Lungo la strada più bella d’Europa c’è spazio per un viaggio di emozioni, panorami e dolci tipici della tradizione
Per esigenze familiari non posso allontanarmi molto dall’Italia e neanche per lunghi periodi quindi mi urge organizzare le vacanze estive con l’auto e nei dintorni: dove andare? Il dilemma presentatosi nell’inverno ha portato ad una decisione di cambio radicale ossia che, per una volta, si saltano le classiche ferie marittime e si preferisce la montagna. Ed è l’occasione migliore per pianificare un giro nel cuore dell’Europa che ci permetterà di assaporare le atmosfere barocche austriache e il romanticismo tipico tedesco con un tour che parte da Innsbruck, passa per Salisburgo, si ferma ad Augusta e scendere lungo la Romantische Strasse fino a Bressanone, ultima tappa prima del rientro.
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Ci siamo prefissati una durata di nove giorni fatta tutta in auto e questo diario è la testimonianza di cosa abbiamo organizzato e di ciò che abbiamo visto e vissuto.
Diario di viaggio sulla Romantische Strasse
Giorno 1 – Arrivo a Innsbruck
Partiamo con l’auto in una più che calda mattina con l’intenzione di arrivare ad Innsbruck nel primo pomeriggio (ci occorrono più o meno 4 ore, soste incluse) ma, dopo Verona, il traffico rallenta e, a tratti, restiamo proprio fermi fino a Bolzano così che giungiamo alla meta (sbagliando anche l’uscita) con oltre due ore di ritardo.
Comunque all’hotel gasthof Engl ci aspettano e ci fanno un rapido check-in: siamo situati nella dependance a 80 m, ma lì abbiamo un posto gratis nel sottostante garage.
Ci sistemiamo nella nostra camera e, dopo un breve riposo e una doccia rigenerante, usciamo per raggiungere il centro della città: essendo ora di cena, proviamo dal raccomandato Fischerhausl ma è pieno e non accetta prenotazioni; così viriamo su Stiftskeller, proprio in centro: finalmente assaggiamo la prima schnitzel con kartoffeln (patate) del viaggio, accompagnata da un bretzel e una squisita birra. Una passeggiata lungo la Marie Theresien Strasse, piena di turisti e locali, aiuta la digestione poi, di filato, a nanna.
Giorno 2 –
La colazione si svolge nell’edificio principale e, dopo l’abbondante libagione, ci incamminiamo per la visita di Innsbruck.
Come si sa, la città è il principale centro abitativo del Tirolo e vanta una storia secolare: nata sulle rive dell’Inn, si sviluppa come mercato attorno alla primordiale chiesa di San Jakob per poi diventare sede imperiale ed essere abbellita da palazzi e strade.
Essendo situati sulla riva sinistra del fiume, lo attraversiamo tramite il ponte Innbrücke, che permette scenografiche foto con il fiume sottostante, le montagne circostanti, le case colorate del centro e le guglie di chiese e monumenti. Sul ponte anche la Croce dell’artista Rudi Wach.
Il primo palazzo che incontriamo è quello dell’Ottoburg, che ospita ai suoi piedi il memoriale, chiamato Padre e Figlio o Anno Nove e che raffigura due combattenti per la libertà tirolesi.
Entriamo qui in Herzog-Friedrich Strasse e, quindi, nell’Altstadt o Città vecchia ci troviamo al cospetto di palazzi bellissimi: alla sinistra subito l’elegante Palazzo Claudiana; alla destra, di fronte, la facciata del Goldner Adler, che ospita l’omonimo hotel e ristorante, attira l’attenzione, come la successiva Helbling Haus, un palazzo barocco dalla facciata sontuosa.
Sbuchiamo proprio davanti il Goldebes Dachl o Tettuccio D’Oro, simbolo della città. Si tratta una residenza asburgica con un elker (ossia una finestra aggettante) dal tetto ricoperto da 2657 tegole dorate, oggi sede del museo sulla storia di Innsbruck. Il palazzo fu costruito intorno al 1420 per volere di Federico IV d’Asburgo come residenza dei conti del Tirolo ma, nell’anno 1500, Massimiliano I d’Asburgo fece aggiungere questo elker, diviso in due parti: la parte inferiore poggia su una serie di stemmi scolpiti e inquadra due alfieri, a fresco, con gli stendardi dell’Austria e del Tirolo; la parte superiore sporge un balcone a loggia con rilievi figuranti scene delle Danza della Moresca e con affreschi che mostrano la vita di corte con Massimiliano I e le sue due spose, il cancelliere e il giullare.
Dopo le foto di rito proseguiamo per la Hofgasse fino a sbucare sul Rennweg, dove ammiriamo l’estetica dell’Hofburg, il neoclassico Tiroler Landestheater, la fontana di Leopoldo e l’Hofkirche, la chiesa dell’Hofburg che ospita alcune tombe e cenotafi reali.
Facciamo il giro e, tramite la Herrengasse, entriamo in Domplatz, dove svetta la mole del Duomo di San Giacomo: ci accingiamo a visitarlo ma scopriamo che la domenica apre alle 12.30.
Decidiamo allora di rivolgere le attenzioni all’Hofburg così ci rechiamo all’ingresso situato sulla Hofgasse e facciamo i biglietti per la visita. Entrati, una guida ci indica il percorso da seguire e iniziamo così ad ammirare uno dei tre edifici imperiali più importanti dell’Austria, insieme all’Hofburg di Vienna e al Palazzo di Schönbrunn.
