A Roma c’è una piccola Londra, ed è la strada più colorata della città
Se pensavate che Roma non fosse in grado di riservare ancora altre sorprese, preparatevi a rimanere stupiti con la sua Piccola Londra, una incredibile strada che vi catapulterà in un istante dalle rive del Tevere a quelle del Tamigi.
Roma è una città così grande e ricca di sorprese che a volte neanche i suoi abitanti sanno bene quanti sono i monumenti, le chiese, gli edifici e i giardini che la compongono. E tra questi c’è un piccolo luogo di meraviglia, ovvero la Piccola Londra. Viene chiamata così, infatti, una strada davvero poco conosciuta e non solo perché è, a conti fatti, una strada privata riservata ai residenti di questa zona. Ma perché ancora in pochissimi hanno capito dove si trova.
Ci troviamo infatti in una traversa di Viale del Vignola, a pochi passi dallo Stadio Flaminio, costruito nel 1957 per ospitare le gare di calcio delle Olimpiadi Roma. Un angolo di Roma certamente centrale, a un tiro di schioppo dal MAXXI (il Museo delle arti del XXI secolo) e dal Museo di Villa Giulia, con la sua straordinaria collezione di reperti dell’epoca etrusca. È Via Bernardo Celentano, un luogo che stupisce con la sua architettura che richiama la Londra di Ernesto Nathan, il sindaco di Roma nei primi anni ’10 del Novecento. Proprio in quel periodo ebbe luogo una delle stagioni espansive e politiche più importanti di una città che, fino ad allora, era in larghissima parte composta da zone di campagna e quartieri popolari con condizioni di vita precarie.
Ma come nasce la Little London nel cuore dell’Urbe? Quadrio Pirani, un architetto marchigiano di Jesi, presentò un progetto per realizzare un quartiere sperimentale, ispirato ai nuovi concetti dell’architettura sociale. Pirani non è un nome sconosciuto a Roma, perché fu l’ideatore dei piani urbanistici di San Saba e Montesacro, rispettivamente al Centro (zona Terme di Caracalla) e al Nord di Roma. Via Bernardo Celentano, dedicata a uno dei maestri del verismo napoletano di metà Ottocento, si distingue però per le sue architetture, che ricordano da vicinissimo i viali di Londra.
Gli edifici infatti sono più bassi di quelli tipici dell’architettura popolare (tre piani massimo), con eleganti facciate, giardini privati e tutti introdotti da brevi scalinate che rialzano il piano d’ingresso alle case private. Non un luogo di passaggio, perché è una strada senza uscita, con l’ingresso su Viale Vignola protetto da un basso cancello che impedisce l’accesso in automobile, ma non a piedi. Per quanto possa sembrare di immergersi in un mondo non nostro, l’accesso non è impossibile e sicuramente uno scatto fugace non disturberà questo piccolo angolo della città, sul quale però i suoi abitanti reclamano una sorta di proprietà privata totale. I residenti sostengono infatti che Via Bernardo Celentano non sia neanche una strada, ma una sorta di cortile collettivo interamente privato, nel quale si può interdire l’accesso agli estranei.
Con rispetto ed educazione possiamo posare l’obiettivo tra queste due file di abitazioni, dai colori pastello (ocra, rosso mattone, giallognolo) e tutte con un tocco di verde che le caratterizza, avvolte da un piacevole silenzio e sulle quali si affaccia un cielo azzurro intenso, una vista che forse a Londra è meno frequente che a Roma.