Il baluardo veneziano del Friuli: a 12 chilometri da Gorizia c’è lo storico borgo più bello della regione

19Simone80, 15 Ago 2024
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Annoverata tra i Borghi più belli d’Italia e situata a un tiro di schioppo dalla “internazionale” Gorizia (appena 12 Km), questa bella località che oggi si pregia dell’ambito riconoscimento fu fondata dalla Serenissima Repubblica di Venezia come baluardo contro l’Impero austriaco. E ancora oggi, Gradisca d’Isonzo è un simbolo di storia e di bellezza nel Friuli-Venezia Giulia.

Cosa vedere a Gradisca d’Isonzo

Il centro storico inizia dalla “Spianata“, il grande spazio verde voluto nel 1863 con l’abbattimento della cinta muraria che circondava la città. Da qui si arriva in Piazza Unità d’Italia, al cui centro svetta la colonna con il Leone di San Marco (1924) e dove si trova il magnifico Teatro Comunale (XVII sec.), costruito come granaio e trasformato a fine 1700 in teatro. Il Teatro Comunale subì gravi danni dai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale, fu recuperato con l’aggiunta del porticato e riaperto nel 1929. Per anni fu centro della vita culturale di Gradisca, ospitò artisti illustri come Eleonora Duse e la cantante Mina.
Alla fine del secolo scorso ebbe un lungo periodo di chiusura fino alla riapertura nel 2009 dopo restauri e ristrutturazioni.

I palazzi storici

Proseguendo lungo Via Ciotti si raggiunge Palazzo de Fin-Patuna (XVIII sec.) fu la residenza della nobile Famiglia de Fin e successivamente la Famiglia Patuna. È caratterizzato da linee barocche-rococò che si differenzia da altri palazzi nobiliari del nucleo storico. In questo luogo vi pernottò nel 1797 Napoleone Bonaparte durante l’occupazione francese.

Poco più avanti si trova Palazzo Torriani (XVII sec.), creato dall’unione di tre edifici, fu la residenza della Famiglia della Torre, oggi vi hanno sede il Municipio, l’Ufficio del Turismo e la Galleria Regionale d’Arte Contemporanea.

Le chiese della città

A pochi passi si trova la Chiesa della Beata Vergine Addolorata (XV sec.), presenta una facciata in pietra in stile tardogotico, venne quasi del tutto distrutta nel 1917 per poi essere ricostruita nel 1923.

Proseguendo per Via Battisti e girando in Via Bergamas alle spalle di Palazzo Torriani, si trova il Duomo di Santi Pietro e Paolo (epoca Longobarda), presenta una facciata barocca del 1752. L’interno a tre navate ingloba l’elegante Cappella di Sant’Anna (o Cappella Torriana), presenta un soffitto impreziosito da stucchi di fine Seicento, custodisce il sepolcro del Conte Niccolò II Della Torre.

Loggia dei Mercanti e la Casa dei Provveditori

Riprendendo Via Battisti si raggiunge la Loggia dei Mercanti (XVII sec.) luogo d’incontro per i mercanti e pesa pubblica. Dal 1939 conserva lapidi, epigrafi ed altro materiale ritrovato nei dintorni di Gradisca in epoche diverse. La lapide più importante annota la fondazione della fortezza di Gradisca da parte della Repubblica di Venezia nella seconda metà del ‘400.

Di fronte alla loggia si trova La Casa dei Provveditori Veneti (XV sec.), era la residenza dei rappresentanti del Governo Veneto dal 1481 al 1511, quando poi Gradisca passò all’Impero Asburgico. Una lapide posta lungo Via Alighieri, ha inciso i nomi dei 25 provveditori veneti che amministrarono la città. Dal 1965 ospita l’Enoteca Regionale “La Serenissima”, seconda enoteca pubblica d’Italia.

In fondo a Via Battisti si raggiunge Porta Nuova (XV sec.), unico accesso rimasto dell’antico perimetro di epoca veneta. All’interno si trovano le stanze del Corpo di Guardia e la Cappella della Madonna della Porta. Dal Parco della Rotonda, il giardino vicino a Porta Nuova, si possono osservare ancora alcuni tratti delle antiche mura, il Torrione di San Giorgio e il Torrione Campana. Prendendo Calle dei Macellai, una piccola strada che si immette in Via Battisti all’altezza della Loggia dei Mercanti, si può percorrere un sentiero interessante lungo i bastioni fino al Castello.

Il Castello di Gradisca d’Isonzo

fortezza gradisca d'isonzo

Il Castello di Gradisca d’Isonzo (XVI sec.), anche detto Fortezza, fu costruito dagli Austriaci sulla precedente Fortezza Veneziana. Dopo il Congresso di Vienna del 1815 Gradisca ritornò all’Austria e il Castello divenne un carcere per i prigionieri che venivano inviati allo Spielberg, tra questi vi era anche Silvio Pellico.

Nel 1924 iniziarono i lavori di adattamento del complesso a caserma, rimasta operativa fino al termine della Seconda Guerra Mondiale. Ora purtroppo il Castello risulta essere in condizioni di abbandono da diversi anni, sebbene sia entrato nella lista dei luoghi del Cuore FAI



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