Questo borgo della Sardegna è un vero e proprio museo a cielo aperto dove l’arte racconta la storia

Ivano Carpentieri, 01 Ago 2023
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Nel cuore della Sardegna autentica sorge Orgosolo, piccolo borgo della Barbagia che è diventato famoso per due motivi: i murales e il canto a tenore.

Qui è nato il banditismo sardo e i muri decorati del borgo raccontano di storie e personaggi che hanno fatto la storia di questo luogo magico e senza tempo.

Un po’ di storia

Orgosolo è abitato fin dall’epoca nuragica, come testimoniato dai numerosi nuraghi, domus de janas e menhir presenti sul territorio cittadino. Nonostante ciò, le prime notizie certe di Orgosolo e rilevate nelle fonti storiche, risalgono al 1300, quando il feudo con la “villa di Orgosolo” viene assegnata in eredità a Mariano IV d’Arborea dal padre. Nel 1420 Orgosolo entra a far parte dei domini del Regno di Sardegna, per essere poi ceduto nei secoli seguenti a vari famiglie nobiliari.
Nel 1969 Orgosolo sale alla ribalta delle cronache per la Rivolta di Pratobello, una protesta pacifica degli abitanti di Orgosolo per rivendicare alcuni terreni che utilizzavano per le attività di pastorizia, che erano stati espropriati per creare un poligono di tiro per l’Esercito Italiano.

Murales

Orgosolo è oramai universalmente conosciuto come il Paese dei Murales, grazie alla presenza di ben 150 dipinti murali che ornano le facciate delle case del piccolo borgo della Barbagia. Il primo murales ad essere stato eseguito, nel 1969, è quello del gruppo anarchico milanese Dioniso, che lo realizzò in occasione della Rivolta di Pratobello.
Negli anni seguenti furono realizzati altri murales, sempre a tema politico, fino a quando non si iniziò a coinvolgere direttamente la popolazione nella scelta dei temi.
Fu così che si realizzarono murales che raccontano la storia di Orgosolo e dei suoi abitanti, ma anche i maggiori avvenimenti politici e culturali della storia internazionale e omaggi a personaggi del Novecento. Oggi Orgosolo è meta di artisti e turisti da ogni parte del mondo, attirati dalla bellezza dei murales e dalle storie che raccontano.              

Canto a tenore

Ma Orgosolo non è solo murales, ma anche, e soprattutto, canto a tenore sardo. Patrimonio Unesco dal 2005, il canto a tenore è simbolo indiscusso della cultura pastorale sarda ed è caratterizzato dal canto polifonico eseguito da quattro uomini, ognuno con una voce diversa, dette bassu, contra,boche e mesu boche.
In particolare il canto a tenore di Orgosolo si caratterizza per il canto del bassu che è secco e aperto, dall’uso di sillabe aperte e dall’alternanza tra canto solista e coro.
Per poter apprezzare un canto a tenore a Orgosolo, le occasioni sono innumerevoli: non manca festa in cui non ci sia un’esibizione!

Architetture religiose

Sono moltissimi gli edifici religiosi di Orgosolo e quasi tutti risultano edificati tra il XIV e il XVI secolo. Tra i più interessanti ricordiamo la Parrocchiale di San Pietro Apostolo, Sant’Antonio da Padova e Sant’Antonio Abate nel centro urbano, mentre sul Monte Lisorgoni si trova la quattrocentesca Chiesa di San Michele Arcangelo.

Il Supramonte

Con i suoi 3.500 ettari di estensione, l’altopiano del Supramonte è una delle maggiori attrazioni di Orgosolo. Grotte, doline, gole, panorami mozzafiato, una fauna e una flora ricchissime e molto varie sono solo alcuni dei punti di forza di questa meraviglia della natura. Le bianche rocce calcaree fanno da contrasto alle foreste di lecci, donando ai nostri occhi scenari da favola. Oltre al leccio, non mancano tassi e ginepri, rosa peonia, afedra nebrodese e il trifoglio di Moris.
Per quanto riguarda la fauna, non è difficile incontrare cinghiali e volpi, ma anche martore, mufloni, aquile reali, poiane e falchi pellegrini. Ma il Supramonte non è solo natura: moltissimi i resti di nuraghi, come il Nuraghe Mereu o Nuraghe il Presethu Torthu, molto interessanti per l’utilizzo di pietra bianca. Svariati sono i percorsi dedicati al trekking, con cui immergersi nella natura selvaggia per scoprire le meraviglie del Supramonte di Orgosolo.

Lo sapevi che…

  • Orgosolo deve il suo nome ad un termine protosardo che significa “territorio umido, ricco d’acqua”.
  • Sono ben 150 i murales che decorano i muri delle case di Orgosolo, anche se si parla di oltre 700 se si contano anche quelli “non ufficiali”.
  • Dal 2005 il canto a tenore sardo è Patrimonio Unesco e ad Orgosolo è caratterizzato da un bassu secco e aperto e dalle sillabe aperte. Attenzione: solo un orecchio esperto riesce a distinguere le differenze nel canto a tenore tra un paese e l’altro!
  • Orgosolo è famosa per il banditismo, che per secoli ha caratterizzato la vita sociale e politica del borgo. Qui sono nati tra gli altri Lovicu (Giuseppe Loddo) e Paska Devaddis, una giovane bandita dell’Ottocento.
  • È con il filmBanditi a Orgosolo”, girato dal regista Vittorio De Seta nel 1961che il banditismo di Orgosolo diventa famoso.
  • Pasquale Mesina è l’ultimo grande bandito di Orgosolo. Conosciuto col nome di Gratzianeddu, è celebre per le sue numerose rocambolesche evasioni e per aver partecipato al sequestro del piccolo Farouk Kassam. Dal 18 dicembre 2021 è di nuovo in arresto e attualmente è rinchiuso nel carcere milanese di Opera.


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