Siracusa e dintorni 2
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8 luglio: partenza
La partenza dell’aereo è prevista per le 22:30, quindi per il check-in (non era possibile farlo online) eravamo in aereoporto alle 20:30. Dopo il check-in passiamo al controllo dei bagagli a mano e un’assistente ci avvisa che il volo previsto per le 22:30 subirà un ritardo di 80 minuti, quindi la partenza è prevista per le 23:50, con arrivo a Catania presumibilmente alle 00:45. Panico! Per 2 motivi: il primo è che la compagnia di noleggio a Catania chiudeva alle 24:00, il secondo è che avevamo un accordo col proprietario dell’appartamento, per ritrovarci all’entrata di Siracusa, così che mi facesse strada per raggiungere l’appartamento, visto che non avevo navigatore satellitare. Mi affretto a chiamare sia l’uno che l’altro, avvisandoli del ritardo. Il proprietario della casa (il gentilissimo signor Franco) mi dice che non ci sono problemi, l’impiegato della compagnia di autonoleggio, un po’ seccato della cosa, mi dice che attenderà l’arrivo dell’aereo, ma dovrò pagare una penale di 27 euro. Come inizio è assolutamente da dimenticare!!!! All’una l’aereo atterra e noi ci apprestiamo coi nostri bagagli a raggiungere l’autonoleggio, dove ad attenderci c’era un impiegato che, dopo le formalità di rito, ci consegna l’auto. Nell’arco di un’oretta raggiungiamo Siracusa e lì troviamo il caro e paziente proprietario dell’appartamento che ci invita a seguire il suo scooter fino a destinazione. Arriviamo all’appartamento alle 3, e il signore Franco vedendoci distrutti rimanda al giorno successivo le formalità per il pagamento e la sottoscrizione del contratto.Sant’uomo!!! In compenso noi avevamo portato dalla puglia alcuni prodotti tipici della nostra terra da donare al proprietario e alla sua famiglia, e il gesto è stato molto apprezzato.
9 luglio: prima tappa
Il mattino seguente, appena svegli, ci affrettiamo a contattare il signor Franco, che ci raggiunge dopo una mezzoretta e formalizziamo il tutto. Inoltre, su nostra esplicita richiesta, il signor Franco ci fornisce ombrellone e 2 sdraio da utilizzare durante il nostro soggiorno. La nostra vera vacanza inizia solo adesso. Prima tappa, il Bar Kennedy, alle spalle del nostro appartamento, per la colazione rigorosamente siciliana: granita alla mandorla e brioche. Squisitissime. Dopo la colazione tutti pronti con costumi da bagno e attrezzatura da mare per la prima meta: la spiaggia di Arenella. Molto carina, sabbia grossolana dorata e acqua pulita. C’è anche un discreto venticello ad alleviare la calura (la settimana della nostra permanenza in Sicilia le temperature hanno toccato i 45 gradi). Restiamo in spiaggia fino al pomeriggio mangiucchiando qualche panino che avevamo preparato, per poi fare ritorno a casa. Docce, un po’ di sano relax sul balcone con una bevanda fresca, e poi la domanda che mi aspettavo: “dove si va stasera?”. Per la serata avevo previsto una passeggiata a Ortigia, il centro storico di Siracusa, di cui avevo letto un gran bene. In effetti il luogo ha rispettato appieno le aspettative e la fama di cui gode, direi più che giustamente. Dopo una breve passeggiata anche lo stomaco cominciava a recriminare e così decidiamo di fermarci a cenare, ripromettendoci di tornare in un altro momento a continuare la nostra passeggiata in Ortigia. In realtà ci torneremo diverse volte nel corso del nostro soggiorno. Ci siamo fermati in una trattoria di cui non ricordo il nome e abbiamo mangiato discretamente pagando 60 euro in tutto. Non male. Poi con calma abbiamo fatto ritorno all’appartamento, ancora un po’ stanchi dalla nottata precedente.
