti. Al ritorno facciamo una puntatina a Ksamil, per mangiare le famose cozze della laguna di Butrinto. Tornati a Saranda finalmente in spiaggia a goderci un tramonto sul mare… introvabile da noi in Liguria. La sera passeggiata sul lungomare: Saranda è una cittadina che come altre ha subito un’aggressiva urbanizzazione, vista dal castello (Kalaja e Lekuresit) sembra Montecarlo per i palazzi costruiti a ridosso della costa, tuttavia le spiagge sono spaziose e il mare che la divide dalla vicina Corfù è davvero limpido.

Sabato 25 agosto

Stamattina si parte per il castello che offre una vista bellissima di tutta la zona attorno alla città, fino all’isola greca di Corfù. Da lì siamo andati verso un’altra attrattiva della regione: Syri i Kalter (l’Occhio blu) questo dicono sia l’originale. Il laghetto è immerso in un folto bosco rinfrescato da molteplici corsi d’acqua che serpeggiano sotto gli alberi. È un buco profondo di un azzurro all’interno chiarissimo che sfuma in un turchese intenso sui lati. L’acqua arriva dal profondo del laghetto, con una potenza che non ha consentito l’esplorazione totale ai sub che vi si sono addentrati. Un rudimentale trampolino permette i tuffi, ma anche solo bagnarsi i piedi rinfresca parecchio. Abbiamo mangiato al ristorante del laghetto, su una palafitta direttamente sull’acqua. Di può anche affittare un pedalò per fare un’escursione sul fiume, molto calmo e basso. Al ritorno di novo in spiaggia per un bagno e un altro tramonto.

Domenica 26 agosto

Sveglia perché il programma di oggi è intenso, dobbiamo arrivare fino a Korça entro sera. Prima tappa Argirocastro, su una strada abbastanza ben tenuta. Saliamo a piedi al paese per vedere meglio le stradine. La casa dello scrittore Kadaré, donata alla municipalità, non si può visitare perché in restauro. Entriamo al castello dall’ingresso inferiore, che attraversa i sotterranei e poi conduce al piazzale. La cittadina ha un centro storico conservato nelle sue case particolari e soprattutto nei suoi tetti. Kadaré nel suo romanzo la Città di Pietra scrive di essere nato in una città dove se ti affacci dalla finestra puoi appoggiare il cappello sulla punta di un minareto. Si prosegue per Permet e ci fermiamo per un pasto sul fiume al fresco degli alberi. Ripartiamo tardi, e lungo la strada incontriamo una cittadina, per arrivare a Korça la sera tardi. La città è stata per anni sotto la dominazione francese e ne porta i segni dal punto vista architettonico.

Lunedì 27 agosto

La mattina visita al monte dietro Korça dove si trova un monumento di epoca comunista, con una statua all’apice di un’immensa scalinata che scende fino alla città posta sulla pianura sottostante. Si parte in direzione del lago Maggiore di Prespa, diviso tra Albania, Grecia e Macedonia. La zona intorno a Korça è tutta coltivata a frutta e anche spostandosi verso il lago si attraversano colline verdeggianti, che sarebbero perfette per trekking a cavallo. Arriviamo a Pustek, un paesino sul lago, e procediamo verso nord sulla costa fino a raggiungere una chiesetta con un bar ristorante di fronte. Al bar chiediamo per una barca e ci avvisano che il prete ortodosso ci aspettava e arriverà tra poco. In effetti ad Argirokastro avevamo incontrato un amico di Ilir, che sapendo della nostra visita al lago, aveva chiesto al prete di accompagnarci sull’isoletta di Malingrad, dove c’è una piccola grotta con dentro una chiesetta tutta affrescata (Kisha e Shen Merise). Saliamo sulla barca e il nostro traghettatore ci conduce fino ad un moletto sull’isola dove scendiamo e visitiamo la chiesa con una guida d’eccezione. Questo lago nel periodo di occupazione tedesca era conosciuto per la carpa che i tedeschi trovavano prelibata. Al nostro rientro al bar troviamo il pranzo a base appunto di carpa e pranziamo tutti assieme. Pranzo per cinque, birra per sei, il tutto a 36 € in totale. Varrebbe la pena riuscire a pubblicizzare questi posti perché meritano sia una visita che la giusta valorizzazione affinché i giovani possano trovare un’occupazione adeguata senza dove emigrare. Altra tappa sul lago di Ohrid al confine macedone. La sera rientriamo a Tirana passando per Elbasan, grossa città industriale.

