È l’abbraccio caldo del sud, anche a inizio novembre: nel borgo più amato da Federico II l’autunno fa rima con grandi bevute

Manuela Titta, 25 Ott 2024
È l'abbraccio caldo del sud, anche a inizio novembre: nel borgo più amato da federico ii l'autunno fa rima con grandi bevute
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La Basilicata è una meta che ha tanto da raccontare sotto tutti i punti di vista: la sua posizione ha favorito il flusso di molte popolazioni che, in età antica, hanno plasmato questi luoghi, lasciando in dote un enorme bagaglio. Le varie sfaccettature si colgono in molti aspetti, non solo nei resti architettonici, ma anche in un patrimonio culturale che passa attraverso la tradizione e che arriva fino a noi in tutta la sua ricchezza. Non solo le città più importanti: la Basilicata esprime il meglio di sé anche il luoghi più piccoli come Venosa, una piccola città che vale la pena visitare; proprio per questo Borgo DiVino in Tour ha deciso di organizzare qui un weekend dedicato al vino e al meglio della gastronomia.  Andiamo alla scoperta del borgo più amato da Federico II che rafforzò i presidi già esistenti e fece di Venosa uno dei suoi luoghi di elezione per il controllo del territorio. 

Viaggio nel tempo

Venosa è una città nota per la sua ricca storia: vanta un legame con il poeta romano Orazio che nacque qui nel 65 a.C. Il mix di antiche rovine romane e l’impianto medievale, sono tutto ciò che serve per rendere questo posto la meta ideale per chi è appassionato di storia e desidera calarsi in una dimensione affascinante e senza tempo. Le antiche strutture architettoniche e i monumenti religiosi regalano un ottimo assortimento di cose da vedere: ci sono molti punti di interesse come l’Abbazia della Santissima Trinità, uno dei monumenti più importanti perché risale al VI secolo. Questo edificio racchiude vari stili architettonici, tra cui elementi paleocristiani, romanici, gotici, ma anche Longobardi e Normanni: all’interno è abbellita da  affreschi e colonne antiche. La Chiesa “Incompiuta” (o chiesa Nuova), mai portata a termine e il Battistero sono parte di questo grandioso complesso. Citiamo anche il Castello Aragonese risalente al XV secolo, ora sede del Museo Archeologico Nazionale di Venosa, il Parco archeologico con i resti di un antico anfiteatro romano, le terme e le case, le catacombe ebraiche dell’epoca altomedievale, risalenti al IV e V secolo, che offrono uno scorcio sulla comunità ebraica che popolava la zona. Queste catacombe contengono iscrizioni in latino, greco ed ebraico e sono un’importante testimonianza della natura multireligiosa di Venosa nell’antichità. Ultima nota sui ruderi la cui datazione testimonia il legame con Orazio che ha menzionato Venosa molto spesso nelle sue opere: la città celebra l’importante patrimonio culturale del poeta, con molteplici iniziative. 

Profumi e sapori

L’appuntamento nel centro storico di Venosa è per il ponte dei morti: dal 1° al 3 Novembre il fascino delle strette strade di Venosa sarà a disposizione per i banchi da degustazione. Tra etichette locali e un’attenta selezione di quelle nazionali, si potrà spaziare molto negli assaggi che regalano ai visitatori un viaggio alla scoperta dei vini italiani. Vediamo nel dettaglio il patrimonio vitivinicolo della Basilicata, frutto della storia che, anche in questo campo, ha dato i suoi frutti migliori.  

Gli autoctoni della Basilicata

La storia della Basilicata passa anche attraverso il mondo dell’enologia perché risulta che l’Aglianico abbia origini greche: è diffuso in tutta la zona sud dell’Italia e predilige le aree vulcaniche dando il meglio di sé. Non a caso, qui in Basilicata, ci si riferisce alla zona del Monte Vulture, un antico vulcano spento che presta le sue pendici a questo vitigno: il resto lo fanno le condizioni climatiche tipiche di queste zone e, ovviamente, la sapiente mano dell’uomo. È un vino molto gradevole e intenso, al naso arrivano frutti di bosco e viola, ma anche le spezie come il pepe nero, la cannella e i chiodi di garofano. Grazie all’affinamento in legno, grandi botti o barrique, si ha un’attenuazione dei tannini, per un risultato più armonico. In Basilicata abbiamo la DOC per l’Aglianico del Vulture e la DOCG per Aglianico del Vulture Superiore: con il termine ‘’Superiore” si intende un vino prodotto con regole più selettive e una gradazione alcolica più elevata rispetto alla versione base.  Anche per il Greco dobbiamo far riferimento ad un’origine ben precisa e il nome ci dice già tutto: diffuso in tutto il centro – sud Italia, questo vitigno è arrivato grazie ai coloni che si stabilirono qui generando quella che è stata la Magna Grecia. In Basilicata questo vitigno rientra nella DOC Matera, che vinifica varie tipologie di uve. 

Delizie a tavola

I magnifici prodotti a marchio DOP della Basilicata, sono il biglietto da visita migliore che ci sia: incarnano tutto il meglio di questa terra dal gran carattere. Tra tutti spicca il Caciocavallo Silano, un formaggio semiduro a pasta filata che è prodotto con latte vaccino intero: il latte proviene da animali allevati nella zona di produzione e questo garantisce un’alta qualità del prodotto.  Questo formaggio è tra i più antichi del sud Italia: il nome deriva dall’usanza di appendere le forme in coppia sulle pertiche di legno, quindi a ‘’cavallo’’. È un formaggio dalle ottime qualità nutritive, perfetto per il pasto e ideale nelle preparazioni, anche in abbinamento con le carni rosse e i funghi, oppure cotto sulla piastra. Con un Caciocavallo ben stagionato possiamo abbinare proprio l’Aglianico del Vulture, per portare la Basilicata a tavola con tutti i suoi prodotti migliori.



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