52 giorni, in viaggio di nozze 2
La prima e seconda parte, quella riguardante gli USA e le HAWAII, potete trovarla sotto il medesimo titolo nella sezione Stati Uniti d’America
Dalle Hawaii siamo partiti belli carichi anche xche’ il viaggio verso la Polinesia Francese era di solamente 5 ore e mezza.
Siamo atterrati a Papeete in tarda serata e abbiamo trovato una grande festa al nostro arrivo.
Sul nostro stesso volo c’era qualcuno probabilmente importante difatti, non appena si sono spalancate le porte, un sacco di ragazzi e ragazze tahitiane si sono messi a cantare e ballare in onore di costui.
E’ stato molto bello e ci siamo sentiti subito in paradiso.
Siccome il volo x la nostra prima isola era previsto la mattina seguente alle 6, e dal momento che ormai era mezzanotte passata, abbiamo trascorso la notte in aeroporto alternandoci per non lasciare mai insorvegliate le valigie.
Devo dire che la notte e’ stata lunga ma alla fine le 6 sono arrivate e ci siamo imbarcati nel piccolo aeroplanino che ci ha portati a Moorea.
Il volo e’ stato brevissimo e in men che non si dica ci siamo ritrovati sul pulmino che ci ha portati al Petit Village dove avevamo appuntamento con Stefano, un italiano che vive li’ e che avrebbe dovuto ospitarci.
A causa di un inconveniente abbiamo dovuto cercare un’altra sistemazione e sotto suo consiglio abbiamo preso un bungalow presso il Camping Nelson ma la scelta non e’ stata azzeccatissima.
Inizialmente il posto sembrava semplice e pulito poi xo’, col passare del tempo, ci siamo accorti che era solo semplice xche’ la pulizia lasciava un po’ a desiderare.
L’impatto iniziale con la Polinesia non e’ stato come pensavo.
Avevo sempre immaginato di arrivare e trovare quei paesaggi da cartolina invece …
Durante i 4 giorni precedenti al nostro arrivo, il tempo a Moorea era stato brutto con piogge frequenti, di conseguenza quando siamo arrivati il mare non era proprio come lo avevo sempre visto nei servizi in TV.
Quella mattina, anche se non pioveva, non splendeva un gran sole ed era piuttosto nuvolo cosi’ il panorama intorno a noi non rispecchiava i colori magici della Polinesia e il mare, piuttosto bruttino, aveva toni di grigio e la spiaggia era quasi inesistente.
Aggiungeteci la stanchezza per la notte passata in aeroporto e le zanzare che ci hanno massacrato durante l’attesa di Stefano e potete immaginare com’era il mio umore.
Ero piuttosto delusa xche’ quella doveva essere la ciliegina sulla torta del nostro viaggio e volevo regalare a mio marito dei panorami che non avevamo visto in nessun altro posto, invece non era affatto cosi’.
Fortunatamente il sonno ha preso il sopravvento cosi’ ci siamo sdraiati nel giardino a bordo spiaggia e ci siamo fatti una bella dormita risanatrice.
Quando abbiamo aperto gli occhi c’era il sole e, a parte le zanzare che continuavano a massacrarci, l’ambiente circostante cominciava ad assumere colori diversi.
Siamo andati a fare un giretto a piedi nei dintorni e, tra una passeggiata e l’altra, e un po’ di giri curiosi nei vari negozietti, il primo giorno in Polinesia e’ passato.
La notte e’ stata lunga e tormentosa a causa dello ZZZzzzzz che ci ronzava sempre intorno all’orecchio. Uno stress pazzesco e la mia delusione per l’impatto iniziale con questi posti iniziava a trasformarsi in incazzatura.
Ma … sapete che la Polinesia e’ magica no ?! Difatti come per magia il giorno dopo ho trovato finalmente il Paradiso che tanto avevo aspettato.
Splendeva un gran sole e il mare era una favola ! C’era persino la spiaggia !!! Senza perdere tempo siamo andati subito al Petit Village a fare rifornimenti per la colazione e il pranzo e abbiamo affittato uno scooter per andare alla scoperta dell’isola che il giorno prima mi aveva lasciato l’amaro in bocca e in quel momento invece era meravigliosa.
Siamo stati tutto il giorno a zonzo, passando dall’interno alle spiagge dove alla fine ci siamo concessi un po’ di relax e tanti bagni in quel mare che fino a quel momento avevo visto solo sui depliant e che quasi iniziavo a pensare fosse un fotomontaggio, invece … Era li’ intorno a me con quei colori unici e quella temperatura tiepida che mi avvolgeva !!! Wowwwww.