10 luglio: seconda tappa
Come ogni mattina mi sveglio abbastanza presto (7,30-8,00) e, mentre tutti dormono ancora, ne approfitto per andare a farmi un caffè al bar e farmi una passeggiata a piedi per la città da turista, curioso di tutto, con tanta voglia di vivere la vita degli abitanti del posto. comincio a parlare con gli abitanti del luogo (adoro l’accento siracusano) e faccio amicizia anche con la signora del bar sotto casa. A me piace viverle anche così le vacanze! Torno all’appartamento, aspetto che tutti si sveglino, e andiamo al solito bar kennedy. Ci sono dolci di ogni tipo, soprattutto alla ricotta, e decidiamo io e mia moglie di comprare un dolce alla ricotta: una goduria!! Subito dopo la colazione ci dirigiamo verso la nostra seconda meta: il lido di Noto. Sabbia dorata, molto più fine di quella di Arenella, e anche più pulita. Restiamo lì fino al pomeriggio. Poi decidiamo di fare una capatina a Noto, che avevo letto essere una città bellissima, con un trionfo di barocco in ogni dove. Anche in questo caso le aspettative sono state ampiamente rispettate, tant’è che ci ripromettiamo di tornare magari di giorno per ammirare meglio quelle chiese e quei palazzi. Decidiamo di rimanere a Noto per cena e così ci fermiamo presso una pizzeria per provare la pizza di quelle zone. Niente male, nulla di eccezionale, ma nemmeno da disprezzare. Torniamo all’appartamento, non senza tanti disagi dovuti al fatto che la segnaletica stradale lascia molto a desiderare e noi siamo senza navigatore.
11 luglio: terza tappa
Dal momento nei primi 2 giorni ci siamo stancati parecchio a mare e che, nonostante creme varie, i bambini si erano un po’ scottati, decidiamo di non andare a mare e di visitare per bene Ortygia. Contattiamo una persona che avevo conosciuto in una chat, che lavora al museo di Palazzo Bellomo, e decidiamo di andarlo a trovare. Trascorriamo buona parte della mattinata lì nel museo e per i viottoli di Ortygia, visitiamo il duomo e alcuni monumenti e poi pranzo fugace. Nel pomeriggio torniamo a Noto come ci eravamo ripromessi e guardiamo con maggiore attenzione tutte le bellezze della città. Poi torniamo a Siracusa e decidiamo di cenare in un ristorante di Ortygia di cui avevo letto un gran bene: il ristorante “Do scogghiu”. Abbiamo cenato davvero bene, pagando una cifra onesta, vista la qualità del cibo. Dopo cena, stanchi della giornata, torniamo all’appartamento.
12 luglio: quarta tappa
Obiettivo della giornata: visitare qualche spiaggia a nord di Siracusa. Sull abase delle recensioni che avevo letto sulle diverse spiagge a nord di Siracusa, decidiamo di andare ad Augusta. Non siamo amanti degli scogli, ma per un giorno si può fare. Dopo aver chiesto indicazioni a destra e a manca (indicazioni stradali manco a pagarle), finalmente riusciamo a raggiungere la scogliera, piazziamo il nostro caro ombrellone e tra una nuotata e un po’ di tintarella, tra un panino e un sudoku trascoriamo lì la nostra giornata. A pomeriggio torniamo nell’appartamento e ci prepariamo per la serata. Solito dilemma: “dove ci fermiamo per cena?”. Dal momento che la sera precedente ci aveva soddisfatto la qualità del cibo e il rapporto qualita/prezzo, decidiamo di tornare al ristorante “Do scogghiu”. Passeggiando per le vie di Ortygia ci ritroviamo casualmente ad assistere ad uno spettacolo davanti al duomo. Dopo cena, una breve passeggiata e poi tutti a nanna.