Martedì 28 agosto

Giro per Tirana, dove alloggiamo all’Hotel Livia in Rruga Qemal Stafa, dietro Pazari i Ri (mercato centrale). La città ha degli angoli monumentali e la sera è brillante di luci e vitale, con molte persone in giro soprattutto nelle zone piene di locali, come Blloku. Piazza Skanderbek è decisamente celebrativa e anche il museo è interessante da vedere, così come la vecchia moschea Ethem Bey e anche le due nuove cattedrali ortodossa e cattolica, a testimonianza della storica tolleranza albanese per le religioni. Ilo viale che dalla piazza conduce all’università (Deshmoret i Kombut), a forma di fascio littorio, è di stile italiano, costruito in epoca ovvia. Si può girare senza meta incontrando cose interessanti in città, come il padiglione Tajvani, l’ex museo Enver Hoxha conosciuto come Piramida, la torre dell’orologio Kulla e Sahatit. Nel pomeriggio siamo andati sul monte Dajti, in una giornata chiara è molto bello salire con la funicolare e una volta in cima gironzolare nei boschi o fermarsi a prendere un rinfresco al ristorante. La sera cena dal ristorante Era, al Blloku, per terminare la serata in uno dei numerosi e ricercati music bar del quartiere.

Mercoledì 29 agosto

Oggi gita a Kruja, città di Skanderbek, l’eroe nazionale albanese. Dalla piazza di Zogu i Zi ci dicono che di sicuro parte qualche bus o qualche furgon per la cittadina, quindi andiamo lì e … basta chiedere che l’autista di un furgone di passaggio ci chiede dove andiamo e fa cenno di salire. In realtà ci porterà solo a Fushe Kruja, in basso rispetto alla vecchia città da visitare, ma c’è sempre un furgon che porta dove ti serve, basta trovarlo. Arrivati in città ricevo la telefonata da un allievo dell’università del mio amico Ilir, che si è offerto di farci da guida. Visitiamo quindi il museo di Skanderbek, il museo etnografico ricostruito all’interno di uan casa tradizionale conservata e aredata come in passato e poi visitiamo i simboli della quarta religione albanese: il Bektashismo. Un signore conosciuto dalla guida ci apre un giardino e una cappella piccola e decorata (Teqe) e ci spiega i rudimenti di questa religione islamica, ma molto tollerante e progressista. Saliamo infine sul monte che sovrasta Kruja dove, incastrata nelle rocce, si erge un’altra Teqe Bektashi. La sera siamo nel quartiere dove è cresciuto il mio amico Gazi, Vorri Bomit, in passato abitato prevalentemente da militari e sorseggiamo una birra Korça (la mia preferita ormai alla spina, in lattina consiglio Norga) ascoltando storie e racconti di personaggi della sua infanzia e dell’Albania del regime di Hoxha.

Giovedì 30 agosto

Oggi spiaggia a Durazzo. Anche Durazzo, a pochi km da Tirana, è stata violentemente costruita, soprattutto sul mare. Ma se, arrivati sul litorale si prosegue in auto verso nord, si trovano zone con spiagge molto esclusive, con stabilimenti in legno discreti e spazio tra i pochi ombrelloni distribuiti sulla sabbia. Vale la pena una visita al crepuscolo all’anfiteatro e se si riesce (con un amico albanese alcune cose sono più facili) anche alla disabitata villa del Re Zog, che sovrasta la città. È chiusa, ma il guardiano si convince a lasciarci entrare.

Nei giorni successivi siamo rimasti a Tirana semplicemente godendoci la città e passando il tempo ad incontrare gli amici. Non posso che consigliare una vacanza in Albania, sia per chi apprezza le vacanze culturali, sia per chi vuole fare trekking o anche per chi ama le vacanze di mare… in questo paese piccolo trovi tutto.

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Koman

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Theth

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Malingrad

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Durazzo

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Saranda

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Butrint

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Piazza Skanderbek



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