Questo giardino è sempre uguale da 500 anni: si trova a Verona, e ti regalerà un (verde) tuffo nel passato

Hai mai visitato un luogo dove il tempo sembra essersi fermato davvero? Un posto che, più che mostrarti il passato, ti ci fa entrare dentro in punta di piedi, tra siepi potate con rigore rinascimentale, statue mitologiche e vialetti ombrosi? Se sei a Verona, tra un balcone di Giulietta e un’Arena affollata, potresti scoprire un altro tesoro nascosto: il Giardino Giusti, un piccolo miracolo verde rimasto immutato per cinquecento anni.
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Dall’industria della lana alla meraviglia del Grand Tour
Tutto comincia alla fine del Duecento, quando la famiglia Giusti si trasferisce a Verona dalla Toscana per sviluppare l’industria della tintura della lana — allora la prima vera ricchezza della città. Qui, lungo l’antica via Postumia e accanto alle mura romane, i Giusti trasformano un’area produttiva piena di calderoni fumanti e panni stesi al sole in uno degli angoli più eleganti della Verona rinascimentale.
Nel XVI secolo, grazie ad Agostino Giusti, uomo colto e influente (nonché in contatto con Medici, Asburgo e Serenissima), nasce l’idea del giardino come luogo di bellezza, rappresentanza e contemplazione. Vengono aggiunti bossi, cipressi, fontane, statue e grotte, secondo la moda del tempo e ispirandosi chiaramente ai giardini medicei, riferimento per l’élite europea dell’epoca.
Un giardino del Cinquecento, ancora intatto
Passeggiando tra i nove quadrati simmetrici che compongono la parte bassa del giardino, ci si perde tra mitologia e geometria. Le aiuole ordinate fanno da cornice a statue dedicate a Diana, Venere, Atlante, Apollo e Adone. Tutto è armonia e rigore, con il lungo viale di cipressi che guida lo sguardo fino alla misteriosa grotta con mascherone scolpito nella roccia.
Alla sua destra, un piccolo labirinto ti sfida a ritrovare l’uscita. Alla sinistra, si aprono il parterre all’italiana, il giardino degli agrumi e la cosiddetta “vaseria”. Ogni elemento richiama l’intervento dell’uomo sulla natura, in perfetto equilibrio tra arte e paesaggio.
La parte superiore, più boschiva e ombrosa, è invece pensata per sorprendere. Viottoli in salita, scorci inaspettati, giochi di luce e prospettive costruite ad arte guidano il visitatore fino alla scala segreta nella torretta scavata nella rupe. Qui, da un piccolo belvedere sopra la testa del mascherone, si gode una delle viste più spettacolari su Verona.
Una tappa obbligata… da secoli
Nel tempo, il Giardino Giusti è diventato una tappa immancabile del Grand Tour, visitato da teste coronate, poeti e musicisti: da Mozart a Goethe, da Cosimo III de’ Medici allo zar Alessandro di Russia, tutti hanno camminato tra i suoi vialetti, cercando ispirazione o semplicemente riposo.
E ancora oggi, nonostante i restauri in corso, questo luogo rimane fedele a sé stesso: pochi fiori, molti agrumi, silenzi densi di storia. In un’epoca in cui tutto cambia velocemente, il Giardino Giusti è rimasto lì, uguale a sé stesso, a ricordarci che anche la bellezza ha le sue radici — e che a volte, restare immobili può essere il modo migliore per resistere al tempo.
Cosa vedere nei dintorni
Una visita al Giardino Giusti è anche l’occasione perfetta per esplorare una delle zone più affascinanti e tranquille di Verona: Veronetta. Il quartiere universitario della città conserva un’anima autentica e multiculturale, con botteghe artigiane, piccole gallerie d’arte e caffè che profumano di tradizione.
A pochi minuti a piedi troverai anche il Teatro Romano e il Castel San Pietro, da cui godere una vista mozzafiato sui tetti rossi della città. E se ti resta tempo, fatti un giro tra le viuzze del centro storico, Patrimonio UNESCO, tra piazze, ponti sull’Adige e antichi palazzi.
Come arrivare al Giardino Giusti e dati utili
Il Giardino Giusti si trova in via Giardino Giusti 2, a circa 15 minuti a piedi da Piazza delle Erbe. Si può raggiungere facilmente anche con i mezzi pubblici, oppure in bicicletta seguendo la pista lungo l’Adige. Per orari e prezzi vi rimandiamo alla pagina ufficiale del sito giardinogiusti.com