13 luglio: quinta tappa
Meta della giornata: la spiaggia di Calamosche, nel bel mezzo della riserva di Vendicari. Parcheggiamo l’auto fuori dalla riserva e, muniti di zainetto degli asciugamani e dei panini, ombrellone e sdraio ci incamminiamo per il sentiero nella riserva, che porta alla spiaggia. 15 minuti di strada sotto il sole, senza nemmeno un albero a ripararci dalla calura. Quello che vediamo al termine della passeggiata, però, ripaga ampiamente le nostre fatiche: una caletta graziosissima, molto pulita e con un’acqua cristallina. Restiamo lì fino al pomeriggio, poi facciamo ritorno a Siracusa, e dopo qualche ora trascorsa tra docce e relax, decidiamo di andare a visitare Avola e fermarci lì per cena. Cerco un locale di cui avevo letto ottime recensioni, ma c’è il tutto esaurito, e così chiediamo in giro un consiglio per fermarci per la cena. Un gruppo di ragazzi ci consiglia la trattoria “Portomatto”, sul lungomare. Come nostra consuetudine, diamo un’occhiata al menu e ai prezzi, e ci rendiamo subito conto che i prezzi sono un tantino elevati, considerato che si tratta di una pizzeria-trattoria. Tuttavia non abbiamo nessuna intenzione di cercare altro in giro, e decidiamo di fermarci lì. Il conto, come previsto, era un tantino al di sopra dei nostri standard, ma posso assicurarvi che ho mangiato uno dei dolci più buoni della mia vita: una mousse di ricotta con pezzetti di cannolo e miele. Una squisitezza!!! Dopo cena si è fatta una certa ora, e decidiamo di tornare all’appartamento.
14 luglio: sesta tappa
Meta del giorno: la spiaggia di Marzamemi. Avevo letto diverse recensioni tutte positive su questa spiaggia, ma quello che abbiamo visto non era assolutamente all’altezza delle recensioni lette: sabbia grossolana e sporca, poseidonia ovunque, tant’è che dopo i nostri consueti panini decidiamo di andare via da lì e andare ancora più giù, a Portopalo di Capo Passero. Qui il paesaggio era decisamente più affascinante, benchè non amiamo particolarmente gli scogli. Però è stato emozionante essere sul capo più a sud della Sicilia (escluse le isole, ovviamente) e osservare da lontano l’isola delle correnti, davanti alla madonnina. In ogni caso la presenza degli scogli non ci ha impedito di tuffarci in quell’acqua così limpida e fare una sana nuotata. Di ritorno da Portopalo di Capo Passero abbiamo fatto una capatina a Pachino, la città dei famosi pomodori (l’oro rosso, come loro amano chiamarlo), giusto il tempo di una passeggiata per il centro della città. Al ritorno a Siracusa decidiamo di fermarci presso la Basilica di Santa Lucia per la santa messa. Al termine della celebrazione avremmo voluto visitare il convento e le catacombe di Santa Lucia, luogo in cui subì il martirio, ma, ahimè, erano chiusi. Facciamo ritorno a casa, un po’ di relax, e via, per la nostra consueta passeggiata serale e la cena. Decidiamo di provare un ristorantino in un viottolo di Ortygia, che ci aveva consigliato il padrone di casa, il ristorante “Da Mariano”. Per fortuna, dopo la mazzata della sera precedente, ci siamo resi conto che i prezzi erano decisamente più abbordabili, e quindi ci siamo concessi qualcosina in più, pagando una cifra non esorbitante. Dopo cena, altra passeggiata e ritorno in appartamento.