Il Palazzo imperiale risale al XVI secolo ed è un connubio di barocco e tardo-rinascimentale. Purtroppo è tassativamente vietato far foto o riprese quindi la visita degli appartamenti reali ci resta solo nella nostra mente. Comunque, attraverso le sale (splendida la Sala Gigante con le pitture raffiguranti la famiglia dell’imperatrice Maria Teresa) si ripercorre un gran pezzo della storia asburgica e si sente ancora aleggiare la presenza delle due figure principali: l’imperatrice Maria Teresa e l’Imperatrice Elisabetta, detta Sissi.
All’uscita, ci rechiamo di nuovo al Duomo e lo troviamo aperto: l’interno barocco è ricco di notevoli dipinti del soffitto e di stucchi anche se la guida in nostro possesso dice che sono stati rifatti dopo la II guerra mondiale sulla base di foto d’archivio.
Ritorniamo al Tettuccio d’Oro per ripercorrere la lunga strada che da qui parte: il primo tratto si chiama Herzog Friedrich Strasse e su di esso si affacciano la Stadtturm, la gotica torre civica alta 51 metri (si può arrivare in cima tramite una scalinata), alcuni palazzi nobiliari e i portici.
Arrivati al Marktgraben, la strada si allarga e prende il nome di Marie-Theresien Strasse: qui la passeggiata si fa più lunga e si possono ammirare anche le verdi montagne che circondano la città. La sequenza di palazzi nobiliari e civici continua fino al Rathaus, dove davanti si erge la Colonna di Anna, una sontuosa colonna in marmo rosso sormontata da statua della Vergine Maria.
Proseguiamo fino al Triumphpforte, l’arco trionfale in stile romano costruito dall’imperatrice Maria Teresa nel 1765 per celebrare il matrimonio del figlio. Purtroppo durante la sua costruzione morì il marito dell’imperatrice così un lato è abbellito di simboli di gioia ed amore mentre l’altro di immagini luttuose.
Raggiungiamo la vicina Landhausplatz, dove i quattro monumenti che la adornano la rendono meta degli appassionati di architettura moderna. Tramite una via interna sbuchiamo di nuovo sulla Marie-Theresien Strasse proprio di fronte l’atipica facciata della Servitenkirke o Chiesa dei Servi di Maria: infatti, un bellissimo murales rappresentante la Passione di Cristo ne copre una parte mentre un’edicola ripara l’ingresso. Entriamo e scopriamo un piccolo gioiello barocco voluto dalla moglie dell’arciduca Ferdinando II e in cui si trova anche la sua sepoltura.
Usciti, ritorniamo verso il centro e ci fermiamo da Der Bäcker Ruetz, un forno che vede gastronomia salata e dolce, per uno spuntino. Proseguiamo poi lungo il Marktgraben e il Bruggraben per trovarci poi di nuovo al Rennweg e raggiungere la Gesuitenkirke, la cui seriosa facciata nasconde all’interno una grande navata, l’altare maggiore barocco, il pulpito e la cripta con le tombe vescovili, dell’arciduca Leopoldo V e della moglie Claudia de’ Medici.
Compiuta la visita, raggiungiamo alle spalle il Ferdinandeum, il museo della storia tirolese ma è chiuso quindi decidiamo di dedicare il resto del pomeriggio con una passeggiata per le vie nascoste di Innsbruck, fino al lungofiume.
Rientriamo così verso le 18 in albergo e, dopo un riposo ed una doccia, usciamo per recarci da Skiftkeller ma percorriamo un tragitto diverso attraversando il fiume più a nord, tramite il ponte pedonale Emile-Béthouart-Steg e inoltrandoci negli Hofgarden che, con i loro fiori, le aiuole e i piccoli laghetti, offrono un vero rinfresco.
Ceniamo da Skiftkeller a base di knodel e verdure poi una passeggiata serale per la Innsbruck illuminata ci concilia il sonno e la digestione.
Giorno 3 – Schloss Ambras e arrivo a Salisburgo
Dopo colazione, partiamo per Salisburgo ma non lasciamo subito Innsbruck: ci aspetta la visita allo Schloss Ambrass, poco fuori città. Parcheggiata l’auto (non c’è molto spazio e si paga) nelle vicinanze, entriamo in questo castello di fine Rinascimento che ora è sede di un museo nazionale che ospita collezioni di ritratti, opere d’arte e un’armeria. Superato l’ingresso, abbiamo davanti due edifici: il primo è la biglietteria, che dà poi accesso alla Waffensammlung, una collezione di armature di condottieri storici; il secondo è il vero e proprio castello. La visita del primo è una totale immersione nella vita medioevale del Tirolo, con le armature e i memorabilia dei tornei dell’epoca. Inoltre, nella Sala dell’arte e delle meraviglie (Kunst und Wunderkammer) troviamo dei bellissimi e particolari capolavori come “La piccola Morte”, alcuni presepi in corallo e piccoli oggetti di cristallo, argento, oro, bronzo, vetro e legno provenienti da paesi che, all’epoca, erano considerati irraggiungibili e misteriosi. Nel Castello vero e proprio, invece, saliamo per tutti i tre piani di visita ed iniziamo la vista partendo dalla grande Sala Spagnola, passando poi per la Cappella di San Nicola e per la pregiata collezione di vetri per finire, infine, alla collezione di ritratti dei regnanti austriaci e dei loro parenti, sparsi per le corti di tutta Europa. Quando ne usciamo, attraversiamo il cromatico cortile interno e poi il bel giardino baciato ora dal sole.