I nostri 3 giorni a Moorea sono trascorsi cosi’, in pace, tranquillita’ e ozio, per la maggior parte del tempo in acqua a giocare con i pesci colorati che ci giravano attorno e venivano a prendere il pane dalle nostre mani.
Abbiamo anche passato una piacevole serata al Tiki Village dove vi consiglio di andare se volete vedere un bellissimo spettacolo di danze tipiche (un po’ meno x la cena).
Ma questo era solo l’inizio, dopo Moorea ci aspettava Bora Bora che non a caso qualcuno ha soprannominato la Perla del Pacifico.
Molte volte ho letto commenti negativi su questo posto.
Forse xche’ si hanno delle grandi aspettative da un nome cosi’, o forse xche’ diventiamo sempre piu’ esigenti, comunque, ho spesso sentito dire di Bora Bora che non vale la pena spendere dei soldi per visitarla visto che rispetto ad altre isole e’ cara e super-turistica.
Io pero’ ho sempre pensato che andare in Polinesia Francese e non visitare Bora Bora fosse un po’ come andare a Parigi e non visitare la Torre Eiffel o come andare a Roma e non visitare il Colosseo.
Ritenevo che Bora Bora andasse vista e sono contenta di averlo fatto xche’ ho trovato quello che cercavo e xche’ mi ha regalato delle emozioni stupende.
Certo, forse chiudersi dentro un resort di lusso fa vedere le cose in maniera diversa ma, noi l’abbiamo vista dalla pensione Chez Nono ed e’ stato il piu’ bel regalo che potessimo farci.
Chez Nono si affaccia su Punta Matira ed e’ una piccola pensione famigliare con qualche bungalow e qualche stanza.
I bungalow sono davvero cio’ che di piu’ semplice non c’e’ ma la spiaggia e il mare che li circonda sono qualcosa di ineguagliabile bellezza.
In questo posto la pace regna sovrana e, a parte qualche raro momento in cui arrivava qualche turista dagli alberghi vicini, per la maggior parte del tempo eravamo solo io e mio marito perennemente immersi in quell’acqua turchese che non potro’ mai dimenticare.
Anche qui abbiamo affittato uno scooter per vedere cosa offriva Bora Bora al di la’ delle spiagge e il mare e abbiamo potuto constatare che Chez Nono si affaccia sul tratto di spiaggia e mare piu’ bello, quindi abbiamo deciso di trascorrere il rimanente del nostro tempo su quest’isola in completa solitudine nella nostra oasi felice.
Oltre ad esserci poca gente (di diversa nazionalita’), e pochi bungalow, Chez Nono mette a disposizione dei propri ospiti una cucina pulitissima dove e’ possibile cucinarsi qualcosa senza dover cenare per forza nei ristoranti super-gettonati.
Una sera mio marito ha deciso di approfittare di queso servizio e di regalarmi delle emozioni magiche.
E’ andato al supermercato li’ vicino e ha comprato un pacco di spaghetti con del sugo.
Si e’ messo ai fornelli ed ha apparecchiato un tavolo molto romantico sulla spiaggia in riva al mare.
Abbiamo cenato io e lui al chiaro di luna con il rumore delle onde in sottofondo e le stelle nel cielo che danzavano in nostro onore.
Nessun ristorante, nemmeno il piu’ lussuoso che si possa trovare, puo’ offrire delle sensazioni simili ! Ed e’ con questo bellissimo ricordo che saluto Bora Bora per dare il benvenuto a Rangiroa.
Sebbene per il nostro soggiorno in Polinesia Francese avessimo scelto di stare nelle pensioni famigliari piuttosto che nei grandi resort, a Rangiroa abbiamo fatto un’eccezione.
Prima di partire per questo mega viaggio, durante la fase di preparazione e scelta delle sistemazioni avevamo messo come punto inderogabile il soggiorno al Kia Ora Sauvage da tanti descritta come un’esperienza indimenticabile.
Per fare questo pero’ bisogna per forza fare almeno una notte al Kia Ora Village cosi’ abbiamo suddiviso il soggiorno con 2 notti al Village e 2 notti al Sauvage.
Siccome siamo anche convinti che il bungalow si sfrutta solo per la notte, visto che la maggior parte del tempo la si passa in acqua o in escursione, abbiamo scelto la sistemazione piu’ economica e cioe’ un garden bungalow.