15 luglio: settima tappa
E’ l’ultimo giorno “intero”, ma è anche il giorno clou, l’anniversario di matrimonio. Per l’occasione propongo “casualmente” di trascorrere al giornata a Taormina. Ci mettiamo in auto e, nonostante una coda interminabile al casello autostradale di Catania, raggiungiamo in un paio di ore la spiaggia di Giardini Naxos. Fa impressione vedere gli scogli neri, ma quello che abbiamo davanti agli occhi è uno spettacolo di tutto rispetto: mare limpidissimo di fronte, le casette di Giardini Naxos alle spalle, e Taormina sulla nostra sinistra, adagiata sull’altura come un presepe. Accanto a Taormina una località sul cucuzzolo del monte, che poi scoprirò essere la località in cui avevo prenotato il ristorante per la sera, Castelmola. L’acqua di Giardini Naxos era gelata, ma dopo la sensazione iniziale di fastidio non avevamo più intenzione di uscire dall’acqua (anche perchè sapevamo che era l’ultimo giorno di mare lì in Sicilia). La giornata scorre così, con un susseguirsi di bagni in mare e sole per asciugarsi. Poi, nel pomeriggio decidiamo di visitare Taormina. Prima ci fermiamo in una pasticceria per gustare un delizioso cannolo siciliano, poi decidiamo di visitare il centro storico, molto molto bello e suggestivo, con la via centrale piena di negozietti che vendono di tutto e di più. Restiamo lì fino al tramonto, poi ci dirigiamo verso Castelmola. Qui avevo prenotato, senza che mia moglie lo sapesse, un ristorante molto carino e panoramico, la “Taverna dell’Etna”. Sapevo che dalla terrazza del ristorante c’era una meravigliosa vista sull’Etna, e sul golfo di Giardini Naxos. Per questo motivo, era fondamentale arrivare al ristorante prima di sera, per gustare appieno il panorama e fare qualche foto. L’espressione di mia moglie appena il cameriere ci ha fatti accomodare sulla terrazza, davanti a quel panorama, era tutto un programma. Per tutta la serata ha cenato con lo sguardo immerso in quello spettacolo. Colpito, e affondato!!! E anche durante il viaggio di ritorno a Siracusa, non ha fatto altro che ripetere “che spettacolo, che bellezza!”. I bambini mi hanno persino rimproverato perchè organizzare una cosa del genere l’ultimo giorno significa andare via con le lacrime agli occhi. Sono soddisfazioni…
16 luglio: ultimo giorno
E’ l’ultimo giorno. Mestamente ci svegliamo, andiamo a fare colazione per l’ultima volta al bar kennedy, l’ultima granita alla mandorla e brioche, poi torniamo nell’appartamento, aspettando il signor Franco a cui dovevamo restituire le chiavi, nonchè l’ombrellone e le 2 sdraio. Dopo i saluti di rito ci dirigiamo a Catania, nostra ultima tappa, che avevo lasciato per ultima proprio per agevolare l’arrivo in aereoporto per il pomeriggio. Raggiungiamo il centro di Catania, e iniziamo a percorrere la via principale. A parte il colore abbastanza scuro delle costruzioni, dovuto all’impiego di pietra lavica, ci ritroviamo davanti ad una carrellata senza fine di monumenti, palazzi, chiese una più bella dell’altra. Arrivata l’ora di pranzo ci fermiamo in un fast food e consumiamo un pranzo fugace, per avere il tempo di continuare la nostra visita del centro storico di Catania, arriviamo in piazza duomo davanti al “Liotru”, l’elefantino simbolo della città di Catania, e lì entriamo in un negozio di souvenir per fare qualche acquisto. Quindi entriamo in un bar e i bambini provano il piacere di una brioche con il gelato (gigantesca), poi un’ultimo sguardo alle bellezze di Catania e via, in direzione aeroporto. Dopo aver riconsegnato l’auto al noleggio andiamo in aeroporto per il check-in, e una simpatica vocina annuncia che il volo per Bari è ritardato di 1 ora e mezza!!!! Alle 23 l’aereo atterra a Bari, dove ci aspetta mio cognato. Vacanza meravigliosa, e come tutte le cose belle…. finita troppo presto