Ci rimettiamo in marcia per Salisburgo percorrendo la A12/E45 in direzione Monaco però, dopo poco un’ora, all’altezza di Kufstein Nord siamo costretti ad uscire per percorrere una serie di strade provinciali tortuose e trafficate che si inerpicano sulle boscose colline austro-tedesche fino ad arrivare a Bernau dove, finalmente, riusciamo a rientrare nell’autostrada 8 e raggiungere, sotto un diluvio, finalmente Salisburgo. L’hotel Via Roma è situato a sud della città, a circa quindici minuti di cammino o cinque di autobus, ed offre un comodo parcheggio per chi viaggia con l’auto: noi prendiamo possesso di uno spazio in esso e, poi, della nostra camera. Poco prima di cena, con l’autobus n. 5, raggiungiamo il centro e ci rechiamo da Zum Zirkelwirt (Pfeifergasse 14), un ristorante in Papagenoplatz gestito da giovani: una schnitzel e un buon boccale di birra ci rimettono dal travagliato viaggio. Breve giro orientativo per il centro poi rientro, visto che inizia a piovere con una certa insistenza.
Giorno 4 – Salisburgo
Piove a dirotto dalla notte e, con questa situazione meteo, raggiungiamo il centro velocemente giusto per fiondarci al Centro d’Informazione Turistica, fare la Salzburg Card e poi entrare nella vicina Residenz al fine di ripararci dalla pioggia e visitare la nobiliare sede. Per essere precisi, entriamo in quello che è il primo monumento del DomQuartier, un vasto complesso barocco – patrimonio mondiale dell’UNESCO – composto dalla Residenz dall’area della Cattedrale e dal monastero benedettino di San Pietro. La Residenz è un palazzo costruito a fine 1500 in cui si accede da un portale che introduce al cortile d’onore, dove si trova la Fontana di Ercole.
Salita la prima scalinata, si entra all’interno e da qui parte un percorso dove si possono visitare i saloni di gala, tra cui la Karabinersaal, la Thronsaal e la Residenzgalerie, con arredi e decorazioni originali e che ospitano molti dipinti di artisti famosi come Rembrandt e Tiziano. Il giro, tra stucchi, arredi d’epoca, quadri di regnanti e vescovi reggenti, raggiunge l’apice quando entriamo nel museo liturgico e possiamo affacciarci dall’alto nell’interno della cattedrale proprio mentre un organista intrattiene i visitatori con delle musiche da chiesa adatte all’atmosfera e al luogo.
Usciamo dalla Residenz che ha smesso di piovere e, finalmente, iniziamo la visita della città. Partiamo proprio dalla Residenzplatz, che si apre davanti a noi, il cui fulcro è una fontana barocca che, ufficialmente, si chiama Fontana della Residenza ma che è anche conosciuta come Fontana dei Cavalli: si sostiene che sia la più grande fontana monumentale in stile barocco del centro Europa. Costruita in marmo austriaco, è alta quindici metri e si presenta con quattro imponenti cavalli marini (da cui il nome popolare) e delle figure umane (Atlanti), che sostengono una specie di bacino dove ci sono tre delfini che a loro volta sostengono un bacino a forma di conchiglia.
Di fronte la fontana ci sono il Carillon di Salisburgo o Salzburger Glockenspiel, che fa parte del Museo di Salisburgo, e il Museo del Natale, dedicato alla santa festività. Da qui ci spostiamo nella Domplatz per entrare nella Cattedrale di Salisburgo, dedicata ai santi Ruperto e Virgilio: già l’ingresso ci accoglie con la sua splendida facciata fatta di marmo e che ospita quattro enormi statue. Leggiamo dalla guida che due sono gli apostoli Pietro e Paolo, con le chiavi e la spada, e le altre due i patroni della regione Rupert e Virgilio, con la saliera ed un modello della chiesa. Fatto il biglietto, entriamo e siamo accolti da un trionfo di barocco, che non avevamo compreso dalle balconate superiori: notiamo la fonte battesimale con il leone in cui vennero battezzati anche Wolfgang Amadeus Mozart e Joseph Mohr (il paroliere di “Astro del ciel”) e il magnifico organo, che già ci ha dato prima un esempio della sua potenza musicale.
Usciti, tra le gradinate di ferro presenti nella piazza (qui si svolgono alcune manifestazioni teatrali e musicali) scorgiamo la Mariensäule o Statua di Maria, una statua in bronzo che rappresenta la Santa Vergine con il Bambin Gesù. Accediamo subito nella Kapitelplaz o Piazza del Capitolo, la più scenografica tra le piazze in quanto da qui si vedono il castello e la fortezza con la funicolare. Giriamo curiosi tra le bancarelle presenti e ammiriamo i monumenti circostanti che sono la Kapitelschwemme, una fontana del Settecento (precisamente, un vecchio abbeveratoio) che ricalca le forme delle fontane romane e che rappresenta Nettuno, dio del mare, che monta un cavalluccio marino da cui sprizza acqua mentre sorregge un tridente e una corona; la Goldene Kugel o Sphaera (una gigantesca palla dai colori dorati) e, infine, l’adiacente Scacchiera gigante.