Al nostro arrivo, a sorpresa siamo stati upgradati gratuitamente ad un deluxe garden bungalow e ci siamo ritrovati in un “mini” appartamento di 70 mq !!! Abituati ai bungalow piccoli e spartani delle pensioni famigliari, ci siamo sentiti un po’ spaesati all’inizio ma il comfort ahime’, ci mette un attimo a farti abituare ! Non abbiamo pero’ perso troppo tempo e siamo andati subito in spiaggia e a curiosare in giro.
Uno dei motivi per cui siamo venuti a Rangiroa, oltre al Sauvage, era la Laguna Blu cosi’ siamo andati a prenotarci immediatamente per l’escursione del giorno seguente.
Di solito, nei nostri viaggi non tendiamo mai a fare le escursioni con il villaggio/albergo che ci ospita ma ci organizziamo autonomamente. Stavolta pero’ avevamo poco tempo per andare a cercare alternative e siccome fuori dall’hotel non abbiamo trovato nulla ci siamo affidati a loro spendendo ovviamente di piu’ che se ci fossimo affidati a qualche organizzazione a livello famigliare.
I soldi sono comunque stati ben spesi xche’ la giornata seguente siamo partiti per la famosa Laguna Blu e abbiamo trascorso una giornata memorabile.
Il tempo era stupendo e questo ha contribuito a rendere questo posto ancora piu’ strepitoso.
Avevo sentito dire che la Laguna Blu era da mozzare il fiato ma giuro che non pensavo fosse cosi’ bella.
Il viaggio in barca e’ stato piacevole e la guida polinesiana davvero molto in gamba e simpatica.
Quando abbiamo intravisto la laguna dalla barca c’e’ stato un attimo di silenzio tra tutti i partecipanti intenti a contemplare quello spettacolo della natura ma poi questo e’ stato interrotto dalla guida che ci ha esortato a scendere dalla barca x raggiungere la laguna a piedi.
Quando ci siamo avvicinati alla scaletta abbiamo visto che intorno alla nostra barca gironzolavano un sacco di squaletti quindi io, siccome non sono abituata ad uno spettacolo simile, ho pensato che la guida scherzasse sul discorso di andare a piedi e che in qualche modo li avrebbe allontanati (la mia ingenuita’ ha preso il sopravvento ! O forse dovrei dire la caghetta ?!?) Invece non era affatto uno scherzo e ci ha fatto scendere invitandoci a non mettere le mani in acqua con la conseguenza che io mi sono fatta tutto il tragitto con le mani alzate sopra la testa come se tenendole lungo i fianchi loro avessero potuto raggiungerle e mangiarmele !!! Devo ammettere che, nonostante lui ci tranquillizzasse molto, io ero abbastanza preoccupata visto che era la mia prima esperienza di quel tipo e, una volta raggiunta la laguna, ci ho messo un po’ a prendere confidenza con questi animali prima di entrare in acqua e godermi lo spettacolo circostante.
Ma poi ho ceduto al fascino della natura e ho dato sfogo alla mia macchina fotografica cercando di immortalare il piu’ possibile quello spettacolo che in realta’ e’ rimasto tale e quale solo nel mio cuore xche’ una fotografia non rendera’ mai abbastanza.
Gli uomini polinesiani al nostro seguito si sono messi ai fornelli per prepararci il pranzo mentre noi abbiamo ingannato l’attesa saltando da un isolotto all’altro e “pucciandoci” in quell’acqua tiepida assieme a razze e squali.
Il pranzo e’ stato uno dei piu’ buoni che mi sia mai capitato di mangiare in un’escursione.
C’era di tutto, carne, pesce, contorno, frutta … Ci siamo rimpinzati per bene la pancia per poi soddisfare anche gli squaletti che continuavano a gironzolare li’ intorno in attesa degli avanzi.
Dopo circa un’oretta siamo ripartiti in direzione Shark City dove ci attendevano affamati degli squali molto piu’ grandi.
Era arrivato il momento dello Shark Feeding, quello di cui tante volte avevo letto su internet.
Io non sono un’amante dei pesci in generale, non li mangio neppure, e non sono nemmeno una coraggiosa in mare quindi alla vista di quelle bestie enormi me la sono fatta sotto e ho mandato in avanscoperta mio marito (miravo gia’ all’eredita’ !) a cimentarsi in questa nuova esperienza.
Mi sono limitata a scattargli una fotografia dietro l’altra e a riprendere con la videocamera finche’ ad un certo punto abbiamo visto un’ombra gigante grigio/verdastra e la guida ha invitato tutti a salire “abbastanza velocemente” sulla barca !!! Si trattava di uno squalo di cinque metri e pareva anche alquanto affamato cosi’ abbiamo ultimato la shark feeding tutti dalla barca contemplando la scena a meta’ tra lo stupore e lo spavento.
