Ti sei innamorato della Via Appia? Alle porte di Roma c’è una strada ancora più antica, ed è circondata da un panorama mozzafiato

Stefano Maria Meconi, 29 Ago 2024
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La scelta dell’UNESCO di inserire la Via Appia tra i patrimoni dell’Umanità, confermando il record italiano di 60 siti tutelati, non deve cogliere di sorpresa. Questo tratto di strada romana, che congiungeva l’Urbe a Capua, e che solo in seguito fu allungata fino a Brindisi, rappresenta il genio dei romani nell’ingegneria costruttiva. Tutte le strade portano a Roma non è solo un detto, ma la realtà che per secoli ha permesso all’Impero di espandersi. Pensate ai nomi di queste strade che, oggi, sono d’asfalto e un tempo erano di pietra: la Cassia verso Pisa, l’Aurelia che addirittura arriva a Ventimiglia, la Salaria per Ascoli Piceno, la Tiburtina per Teramo. Ognuna di queste strade racconta una storia. Ma se vi dicessimo che, proprio alle porte della Capitale, c’è una strada ancora più antica e altrettanto bella?

La montagna sacra dei Latini

monte cavo

Nei primi secoli di esistenza, Roma era una città ancora relativamente debole, circondata da popoli e realtà consolidate, come gli Etruschi (a nord) e i Latini (a sud). Proprio questi occupavano un vasto territorio che oggi corrisponde ai quartieri nord della Capitale (Nomentana, Fidene), a Tivoli, la Campagna romana e i Castelli Romani, estendendosi fino al promontorio del Circeo. Le città latine, intorno al VI-V secolo a.C. (dunque 2600 anni fa) si associarono per formare la Lega Latina, che aveva sia una funzione militare che propriamente religiosa. 

Per celebrare le vittorie militari, ma anche per ingraziarsi gli dei, le trenta città della Lega – a cui poi si unì Roma a partire dal 493 a.C., si riunivano sul Mons Albanus, dove sin da epoca antichissima esisteva il tempio di Iuppiter Latiaris, Giove Laziale appunto. Il monte era la parte sommitale della città di Alba Longa, una delle più antiche città di tutta l’Italia, fondata nel XII secolo a.C. da Ascanio, figlio di Enea, mitico fondatore di Lavinium fuggito da Troia. Ancora oggi, la localizzazione della città non è ben chiara per gli storici, molto più facile è però sapere che il Mons Albanus corrisponde al Monte Cavo, vetta da 949 metri di altitudine che domina l’abitato di Rocca di Papa, uno dei borghi dei Castelli Romani, dal profilo tipicamente medievale.

La Via Sacra e la sua “Loggetta”

loggetta
La Loggetta di Monte Cavo vista dal drone. Si nota sullo sfondo il percorso della Via Sacra (foto di Elisio Marano)

Alba Longa e il tempio di Giove Laziale erano collegati, sin dal VI secolo, da una strada in basolato che veniva percorsa da sacerdoti e fedeli proprio in occasione dei riti delle Feriae Latinae. La festività, che raggiunge una durata di 3 giorni proprio nel 493 a.C., serviva per celebrare tre eventi storici:

  • la vittoria di Lucio Tarquinio Prisco (e di Roma) sugli Etruschi, per l’egemonia del Centro Italia;
  • la fine dell’età regia di Roma e l’istituzione della Repubblica nel 509 a.C.;
  • la firma del trattato di pace Foedus Cassianum tra Romani e Latini, appunto nel 493 a.C.

Il percorso della Via Sacra di Monte Cavo (o di Via Sacra di Rocca di Papa) è oggi conservato per larga parte, ed è percorribile a piedi partendo da più punti di accesso. Davanti agli occhi del visitatore si para una strada immersa nei boschi, inframmezzata da alcuni elementi di interesse, come una roccia di tufo scolpita al vivo e un’edicola sacra detta di Santa Rita, ma con una immagine della Vergine. Per molti, però, il vero punto di attrazione della strada latino-romana è la Loggetta. Questo scorcio panoramico, dove il bosco dirada, permette nelle giornate più belle di ammirare in un solo colpo d’occhio il lago Albano e quello di Nemi, Roma e la Campagna, spandendo lo sguardo fino a quel Circeo che, come abbiamo visto, era il limite meridionale della Lega Latina.

Le caratteristiche della strada

via sacra monte cavo

La Via Sacra è larga 2,60 metri e, almeno in origine, era protetta da marciapiedi con paracarri, secondo l’uso tipico romano. I grandi massi, di forma irregolare, che compongono il lastricato sono invece lisci in superficie e a forma di cuneo sotto, in modo da penetrare il terreno e rimanere immobili alle sollecitazioni esterne. Oggi il tratto percorribile è solo una parte di quella strada che, a parere degli storici, collegava le sponde del Lago Albano al Monte Cavo, sulla cui vetta insisteva il tempio di Giove Laziale. Tempio di cui oggi non esistono pressoché più tracce, abbandonato nel IV secolo, sostituito da un romitorio, poi da un monastero e, a cavallo tra Ottocento e Novecento, da un lussuoso albergo.

Anche di questo, tuttavia, non ne restano tracce: a partire dagli anni ’70, per la sua posizione favorevole, il sito di Monte Cavo è stato scelto come luogo di trasmissione, con l’installazione di decine di antenne radiotelevisive, deturpando una delle terrazze più belle su Roma. In compenso, il percorso della Via Sacra è agibile, dotato anche di punti di ristoro per i visitatori, ed è un omaggio straordinario alla storia romana, al panorama dei Castelli Romani e un modo per ripercorrere millenni di leggende.



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