Ritorniamo in Residentplatz e ci affacciamo in Mozartplatz, nota soprattutto per la statua memoriale al compositore Wolfgang Amadeus Mozart e per il palazzo che ospita il Museo di Salisburgo. Proprio qui decidiamo di fare una breve sosta rifocillatrice in un bar del posto e poi ci inoltriamo nella Waagplatz, passeggiando lungo la Judengasse fino al Municipio della Città Vecchia (dalla facciata rococò con la caratteristica torre che ospita l’orologio e la campana più antichi della città) sul Kranzlmarkt, da cui parte la strada più famosa e principale del centro storico, la Getraidegasse. Percorriamo questa via trafficatissima praticamente con il naso all’insù in quanto, sebbene affiancata da antichi palazzi barocchi, è celebre sia per la presenza delle insegne in ferro battuto, tutelate da una apposita legge, sia per la presenza, al n. 9, della casa natia di W.A. Mozart, in cui vi compose anche alcune delle sue opere giovanili e dove c’è un museo a lui dedicato. Alla fine, sbuchiamo giusto davanti la chiesa di San Biagio e ci inoltriamo sulla sinistra fino alla Herbert-von-Karajanplatz, che ospita un abbeveratoio del 1700.
Ci addentriamo fino alla Universitatplatz per visitare la Kollegienkirke ma la troviamo chiusa così proseguiamo sulla Sigmund Freudgasse ed entriamo nella Chiesa dei francescani, proprio alle spalle della Domplatz: costruita in forme romaniche nel Duecento, la visitiamo per lo splendido portale in marmo rosso e il luminoso coro a tre navate con le volte reticolate. Uscendo, giriamo per Franzinskanergasse e subito svoltiamo per entrare nel vicolo che ci conduce alla vicina abbazia benedettina di San Pietro: dal piazzale antistante ammiriamo la cupola settecentesca e poi accediamo, tramite un bel portale, nello splendido interno, in cui è da notare il transetto barocco e la cancellata in ferro battuto. Prendendo poi, sulla destra, la via coperta che conduce al retro, entriamo nel vecchio cimitero, dove si trovano le catacombe, le tombe antiche e la Cappella di Santa Margherita, considerata una delle più antiche della città. Uscendo, sbuchiamo davanti l’unico mulino ancora funzionante (nel vicino panificio si può comprare il pane fatto con la farina qui macinata) e poi entriamo di nuovo nella Kapitelplatz, convenendo qui che è quasi trascorso il pomeriggio ed è il caso di rientrare per prepararci alla cena. Raggiungiamo la fermata più vicina del n. 5, su lungofiume, che ci consente di attraversare l’Alter Markt (Vecchio Mercato), uno dei posti centrali di Salisburgo in cui scorgiamo un vecchio barometro, una fontana, un’antica farmacia, la casa più piccola della città e, naturalmente, la leggendaria pasticceria Furst, luogo di nascita delle famose Mozartkugel o palle di Mozart. Dopo un breve riposo ed una doccia, ritorniamo da Zum Zirkelwirt per una cena a base di knodel e poi breve giro per la città, illuminata anche per la presenza di alcuni spettacoli in vari luoghi.
Giorno 5 – Salisburgo
Dopo la lauta e squisita colazione, ritorniamo in centro per visitare la Hohensalzburg o Fortezza di Salisburgo che domina la città dall’alto del Monchsberg e che fu costruita agli inizi dell’anno Mille, anche se poi è stata soggetta a vari rifacimenti. Decidiamo di salire utilizzando la funicolare (è gratis con la card) ma si può anche percorrere una strada che porta a quella che è la porta d’accesso alla Fortezza e da cui poi si passa ai bastioni e alle torri interne. Appena usciti dalla stazione, entriamo nella Reckturm, un alto bastione su cui si accede in alto per godere di una vasta veduta e, dopo essere passati per le sale e i magazzini interni con gli alloggiamenti per i prigionieri e le guardie, arriviamo, sempre seguendo un percorso illustrativo sulla vita e sulla storia della Fortezza, alla Glockenturm (la torre campanile rotonda). Usciamo, infine, davanti la Kirke St. George, affacciata sulla piazza d’armi. Ci rechiamo alla vicina Trompeterturm, che ospita l’organo a canne detto “il toro di Salisburgo” (annunciava la chiusura e l’apertura dei portali), dal cui bastione a giardino si gode il panorama, per far foto e riprese, e poi facciamo un giro nella piazza d’armi, baciata dal sole e su cui si affacciano gli altri edifici componenti il complesso. Decidiamo, quindi di scendere a piedi tramite il portale d’accesso pedonale così possiamo ammirare dal basso la possenza e la magnificenza di questa enorme complesso militare.
La strada ci conduce proprio alla stazione di partenza della funicolare e da lì riattraversiamo il centro nonché il ponte Staatsbrücke per arrivare, dopo poco, davanti l’ingresso del magnifico giardino che circonda lo Schloss Mirabell, sede del Municipio della città: attraversiamo questo giardino tripudio di colori di fiori, statue e fontane e notiamo che il castello è proprio sulla direttiva della Fortezza, offrendo così uno sfondo per splendide foto. Ormai è ora di pranzo e, invece di fermarci in un bar per un veloce spuntino, scegliamo di recarci al vicino Hotel Sacher ed accomodarci nel suo lussuoso interno per assaggiare una delle mie torte preferite, la mitica Sacher la quale, accompagnata dal classico caffè viennese, non delude assolutamente le aspettative.