L’ora del rientro si avvicinava per cui si sono accesi i motori e siamo ripartiti verso l’hotel.
Prima di arrivare al Kia Ora pero’, x concludere in bellezza questa giornata ci hanno fatto fare una traversata a snorkeling nella pass dove mio marito ha ammirato tantissime murene.
Il giorno successivo siamo partiti per il tanto sospirato Kia Ora Sauvage.
Il viaggio in barca e’ stato tranquillo e al nostro arrivo abbiamo trovato Michael e gli altri ospiti a darci il benvenuto.
Il nostro bungalow era un piccolo gioiellino, perfettamente in sintonia con l’ambiente naturale in cui era incastonato.
Il bagno era molto particolare, con il pavimento in sabbia e pietre e delle piccole palmette da cocco qua e la’, per non parlare del lavabo a forma di conchiglia gigante e della doccia matrimoniale.
In questo isolotto ci sono solamente 5 bungalow e nonostante siano a distanza adeguata uno dall’altro ma comunque visibili, per la maggior parte del tempo trascorso qui non vedevamo mai nessuno.
Il tempo lo abbiamo passato a raggiungere altri isolotti a piedi o a nuoto e a fare snorkeling in compagnia dei cani di Michael che scacciavano gli squali non appena si avvicinavano.
Al suono della conchiglia venivamo avvisati che il pranzo o la cena erano pronti e tutti assieme ci recavamo nel bungalow principale per mangiare le prelibatezze che la moglie di Michael ci preparava e a fare due chiacchiere con gli altri ospiti.
Il pomeriggio alle 15 era il momento in cui, se volevamo, potevamo fare le attivita’ in gruppo in quanto Michael era sempre molto disponibile a portarci alla scoperta delle bellezze intorno al Sauvage. Ma c’era anche chi preferiva rimanere in intimita’ sull’isola ed il bello di questo posto e’ proprio quest’atmosfera di intimita’ che sebbene si possa trovare anche in altre isole, non so spiegare il xche’ ma qui e’ speciale.
All’ora del tramonto ci venivano consegnate delle lampade ad olio per sopperire alla mancanza di elettricita’ ed e’ stato molto carino farsi la doccia con la luce fornita da esse. Era tutto cosi’ romantico …
Come il guardare le stelle in silenzio prima di addormentarsi !! Ma ahime’, il tempo scorre inesorabilmente ed e’ giunto il momento di tornare al Kia Ora Village a recuperare il resto dei bagagli.
Questa volta il tragitto in barca e’ stato un po’ meno tranquillo rispetto all’andata.
Il mare era mosso ma le onde in direzione giusta x non farci sentire il mal di mare.
In compenso abbiamo preso tanta ma tanta acqua e siamo arrivati belli scoli.
Giusto il tempo di fare il check out e di darsi una sistematina che ci hanno portato in aeroporto dove ci attendeva il volo x Tikehau, ultima nostra tappa Polinesiana.
All’aeroporto di Tikehau e’ venuta a prenderci Caroline, la proprietaria del Tikehau Village dove abbiamo scelto di soggiornare.
Il bungalow che ci ha assegnato era molto spazioso ma sicuramente, in confronto a quello del Sauvage, molto spartano come del resto la maggior parte di quelli in pensione famigliare.
Dobbiamo ammettere che, nonostante i proprietari fossero di una gentilezza assoluta, la pulizia di questo posto non era proprio il massimo.
Non per loro mancanza ma xche’ da quanto abbiamo potuto notare, quelle erano le loro possibilita’.
Tikehau e’ un’isola ancora molto selvaggia e a parte le sabbie rosa e il mare turchese non c’e’ nient’altro.
Non e’ ancora molto turistica e questo lo si vede anche dal fatto che non c’e’ uno, e dico uno, negozio di souvenir ! L’unica boulangerie dell’isola apre alle 17 del pomeriggio e il supermercato piu’ fornito misura 3 metri x 4.
Anche qui ci sembrava di essere i soli turisti dell’isola xche’ in giro non si vedeva nessuno (forse erano tutti al Pearl Beach ?!) e l’unico momento in cui incontravamo qualcuno era la cena.
Di giorno ci piaceva prendere la bicicletta e raggiungere la spiaggia rosa nel lato opposto all’aeroporto dove in completa solitudine ci godevamo questo splendido angolo di paradiso.
Qualche volta veniva a tenerci compagnia anche il cane della pensione che non ci mollava neppure in acqua e durante il tragitto ci difendeva dai cani randagi che popolano tutta la Polinesia Francese.
