Una casa sull’albero, ma progettata da tre architetti: alle porte di Roma c’è un luogo tanto originale quanto sorprendente

Adriano Bocci, 15 Giu 2024
una casa sull'albero, ma progettata da tre architetti: alle porte di roma c'è un luogo tanto originale quanto sorprendente
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Negli anni Sessanta la borghesia romana e gli artisti di Cinecittà passavano le loro estati sulle coste di Fregene, una località vicino Roma rinomata per il mare. Tra queste persone c’erano tre architetti, o meglio, una famiglia di architetti. Stiamo parlando della famiglia di Giuseppe Perugini, argentino noto per la sua creatività sperimentale, che arrivò in Italia negli anni Trenta.
Divenne professore di composizione architettonica alla Sapienza di Roma dagli anni 40. Lavorò a -tanti- progetti importanti, come il Sacrario di Roma (Mausoleo delle Fosse Ardeatine), la Galleria d’Arte Moderna di Milano o il Palazzo di Giustizia di Bari. Fra le varie cose creò a Fregene una casa sperimentale di 4 livelli, la Casa Albero: andiamo a vedere di che si tratta.

Perché e com’è la Casa sull’Albero di Fregene

Nel periodo che fa fra fine anni ‘60 e metà anni ‘70, Giuseppe Perugini compra un terreno a Fregene per creare una casa al mare molto diversa che avrebbe dovuto essere un laboratorio di idee architettoniche, con forme e tecniche costruttive nuove. Con l’aiuto della moglie Uga De Plaisant e il figlio Raynaldo Perugini creò una struttura che si basava sull’architettura brutalista.

Definita oscena e bizzarra, la struttura combina moduli cubici con materiali “freddi”. I moduli cubici sono sorretti dai pilastri di cemento in modo che sembrano sospesi in mezzo agli alberi, lasciando una meravigliosa impressione di leggerezza nonostante il cemento armato. Si usano principalmente cemento, vetro e metallo colorato di rosso per dare enfasi, creando una disposizione modulare che teoricamente permette di espandersi all’infinito.

Una delle cose più originali è il gioco di luci naturale che si crea con l’uso di feritoie, orizzontali e verticali. La luce filtra e crea effetti che cambiano a seconda dell’orario, lasciandola di un moderno quasi senza pari. Una vera casa d’autore.

I particolari giochi di luce della Casa Albero e il ponte levatoio

fronte della casa sull'albero di fregene

Fronte della Casa sull’Albero di Fregene | Facebook
Il progetto illuminotecnico della Casa Albero nasce per esaltarne l’architettura senza alterarne il senso, creando un’illuminazione molto ben studiata sia il giorno che la notte. Al primo livello ci stanno la piscina e i locali tecnici, dove la piscina riflette la parte di sopra, allargandola visivamente con una luce bianca fredda e i contorni lineari. Il secondo livello ha la struttura portante e l’abitazione in sé che è illuminata con proiettori compatti vicino agli angoli, un po’ mimetizzati tra il grigio e il rosso predominante.

Il terzo livello invece ha una scala d’accesso a chiocciola che sembra un ponte levatoio ed è molto ben illuminata, con proiettori che creano l’effetto fronde degli alberi. I bagni hanno tanti elementi a forma di sfera che sono illuminati di verde e rosso. Invece il quarto livello ha il giardino e la Palla, un’altra sfera di cemento, e sono illuminati da proiettori a chiazze che mima la luce del giorno. La Palla (il pensatoio) è illuminata di rosso.

Decadenza, rinascita ed eventi

Quando Giuseppe Perugini venne a mancare nel ‘95 la Casa Albero venne abbandonata, ricevendo danni su danni e tanto vandalismo per vent’anni. Nel 2020 è tornata sotto i riflettori con una mostra di Stoccarda e alla nascita di un Comitato permanente per la la tutela della Casa Albero, guidato dal figlio Raynaldo, che pulisce e recupera la struttura aprendola alle visite guidate e a qualche evento artistico. Un esempio? Grafite, di domenica 16 giugno (info e biglietti qui dal sito di Open House Roma, che si occupa delle visite).

Volete vedere qualcos’altro di molto eccentrico? C’è un condominio 25 volte verde, qui, ma in ottimo stato.

Fonte foto: Facebook e Instagram



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