Dopo la dolce pausa, ci rechiamo a Linzergasse Platz per salire ai bastioni antecedenti il Convento dei Cappuccini, da cui veramente si gode uno splendido panorama su tutta la città. Ridiscesi, ci concediamo un po’ di shopping per la Getraidegasse fino alle 17, quando ci mettiamo in fila per partecipare alla minicrociera sul Salzach. Questa crociera è gratis per chi possiede la card ma va comunque prenotata al desk situato sul lungofiume e permette di ammirare la città anche dalla prospettiva fluviale. Fatto il celere imbarco, partiamo verso sud, lambendo palazzi e ponti e salendo controcorrente fino a superare la prima ansa: il panorama fuori città offre rive boscose, parchi e placidi quartieri fatti di villette. Poi la nave inverte la rotta e ritorna indietro, mostrandoci le colline che sovrastano la città illuminate dalla luce del prossimo tramonto. Tutto ciò per una durata di circa 45 minuti accompagnata con sottofondo tassativamente mozartiano (anche se poi l’ultimo tratto la musica si trasforma in un valzer).
Al termine, rimettiamo piede a terra e ritorniamo con nostro autobus in albergo per poi ridiscendere in città, cenare al nostro consueto ristorante (stasera è la volta delle costine di maiale) e poi goderci l’ultima serata salisburghese con un bel giro per le affollate vie.
Giorno 6 – Dachau
Partiamo, dopo l’abbondante colazione, alla volta della prossima tappa ripercorrendo a ritroso la strada fatta all’andata e rimettendoci di nuovo sulla carreggiata della A10 in direzione Monaco. Alle porte della città, svoltiamo sulla 99 e ne seguiamo il percorso fino all’uscita 11 di Feldmoching. Entriamo nella 92 ed usciamo subito dopo alla prima per immetterci nella 471 direzione Dachau, dove giungiamo in una quindicina di minuti. Seguendo, però le istruzioni di Google Maps, finiamo proprio nella parte sbagliata ossia all’opposto della nostra destinazione. Un gentile poliziotto, vistoci in difficoltà, ci consegna un foglio con le istruzioni in italiano contenenti le giuste direttive per il parcheggio: seguendole, ci arriviamo in pochi minuti e lasciamo l’auto per dirigenci all’ingresso del KZ-Gedenkstätte o Memoriale del Campo di Concentramento di Dachau.
Essendo di strada, ci è sembrato doveroso fermarci a visitare uno dei più grandi campi di concentramento esistenti durante la II guerra mondiale, anche per toccare con mano cosa vuol dire vivere le atrocità di chi è stato considerato “diverso” secondo una presunta scala morale e sociale costruita da persone prive di scrupoli. Dal parcheggio arriviamo in breve all’ingresso del memoriale, consistente nella palazzina d’accesso a quello che è stato il primo campo di concentramento della Germania nazista: sulla cancellata c’è ancora la celebre e funesta frase “Arbeit macht frei”. Entrati, siamo catapultati nell’enorme spazio che componeva questo “centro di rieducazione” nazista e ci riechiamo subito all’enorme padiglione centrale, in cui è stata istituita una mostra/galleria rappresentativa che narra della storia del campo e di coloro che sono stati qui incarcerati. L’atmosfera interna è di silenzio e sgomento e le descrizioni di chi è stato arrestato per un qualsiasi motivo e qui internato sono da brividi. Fuori, davanti al padiglione, ammiriamo i due monumenti eretti a ricordo delle vittime ossia quello internazionale e quello composto dai triangoli colorati (il colore rappresentava il motivo per cui si era detenuti tipo nero se ebreo; rosa se omosessuale, etc…). Dall’altro lato del largo piazzale – detto dell’appello perché qui si faceva la conta dei detenuti – ci sono due baracche, a testimonianza di come essi vivevano: ci rechiamo subito a visitarle e restiamo colpiti dal fatto che in questo spazio fatto quasi tutto da letti di legno, fossero ospitate più di un centinaio di persone accatastate l’una sull’altra. Dalle finestre, notiamo lunghe file nere nel retrostante spazio, resti della serie di altre baracche sistemate l’una parallela all’altra, su due file: scioccante pensare a coloro che qui vivevano in condizioni estremissime. Raggiungiamo il fondo di questa area, dove sono state costruite delle cappelle di preghiera appartenenti a vari culti, per trovare, sulla sinistra, il luogo più tetro e più orribile di tutto il campo: i forni crematori. Anche qui la visita che compiamo è davvero piena di emozioni contrastanti: passando davanti le mortali docce e i forni usati per cremare i corpi riceviamo un pugno allo stomaco.
Comunque, compiuta la visita a questo luogo di morte e violenza, ci fermiamo per la breve sosta del pranzo al locale bar e poi proseguiamo diretti alla prossima meta, la città barocca di Augusta, dove arriviamo in meno di un’ora. Raggiungiamo l’hotel Fischertor, ai margini del centro storico, dove ci accoglie la concierge italiana che, celermente, ci fa parcheggiare nel garage e ci fa il rapido check-in: dopo un breve riposo ed una doccia raggiungiamo la Rathausplatz per cenare da Ratskeller, una birreria situata proprio sotto il palazzo municipale. La schnitzel che assaggiamo è proprio buona e, a differenza di quella austriaca, è accompagnata dai crauti. Dopo cena, facciamo un breve giro per la città e poi rientriamo per un meritato riposo dopo questa intensa giornata.