Lo conoscete il detto “il tempo passa quando ci si diverte ?”.
Beh, e’ proprio cosi’ xche 3 giorni qui sono volati e la nostra vacanza era quasi terminata.
L’ultima notte e’ stata lunghissima xche’ mio marito, che x cena si e’ sbaffato un’aragosta e dell’altro pesce, la sera si e’ sentito male e abbiamo passato la notte in bianco.
La mattina abbiamo preso il volo x Tahiti dove, nonostante lui non stesse affatto bene, e avesse pure un po’ di febbre, siamo andati a visitare il mercato per ultimare l’acquisto dei souvenir.
Fino a questo momento avevamo avuto il problema del peso del bagaglio xche’ stando via cosi’ a lungo le nostre valigie risultavano gia’ pesanti all’andata e avevamo sempre l’incubo che ci facessero pagare il sovrapprezzo.
Ci siamo quindi limitati nell’acquisto di souvenir durante tutto il viaggio e al mercato di Papeete finalmente abbiamo potuto dare libero sfogo a questa mancanza.
Siamo usciti da li’ pieni di sacchetti e pacchettini per concludere in bellezza con una bella perla nera scelta tra migliaia al Tahiti Pearl Market.
Mentre all’andata abbiamo preso il truck x raggiungere il mercato, al ritorno abbiamo avuto la pessima idea di fare una passeggiata fino all’aeroporto.
Inizialmente avevamo sottovalutato le distanze e ad un certo punto siamo stati costretti a cercare un mezzo x tornare senza aver consumato tutti i piedi, tenendo conto anche che mio marito aveva ancora l’aragosta che gli galleggiava nello stomaco.
Di truck neanche l’ombra e visto che iniziava a farsi buio, dopo aver ammirato uno splendido tramonto, ci siamo messi a fare l’autostop.
Non l’avevamo mai fatto prima d’ora e, anche se avevamo sentito dire che da quelle parti e’ abbastanza comune, eravamo comunque un po’ titubanti.
Stavamo per perdere le speranze quando ad un certo punto si e’ fermato un pickup che ci ha caricati sul retro.
E con questa avventura divertente abbiamo concluso definitivamente la nostra vacanza polinesiana.
A mezzanotte abbiamo preso il volo x Honolulu e successivamente quello x Los Angeles dove ahime’ stavolta, con ancora le immagini di quel mare favoloso negli occhi, la fine e’ arrivata davvero.
Ebbene, stavolta un continuo della storia non c’e’, la terza ed ultima parte del nostro viaggio di nozze della durata di 52 giorni e’ giunta al termine e noi ce ne siamo ritornati a casa, in quel di Genova, assieme alle nostre case viaggianti e a tantissimi ricordi.
Possiamo di certo dire che questo viaggio e’ stato proprio come lo abbiamo sempre sognato e cioe’ unico e indimenticabile.
Ma, nonostante la tristezza avesse preso il sopravvento, in cuor nostro sapevamo che … un’altra avventura ci stava attendendo nella nostra nuova casa, il viaggio piu’ importante, quello di una nuova vita matrimoniale insieme (e si spera tantissimi altri viaggi, anche se non di 52 giorni, alla scoperta di un mondo meraviglioso).
Ed ora, il viaggio in cifre (prezzi a persona): POLINESIA FRANCESE VOLO AEREO: 826$ (circa 688 euro) Hawaiian Airlines Los Angeles – Honolulu – Papeete(prenotato con Mc Coy Travel) PASS VOLI INTERNI: 444 euro Air Tahiti – incluso supplemento doppia tratta su Tahiti (prenotato con Tahiti Tours) CAMPING NELSON (Moorea): 16 euro a notte x 3 notti (prenotato sul posto) CHEZ NONO (Bora Bora): 40 euro a notte x 3 notti (prenotato con Haere Mai) KIA ORA VILLAGE (Rangiroa): 119 euro a notte x 2 notti (prenotato con Tahiti Tours) KIA ORA SAUVAGE (Rangiroa): 227 euro a notte in pensione completa x 2 notti (prenotato con Tahiti Tours) TIKEHAU VILLAGE (Tikehau): 58 euro a notte in mezza pensione x 3 notti (prenotato con Haere Mai) MANGIARE: 250 euro x 2 settimane EXTRA: 482 euro (noleggio scooter, trasferimenti hotel-apt, escursioni, souvenir, ecc) Totale 2 settimane: 2210 euro (escluso volo Hawaiian Airlines via Honolulu) Buon viaggio a tutti.
Pamela & Marco