Giorno 7 – Augusta/Augsburg
La colazione non è al pari delle precedenti ma è comunque discreta e quindi, con caffè e brioches incorporati, ci accingiamo a visitare questa amena cittadina di origine romana nonché sosta per coloro che percorrono la Romantische Strasse. Dall’albergo percorriamo la Frauentorstrasse fino all’Augustiner Dom o Cattedrale di Augusta, una magnifica costruzione romanico-gotica (tra le più antiche della Germania) con torri quadrate e delle vetrate colorate del XII secolo conosciute per la loro bellezza. Caratterizzata dalla mancanza della facciata, entriamo da un portale laterale e ci troviamo subito in un ampio spazio ricco di addobbi barocchi, con una fredda cripta e, oltre ai due cori, ci sono gli stalli di metà 500 e i rilievi dei battenti bronzei del Mille.
Usciti, ci rechiamo nel suo retro per ammirare la mole del Fronhof, il palazzo rococò sede del Consiglio regionale, con il suo particolare ingresso e la Burggraventurm del 1507. Ritorniamo indietro e passiamo prima davanti un lapidario con reperti archeologici di epoca romana e poi davanti la Dombrunnen o fontana del Duomo, composta dal gruppo di figure rappresentanti i tre patroni della diocesi. Di fronte, all’angolo dell’edificio opposto alla Cattedrale, trova riparo la Statua della Santa Madre che tiene in braccio il Bambino Gesù. Proseguiamo lungo la Karolinenstrasse fino alla Rathausplatz e vi entriamo accolti dalla bella giornata di sole che illumina questo spazio in cui si trovano alcuni monumenti interessanti. Il primo che abbiamo proprio davanti è la Augustusbrunnen o Fontana di Augusto, il fondatore della città da cui prende il nome, in cui è ritratto l’imperatore romano che indica la direzione di Roma.
Di fronte, si ergono due importati edifici: il primo è la Perlachturm, una famosa torre di 70 m che possiede un carillon, una cupola a cipolla e un bel po’ di gradini che conducono a una galleria panoramica; il secondo è la Rathaus o Municipio. La torre fa parte della piccola Skt. Peter am Perlach Kirke o chiesa di San Pietro a Perlach ma sono entrambe chiuse per restauri in corso quindi andiamo subito a visitare la Rathaus, l’edificio governativo rinascimentale del XVII secolo caratterizzato da due torri a bulbo che sbocciano dalla facciata. Saliamo lo scalone che ci conduce al primo piano ed entriamo in una sontuosa sala decorata con dettagli in oro e opere d’arte. Ci troviamo, infatti, nella Sala d’Oro, costruita nel 1624 e che prende il nome dal soffitto in legno dorato, decorato con una serie di dipinti a carattere allegorico inneggianti alla Sapienza e abbellito da affreschi posti alle pareti che rappresentano imperatori e sovrani cristiani e pagani.
Dopo l’interessante visita, ci rechiamo alla Skt Anna Kirche o chiesa di Sant’Anna, dove fu celebrata la prima Messa luterana. Nel luogo silenzioso, tutto in stile barocco, spicca la Fuggerkapelle, uno splendido capolavoro del rinascimento tedesco voluto dalla famiglia Fugger, ricchissima e cattolica. Continuiamo il giro e, tramite la Annastrasse e poi la Burgermeister-Fischer-strasse, arriviamo alla Moritzplatz, lì dove si fronteggiano la St. Moritz Kirche (Chiesa di San Maurizio) e la Weberhaus, un pittoresco edificio storico: in mezzo, la Merkurbrunnen, una delle tre famose fontane del centro storico di Augusta.
Proseguiamo lungo la Maximilianstrasse, piena di palazzi barocchi, e passiamo prima davanti la Fuggerhaus, l’imponente residenza principale del 1500 appartenuta alla famiglia che ha portato lustri e onori alla città, e poi davanti lo Schaezlerpalais o Palazzo Schaezl, un meraviglioso palazzo rococò che ospita oggi due gallerie d’arte: la Galleria del Barocco Tedesco e la Galleria Statale. Proprio davanti si trova l’altra fontana di Augusta, la Herkulesbrunnen. Arriviamo in fondo alla lunga via, dove si erge la maestosa mole della Basilika St Ulrich und Afra o Basilica di St. Ulriche e Afra, una chiesa cattolica gotica con le fondamenta del XV secolo e un campanile con cupola a cipolla, alto 93 m: è circondata di impalcature ma all’interno ci riposiamo godendo del fresco e del silenzio.
Riprendiamo la passeggiata e costeggiamo la chiesa diretti alla Rotes tor o Porta Rossa, che è una porta storica della città ed una delle quattro medievali rimaste. Proseguendo la passeggiata, proprio nei pressi dell’ospedale, abbiamo il contatto visivo con i primi canali della città: Augusta è, infatti, famosa per la gestione delle acque con un sistema idrico che è stato riconosciuto Patrimonio dell’Unesco. A questa altezza attraversiamo uno dei canali e lo seguiamo fino alla Vogeltor, una torre quadrata di metà XV secolo che faceva parte delle mura cittadine: qui passa per le pale di un antico mulino e prosegue lambendo piccoli palazzi e giardini privati. Noi lo seguiamo fino ad un certo punto poi svoltiamo a destra nella Jacobstrasse per raggiungere l’ingresso al Fuggerei, il primo quartiere popolare dell’Europa medioevale voluto dalla famiglia Fugger.
Per visitare questo storico posto, facciamo il biglietto e poi accediamo sul corso principale, l‘Herrengasse, che percorriamo fino al cuore ossia la fontana del quartiere. Attorno, notiamo una serie di costruzioni uguali e ne visitiamo una, dove ci viene illustrata la vita degli abitanti, cattolici caduti in povertà che pagavano un affitto simbolico di due marchi: anche il bisnonno di Mozart visse qui gli ultimi anni della sua vita. Dal Fuggerei ritorniamo in centro per un rapido spuntino in Rathausplatz e poi ci dedichiamo ad un pomeriggio di shopping e di relax, culminato la sera da un’ottima cena sempre da Ratskeller: questa volta è il turno di una squisita bistecca. Piacevole è il dopocena poiché nelle piazze e nelle strade si alternano artisti di strada mentre lungo la Maximilianstrasse sono stati sistemati stands che offrono birra o vino in un ambiente molto conviviale e pieno di giovani.
Giorno 8 – Landsberg am Lech, Neuschwainstein
Partiamo in una calda giornata verso l’Italia non senza però programmare una serie di soste lungo il percorso. Usciti da Augusta, percorriamo la 17 fino all’uscita per Hurlach e poi, seguendo le indicazioni preposte, arriviamo a Landsberg am Lech, uno dei tanti paesi che sorgono sulla Romantische Strasse. Parcheggiamo al comodo Parkgarage Schlossberg, sotterraneo e collegato con una galleria proprio alla piazza principale: due minuti di cammino e siamo nell’affollato e colorato centro. La Hauptplatz si caratterizza per la presenza di una fontana (la Marienbrunnen del ‘700), della Altes Rathaus (dalla facciata policroma in stucco), della Schmalzturm (una delle antiche porte, ora torre campanaria ricca di fregi gotici) nonché di altre costruzioni sedi di negozi, ristoranti e locali. Ci dirigiamo verso la Mariä Himmelfahrt Kirche o Chiesa dell’Assunzione di Maria ma c’è un concerto in corso e non possiamo visitarla. Seguiamo, allora, la strada che porta alla Bayertor e, dopo un’erta salita, ci troviamo al cospetto del simbolo della città: si tratta di una torre con una monumentale porta d’accesso al borgo antico, posta sulla parte alta della città vecchia. Ricca di finestre, nicchie con statue lignee e smerli, venne costruita nel 1425 in stile tardo gotico anche se i colori vividi sono tali grazie ad un restauro di alcuni decenni fa. Ovviamente le foto si sprecano ma non perdiamo altro tempo e riscendiamo verso il centro, raggiungendo il Carolinebrucke, il ponte sul fiume Lech, da cui godiamo di una scenografica veduta sulla città con le sue torri. Ritorniamo all’auto e riprendiamo il percorso proseguendo verso sud: imbocchiamo la 17 di nuovo e ci avviamo in direzione Fussen.
Dopo più di un’ora d’auto, all’altezza di Schwangau, giriamo a sinistra, e ci dirigiamo verso la prossima meta ossia il Castello di Neuschwanstein, conosciuto come il castello della Disney. Trovato posto in uno dei tanti parcheggi (strapieni) ai piedi della collina, affrontiamo la salita e, in poco più di mezz’ora, giungiamo davanti l’alta mole di questo celebre castello, di fatto uno dei monumenti più visitati di Germania. Purtroppo, i biglietti per l’accesso all’interno possono essere comprati solo on line e vanno prenotati mesi prima quindi, in mancanza, dobbiamo accontentarci di ammirare solo l’alta mole esterna con le sue torri e la caratteristica facciata, voluta appunto da Disney come suo logo: il fondatore, Ludwig II, ebbe davvero buon gusto a creare questo castello con un mix di colori e stili.
Dopo la visita esterna accompagnata da un bretzel mangiato sulla terrazza panoramica, che permette di ammirare sia il castello che la pianura e il lago sottostante, riscendiamo e partiamo diretti alla nostra tappa finale: Bressanone. Subito dopo Fussen attraversiamo il confine e ci introduciamo nelle alpi austriache, da cui ne usciamo dopo più di due ore di traffico per ritrovarci nella valle dell’Inn. Qui, a Motz, riprendiamo l’autostrada A12 direzione Innsbruck e poi cambiamo con la A13, che ci porta al Ponte d’Europa e al confine italiano: diciamo così arrivederci a due bellissimi paesi. Dopo poco meno di un’ora, quasi all’imbrunire, arriviamo alla Cusanus Akademie, un collegio che funge anche da albergo, situato proprio dietro al Duomo della città. Data l’ora, facciamo il check-in con le istruzioni pervenute tramite whatsapp e, dopo esserci sistemati nella camera e fatta una doccia rigenerante, ci rechiamo da Decantei, dove ceniamo con alcune ottime specialità altoatesine. Breve giro nel centro silenzioso e vuoto e poi a riposare, approfittando del fresco montano.
Giorno 9 – Bressanone
Dopo la mattiniera colazione e prima del rientro a casa, ci concediamo una visita al centro storico della città di Bressanone/Brixen recandoci subito al Duomo, uno dei monumenti più importanti e belli dell’Alto Adige. Arriviamo nella piazza del Duomo che è appena apparso un caldo sole e ammiriamo lo spazio occupato sui lati dal Duomo stesso, dalla Chiesa di San Michele, dal Municipio e dalla chiesa della Madonna del Chiostro, oltre che da una serie di palazzi in stile altoatesino e da una fontana. Il Duomo è sicuramente l’attrattiva storica più importante della città: la sua mole, adornata da due campanili alti 65 m, è visibile dappertutto. Ricostruito in stile barocco sulle fondamenta di chiese precedenti, approfittiamo che manca ancora molto alla S. Messa per introdurci e visitarne l’interno, che si presenta con una serie di affreschi e stucchi barocchi, un quadro della Madonna molto venerato e tre organi. Di fianco, accediamo al Chiostro e veniamo colpiti dalla bellezza delle volte a crociera contenenti un ciclo d’affreschi conosciuti come la Bibbia dei Poveri, poiché raffigurano scene narrate nelle Sacre Scritture.
Usciti, facciamo foto alla particolare guglia verde del Municipio poi entriamo nella vicina Chiesa di San Michele, la chiesa più antica di Bressanone. Una volta dentro, siamo accolti da sette navate che ospitano affreschi ed opere d’arte. Da una porta laterale sulla destra, ci affacciamo sul vecchio cimitero ossia un bellissimo cortile del monastero con numerose lapidi antiche. Riprendiamo il giro per le strade e ammiriamo la famosa Torre Bianca, che non è altro che il campanile della chiesa, staccato dal corpo, alto 71 metri. Purtroppo, molti negozi sono chiusi, essendo giornata festiva, ma ci compensa la visione dei tanti caratteristici palazzi che si affacciano sulle viuzze del centro. Torniamo di nuovo in piazza e, prima di ritornare a prendere l’auto per andar via, ammiriamo la mole dell’Hofburg, il palazzo che fu la residenza dei principi vescovi e poi dei vescovi della diocesi di Bressanone, oggi trasformato in Museo. È quasi mezzogiorno quando lasciamo il parcheggio dell’hotel diretti a casa: imbocchiamo la A22 a Chiusa-Val Gardena e ci immettiamo nel traffico in discesa verso Verona (cosa che causerà un enorme ritardo sulla tabella di marcia date le lunghe fila createsi). Arriviamo a casa che la temperatura esterna è di 37 °C e ciò ci fa già piangere le belle e fresche giornate lasciate alle spalle.
Informazioni utili sul viaggio lungo la Romantische Strasse
Alberghi
Una vacanza in Austria e in Germania non è proprio una passeggiata economica in quanto i servizi costano un po’ più che in Italia. Comunque, per gli alberghi (tutti prenotati su Booking) abbiamo scelto i seguenti:
- Ad Innsbruck l’hotel Engl*** per due notti in b/b € 318 (in dependance ma con garage gratis);
- A Salisburgo l’hotel Via Roma **** per tre notti in b/b € 613 (posto auto gratis ma se lo si vuole al coperto, si pagano € 15 a notte);
- Ad Augusta l’hotel Fischentor *** per due notti in b/b € 202 (auto in garage a € 12 a notte);
- A Bressanone la Cusanus Akademie *** per una notte in b/b € 145 con parcheggio scoperto a € 5 per 24 ore.
Spese auto
Viaggiando in auto, le spese sono comunque da sostenere ed iniziamo con le autostrade: per l’Italia, è bastato il Telepass ma per l’Austria occorre la vignetta, acquistabile sia poco prima del confine che on line. A noi è stata sufficiente quella per 10 giorni al prezzo di € 12. Se si acquista on line sul sito, si deve comunicare la targa e arriverà poi un Qr code da conservare e mostrare al caso. Il Ponte d’Europa si paga al momento anche con la carta di credito e costa € 11. In Germania pare sia necessaria solo una vignetta per entrare in alcune città ma a noi hanno chiesto nulla anche perché l’auto è rimasta in garage per tutto il tempo. In ultimo, le spese di benzina: la nostra auto, una Fiat 500 X, è diesel e il prezzo è talmente favorevole in entrambi i paesi che abbiamo fatto il pieno prima di rientrare in Italia! E, comunque, sono bastate circa € 100 di benzina per fare tutto il giro.
Spese di viaggio
Ad Innsbruck abbiamo evitato la card, in quanto non necessaria perché non abbiamo preso mezzi di trasporto e gli unici monumenti visitati sono stati l’Hofburg (€ 15) e lo Schloss Ambrass (€ 16). Si deve tenere presente che, a parere mio, la card è un po’ cara. A Salisburgo, invece, abbiamo fatto la card, non solo per l’esigenza del trasporto (il biglietto singolo costa € 3 e la prima sera abbiamo speso € 12 per andare e tornare dal centro!) ma anche perché comprensiva degli ingressi a molti monumenti. Inoltre, il prezzo è conveniente: quella da 48 ore costa € 40. E c’è pure la crociera sul fiume inclusa (per i posti esterni si pagano € 3). L’unico altro monumento pagato è stata la Cattedrale (scontato con card, € 3,50) L’unico monumento a pagamento in Augusta, invece, è stato il Fuggerei (€ 8) mentre per gli altri, tutto gratis (si paga anche la Sala Dorata ma quel giorno, per nostra fortuna, l’ingresso è stato libero).
Con i ristoranti, un altro discorso: la media dei nostri pranzi è stata tra € 10-15 ma si trattava o di panini o di toasts o di prodotti da forno. Per le cene, è vero che si spendono € 20-40 a persona però i piatti che arrivano sono abbondantissimi (in genere accompagnati sempre da un contorno come patate o crauti o insalate servite con il pane) e la carne è davvero squisita, per non parlare dell’ottima birra e dei dolci (la scorpacciata di apfelstrudel c’è stata). I ristoranti scelti citati nel diario sono stati all’altezza delle aspettative e li consiglio vivamente.